Pubbliredazionale Cc-Ti del 19.11.2024
Il pubbliredazionale apparso sui quotidiani ticinesi in data odierna ripercorre, con diversi contributi, l’Assemblea Cc-Ti

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L’invidiabile situazione finanziaria della Confederazione, a differenza di altri Stati europei zavorrati da un enorme debito pubblico, l’offerta formativa di ottimo livello, le condizioni quadro e, soprattutto, quella capacità d’innovazione che da anni colloca la Svizzera al primo posto nelle diverse classifiche internazionali. Con il suo intervento alla 107esima assemblea della Cc-Ti, il Professor Lino Guzzella, ha offerto un’analisi a 360 gradi del modello economico svizzero. I punti di forza, ma evidenziando anche i suoi elementi di vulnerabilità, in un quadro di forte concorrenza internazionale e di preoccupanti tensioni geopolitiche che, oltre a generare timori e incertezza, possono condizionare le sorti di un’economia che dipende fortemente dal commercio con l’estero.

Un modello di successo, certamente, ma non acquisito per sempre, nulla è scontato, ha avvertito l’ex rettore e già presidente del Politecnico federale di Zurigo. Perciò, non bisogna mollare la presa. Anzi, visto che il nostro paese può incidere poco sugli inquietanti scenari geopolitici che stanno scuotendo le relazioni tra gli Stati, è più che mai necessario concentrare gli sforzi per salvaguardare e potenziare quei fattori propulsivi che hanno finora garantito la crescita. “Riusciremo a mantenere la nostra prosperità – ha ricordato – solo se possiamo continuare a vendere con successo i nostri prodotti e servizi sul mercato mondiale”.
A cinque anni dal suo primo intervento ad un’assemblea della Camera di commercio, il Professor Lino Guzzella con la sua analisi ha riproposto ora un’articolata visione d’insieme della situazione svizzera, con uno sguardo particolare al Ticino e alle sue potenzialità nel contesto dell’economia nazionale. In questa intervista ripercorriamo col Professor Guzzella i passaggi più importanti della sua relazione, mettendo a fuoco i temi cruciali per il futuro della Svizzera e del Cantone.
“Lo spero, ma non ci sono garanzie di successo. Alcuni sviluppi geopolitici non possono essere influenzati dalla Svizzera. Per questo è ancora più importante concentrarsi sui nostri punti di forza. Si tratta di condizioni quadro politiche ragionevoli, di un uso economico delle entrate fiscali, di un sistema educativo duale che seleziona in modo meritocratico, di un’infrastruttura intatta (trasporti, energia, …) e di molto altro ancora”.
“Il Ticino ha già un vivace ecosistema dell’innovazione, sia nei settori tradizionali (moda, turismo, ecc.) sia in quelli più recenti (biomedicina, sistemi energetici, microelettronica, ecc.). I due centri universitari, USI e SUPSI, che dispongono di eccellenti reti nazionali e internazionali, ne sono il fulcro. L’asse Ticino-Zurigo, che sta assumendo un peso sempre più importante, svolge un ruolo particolare in questo ambito”.
“Queste classifiche vanno sempre trattate con cautela e, inoltre, riflettono solo il passato. Ma sì, la Svizzera ha fatto molte cose bene, ad esempio non ha perseguito una politica industriale eccessiva, ma ha sostenuto la ricerca di base e i progetti pilota. È stato importante che alle imprese esistenti e a quelle nuove fosse concessa una grande libertà per partecipare con successo al mercato globale. Altrettanto importante è stato il sistema di istruzione duale, che ha permesso ai giovani di entrare nel mondo del lavoro in base alle loro capacità”.
“La Svizzera è fortemente dipendente dal commercio estero, da cui dipende quasi la metà del nostro PIL e quasi nessun altro paese ha beneficiato della globalizzazione quanto la Svizzera. Possiamo mantenere la nostra prosperità solo se possiamo continuare a vendere con successo i nostri prodotti e servizi sul mercato mondiale. Questo costringe le aziende a cercare nicchie redditizie in cui competere. Ciò richiede agilità, contatto costante con i clienti e personale eccellente. E, naturalmente, un’abile gestione degli sviluppi geopolitici, che rappresentano una sfida importante soprattutto per le piccole imprese”.
“È una domanda difficile. Da un lato, possiamo vedere dall’esempio della Germania, che non ha avuto crescita economica per cinque anni, come regioni economiche un tempo di successo possano ristagnare. Dall’altro lato, gli Stati Uniti hanno sviluppato un enorme dinamismo nello stesso periodo, ottimizzando le aree di business esistenti e sviluppandone di completamente nuove. Tutto dipende dall’atteggiamento di base di una società: vuole essere il più egualitaria possibile ed è avversa al rischio, oppure accetta le disuguaglianze e gli approcci fallimentari? Solo il secondo approccio può portare sempre nuovi successi”.
“Innanzitutto, sarei cauto con le previsioni troppo ottimistiche. Le reti neurali generative aumenteranno certamente la produttività assumendo compiti cognitivi di routine. Quanto siano grandi questi guadagni di efficienza resta da vedere. C’è poi la questione della regolamentazione: ancora una volta, questa varia molto da regione a regione. Come ogni nuovo strumento creato dall’uomo, anche le reti neurali comportano dei rischi. La regolamentazione è una cosa, ma sarà ancora più importante formare le persone affinché possano utilizzare i nuovi strumenti in modo sensato”.
“I paesi che forniscono agli abitanti e all’industria energia affidabile e a prezzi accessibili hanno successo anche dal punto di vista economico. Per la Svizzera sarà fondamentale fornire circa il 50% in più di energia elettrica nel 2050, soprattutto da fonti domestiche. Ma questo non sarà possibile con le misure presentate nel 2017”.
“L’USI dimostra che la differenziazione delle tasse universitarie non deve necessariamente andare a scapito delle università. Tuttavia, un eventuale aumento delle tasse deve essere abbinato a corrispondenti offerte di borse di studio per i talenti eccezionali”.
“In realtà si tratta sempre della stessa cosa: consentire ai giovani di pensare in modo critico e creativo, di apprendere in modo indipendente per essere in grado di plasmare il futuro in modo responsabile”.

