Strade e traffico 2024/2025

L’Ufficio federale delle strade USTRA ha pubblicato negli scorsi giorni un interessante rassegna annuale sulla situazione delle strade e del traffico in Svizzera per il periodo 2024/2025.

Ecco un breve resoconto dei punti principali contenuti nella pubblicazione di oltre 60 pagine che può essere liberamente scaricata dalla pagina web di USTRA: www.astra.admin.ch.
La mobilità in Svizzera sta cambiando rapidamente. Non si tratta solo di nuove tecnologie, ma di un vero e proprio ripensamento del modo in cui ci si sposta, si costruisce e si vivono le strade. Ecco cosa ci aspetta secondo le previsioni della stessa USTRA.

Auto che si guidano da sole? Sì, ma con regole precise

Dal 1° marzo 2025, in Svizzera è possibile circolare con veicoli a guida autonomo in tre situazioni ben definite: sulle autostrade, su tratti stradali specifici e nei parcheggi automatici. Non è fantascienza: in autostrada, ad esempio, il conducente può quindi togliere le mani dal volante, ma deve comunque essere pronto a riprendere il controllo del veicolo se il sistema lo richiede (guida autonoma di livello 3).
Un altro esempio concreto è il furgone senza conducente che circola a Berna per il servizio di consegna pacchi. Il progetto, sostenuto da USTRA, serve a testare la tecnologia e comprendere come reagisce la città. In futuro questi veicoli potrebbero diventare parte integrante del traffico urbano.

Più colonnine, più mobilità elettrica

La Svizzera punta fortemente sulla mobilità elettrica per contenere le emissioni di CO2. Uno degli obiettivi della Confederazione è quello di mettere a disposizione 20’000 punti di ricarica pubblici entro la fine del 2025. Oggi siamo già a oltre 15’000. L’USTRA ha messo a disposizione aree di sosta e svincoli autostradali per creare veri e propri “hub” di ricarica e questi anche per camion e autobus.
La quota di nuove auto elettriche è in crescita, ma non a sufficienza per raggiungere l’obiettivo del 50% entro la fine dell’anno. Serve quindi infondere più fiducia negli automobilisti, e una rete di ricariche capillare è un passo fondamentale nella giusta direzione.

Il sole come alleato: energia pulita anche dalle strade

Le strade svizzere non servono solo per viaggiare: possono anche produrre energia. L’USTRA ha installato pannelli solari sopra le gallerie, su barriere foniche e sui tetti dei centri di manutenzione. Il viadotto di Yverdon, ad esempio, comprende oltre 2’300 pannelli fotovoltaici che producono elettricità immessa nella rete locale. L’obiettivo resta ambizioso: produrre 47 GWh di energia solare entro 2035. Questo contribuirà a rendere le infrastrutture stradali più sostenibili e a ridurre le emissioni di CO2.

Spazi anche per chi si sposta a piedi o in bicicletta

La mobilità lenta, quella di pedoni e ciclisti, è sempre al centro dell’attenzione. Una nuova legge obbliga i Cantoni a pianificare e realizzare reti di piste ciclabili da qui al 2035. L’USTRA mette a disposizione strumenti digitali e supporto tecnico per facilitare il lavoro dei progettisti.
Un esempio virtuoso è il parco creato sopra la galleria autostradale di Schwamendingen a Zurigo. Un’area verde lunga un chilometro che migliora la qualità di vita e offre percorsi sicuri a chi si muove a piedi o in bicicletta.

Manutenzione intelligente e traffico più scorrevole

Gestire 2’260 km di strade nazionali non è semplice. Per questo l’USTRA ha sviluppato RIMA, una piattaforma digitale che aiuta a pianificare la manutenzione delle strade nel modo più efficiente possibile. Meno cantieri, meno, costi, più sicurezza.
Inoltre, grazie a nuovi strumenti digitali, è possibile controllare centralmente gli impianti di gestione del traffico. Questo comprende semafori, pannelli informativi e corsi dinamiche che si adattano in tempo reale alla situazione del traffico.

Grandi cantieri e nuove priorità

I lavori per la seconda canna del tunnel del San Gottardo procedono spediti. L’apertura è prevista per il 2030. Altri progetti riguardano l’ampliamento dell’A1 e dell’A4. Dopo il “no” popolare al potenziamento delle autostrade, il Politecnico federale di Zurigo è stato incaricato di definire le priorità infrastrutturali da qui al 2045.

Sicurezza stradale: luci e ombre

Nel 2024, 250 persone hanno perso la vita sulle strade svizzere, il numero più elevato dal 2015. Per contro, i feriti gravi son diminuiti. Aumentano invece gli incidenti con e-bike e tra i giovani motociclisti. L’USTRA sta valutando nuove misure per migliorare la sicurezza.
Il numero di patenti ritirate è aumentato., soprattutto per eccesso di velocità e di guida in stato di ebbrezza. Anche le sospensioni per motivi di salute sono in crescita, in particolare tra gli over 75.

