La situazione sul mercato del lavoro
Rapporti della Seco sulla situazione del mercato del lavoro

Les mesures protectionnistes décrétées par les Etats-Unis le 1er août dernier affectent violemment les entreprises exportatrices suisses. Ces dernières subissent l’un des taux les plus élevés du monde (39%), bien plus important que celui appliqué à leurs concurrentes européennes (15%) et du Royaume-Uni (10%). Leur compétitivité s’en trouve drastiquement diminuée alors qu’elle était déjà largement mise à mal par la force du franc. Nombreuses sont les entreprises qui doivent brutalement revoir leur production. Directement ou indirectement, tous les secteurs subiront de lourdes conséquences négatives pouvant aller jusqu’à des licenciements importants.
Les CLCI demandent au Conseil fédéral de maintenir les négociations ouvertes avec les Etats-Unis pour obtenir la solution pragmatique la plus avantageuse possible. Elles expriment leur confiance dans les démarches entreprises par le Gouvernement et entendent sa volonté de renoncer à des contre-mesures punitives qui risqueraient effectivement d’aggraver davantage la situation. En parallèle, les CLCI demandent que le Conseil fédéral poursuive ses efforts diplomatiques afin de diversifier les relations avec d’autres partenaires commerciaux crédibles. Les CLCI attendent notamment un engagement fort des autorités fédérales pour concrétiser les accords bilatéraux avec l’UE, principal partenaire de la Suisse, afin d’offrir la stabilité tant attendue par les entreprises dans un contexte géopolitique incertain.
Les CLCI sont d’avis que des premières mesures temporaires comme des réductions de l’horaire de travail permettraient d’amortir le choc. Pertinentes certes, mais insuffisantes aux vues des circonstances qui imposent des améliorations significatives de nos conditions-cadres, tel qu’un allègement de la fiscalité, de la bureaucratie et des processus administratifs. Toute charge financière supplémentaire pour les entreprises serait particulièrement malvenue. Les chambres du commerce latines en appellent à la cohésion et l’unité nationale face à l’incertitude générale actuelle.
Regrettant et rejetant catégoriquement ce retour à un protectionnisme abusif, les CLCI s’engagent activement à défendre les intérêts des acteurs économiques latins, et plus largement suisses, ainsi qu’à préserver l’attractivité de la place économique du pays dans un contexte international volatil et chaotique.
Con il ritorno dell’Amministrazione Trump, la politica commerciale statunitense ha registrato un deciso cambio di direzione. A partire da aprile 2025, sono stati introdotti nuovi dazi doganali con l’obiettivo dichiarato di riequilibrare gli scambi internazionali e contrastare pratiche considerate discriminatorie da parte di alcuni partner commerciali.
Le misure si fondano su strumenti legislativi come l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) e la Sezione 232 del Trade Expansion Act, quest’ultima applicata a settori strategici come acciaio, alluminio, rame e automotive.
Il presente documento offre un quadro sintetico delle nuove disposizioni, illustrandone l’ambito di applicazione e le tempistiche, nonché le indicazioni operative rilasciate dalla dogana statunitense (Customs Border Protection, CBP) tramite le “CSMS”, essenziali per assicurare una corretta applicazione e conformità.
Con l’Executive Order del 31 luglio 2025 che modifica l’Executive Order 14257 del 2 aprile 2025, viene introdotto un dazio aggiuntivo “reciproco” del 39% ad valorem sulle importazioni di origine svizzera, con decorrenza dal 7 agosto 2025.
NOTA: Le trattative tra Svizzera e Stati Uniti per una riduzione del dazio del 39% sono attualmente in corso. Fino al raggiungimento di un accordo, le merci svizzere restano soggette alla misura.
Il dazio si applica in aggiunta a ogni altro onere doganale (dazi MFN, antidumping, compensativi e tasse).
