Filiere produttive, l’anima dell’economia mondiale

Se le filiere produttive caratterizzano e marcano oggi la forza economica dei singoli Paesi, la supply- chain globale, ovvero la grande catena internazionale di approvvigionamento, produzione, logistica e distribuzione, ridisegna di continuo la mappa degli interessi strategici degli Stati e i nuovi assetti geopolitici.

Il devastante impatto della pandemia innescata dal Coronavirus ci ha fatto vedere concretamente quanto sia interconnessa e interdipendente l’economia mondiale. Ci ha mostrato come la produzione e la commercializzazione di merci e servizi si sviluppano lungo un sistema reticolare di filiere che si estende su tutto il pianeta. Sempre attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. Ci ha brutalmente messo davanti al fatto che gli scompensi e le rotture anche in un solo punto di questa rete planetaria si ripercuotono non solo sulla vita delle imprese ma sull’esistenza quotidiana di noi tutti.

Cosa sono le filiere produttive

In generale, col termine filiera produttiva s’intende tutto il processo che trasforma una materia prima in un prodotto finito. In poche parole, la successione delle diverse fasi di lavorazione. Dal profilo strettamente operativo si possono distinguere: la produzione e la lavorazione della materia prima, la ricerca per migliorare questa materia prima, i servizi per accrescere la qualità del prodotto finale, la logistica per le forniture, la conservazione e la distribuzione del prodotto e, infine, la sua commercializzazione sui mercati più convenienti per massimizzarne il valore. Questo processo può essere dimensionato su scala locale, nazionale oppure internazionale.

Un esempio classico, quello del tessile, aiuta a chiarire meglio le idee. Per la produzione dei tessuti di lana, la filiera inizia dall’allevamento e dalla tosatura delle pecore. La lana, dopo il lavaggio e la selezione, viene venduta alle aziende che la filano, queste ultime la rivendono alle imprese di tessitura che cedono poi il loro prodotto alle industrie che confezionano abiti e altri capi d’abbigliamento. Tutte le fasi di questa lunga lavorazione possono essere eseguite in un solo Paese così come su scala transnazionale: pecore allevate e tosate in Australia o in Nuova Zelanda, filatura in Cina, tessitura in qualche altra regione dell’Asia, confezionamento degli abiti in Romania, distribuzione in Europa e nelle Americhe. Inoltre, la catena del tessile può anche incrociarsi con quella del mobile e dell’arredamento.

Le differenti attività che danno vita ad una filiera sono effettuate da imprese diverse che lavorano in modo integrato. Produrre in filiera, oltre a massimizzare sul mercato il valore economico del prodotto, eliminando, o quantomeno riducendo, le diseconomie nei vari passaggi, permette anche di garantire in ciascuno di essi una suddivisione dei benefici commisurata ai rischi imprenditoriali assunti. Ogni fattore che crea valore per tutto il processo produttivo viene, quindi, adeguatamente remunerato.

Tipologie di filiere

Il modello delle filiere si ritrova in tutti i settori, dall’agricoltura all’industria e al terziario, e rappresenta di fatto il tessuto connettivo di un sistema economico avanzato. Le imprese che eseguono una o più fasi dell’attività della filiera sono integrate in senso verticale nel processo che porta alla realizzazione di un bene oppure in senso orizzontale operando nello stesso stadio di un ciclo produttivo. Ovvio che con la globalizzazione una stessa filiera può essere localizzata ed estendersi, come già detto, in Paesi diversi o addirittura su più continenti. Da questo punto di vista si distinguono filiere corte o lunghe, a seconda del numero di passaggi necessari per arrivare alla vendita del prodotto finale. Nelle prime, molto diffuse in agricoltura per i prodotti che non richiedono processi di trasformazione, c’è una relazione pressoché diretta tra chi produce e chi consuma; nelle seconde si registra invece la presenza di un numero molto più elevato di imprese e di intermediari, ed è anche molto più grande la distanza tra il luogo di produzione e quello del consumo. Ci sono, tuttavia, produzioni in cui i due modelli possono coesistere in uno stesso contesto, poiché le aziende possono trovare conveniente sfruttare le opportunità offerte da entrambi.

La lunghezza della filiera e la distanza tra le imprese che ne fanno parte incidono sul prezzo finale del bene. Che sia corta o lunga, tra gli altri vantaggi di questa lavorazione c’è anche la tracciabilità del prodotto, elemento quest’ultimo che, soprattutto nel comparto agroalimentare, ha acquistato sempre più rilevanza.

Il rapporto col territorio

Tutte le tipologie di filiera possono essere più o meno efficienti a dipendenza delle situazioni locali e dei mercati in cui operano. Tra queste catene produttive e il territorio c’è difatti un rapporto molto stretto. Lo sviluppo delle prime può favorire o condizionare lo sviluppo dell’altro e viceversa, innescando una relazione virtuosa. Le filiere possono essere il motore della crescita economica di una regione, in termini di occupazione, redditi, innovazione, formazione della manodopera e ricchezza pro capite. Un motore che gira tanto più veloce quanto più un territorio supporta le imprese con infrastrutture moderne, servizi efficienti e agevolazioni alle attività produttive.

La presenza su un territorio circoscritto di forti raggruppamenti di aziende orientate su una stessa produzione dà vita ai cosiddetti distretti industriali. Realtà connotate da un’elevata specializzazione (risultato di una più efficace divisione del lavoro), da una maggiore circolazione delle informazioni, dall’ottimizzazione delle relazioni culturali e istituzionali locali e dalla più facile acquisizione di competenze professionali e sociali. Qualità che nel loro insieme proiettano con successo le aziende del distretto anche su quei mercati internazionali che sembrerebbero irraggiungibili se si guardasse soltanto alle loro dimensioni.

Prestazioni di sostegno

Una raccolta di informazioni relative ai differenti sostegni all’economia vista la situazione pandemica Covid-19. Articolo aggiornato periodicamente.

Casi di rigore

Coronavirus: ultimi adeguamenti dell’ordinanza COVID-19 casi di rigore a favore delle imprese particolarmente colpite – com. stampa del Consiglio federale 21.6.2021

Presentazione ufficiale della conferenza stampa del DFE del 29.1.2021 sul tema dei casi di rigore in Ticino – Sito web di riferimento cantonaleattivo dal 1.2.2021

Coronavirus: il Consiglio federale potenzia il programma per i casi di rigore e l’assicurazione contro la disoccupazione – Com. stampa del Consiglio federale – 27.1.2021

Coronavirus: la Confederazione estende il sostegno fornito con i programmi per i casi di rigore – comunicato del 13.1.2021

Coronavirus: il Consiglio federale adegua l’ordinanza casi di rigore e l’ordinanza perdita di guadagno – comunicato del 18.12.2020

Coronavirus: Il Consiglio federale vuole ampliare le possibilità di sostegno alle imprese – Consiglio Federale – 11.12.2020


Previdenza professionale

Coronavirus: rinnovati i provvedimenti nel settore della previdenza professionale – 11.11.2020


Lavoro ridotto

COVID-19: il Consiglio federale emana alcune misure relative al lavoro ridotto – com. stampa del Consiglio federale del 26.1.2022

Coronavirus: il Consiglio federale prende una decisione di principio sull’indennità per lavoro ridotto – com. stampa del Consiglio federale del 17.12.2021

Coronavirus: prorogata la procedura di conteggio sommaria relativa al lavoro ridotto – com. stampa del Consiglio federale del 1°.10.2021

Coronavirus: aumento della durata di riscossione del lavoro ridotto e proroga della procedura semplificata – com. stampa del Consiglio federale del 23.6.2021

Coronavirus: adeguamento delle misure nell’ambito dell’indennità per lavoro ridotto– com. stampa del Consiglio federale dell’11.6.2021

Coronavirus: estesa a 24 mesi la durata massima del diritto all’ILR – com. stampa del Consiglio federale 12.5.2021

Coronavirus: proroga delle misure in materia di lavoro ridotto19.03.2021

CF – Coronavirus: ampliamento delle misure nel settore del lavoro ridotto per contenere le ricadute economiche – 20.1.2021

Coronavirus: proroga e ripristino delle misure in materia di indennità per lavoro ridotto18.12.2020
Nuove disposizioni per l’Indennità per lavoro ridotto (ILR)NEWS DEL 5 AGOSTO 2020

Coronavirus: Indennità per lavoro ridotto: la durata di percezione è prolungata a 18 mesi – comunicato stampa del Consiglio Federale
Il preannuncio di lavoro ridotto può essere inoltrato all’autorità competente unicamente online, utilizzando l’apposito modulo online.
Altre info: Sito della Divisione dell’economia – FAQ Lavoro ridotto – Informazione per i datori di lavoro indennità LR


Indennità perdita guadagno – disoccupazione

Rinnovo della prestazione ponte COVID – comunicato stampa cantonale del 28.1.2022

Coronavirus: prolungamento dell’indennità di perdita di guadagno per il coronavirus sino alla fine del 2022 – com. stampa del Consiglio federale del 17.12.2021

Coronavirus: prolungamento del diritto all’indennità di perdita di guadagno – com. stampa del Consiglio federale del 18.6.2021

