La situazione sul mercato del lavoro
Rapporti della Seco sulla situazione del mercato del lavoro



Il rapporto mostra che nei loro mercati di sbocco le piccole e medie imprese (PMI) svizzere si trovano sempre più spesso a dover soddisfare tutta una serie di requisiti previsti dalle direttive internazionali in materia di sostenibilità (ESG: Environmental, Social, Governance). Tra queste figurano attualmente: la direttiva europea sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, determinate leggi nazionali (come la legge tedesca sulle catene di approvvigionamento) e, in futuro, la direttiva UE sulla catene di approvvigionamento. Da una parte queste normative comportano un aumento degli oneri a carico delle imprese, che devono mettere a disposizione dei loro clienti tutta la documentazione richiesta. Dall’altra creano anche nuove opportunità per una gestione aziendale sostenibile.
Stando al rapporto citato, esistono già numerose offerte di sostegno alle imprese da parte di associazioni, Cantoni, operatori privati e Confederazione. Ai fini di un miglioramento mirato, il Consiglio federale decide le seguenti misure: il portale della Confederazione dedicato alla responsabilità sociale d’impresa (RSI) sarà reso più intuitivo. Saranno inoltre messe a disposizione schede informative su normative specifiche e sarà valutata l’ipotesi di un accesso digitale a uno standard europeo di sostenibilità facoltativo riservato alle PMI.
Per sostenere maggiormente le PMI, la Confederazione intensificherà anche la collaborazione con le associazioni di categoria e aiuterà le aziende interessate a identificare i rischi RSI specifici per Paese e prodotto. Infine, le imprese potranno avvalersi anche in futuro del Risk Check – uno strumento gratuito per il controllo di tali rischi – e di altre offerte di consulenza concrete, ad esempio tramite Switzerland Global Enterprise, con i suoi Swiss Business Hub situati in tutto il mondo.
Con il rapporto citato il Consiglio federale adempie il postulato Dittli (23.4062).
Fonte: CF – Comunicato stampa

Il Consiglio federale deve rivedere il tasso d’interesse minimo almeno ogni due anni. Ai sensi della legge, i parametri fondamentali per la fissazione del tasso d’interesse minimo sono l’evoluzione del rendimento delle obbligazioni della Confederazione e l’andamento di azioni, obbligazioni e immobili. Dopo il calo registrato nel 2022, la situazione finanziaria degli istituti di previdenza si è nuovamente stabilizzata a un buon livello, grazie al buon rendimento degli ultimi due anni e al rendimento leggermente positivo di quest’anno. Non vi è dunque motivo di ridurre il tasso d’interesse minimo. D’altro canto, a causa del basso rendimento delle obbligazioni della Confederazione e in considerazione degli sconvolgimenti economici, commerciali e geopolitici e delle relative incertezze, non è giustificato nemmeno un suo innalzamento.
Il Consiglio federale ha pertanto deciso di mantenere il tasso attuale. Anche la Commissione federale della previdenza professionale e le parti sociali consultate si sono espresse a maggioranza a favore di un tasso dell’1,25 per cento.
Fonte: CF – Comunicato stampa

La responsabile del settore commercio internazionale della Cc-Ti, Monica Zurfluh, ha aperto i lavori illustrando il contesto e i benefici dell’accordo di libero scambio AELS–Mercosur, firmato nel settembre 2025 e in fase di ratifica. L’intesa, che coinvolge Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia da una parte, e Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay dall’altra, costituisce un passaggio rilevante per l’economia svizzera e ticinese.
L’accordo introduce vantaggi tangibili per i settori chiave della produzione elvetica: chimico-farmaceutico, macchinari, strumenti di precisione, orologeria e prodotti alimentari trasformati. Secondo le stime della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), il 96% delle esportazioni svizzere è parzialmente se non completamente esentato dai dazi doganali, con un risparmio complessivo per le imprese che potrebbe superare i 150 milioni di franchi all’anno.
L’intesa si estende anche ai servizi, agli investimenti e agli appalti pubblici, includendo norme rafforzate sulla proprietà intellettuale e la tutela delle indicazioni geografiche svizzere. Per Zurfluh, l’accordo rappresenta un incentivo concreto a consolidare la presenza economica in Sud America e a intensificare la collaborazione con il mercato brasiliano, oggi il più importante dell’area Mercosur.