Il criterio determinante per la sua applicazione è l’individuazione del Paese di origine doganale, da intendersi, ai sensi del regolamento 19 CFR parte 134, come il Paese in cui una merce di origine estera è stata fabbricata, prodotta o coltivata, prima dell’ingresso negli Stati Uniti. Eventuali lavorazioni o aggiunte di materiali effettuate in un altro Paese possono modificare il Paese di origine solo se determinano una trasformazione sostanziale del prodotto. È quindi rilevante il luogo in cui avviene l’ultima trasformazione significativa, e non il Paese di spedizione. Per ulteriori ragguagli sul tema vedasi anche Marking of Country of Origin on U.S. Imports | U.S. Customs and Border Protection
Per contrastare le pratiche elusive tramite transshipment, è prevista una clausola rafforzata: se la CBP accerta che la merce ha transitato da un Paese terzo senza subire una trasformazione sostanziale, con l’unico scopo di aggirare il dazio, l’aliquota sale automaticamente al 40% e si applicano sanzioni, oltre agli altri oneri previsti. In questi casi, la CBP può richiedere documenti tecnici integrativi e prove retroattive di trasformazione.
In caso di presenza significativa di contenuto statunitense (almeno il 20%), il dazio si applica solo alla quota residuale. Per beneficiare di questa deroga è necessaria una documentazione dettagliata conforme ai requisiti CBP, inclusa la prova del valore doganale dei componenti USA.
Restano in vigore le esenzioni già previste da normative precedenti:
Istruzioni operative CBP: CSMS # 65829726, CSMS # 64649265, CSMS # 6474565.
L’elenco dettagliato dei Paesi interessati è riportato nell’Allegato I dell’Executive Order del 31 luglio 2025.
In particolare, per i prodotti originari dell’Unione europea si applica una struttura tariffaria modulata:
Confronto prodotto UE <> prodotto svizzero:
Restano applicabili i dazi di sicurezza nazionale introdotti ai sensi della Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, per settori strategici quali acciaio, alluminio, rame e in parte automotive. Questi dazi non si cumulano con quelli “reciproci” dell’Executive Order 14257.
Dal 4 giugno 2025 è in vigore un dazio del 50% sui prodotti in acciaio (Proclama 10957 del 3 giugno 2025, Elenco HTS dell’acciaio soggetto alla Sezione 232), esteso ad articoli dei capitoli 73, 84, 84 e 94 tramite Nota dell’Industry & Security Bureau (BIS) del 16 giugno 2025.
In sintesi:
Istruzioni operative CBP: CSMS # 6526374, CSMS # 6526574
Dal 4 giugno 2025 è in vigore un dazio del 50% sull’alluminio e derivati (Proclama 10957 del 3 giugno 2025, Elenco HTS dell’alluminio soggetto alla Sezione 232), esteso a lattine e birra (Nota BIS del 4 aprile 2025).
In sintesi:
Istruzioni operative CBP: CSMS # 65236645, CSMS # 65340246 e CSMS # 6526574.
Dal 1° agosto 2025 è in vigore un dazio del 50% su rame e derivati (Proclama 10962 del 30 luglio 2025, Elenco HTS del rame soggetto alla Sezione 232).
In sintesi:
Istruzioni operative CBP: CSMS # 65794272
Dal 3 aprile 2025, auto e camion leggeri sono soggetti a un dazio aggiuntivo del 25%, come stabilito dal Proclama 10908. Dal 3 maggio 2025 la misura si estende ai componenti elencati nell’Allegato I.
Il 29 aprile 2025, un nuovo provvedimento ha introdotto un meccanismo di “credito compensativo” per i produttori statunitensi: il dazio sui componenti è ridotto in proporzione al loro contributo al valore di veicoli assemblati negli Stati Uniti (15% il primo anno, 10% dal secondo).
Istruzioni operative CBP: CSMS # 64913145 e CSMS # 64916652
Con ordine esecutivo del 30 luglio 2025, è stata disposta la sospensione globale del regime “de minimis”, che prevedeva l’esenzione dai dazi per merci di valore inferiore a 800 dollari.
Dal 29 agosto 2025, tutte le importazioni commerciali sono soggette al regime ordinario, che prevede:
Per sei mesi, le spedizioni effettuate tramite servizi postali ufficiali possono beneficiare di un regime semplificato a scelta:
Alla fine del periodo transitorio, anche i pacchi postali saranno soggetti al regime ordinario completo.
La CBP si riserva il diritto di richiedere garanzie finanziarie per assicurare il pagamento dei nuovi dazi.