Coronavirus: implicazioni per la sicurezza sociale in un contesto internazionale – com. stampa del Consiglio federale dell’11.6.2021

Pandemia di coronavirus: modifica della legge COVID-19 riguardante l’indennità di perdita di guadagno e lo sport – com. stampa del Consiglio federale del 12.5.2021

Adeguamento della Prestazione ponte COVID – com. stampa cantonale 5.5.2021

Circolare sull’indennità in caso di provvedimenti per combattere il coronavirus – Indennità di perdita di guadagno per il coronavirus (CIC)

Coronavirus: prolungamento del diritto all’indennità di perdita di guadagno anche per i lavoratori indipendenti e le persone in posizione assimilabile a quella di un datore di lavoro indirettamente colpiti – comunicato del Consiglio Federale del 4.11.2020

Dépliant “Indennità di perdita di guadagno Corona in caso di diritto dal 17 settembre 2020

CF – Coronavirus: indennità di perdita di guadagno per il coronavirus: prolungamento in determinati casi – comunicato stampa del Consiglio federale dell’11.9.2020

Coronavirus: prolungamento delle semplificazioni nell’ambito dell’AD – comunicato stampa del Consiglio federale del 26.8.2020

Coronavirus: Assicurazione contro la disoccupazione: modifica dell’ordinanza COVID-19 AD – comunicato stampa del Consiglio federale del 12.8.2020

Indennità di perdita di guadagno per il coronavirus: il diritto dei lavoratori indipendenti è prolungato fino al 16.9.2020 – comunicato stampa del Consiglio Federale

Coronavirus: termini chiari per il diritto all’indennità di perdita di guadagno per il coronavirus – comunicato stampa del Consiglio Federale

Indennità per perdita di guadagno Corona per indipendenti – comunicato stampa del Canton Ticino

Disposizioni transitorie concernenti il diritto all’indennità di perdita di guadagno: diritto alle indennità per indipendenti prolungato fino al 16 maggio – comunicato stampa del Consiglio Federale

Coronavirus: estensione del diritto all’indennità di perdita di guadagno ai casi di rigore – comunicato stampa del Consiglio Federale e relativa Ordinanza sui provvedimenti in caso di perdita di guadagno in relazione con il coronavirus (COVID-19)

Coronavirus: estensione del diritto all’indennità di perdita di guadagno ai casi di rigore – comunicato stampa del Consiglio Federale e relativa Ordinanza sui provvedimenti in caso di perdita di guadagno in relazione con il coronavirus (COVID-19)

Traitement fiscal des prestations selon l’ordonnance sur les mesures en cas de pertes de gain en lien avec le coronavirus – documento dell’Amministrazione federale delle Contribuzioni del 6 aprile 2020

Documento informativo (edito dal Centro d’informazione AVS/AI in collaborazione con l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali) –FAQ (redatte dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS) – Modulo da compilare e spedire alla cassa di compensazione –
Circolare sull’indennità in caso di provvedimenti per combattere il coronavirus – Indennità di perdita di guadagno per il coronavirus (CIC)


Fideiussioni per PMI

Fideiussioni per start-up
Sito web della Confederazione dedicato “Crediti transitori per le imprese
News del 25.3.2020: Il Consiglio federale licenzia un’ordinanza di necessità concernente la concessione di crediti e fideiussioni solidali da parte della Confederazione
Altre info: Sito della Segreteria di Stato per l’economia – SECO – Regime speciale inerente le Fideiussioni per PMI (flyer SECO)


Richiesta di prestazioni complementari all’AVS/AI (PC) tramite formulario compilabile online

Sul sito dello IAS – Istituto Assic. Sociali è presente la documentazione necessaria per la richiesta di prestazioni complementari compilabile online.
Coronavirus: informazioni per i datori di lavoro e gli indipendenti


Anche le start up innovative ottengono il sostegno della Confederazione

Comunicato stampa della Cofederazione


Nuova Ordinanza Covid-19 per la cultura in vigore fino al 2021

Coronavirus: rafforzamento del sostegno al settore della cultura – com. stampa del Consiglio federale – 31.3.2021
Il DECS comunica che è online la pagina www.ti.ch/covidcultura aggiornata con le nuove indicazioni e i formulari per le richieste di sostegno finanziario in ambito culturale (valido dal 18.11.2020 al 30.11.2021)

Ritrovate l’articolo con tutti i dettagli aggiornati sulle informazioni per le aziende

L’equilibrio è essenziale

Dalla semplificazione del sostegno per i casi rigore alle proposte della Cc-Ti per salvaguardare il tessuto imprenditoriale ticinese

Se da un lato, l’allentamento delle regole sui casi di rigore per gli aiuti alle attività economiche più colpite dalle restrizioni rappresentano un importante intento, dall’altro è inutile nascondere che talune disposizioni imposte da Berna, pur considerando la complessità della situazione, appaiono difficilmente comprensibili.
In primo luogo, la definizione di “beni di prima necessità” pone problemi di determinazione non indifferenti. In tedesco si parla di “Systemrelevant”, ma la sostanza è la stessa. Tutti gli attori economici sono attori essenziali, per loro stessi e per il sistema. A meno di arrischiare affermando che ci si limita ai farmaci e all’alimentare, che sembrerebbe alquanto riduttivo non solo dal punto di vista economico ma anche da quello sociale.
Mal si capisce perché le calze sono più indispensabili delle scarpe. Un pericolo di simili misure è che non vi sia solo uno scollamento tra politica, economia e popolazione, ma anche un imprudente conflitto tra i settori economici messi in concorrenza fra di loro per accedere a sostegni.
Alla politica la decisione su chi è meritevole e chi no?

Uno dei propositi importanti della Cc-Ti è quello, a livello cantonale e nazionale, di mantenere l’economia unita e con una chiara unità di intenti, evitando di scatenare quelle che potrebbero rivelarsi tristi “guerre fra poveri”.
L’obiettivo deve essere chiaro: rigoroso rispetto delle norme di sicurezza, ormai risapute e applicate, per poter lavorare. Il posto di lavoro non è il luogo dove avvengono principalmente i contagi, anzi. Per questa ragione, laddove si rispettano le regole di sicurezza, si deve poter continuare a lavorare.
Purtroppo, oggi fra negazionisti e fautori di chiusure totali è sempre più difficile trovare uno spazio di ragionevolezza entro il quale fare riflessioni senza polemica alcuna. Difficile per molte attività, facciamo l’esempio di quelle sportive professionistiche, sentirsi dire “bravi, avete preso tutte le misure di sicurezza che NOI vi abbiamo indicato (anche molto costose), ma in realtà non servono a nulla e ora giocate senza pubblico”. Qualcosa non torna.

Tutto sommato in Svizzera possiamo ritenerci fortunati e abbiamo mezzi a disposizione quali aiuto notevole in un momento di grave difficoltà come quello attuale.
Benvenuto il riconoscimento automatico dei casi di rigore di tutte quelle attività che, a partire dal 1° novembre 2020, hanno dovuto chiudere per almeno 40 giorni su ordine dell’autorità, così come l’aumento dei contributi a fondo perduto. Alle imprese non servono solo sovvenzioni, quello che chiedono a gran voce è la certezza di poter riprendere a lavorare al più presto.
Inoltre, è importante sottolineare che non stiamo parlando di regali alle aziende. I prestiti vanno rimborsati e anche le estensioni delle prestazioni nel lavoro ridotto e nelle indennità IPG non sono che l’uso dei contributi già pagati da aziende e lavoratori. Lo Stato non sta regalando nulla.

Sostenere le aziende è fondamentale nell’ottica della ripresa futura

Il termine corretto, ora, è indennizzo

Il caso in cui è lo Stato a chiudere le attività è simile a un esproprio. Fondamentale è che gli indennizzi, perché d’indennizzo dobbiamo parlare e non di aiuti “tout court”, siano erogati nel più breve tempo possibile, senza intoppi o lungaggini burocratiche.
Non c’è tempo da perdere. Dalla rapidità nello stanziamento dei contributi, dipenderà l’efficacia dell’intervento di sostegno per i settori, perché non va dimenticato che le attività sono interconnesse e nessuna è esclusa dalle difficoltà. Pensiamo, per esempio, all’industria. Fortunatamente può continuare a lavorare, ma è confrontata ad una situazione internazionale che definire incerta è un eufemismo. A taluni settori si è prestata troppo poca attenzione, perché non direttamente toccati dalle chiusure. Ma si tratta degli stessi distretti che, fornendo prodotti e servizi alle imprese costrette a chiudere, hanno visto drasticamente ridursi anche il loro giro d’affari. Tutti gli attori delle filiere hanno bisogno di essere sostenuti prima di essere travolti da costi e spese a cui non riescono più a far fronte.

La prolungata chiusura di bar e ristoranti, ad esempio, sta mettendo alle corde tutta la filiera agroalimentare ticinese: contadini, allevatori, macellai, panettieri, alpigiani, viticoltori. E questi sono solo alcuni dei settori concatenati alla categoria citata. Non da ultimo, come sollecitato da più parti, sarebbe stato opportuno ridurre al 25-30% la soglia minima di perdita del fatturato per beneficiare del programma di sostegno, che è invece rimasta al 40%. Una percentuale che in molti casi equivale purtroppo già a un fallimento.