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) ha tenuto oggi, 18 ottobre 2024, presso l’Espocentro di Bellinzona, la sua 107esima Assemblea generale ordinaria.
L’evento si è svolto con il supporto dei due sponsor principali EFG Private Banking e Swisscom.
Alla presenza di circa 350 partecipanti, l’Assemblea ha nominato nell’Ufficio presidenziale (composto di 21 elementi in rappresentanza di tutti i settori economici del Cantone) Massimo Cereghetti, nuovo Presidente della Società svizzera degli impresari costruttori, Sezione Ticino (SSIC-TI), che sostituisce l’uscente Mauro Galli.
Dopo i lavori assembleari vi sono stati gli interventi del Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, del Professore emerito e già rettore del Politecnico federale di Zurigo Lino Guzzella, che poi ha dibattuto con Presidente delle Cc-Ti, Andrea Gehri, il Consigliere agli Stati Fabio Regazzi e il Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta.
Il Direttore Luca Albertoni, introducendo il Professor Guzzella, ha invitato a mantenere una visione di sistema che non dovrebbe essere annebbiata dalle discussioni sulle questioni più locali. La dipendenza dall’andamento di partner commerciali importanti come la Germania, gli Stati Uniti e la Cina ha un’influenza che deve essere tenuta in considerazione.
A cinque anni esatti dal suo primo intervento all’Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti. Il Professore emerito Lino Guzzella ha analizzato la situazione elvetica e del Ticino dopo la crisi pandemica e quella energetica causata anche dagli scenari di guerra attuali. Egli ha sottolineato i noti punti forti della Svizzera, come la buona situazione finanziaria, l’alto livello di formazione e innovazione, sebbene anche in questi ambiti siano in atto cambiamenti importanti che devono indurre a non dare nulla per scontato e acquisito. Ha pure sottolineato le potenzialità del Ticino quale piazza idonea a proporre progetti di rilevanza nazionale.
Alla presentazione del Professore emerito Lino Guzzella, è seguita una tavola rotonda che lo ha coinvolto insieme al Presidente della Cc-Ti Andrea Gehri, al Consigliere agli Stati Fabio Regazzi e al Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta.
La vivace discussione ha portato ad approfondire temi di natura cantonale, federale e internazionale. Il Presidente della Cc-Ti Andrea Gehri ha sollevato diverse questioni che preoccupano l’imprenditoria ticinese, dalla situazione politica confusa, alla questione demografica e alla difficoltà di reperire manodopera, in un contesto sempre più burocratizzato. Il Consigliere di Stato Christian Vitta ha messo in evidenza le difficoltà a trovare intese, in particolare sui conti dello Stato, come pure la pericolosa illusione della risposta statale a ogni necessità della società, sottolineando però al contempo le molte iniziative volte a rafforzare il cantone, come ad esempio la creazione dello Swiss Innovation Park. Il Consigliere agli Stati Fabio Regazzi ha dal canto suo ribadito l’importanza della formazione professionale, che continua a giocare un ruolo decisivo in Svizzera e che pertanto non va trascurata. Così come non vanno bloccati progetti infrastrutturali di fondamentale importanza come l’ampliamento della rete autostradale nazionale in votazione il prossimo 24 novembre, poiché la mobilità è un fattore essenziale per il funzionamento del sistema-paese. Infine, tutti si sono detti preoccupati dalla difficile trattativa in corso con l’Unione europea, nostro principale partner commerciale con il quale è essenziale regolare i rapporti. Dal canto suo il Professore emerito Lino Guzzella ha ribadito che l’innovazione che caratterizza la Svizzera va sostenuta continuamente, favorendo in particolare la creatività e che non vi sono cose scontate, per cui occorre essere abili per adattarsi continuamente alle situazioni che cambiano in maniera molto rapida.
Rivivete i momenti più importanti
Leggete quanto emerso nelle precedenti Assemblee:

Stimati rappresentanti delle autorità,
cari soci della Cc-Ti,
stimati ospiti,
benvenuti alla 107esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino (Cc-Ti), associazione-mantello dell’economia ticinese che rappresenta oltre 60 associazioni economiche settoriali e ca. 1’000 aziende – soci individuali, che nel complessivo danno lavoro a ca. 150’000 lavoratori in Ticino che ci legittimano costantemente a difendere e promuovere condizioni quadro migliori per le aziende, per gli imprenditori e per l’economia in generale.
Il nostro contributo al dibattito pubblico su temi di economia e finanza è di fondamentale importanza, la visione dell’imprenditrice e imprenditore in un contesto sempre più sfaccettato e ricco di contrapposizioni ideologiche ci impongono spesso prese di posizioni puntuali e giustificate. Purtroppo, stiamo assistendo ad un degrado progressivo della qualità del dialogo che, inevitabilmente provoca confusione e genera insicurezze diffuse nella popolazione. Il nostro compito è anche quello di riportare la linea del ragionamento in termini razionali, pratici e a difesa del tessuto economico ticinese che, è bene ricordarlo, genera valore, posti di lavoro e il benessere di cui beneficiamo tutti. Un recente esempio interessante è stato quello del sostegno della recente riforma fiscale dove in qualità di promotori e attraverso un lavoro minuzioso di comunicazione siamo riusciti, compattando il fronte economico cantonale, a spiegare compiutamente le misure contenute nella riforma stessa, giustificando punto per punto la legittimità e la bontà delle misure varate. Ecco un esempio pratico di azione a favore della collettività e non soltanto a sostegno dell’economia.
È innegabile che l’economia del Canton Ticino stia affrontando molte sfide, ma ci sono anche segnali di opportunità e di positività che sarebbe sbagliato ignorare, a meno di voler fare del catastrofismo un dogma inattaccabile per meri scopi politici.
Partiamo dall’analisi delle finanze pubbliche che soffrono per i continui disavanzi e crescita della spesa pubblica che, senza interventi strutturali importanti e incisivi atti al contenimento e al ritorno in equilibrio, costituiranno anche per l’economia privata una zavorra e un handicap destinato a incidere negativamente sull’evoluzione del tessuto economico ticinese.
