La forza della nostra economia

Due domande al Presidente Cc-ti, Glauco Martinetti

Da quest’edizione di Ticino Business, che apparirà lunedì 7 maggio, potrete approfondire e conoscere meglio i membri del nostro Ufficio Presidenziale. Nella prima intervista, vi proponiamo due domande al Presidente Cc-Ti, Glauco Martinetti, che è anche Direttore dell’azienda Rapelli SA. Egli parla della nostra economia, concentrandosi anche sull’attività della ditta che dirige, in relazione alle opportunità che la Cc-Ti offre e crea per le PMI e le aziende e su diversi mercati.

L’economia ticinese è in crescita, fatto confermato dallo studio BAK Economics e che la Cc-Ti afferma da tempo. Su quali questioni occorre lavorare?

Credo che il Ticino abbia da anni intrapreso una via positiva ma la stessa società ancora non se ne è accorta. Il Ticino imprenditoriale ed economico di oggi è più forte di trent’anni fa, eppure si è molto più divisi oggi di allora. Il mio primo auspicio è che si capisca l’importanza e la necessità di un lavoro di concerto da parte di tutti gli attori sul territorio a favore di una dinamicità economica di cui possono beneficiare tutti, in modo da poter preparare il nostro Cantone a cogliere le diverse opportunità già oggi esistenti e che si svilupperanno ancora di più nel futuro. Secondariamente abbiamo delle grandi sfide nella successione aziendale e nell’importanza di tramandare il nostro modo di fare impresa, che nel corso degli anni è stato fonte importante di  successo. Il sistema imprenditoriale svizzero, dalla formazione duale alla spirito associativo, è un modello di successo: va preservato e moltiplicato.

Al timone di un’azienda come la Rapelli SA e con ampia esperienza alle spalle, quali sono i servizi fondamentali che la Cc-Ti offre agli imprenditori e aziende attive in Ticino?

La Cc-Ti è il rappresentante degli interessi imprenditoriali di chi fa impresa, e da oltre 100 anni tutela e promuove l’esistenza di condizioni quadro favorevoli per tutta l’economia cantonale. Uniti siamo più forti, con questo spirito è nata nel 1917 l’associazione mantello dell’economia ticinese. Ho toccato con mano questa forza dell’agire insieme quando sono riuscito, tramite una missione economica in Russia, organizzata dalla Cc-Ti, ad entrare su questo mercato con i nostri prodotti di salumeria.

Workstream Collaboration

Testo a cura di Carlo Secchi

L’introduzione della tecnologia VoIP (Voice over Internet Protocol) ha posto progressivamente fine al mondo dei centralini telefonici basati su hardware e collegamenti proprietari, isolati dalle infrastrutture informatiche.

È nato così il concetto delle comunicazioni multi-modali, più noto con il termine “Unified Communications” (UC) che ha permesso di unire in un unico client voce, voice-mail e instant messaging (IM). Eppure, nonostante gli innegabili progressi della tecnologia UC, in molte aziende risulta ancora difficile unificare davvero le comunicazioni. Siamo tutti sempre più connessi ma, paradossalmente, la maggior parte delle conversazioni sembra avvenire ancora al di fuori della suite UC aziendale, mentre la produttività individuale e di gruppo rischia di soccombere sotto la mole di email e di allegati che intasano i sistemi di posta elettronica.

Man mano che l’azienda si espande, la collaborazione interna è più importante che mai per lavorare con i colleghi di team, i reparti e le diverse sedi. Il nuovo paradigma del posto di lavoro digitale, è la collaborazione basata sulla conversazione. In effetti, un segmento emergente dell’industria tecnologica, offre la possibilità di ottimizzare la coordinazione, le prestazioni, le comunicazioni e la produttività dei team: si tratta della workstream collaboration.

Gli strumenti di workstream collaboration, sono progettati per ridurre o sostituire in modo significativo le e-mail presentando funzionalità di base come messaggistica frequente, notifiche, upload di video, ricerca ottimizzata, archiviazione, flussi di comunicazione e semplici modi per condividere contenuti. Si tratta di strumenti che generalmente si integrano con altre applicazioni aziendali tramite API e bot aperti. Possono essere accessibili su dispositivi mobili o desktop in modo che siano facilmente accessibili da tutti i membri dell’organizzazione, compresi quelli che lavorano in prima linea.