Monica Zurfluh
Responsabile Commercio Internazionale
T +41 91 911 51 35
zurfluh@cc-ti.ch
Interventi e prese di posizione della Cc-Ti e del Direttore Luca Albertoni
Il nuovo dazio è stato formalizzato con l’Executive Order del 31 luglio 2025 (Further Modifying the Reciprocal Tariff Rates), che modifica l’impianto introdotto in aprile con l’Executive Order 14257, contenente la dichiarazione di emergenza economica. L’aliquota, inizialmente fissata al 10%, viene ora portata al 39% ad valorem, calcolata sul valore in dogana.
Il dazio del 39%:
Restano escluse le categorie già indicate nell’Executive Order 14257, tra cui:
Il provvedimento include una clausola anti-elusione rigorosa: le spedizioni via Paesi terzi volte ad aggirare il dazio sono considerate una violazione grave.
In caso di transshipment irregolare:
Le aziende esportatrici devono quindi prestare massima attenzione alla tracciabilità e correttezza della documentazione (certificati d’origine, codifica doganale, prove logistiche).
L’Allegato I dell’ordine esecutivo presenta un sistema di aliquote differenziate per Paese di origine. La Svizzera risulta tra i Paesi più penalizzati, terza dopo Siria (41%) e Laos/Myanmar (40%).
Per l’Unione europea, concorrente diretto dei prodotti svizzeri, si applica invece una struttura modulata:
Esempio pratico – Confronto prodotti di origine UE e CH:
Il differenziale tariffario (in questo caso del 30%) penalizza fortemente la competitività delle esportazioni svizzere.
Per i Paesi non menzionati nell’Allegato I, rimane in vigore l’aliquota aggiuntiva del 10% prevista dall’ordine esecutivo di aprile.
L’ordine esecutivo prevede la possibilità di rinegoziazione o revoca delle tariffe qualora gli Stati interessati, tra cui la Svizzera, concludano accordi commerciali o di sicurezza significativi con gli Stati Uniti.
Il Consiglio federale è ora chiamato a valutare contromisure diplomatiche e a riaprire il dialogo con Washington per tutelare l’accesso al mercato statunitense alle aziende elvetiche.
Con un ordine esecutivo firmato il 30 luglio, l’amministrazione statunitense ha decretato la sospensione globale del regime “de minimis”, che finora permetteva di importare beni sotto gli 800 dollari senza oneri doganali.
Si tratta di un cambiamento significativo per molte aziende esportatrici, soprattutto per quelle attive nell’e-commerce, nella vendita diretta al consumatore o nell’invio di piccoli lotti. Con soli 30 giorni a disposizione, queste imprese sono ora chiamate a rivedere rapidamente le proprie strategie di export: dall’adeguamento dei prezzi per assorbire i nuovi costi doganali, alla possibile centralizzazione della logistica negli Stati Uniti, fino al rafforzamento del coordinamento con partner importatori e spedizionieri locali.
Secondo la Casa Bianca, la misura mira a contrastare abusi sistematici del sistema de minimis, incluso l’ingresso di merci contraffatte, insicure o legate al traffico di oppioidi sintetici. A ciò si aggiunge una crescita esponenziale delle spedizioni esenti da dazi: da 134 milioni nel 2015 a oltre 1,3 miliardi nel 2024.
Con la fine dell’esenzione, tutte le spedizioni commerciali saranno soggette al regime doganale ordinario, che prevede:
Per un periodo transitorio di sei mesi, le spedizioni effettuate attraverso servizi postali ufficiali potranno beneficiare di un regime semplificato, a scelta:
Al termine dei sei mesi, anche i pacchi postali saranno pienamente soggetti al regime ordinario con dazio MFN, dazio ad valorem basato sulle aliquote IEEPA e eventuali altri dazi.
Per garantire la corretta riscossione dei dazi introdotti dal nuovo Executive Order, la U.S. Customs and Border Protection (CBP) può richiedere garanzie finanziarie specifiche.