Questa rassegna delle attività di USTRA mostra chiaramente che la mobilità svizzera è in piena evoluzione. Tra innovazione, sostenibilità e attenzione alla sicurezza, il futuro delle nostre strade è già in viaggio. E tutti noi, che le percorriamo ogni giorno, ne siamo parte integrante.


A cura di Marco Doninelli, Responsabile Mobilità Cc-Ti

La situazione sul mercato del lavoro

Rapporti della Seco sulla situazione del mercato del lavoro


Soppressione del servizio «Rendiconto IVA easy»

L’AFC sta implementando nuovi requisiti di sicurezza per i suoi servizi su ePortal e pertanto a decorrere dal mese di maggio 2026 non offrirà più il servizio «Rendiconto IVA easy».

Infatti a partire da tale data il rendiconto IVA potrà essere allestito esclusivamente tramite il servizio «Rendiconto IVA pro». Il servizio «Rendiconto IVA pro» rimane disponibile senza restrizioni. Approfittate già a partire da ora delle utili funzioni del «Rendiconto IVA pro» e registratevi una sola volta tramite AGOV nel servizio di ePortal «myAFC». AGOV è il nuovo login delle autorità svizzere che sostituisce gradualmente il vecchio CH-Login. A partire dal 31 ottobre 2026, la registrazione e il login tramite AGOV saranno obbligatori e l’opzione CH-Login sarà disattivata alla fine del 2027.

Rendiconto IVA


Fonte: Amministrazione federale delle contribuzioni AFC – Comunicato stampa

AGOV sostituirà CH-LOGIN

La Confederazione amplia le possibilità di registrarsi nell’ePortal: oltre al CH-LOGIN, ora è disponibile anche AGOV, la procedura di accesso delle autorità pubbliche svizzere. Poiché sostituirà gradualmente CH-LOGIN, gli utenti dovranno passare ad AGOV al più tardi entro il 31 ottobre 2026.

I login attualmente in uso verranno migrati automaticamente. AGOV offre maggiore sicurezza e consente di accedere, con un solo login, ai servizi online di autorità diverse, non solo della Confederazione, ma anche di alcuni Cantoni e Comuni. I nuovi utenti si registrano direttamente tramite AGOV, mentre gli utenti attuali possono effettuare il passaggio registrandosi nell’ePortal tramite AGOV e infine collegando il proprio account esistente. Tutte le autorizzazioni concesse in precedenza rimangono invariate. Strumenti di ausilio e istruzioni sono disponibili online alla pagina help.eiam.swiss.


Fonte: Amministrazione federale delle contribuzioni AFC – Comunicato stampa

Approfondimenti giuridici

Schede redatte dall’Avv. Michele Rossi, Delegato alle relazioni esterne Cc-Ti.

UberEats fornisce personale a Uber e pertanto necessita della relativa autorizzazione

Il Tribunale federale ha respinto il ricorso di un’azienda di consegna attiva nel Canton Ginevra, che impiega circa 400 corrieri e utilizza l’app UberEats per la gestione degli ordini. Le autorità cantonali avevano stabilito che l’azienda, attraverso l’uso dell’applicazione, metteva il proprio personale a disposizione di Uber, configurando così una fornitura di personale a prestito soggetta ad autorizzazione secondo la legge federale sul collocamento. Il tribunale ginevrino aveva confermato questa interpretazione, e il Tribunale federale ha ribadito che l’elemento determinante è il trasferimento del potere direttivo: Uber, tramite l’app, assegna gli incarichi, fornisce istruzioni operative, monitora in tempo reale l’attività dei corrieri e li incentiva ad accettare gli ordini. Anche le istruzioni dei clienti, trasmesse tramite l’app, contribuiscono a rafforzare il controllo esercitato da Uber. Questi elementi dimostrano che l’azienda non si limita a fornire un servizio, ma effettua una vera e propria fornitura di personale, senza la necessaria autorizzazione, violando così la normativa federale.