Per poter adottare gli strumenti più adeguati di workstream collaboration, occorre affrontare workshop interni che prendano in esame i diversi flussi di lavoro e di collaborazione e permettano di valutare nuove metodologie per lavorare in modo più efficiente, con strumenti e canali di comunicazione semplificati e con infrastrutture IT più flessibili e meno costose.

Carlo Secchi
Sales Director-Vice President
Swisscom Enterprise Customers
6500 Bellinzona
carlo.secchi@swisscom.com
www.swisscom.com
Seguiranno in autunno molte proposte formative puntuali sull’argomento comunicazione e digitalizzazione, che stiamo programmando.

Troppa fiducia nelle piccole e medie imprese

Testo elaborato da Lorenzo Job

La varietà di frodi aziendali è ampia: manipolazione di informazioni e rendiconti, appropriazione indebita, corruzione privata e pubblica, conflitti di interesse e reati informatici sono solo alcuni degli episodi più diffusi.

Anche in Svizzera la criminalità economica non è un fenomeno marginale. A livello internazionale si stima che molte imprese perdano in media il 5% del loro fatturato a causa di frodi aziendali, e la Svizzera non è da meno. Chi si occupa di criminalità forense si occupa perlopiù di casi di corruzione; si constatata che nel ramo economico è pure frequente la corruzione di responsabili per ottenere incarichi migliori. Ma spesso si manifestano casi di frode anche per motivi psicologici. Quando il collaboratore teme il suo datore di lavoro, esiste la possibilità di compiere eventuali sbagli o imprecisioni e l’impiegato potrebbe decidere di dissimularli invece di ammetterli. Sono molto frequenti anche i casi legati all’aumento del fatturato, dove il datore di lavoro fa pressione affinché i collaboratori generino un fatturato sempre maggiore spingendoli alla manipolazione dei dati contabili per raggiungere artificialmente gli obiettivi posti.

Un altro problema può emergere quando il datore di lavoro si mostra troppo fiducioso nei propri collaboratori e non adotta un adeguato sistema di controllo interno. Sistema di controllo interno che spesso, per mancanza di fondi e risorse da dedicare ad esempio all’implementazione di un buon software di sicurezza informatica, non risulta essere efficace. Questa problematica tocca in particolare le piccole e medie imprese, ovvero la maggior parte delle aziende che compongono il tessuto economico ticinese. Le aziende ticinesi, infatti, superano la media svizzera in fatto di attacchi criminali.

Il tema più attuale nel mondo economico è però quello dei “cyber attacks”, i quali avvengono spesso tramite l’invio di e-mail a clienti con indicazioni di conti falsi o tramite l’intrusione nel sistema interno di contabilità inserendo dei virus che generano trasferimenti bancari a favore degli hackers. Anche se molti sistemi informatici sono sicuri, l’uomo rappresenta sempre un fattore di rischio: criminali travestiti da artigiani o addetti alle pulizie possono entrare nella sede di una società e installare microspie “digitali” all’interno degli uffici. È anche possibile che il collaboratore stesso apra dei file salvati su una pennetta USB infetta da un virus senza esserne a conoscenza.

In futuro il lavoro relativo alla criminologia economica e forense sarà incentrato prevalentemente all’ambito digitale: verranno sviluppati dei nuovi sistemi di individuazione di frode basati su nuove tecnologie e su processi di automatizzazione – senza però trascurare il fattore umano.

 

Lorenzo Job, Office Managing Partner, Lugano
KPMG SA
Via Balestra 33
6900 Lugano
Tel. +41 58 249 32 61
www.kpmg.ch

 

Maggiori informazioni in merito sono possibili attraverso un comunicato stampa specifico, elaborato da KPMG, oppure scaricando lo studio completo sul tema.
Riscoprite tutti gli articoli e le diverse attività che la Cc-Ti ha portato avanti nell’ultimo periodo sul tema:

Dossier tematico e presa di posizione Cc-Ti sull’argomento
Resoconto dell’evento del 2017: L’economia del futuro è digitale
Articolo – Il fiume della digitalizzazione scorre libero e vigoroso in Svizzera
Resoconto dell’evento del 2017: I nuovi modelli di business che si impongono con la digitalizzazione
Articolo – La digitalizzazione nelle strategie di marketing
Articolo  – Il Ticino è sempre più digitale (partecipazione del Direttore Cc-Ti alla Swisscom Dialogarena 2017)
• Articolo – “Pensare come un Hacker”? Il Direttore della Cc-Ti tra i relatori di un evento sul tema
• Risultati dell’inchiesta sul rischio cyber promossa da Cc-Ti, Supsi e InTheCyber SA – 11.2017
• Articolo – Attacchi cyber: continua la sensibilizzazione sul tema

Dialogo efficace fra aziende ed Amministrazione federale

Da sempre la comunicazione fra aziende ed Amministrazione federale è buona. La Segreteria di Stato dell’economia (SECO)  ha implementato negli anni un vero e proprio portale dedicato alle PMI ed alle aziende per informazioni, un’interazione costante e numerosi servizi online, proprio per essere ancora più performante nel suo dialogo tra autorità ed aziende.

Quale Cc-Ti riceviamo spesso domande in relazione ai temi di costituzione di un’attività, successione, IVA, eccetera. Tra i numerosi servizi dedicati agli associati  vi sono le consulenze in ambito giuridico  e relative all’internazionalizzazione ed export. Pensiamo però valga la pena segnalare il portale della Confederazione per una prima efficace informazione su dubbi e/o domande che possono trovare una risposta immediata, anche negli orari di chiusura dei nostri uffici.

Il portale www.pmi.admin.ch

Questa piattaforma è stata strutturata con lo scopo di alleggerire il carico amministrativo delle PMI, offrendo una fonte di risposte pratiche a tutta una serie di quesiti che spesso gli imprenditori si pongono. Le domande infatti spaziano dalla creazione e gestione di un’impresa, alla successione, passando per le questioni di import/export, a quelle giuridiche. Oltre a ciò vi è la possibilità di un comunicazione diretta con la SECO, oltre a diversi servizi online.

Contenuti

In pratica, dunque, sul portale della SECO si trovano informazioni utili su come creare un’attività, muovendo i primi passi, sia per cittadini svizzeri che stranieri, sulle diverse forme giuridiche in essere in Svizzera, dettagli utili sulle pratiche di import/export di beni e prodotti vari, ma sono trattati anche temi quale la gestione del personale e il diritto del lavoro.  Vi sono poi i link diretti agli sportelli online della Confederazione, come pure anche a quelli cantonali (con una panoramica su tutti i Cantoni svizzeri), oltre alla possibilità di accedere a EasyGov. Si tratta di un altro portale dedicato alle PMI che snellisce le pratiche amministrative, poiché offre l’opportunità di svolgere online procedure per autorizzazioni, notifiche e presentazione delle domande.

La Cc-Ti è sempre a disposizione dei propri associati per consulenze specifiche.
Non siete ancora affiliati alla Cc-Ti? Contattate Lisa Pantini, Responsabile delle Relazioni con i soci per ogni dettaglio in merito.

Valori svizzeri protagonisti nel mondo

Oltre un centinaio le persone presenti al Grand Hotel Villa Castagnola per la Giornata dell’export. Un appuntamento ormai consolidato negli anni che vuole sottolineare il fondamentale ruolo delle aziende esportatrici per il tessuto economico ticinese.

La Swissness e il modo di fare impresa svizzero sono state le tematiche affrontate dagli ospiti durante la tavola rotonda moderata dal direttore Cc-Ti Luca Albertoni. A seguire anche il punto di vista di un artista riconosciuto internazionalmente e che porta i valori svizzeri in giro per il mondo: Daniele Finzi Pasca.

Da sinistra: Luca Albertoni, Cholley Paydar, Daniele Finzi Pasca, Marzo Zardi, Marzio Grassi, Alessandra Alberti e Valentina Rossi (Foto: digitalflow.ch/Cc-TI)

Nel consueto appuntamento con la Giornata dell’Export, che ha visto riunite un centinaio di persone, si è parlato del successo svizzero del fare impresa riconosciuto in tutto il mondo con il marchio “Swiss made”. Questo significa essere ambasciatori di qualità, precisione, affidabilità e innovazione, come ha sottolineato Valentina Rossi, responsabile del Servizio Export Cc-Ti. Prima di cedere la parola al moderatore Luca Albertoni, Valentina Rossi ha tenuto inoltre a ringraziare gli sponsor dell’evento: Switzerland Global Enterprise (S-GE), Cippà Trasporti, CRIF, Credit Suisse, Euler Hermes e Ti Traduce che sostengono – durante il corso dell’anno – i momenti informativi dedicati all’export.