In Ticino, per il finanziamento dei casi di rigore, sono stati stanziati per ora a 75,6 milioni di franchi (quasi 52 milioni dalla Confederazione e oltre 24 a carico del Cantone), ai quali le aziende potranno attingere attraverso contributi a fondo perso oppure tramite fideiussione. Il piano d’intervento è regolato da un decreto legislativo, proposto con la clausola d’urgenza, per cui l’accesso ai sostegni finanziari, una volta ottenuto il via libera dal parlamento, dovrebbe essere immediatamente operativo (prima che in altri cantoni). Si pensa già a febbraio 2021.

Non c’è contrapposizione tra economia e salute

La seconda ondata pandemica, nonostante il susseguirsi di parziali lockdown, ha ridato prepotentemente fiato alla pericolosa, quanto fasulla, contrapposizione tra economia e salute.
C’è chi nel nome della difesa della salute pubblica ha riproposto, senza mezzi termini, un lockdown generale o quanto meno la chiusura di tutte le attività definite “non essenziali”. Come già ribadito resta da vedere sulla base di quali fantasiose distinzioni si possa qualificare essenziale o meno un esercizio economico. Ogni attività è indubbiamente indispensabile per chi la svolge, poiché assicura lavoro e reddito, ma soprattutto contribuisce ad incrementare quella ricchezza generale di cui beneficia tutta la società. Un’attività interrotta presuppone una filiera di attività a essa correlate in grave difficoltà, anche se non coinvolte direttamente dai divieti.
L’economia non può essere strutturata in compartimenti stagni. È un flusso continuo di lavoro, idee, scambi e innovazione, che si alimenta nel libero gioco della domanda e dell’offerta, per cui la rottura anche di un solo anello si ripercuote alla fine sui risultati di tutto il sistema.

La salute è il bene primario da tutelare, non si discute

Le nostre imprese hanno dimostrato con i fatti un grande senso di responsabilità, adeguandosi subito alle indicazioni della Autorità sanitarie e investendo anche parecchio per prevenire i contagi e tutelare i dipendenti. Non si tratta, infatti, di decidere se mettere al primo posto la salute pubblica o l’economia, questa è un’alternativa fuorviante, perché entrambe sono le facce di una stessa medaglia: il benessere della società.
C’è una forte interdipendenza tra economia e salute: in un Paese economicamente stabile, si vive molto meglio, la sanità e la rete di protezione sociale sono efficienti. Se non c’è questo equilibrio, che assicura un solido gettito fiscale, ci saranno meno soldi da investire per mantenere, ad esempio, l’eccellenza sanitaria e garantire cure e assistenza adeguate per tutti. A ben guardare anche la gestione di questa pandemia è riconducibile, per certi versi, a un problema di scelte economiche: decidere dove e come utilizzare le risorse per contenere la propagazione del contagio, quali apparati sanitari e dispositivi di prevenzione sono da potenziare, in che modo e con quali sostegni ridurre i danni economici e sociali.

Il termine corretto, ora, è indennizzo

Le proposte della Cc-Ti

Le preoccupazioni sull’andamento futuro della nostra economia permangono e rimarranno a lungo. Sostenere le aziende ed evitare che si indebitino è un esercizio fondamentale nell’ottica della ripresa futura. Ci vogliono coraggio e tempestività, forzando anche un po’ il rigore finanziario, certo essenziale, ma non un dogma imprescindibile quando si tratta di salvare un intero sistema economico.  Un’economia eccessivamente indebitata non avrà la capacità di risollevarsi e sarà esposta maggiormente al rischio di fallimento, mentre il settore pubblico potrà riassorbire l’indebitamento con maggiori prospettive. La Cc-Ti ha indicato al Consiglio di Stato una serie di misure mirate da affiancare a quelle già predisposte dalla Confederazione e dal Cantone. Su alcune di esse – ammortamenti accelerati in ambito fiscale, maggiori possibilità di accantonamenti e alleggerimento di talune procedure per le commesse pubbliche – il Governo si è detto pronto ad un approfondimento.
Su altre richieste per noi essenziali, che ricordiamo qui di seguito, la discussione è ancora aperta.

Accantonamenti COVID-19. Si tratta di una misura già adottata da alcuni Cantoni. Considerata l’eccezionalità e la gravità dell’attuale fase, siamo convinti che è possibile trovare una soluzione compatibile sia con la tempistica delle dichiarazioni fiscali che con le reali esigenze delle aziende.

Telelavoro e digitalizzazione. Auspichiamo che tutti gli uffici statali siano operativi e raggiungibili dall’utenza con modalità digitali, al fine di ottimizzare i loro servizi alla collettività.

Indipendenti e titolari di aziende. Riteniamo che queste figure, che rappresentano un tessuto imprenditoriale di fondamentale importanza, vadano aiutate oltre le semplici prestazioni assistenziali, come si è fatto in altri Cantoni. 
L’intervento, ad esempio, del Canton Vaud per sostenere spettacoli e rappresentazioni culturali, non limitato alla sola esenzione di alcuni balzelli, potrebbe essere un modello.

Promozione del territorio. Nel corso della prima ondata, la Svizzera si è distinta sulla scena internazionale per l’efficacia e la rapidità dei suoi interventi. Potenziali investitori esteri hanno potuto constatare la tempestività dei provvedimenti adottati per sostenere l’economia, accrescendo ai loro occhi l’immagine di affidabilità del nostro Paese.
Un capitale reputazionale che comprende anche il nostro Ticino. A tal fine andrebbero coordinati maggiormente i servizi cantonali preposti, per offrire un’adeguata accoglienza a chi vorrebbe trasferirsi nel nostro Paese. È difficile, però, promuovere il territorio senza una strategia concertata e, ancora peggio, in presenza di barriere che vanificano i fattori di attrattività della Svizzera e del Ticino.

Effetto ‘Brexit’: cosa cambia per la Svizzera che esporta?

Tenuto conto che dal 1° gennaio 2021 la Gran Bretagna non fa più parte dell’Unione Europea, di conseguenza l’accordo Svizzera-UE non può più essere applicato con questo Paese.

Nello specifico è stato concluso un puntuale accordo commerciale tra la Svizzera (incluso il Principato del Liechtenstein) e il Regno Unito. Con questo accordo entrambi i Paesi possono usufruire di un ingresso più favorevole nei rispettivi mercati.

  • Nel complesso vengono mantenute le norme di origine della Convenzione regionale sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee (Convenzione PEM), significa quindi che il trattamento preferenziale per i dazi doganali verrà mantenuto nelle relazioni tra Svizzera e Regno unito.
  • Affinché nelle relazioni bilaterali tra i Paesi sia consentito il cumulo deve esistere un ALS tra tutte le parti con regole d’origine identiche.
  • Tenendo conto che le regole d’origine dell’ALS UE-UK non sono identiche a quelle dell’accordo commerciale tra Svizzera e UK, per questo motivo il cumulo con materiali originali dell’UE non è possibile.
  • Per quanto riguarda le prove di origine preferenziali, sono considerate valide i certificati di circolazione delle merci EUR 1 o EUR-MED per gli invii di qualsiasi valore. Mentre per gli invii di merci originarie con un valore complessivo non superiore a CHF 10’300.-, pari a euro 6’000.- o 5’700.- sterline britanniche è anche considerata valida la dichiarazione di origine su fattura.
  • È bene sapere che l’Irlanda del Nord (inclusi Gibilterra, le Isole del Canale e l’Isola di Man) fanno parte a pieno titolo del territorio doganale del Regno Unito, pertanto sottostanno all’accordo commerciale tra la Svizzera e il Regno Unito.

Un accenno di storia

(fonte: SECO)

Il Regno Unito rappresenta, da sempre, un importante partner economico per la Svizzera. Le relazioni tra la Svizzera e il Regno Unito si sono basate soprattutto sugli accordi bilaterali conclusi con l’Unione Europea (UE). L’accordo di uscita stipulato dal Regno Unito con l’UE («Withdrawal Agreement») ha previsto conseguentemente un periodo di transizione che è durato fino al 31 dicembre 2020.

Durante questa fase transitoria il Regno Unito ha continuato a far parte del mercato unico europeo e dell’Unione doganale. Le disposizioni dell’accordo bilaterale tra la Svizzera e l’UE hanno continuato ad essere applicabili alle relazioni tra la Svizzera e il Regno Unito.

Il 14 dicembre 2020 la Svizzera e il Regno Unito hanno firmato a Londra l’Accordo sulla mobilità dei prestatori di servizi. L’Accordo garantisce alla Svizzera e al Regno Unito, a partire dal 1° gennaio 2021, l’accesso agevolato ai rispettivi mercati per i prestatori di servizi. Tale accodo completa l’accordo commerciale del febbraio 2019.

Per garantire nella misura del possibile la reciprocità dei diritti e dei doveri esistenti nei confronti del Regno Unito durante questa fase transitoria e porre le basi per rafforzare le relazioni, la Svizzera ha concluso, tra altre cose, un accordo commerciale con il Regno Unito. Questo accordo entrerà in vigore non appena gli accordi commerciali ed economici tra la Svizzera e l’UE non saranno più applicabili al Regno Unito e solo allo scadere della fase transitoria concordata tra l’UE e il Regno Unito.