A seguire, Bruno Aloi, Senior Consultant per l’America Latina di S-GE, ha illustrato le condizioni economiche e industriali del Brasile, definendolo una delle economie emergenti più strutturate e diversificate al mondo. Con oltre 213 milioni di abitanti, la più grande economia d’America latina mantiene un tessuto produttivo industriale avanzato nei macchinari, nella metallurgia, nel settore automobilistico, nelle tecnologie energetiche e nel medicale, dove la domanda privata di dispositivi innovativi dipende in larga parte dalle importazioni. La crescita dell’agroindustria, l’invecchiamento demografico e la digitalizzazione creano ulteriori opportunità nei settori medtech, cleantech e manifattura 4.0.
Il governo federale promuove la transizione ecologica e investe in infrastrutture critiche e logistica, con il programma PAC 2023-2026 che mobilita oltre 300 miliardi di dollari. L’energia è già per l’88% rinnovabile, con crescente interesse per soluzioni innovative come biofuel, idrogeno verde e waste-to-energy. Infrastrutture, gestione idrica, tunnel e ferrovie offrono spazio per la meccanica di precisione e l’ingegneria svizzera, mentre l’esperienza svizzera permette di distinguersi dai concorrenti a basso costo, in particolare asiatici, grazie alla qualità e al servizio post-vendita locale.
Aloi ha sottolineato che il mercato brasiliano richiede un approccio strategico: adattare il prodotto alle esigenze locali, comunicare chiaramente il valore premium, pianificare con partner affidabili e gestire burocrazia, normative fiscali e doganali. Accordi come l’AELS–Mercosur possono offrire un vantaggio competitivo, mentre la presenza continuativa e un servizio tecnico rapido sono fondamentali per il successo.
In sintesi, il Brasile offre opportunità trasversali in tutti i settori a patto di comprendere il mercato e rispettare le regole d’ingresso.
Il tema della proprietà intellettuale è stato approfondito dal Dott. Paolo Gerli, consulente in brevetti europei presso M. Zardi & Co. SA, che ha illustrato le principali caratteristiche del sistema brasiliano. Basato sulla Legge federale n. 9279/1996 e sull’articolo 5 della Costituzione, il modello brasiliano recepisce gli standard dell’Accordo TRIPS (1995) e armonizza brevetti, marchi e copyright, garantendo un enforcement efficace per monetizzare l’innovazione e proteggere contro la contraffazione.
Il Brasile cerca un equilibrio tra diritti di esclusiva e benessere sociale, con particolare attenzione al settore farmaceutico: licenze obbligatorie e deroghe a favore della salute pubblica (come sostenuto dalla Dichiarazione di Doha) permettono l’accesso ai farmaci senza compromettere la tutela dei brevetti. I brevetti non sfruttati entro tre anni dalla concessione possono essere soggetti a licenza obbligatoria, e la clausola Bolar facilita lo sviluppo dei generici senza violare i diritti esistenti.
I tempi di concessione dei brevetti sono mediamente di quattro o cinque anni, in riduzione grazie a procedure accelerate come il “prosecution highway”. Il Brasile non prevede meccanismi di estensione automatica della durata dei brevetti (Patent Term Extension), sebbene siano in discussione possibili evoluzioni legislative. La protezione dei dossier di registrazione sanitaria non è prevista, consentendo ai produttori di generici di sfruttare dati clinici post-scadenza del brevetto. I brevetti di seconda generazione sono soggetti a valutazioni rigorose, con una discrezionalità maggiore degli esaminatori, ma il sistema nel complesso è in consolidamento e sempre più allineato agli standard internazionali.
Gerli ha evidenziato che il mercato brasiliano offre opportunità concrete per le imprese svizzere, che occupano già circa il 4% dei depositi di brevetto nel Paese. Il consiglio strategico è di pianificare la tutela dei diritti di proprietà industriale sin dalle prime fasi, avvalendosi di consulenti locali esperti, monitorando costantemente le evoluzioni legislative e bilanciando protezione dell’innovazione con le esigenze di accesso al mercato e alla salute pubblica.
Il contributo di Cippà Trasporti SA, affidato a Roberto Nanni, Business Developer – Trasporti Pesanti e Internazionale, e a Roberto Speroni, Buyer Trasporti, e al loro partner locale Antonino Di Marco, cofondatore di Proa Latam, ha posto l’accento sull’importanza della pianificazione logistica nel commercio con il Brasile. La vastità del territorio, pari a 8,5 milioni di chilometri quadrati, e la struttura infrastrutturale disomogenea rendono indispensabile una gestione attenta dei flussi e delle tempistiche di consegna.