Tanti ospiti, un interesse comune

Nella sua introduzione Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, ha evidenziato i risultati positivi dell’economia cantonale emersi dallo studio Bak Economics. Un’economia che appare efficiente e in crescita anche in relazione al modo di lavorare “svizzero” con una cultura che si fonda sulla dinamicità, sull’innovazione e sull’apertura al mondo.

La tavola rotonda che è seguita – a cui hanno partecipato Alessandra Alberti, Direttrice di Chocolat Stella SA; Marzio Grassi, Responsabile della regione Ticino e Responsabile clientela commerciale Ticino di Credit Suisse; Cholley Paydar, Co-fondatrice e Presidente di Cholley SA e Marco Zardi, European Patent & Trade Mark Attorney di M. ZARDI & Co. SA – ha messo in luce, attraverso opinioni ed esperienze diverse, come la Swissness risulti sempre un denominatore comune e vincente nel fare impresa sia in settori e comparti differenti, come pure nell’internazionalizzazione e nell’export.

L’esperienza di un grande artista

Luca Albertoni ha infine intervistato Daniele Finzi Pasca, artista ticinese di fama mondiale. Con la Swissness delle menti, quale etica imprenditoriale, anche Finzi Pasca ha testimoniato come nel mondo del teatro e dello spettacolo molti dei valori tipicamente svizzeri, come ad esempio la flessibilità, la creatività, l’innovazione, la diversità, emergano nella trasmissione di emozioni e messaggi importanti che egli porta nelle sue rappresentazioni in ogni nazione. Il tutto a dimostrazione che la Swissness, così intrinseca nel modo di essere e lavorare, è vissuta come luogo aperto allo scambio di esperienze, saperi e competenze. Finzi Pasca ha inoltre sottolineato che per raggiungere qualsiasi successo è essenziale il lavoro di squadra che valorizzi le diversità dei singoli e che faccia così scaturire risultati migliori.

 

L’evento nei media

• Corriere del Ticino, 27 aprile 2018: “La Svizzera nel mondo va di moda”
• La Regione Ticino, 27 aprile 2018: “La Swissness nelle menti”
• Giornale del Popolo, 27 aprile 2018: “Ticino, una terra fertile per la creatività”
• Il Quotidiano, 26 aprile 2018: “Il marchio Swiss Made”
• Teleticino, a breve speciale ZOOM sulla Giornata dell’Export

Conosco la corretta voce di tariffa doganale dei miei prodotti?

Per le aziende esportatrici è fondamentale conoscere i dazi doganali all’importazione in un Paese estero. Alfine di avere tutte le informazioni corrette bisogna però conoscere due elementi importantissimi: l’origine della merce (che non tratteremo in questo articolo ma di cui abbiamo già ampiamente dato spazio) e la corretta voce di tariffa doganale (VT). Proprio quest’ultima è al centro di questo breve testo – nonché argomento centrale di un corso in agenda il prossimo 17 maggio – poiché non conoscere il codice doganale della merce può generare tutta una serie di problematiche a catena, ovvero dazi sbagliati o, peggio ancora, origine della merce non corretta. Inoltre la classificazione tariffaria permette di conoscere anche eventuali misure commerciali (ad es. contingenti), norme di sicurezza o formalità fitosanitarie o sanitarie, divieti o embarghi.

Il sistema armonizzato

La tariffa doganale si basa sull’accordo internazionale del “Sistema Armonizzato” (SA), attualmente in uso in quasi tutti i Paesi del Mondo. Ciò significa che tutti i Paesi utilizzano una medesima nomenclatura doganale, armonizzando le prime sei cifre a livello mondiale. Il SA suddivide a “blocchi” la tariffa doganale, scomponendo la cifra in sezioni, capitoli e sotto-capitoli.

Le piattaforme online

Tares è la piattaforma online messa a disposizione dall’Amministrazione Federale delle Dogane (AFD) dove si possono trovare tutte le voci di tariffa con pratiche ricerche di testo ma anche direttamente di codici doganali.