L’accordo commerciale riprende gran parte dei diritti e doveri rilevanti ai fini commerciali contenuti negli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’UE: l’accordo di libero scambio, l’accordo sugli appalti pubblici, quello sulla lotta contro la frode, l’accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (MRA), l’accordo agricolo e l’accordo sulle agevolazioni doganali e sulla sicurezza doganale. Alcuni di questi accordi si basano (prevalentemente o in parte) sull’armonizzazione o sul riconoscimento dell’equivalenza delle norme svizzere ed europee (accordo sulle agevolazioni doganali e sulla sicurezza doganale, alcuni capitoli dell’accordo agricolo tra cui l’allegato detto «accordo veterinario» e alcune parti dell’accordo MRA) e a questo stadio non possono essere ripresi nella loro interezza.

Oltre all’accordo commerciale, la Svizzera e il Regno Unito ne hanno conclusi altri nel contesto della strategia «Mind the gap»: sul traffico aereo, sulle assicurazioni, sul traffico stradale, sui diritti dei cittadini; nonché due accordi limitati nel tempo, uno sul mutuo ingresso di persone fisiche sui rispettivi mercati del lavoro e un altro sul coordinamento delle assicurazioni sociali.

Dal 1° gennaio 2021 le relazioni tra la Svizzera e il Regno Unito saranno disciplinate da nuovi accordi bilaterali. In settori importanti come il commercio o la migrazione, finora la Svizzera si basava sugli accordi bilaterali Svizzera-UE. Poiché dall’inizio del 2021 questi ultimi non saranno più applicabili al Regno Unito, il Consiglio federale ha concluso nuovi accordi: con la sua strategia «Mind the gap» mira a evitare lacune giuridiche e a salvaguardare i diritti e gli obblighi reciproci.

Il 31 dicembre, undici mesi dopo l’uscita del Regno Unito dall’UE – la cosiddetta Brexit – giunge a termine il periodo di transizione concordato tra Londra e Bruxelles. Il Regno Unito lascerà quindi il mercato interno e l’unione doganale dell’UE, e gli accordi internazionali dell’UE non saranno più validi per il Regno Unito. In conseguenza inizierà una nuova fase anche per le relazioni tra la Svizzera e il Regno Unito. Se infatti gli accordi bilaterali Svizzera-UE sono rimasti validi per il Regno Unito durante il periodo di transizione, con l’anno nuovo non lo saranno più. Da quel momento si applicheranno i nuovi regolamenti previsti, in particolare vari accordi tra la Svizzera e il Regno Unito 

Per la Svizzera queste soluzioni sono il risultato della strategia «Mind the gap» del Consiglio federale, adottata nell’ottobre del 2016 – pochi mesi dopo il voto popolare britannico sulla Brexit del 23 giugno – il cui obiettivo era mantenere, ove possibile, ed eventualmente ampliare i diritti e gli obblighi vigenti tra il nostro Paese e il Regno Unito. Per coordinare i lavori il Consiglio federale ha istituito un gruppo direttivo interdipartimentale sotto la guida dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

La Svizzera e Regno Unito sono riusciti ad assicurare in larga misura il prosieguo del loro attuale rapporto giuridico. Complessivamente il Consiglio federale ha negoziato sette accordi con il Governo britannico.

  • L’Accordo sui trasporti aerei (entra in vigore il 1° gennaio 2021).
  • L’Accordo sul trasporto stradale stabilisce (entra in vigore il 1° gennaio 2021)
  • L’Accordo sulle assicurazioni (entra in vigore il 1° gennaio 2021)
  • L’Accordo commerciale traspone vari accordi fondamentali con l’UE nei rapporti tra Svizzera e Regno Unito, tra cui l’Accordo di libero scambio (1972), l’Accordo sugli appalti pubblici (1999), l’Accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (1999), l’Accordo sul commercio agricolo (1999) e l’Accordo sulla lotta contro la frode (2004). (entra in vigore il 1° gennaio 2021)
  • L’Accordo sui diritti dei cittadini tutela i diritti delle Svizzere e degli Svizzeri nel Regno Unito acquisiti in virtù dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC): il diritto di soggiorno, i diritti in materia di assicurazioni sociali e il riconoscimento delle qualifiche professionali. Lo stesso vale per le cittadine e i cittadini britannici in Svizzera. (entra in vigore il 1° gennaio 2021)
  • L’Accordo sulla mobilità dei servizi (entra in vigore il 1° gennaio 2021)
  • L’Accordo di cooperazione in materia di polizia. L’accordo dovrebbe entrare in vigore nella seconda metà del 2021.

Svizzera e Regno Unito hanno lavorato per plasmare le loro relazioni future anche al di là di questi sette accordi. Una dichiarazione congiunta del 30 giugno 2020, per esempio, prevede una cooperazione più intensa nel campo dei servizi finanziari. Con un’altra dichiarazione del 21 dicembre 2020 la Svizzera e il Regno Unito si dicono intenzionati a esplorare nuove vie per rafforzare la cooperazione nel settore della migrazione. L’Accordo commerciale prevede inoltre che i due Paesi avviino colloqui sullo sviluppo e l’approfondimento delle relazioni economiche e commerciali.

Poiché alla fine dell’anno la libera circolazione delle persone tra la Svizzera e il Regno Unito non sarà più in vigore, dal 1° gennaio 2021 l’accesso al mercato del lavoro sarà regolato dalle rispettive normative nazionali. Per la Svizzera si applica la legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI). Per il 2021 il Consiglio federale ha stabilito contingenti separati per lavoratori provenienti dal Regno Unito (3’500).

La soluzione non è fermare l’attività di tutte le aziende: l’economia siamo tutti noi

Comunicato stampa congiunto a firma di Cc-Ti, ABT, AITI, SSIC-TI e UAE

Premesso che la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori rappresenta un obiettivo primario ed indiscusso, le associazioni economiche ticinesi si oppongono fermamente ad una chiusura generalizzata delle attività lavorative come proposto dal sindacato UNIA.
In primis, non è sul posto di lavoro che avvengono principalmente i contagi, anzi. Secondariamente una chiusura generalizzata creerebbe un danno economico enorme, con pesanti conseguenze anche sugli anni a venire.

Le associazioni firmatarie del presente comunicato ribadiscono che la gestione della crisi sanitaria rappresenta una priorità della nostra politica e che la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori rimane un obiettivo fondamentale da perseguire.

Proprio per questa ragione negli ambienti di lavoro sono state introdotte chiare regole di tutela comportamentali atte a evitare i contagi. Si pensi ai piani puntuali di protezione differenziati per settore, alle dettagliate raccomandazioni della Seco per i datori di lavoro nelle quali si fissano e si ribadiscono direttive quali, ad esempio, l’obbligo della mascherina, le distanze, l’installazione di divisori tra le postazioni, l’invito a ricorrere al telelavoro, ecc..

Grazie a queste norme oggi sappiamo che non è sul posto di lavoro che avvengono principalmente i contagi.

Ne consegue che, laddove esistono chiare ed efficaci regole, non è opportuno introdurre divieti generalizzati di attività.

Tali divieti, come indicato, non otterrebbero infatti comunque l’obiettivo dichiarato e, per contro, causerebbero pesanti e preoccupanti effetti collaterali alla nostra economia e ai posti di lavoro.

Inoltre, nonostante le parziali e settoriali misure di chiusura ormai già in vigore da settimane, non si notano purtroppo effetti rilevanti sulla curva dei contagi.

Ciò permette perlomeno di sollevare dubbi sull’efficacia di tali misure.

Per queste ragioni le associazioni firmatarie del presente comunicato ritengono sproporzionato introdurre un lock down per tutte le attività cosiddette “non indispensabili”.

Anche perché non si ravvisa un chiaro criterio per stabilire quando un’attività non sarebbe indispensabile. Per ogni lavoratore e lavoratrice, come per ogni imprenditore, la propria attività è certamente indispensabile. Ogni posto di lavoro, ogni azienda sul nostro territorio, contribuisce infatti a creare e mantenere, in silenzio ma molto concretamente, quel benessere al quale siamo abituati. Nemmeno nella primavera dello scorso anno, durante la prima ondata, la Svizzera ha optato per un lock down generalizzato e totale; anche attualmente paesi come la Germania o l’Inghilterra permettono lo svolgersi di numerose attività professionali.

La Svizzera e l’Italia firmano un nuovo accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri

Il 23 dicembre 2020 la Svizzera e l’Italia hanno firmato a Roma un nuovo accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri e un Protocollo che modifica la Convenzione per evitare le doppie imposizioni.

Il nuovo accordo sostituirà quello attualmente in vigore, risalente al 1974, migliorerà sensibilmente l’attuale dispositivo di imposizione dei frontalieri e contribuirà a mantenere le buone relazioni bilaterali tra i due Paesi.

Il nuovo accordo è stato firmato dalla segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, Daniela Stoffel, e dal viceministro italiano dell’economia e delle finanze, Antonio Misiani. Verificata l’impossibilità di firmare il testo così come parafato nel 2015, quest’anno sono ripresi i colloqui tra la Svizzera e l’Italia che hanno portato, negli ultimi mesi, a modifiche del precedente progetto di accordo che rappresentano una soluzione soddisfacente per entrambe le parti.

