La tecnologia è competenza

di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Da tempo stiamo seguendo la tematica della carenza di manodopera ormai lamentata in quasi tutti i settori economici. Più volte ci siamo soffermati sulle trasformazioni del mondo del lavoro e di come si possa tenerne conto in ambito formativo, ritenuto che la formazione non può essere la sola risposta alle difficoltà di reclutamento di manodopera qualificata, ma può senz’altro contribuire a mitigare in parte il problema. I tempi della scuola sono ovviamente più lunghi di quelli dell’economia, in costante e sempre più rapida evoluzione. Ma se la politica, le Autorità, la scuola e le aziende riescono a trovare un minimo comune denominatore per compattarsi su talune scelte e orientamenti, i risultati possono essere interessanti.

La trasformazione digitale come simbolo

È molto difficile affrontare il tema dei nuovi corsi formativi e delle nuove professioni limitandosi a qualche singolo esempio, senza citarne tanti, visto che tutti i settori, con sfumature diverse, si impegnano nella formazione e ne fanno un elemento strategico.
È utile fare riferimento alla trasformazione digitale, che ogni giorno abbiamo imparato a conoscere meglio, ci accompagna e, certamente, ci accompagnerà assumendo il ruolo di simbolo degli sviluppi nella realtà del mondo del lavoro ed è abbastanza trasversale a un grande numero di settori economici.
Non a caso in una delle precedenti edizioni di questa pubblicazione avevamo ad esempio fatto riferimento a nuove figure professionali che emergeranno parallelamente allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Riferirsi pertanto al mondo dell’ICT, cioè delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, può essere considerato un esempio di ampio respiro e sufficientemente rappresentativo di alcune nuove competenze che sono richieste dall’economia. Nella tabella pubblicata si possono vedere le professioni legate all’ICT, alcune note e forse considerate scontate, come quella dell’informatico, mentre altre ancora «inedite».
Nel presente testo ne vedremo due, una che segue il solco dell’evoluzione digitale nell’ambito delle professioni legate al settore dell’elettricità, come spiega il vicedirettore della Cc-Ti Michele Merazzi. L’altra è invece una figura totalmente nuova, sempre legata all’evoluzione digitale, ma con un mix di competenze quasi inedito per i percorsi formativi classici.

Competenze trasversali e approccio «bottom-up»

In un numero crescente di settori cresce la domanda di figure che abbiano competenze interdisciplinari o trasversali. Gli specialisti restano ovviamente un pilastro fondamentale di ogni attività, ma, prendendo il caso del settore dell’ICT, l’informatico «classico» copre solo una parte delle esigenze aziendali. Come emerso da un lavoro di analisi svolto durante parecchi mesi dall’associazione svizzera ICT formazione professionale (l’antenna ticinese ICT formazione professionale della Svizzera italiana è legata alla Cc-Ti), aziende e rappresentanti del mondo scolastico hanno fatto emergere con chiarezza che occorrono collaboratrici e collaboratori con appunto competenze trasversali. In sostanza, le conoscenze tecniche vanno accompagnate da una buona preparazione di gestione aziendale.
Nello specifico, non si tratta di sostituire l’informatico, anzi. Bensì di affiancarlo e completarlo con una figura professionale per certi versi affine, ma diversa. Di qui l’idea di dare vita a un programma per formare sviluppatrici/sviluppatori business digitale con un Attestato federale di capacità, valorizzando in particolare la formazione duale, particolarmente importante anche nel settore dell’ICT. È impor-tante sottolineare che questa nuova proposta formativa, inserita dalla Confederazione fra le 44 professioni nuove o da aggiornare, è frutto di un approccio «bottom-up». Sono sostanzialmente stati ripresi i suggerimenti degli operatori economici privati e pubblici, evitando quindi scientemente l’inutile impostazione velleitaria di studiare astratte varianti teoriche a tavolino, che si sono già più volte rivelate non utilizzabili nella pratica.