Il trasporto marittimo resta la principale via commerciale tra Europa e Brasile, con tempi medi di transito di tre settimane, mentre la via aerea – più costosa – è riservata a merci urgenti o di alto valore. Il sistema logistico interno è dominato dal trasporto su gomma, che rappresenta oltre il 60 % del traffico merci, seguito dal ferroviario e dal fluviale, più rilevanti nelle regioni centrali e amazzoniche.
Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta degli Incoterms, che influiscono in modo diretto sui costi, sui tempi e sulla ripartizione dei rischi. Nanni e Speroni hanno ricordato che, in un contesto così esteso e frammentato, la logistica non è solo un servizio accessorio ma un elemento essenziale della competitività, da integrare fin dalla fase di definizione della strategia commerciale.
Di Marco ha poi tracciato un quadro operativo delle sfide e delle opportunità per le aziende europee in Brasile, dove ogni regione presenta proprie specificità fiscali, normative e culturali, rendendo necessaria una pianificazione territoriale mirata. Ha illustrato le fasi e le tempistiche medie per l’avvio di un’attività, che può richiedere fino a novanta giorni, evidenziando la necessità di un rappresentante legale residente e di un supporto locale per la gestione contabile e tributaria. Ha ricordato, infine, che la fiscalità brasiliana è tra le più complesse al mondo, con competenze distribuite tra Stato federale, 26 stati e oltre 5’000 municipalità.
L’elemento umano rimane centrale: la costruzione di relazioni di fiducia e la presenza costante sul territorio costituiscono prerequisiti indispensabili per la riuscita di un progetto imprenditoriale. L’ingresso nel mercato brasiliano non è un processo rapido, ma un investimento a lungo termine che può produrre risultati solidi e duraturi.
Dalla prospettiva economica e istituzionale a quella tecnica e operativa, l’evento organizzato dalla Cc-Ti ha messo in evidenza come il Brasile rappresenti un mercato complesso ma di grande potenziale per le imprese svizzere. L’accordo AELS–Mercosur, l’evoluzione normativa in materia di proprietà intellettuale e i piani infrastrutturali in corso delineano un contesto favorevole, che tuttavia premia solo chi affronta il mercato con preparazione, continuità e capacità di adattamento.
In questa prospettiva, la collaborazione con istituzioni, consulenti e operatori logistici costituisce un fattore decisivo per trasformare la distanza geografica in prossimità economica e la complessità in opportunità concreta per l’industria svizzera.


L’ASRE è un’agenzia di credito all’esportazione affermata e lavora in modo efficiente. Alla luce dell’attuale incertezza del contesto politico ed economico, questo strumento di promozione delle esportazioni sta acquisendo sempre più importanza. Con la modifica di legge, il Consiglio federale intende garantire che quest’agenzia possa continuare a soddisfare in modo efficace le esigenze degli esportatori svizzeri anche in futuro, contribuendo alla creazione di nuovi mercati e in generale alla competitività internazionale dell’industria dell’export.
L’obiettivo perseguito è duplice: in primo luogo, si tratta di ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi per gli esportatori svizzeri e di rendere loro più facile e veloce l’accesso ai servizi dell’ASRE; in secondo luogo, si prevede di creare le condizioni per introdurre nuovi prodotti e renderli più flessibili in modo da poterli adeguare alle mutevoli esigenze dell’industria dell’export. Le soluzioni assicurative che promuovono e sovvenzionano il finanziamento di piccole operazioni di esportazione stanno diventando sempre più importanti, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano oltre l’80% della clientela dell’ASRE.
L’ASRE è un istituto di diritto pubblico della Confederazione e rappresenta uno degli strumenti di promozione della piazza economica nazionale; aiuta gli esportatori svizzeri ad accedere a mercati esteri e contribuisce al mantenimento e alla creazione di posti di lavoro. Nel 2024 ha approvato circa 580 domande di assicurazione; alla fine dell’anno gli impegni assicurativi ammontavano a circa 9,9 miliardi di franchi.
Fonte: CF – Comunicato stampa

L’accordo consente a lavoratori distaccati e prestatori di servizi indipendenti di operare nel Regno Unito fino a 12 mesi in un arco di 24 mesi, senza dover dimostrare competenze linguistiche o requisiti di necessità economica. L’accesso riguarda numerosi settori professionali, tra cui manutenzione e riparazione di macchinari, consulenza, ingegneria, informatica e servizi finanziari.
L’accesso al mercato britannico nell’ambito dell’accordo è attualmente riservato a persone con qualifiche di livello universitario o equivalente. Il Regno Unito riconosce alcune qualifiche svizzere (scuole specializzate superiori, esami federali professionali superiori) come equivalenti a un titolo universitario.