La formazione della Cc-Ti, 18.6.2025 (e 21.5.2025)
Un sostegno per chi esporta, 21.5.2025
Le finanze cantonali: una discussione indispensabile, 9.5.2025
L’Arabia Saudita in chiave operativa, 30.4.2025
Negoziare? Si, no, forse, magari…, 17.4.2025
Le aziende svizzere al crocevia delle tensioni commerciali globali, 12.3.2025
CRASH TEST, 19.2.2025
L’economia per la società, 29.1.2025
Auguri di Natale, 24 e 31.12.2024
Risultati inchiesta congiunturale 2024/2025, 18.12.2025
Il ritorno di Trump: rischi e opportunità per l’export svizzero (e non solo), 26.11.2024
Speciale 107esima AGO Cc-Ti: resoconto AGO – Discorso Pres. A. Gehri – Intervista Prof. Guzzella, 19.11.2025
Innovazione e ricerca e sviluppo tecnologico: quo vadis?, 22.10.2024
Denominatore comune: innovazione, 15.10.2024
Guten Tag o Auf Wiedersehen?, 24.9.2024
Stati Uniti: è terra promessa?, 27.8.2024
«Non solo business…», 30.7.2024
Strada e ferrovia, accostamento vincente, 18.7.2024
India, il gigante su cui puntare, 28.5.2024
Votazione sulla riforma fiscale cantonale, 21.5.2024
La Svizzera apprezzata ovunqUE, 14.42024
L’accesso al Sud−Est asiatico passa da Singapore, 2.4.2024
Salari e statistiche, 26.3.2024
AVS, diamo i numeri…, 20.2.2024
Le sfide del business internazionale, 30.1.2024
Più poveri senza i ricchi, 23.1.2024
Auguri di Natale (diversi), 12.2023
Il 2023 ha confermato le aspettative, 18.12.2023
Conflitto Israele-Hamas: nuovo stress test per supply chain e logistica, 28.11.2023
L’imprenditore al centro della 106esima AGO, 26.10.203
Il commercio con l’estero richiede misure rafforzate di dovuta diligenza, 17.10.2023
L’intrepido imprenditore: coraggio e resilienza, 26.9.2023
In un mondo che cambia informare e informarsi è un dovere, 29.8.2023
nLex Prevenire Difendere, 22.8.2023
Illusioni e realismo, 25.7.2023
Apertura tecnologica – San Gottardo & pedaggio: NO grazie, 13.6.2023
Quel piatto di spaghetti che è il libero scambio, 30.5.2023
Tutelare la continuità aziendale, 12.5.2023
La tecnologia è competenza – Evoluzioni elettrizzanti, 18.4.2023
Chi guida la corsa alle tecnologie critiche?, 28.3.2023
Una buona istruzione garantisce protezione – L’opinione puntuale, 21.3.2023
Fiscalità: numeri e fatti – L’opinione puntuale, 28.2.2023
Da complicato a complesso: il contesto internazionale è sempre più impegnativo, 31.1.2023
Centrare la formazione – La manodopera è strategica, 24.1.2023
Signora Morabito, quali sono gli obiettivi che si è posta all’inizio del corso?
Ho iniziato questo percorso per migliorare le mie competenze nell’ambito del commercio estero, sia per interesse personale ma, soprattutto, per poter essere più performante nell’ambito lavorativo. Avevo già partecipato a diverse formazioni presso la Cc-Ti, ma avevo l’esigenza di seguire un percorso strutturato che mi fornisse una visione più completa. La possibilità, poi, di conseguire un attestato federale mi ha offerto un ulteriore stimolo per intraprendere questa sfida.
Come pensa che queste nuove competenze apprese possano concretamente contribuire allo sviluppo della vostra azienda?
Le nuove competenze apprese rappresentano un valore aggiunto significativo per lo sviluppo della nostra azienda, basata sul commercio nazionale ed internazionale. Il corso fornisce una visione trasversale che permette di gestire in modo consapevole situazioni complesse come, ad esempio, l’introduzione di dazi, i conflitti geopolitici e l’instabilità dei mercati globali. Queste competenze rafforzano la nostra capacità di adattarci rapidamente ai cambiamenti, prendere decisioni strategiche più informate e individuare nuove opportunità di sviluppo anche in contesti incerti.
Qual è stata l’esperienza formativa maturata finora?
Durante questo corso abbiamo avuto modo di affrontare concetti chiave legati al mondo del marketing e della gestione delle risorse umane, ma anche e, soprattutto, temi centrali come le pratiche doganali, gli Incoterms e le dinamiche dei mercati internazionali. Inoltre, l’approfondimento sull’IVA, sia in ambito svizzero che europeo, si sta rivelando particolarmente utile per ottimizzare le procedure fiscali ed adottare soluzioni strategiche che riducano i costi e i rischi nelle transazioni internazionali.