Sentenza 2C_46/2024


Non si può prevedere un limite d’età per lo svolgimento dell’attività medica

Il Tribunale federale ha accolto il ricorso di un medico contro la decisione del Canton Neuchâtel, che aveva rilasciato un’autorizzazione all’esercizio della professione medica valida solo fino al compimento degli 80 anni. La legge cantonale sulla salute prevede infatti un limite d’età massimo per l’esercizio di professioni mediche soggette ad autorizzazione. Tuttavia, secondo il Tribunale federale, questa disposizione non è conforme al diritto federale superiore. La legge federale sulle professioni mediche universitarie (LPMed) regola in modo esaustivo le condizioni per l’autorizzazione all’esercizio della professione e non prevede alcun limite d’età. I Cantoni possono solo adottare disposizioni complementari entro limiti ristretti, come autorizzazioni a tempo determinato, ma non possono introdurre limiti assoluti come quello contestato. Il Tribunale ha inoltre osservato che Neuchâtel è l’unico Cantone ad aver previsto un simile limite, rendendo la sua normativa un’eccezione non giustificabile. È invece legittimo che i Cantoni verifichino periodicamente il rispetto delle condizioni per l’esercizio della professione, anche tramite perizie, ma senza imporre un’età massima automatica.

Sentenza 2C_486/2024

Scopri il Servizio giuridico della Cc-Ti!

Ponti verso nuovi mercati: l’occasione saudita

Il 2 ottobre 2025, la Camera di commercio e dell’industria del Ticino (Cc-Ti) e la Lugano Commodity Trading Association (LCTA) hanno accolto un pubblico qualificato di imprenditori, dirigenti e trader di materie prime presso Villa Principe Leopoldo a Lugano per un incontro esclusivo su Saudi Vision 2030, commercio globale e gestione del rischio. L’evento, organizzato in collaborazione con Allianz Trade e con la partecipazione della Saudi Exim Bank, si è svolto in un momento cruciale di incertezza economica senza precedenti – ma anche di storica opportunità.
Sul raffinato sfondo di Villa Principe Leopoldo, affacciata sul Lago di Lugano, l’incontro informativo ha unito visioni strategiche e spunti concreti, offrendo ai partecipanti strumenti operativi per affrontare uno dei mercati emergenti più dinamici al mondo.

L’evento si è aperto con l’intervento di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti, che ha ribadito la missione della Camera: aiutare le imprese ticinesi e non solo ad “anticipare le tendenze internazionali, identificare le opportunità e mitigare i rischi” nell’espansione all’estero.

Incertezza e opportunità nel commercio globale

Il primo keynote è stato affidato ad Anil Berry, membro del Group Board of Management Commercial di Allianz Trade. Il suo messaggio è stato netto: l’economia globale sta attraversando una fase di incertezza eccezionalmente elevata. Le insolvenze, che solo pochi anni fa erano ai minimi storici, sono tornate a crescere a ritmi preoccupanti – e con una rapidità senza precedenti. Se in passato il fallimento di un’azienda richiedeva tre o quattro anni, oggi può avvenire in appena tre o quattro mesi.

Berry ha individuato diversi fattori strutturali: i colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento stanno ritardando la consegna delle merci in media di 30 giorni, mentre le tensioni tariffarie e le difficoltà di finanziamento gravano fortemente sulle imprese. Eppure, in mezzo alla turbolenza, rimangono spazi di crescita. Le previsioni di crescita globale per il 2026 si attestano al 2,5%, con gli Stati Uniti in testa all’espansione di lungo periodo e il Medio Oriente – in particolare l’Arabia Saudita – emergente come regione strategica per gli investimenti. Allianz Trade, ha sottolineato Berry, svolge un ruolo cruciale in questo scenario, gestendo ogni anno 1’300 miliardi di euro di rischio e consentendo flussi commerciali per quasi 6’000 miliardi di euro.

La Vision 2030 saudita e il ruolo della Saudi Exim

Dall’analisi globale di Berry, l’attenzione si è spostata su un’opportunità specifica: la trasformazione economica dell’Arabia Saudita. Abeer AlHarbi, Senior Manager Credit Underwriting presso Saudi Exim Bank, ha presentato l’istituto come iniziativa strategica per l’assicurazione del credito all’esportazione nell’ambito del “Project Bridges”. Fondata nel 2020 per “rafforzare la competitività dell’economia saudita non petrolifera sui mercati globali”, la banca ha già reso possibili oltre 24 miliardi di dollari in soluzioni di finanziamento e assicurazione all’export verso più di 150 Paesi.

I numeri parlano da soli: con il 63% della popolazione sotto i 30 anni e un PIL cresciuto in media del 9% annuo dal 2016, l’Arabia Saudita si sta rapidamente affermando come hub industriale globale. Questo dividendo demografico, unito a massicci investimenti infrastrutturali, genera una domanda eccezionale di tecnologie, macchinari e competenze — settori in cui le aziende svizzere eccellono.