Il SMA è uno strumento temporaneo; l’accordo di libero scambio Svizzera-Regno Unito, attualmente in fase di modernizzazione, dovrà garantire sul lungo periodo un quadro stabile per l’accesso al mercato dei servizi, inclusa una soluzione duratura per la mobilità dei prestatori svizzeri nel mercato britannico.
Il 17 ottobre 2025, il presidente ha emanato il Proclama 10984 che impone nuovi dazi ai sensi della sezione 232 del Trade Expansion Act sulle importazioni dei seguenti prodotti:
Le nuove tariffe entrano in vigore il 1° novembre 2025.
Le istruzioni per la corretta dichiarazione sono state pubblicate dalla CPB tramite CSMS # 66665333
Il 29 agosto 2025, la Corte d’Appello federale degli Stati Uniti (Federal Circuit) ha dichiarato illegali i dazi imposti tramite l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) dall’amministrazione Trump, stabilendo che il presidente non può introdurre tariffe generali senza un’esplicita autorizzazione del Congresso.
Secondo la Corte, emergenze come il traffico di fentanyl o gli squilibri commerciali non rientrano tra le situazioni che giustificano l’uso dell’IEEPA per imporre dazi di carattere economico generale. La decisione si basa anche sulla “major questions doctrine”, secondo cui provvedimenti di grande impatto economico richiedono una delega legislativa chiara.
Il Dipartimento di Giustizia ha presentato ricorso alla Corte Suprema il 3 settembre 2025, chiedendo che i dazi restino in vigore fino alla decisione definitiva. Il 9 settembre 2025, la Corte Suprema ha accolto la richiesta di riesame (writ of certiorari) e ha fissato le udienze orali per il 5 novembre 2025, nell’ambito di un procedimento accelerato.
Nel frattempo, in base all’ordinanza del Federal Circuit, i dazi restano in vigore almeno fino al 14 ottobre 2025, data entro la quale la Corte Suprema potrebbe eventualmente prorogare la sospensione per evitare effetti economici immediati prima della propria decisione finale.
La sentenza definitiva della Corte Suprema è attesa tra dicembre 2025 e gennaio 2026.
Prospettive: l’amministrazione Trump potrebbe ricorrere ad altre basi legali (Sezioni 122, 301 o 232) per mantenere o reintrodurre i dazi.

Dazi “reciproci” del 39% sulle merci svizzere a partire dal 7 agosto 2025, dazi su settori e prodotti specifici, eliminazione dell’esenzione dai dazi per i piccoli invii (de minimis): tutte queste misure adottate dagli Stati Uniti hanno generato incertezza tra le imprese esportatrici. Questa pagina mira ad offrire un quadro sintetico delle nuove disposizioni, illustrandone l’ambito di applicazione e le tempistiche, nonché le indicazioni operative rilasciate dalla dogana statunitense (Customs Border Protection, CBP) tramite le “CSMS”, essenziali per assicurare una corretta applicazione e conformità.
Con l’Executive Order del 31 luglio 2025 che modifica l’Executive Order 14257 del 2 aprile 2025, viene introdotto un dazio aggiuntivo “reciproco” del 39% ad valorem sulle importazioni di origine svizzera, con decorrenza dal 7 agosto 2025.
NOTA: Le trattative tra Svizzera e Stati Uniti per una riduzione del dazio del 39% sono attualmente in corso. Fino al raggiungimento di un accordo, le merci svizzere restano soggette alla misura.
Il dazio si applica in aggiunta a ogni altro onere doganale (dazi MFN, antidumping, compensativi e tasse).
Il criterio determinante per la sua applicazione è l’individuazione del Paese di origine doganale, da intendersi, ai sensi del regolamento 19 CFR parte 134, come il Paese in cui una merce di origine estera è stata fabbricata, prodotta o coltivata, prima dell’ingresso negli Stati Uniti. Eventuali lavorazioni o aggiunte di materiali effettuate in un altro Paese possono modificare il Paese di origine solo se determinano una trasformazione sostanziale del prodotto. È quindi rilevante il luogo in cui avviene l’ultima trasformazione significativa, e non il Paese di spedizione. Per ulteriori ragguagli sul tema vedasi anche Marking of Country of Origin on U.S. Imports | U.S. Customs and Border Protection.
Per contrastare le pratiche elusive tramite transshipment, è prevista una clausola rafforzata: se la CBP accerta che la merce ha transitato da un Paese terzo senza subire una trasformazione sostanziale, con l’unico scopo di aggirare il dazio, l’aliquota sale automaticamente al 40% e si applicano sanzioni, oltre agli altri oneri previsti. In questi casi, la CBP può richiedere documenti tecnici integrativi e prove retroattive di trasformazione.