Il processo di definizione dell’accordo è stato accompagnato da consultazioni con le autorità dei Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese, nonché con le organizzazioni sindacali e l’Associazione dei comuni italiani di frontiera. L’entrata in vigore del nuovo accordo richiede la ratifica dei Parlamenti di entrambi i Paesi.

Gli aspetti principali sono i seguenti.

  • Regime ordinario: l’imposta che lo Stato in cui viene svolta l’attività lavorativa applicherà sul reddito da lavoro dipendente per i nuovi frontalieri passerà all’80 per cento, contro il 70 per cento previsto inizialmente nel progetto di accordo parafato nel 2015. I nuovi frontalieri saranno assoggettati ad imposizione in via ordinaria anche nello Stato di residenza, che eliminerà la doppia imposizione. Coloro i quali entrano nel mercato del lavoro come frontalieri a partire dalla data di entrata in vigore dell’accordo saranno considerati come “nuovi frontalieri”.
  • Regime transitorio: coloro i quali lavorano o hanno lavorato nei Cantoni dei Grigioni, del Ticino o del Vallese nel periodo compreso tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del nuovo accordo rientrano nel regime transitorio applicabile agli “attuali frontalieri”. Gli attuali frontalieri continueranno a essere assoggettati ad imposizione esclusivamente in Svizzera. La Svizzera verserà fino alla fine del 2033 una compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani di confine pari al 40 per cento dell’imposta alla fonte prelevata dalla Svizzera. Dopo questa data, la Svizzera conserverà la totalità del gettito fiscale.
  • Definizione di frontaliere: il nuovo accordo fornisce una definizione di “lavoratore frontaliere” che include i lavoratori che risiedono entro 20 km dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio. Essa si applica a tutti i frontalieri (nuovi e attuali) a partire dall’entrata in vigore dell’accordo.
  • Clausola antiabuso: il nuovo accordo contiene una disposizione finalizzata a impedire i potenziali casi di abuso in relazione allo status di “attuale frontaliere”.
  • Reciprocità: l’accordo si fonda sul principio di reciprocità.
  • Riesame: l’accordo sarà sottoposto a riesame ogni cinque anni. Inoltre, una clausola dispone che siano previste consultazioni ed eventuali adeguamenti periodici in materia di lavoro agile/telelavoro.

In occasione della firma dell’accordo, la Svizzera e l’Italia hanno anche effettuato uno scambio di lettere, inteso a precisare l’interpretazione di determinate disposizioni del nuovo accordo sui frontalieri e a garantirne la corretta applicazione. In particolare si conferma che il prelievo alla fonte è il solo metodo di imposizione applicabile ai lavoratori frontalieri.

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© Comunicato stampa integrale del Dipartimento federale delle finanze – 23.12.2020

«I ripetuti “stop and go” fanno male all’economia»

Intervista di Gianni Righinetti al Direttore Luca Albertoni, apparsa sul Corriere del Ticino il 22.12.2020

Luca Albertoni da oggi scatta lo stop per la ristorazione fino al prossimo 22 gennaio. Il settore, fondamentalmente, paga per tutti l’avanzata dei contagi?

«L’impressione è purtroppo questa ed è demoralizzante per un settore, che, come tutti gli altri, ha compiuto ingenti sforzi sia organizzativi che finanziari per implementare le misure di sicurezza richieste dalle autorità. Se pensiamo ad esempio agli assembramenti incontrollati nei trasporti pubblici e negli spazi pubblici comuni, la sproporzione della misura appare ovviamente manifesta. In questo contesto mi preme sottolineare come tutti i settori economici, aziende grandi e piccole, abbiano dato il massimo per garantire la sicurezza, tanto che il luogo di lavoro è ritenuto responsabile dei contagi in misura assai ridotta. Di questo dato effettivo, troppo spesso, non si tiene conto».

La ristorazione, per effetto del rilassamento natalizio e in vista del capodanno, poteva davvero diventare fonte di focolai a raffica?

«In un contesto in cui vengono garantite le misure dettate dalle Autorità, sono i comportamenti individuali a fare la differenza. Se i singoli non rispettano le regole, allora tutto diventa problematico, e la fonte dei focolai poco identificabile. Esperti improvvisati ce ne sono fin troppi e io non faccio parte di questa schiera, perché ritengo che questo virus vada affrontato con serietà e soprattutto umiltà. È però lecito porsi la domanda: una cena di 4 persone in un ristorante con le distanze e tutte le misure di igiene è più pericolosa di un/una cenone/festa in un contesto privato senza precauzioni? È l’Autorità a doversi fare la domanda e dare la risposta».

A nessuno sfugge che questo ramo economico funge da motore per tanti altri. Teme che le ricadute negative a catena saranno molte e pesanti?

«Abbiamo la fortuna di avere un tessuto economico diversificato, per cui spesso le difficoltà di un settore sono compensate da altri. Ricordo, ad esempio, che durante il lockdown primaverile l’industria fortunatamente ha potuto continuare a lavorare, seppure a ritmi ridotti, in tutta sicurezza, rivelandosi fondamentale per il mantenimento di un sostenibile andamento economico generale. Nel caso concreto, se si riuscirà a far continuare a funzionare il sistema economico senza troppe limitazioni, si potrebbero limitare i danni. È ovvio che in un meccanismo complesso e interconnesso come quello economico, ogni piccolo ingranaggio che si blocca ha conseguenze su molti altri. Vale per tutti i settori, nessuno escluso».

Dicembre doveva essere il mese buono per tentare di permettere all’economia di chiudere l’anno con il sorriso. E invece rischia di essere un mese poco positivo. Quanto peserà sul bilancio annuale?

«L’impatto sarà certamente negativo, quantificarlo esattamente al momento attuale è difficile, anche perché i parametri ai quali fare riferimento per delle previsioni cambiano continuamente. L’economia svizzera e quella ticinese, che segue le tendenze nazionali, sono riuscite, tutto sommato a limitare i danni nel 2020 e l’andamento è stato, per certi versi, meno negativo del previsto. Il livello delle esportazioni è riuscito, ad esempio, a risollevarsi su livelli buoni. Occorre però ragionare su un termine più lungo di quello annuale, visto che vi sono ancora molte aziende in lavoro ridotto. Inoltre, i prestiti COVID hanno dato un sostegno molto utile a parecchie aziende per sopravvivere, ma esse ora si trovano indebitate. Non sto parlando di quelle imprese considerate “decotte” e che avrebbero terminato il loro cammino per evoluzione naturale delle cose, ma di imprese sane che finora non avevano alcun debito e hanno dovuto, verosimilmente, erodere le proprie riserve. È una realtà che rischia di avere un peso specifico significativo».

Il 2021 partirà con il freno a mano tirato all’insegna della più grande incertezza. Come si può avere fiducia in questo contesto?

«Gli imprenditori sono abituati a confrontarsi con ogni genere di difficoltà e la grande voglia di lavorare e di recuperare dimostrata in questi mesi è la migliore garanzia in questo senso. Evidentemente i ripetuti “stop and go”, celebri nel contesto della Formula 1 per aumentarne l’elemento spettacolare, non si adattano all’economia, che si ritrova a dover quasi vivere alla giornata. L’impossibilità di pianificare su un termine, non dico lungo ma almeno medio, è un veleno pericoloso per tutti i settori. Penso, ad esempio, agli investimenti, fondamentali per rimanere competitivi e quindi anche assicurare l’occupazione. È un peccato perché le aziende ticinesi, negli scorsi anni, avevano dimostrato una grande propensione agli investimenti, spesso superiore alla media degli altri cantoni. Ma in queste condizioni diventa, oggettivamente, molto più difficile».

Le previsioni della Segreteria di Stato per l’Economia (SECO) sono però positive per l’anno a venire. Lei ci crede?

«Le previsioni, purtroppo o per fortuna, sono spesso fatte per essere smentite. Quelle pubblicate finora partono dal presupposto che la situazione epidemiologica rientri in parametri più controllabili e quindi sostenibili. Su questa visione nutro qualche serio dubbio, a corto termine. Gli esperti non avevano previsto un impatto così forte della seconda ondata che stiamo vivendo. Le nostre aziende, per fortuna, vivono di professionalità ed esperienza e non di previsioni. Tutto dipenderà, ancora una volta, dalle misure che saranno prese dalle Autorità. Si parla anche di possibile effetto rimbalzo, cioè una forte crescita dei consumi quando la situazione sul fronte della salute si calmerà. Penso sia più un auspicio che una certezza».

Da Berna e dal Ticino sono giunte decisioni chiare su chiusure e limitazioni. Dal vostro punto di vista si può dire che ci sia stata altrettanto chiarezza sugli aiuti puntuali?

«In generale nel nostro paese siamo messi piuttosto bene, gli aiuti sono importanti, effettivi e rapidi, pur avendo dovuto calibrarli a situazioni non contemplate dalla legislazione. Purtroppo, a volte, la questione degli aiuti segue solo in un secondo tempo quella delle limitazioni e in questo senso forse manca una strategia che tenga conto di entrambi gli aspetti in modo parallelo alle decisioni. Forse è più “facile” e immediato prevedere le limitazioni, ma la giusta attenzione alla salvaguardia del settore sanitario non deve distogliere dall’obiettivo di salvare un sistema economico di cui beneficiamo tutti. Non si tratta di fare regali, ovviamente, ma certamente è necessaria la massima attenzione sugli effetti finanziari di ogni singola misura restrittiva. Limitazioni e aiuti devono procedere di pari passo».