AlHarbi ha posto l’accento su “Project Bridges” (“Jusoor” in arabo), una collaborazione pionieristica di riassicurazione con Allianz Trade. L’iniziativa non è concepita come strumento difensivo, bensì come leva per ampliare la capacità di finanziamento delle imprese saudite e dei loro partner globali, facilitando l’ingresso delle aziende svizzere ed europee sul mercato saudita. Ha spiegato che il programma contribuisce direttamente alla Vision 2030, perseguendo quattro obiettivi:

  • Stimolare la crescita industriale – sostenendo l’importazione di macchinari e tecnologie avanzate per accrescere la produttività locale.
  • Mettere in sicurezza le catene di fornitura – garantendo flussi affidabili di materie prime e macchinari da oltre 70 Paesi.
  • Sbloccare il potenziale export – consentendo ai produttori sauditi di accedere con fiducia a nuovi mercati internazionali.
  • Favorire gli investimenti esteri – offrendo soluzioni assicurative solide che riducono i rischi di ingresso per i partner stranieri.

Far funzionare i “Bridges”: indicazioni pratiche

La presentazione conclusiva è stata affidata a William Whittington, Regional Head di Allianz Trade.
Il suo intervento ha reso accessibili al pubblico gli aspetti tecnici di “Bridges”. Ha descritto un processo concepito per essere il più semplice possibile: gli esportatori o le loro banche presentano le richieste tramite i canali consueti di Allianz Trade; in seguito, Allianz e Saudi Exim effettuano valutazioni indipendenti sul credito e screening ESG/KYC. Una volta approvati, i clienti beneficiano di limiti non cancellabili e di una maggiore capacità assicurativa — fino a 100 milioni di dollari per singolo acquirente saudita, con termini di finanziamento che possono estendersi fino a sette anni.

Whittington ha condiviso anche un caso concreto che ha colpito i partecipanti: un trader di materie prime che, grazie a “Bridges”, ha ottenuto un limite assicurativo sette volte superiore a quello normalmente disponibile per una transazione saudita. Questa espansione drastica della capacità ha trasformato una cauta operazione pilota in una partnership strategica. La flessibilità, ha sottolineato, non è riservata alle grandi imprese: anche le PMI possono beneficiarne, senza alcuna soglia minima di transazione.

Un cauto ottimismo — e una via chiara da seguire

Le discussioni hanno restituito un quadro sfaccettato. Da un lato, la fragilità dell’economia globale resta evidente, con l’aumento delle insolvenze, condizioni di finanziamento più rigide e crisi geopolitiche che aggiungono ulteriori complessità. Dall’altro, strumenti innovativi come la partnership Allianz–Saudi Exim stanno già trasformando il modo in cui le imprese affrontano il commercio in mercati volatili.

Alla chiusura dell’evento, a prevalere è stato un cauto ottimismo. Per le imprese svizzere orientate all’internazionalizzazione, la Vision 2030 saudita e gli strumenti presentati – dalle soluzioni globali di gestione del rischio di Allianz Trade agli strumenti di finanziamento e assicurazione della Saudi Exim – rappresentano non semplici opportunità teoriche, ma ponti concreti verso nuovi mercati.

Il messaggio è stato chiaro: in un’epoca di incertezza, le aziende che prospereranno saranno quelle capaci di unire visione ambiziosa e gestione accorta del rischio. Gli strumenti esistono. Il mercato è pronto. La domanda, per gli imprenditori ticinesi, non è più se esplorare le opportunità saudite — ma quando iniziare.

Obiezioni? Grazie! Come trasformare i “NO” in occasioni di vendite

Non sono un rifiuto: sono un segnale di richiesta.

Le obiezioni non sono problemi ma opportunità, se sai come affrontarle!

Quante volte ti sei sentito dire frasi come:
“Costa troppo.”
“Devo pensarci.”
“Ora non è il momento.”
“Non sono io a decidere.”

Sono frasi che conosci bene, vero? E ogni volta, anche dopo anni di esperienza, fanno male. Perché suonano come un rifiuto, come un muro che si alza improvvisamente proprio quando pensavi di aver costruito un rapporto fiducia e la strada sembrava in discesa.

Quando arrivano le obiezioni, il risultato è che spesso ci si irrigidisce. Ci si mette sulla difensiva. Si inizia a spiegare, a giustificarsi, a concedere sconti per l’ansia di chiudere.

E il cliente? Invece di avvicinarsi, lo vedi allontanarsi.

Quello che resta di una conversazione che voleva essere costruttiva, è invece un’occasione mancata…ma non sempre persa.
Dietro a un’obiezione spesso non c’è un “no”. C’è una domanda nascosta, un dubbio legittimo, un bisogno non ancora esplicitato.

“Costa troppo” non significa “Non lo voglio” ma “Non ho ancora capito il valore di ciò che mi stai proponendo”.

“Non sono io a decidere”può voler dire:“Aiutami a portare la tua proposta a chi prende le decisioni”.

Il problema delle obiezioni è come le viviamo.
Se le percepiamo come un attacco personale o l’ennesima montagna da scalare, perdiamo lucidità.
Se, invece, le vediamo come un segnale da interpretare, diventano un varco attraverso il quale guidare il cliente.