In caso di presenza significativa di contenuto statunitense (almeno il 20%), il dazio si applica solo alla quota residuale. Per beneficiare di questa deroga è necessaria una documentazione dettagliata conforme ai requisiti CBP, inclusa la prova del valore doganale dei componenti USA.
Restano in vigore le esenzioni già previste da normative precedenti:
L’Executive Order del 5 settembre introduce anche una novità: il meccanismo PTAAP (Potential Tariff Adjustments for Aligned Partners), che applica tariffe MFN solo a Paesi partner strategici che siglano con gli USA accordi di cooperazione su commercio, sicurezza e tecnologie critiche. Settori inclusi: aerospazio, farmaceutica, risorse naturali critiche e prodotti agricoli scarsi sul mercato interno.
Istruzioni operative CBP: CSMS # 65829726, CSMS # 64649265, CSMS # 6474565.
L’elenco dettagliato dei Paesi interessati e il rispettivo ammontare dei dazi è riportato nell’Allegato I dell’Executive Order del 31 luglio 2025. Secondo tale elenco, ai prodotti di origine britannica si applica un dazio aggiuntivo “reciproco” del 10%, ai prodotti giapponesi del 15% e così via.
Per i prodotti originari dell’Unione europea si applica una struttura tariffaria modulata:
Confronto prodotto UE <> prodotto svizzero:
Restano applicabili i dazi di sicurezza nazionale introdotti ai sensi della Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, per settori strategici quali acciaio, alluminio, rame e in parte automotive. Questi dazi non si cumulano con quelli “reciproci” dell’Executive Order 14257.
Dal 4 giugno 2025 è in vigore un dazio del 50% su acciaio e derivati (Proclama 10957 del 3 giugno 2025, esteso tramite Nota dell’Industry & Security Bureau BIS del 16 giugno 2025 e Nota del BIS pubblicata il 15 agosto 2025 e valida dal 18 agosto 2025). L’elenco completo dei prodotti toccati può essere visionato su Updated steelHTSlist 081525.docx
In sintesi:
Istruzioni operative CBP: CSMS # 65936570, CSMS # 6526374, CSMS # 6526574
Dal 4 giugno 2025 è in vigore un dazio del 50% su alluminio e derivati (Proclama 10947 del 3 giugno 2025, esteso a lattine e birra tramite Nota del BIS del 4 aprile 2025 e ad altri derivati tramite Nota del BIS pubblicata il 15 agosto 2025 e valida dal 18 agosto 2025). L’elenco completo dei prodotti toccati può essere visionato su Updated aluminumHTSlist 081525.docx
In sintesi:
Istruzioni operative CBP: CSMS # 65936615, CSMS # 65236645, CSMS # 65340246 e CSMS # 6526574.
Dal 1° agosto 2025 è in vigore un dazio del 50% su rame e derivati (Proclama 10962 del 30 luglio 2025, Elenco HTS del rame soggetto alla Sezione 232).
In sintesi:
Istruzioni operative CBP: CSMS # 65794272
Dal 3 aprile 2025, auto e camion leggeri sono soggetti a un dazio aggiuntivo del 25%, come stabilito dal Proclama 10908. Dal 3 maggio 2025, tramite Proclama 10925, la misura si estende ai componenti elencati nell’Allegato I.
Il 29 aprile 2025, un nuovo provvedimento ha introdotto un meccanismo di “credito compensativo” per i produttori statunitensi: il dazio sui componenti è ridotto in proporzione al loro contributo al valore di veicoli assemblati negli Stati Uniti (15% il primo anno, 10% dal secondo).
Istruzioni operative CBP: CSMS # 64913145 e CSMS # 64916652
Dal 1° novembre 2025, come da Proclama 10984 del 17 ottobre, i veicoli pesanti e di peso medio delle classi III-VIII e loro componenti sono soggetti ad un dazio del 25% ai sensi della Sezione 232, gli autobus sottostanno ad un dazio del 10%. I prodotti interessati sono elencati nell’Annex I del proclama. Ulteriori informazioni sono disponibili nell’articolo Stati Uniti: nuovi dazi su camion, autobus e componenti (23 ottobre 2025).
Istruzioni operative CBP: CSMS # 66665333
Come da Proclama 10976, il 14 ottobre 2025 sono stati introdotti i seguenti dazi ai sensi della Sezione 232: 10% sul legname, 25% sui mobili imbottiti in legno, 25% su cucine e mobili da bagno, con aumenti al 30% per la seconda categoria e al 50% per la terza dal 1° gennaio 2025. I prodotti interessati sono elencati nell’Annex I del proclama.