Ben sapendo che le voci di tariffa doganale possono essere differenti nei Paesi esteri, Mendel Online, una piattaforma messa gratuitamente a disposizione alle aziende svizzere da Switzerland Global Enterprise, permette di effettuare ricerche accurate delle VT in tutto il mondo. È una banca dati che sfruttata nel modo corretto permette di fornire tutta una serie di informazioni fondamentali per le aziende esportatrici, come ad esempio le regole dell’origine.

Per informazioni doganali sui paesi dell’UE si può invece utilizzare la TARIC (tariffa doganale integrata dell’Unione europea) che fornisce dati precisi sulle tariffe doganali dei singoli Stati membri.

Per saperne di più

Il Servizio Export della Cc-Ti in maniera complementare rispetto al ruolo dell’Amministrazione federale delle Dogane, aiuta le aziende affiliate alle necessarie ricerche dei tributi e delle voci di tariffa doganali. Siamo quindi a disposizione per ulteriori approfondimenti in merito come per le consulenze export generali dedicate agli affiliati Cc-Ti.

Servizio Export Cc-Ti

Serve più innovazione istituzionale

L’opinione del Direttore Cc-Ti, Luca Albertoni

Per sfruttare l’enorme potenzialità della digitalizzazione, per la Svizzera è d’importanza cruciale, adottare al più presto la tecnologia 5G. Si tratta di una tecnologia che aumenterà notevolmente le prestazioni della telefonia mobile, moltiplicando i volumi dei dati gestibili e accelerando i tempi di reazione di tutto il sistema alla nuova potenza delle comunicazioni.

Purtroppo, in questo campo siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, poiché il nostro attuale quadro normativo non permette di introdurre rapidamente le reti mobili di quinta generazione e di sfruttare, dunque, già adesso le enormi possibilità che esse offrono per l’economia e per la società. Questo ritardo è la chiara dimostrazione che la necessità di stare al passo con l’incessante evoluzione tecnologica, non richiede solo adeguati investimenti nelle infrastrutture e nella formazione per l’acquisizione di nuove competenze, ma impone anche una forte innovazione istituzionale e culturale. Che può nascere solo da una comune consapevolezza, a livello politico, economico e sociale, delle grandi trasformazioni che stanno investendo la produzione, i consumi e il nostro stile di vita. Serve, insomma, un approccio innovativo nella scelta degli investimenti, nella politica della formazione scolastica e professionale, così come nella legislazione sociale e nel diritto del lavoro, che oggi sembrano ancora ingabbiati negli schemi novecenteschi della vecchia società industriale.

Alla luce di tutto ciò acquistano maggiore rilevanza l’esigenza del dialogo tra le parti sociali, senza arroccamenti ideologici, la discussione costante con lo Stato e il confronto costruttivo nel dibattito pubblico, su cui come Cc-Ti insistiamo da tempo. Ma la capacità d’innovare dei nostri imprenditori, per essere soggetti attivi e non passivi dalla rivoluzione digitale, è strettamente legata alla libertà d’impresa. Se quest’ultima viene limitata, come purtroppo sta accadendo oggi, con un eccesso di regolamentazioni e di burocrazia, si rischia di pregiudicare la crescita e lo sviluppo del nostro Paese.

 

Gratifica o benefici in natura: quali riflessioni fare?

In una storia di forte competizione economica, il rafforzamento della motivazione e dello sviluppo dei team aziendali è diventato una priorità. Il riconoscimento del lavoro svolto in modo individuale o di gruppo può diventare un fattore chiave per il successo del business.

L’incentivo è apparso nei paesi anglosassoni negli anni 90. Questo metodo consente ai datori di lavoro di motivare i propri collaboratori principalmente in due modi:

  • da un lato, la motivazione di “essere”, che permette di creare una coesione nella squadra e di fare leva sull’atteggiamento dei collaboratori;
  • d’altra parte, la motivazione del “fare”, che volge a migliorare le prestazioni singole e di gruppo.

In entrambi i casi, i dipendenti ricevono una contropartita che mira a gratificarli e a incentivare la loro voglia di fare e collaborare al meglio (ad esempio seminari, formazione supplementare, viaggi o regali).