Lavorare sulle obiezioni oggi è più vitale che mai

Il mondo delle vendite è cambiato. I clienti sono più informati, più esigenti e spesso arrivano con dubbi già formati da ricerche online, recensioni e confronti con la concorrenza.
In questo scenario la differenza non la fa chi ha il prezzo più basso, ma chi sa gestire la conversazione nei momenti più delicati.

Le ricerche lo confermano: la maggior parte delle trattative non si blocca per mancanza di interesse ma perché non si riesce a dare una risposta convincente a un’obiezione. E non basta“sapere”che arriveranno:

  • Bisogna allenarsi a gestirle: con calma, con intelligenza e con metodo.
  • Bisogna saper trasformare il muro in un ponte.

La vendita non è un percorso lineare. Non è un monologo in cui il cliente ascolta e alla fine dice “sì”.
È un dialogo, e come tale, prevede momenti di incertezza, di domande, di resistenza.

Il vero professionista non cerca di evitare questi momenti ma li abbraccia e li trasforma.
Il “no” del cliente può diventare l’occasione per distinguersi, per dimostrare la propria competenza e per costruire una relazione di fiducia che dura ben oltre la singola transazione.
Se vuoi allenarti a farlo in modo pratico, con simulazioni reali e strumenti concreti, il corso che propone la Cc-Ti è l’occasione perfetta: in agenda per il prossimo 14 novembre. Tutti i dettagli nel box sottostante.

Perché, alla fine, le obiezioni non sono problemi. Sono la porta d’ingresso verso il tuo prossimo successo.

Un corso che è una vera palestra

È proprio questo l’obiettivo del nuovo corso organizzato dalla Cc-Ti: un’esperienza pratica, dinamica e coinvolgente per imparare a riconoscere, accogliere e trasformare ogni obiezione in un’opportunità.
Niente teoria astratta, ma:

  • Ascolto attivo ed empatia per capire cosa c’è davvero dietro ogni frase
  • Domande potenti che aiutano il cliente a chiarire i suoi dubbi
  • Tecniche di reframe per trasformare l’obiezione in una leva di valore
  • Gestione dello stress e del linguaggio non verbale per trasmettere sicurezza e fiducia
  • Esercizi pratici e reali per costruire la tua personale “toolbox” di risposte efficaci

Un contesto formativo in cui si prova, si sbaglia, ci si confronta, si impara dagli altri e si portano a casa strumenti subito applicabili.

Per chi è pensato

Questo workshop è per te se:

  • sei un venditore B2B o B2C e ti capita di sentirti spiazzato davanti alle
    obiezioni;
  • sei un Key Account o un consulente commerciale che deve gestire più
    interlocutori;
  • sei un imprenditore o un libero professionista per cui vendere è parte
    integrante della giornata;
  • sei un manager che vuole trasmettere al team più sicurezza e un metodo
    replicabile.

Che tu abbia anni di esperienza o che tu stia muovendo i primi passi, troverai spunti, tecniche e strumenti pratici per crescere.

Il corso si tiene in presenza presso gli Spazi Cc-Ti a Lugano il prossimo 14 novembre 2025. Informazioni ed iscrizioni qui.

Intelligenza artificiale e visibilità sul web: evoluzione e strategie

Come l’intelligenza artificiale e Google AI Overview trasformano le logiche di posizionamento di un sito web e quali sono le strategie di visibilità attuabili

L’introduzione delle AI overviews da parte di Google e la rapida diffusione degli LLM (Large Language Model), ad esempio Chat GPT, Gemini, Perplexity, per effettuare ricerche, sta ridisegnando le regole del gioco della visibilità online. Per i CEO, i manager e gli imprenditori, comprendere come adattarsi a questa trasformazione non è più un’opzione, ma una necessità strategica per non perdere terreno competitivo. Le AI overviews di Google, in pratica, sono riassunti, generati da modelli di intelligenza artificiale come Gemini, che forniscono risposte dirette e condensate in cima alla pagina dei risultati di ricerca, con l’obiettivo di soddisfare l’intento dell’utente senza la necessità di cliccare su link esterni.

Ciò da un lato rappresenta un’evoluzione verso un’esperienza utente più conversazionale e personalizzata, dall’altro introduce sfide significative per le aziende, che basano parte del loro posizionamento sulla visibilità fornita dal proprio sito web sui motori di ricerca.

L’impatto concreto sul traffico e sul business

Il cambiamento più evidente è la riduzione significativa del traffico al sito web, in quanto la necessità di risposte dell’utente, risulta già soddisfatta in prima battuta, dalla domanda posta al motore di ricerca, senza dover cliccare per ulteriori approfondimenti ed accedere ai siti web. Il fenomeno si verifica in particolare con le ricerche di natura informativa, che trovano una risposta completa direttamente nella pagina dei risultati (SERP), un evento noto come “zero-click”.