Istruzioni operative CBP: CSMS # 66492057.
Con ordine esecutivo del 30 luglio 2025, è stata disposta la sospensione globale del regime “de minimis”, che prevedeva l’esenzione dai dazi per merci di valore inferiore a 800 dollari.
Dal 29 agosto 2025, tutte le importazioni commerciali sono soggette al regime ordinario, che prevede:
Per sei mesi, le spedizioni effettuate tramite servizi postali ufficiali possono beneficiare di un regime semplificato a scelta:
Alla fine del periodo transitorio, anche i pacchi postali saranno soggetti al regime ordinario completo.
La CBP si riserva il diritto di richiedere garanzie finanziarie per assicurare il pagamento dei nuovi dazi.
Considerazioni sul futuro dello Swiss Made alla luce dei dazi del 39% applicati dagli USA dal 7 agosto 2025 e delle valutazioni che le aziende esportatrici stanno facendo per affrontare questa nuova sfida: “Swiss Made” sotto pressione (03.09.2025)
Monica Zurfluh
Responsabile Commercio Internazionale
T +41 91 911 51 35
zurfluh@cc-ti.ch
Interventi e prese di posizione della Cc-Ti e del Direttore Luca Albertoni

Il proclama interessa tre categorie principali di prodotti:
Il proclama prevede l’introduzione di un dazio del 25% ad valorem su camion e parti e di un dazio del 10% ad valorem sugli autobus già assemblati. Le nuove aliquote entreranno in vigore il 1° novembre 2025 e si applicheranno a spedizioni importate o ritirate da magazzino doganale dopo tale data. Si aggiungono alle tariffe ordinarie già applicate dal sistema doganale statunitense.
I dazi si applicano anche a camion e autobus usati e rigenerati se fabbricati negli ultimi 25 anni.
Le merci interessate sono elencate nell’Annex I del proclama, che aggiorna il capitolo 99 dell’HTSUS con i codici tariffari specifici.
Le regole di cumulabilità (“stacking rules”) già previste per i dazi sulle autovetture saranno applicate anche a camion, autobus e relative parti. In sostanza: questi ultimi non saranno soggetti a ulteriori o esistenti dazi settoriali su acciaio, alluminio, rame, automobili e parti automobilistiche, né ai dazi reciproci (IEEPA), tuttavia in aggiunta ad eventuali dazi antidumping, compensativi o ad altre misure commerciali già in vigore.
Il drawback solo nelle forme di Direct Identification o Substitution Manufacturing (19 U.S.C. 1313(a)/(b)); altri tipi di crediti potrebbero ridurre l’importo del credito compensativo (offset).
Eccezione per componenti esteri: le parti di camion o i motori pesanti di provenienza giapponese o europea saranno soggetti a un’aliquota complessiva del 15% anziché del 25%.
Il provvedimento conferma la possibilità di ridurre l’impatto dei dazi qualora i veicoli o le parti soddisfino i criteri di origine previsti dall’accordo USMCA (United States–Mexico–Canada Agreement). In tali casi, il dazio può applicarsi unicamente sulla quota di valore non statunitense del prodotto.
Le parti di camion medi/pesanti che sono conformi agli standard USMCA non saranno soggette al dazio fino a quando il Segretario del Commercio, in consultazione con la U.S. Customs and Border Protection, non avrà stabilito un processo per applicare il dazio al solo contenuto non-USA delle parti importate.
Gli importatori dovranno fornire documentazione probante – come fatture, contratti di fornitura e certificazioni di origine – da trasmettere in formato elettronico al Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Le autorità doganali (CBP) verificheranno la correttezza delle dichiarazioni relative al contenuto USA, potendo disporre audit e controlli approfonditi. In caso di dichiarazioni inesatte o sovrastimate, potrà essere applicato il dazio pieno sull’intero valore del bene, con eventuali sanzioni retroattive. È quindi fondamentale predisporre in modo accurato tutta la documentazione attestante origine dei componenti, processo produttivo e assemblaggio finale, garantendo la tracciabilità e la conformità delle dichiarazioni doganali.