Per quanto concerne il Ticino domani si conosceranno le regole per i casi di rigore. Siete stati consultati? Sapete già cosa proporrà il Consiglio di Stato?

«Non vi è stata una consultazione formale, probabilmente perché si intende prendere come riferimento l’attuale base legale federale. Non mi aspetto quindi particolari sorprese rispetto ai settori praticamente fermi e già definiti come destinatari (come gli organizzatori di eventi, le agenzie di viaggio, ecc.). Tuttavia, nessun settore deve venire escluso a priori se adempie le condizioni. Dal nostro cantone ci aspettiamo anche un approccio coraggioso, come stanno facendo altri cantoni, che hanno previsto aiuti a fondo perso oltre i parametri stabiliti dal diritto federale. Penso ad esempio a Ginevra, Vaud o Argovia».

Dal week-end anche in Svizzera abbiamo qualche certezza in più sul vaccino. Questo può aiutare l’economia o l’incertezza dettata dal virus finirà per tarpare le ali ancora per mesi e mesi?

«Il nostro primo pensiero è per le persone a rischio che potranno finalmente, con ogni probabilità, riconquistare lentamente una serenità quotidiana e diminuire le complicazioni per la propria salute. È chiaro che ogni elemento che permette di recuperare una certa normalità sarà certamente d’aiuto. Da quanto abbiamo appreso gli effetti del vaccino, in generale, si vedranno però solo dopo mesi. Con queste premesse, penso che anche nel 2021 faremo i conti con una grande incertezza legata alla situazione sanitaria, sperando che essa sarà comunque più facilmente gestibile. Incertezza forse ridotta ma che comunque continuerà ad avere, purtroppo, un impatto importante sulla ripresa della nostra economia. Un miglioramento, sebbene non risolutivo, sarebbe comunque fondamentale, per ridare al nostro tessuto cantonale e nazionale la spinta necessaria per uscire dalla continua gestione di crisi e potersi dedicare maggiormente a progetti più positivi e propositivi. Il vaccino non sarà comunque la panacea di ogni male, purtroppo. Le persone e le aziende saranno ancora, per tanto tempo, chiamate a fare la differenza».

Le aziende sono fatte di persone

Intervista ad Andrea Gehri, che dal 1° gennaio 2021, assumerà la carica di Presidente Cc-Ti.

Dal gennaio prossimo, lei succederà a Glauco Martinetti alla presidenza della Cc-Ti, in un momento tutt’altro che semplice per la nostra economia. Non ci siamo ancora ripresi dalle pesanti conseguenze della prima ondata del Coronavirus ed ecco che il nuovo aumento dei contagi porta il rischio di un secondo lockdown generalizzato. Come intende affrontare questa sfida per la Cc-Ti?

Come andiamo ripetendo da quando siamo confrontati con il Coronavirus, il rispetto per le esigenze sanitarie e la salute di cittadine e cittadini è ovviamente prioritario. Detto questo, sono necessarie anche altre riflessioni, perché resta comunque centrale la questione di trovare un equilibrio fra le menzionate esigenze e quelle economiche. Perché, detto magari un po’ brutalmente, se l’economia si ferma o anche solo rallenta, come possono venire generati i mezzi per far funzionare il sistema, compreso quello sanitario? Chi asserisce che gli imprenditori pensano solo al soldo, si sbaglia di grosso. Persone e aziende avanzano su binari paralleli, le aziende sono fatte di persone e dalle persone, quindi la priorità della salute è sempre in primo piano. Fatta certa questa considerazione, il benessere della popolazione dipende anche dall’andamento economico del Paese. Non bisogna dimenticare che le nostre famiglie, la nostra società deve avere anche certezze economiche per sostenere e fronteggiare le tante scadenze personali. Ripeto. Le persone e l’economia devono sostenersi nella protezione reciproca per avere un futuro comune in positivo e sereno. L’economia siamo tutti noi, cittadine e cittadini parte di un solo sistema e considerare l’economia come qualcosa di astratto addirittura ostile è un errore, purtroppo comune, ma gravissimo. Possiamo asserire che le imprese hanno dimostrato grande senso di responsabilità, investendo molto sulla sicurezza e sulle richieste misure di protezione, tanto che è piuttosto raro che ci si ammali sul lavoro. Le mancanze di alcuni non devono fare da esempio. Peccato che di questo non si tenga abbastanza conto e si tenda a criminalizzare tutti sulla base di qualche episodio non giustificabile in alcun modo, predisponendo poi misure a volte non commisurate, contradditorie e discutibili. Se il comportamento del singolo fuori dal contesto lavorativo non è disciplinato, accanirsi sulle attività economiche ha poco senso ed è dannoso per tutti.

La sua azienda, la Gehri Rivestimenti SA, è rappresentativa della rapida evoluzione tecnologica del settore dell’artigianato ma anche di quel ricco e diversificato tessuto di piccole e medie imprese che ha fatto la fortuna della Svizzera e del Ticino. Oggi però è soprattutto sulle PMI che si scarica la pressione della crisi generale provocata dal COVID-19, col rischio di minarne la forza e le potenzialità.

Dobbiamo riconoscere che finora le autorità si sono mosse rapidamente e in modo efficace, in particolare durante la prima ondata COVID-19. È comunque articolato proporre soluzioni perfette per esigenze immensamente diversificate. Le azioni d’emergenza messe in atto hanno aiutato a tamponare e limitare i danni, hanno sorretto un sistema preso alla sprovvista e disorientato da una realtà impensabile. L’andamento economico avrebbe potuto soffrire ancora più pesantemente di quanto la realtà del momento si è poi dimostrata. A Attenzione, non illudiamoci in nessun modo che la situazione sia sotto controllo. Non dobbiamo dimenticare che molte aziende sono ancora in regime di lavoro ridotto e che tante PMI, che non erano indebitate sino a quest’anno, hanno dovuto attingere a riserve non sempre ingenti e, alla fine, hanno dovuto ripiegare sugli aiuti per poter sopravvivere. Gli imprenditori hanno, e stanno, lottando per mantenere “in corsa” le proprie attività. Aggiungere, in un periodo come questo, una grande pressione quale è un debito aziendale per un imprenditore è segno di grande responsabilità. Serietà verso i propri collaboratori e le loro famiglie, e serietà verso un territorio che conta su queste tutte figure fondamentali. I prossimi mesi metteranno ancora a dura prova la realtà economica del nostro Paese. Quanto faticosamente raggiunto e assicurato nei tanti mesi di pandemia già trascorsi rischia di essere nuovamente messo in discussione. Il mondo intero si muove intorno a noi con misure e modalità nuove e non sempre facilmente sostenibili per le aziende più piccole. Abbiamo imparato a reinventarci, a lavorare duramente per mantenere gli accordi e la qualità che ci rappresentano da sempre, stiamo costruendo una nuova realtà nell’interesse di tutti i settori per restare concorrenziali e presenti sui mercati. È con questo intento che le realtà aziendali volgono il proprio sguardo verso coloro che, sopra tutti, devono aiutarci a fare il nostro bene. Sottolineo che è assolutamente necessaria una seria e propositiva riflessione sui criteri dei casi di rigore e sugli aiuti a fondo perso, senza i quali molte attività di base in taluni settori economici finora sani rischieranno di dover chiudere. Quanto deve essere messo a disposizione non può essere un’incudine che trascina a fondo un sistema già duramente messo alla prova, ma una rete di protezione che permetta alle nostre aziende di ricominciare, riprendere, rispondere alle nuove sfide. La ripartenza dell’economia si materializzerà, siamone certi, e allora dovremo disporre di un tessuto economico agile e in salute, pronto per la ripresa.

Nell’ultimo studio del Credit Suisse sui Cantoni più attrattivi per le aziende, il Ticino si è piazzato in fondo alla classifica, al 23esimo posto. Come spiega questa valutazione? Un segnale allarmante per il futuro della nostra economia?

La valutazione dei tanti studi che vengono fatti non risponde mai a una teoria univoca. La stessa posizione del Ticino dipende dal tipo di studio che viene condotto. Quello menzionato ci colloca da anni in fondo alla classifica soprattutto per tre motivi: il territorio considerato non facilmente raggiungibile (almeno fino a oggi), con debolezze nelle infrastrutture legate alla mobilità, una certa scarsità di personale qualificato reperibile all’interno dei confini cantonali e nazionali e un’attrattiva fiscale relativa. I miglioramenti portati da Alptransit e l’entrata in vigore della riforma fiscale, voluta dal popolo, potrebbero far mutare, direi, “arricchire ” alcuni di questi parametri. Non è mai una classifica che può definire la forza di un’economia in quanto tale, ma si riferisce piuttosto a quelle che comunemente chiamiamo “condizioni- quadro”. E più in generale, abbiamo dimostrato in tante occasioni di essere un Cantone che raggruppa e produce un valore aggiunto di tutto riguardo. Tutto migliorabile come per ogni cosa, ma certamente in grado di dimostrare grandi capacità e imprenditorialità di rilievo. Allarmante per la nostra economia sarebbe non mantenere e implementare le condizioni quadro che permettono il successo del nostro Paese.