Tecnologia e gestione aziendale

Come detto, la novità sta appunto nel fatto di aver individuato una formazione che combina la tecnologia e la gestione aziendale, il lavoro su progetti trasversali e a stretto contatto con gli specialisti. Per intendersi, una figura che non sostituisce l’informatico, ma ne capisce il linguaggio, lo interpreta e lo applica ad esempio ai processi aziendali e all’analisi dei dati, interfacciandosi con i clienti. Meno conoscenze tecniche specialistiche, ma forti doti di logica e astrazione per analizzare i problemi e i dati, cercare idee, sviluppare soluzioni e pianificarne l’attuazione.
Con una buona dose di creatività e capacità di lavorare in team e coordinare gli specialisti. Passando per il marketing e la comunicazione e il contatto con la clientela. Un obiettivo ambizioso ma assolutamente legittimo cercare di dare spazio a collaboratrici e collaboratori di questo tipo, sempre più essenziali nella vita quotidiana di moltissime aziende.

Opportunità anche in Ticino

A livello ticinese, grazie alla collaborazione fra Cc-Ti, ICT formazione professionale della Svizzera italiana, Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (in particolare la Divisione della formazione professionale), Centro professionale commerciale di Locarno e Scuola universitaria federale per la formazione professionale, vi è stato un primo incontro con aziende pubbliche e private per verificare il potenziale interesse delle imprese verso questo genere di formazione. Allo scopo di verificare anche la possibilità concreta di creare posti di apprendistato, visto che la formazione in questione prevede un primo anno di scuola a tempo pieno e poi i canonici tre anni di apprendistato con scuola e formazione in azienda.
L’interesse che ne è emerso è forte, proprio perché allo stato attuale delle cose determinate competenze trasversali si acquisiscono «solo» sul campo, dopo anni di lavoro. Poter contare su una formazione di base che già trasmette questo approccio più ampio e trasversale di competenze tecniche e gestione aziendale è considerato un vantaggio notevole. I campi di applicazione di una simile formazione hanno del resto uno spettro abbastanza ampio, perché possono essere utili per tutte le aziende, visto il contributo che possono dare alla costante ricerca di innovazione, ottimizzazione dei processi e implementazione di soluzioni digitali. Si pensa in primis ovviamente ad aziende a forte impronta tecnologica, ma in realtà si possono ipotizzare aziende di consulenza e di e-commerce e retail, passando per il settore bancario e finanziario, per arrivare a quello sanitario. Ma, parlando di processi aziendali, gestione dei dati ecc., le applicazioni possono essere molto interessanti non solo nel settore dei servizi ma anche in quello secondario. Un esempio potrebbe essere la necessità di sviluppare un software per la gestione di un magazzino. Lo sviluppatore business digitale analizza i requisiti, discute con gli specialisti e decide come procedere, acquisendo ad esempio un prodotto e adattandolo alle esigenze, mettendolo in produzione, analizzando i dati e formando gli utenti. Interfacciandosi con i dipartimenti specialistici della produzione, della gestione della qualità, dell’informatica, delle finanze, del controlling ecc.

Percorso e informazioni

Riteniamo si tratti di un esempio illuminante di come si potrebbero creare nuove competenze anche in Ticino, rafforzando il tessuto economico e dando nuovi sbocchi professionali a molti giovani. L’obiettivo è di iniziare la formazione nel prossimo mese di settembre 2023. Come detto si tratta di 4 anni di formazione, il 1. anno è scuola a tempo pieno, vi sono 35 giornate di corsi interaziendali, dal 2. anno la formazione in azienda è alternata alla scuola a tali corsi interaziendali.
Maggiori informazioni possono essere ottenute presso la Sezione della formazione industriale, agraria, artigianale e artistica del cantone, allo 091 815 31 30 o all’indirizzo di posta elettronica decs-sefia@ti.ch, oppure contattando la Cc-Ti.