Il Costa Rica si conferma il principale partner commerciale della Svizzera in America Centrale. Nel 2024, la Svizzera ha importato beni costaricani – principalmente prodotti agricoli – per 160 milioni di franchi svizzeri, mentre le esportazioni elvetiche verso il Paese centroamericano hanno raggiunto i 211 milioni di franchi, costituite in gran parte da prodotti farmaceutici, dispositivi medici e strumenti di precisione, orologi, gioielli e macchinari. Questo scambio è facilitato dall’Accordo di libero scambio tra l’AELS e la Costa Rica, in vigore dal 2014.
Alla fine del 2023, gli investimenti diretti svizzeri nel Paese ammontavano a circa 2 miliardi di franchi e le imprese svizzere presenti sul territorio davano lavoro a 3’785 persone.
Sebbene il mercato locale sia relativamente piccolo (circa 5 milioni di abitanti), il Costa Rica si distingue come piattaforma regionale per operazioni industriali e commerciali. Negli ultimi vent’anni, il Paese ha puntato con decisione sulla diversificazione economica e sull’attrazione di investimenti ad alto valore aggiunto, in particolare nei settori tecnologici. Un esempio emblematico è la zona franca di Coyol, oggi riconosciuta come uno dei cluster medtech e di manifattura avanzata più avanzati dell’America Latina.
Il Paese offre inoltre solide competenze in ambiti come servizi digitali, ingegneria, back-office e servizi condivisi.
Per le aziende interessate ad approfondire le opportunità offerte dal mercato costaricano, si segnala la prima edizione del “Costa Rica Trade and Investment Summit”, in programma dal 1° al 5 settembre 2025.
Organizzato da PROCOMER, l’agenzia per la promozione del commercio estero del Paese, il Summit rappresenta il più importante evento di business e promozione degli investimenti dell’intera regione.
L’iniziativa riunirà oltre 400 investitori e acquirenti internazionali da più di 45 Paesi, insieme a 1’000 esportatori e multinazionali, con l’obiettivo di generare oltre 3’200 incontri d’affari personalizzati. I partecipanti avranno accesso ad agende di incontri B2B su misura, visite a parchi industriali e zone franche, missioni settoriali e sessioni di networking e conferenze tematiche.
I settori coinvolti includono: alimenti trasformati, frutta fresca, servizi, industria manifatturiera e altro ancora.
PROCOMER coprirà per gli ospiti internazionali alloggio, pasti e trasporti interni durante l’intero evento. Le aziende partecipanti dovranno farsi carico solo delle spese di viaggio aereo fino a San José, capitale del Paese.
Stabilità politica, sostenibilità ambientale, alto livello di istruzione della forza lavoro, un ambiente economico aperto e un contesto normativo favorevole agli investimenti fanno del Costa Rica una destinazione privilegiata per le imprese innovative, aperte ai mercati globali e che puntano ad espandersi in Centro America.
Per ulteriori dettagli e per registrarsi al Costa Rica Trade and Investment Summit 2025, non esitate a visitare il sito ufficiale di PROCOMER o contattare l’Ambasciata del Costa Rica in Svizzera (T +41 31 372 78 87, embcr-ch@rree.go.cr).
L’innovazione è l’insieme di attività volte a creare nuovi prodotti, servizi, processi o modelli di business, generando valore economico e competitività. Essa nasce dalla ricerca, dallo sviluppo tecnologico, dalla digitalizzazione e dalla collaborazione tra imprese, istituti di ricerca e istituzioni pubbliche.
Nel contesto svizzero, l’innovazione è vista come un motore di crescita sostenibile e un vantaggio competitivo internazionale, che riesce a trasformare conoscenza in ricchezza. Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2023 le attività innovative hanno generato un valore stimato di quasi 26 miliardi di franchi, rendendo l’innovazione uno dei pilastri fondamentali dell’economia elvetica. La Svizzera si conferma ai vertici delle classifiche globali, distinguendosi per l’entità degli investimenti in ricerca e sviluppo, che la rendono altamente competitiva. I grandi settori dell’innovazione comprendono la farmaceutica, da sempre punto di forza della Confederazione, ma anche ambiti emergenti come l’ambiente, il digitale e l’industria avanzata. Le imprese private giocano un ruolo decisivo: nel 2023, in Svizzera si sono investiti 25,9 miliardi di franchi in ricerca e sviluppo, di cui il 70% provenienti dal settore privato. Questo dato, pari a circa il 3% del PIL, non riguarda solo la creazione di nuovi prodotti, ma include anche il miglioramento dei processi aziendali, l’adozione di tecnologie digitali e lo sviluppo sostenibile.