La Cc-Ti sostiene da sempre la linea del dialogo tra le parti sociali e il confronto dialettico col mondo politico come metodo per la soluzione dei conflitti e come approccio costruttivo per la crescita economico-sociale del Cantone. Ritiene ci siano ancora le condizioni per questo spirito di collaborazione o prevarranno invece gli irrigidimenti e le contrapposizioni che hanno contrassegnato questi ultimi anni?

La Cc-Ti crede fermamente nel dialogo e nella possibilità di una seria mediazione propositiva per entrambe le parti in causa. La nostra associazione si è sempre, e continuerà anche in futuro, fatta voce delle tante esigenze del nostro territorio economico, dalle aziende alle associazioni di categoria fungendo da punto di riferimento dell’economia in Ticino.
La capacità di ascolto delle parti sociali, della politica, e quindi la possibilità di un confronto costruttivo, sembra purtroppo essere scemata, lasciando strada a un atteggiamento e una pericolosa abitudine di individuare l’economia, rispettivamente le aziende, come la causa di tutti i mali. Come unica variabile da modificare, punire per sanare tutti i problemi. Pericoloso lasciar avanzare una tale negativa tendenza! Anche in situazioni delicate come quella che stiamo affrontando, non vedo purtroppo segnali di apertura in questo senso, e questo mi rattrista e mi preoccupa molto. Esistono difficoltà che si possono risolvere solamente concertando le intenzioni e inseguendo un intento comune. “Un soldato da solo non può fare la guerra” e anche noi, proprio perché non abbiamo questa presunzione, ricerchiamo sempre negli altri attori di questo mondo economico, degli interlocutori seri e propositivi. Quasi sempre, anzi troppo spesso, restiamo soli al fronte. Noi continueremo, nel rispetto dei ruoli e delle persone, a sottolineare le grandi qualità della nostra economia cantonale, a proporre progettualità e a metterci a disposizione per la soluzione dei problemi reali, cercando di non entrare nelle polemiche artificiose prive di fondamento.
Ma tutto questo, come detto, presuppone una capacità di ascolto che oggi non mi sembra di percepire. L’unità di intenti emersa e tangibile nel corso dell’emergenza del primo lockdown si è purtroppo rapidamente affievolita per poi perdersi. Sarebbe stata l’occasione per ricostruire un dialogo permanente. Peccato.

Nuove modifiche

Con l’inizio del nuovo anno, tra qualche giorno, entrano in vigore normative diverse.

  • Rendiconto IVA easy: con l’apposita applicazione i contribuenti possono allestire a partire dal 1° gennaio 2021 i rendiconti dell’Imposta sul valore aggiunto

Misure del Consiglio Federale e del Consiglio di Stato

La lista di tutte le misure adottate nel corso della pandemia Covid-19 in ordine temporale. Articolo aggiornato periodicamente.

Aggiornamento del 30 dicembre 2020

Coronavirus: il Consiglio federale rinuncia a inasprire i provvedimenti

Aggiornamento del 18 dicembre 2020

Coronavirus – Disposizioni cantonali per le festività
Flyer – Disposizioni particolari in vigore dal 22 dicembre al 22 gennaio 2021

Coronavirus: il Consiglio federale inasprisce i provvedimenti e chiude ristoranti e strutture per la cultura, il tempo libero e lo sportMISURE VALIDE DAL 22.12.2020
Coronavirus: il Consiglio federale adegua l’ordinanza casi di rigore e l’ordinanza perdita di guadagno
Coronavirus: rafforzato il sostegno al settore della cultura
Coronavirus: il Consiglio federale disciplina i dettagli per i contributi a fondo perso a favore dello sport di squadra
Coronavirus: proroga e ripristino delle misure in materia di indennità per lavoro ridotto

Aggiornamento dell’11 dicembre 2020

Coronavirus – Adattamento delle disposizioni cantonali
Coronavirus: chiusura alle 19, come pure la domenica e nei giorni festivi – Consiglio Federalemisure in vigore dal 12.12.2020
Coronavirus: Il Consiglio federale vuole ampliare le possibilità di sostegno alle imprese – Consiglio Federale

Aggiornamenti del 7 e 8 dicembre 2020

Risoluzione del 7 dicembre del Consiglio di Stato
Coronavirus: la situazione peggiora – il Consiglio federale prepara ulteriori provvedimenti – 8.12.2020

Aggiornamento del 4 dicembre 2020

Coronavirus: il Consiglio federale esorta i Cantoni con un’evoluzione negativa ad agire subito e decide ulteriori provvedimenti

Aggiornamento del 25 novembre 2020

Risoluzione governativa del Consiglio di Stato – misure valide dal 1° al 18 dicembre 2020
Coronavirus: Il Consiglio federale adotta l’ordinanza COVID-19 sui casi di rigore – Consiglio Federale

Aggiornamento del 18 novembre 2020

Coronavirus: il Consiglio federale adegua i provvedimenti di sostegno per affrontare la seconda ondata – Consiglio Federale

Aggiornamento del 17 novembre 2020

Nuova Ordinanza Covid-19 per la cultura in vigore fino al 2021

Aggiornamento dell’11 novembre 2020

Disposizioni del Consiglio di Stato – valide dall’11.11.2020

Coronavirus: rinnovati i provvedimenti nel settore della previdenza professionale

Aggiornamento dell’8 novembre 2020

Disposizioni del Consiglio di Stato – valide dal 9.11.2020

Aggiornamento del 4 novembre

Coronavirus: il Consiglio federale emana direttive a favore dello sport di squadra – Consiglio Federale

Coronavirus: prolungamento del diritto all’indennità di perdita di guadagno anche per i lavoratori indipendenti e le persone in posizione assimilabile a quella di un datore di lavoro indirettamente colpiti – Consiglio Federale

Coronavirus: il Consiglio federale decide un nuovo impiego dell’esercito per appoggiare la sanità pubblica – Consiglio Federale

Aggiornamento del 30 ottobre

Coronavirus: adattamento delle disposizioni cantonali

Aggiornamento del 28 ottobre

Coronavirus: ulteriori provvedimenti per contenere l’epidemia, introduzione di test rapidi e nuove disposizioni sulla quarantena per chi viaggia – Consiglio Federale – MISURE VALIDE DAL 29.10.2020

Coronavirus: già pronte le misure per ridurre l’impatto economico della pandemia – Consiglio Federale

Coronavirus: indennità per lavoro ridotto per i collaboratori su chiamata – Consiglio Federale

Aggiornamento del 26 ottobre

Risoluzione governativa del Consiglio di Stato del Cantone Ticino – misure valide dal 27 risp. 28 ottobre 2020 al 30 novembre 2020

Aggiornamenti del 16, 18 e 19 ottobre

Coronavirus – Adattamento delle misure cantonali – 19.10.2020

Risoluzione del Consiglio di Stato – misure in vigore dal 19 al 30.10.2020

Limitazioni per le manifestazioni private, divieto di assembramenti di più di 15 persone nello spazio pubblico, estensione dell’obbligo della mascherina e telelavoro – Consiglio Federale

Aggiornamento dell’8 ottobre

Disposizioni cantonali – del Consiglio di Stato del Canton TicinoVALIDE DAL 9 OTTOBRE 2020 ALLE ORE 19.00
Coronavirus: il Consiglio federale decide nuove regole per le attestazioni del diritto di voto nei referendum facoltativi

Aggiornamento del 2 ottobre

Coronavirus – Disposizioni cantonali valide fino al 19 ottobre 2020

Aggiornamento del 25 settembre

Coronavirus: il Consiglio federale intende sostenere l’export

Aggiornamento dell’11 settembre 2020

Coronavirus – Disposizioni cantonali valide fino al 5 ottobre 2020

Aggiornamento dell’11 settembre 2020

Coronavirus: indennità di perdita di guadagno per il coronavirus: prolungamento in determinati casi – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: niente quarantena al rientro da una regione di confine – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 3 settembre 2020

Coronavirus – Disposizioni cantonali valide fino al 21 settembre 2020
Coronavirus e rientri da Paesi con rischio elevato di contagio – comunicato stampa del Dipartimento della sanità e della socialità

Aggiornamento del 2 settembre 2020

Nuovo coronavirus: grandi manifestazioni nuovamente consentite, ma a severe condizioni – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: Confederazione e Cantoni valutano allentamenti economici mirati in casi specifici – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 26 agosto 2020

Il Consiglio federale prolunga la sospensione delle esecuzioni per le agenzie di viaggi – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: prolungamento delle semplificazioni nell’ambito dell’AD – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 19 agosto 2020

Coronavirus – Disposizioni cantonali valide fino al 7 settembre 2020

Aggiornamento del 12 agosto 2020

Coronavirus: le grandi manifestazioni nuovamente possibili da ottobre a severe condizioni e previa autorizzazione – comunicato stampa del Consiglio federale
CF – Coronavirus: il Consiglio federale approva la seconda aggiunta straordinaria al preventivo 2020 – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni: semplificazione della procedura di richiesta – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: Assicurazione contro la disoccupazione: modifica dell’ordinanza COVID-19 AD – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: il Consiglio federale adotta il messaggio concernente la legge COVID-19 – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 10 agosto