È necessario rammentare una sola condizione perché questi metodi si rivelino realmente efficaci:

l’azienda deve premiare durante un periodo di crescita, perché il premio è un acceleratore di performance.
Assolutamente da sconsigliare in caso quindi, ad esempio, di un piano sociale.

Proviamo a fare chiarezza.

La gratifica o il bonus

 Per definizione, la gratifica è un premio straordinario pagato in aggiunta al salario. Potrebbe essere accordata come ricompensa per un lavoro già fornito e concluso o come incoraggiamento per il lavoro futuro.

L’ammontare della gratifica dipende, in linea di principio, dalla volontà del datore di lavoro.

Secondo l’art. 322d al 1 CO la gratifica è una retribuzione eccezionale che il datore di lavoro accorda in aggiunta al salario e in determinate occasioni, come Natale o a fine anno contabile.

Concetto opposto quando parliamo di bonus, il cui ammontare è determinato in anticipo dalle parti o dipende da criteri oggettivi convenzionalmente predeterminati, come l’ammontare della cifra d’affari art. 322aCO.

La partecipazione al risultato viene considerata come una componente del salario (si differenzia ancora dalla provvigione – art. 322bCO- in quanto si riferisce al risultato globale dell’azienda, mentre la provvigione è una remunerazione fissata in base ai risultati personali dal lavoratore).

Esistono comunque circostanze per le quali la gratifica può divenire anch’essa parte integrante del salario e quindi dovuta; questo accade se il carattere facoltativo di questo versamento viene a decadere e il datore di lavoro, di anno in anno, concede puntualmente la gratifica.

Nella misura in qui perde la propria caratteristica opzionale, entra a fare parte delle voci di salario (da ricordare che la gratifica non deve eccedere di principio dal 10% del salario fisso).

Per qualificare invece il bonus e la gratifica è necessario interpretare le volontà delle parti.

Prima di tutto, è necessario stabilire se il bonus è determinato (rispettivamente determinabile) o indeterminato (rispettivamente indeterminabile).

  • Se il bonus è determinato o determinabile, il dipendente ha diritto a questo bonus. La remunerazione è oggettivamente determinabile quando non dipende più dal giudizio del datore di lavoro.
  • Questo è il caso in cui il dipendente ha diritto a una parte dell’utile o del fatturato o altrimenti partecipa al risultato aziendale (articolo 322a CO). Il datore di lavoro deve quindi mantenere il suo versamento, pagando al dipendente la remunerazione concordata (elemento essenziale del contratto di lavoro) e il bonus deve essere considerato come un elemento attivo (variabile) del salario.
    L’obbligo (contrattuale) del datore di lavoro di pagare al suo dipendente questa remunerazione fissa (o oggettivamente determinabile) può venire regolamentata da subito (all’inizio del rapporto di lavoro, all’interno del contratto stipulato tra le parti) o accordata in un secondo tempo, durante il decorrere del rapporto contrattuale di lavoro.

Un bonus può anche essere soggetto a decadere: in particolare, non è dovuto (pro rata  temporis), in caso di cessazione del rapporto di lavoro prima della circostanza che dà    luogo al suo pagamento, a meno che non si abbia concordato diversamente (art. 322 D, paragrafo 2, CO).

  • Se il bonus non è determinato o oggettivamente non determinabile, il dipendente generalmente non ha alcun diritto: la remunerazione dipende dalla buona volontà del datore di lavoro e il bonus viene allora qualificato come gratifica. Questo è il caso in cui la quota non è fissata in anticipo, ma dipende principalmente dal margine di manovra del datore di lavoro.

Quando la quota non è determinata o oggettivamente determinabile, deve essere definita e qualificata come gratifica.

La gratifica può diventare un diritto?

La gratifica può perdere la propria caratteristica di facoltatività nel momento in cui il datore di lavoro, senza riserve, la versa per 3 anni consecutivi:

la gratifica diviene, allora, tacitamente obbligatoria e il collaboratore può pretenderne il pagamento come parte integrante del salario.

Attenzione quindi: una somma, il cui importo e la scadenza sono fissati in anticipo o dipendono
dall’adempimento di determinate condizioni, non potrà essere considerata come gratifica, ma sarà un elemento salariale.

Come deve comportarsi il datore di lavoro?