Per favorire la produzione e l’assemblaggio sul territorio statunitense, il proclama introduce un import adjustment offset applicabile dal 1° novembre 2025 al 31 ottobre 2030. I produttori che effettuano l’assemblaggio finale negli Stati Uniti hanno diritto a un credito compensativo del 3,75% sul prezzo di listino suggerito dal produttore (MSRP), qualora siano stati pagati dazi su componenti che rappresentano almeno il 15% del valore del veicolo. Il beneficio non si estende ai cosiddetti knock-down kits (kit di montaggio parziale), che restano esclusi dal meccanismo.
Le nuove misure comportano un nuovo aumento dei costi d’importazione per gli operatori statunitensi, con effetti a cascata su prezzi, competitività e catene di fornitura. Le imprese svizzere e ticinesi che esportano verso gli Stati Uniti dovranno verificare attentamente i codici tariffari dei propri prodotti per accertare l’eventuale inclusione nell’elenco dell’Annex I e predisporre la documentazione necessaria per attestare l’origine delle componenti.
La U.S. Customs and Border Protection (CBP) ha fornito le istruzioni operative il 29 ottobre tramite la comunicazione CSMS # 66665333, che a fondo pagina riporta nel dettaglio le voci tariffarie dei capitoli 1-97 toccate relazionandole alle voci del capitolo 99.

Organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con Hotel Belvedere Locarno e SCIA, l’appuntamento ha visto riuniti una novantina di partecipanti, con rappresentanti del mondo associativo, aziendale ed istituzionale, per un conversazione a 360 gradi aperta e costruttiva sui temi sollevati nella discussione in sala.
Sono intervenuti: Mauro Silacci, Municipale della Città di Locarno e titolare del Dicastero Finanze e Economia, portando il saluto della Città di Locarno; Veronica Magnete, Vicedirettrice Hotel Belvedere Locarno, che ha presentato la struttura ricettiva e parlato delle sfide principali che essa si trova ad affrontare; Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Giovanni Caroni, Presidente SCIA e Nadya Pellegrini, Vice Presidente SCIA hanno invece risposto alle sollecitazioni della sala, non mancando di portare la propria visione.
Presenti in sala anche il Sindaco di Locarno Nicola Pini; il Municipale di Locarno, Bruno Buzzini e il Direttore dell’Hotel Belvedere Locarno, Michele Rinaldini.
Anche per questo secondo appuntamento con questo format Cc-Ti (come era già successo per il primo appuntamento, nel maggio 2025 a Balerna), l’idea di base era quella di un evento ‘atipico’, senza un argomento definito da analizzare in diverse sfaccettature, ma dove instaurare un dialogo con i partecipanti, dopo i saluti iniziali ed una breve introduzione.
La comunicazione ha sempre rappresentato un elemento chiave per l’innovazione e la crescita, favorendo il confronto, lo scambio di idee e la comprensione reciproca. Attraverso l’ascolto attivo e l’analisi delle esigenze delle imprese e delle sfide del territorio, si generano nuovi stimoli e opportunità di sviluppo.
Sono emerse le principali peculiarità dell’economia della regione: un tessuto ricco di stimoli, soprattutto nei settori industriali, turistici e del commercio; con una regione e una Città che, malgrado l’evidente rallentamento economico generale, vuole investire su sé stessa con progetti innovativi e importanti (250 milioni di franchi lordi) sul territorio cittadino a favore della collettività.
Nel 2021 è stata costituita l’Associazione LocarneseTech, con lo scopo di implementare un centro di competenza nel settore della robotica, della meccatronica e dell’industria 4.0 nella regione del Locarnese; il turismo rappresenta incontestabilmente un valore preponderante, le attività ad esso collegate non sono destinate solo ai visitatori ma generano un indotto tale che crea posti di lavoro e genera benessere per tutta la società (commercio al dettaglio, attività immobiliari e bancarie, ecc.). La destagionalizzazione del turismo raffigura una delle principali sfide per l’avvenire, insieme alle strategie di valorizzazione delle zone periferiche (valli). Il tutto insieme ad una politica di aperture dei negozi più liberale, che permetta ai negozianti di poter aprire in modo continuo e più agevolato anche in vista delle manifestazioni d’interesse turistico della regione.
È stata anche sottolineata l’importanza del dialogo fra i diversi attori economici, manifestando la volontà di collaborare a diversi livelli (città, cantone, associazioni economiche e Cc-Ti), creando un ecosistema virtuoso di sinergie e interazioni proattive.














L’evento ha offerto una panoramica completa sul funzionamento, le finalità e gli strumenti messi a disposizione dalla SERV, evidenziando come questo ente federale rappresenti un pilastro fondamentale a sostegno all’economia svizzera, contribuendo alla competitività internazionale e al mantenimento dei posti di lavoro nel Paese.