In un contesto internazionale sempre più competitivo, la confederazione si conferma essere tra i paesi più all’avanguardia per soluzioni tecnologiche, sostenibili e intelligenti. Guardando le statistiche del World Intellectual Property Organization, si osserva come negli ultimi vent’anni la spesa nei settori tradizionalmente legati alla ricerca sia triplicata, segno di una visione a lungo termine incentrata sull’innovazione.
Per comprendere meglio il contesto globale e fare un paragone, il Global Innovation Index 2024, pubblicato dalla WIPO (World Intellectual Property Organization), conferma la Svizzera al primo posto mondiale per il 14º anno consecutivo, precedendo Svezia, Stati Uniti, Regno Unito e Singapore.
Il primato elvetico si conferma essere il risultato di una strategia equilibrata e costante, ma il panorama globale dell’innovazione è in continua evoluzione. Alcuni paesi, pur seguendo modelli molto diversi, stanno rapidamente guadagnando terreno, come ad esempio le economie asiatiche altamente dinamiche, che puntano con decisione sulla digitalizzazione, sull’attrazione di capitale di rischio e sulla forza del settore privato nella ricerca.
La Svizzera si distingue grazie alla solidità del suo ecosistema e la qualità delle sue istituzioni, ma il confronto con realtà emergenti come Singapore e Corea del Sud evidenzia strategie di successo alternative, basate su velocità di adattamento tecnologico, innovazione nei servizi digitali e investimenti orientati al mercato globale.
Passando ad un focus cantonale, il Ticino è parte integrante di questo successo nazionale. Come mostrano i risultati del Regional Innovation Scoreboard 2025, pubblicato dalla Commissione europea, il nostro Cantone figura tra le 242 regioni europee più innovative e si colloca tra le prime dieci in Europa, al secondo posto in Svizzera dopo Zurigo.
Il progresso è evidente, negli ultimi anni il Ticino ha vissuto una trasformazione profonda, passando da un’economia industriale tradizionale a un ecosistema dinamico e altamente specializzato, capace di attrarre capitali, progetti e talenti.
Tra i punti di forza evidenziati nel rapporto figurano un’elevata percentuale di PMI (piccole e medie imprese) che hanno introdotto innovazioni di prodotto o di processo, in seguito una forte collaborazione tra il mondo accademico e l’economia reale, e per ultimo un tasso elevato di registrazione di marchi. Due attori strategici guidano questa trasformazione:
Il ruolo del Cantone è determinante perché grazie alla Legge per l’innovazione economica, un unicum in Svizzera per ampiezza e strumenti offerti, il Ticino sostiene attivamente le imprese. I contributi spaziano dalla partecipazione a programmi europei, alla realizzazione di progetti d’investimento, fino alla presenza a fiere e missioni internazionali.
In questo ecosistema innovativo si inserisce anche il Lugano Living Lab, un laboratorio urbano diffuso che promuove workshop su AI, blockchain e IoT, coinvolgendo cittadini, istituzioni e aziende in progetti reali per migliorare la qualità della vita e favorire la co-creazione urbana.
Le relazioni con l’Italia sono un pilastro di questa strategia transfrontaliera. Nel quadro di Horizon Europe 2021‑2027, ricercatori svizzeri e italiani hanno partecipato insieme a oltre 700 progetti congiunti, collaborando su temi come la digitalizzazione, la sostenibilità, la robotica e la salute.
Parallelamente, tra il 2018 e il 2023, il Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca scientifica (SNSF) ha sostenuto più di 1’900 iniziative bilaterali con partner italiani, in ambiti che vanno dalla ricerca scientifica e tecnologica fino agli studi economici, sociali e culturali. Un esempio concreto di questa cooperazione territoriale è l’Innovation Hub ComoNext, promosso dalle camere di commercio italo-svizzere, che punta a rafforzare il dialogo tra industria e ricerca, favorendo scambi tecnologici e collaborazioni tra PMI e centri di innovazione presenti su entrambi i lati del confine.