 Per impedire che la gratifica venga convertita in un elemento salariale, il datore di lavoro deve dichiarare espressamente che tale importo viene pagato a sua discrezione e che questo pagamento può interrompersi in qualsiasi momento.

Si consiglia vivamente di rinnovare questa riserva in occasione di ogni pagamento.

Tuttavia, anche se reintegrata sistematicamente, tale riserva può diventare inefficace se si dimostra puramente formale o nel caso in cui il datore di lavoro dimostri, con il suo comportamento, che il versamento viene effettuato a prescindere da agenti interni o esterni.
Il Tribunale federale ha precisato, per esempio, che una gratifica retribuita sistematicamente per dieci anni consecutivi può vincolare il datore di lavoro al dipendente.

Se il datore di lavoro paga la gratifica ogni anno, compresi gli anni in cui avrebbe avuto un motivo oggettivo per non riconoscerla al dipendente, come ad es. la cifra d’affari in calo, il dipendente ha il diritto di credere che la gratifica gli è dovuta.

Sebbene sia accompagnata da una riserva, la gratifica assume dunque comunque un carattere obbligatorio.

Benefici in natura e fisco

Attualmente, i datori di lavoro sono pieni di immaginazione quando si tratta di motivare e premiare i propri dipendenti. In effetti, metodi alternativi di ricompensa e fidelizzazione sono diffusi, specialmente all’interno delle multinazionali.

Vengono integrati, ad es., sistemi di accumulo punti che danno diritto a buoni sconto per attività rilassanti, abbonamenti sportivi, regali materiali (ad es. orologi di marca), percentuali di sconto per l’acquisto di merci e così via..

I benefici in natura si sono decisamente dimostrati efficaci in termini di motivazione e fidelizzazione dei dipendenti.

Sebbene questi vantaggi particolari non siano, in linea di principio, considerati come una voce salariale dal diritto del lavoro, sarà invece più difficile sfuggire alla qualifica di “reddito”
da un punto di vista fiscale.

Secondo le direttive per la stesura del certificato di salario e del certificato della Cassa pensione, rilasciato dalla Conferenza svizzera delle imposte (CSI) e dall’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC), tutti i benefici che il datore di lavoro fornisce al dipendente sono, in linea di principio, tassabili e devono essere dichiarati sul certificato di salario.

Tuttavia, per ragioni pratiche, alcuni elementi sfuggono a questo principio. Alcuni benefici offerti dal datore di lavoro non devono essere necessariamente dichiarati.

Ciò vale per doni di valore inferiore a CHF 500 per particolari occasioni (compleanno, Natale, ecc…), abbonamenti FFS a metà tariffa rilasciati gratuitamente, biglietti di ingresso a manifestazioni culturali, sportive (di un valore pari o inferiore a CHF 500/a evento) e altri casi speciali.

Se si considera una concessione di prestazioni in natura, si deve considerare il fatto che, in generale, questi benefici dovranno essere inclusi nella dichiarazione stipendio del dipendente e saranno pertanto imponibili.

Concludendo

Pertanto, seppur encomiabile qualsiasi gesto del datore di lavoro per condividere con i propri collaboratori la propria realtà aziendale, è auspicabile riflettere anticipatamente sullo scopo e la durata di quanto si propone quando si imposta un sistema di benefici. Il datore di lavoro deve tenere presente che la linea tra la stessa gratifica e la voce definitiva salariale è sottile.

Social selling e LinkedIn

Testo a cura di Massimo Fiorani

Si parla spesso di e-commerce e di scelte per il consumatore. In pochi però si soffermano sull’importanza di internet e dei Social Media per imprenditori, manager e venditori. Per la prima volta al giorno d’oggi, i consumatori sono tecnologicamente più avanti, nel pensiero e nella pratica, rispetto ai venditori, costretti ad aggiornarsi per non lasciarsi scappare importanti occasioni di business. Gli strumenti per generare contatti, fare business e vendere infatti ci sono.

Il Social Selling

Si tratta del il più importante strumento che identifica l’uso delle nuove metodologie da parte di venditori o professionisti per identificare, qualificare e fissare appuntamenti con i potenziali clienti. Più di tutti i social network, è LinkedIn che ha saputo sviluppare il Social Selling, offrendo ai professionisti gli strumenti e le opportunità per creare una rete di contatti valida e remunerativa.