In particolare, conti pubblici contraddistinti da continui disavanzi incidono pesantemente:
Risulta pertanto irrinunciabile poter disporre di conti pubblici in equilibrio, sani e che possano promuovere gli investimenti pubblici e privati, senza gravare eccessivamente su cittadini e imprese. Si impone quindi una radicale, approfondita e, a questo punto, imprescindibile analisi dei costi e dei compiti dello Stato, affinché non inghiottano risorse e mezzi sproporzionati e ingiustificati.
Ma questa revisione dei compiti, di cui si parla da decenni ma che nessuno sembra avere il coraggio di affrontare, non può più venir procrastinata. Forse occorre cambiarne il nome, passando a un più semplice “capire chi fa cosa e come”, ma la sostanza non cambia. Questo passaggio costituisce un’urgenza assoluta e dev’essere la prima priorità sull’agenda politica del Governo e del Gran Consiglio. Le nostre aziende, se confrontate con disavanzi tali, sono obbligate ad intervenire e trovare misure di contenimento, pena il fallimento. Lo Stato preleva semplicemente imposte e grava sul bilancio dei cittadini e delle imprese…
Lo Stato dev’essere al servizio del cittadino e delle imprese, ponendosi con efficienza e razionalità alle esigenze comuni e non determinarne un ostacolo invalicabile, addirittura ingombrante.
Oltre alla necessità di poter disporre di finanze pubbliche sane, condizione fondamentale nella gestione dell’economia privata per generare valore, necessitiamo urgentemente anche di una netta e chiara riduzione del carico burocratico e amministrativo a carico delle nostre imprese e cittadini.
Stiamo soffocando a causa di uno Stato sempre più invasivo e costoso che ostacola le imprese e il cittadino a colpi di regolamentazioni, ordinanze, leggi e commissioni create a doc per mettere i bastoni nelle ruote di chi vuol fare.
Una burocrazia pubblica troppo invadente porta con sé diverse conseguenze negative che si possono riassumere principalmente:
La progressiva crescita di sfiducia nelle istituzioni da parte di imprese e cittadini significa far percepire i servizi pubblici come inefficaci e distanti dai propri bisogni, distanziando sempre più l’economia reale da quella pubblica.
Le aziende, le imprenditrici e gli imprenditori necessitano di regole snelle, puntuali ed efficienti affinché possano dedicarsi alle loro attività e generare valore, posti di lavoro e benessere sul territorio.
Nonostante queste difficoltà che, purtroppo incidono già ora negativamente sul tessuto socioeconomico del Canton Ticino, vi sono anche iniziative in corso per sostenere l’economia attraverso l’innovazione, la tecnologia e l’intelligenza artificiale che costituiscono con certezza i motori per migliorare l’attrattività economica del nostro Cantone in futuro.
L’economia in Ticino è parecchio diversificata, agile e con eccellenze di primo piano che ha le proprie carte da giocare, affrontando le sfide con determinazione e fiducia nel futuro, innovando e cercando di crearsi nuove opportunità.
Vi sono esempi di aziende e settori economici che dimostrano una capacità di adattamento alle situazioni e alle sfide a loro poste che val la pena di citare.
Il settore della finanza, per esempio, rimane uno dei pilastri dell’economia ticinese e, anche se ha dovuto adattarsi a nuove regolamentazioni e conformarsi ad un contesto economico globale ostile, ha dimostrato di aver affrontato con il giusto piglio la sfida, stabilizzando e rivitalizzando un settore che ora guarda al futuro con maggior ottimismo. Anche il delicato passaggio di Credit Suisse a UBS sta procedendo senza troppi traumi per il mondo imprenditoriale, al di là dei necessari adattamenti che possono creare momenti di incertezza. Certo, la migrazione di determinate competenze verso Ginevra e Zurigo ha un po’ intaccato il terreno delle competenze presenti sul nostro territorio, ma la base per riportare anche la piazza ticinese su un territorio di competitività c’è.
Il turismo è tuttora un settore chiave nel nostro panorama economico e si appresta ad affrontare nuove sfide legate alla diversa mobilità e alle mutate abitudini della clientela nazionale e internazionale.
L’industria manifatturiera è una certezza in Ticino e, nonostante le sfide che pongono le mutevoli e preoccupanti situazioni geopolitiche internazionali e la forza del franco svizzero, contribuiscono in modo significativo al benessere della nostra regione. La produzione di alta qualità e l’innovazione sono punti di forza imprescindibili.
L’industria dei settori della medicina costituisce da anni ormai un fattore di successo della nostra economia. Vi sono realtà ed eccellenze di livello internazionale che hanno i loro quartieri generali in Ticino e sviluppano le loro strategie e modelli di business da noi.
Negli ultimi anni, inoltre vi è stata un’accelerazione e crescita significativa nei settori tecnologici legati alla scienza della vita e al lifestyle che hanno creato importanti e ben remunerati posti di lavoro in Ticino. La strategia di far crescere le competenze attraverso il futuro Swiss Innovation Park, parco dell’innovazione ticinese, che promuoverà con il sostegno della scienza universitaria, del Cantone e dell’economia locale lo sviluppo dei settori economici poc’anzi citati, rappresenta un’opportunità di crescita importante per il nostro Cantone, sempre più inserito nel contesto nazionale e certamente da tempo non più un cantone a traino come molti vorrebbero far credere.
Attraverso l’innovazione e la tecnologia si curano pure la crescita sul territorio di startup che, nonostante le difficoltà del mercato, hanno conosciuto un discreto successo e sono destinate a crescere ulteriormente, rendendo il Ticino un luogo ideale per nuove imprese.
Non vorrei inoltre dimenticare il ruolo determinante delle PMI (piccole medie imprese) sul territorio che rappresentano la spina dorsale dell’economia ticinese. Come nel resto della Svizzera, la stragrande maggioranza delle attività economiche è costituita dalle cosiddette PMI che lavorano costantemente in diversi settori economici (artigianato, edilizia, servizi, turismo, gastronomia, commercio al dettaglio, ecc.) per offrire prodotti e servizi di ogni genere. Queste aziende sono determinanti per l’economia ticinese, dove anche loro saranno confrontate con temi quali l’innovazione, la tecnologia per mantenere e migliorare la competitività sul mercato.