Nel suo intervento introduttivo, Luca Albertoni, direttore della Cc-Ti e membro del Consiglio di amministrazione della SERV, ha sottolineato come, rispetto al passato, l’approccio dell’ente sia profondamente cambiato. Persiste infatti la percezione che le coperture SERV siano riservate alle grandi imprese e ai grandi importi, ma oggi questo non corrisponde più alla realtà: la SERV è uno strumento accessibile a imprese di ogni dimensione, comprese le PMI, e applicabile anche a operazioni di importo ridotto, in modo complementare rispetto alle assicurazioni private.
Gli obiettivi della sessione erano chiari: fornire chiarezza operativa sull’utilizzo della SERV da parte di PMI e grandi imprese e presentare esempi pratici di applicazione. A tal fine, Brigitte Brüngger e Julien Schaan, rispettivamente Head of Large Enterprises e Vice President Large Enterprises, SMEs & Acquisition della SERV, hanno illustrato i principali strumenti e le modalità operative.
In qualità di assicurazione pubblica con mandato federale, la SERV opera in modo sussidiario rispetto alle assicurazioni private e in stretta collaborazione con il sistema bancario. Il suo intervento si concentra sui rischi finanziari non coperti dal mercato, offrendo protezione contro insolvenze, restrizioni valutarie o eventi di forza maggiore. Questo approccio consente alle imprese di preservare la liquidità e di accedere con maggiore sicurezza ai finanziamenti per l’export, sostenendo così l’intero ecosistema dell’economia esportatrice svizzera.
Con una capitalizzazione di 2,8 miliardi di franchi e un plafond federale di 14 miliardi, la SERV sostiene ogni anno nuove esposizioni per circa 2,5 miliardi di franchi. Il portafoglio conta 350 clienti attivi, di cui l’82% PMI, contribuendo a preservare circa 21’000 posti di lavoro l’anno. Non è previsto un importo minimo assicurabile, rendendo la SERV uno strumento concreto anche per le piccole imprese.
Durante l’incontro sono stati illustrati esempi pratici che mostrano la portata operativa della SERV:
Un caso emblematico ha riguardato un’azienda svizzera del settore meccanico che, grazie alla controgaranzia SERV, ha potuto aggiudicarsi un contratto decennale di grande valore senza immobilizzare risorse finanziarie critiche.
Luciano Scavizzi, Site Manager di Rütschi Fluid AG, ha infine illustrato come l’azienda utilizzi regolarmente gli strumenti della SERV per operare in mercati a rischio medio-alto. La collaborazione tra banche, assicurazioni private e la SERV chiarisce i ruoli e valorizza la complementarità degli strumenti, migliorando le condizioni di accesso al credito.
Fondata nel dopoguerra, Rütschi Fluid AG produce pompe a tenuta stagna per applicazioni civili, nucleari e militari/navali, con circa 5’000 unità installate in 19 Paesi. L’azienda opera con una doppia sede: Francia (Mulhouse) per il segmento nucleare civile e i ricambi, e Svizzera (Möhlin/AG) per progetti militari/navali. Grazie alla neutralità elvetica e alla snellezza amministrativa della SECO, la società beneficia di un contesto favorevole per la gestione dei contratti internazionali. I contratti pluriennali, spesso pari a due o tre volte il fatturato annuo, richiedono garanzie bancarie significative: grazie alla controgaranzia SERV, Rütschi Fluid AG ha potuto preservare liquidità essenziale e velocizzare i propri processi interni.
La SERV adotta un approccio improntato al sostegno dell’industria, assumendo rischi che il mercato privato non copre. Una gestione prudente e una solida diversificazione del portafoglio garantiscono stabilità finanziaria, anche in presenza di insolvenze sovrane, come nei casi di Etiopia e Argentina. La neutralità politica della Svizzera e l’efficienza della SECO rafforzano ulteriormente la competitività internazionale del Paese, in particolare nel settore tecnologico.
L’incontro organizzato dalla Cc-Ti ha confermato che la SERV è un alleato strategico per imprese di ogni dimensione, capace di coniugare tutela, flessibilità e rapidità operativa. Strumenti pubblici ben concepiti possono avere un impatto economico significativo, rafforzando la resilienza e la competitività delle aziende svizzere sui mercati globali.
Brigitte Brüngger
Head of Large Enterprises, SMEs & Acquisition

Julien Schaar
Vice President, Large Enterprises, SMEs & Acquisition

Assicurazione svizzera contro i rischi
delle esportazioni SERV
Genferstrasse 6
8002 Zurigo