Informazioni relative all’apertura delle scuole del Cantone Ticino – Informazioni del DECS

Aggiornamento del 6 agosto 2020

Coronavirus – Disposizioni cantonali valide fino al 24 agosto 2020

Aggiornamento del 16 luglio 2020

Coronavirus – Disposizioni cantonalivalide dal 20 luglio fino al 9 agosto 2020

Aggiornamento del 3 luglio 2020

Disposizioni del Consiglio di Statovalide dal 3 al 19 luglio 2020

Aggiornamento del 1° luglio 2020

Coronavirus: obbligo della mascherina sui mezzi pubblici, quarantena per i viaggiatori provenienti da regioni a rischio, revoca di determinate restrizioni d’entrata dal 20 luglio – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 26 giugno 2020

Coronavirus: i lavoratori provenienti da Stati terzi possono essere riammessi – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: spese per i test a carico della Confederazione e app SwissCovid disponibile dal 25 giugno – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 22 giugno 2020

Coronavirus: ampia normalizzazione e semplificazione delle regole di base per la protezione della popolazione – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: il Consiglio federale apre la consultazione sulla legge COVID-19 – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 12 giugno 2020

Coronavirus: la Svizzera sopprime per tutti gli Stati UE/AELS le restrizioni legate al COVID – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 6 giugno 2020

Coronavirus: il Consiglio federale decide ampi allentamenti dal 6 giugno – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: la Svizzera apre le frontiere con tutti gli Stati UE/AELS il 15 giugno – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 2 giugno 2020

Coronavirus: aggiornamento sull’apertura unilaterale delle frontiere da parte dell’Italia – comunicato stampa dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta

Aggiornamento del 27 maggio 2020

Coronavirus: il Consiglio federale decide ampi allentamenti dal 6 giugno – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: ulteriore allentamento delle restrizioni d’entrata a partire dall’8 giugno – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 20 maggio 2020

Coronavirus: base legale dell’app SwissCovid – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: finanziamento aggiuntivo per l’assicurazione contro la disoccupazione e graduale abbandono delle misure COVID – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 13 maggio 2020

Coronavirus: la Svizzera concorda con Germania, Austria e Francia l’apertura dei confini – comunicato stampa del Consiglio federale
Coronavirus: approvata l’ordinanza sull’app per il tracciamento di prossimità – comunicato stampa del Consiglio federale

Aggiornamento dell’11 maggio 2020

Circolare aggiornata della SEM ai Cantoni sull’allentamento delle restrizioni d’entrata e di ammissione a partire dall’11 maggio 2020 e relativa attuazione dell’ordinanza 2 sui provvedimenti per combattere il coronavirus (COVID-19) nel trattare le domande di permesso e le notifiche ai sensi dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone

Aggiornamenti dell’8 maggio 2020

Coronavirus – comunicato stampa del Consiglio Federale contenente le informazioni sull’adeguamento dell’ordinanza per consentire la ripartenza nella ristorazione
Ordinanza sui provvedimenti per combattere il coronavirus – strutture di ristorazione
Ordinanza sui provvedimenti per combattere il coronavirus – allentamento delle restrizioni nel settore della migrazione
L’app Swiss PT aiuta a tenere sotto scacco il coronavirus
COVID-19: Quindici valichi di confine saranno riaperti da lunedì – comunicato stampa del Consiglio Federale

Panoramica degli ulteriori valichi di confine aperti da lunedì 11 maggio 2020:

  •  Camedo: dalle ore 05:00 alle ore 09:00 e dalle ore 16:00 alle ore 19:30; dal lunedì al venerdì, esclusi i giorni festivi
  • Ponte Faloppia: dalle ore 05:00 alle ore 09:00 e dalle ore 16:00 alle ore 19:30; dal lunedì al venerdì, esclusi i giorni festivi
  • Pizzamiglio: dalle ore 05:00 alle ore 09:00 e dalle ore 16:00 alle ore 21:00; dal lunedì al venerdì, esclusi i giorni festivi 
  • Brusata: dalle ore 05:00 alle 20:00; dal lunedì al venerdì, esclusi i giorni festivi 

Aggiornamenti del 29 aprile 2020

Coronavirus: ulteriore allentamento dei provvedimentiVALIDE DALL’11 MAGGIO 2020 – comunicato stampa del Consiglio Federale
Ordinanza 2 sui provvedimenti per combattere il coronavirus (COVID-19) (Ordinanza 2 COVID-19) (Fase di transizione 2: scuole, negozi e settore sportivo)
FAQ: coronavirus e raccomandazioni comportamentali
Domande e risposte sui criteri di test e sul tracciamento dei contatti

Aggiornamenti del 22 aprile 2020

Disposizioni del Consiglio di Stato sulle attività economicheVALIDE DAL 27 APRILE AL 3 MAGGIO 2020

Video RSI esplicativohttps://tp.srgssr.ch/p/rsi/embed?urn=urn:rsi:video:12967349&autoplay=false&hideendscreen=1 – (c) della Radiotelevisione svizzera – RSI

Aggiornamenti del 16 aprile 2020

Disposizioni del Consiglio di Stato sulle attività economicheVALIDE DAL 20 AL 26 APRILE 2020

Il Consiglio federale allenta gradualmente i provvedimenti contro il nuovo coronavirus NOVITÀ VALIDE DAL 27 APRILE

Coronavirus: misure per evitare fallimenti – comunicato stampa del Consiglio Federale e relative Ordinanze CHE ENTRANO IN VIGORE DAL 20 APRILEOrdinanza COVID-19 insolvenza e Ordinanza sulle misure nella giustizia e nel diritto procedurale in relazione al coronavirus Ordinanza COVID-19 sulla giustizia e il diritto
procedurale)

Coronavirus: il Consiglio federale allenta le norme sulla dichiarazione delle derrate alimentari – comunicato stampa del Consiglio Federale
Coronavirus: estensione del diritto all’indennità di perdita di guadagno ai casi di rigore – comunicato stampa del Consiglio Federale e relativa Ordinanza sui provvedimenti in caso di perdita di guadagno in relazione con il coronavirus (COVID-19)

Aggiornamenti del 15 aprile 2020

Coronavirus: modifica delle procedure in materia di commesse pubbliche in tempo di crisi epidemiologica – comunicato stampa del Consiglio di Stato e decreto esecutivo

Aggiornamenti dell’8 aprile 2020

Disposizioni del Consiglio di Stato – risoluzione
Coronavirus: adeguamenti nell’ambito dell’indennità per lavoro ridotto e scenari per la congiuntura svizzera – comunicato stampa del Consiglio Federale
Ordinanza sui provvedimenti complementari nel settore dell’assicurazione contro la disoccupazione in relazione al coronavirus – dell’8.4.2020
Coronavirus: il Consiglio federale prolunga i provvedimenti di una settimana e decide un loro graduale allentamento – comunicato stampa del Consiglio Federale

Aggiornamenti del 3 aprile 2020

Il Consiglio federale aumenta a 40 miliardi il volume delle fideiussioni per il sostegno in termini di liquidità – comunicato stampa
Disposizioni del Consiglio di Stato sulla chiusura delle attività economiche – risoluzione
Disposizioni del Consiglio di Stato in merito alle commesse pubbliche – risoluzione

Aggiornamento del 1° aprile 2020

Il Consiglio federale conferma la propria strategia e valuta un’estensione mirata delle prestazioni di sostegno – comunicato stampa

Aggiornamento del 28 marzo 2020

Misure del Consiglio di Stato

Aggiornamenti del 27 marzo 2020

Coronavirus: in casi eccezionali i Cantoni possono richiedere l’adozione di provvedimenti supplementari per un periodo limitato – Com. stampa Consiglio Federale e relativa Ordinanza 2 sui provvedimenti per combattere il coronavirus (COVID-19) (Deroga per Cantoni in particolari situazioni di pericolo)

Coronavirus: traslochi possibili nel rispetto delle prescrizioni dell’UFS – Com. stampa Consiglio Federale

Aggiornamenti del 25 marzo 2020

Coronavirus: le decisioni del Governo restano in vigore – Comunicato stampa del Consiglio di Stato

Coronavirus: ulteriori misure per sostenere l’economia – Comunicato stampa del Consiglio Federale

Misure dovute al coronavirus – Amministrazione federale delle contribuzioni

Aggiornamenti del 21 marzo 2020

Qui di seguito trovate i link alle decisioni del Consiglio federale del 20 marzo 2020 e del Consiglio di Stato ticinese del 21 marzo: ConfederazioneCantone.

Disposizioni delle Autorità del 17.3.2020

Misure del Consiglio di Stato

Disposizioni delle Autorità del 16.3.2020

Misure del Consiglio di Stato

Disposizioni delle Autorità del 14.3.2020

Lettera alle aziende – Misure del Consiglio di Stato

Disposizioni delle Autorità del 13.3.2020

Misure del Consiglio di Stato

Ritrovate l’articolo con tutti i dettagli aggiornati sulle informazioni per le aziende