Dopo gli anni dell’euforia generata dal settore finanziario (1970-2000) che, forse anche in modo artificiale, ha illuso sulla possibilità di generare valore per tutti con estrema facilità, ci siamo confrontati con l’esigenza di cambiare modello. Ebbene, il Ticino ha saputo trovare le risorse per creare sul nostro territorio modelli di business diversificati che, oggi rappresentano una ricchezza importante per il territorio. Non più una monocultura economica, ma una diversificazione figlia di imprenditrici e imprenditori che hanno creduto e credono tutt’ora nelle potenzialità del nostro territorio. Le sfide per il futuro non mancano, ma posizione geografica privilegiata, il made in Switzerland, come pure organizzazione e servizi stabili, oltre che una moneta forte come il Franco Svizzero costituiscono basi imprescindibili per qualsiasi azienda che desidera un luogo sicuro dove progredire.
Abbiamo saputo raccogliere anche la sfida della trasformazione digitale, che gioca e giocherà un ruolo cruciale nell’economia ticinese del futuro. Negli ultimi anni, il Ticino ha visto una trasformazione significativa grazie all’adozione di tecnologie digitali. Questo processo ha portato a cambiamenti significativi in vari settori, dall’industria al commercio, migliorando l’efficienza e la competitività delle imprese locali.
Le startup innovative sono particolarmente influenti in questo contesto, introducendo soluzioni tecnologiche all’avanguardia che stimolano la crescita economica e creano nuove opportunità di lavoro.
Inoltre, aspetto estremamente importante, la digitalizzazione ha facilitato la collaborazione tra aziende, università e istituzioni, creando un ecosistema favorevole all’innovazione.
Un esempio concreto è l’uso dell’intelligenza artificiale per la gestione del traffico e le piattaforme di e-commerce che stanno rivoluzionando il commercio locale.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una trasformazione radicale del paesaggio tecnologico in Ticino. L’accelerazione della digitalizzazione ha portato e porterà a cambiamenti significativi in quasi tutti i settori economici, influenzando profondamente la vita quotidiana delle persone.
Ovviamente la trasformazione digitale porterà opportunità di innovazione e crescita economica, ma anche sfide come i rischi per la cybersecurity e la protezione dei dati. Queste sfide saranno ancora tutte da affrontare e da vincere ed è per questo che occorre insistere su condizioni-quadro che facilitino il fare impresa e non ostacolino la creatività. La furia regolatrice che attanaglia molti paesi del nostro continente sta invadendo da tempo anche la Svizzera ed è importante che questa furia venga contenuta. Mi pongo ad esempio qualche domanda sulle regole introdotte dall’Unione europea in materia di intelligenza artificiale. Non è che siano eccessive e frenino l’innovazione? Questo genere di domande occorre sempre porsele quando si vogliono introdurre nuove regole o inasprire quelle esistenti.
Incertezza e furia regolatrice sono due elementi che possono essere fatali per lo sviluppo economico e per gli investimenti, asse portante della competitività della nostra economia e tassello fondamentale per creare e mantenere posti di lavoro. In questi anni le aziende ticinesi, comparate a quelle degli altri cantoni, si sono sempre distinte per capacità e disponibilità agli investimenti, anche molto corposi. E il Ticino in generale continua ad essere un’area di grande interesse per gli investimenti, specialmente nel settore dell’innovazione e delle startup tecnologiche. Negli ultimi anni, il Cantone ha visto una crescita significativa grazie a vari incentivi e supporti offerti dalla mano pubblica. La nostra regione è divenuta un hub per le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, la blockchain, il fintech e la biotecnologia. Questo dinamismo attira investitori da tutto il mondo, creando un ambiente fertile per la nascita e la crescita di nuove imprese. Lo stesso governo ticinese ha implementato politiche economiche mirate a sostenere l’innovazione e lo sviluppo sostenibile, con un focus particolare sulla creazione di posti di lavoro e sulla crescita economica duratura.
I poli tecnologici e gli incubatori giocano un ruolo cruciale in questo ecosistema, offrendo risorse, mentorship e opportunità di rete per le startup e le aziende in generale.
Necessità di investimento e innovazione che non risparmia nemmeno i settori economici a trazione, diciamo, più tradizionale come l’edilizia, l’artigianato e altri ambiti che sono pure confrontati con l’esigenza di doversi adeguare all’evoluzione attraverso le nuove tecnologie e implementare investimenti per una migliore gestione ed efficienza. Tutto ciò a significare un dinamismo generale che coinvolge tutta l’imprenditoria ticinese, nessun settore sarà escluso.
Non investire nelle nuove tecnologie e nella digitalizzazione significa dover confrontarsi con conseguenze negative per le aziende e l’economia in generale.
Significa, perdita di competitività, riduzione dell’efficienza operativa, difficoltà nell’attrarre talenti e manodopera qualificata, rischi di sicurezza e, soprattutto un impatto negativo sulla crescita economia dell’azienda e della regione in cui si opera.
Investire in tecnologia non costituisce solo una ragione per rimanere al passo con i tempi, ma è fondamentale per garantire la sostenibilità e la crescita a medio-lungo termine.
In conclusione, auspico che si possa far affidamento in futuro su finanze sane ed equilibrate a livello pubblico, oltre che ad una burocrazia a misura per l’utente, condizioni essenziali affinché anche l’economia privata possa crescere e generare valore, posti di lavoro e opportunità di occupazione per i nostri giovani sul nostro territorio.
E che la discussione politica e pubblica si basi finalmente su fatti e non solo su contrapposizioni ideologiche. Il mondo è sempre più competitivo e più complesso per tutti, imprese, politici, cittadine e cittadini. Senza visioni di sistema, progetti ad ampio respiro, liberi da interessi egoistici, sarà difficile affrontare il futuro. Sarebbe peccato perché il nostro sistema istituzionale ed economico, sebbene messo a dura prova da tante sfide nuove, è solido e ci offre la possibilità di essere attori del cambiamento, non solo di subirlo. Basta volerlo.