I dati confermano questa tendenza, infatti secondo una recente ricerca condotta da GrowthSRC Media, i tassi di clic (CTR), per le prime posizioni nei risultati di ricerca Google, tra il 2024 e il 2025 sono diminuiti:

  • la percentuale per il primo posto è passata dal 28% al 19% con un calo del 32%, una delle principali cause identificate è la diffusione delle panoramiche AI;
  • la seconda posizione ha risentito ancora di più di questa tendenza, con un calo del 39% del CTR, passando dal 20,85% al 12,60%.

    Lo studio ha preso in esame più di 200’000 keyword provenienti da 30 siti appartenenti ai settori e-commerce, SaaS, B2B ed EdTech. Questo significa che anche un posizionamento eccellente secondo i canoni tradizionali potrebbe non garantire più la stessa visibilità e di conseguenza un afflusso di utenti come prima.

Alcune strategie per migliorare la visibilità di un sito web

Adattarsi a questa nuova realtà richiede un’evoluzione delle tradizionali strategie SEO. La visibilità futura non dipenderà solo da aspetti tecnici, ma dalla capacità di costruire un’autorevolezza inattaccabile e di produrre contenuti di valore eccezionale. Alcuni aspetti da presidiare sono quindi:

1.Diventare una fonte primaria con EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, and Trustworthiness)
Il concetto di esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità (EEAT) diventa il pilastro fondamentale. Google utilizzerà per le sue AI overview i contenuti che ritiene più affidabili e scritti da esperti riconosciuti. Alcuni esempi di contenuti sono:

  • analisi di settore basate su dati originali
  • casi studio concreti e dettagliati
  • video tutorial che derivano da esperienze
    pratiche

Associare i contenuti ad autori riconoscibili e qualificati, con biografie pubblicate sul sito e profili online (ad esempio LinkedIn) che ne attestino la competenza.
Costruire un brand forte, ovvero un marchio citato e riconosciuto nel proprio settore è un segnale inequivocabile di autorevolezza per l’algoritmo.

2. Ottimizzazione per i “motori di risposta” (AEO)

Il focus si sposta dalla “Search Engine Optimization” (SEO) alla “Answer Engine Optimization” (AEO). Le persone non cercano più solo per parole chiave, ma pongono domande complesse e in linguaggio naturale. I contenuti devono essere quindi strutturati per:

  • rispondere in modo chiaro e conciso, utilizzando formati come faq, elenchi puntati e tabelle per fornire risposte dirette che l’AI possa facilmente estrarre e citare.
  • focalizzarsi su nicchie e “long-tail” con domande molto specifiche e conversazionali, così si avranno maggiori probabilità di attivare una AI overview. Ottimizzare i contenuti per rispondere a queste domande complesse è una strategia vincente.

3. Seo tecnico e dati strutturati

Un’infrastruttura tecnica impeccabile è un prerequisito. Implementare i dati strutturati (schema.org) che “traducono” i contenuti del sito in un linguaggio che i motori di ricerca comprendono in modo univoco, aumentando le probabilità di essere inclusi nelle risposte degli LLM. Allo stesso modo, la velocità del sito e una perfetta usabilità da mobile sono fattori imprescindibili.

4. Diversificazione e sfruttamento di canali alternativi

Data la potenziale contrazione del traffico da ricerca organica, è fondamentale non dipendere esclusivamente da un unico canale di traffico come Google.
Costruire una community attorno alla quale investire in social media professionali, newsletter, e altri canali diretti, permette di creare una base di utenti fidelizzati.
Avere una presenza diversificata su piattaforme come YouTube, podcast di settore, questi diventano asset strategici per costruire un’autorevolezza a 360 gradi e generare traffico qualificato.

Un nuovo paradigma della visibilità è arrivato

L’avvento dell’intelligenza artificiale, quindi, non segna la fine della SEO, ma la sua evoluzione verso una disciplina più olistica e qualitativa. Per le aziende, la sfida è trasformare la propria presenza web ed il brand in una fonte di informazione così autorevole da diventare un partner fidato, sia per gli utenti umani che per gli algoritmi di intelligenza artificiale.

La visibilità futura non si conquisterà con il volume, ma con il valore, l’autorevolezza e la capacità di rispondere in modo pertinente alle domande complesse dei propri clienti. L’investimento oggi in contenuti di alta qualità e in una solida reputazione online saranno il fattore determinante per il successo di domani.


