Serve più innovazione istituzionale

L’opinione del Direttore Cc-Ti, Luca Albertoni

Per sfruttare l’enorme potenzialità della digitalizzazione, per la Svizzera è d’importanza cruciale, adottare al più presto la tecnologia 5G. Si tratta di una tecnologia che aumenterà notevolmente le prestazioni della telefonia mobile, moltiplicando i volumi dei dati gestibili e accelerando i tempi di reazione di tutto il sistema alla nuova potenza delle comunicazioni.

Purtroppo, in questo campo siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, poiché il nostro attuale quadro normativo non permette di introdurre rapidamente le reti mobili di quinta generazione e di sfruttare, dunque, già adesso le enormi possibilità che esse offrono per l’economia e per la società. Questo ritardo è la chiara dimostrazione che la necessità di stare al passo con l’incessante evoluzione tecnologica, non richiede solo adeguati investimenti nelle infrastrutture e nella formazione per l’acquisizione di nuove competenze, ma impone anche una forte innovazione istituzionale e culturale. Che può nascere solo da una comune consapevolezza, a livello politico, economico e sociale, delle grandi trasformazioni che stanno investendo la produzione, i consumi e il nostro stile di vita. Serve, insomma, un approccio innovativo nella scelta degli investimenti, nella politica della formazione scolastica e professionale, così come nella legislazione sociale e nel diritto del lavoro, che oggi sembrano ancora ingabbiati negli schemi novecenteschi della vecchia società industriale.

Alla luce di tutto ciò acquistano maggiore rilevanza l’esigenza del dialogo tra le parti sociali, senza arroccamenti ideologici, la discussione costante con lo Stato e il confronto costruttivo nel dibattito pubblico, su cui come Cc-Ti insistiamo da tempo. Ma la capacità d’innovare dei nostri imprenditori, per essere soggetti attivi e non passivi dalla rivoluzione digitale, è strettamente legata alla libertà d’impresa. Se quest’ultima viene limitata, come purtroppo sta accadendo oggi, con un eccesso di regolamentazioni e di burocrazia, si rischia di pregiudicare la crescita e lo sviluppo del nostro Paese.