Lugano, 18 ottobre 2024

Negli ultimi 20 anni, il commercio tra Svizzera e Stati Uniti si è sviluppato in modo estremamente dinamico e le esportazioni sono più che triplicate, passando da 14 a quasi 49 miliardi di franchi del 2023. Per le aziende ticinesi, con quasi 693 milioni di franchi di export, gli USA costituiscono oggi il terzo mercato di sbocco, dopo l’Italia e la Germania. Statistiche alla mano, il “Made in Switzerland” è molto apprezzato, in particolare per quanto riguarda i prodotti chimico-farmaceutici, che rappresentano quasi il 50% dell’export elvetico nel Paese, gli strumenti di precisione, le macchine e l’elettronica.
I prodotti svizzeri sono presenti in tutti i settori, ma molto spesso il pubblico non lo sa: in ogni Starbucks del mondo, ad esempio, il caffè è preparato con macchine prodotte dalla lucernese Thermoplan AG; il rover Perseverance della NASA su Marte è invece azionato da motori elettrici realizzati dall’obvaldese Maxon Motor AG. Anche un pezzo di Ticino è sbarcato su Marte: parti della sonda InSight, che nel 2019 aveva perforato il suolo marziano, sono infatti state prodotte dalla Faulhaber Minimotor SA di Molinazzo di Monteggio. Infine, è grazie ai sistemi di monitoraggio e di prevenzione dei guasti della scale-up DAC System SA di Manno che viene garantito il buon funzionamento, tra le altre, dell’antenna per le telecomunicazioni posta sulla Freedom Tower di New York.
L’interesse delle aziende svizzere nei confronti dello Stato nordamericano si riflette anche negli investimenti: con una quota di circa il 20% di tutti gli investimenti svizzeri all’estero (IDE), gli Stati Uniti sono di gran lunga la principale destinazione degli IDE svizzeri e la Svizzera è il settimo investitore straniero nel Paese, in particolare per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo, ambiti in cui entrambe le Nazioni eccellono.
Gli Stati Uniti dispongono di un grande mercato interno, sempre aperto a nuovi prodotti e servizi. Per le aziende che vogliono espandere il loro business nell’intero Nordamerica, grazie all’accordo di libero scambio USMCA, essi fungono anche da porta d’accesso privilegiato ai mercati di Canada e Messico. L’entrata non è però esente da ostacoli. L’attuale politica industriale, con l’aumento dei sussidi e del protezionismo, di certo non aiuta i nostri esportatori. Inoltre, il Paese non è costituito da un unico grande mercato omogeneo, bensì da un mosaico di mercati locali più piccoli: comprendere e adattarsi alle sfumature culturali e alle preferenze dei consumatori è già di per sé una grande sfida. Anche le distanze e la logistica non vanno sottovalutate, così come non bisogna dimenticare che nel Paese vige una forte tutela legale e della proprietà intellettuale. Nel primo caso poi, l’ambiente normativo è complesso e diversificato, ne è un esempio la responsabilità per danno da prodotto, regolata prevalentemente da leggi statali. Infine, il mercato è tanto ampio quanto intensa è la concorrenza: se in patria o in Europa, le nostre aziende sono leader di settore, per loro entrare nel mercato americano significa competere con imprese con marchi già affermati, che beneficiano di un forte riconoscimento e di una fedeltà consolidata da parte del pubblico locale e ciò implica saper differenziare il prodotto, identificare il giusto canale di vendita e costruire un posizionamento efficace.
In sintesi, gli Stati Uniti non sono (più) la terra promessa, ma rappresentano terreno fertile per le aziende consapevoli delle sfide poste da questo mercato e pronte a pianificare un’adeguata strategia di ingresso e sviluppo. Per fornire ai propri associati informazioni, strumenti e contatti utili a prendere decisioni informate e consapevoli, la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino terrà un “Evento Paese” il 24 settembre a Villa Sassa a Lugano, in collaborazione con Allianz Trade, Cippà Trasporti SA, M. Zardi & Co. SA e Switzerland Global Enterprise e con gli interventi di Develed Sagl e DAC System SA.
Ad aprire l’evento sarà Monica Zurfluh, Responsabile Commercio internazionale alla Cc-Ti. Sulle opportunità offerte dal mercato e le diverse opzioni di entrata si esprimerà Annina Bosshard, Consultant USA & Canada di Switzerland Global Enterprise, a cui farà seguito Valerio Di Vinci, New Business Underwriter di Allianz Trade Switzerland, che metterà in evidenza i rischi associati al mercato. La parola passerà poi a Gaetano Loprieno, Consulente logistico di Cippà Trasporti SA, che si focalizzerà sulle sfide poste dalla logistica e dai trasporti. L’esperto in materia brevettuale Paolo Gerli, dello studio M. Zardi & Co., approfondirà invece il tema della tutela della proprietà intellettuale. Seguiranno, in forma di testimonianza, gli interventi di Giuseppe Maffei, fondatore di Develed Sagl, che si soffermerà sull’importanza di conoscere ed integrare gli aspetti socioculturali nell’approccio al mercato, e di Pietro Casati, CEO di DAC System SA, che illustrerà come la sua scale-up è riuscita ad entrare nel mercato e ad installare i suoi sistemi di monitoraggio e prevenzione dei guasti di grandi antenne radiotelevisive.
Informazioni e iscrizione:
EVENTO PAESE | STATI UNITI

Vi preghiamo di comunicarci la vostra eventuale partecipazione: Roberto Klaus (Direttore SSIB Ticino) klaus@cc-ti.ch / 079 277 77 76.
Le materie:
Percorsi formativi: https://www.cc-ti.ch/percorsi-formativi-gestione-aziendale/

Si tratta di corsi di formazione costituiti da più moduli interconnessi, che formano un vero e proprio approfondimento su una tematica specifica.
Al termine si sostiene un esame finale e, al superamento dello stesso, viene rilasciato un attestato di frequenza Cc-Ti.
Complimenti a tutti!
Per una prospettiva differente dal solito, vi proponiamo le impressioni di alcuni docenti, da cui si evince l’importanza dell’interazione fra i diversi attori coinvolti per il successo della formazione. Buona lettura.