Webinar Cc-Ti – Come l’Intelligenza Artificiale ridefinisce le logiche SEO e la visibilità aziendale sul web
Sul tema affrontato in questo articolo, la Cc-Ti organizza un webinar il prossimo 19 novembre 2025, dalle 10.00 alle 11.30.
Clicca qui per maggiori informazioni e iscrizioni

Articolo a cura di Sandra Januario, Communications and Marketing Expert, Develed Sagl

Costa Rica: dove l’investimento estero trova un proposito, sostenibilità e talento

Il Costa Rica si sta affermando come una destinazione strategica per gli investitori globali, offrendo molto più dell’accesso preferenziale tramite accordi commerciali: infrastrutture sostenibili, tracciabilità operativa e un contesto istituzionale stabile che facilita la gestione di affari complessi. Nell’articolo, PROCOMER, l’agenzia nazionale per la promozione degli investimenti esteri, ci guida attraverso il modello costaricense, illustrando come il Paese sostenga le imprese che puntano a competitività, innovazione, sostenibilità e talento specializzato.

Il Costa Rica ha trasformato la propria economia passando da un modello basato sull’esportazione di prodotti agricoli a un sistema capace di attrarre investimenti esteri in maniera consistente e stabili in America Latina. Secondo i dati della Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPA), nel 2024 il Paese ha raddoppiano la crescita dell’attrazione di investimenti diretti esteri (IDE) rispetto alla media della regione, registrando un +13% contro il 7% latinoamericano.

L’evoluzione del Costa Rica non è frutto del caso, ma il risultato di una strategia a lungo termine che integra sostenibilità, talento e un ambiente imprenditoriale moderno e competitivo. Il Paese ha costruito ciò a cui molte economie in via di sviluppo aspirano ancora: un ecosistema in cui le imprese possono crescere in armonia con valori globali  come efficienza, sostenibilità e un proposito. Oggi, oltre 1’000 multinazionali operano dal Costa Rica, molte con attività complesse e centri di servizio a supporto dei mercati globali. Solo nell’ultimo anno, secondo i dati dell’agenzia nazionale per la promozione degli investimenti esteri (Promotora del Comercio Exterior de Costa Rica, PROCOMER), il Paese ha attratto più di 60 nuovi progetti di investimento estero nei settori della manifattura, dei servizi e della tecnologia.

“In Costa Rica crediamo che l’investimento estero debba essere un motore di sviluppo. Per questo, la nostra strategia mira ad attrarre imprese che condividano la nostra visione sulla sostenibilità, che scommettano sul talento locale e che puntino a generare valore al di là dell’ottenimento di risultati economici. Il Costa Rica offre così un ecosistema competitivo, affidabile e perfettamente allineato alle tendenze globali” afferma Laura López, Gerente Generale di PROCOMER.

La visione del Paese: sostenibilità e talento convergono in una stessa strategia di sviluppo.

Il Costa Rica vanta una matrice elettrica che, negli gli ultimi cinque anni, è stata alimentata per circa il 98% da fonti rinnovabili. Questa infrastruttura energetica pulita, unita alla stabilità politica, alla sicurezza giuridica e alla posizione strategica nel continente americano, fa del Paese una piattaforma ideale per le imprese che puntano sia alla competitività sia alla sostenibilità.

A questo si aggiunge il talento umano costaricense, riconosciuto per la sua formazione tecnica, l’adattabilità e le competenze multilingue. Secondo il Forum Economico Mondiale, il Costa Rica guida l’America Latina in termini di competenze dei laureati e di forza lavoro attuale e futura, risultando anche leader nell’indice di Capitale Umano nella regione. Università e istituti tecnici lavorano a stretto contatto con il settore produttivo per garantire che la formazione sia sempre allineata alle esigenze del mercato.

In un contesto globale in cui le imprese devono rispettare gli obiettivi ESG (Environmental, Social and Governance), il Costa Rica ha trasformato la sua leadership verde in una finestra concreta: il Paese è stato riconosciuto dal Programma delle Nazioni Uniti per l’Ambiente con il premio Champions of the Earth, diventando la prima nazione tropicale a invertire la deforestazione e a vincolare la protezione ambientale a incentivi economici.

Un marchio nazionale che articola il modello d’investimento 

La strategia per attrarre investimenti esteri si concretizza attraverso esencial COSTA RICA, il marchio Paese gestito da PROCOMER che promuove valori quali l’eccellenza, la sostenibilità, l’innovamento, il progresso sociale e il coinvolgimento costaricense. Questo marchio non è soltanto un’identità visiva: rappresenta uno standard che guida le politiche di investimento, esportazione e turismo. Le imprese che vi aderiscono devono rispettare il programma del marchio per ottenere la licenza

Oggi più di 780 imprese sono certificate esencial COSTA RICA, dimostrando il loro impegno a condividere la visione del Paese. Settori come la manifattura avanzata, i servizi ad alto contenuto di know-how, l’agroindustria, l’economia creativa e i semiconduttori rappresentano i pilastri strategici del modello costaricense.