Il Social Selling su LinkedIn è lo strumento più potente per poter attrarre i clienti o cercarli con azioni mirate, quasi da “cecchini”.

Una giusta strategia su LinkedIn – oltre ad un sapiente uso dei tool messi a disposizione – porta a raggiungere i nostri obiettivi commerciali e di business in generale. Molti imprenditori hanno finora snobbato LinkedIn – o al più ne hanno limitato l’utilizzo – poiché hanno sempre identificato questo Social Media come un contenitore di Curriculum Vitae ed un generatore di stalking da parte di candidati a posti di lavoro. Invece LinkedIn ha voluto dare un taglio a questo cliché e da strumento per persone in cerca di lavoro è diventato distributore di opportunità di business pronte ad essere colte: vi si trovano migliaia di profili professionali, e quindi potenziali clienti, ci sono già: sta all’imprenditore capire se vuole giocare la partita.

LinkedIn in Ticino

Oggi in Ticino LinkedIn ha superato i 71’000 iscritti, una quota enorme in un territorio che conta 354’000 abitanti.

In pochi click è possibile raggiungere oltre 500’000’000 di professionisti in tutto il mondo rimanendo nel proprio ufficio.

In conclusione possiamo affermare che LinkedIn ha rivoluzionato il mondo del Business, del Sales Management e della Lead Generation.

Una volta c’era l’agente di commercio con la sua ventiquattrore, tanti viaggi e spese di albergo.  Oggi c’è LinkedIn, che permette a manager, imprenditori e dirigenti di contattare i prospect di loro interesse, costruire la propria rete professionale ed abbattere costi di viaggio e rappresentanza. Tutto in pochi click!

 

Massimo Fiorani
Certified Social Selling Trainer Execus- LinkedIn partner

Clublab
via Serafino Balestra 7
6900 Lugano
www.clublab.ch

Seguiranno in autunno molte proposte formative puntuali sull’argomento comunicazione e digitalizzazione, che stiamo programmando.

Guardiamo con più fiducia al nostro Paese

L’opinione del Presidente Cc-Ti, Glauco Martinetti

“Il Ticino non è più il figliolo problematico della Svizzera”, scriveva qualche settimana fa la Neue Zürcher Zeitung, commentando i brillanti risultati della nostra economia rilevati nel recente studio di Bak Economics. Il prestigioso istituto ha difatti sottolineato “uno sviluppo economico con un andamento particolarmente dinamico” del Cantone, evidenziando peraltro molti fattori positivi. Tra questi il notevole aumento del PIL pro capite, una crescita della produttività che si è allineata alla media nazionale e una forte espansione dell’occupazione che dal 2005 al 2016 ha registrato un aumento del 24%. Un sistema produttivo che ha ottenuto spesso performances superiori a quelle ottenute nel resto della Svizzera e in altri Paesi europei.

Come Camera di commercio e dell’industria non possiamo che essere soddisfatti di questi risultati e orgogliosi degli sforzi intrapresi in questi anni dei nostri imprenditori per restare competitivi, nonostante non pochi ostacoli. Ciò non significa assolutamente sottovalutare alcune criticità di questa crescita, talune distorsioni del mercato del lavoro o le difficoltà ancora presenti in certi settori. Anzi, non possiamo che ribadire la nostra volontà di affrontare e risolvere questi problemi assieme agli altri partner sociali e alle Istituzioni, attraverso un dialogo costante e un confronto costruttivo, com’è sempre stato nella tradizione della nostra associazione.

Ma siamo altresì convinti che oggi possiamo, e dobbiamo, guardare con più fiducia e ottimismo alla nostra economia ticinese. Con quella fiducia e ottimismo di cui ha bisogno tutto il Paese e con cui ora si guarda, invece, da oltre Gottardo alle potenzialità del Ticino. Come hanno ben messo in luce recenti analisi dedicate al nostro Cantone, la decisione di UBS d’insediare a Manno il suo nuovo polo tecnologico e l’adesione del Ticino alla Greater Zurich Area, la più grande piattaforma svizzera di marketing territoriale. Riconoscimenti che segnalano un forte apprezzamento per l’affidabilità e la solidità della nostra economia, ma che purtroppo non pare siano stati recepiti in Ticino in tutta la loro importanza.

Ritrovate i risultati dello studio BAK Economics direttamente qui.