Si è concluso con l’esame finale il terzo ciclo del percorso formativo “ABC della Leadership”. Complimenti a: Federico Abbate (Valcambi SA), Cristian Amoroso (Aziende Industriali Mendrisio), Roberta Angotti Pellegatta (Ente Regionale Sviluppo Luganese), Luca Brunella (Guess Europe Sagl), Salvatore Carmeci ( Johnson Controls), Federica Cometti (Guess Europe Sagl), Alberto Costantini (FFS), Laura Dimartino (Guess Europe Sagl), Clarissa Ferrari (Città di Lugano), Corrado Francalanza (Valcambi SA), Claudio Fraquelli (Guess Europe Sagl), Simone Galletti (Frigerio SA), Massimiliano Gini (SUVA), Olga Kuligina (Guess Europe Sagl), Steven Merani (Magazzini Generali con Punto Franco SA), Fabio Meroni (Ufficio della Dogana e della sicurezza dei Confini) Stefanie Monastero (Città di Lugano), Daris Rossinelli (Aziende Industriali Mendrisio), Mattia Rovelli (Guess Europe Sagl), Akira Sugawara (Socialità Città di Lugano), Giulio Vismara (Guess Europe). Nella foto è anche presenti la relatrice Sabina Zucchiatti (manca Andrea Carlesso).
Il prossimo ciclo prenderà avvio il 24 ottobre.

Anche il percorso formativo “Competenze nel diritto del lavoro” è al terzo ciclo. Complimenti a: Sabrina Cifarelli (Physio Sport Progress Sagl), Laura Corredig (CM Legal), Altea De Biasi (Sandro Vanini SA), Nicoletta Ferri (NTR Attrezzature Meccaniche SA), Alessandra Mino (SGR Compliance SA), Eliana Pastorelli (Hoyer Svizzera SA), Daniela Rossini (Helsana), Laura Zahm (Pirelli Tyre Suisse SA). Nella Foto è anche presente una delle relatrici Avv. Roberta Bazzana-Marcoli (manca Avv. Rosella Chiesa Lehmann).
Il prossimo ciclo prenderà avvio il 20 settembre.

Si è concluso il percorso formativo “Fitness per le vendite”. Complimenti a: Cristian Ballabio (Pagani Pens SA), Giorgio Bignotti (Vini e Distillati Angelo Delea SA), Fabio Cascili (Vini e Distillati Angelo Delea SA), Marco Cestari (Tyco Integrated Fire & Security Svizzera), David Delea (Vini e Distillati Angelo Delea SA), Elisa Fazio (Pagani Pens SA), Catherine Govaerts (Pagani Pens SA), Enrico Grisetti (Vini e Distillati Angelo Delea SA), Matthias Manzoni (Autors SA) Susana Martin Redon (Pagani Pens SA), Carlo Attilio Mazara (Pagani Pens SA), Michele Pagnamenta (IngEne SA), Elena Pellizzoni (Pagani Pens SA), Massimiliano Profeta (Vini e Distillati Angelo Delea SA), Tiziana Risi (Mitico Ticino SA). Nella Foto sono anche presenti i relatori Stefano Bosia e Andrea Carlesso.
Il prossimo ciclo prenderà avvio a febbraio 2025.
Avv. Rosella Chiesa Lehmann
I corsi di formazione pongono delle sfide non solo per i partecipanti ma anche per i relatori. È infatti importante dare ai corsisti tutte le informazioni di base necessarie, ma anche formulare esempi e discutere casi affinché si possa poi applicare nella pratica quanto appreso. L’interesse dimostrato dai corsisti e le domande da loro poste, basate su situazioni puntuali, permettono di creare uno scambio di esperienze e informazioni molto interessante e stimolante per tutti i partecipanti. Grazie all’interazione anche il relatore può verificare i temi che devono essere meglio approfonditi. Le nozioni teoriche sono infatti la base necessaria per fornire gli strumenti adatti ad affrontare i casi pratici, ma è solo grazie agli esempi e alle discussioni che nascono con i partecipanti che si possono meglio comprende le esigenze e i punti da approfondire, e questo soprattutto per coloro che frequentano il corso per una riqualifica professionale e/o perché non lavorano quotidianamente nel settore HR.
Sabina Zucchiatti e Andrea Carlesso
Il nostro ruolo come formatori non si limita alla mera trasmissione di conoscenze ed esperienze vissute: la base teorica si può trovare ovunque o la si può semplificare con l’AI.
La vera essenza di un apprendimento efficace risiede nell’interazione dinamica, nel vivere la situazione in prima persona, nel networking e nello scambio di esperienze tra i corsisti. Da formatori per adulti constatiamo quanto questi elementi siano fondamentali per il successo di ogni percorso formativo e come sia al tempo stesso unico proprio per la sua esclusiva dinamicità diversa in ogni aula. L’aula viene definita fin da subito un ambiente protetto in assenza di giudizio e l’interazione costante tra i corsisti e i formatori è il motore che alimenta l’apprendimento poiché i partecipanti portano con sé un bagaglio di esperienze e conoscenze pregresse. Favorire un ambiente interattivo permette ai corsisti di mettere in comune questo patrimonio e arricchisce il percorso formativo. Le discussioni aperte, i lavori di gruppo e le simulazioni sono solo alcune delle metodologie che stimolano l’interazione rivelandosi estremamente efficaci. Questo confronto non solo amplia la prospettiva di ogni corsista, ma offre anche soluzioni pratiche e innovative a problemi comuni e concrete nella conduzione delle risorse umane. In un’aula ogni partecipante è una risorsa preziosa.
E noi, come formatori, forniamo molti strumenti pratici durante tutto il percorso formativo che sono fondamentali per garantire un apprendimento efficace e duraturo. Questi strumenti permettono ai partecipanti di applicare le conoscenze teoriche in contesti reali migliorando così la loro preparazione e competenza nell’attività quotidiana. Il networking viene facilitato e incoraggiato nel nostro percorso: creare una rete di contatti professionali può aprire molteplici opportunità di collaborazione e crescita. Queste, per noi, sono le chiavi per un apprendimento efficace, duraturo e funzionale.

Un appuntamento annuale per ripercorrere il reinserimento di figure professionali con difficoltà di salute che, insieme alle imprese, hanno ricostruito con impegno e successo la propria vita professionale.
Un binomio, azienda-collaboratore, gratificante e certamente condiviso e raccontato in questo evento attraverso testimonianze e filmati.