Un alleato affidabile in un mondo che richiede impatto

Per gli investitori globali, il modello costaricense offre molto più dell’accesso preferenziale garantito dagli accordi commerciali. Il Costa Rica assicura tracciabilità, infrastrutture sostenibili e una cultura istituzionale che facilita la gestione di operazioni complesse. Il Paese mette a disposizione incentivi competitivi sia all’interno che all’esterno della Grande Area Metropolitana, includendo esoneri fiscali, procedure doganali snelle e benefici operativi per i settori strategici.

Leader regionale del friendshoring, il Costa Rica offre condizioni affidabili per imprese che vogliono riconfigurare le loro catene globali verso ambienti sostenibili, resilenti e dotati di talento specializzato.

Mentre altri mercati dibattono ancora su come integrare la sostenibilità nelle proprie economie, il Costa Rica ha posto la sostenibilità al centro della sua proposta di valore. E in un mondo in cui le imprese cercano impatto, coerenza e resilienza, questa visione comincia a fare davvero la differenza.

Autore e contatto:
Promotora de Comercio Exterior de Costa Rica (PROCOMER)
www.procomer.com
www.investincr.com/en

Sei mesi di obbligo di segnalare ciberattacchi a infrastrutture critiche

Dal 1° aprile 2025 in Svizzera è entrato in vigore l’obbligo legale di segnalare ciberattacchi a infrastrutture critiche. L’Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS) ha registrato un bilancio positivo dopo i primi sei mesi. Finora sono state ricevute in totale di 164 segnalazioni da parte di infrastrutture critiche. Dal 1° ottobre 2025 entreranno in vigore le sanzioni previste in caso di mancata segnalazione.

Da sei mesi è in vigore l’obbligo di segnalare ciberattacchi a infrastrutture critiche. Nel complesso, l’Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS) è soddisfatto dell’attuazione. I gestori delle infrastrutture critiche adempiono a questo obbligo entro i termini e segnalano i ciberattacchi entro 24 ore. È particolarmente positivo che chi effettua una segnalazione utilizzi il Cyber Security Hub; questo facilita sensibilmente l’elaborazione per l’UFCS. Già prima dell’introduzione dell’obbligo di segnalazione, esisteva uno stretto rapporto di fiducia tra l’UFCS e molti gestori delle infrastrutture critiche. Questa collaborazione di lunga data ha costituito la base per avviare con successo l’obbligo di segnalazione.

164 segnalazioni da parte di infrastrutture critiche

In totale, l’UFCS ha ricevuto 164 segnalazioni da infrastrutture critiche dall’inizio di aprile. Gli attacchi DDoS sono stati segnalati con maggiore frequenza (18.1%), seguiti da hacking (16.1%), ransomware (12.4%), credential theft (11.4%), fughe di dati (9.8%), e malware (9.3%). In diversi casi sono stati descritti fenomeni combinati, come per esempio attacchi ransomware contemporaneamente a fughe di dati. Vi sono diversi settori interessati; finora il settore finanziario è stato il più colpito (19%), seguito dal settore informatico (8.7%) et il settore di energetica (7.6%). Ulteriori segnalazioni sono pervenute dalle autorità, dal sistema sanitario, da società di telecomunicazioni, nonché da alcuni servizi postali, dal settore dei trasporti, dai media, dall’approvvigionamento di generi alimentari e dal settore tecnologico.

Rafforzare lo scambio di informazioni

Le segnalazioni in arrivo vengono raccolte e analizzate a scopi statistici. Le informazioni ottenute in questo modo oltre che ad aiutare a reagire concretamente a un incidente, contribuiscono anche a valutare meglio la situazione nazionale di minaccia e fungono da allarme precoce per altre organizzazioni potenzialmente interessate. Da quando è entrato in vigore l’obbligo di segnalazione, molte più organizzazioni hanno contribuito direttamente allo scambio di informazioni. In questo modo ad oggi gli avvisi e le raccomandazioni raggiungono direttamente un numero significativamente maggiore di attori interessati.

Sanzioni in caso di violazione dell’obbligo di segnalazione a partire dal 1° ottobre 2025

Dal 1° ottobre 2025 entreranno in vigore le sanzioni conformemente alla legge federale sulla sicurezza delle informazioni. I gestori delle infrastrutture critiche che non adempiono al loro obbligo di segnalazione possono essere multati con somme fino a 100 000 franchi. Se l’UFCS dispone di indicazioni secondo le quali una segnalazione è stata omessa, è tenuto a contattare per prima cosa l’autorità interessata. L’UFCS può sporgere denuncia solo se gli interessati non rispondono a questa prima presa di contatto e alla successiva decisione.


Fonte: Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS) – Comunicato stampa