Un’occasione che ha dimostrato quanto l’impegno coeso dei vari “attori” (persona, famiglia, azienda, economia e Istituzioni) diventi premiante per tutti.
L’evento si è svolto martedì 4 giugno 2024, presso la Sala Aragonite a Manno. Durante la serata sono intervenuti i Consiglieri di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, e Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia.
Oltre a loro, gli interlocutori sono stati Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Monica Maestri, Capoufficio AI.
Le premiazioni sono state accompagnate da contributi ispirati a contesti economico-sociali legati al mondo del lavoro a cura dell’ospite relatore Massimo Soriani Bellavista.
Quest’anno le aziende premiate sono:
Video di presentazione – Fart SA
Video di presentazione – Napp Sagl
Video di presentazione – Sonepar SA

























Ad aprire l’evento e a fare gli onori di casa è stata Monica Zurfluh, Responsabile Commercio internazionale alla Cc-Ti, che ha ricordato i punti salienti del TEPA: un accordo che copre tutti i settori, dai prodotti industriali ai prodotti agricoli (ivi comprese le barriere tecniche al commercio, le misure sanitarie e fitosanitarie e le regole di origine valide per lo sgravio dai dazi), ai servizi (con particolari vantaggi per quelli assicurativi e finanziari), alla proprietà intellettuale, alla risoluzione delle controversie, al commercio e allo sviluppo sostenibile. Per l’84,6% delle esportazioni svizzere in India (il 95,3% per i soli prodotti industriali) i dazi doganali spariranno entro la fine dei periodi di transizione stabiliti, il 10,1% delle esportazioni beneficerà invece di concessioni parziali. L’accordo, ora sottoposto a ratifica, dovrebbe entrare in vigore nell’autunno del 2025.
La presentazione delle opportunità offerte dal mercato è stata affidata a Vijay Iyer, Trade Commissioner dello Swiss Business Hub India, l’ufficio congiunto del Dipartimento federale degli affari esteri e di Switzerland Global Enterprise, che ha rilevato come siano oltre 320 le aziende svizzere già presenti nel Paese, prevalentemente ubicate in tre aree geografiche (Delhi-Territorio della Capitale e corridoi Mumbai-Pune e Bangalore-Chennai); il 35% opera nel settore metalmeccanico ed elettrico e nell’industria di precisione e trenta aziende hanno centri di ricerca e sviluppo. Iyer ha poi illustrato le misure governative volte a rafforzare l’economia, tra cui riforme logistiche, sgravi e programmi di incentivi legati alla produzione per favorire l’arrivo di investitori esteri in ambiti specifici e promettenti. Iyer ha quindi evidenziato il potenziale di settori chiave come quello dei beni a largo consumo, della vendita al dettaglio, dei veicoli elettrici (a tal proposito è prevista una missione in India a settembre), della sanità digitale e dell’elettronica e di settori emergenti le macchine utensili, il medtech, cleantech, aerospaziale e infrastrutturale, illustrando infine le principali opzioni d’entrata sul mercato.
È toccato a Marco Arrighini, Head of Credit Management, Allianz Trade Switzerland, il compito di mettere in evidenza i rischi associati a questo mercato, citando le debolezze strutturali, come le infrastrutture inadeguate, il rischio finanziario (da monitorare), l’ambiente imprenditoriale debole seppur in lento miglioramento, la forte fuga di cervelli. L’economia indiana è tuttavia resiliente e supera il tasso di crescita medio delle economie emergenti e asiatiche, e ciò in un contesto di moderata domanda interna ed esterna. Arrighini ha poi doverosamente menzionato anche i tempi medi di incasso di un credito (75 giorni), la mancata regolamentazione dei ritardi di pagamento e un quadro normativo in materia di insolvenza frammentato e di non facile comprensione.
La parola è poi passata a Gaetano Loprieno, Consulente logistico di Cippà Trasporti SA, che ha illustrato la logistica dei trasporti e ribadito come la crisi del Mar Rosso continui a costringere le navi a circumnavigare l’Africa, allungando così i tempi e facendo esplodere i costi: oggi il transito da Genova a Nava Sheva, il principale porto container di Mumbai, è di circa 40 giorni (a fronte di 25 giorni via Mar Rosso) e il costo è quasi quadruplicato. Loprieno ha poi presentato i principali porti e aeroporti indiani e gli hub interni sui quali fare prosecuzioni fluviali o stradali e i relativi costi, per infine passare in rassegna la documentazione utile e i termini di resa (Incoterms) più appropriati.
A seguire, Paolo Gerli, esperto in materia brevettuale dello studio M. Zardi & Co., ha affrontato il tema dei diritti di proprietà intellettuale, con focus sulla tutela dei farmaci, ambito problematico per la relativa industria elvetica, e non solo. Gerli ha esposto la grande tradizione brevettuale nel Paese, le possibilità di brevettazione in campo farmaceutico, i relativi processi nonché i limiti della legislazione indiana e dell’accordo di libero scambio appena siglato.
A chiudere l’evento è stato Roberto Gatti, CEO di Delvitech SA, azienda ticinese che sviluppa sistemi AOI di alto livello perfezionati con l’intelligenza artificiale e volti a rilevare gli errori e a migliorare la gestione dei tempi e dei costi nella produzione di schede elettroniche. A febbraio 2022, assieme all’indiana Velankani Group, ha costituito DelvitechAI Vision Systems India Pvt Ltd. Il sito produttivo, situato all’interno del Velankani Technology Park nella Electronics City di Bangalore, è pienamente operativo dall’autunno 2023. La presenza in India è stata infine rafforzata con la creazione di nuovi uffici e una struttura dimostrativa dedicata. La testimonianza di Gatti ha messo in luce il supporto ricevuto e le difficoltà riscontrate nell’attuazione del progetto.

All’art. 7 sono stati ridefiniti i criteri richiesti per la funzione di direttore amministrativo, indicando che egli deve disporre anche “di una formazione di livello terziario in ambito economico o in gestione del personale”. Nello stesso Regolamento, all’art. 11, si specifica, inoltre, che i Servizi di cure a domicilio che già beneficiano dell’autorizzazione all’esercizio, dal momento della modifica del regolamento hanno 5 anni di tempo per adeguare i requisiti formativi richiesti.
Il corso “Specialista della gestione PMI con attestato federale” che la Cc-Ti eroga è stato ritenuto idoneo, da parte dell’autorità cantonale, e corrisponde ad una formazione di livello terziario come definito nel sistema formativo svizzero. Permette pertanto al personale attivo nell’ambito di formarsi ed ottenere la certificazione richiesta dalla normativa vigente. Il percorso formativo di gestione aziendale, che porta all’ottenimento del titolo di “Specialista della gestione PMI” con il diploma federale dopo il superamento degli esami finali, è strutturato dall’attento e costante dialogo con le aziende del territorio. In questo modo vogliamo rispondere in modo mirato alle sempre più peculiari esigenze del mercato del lavoro.
Nell’attuale classe in formazione, vi sono alcuni partecipanti attivi nel settore delle cure a domicilio, a cui abbiamo posto alcune domande – raccogliendo ben tre testimonianze differenti –, che ci permettono da un lato di capire come si sta muovendo il settore e quali sono le prospettive future, e dall’altro ci offre delle preziose asserzioni dei corsisti. Sono diversi gli obiettivi che ci si pone quando si inizia a frequentare una formazione continua. Vi si ritrovano innumerevoli slanci che ben testimoniano la vastità delle necessità aziendali presenti nel nostro tessuto economico.
Luana Campanella, Spitex Il Sole Sagl
Mi sono iscritta a questo corso, poiché era da tempo che sentivo l’esigenza di colmare alcune lacune, nella mia formazione. Inoltre, vi è anche stato un cambiamento dei requisiti per l’apertura di servizi di cure a domicilio. È stato dato un termine, entro il quale, i servizi già attivi sul territorio dovevano colmare eventuali lacune formative dei direttori. Sono venuta a conoscenza della vostra offerta formativa, e ho deciso di iscrivermi. Sono molto entusiasta dell’organizzazione e della modalità di insegnamento. Tutti i docenti sono attivi professionalmente, e quindi portano un sacco di esempi concreti, che integrati allo studio, rendono i contenuti del corso più comprensibili. Per il futuro del settore, si prospetta, una crescita sempre maggiore delle richieste di cura a domicilio. Si dovrà però apportare dei correttivi a livello legislativo, per controllare maggiormente tutti gli attori attivi nel settore, sul territorio Ticinese, affinché non si creino situazioni di disparità contrattuali.
Elena Ormazabal, Verosana Sagl
Ho deciso di iscrivermi a questa formazione perché le materie proposte danno la possibilità di approfondire tematiche fondamentali per una buona conduzione di una PMI. Questo corso è un’ottima opportunità di crescita professionale, ed in Ticino l’offerta di questo genere di specializzazioni non è così ampia. Dobbiamo ringraziare la Cc-Ti che, in collaborazione con la FIP, si è impegnata dandoci l’opportunità di poter seguire questo percorso anche Ticino. Un altro aspetto importante è che le lezioni si svolgono durante il giorno e, per chi ha molteplici impegni, dà la possibilità di conciliare più facilmente gli impegni lavorativi con quelli famigliari. Inoltre, i professori sono molto disponibili e l’interazione durante le lezioni è molto stimolante, seguo con piacere ed interesse la formazione. Nel settore le prospettive future sono sempre piuttosto incerte, le cure e l’assistenza a domicilio sono sempre più richieste, ma le difficoltà con cui siamo costantemente confrontati (quali le nuove normative e relative implementazioni, documentazione da redigere, costi che continuano ad aumentare e la diminuzione di aiuto da parte del Cantone), mettono a dura prova la continuità della nostra attività.
Barbara Consolascio, UniTicare Sagl e Studio medico Dr. Davide Consolascio
Mi sono iscritta alla formazione di “Specialista della gestione PMI” perché il Cantone ha modificato il regolamento sui requisiti essenziali di qualità per i servizi di assistenza e cura a domicilio. Sicuramente il percorso formativo è molto interessante e lo è anche lo scambio di esperienze con i compagni di classe: il gruppo è formato da profili diversi (giovani e meno giovani), ed è sempre importante ascoltare i differenti punti di vista e tenere sempre “un piede” nel settore formazione.
Ci si tiene costantemente aggiornati sulle varie modifiche anche a livello legislativo. Anche gli insegnanti sono molto competenti e capaci di trasferire le conoscenze professionali. Ciò che personalmente risulta complesso è conciliare formazione con lavoro e famiglia. Questo attestato è molto impegnativo da ottenere e richiede parecchio tempo fra studio personale e preparazione, che purtroppo manca. Io ho sei bambini, di cui un neonato in affido…
Il futuro del settore è molto incerto, nonostante ci sia sempre più bisogno di assistenza e cure a domicilio: popolazione che invecchia e speranza di vita più lunga, minor costo nel gestire le persone a casa rispetto alla casa anziani o ospedalizzazione. Purtroppo, il Cantone non aiuta, abbiamo tariffe di fatturazione irrisorie, che non permettono nemmeno di coprire gli stipendi netti del personale operativo, dell’amministrativo non ne parliamo. La distribuzione del finanziamento del Cantone tramite mandato di prestazione, non è più attuale. Il settore pubblico riceve il doppio rispetto ai privati, pur svolgendo le stesse mansioni. La base di calcolo per l’erogazione dei finanziamenti è inadeguata rispetto agli stipendi che dobbiamo garantire come da contratto collettivo. Diversi servizi privati sono in costante “profondo rosso” con i conti bancari. Penso che l’obiettivo del Cantone sia “eliminare” i servizi privati, almeno i più piccoli. Ad esempio, noi saremmo disposti a condividere la Direzione Sanitaria per risparmiare, ma la legge vieta al Direttore Sanitario di svolgere altre funzioni retribuite all’interno di altri servizi. Personalmente mi occupo della Direzione Amministrativa, svolgendo tutte le funzioni amministrative e contabili, e non sono retribuita perché impossibile dal punto di vista della liquidità. Versiamo tredici mensilità al personale e fatturiamo dodici mesi, già questo ci porta a un deficit.