Device as device: efficienza digitale garantita

Nell’epoca odierna, caratterizzata da grandi trasformazioni tecnologiche e innovazione, l’efficienza digitale gioca un ruolo importante per le aziende.

Viviamo il futuro

Sono innumerevoli le derivazioni dell’economia digitale e le sue ramificazioni nelle differenti attività quotidiane, sia professionali che private. Oggi più che mai stiamo andando verso un cambiamento del paradigma culturale. Pensiamo che i bambini che frequentano le scuola elementari andranno a svolgere dei lavori che fra 20 anni non esisteranno, così come i professionisti attivi oggi nel mercato del lavoro, utilizzano metodologie, modelli di business e spazi di lavoro che domani potrebbero sparire.
Recentemente – il 31 maggio scorso – è altresì stata inaugurata e stata resa funzionante la prima antenna 5G in Ticino: segno che il futuro dell’era digitale è già qui.

Sono questi gli spunti dell’introduzione di Lisa Pantini, Responsabile delle relazioni con i soci Cc-Ti, all’evento del 3 giugno “Efficienza digitale: la cultura del device-as-device“, organizzato in collaborazione con DOS Group, volto ad una riflessione a 360° gradi sui mutamenti in atto, sulla sensibilizzazione ed accompagnamento alle aziende già portato avanti negli anni con diverse sfaccettature dalla Cc-Ti (modelli di business, smart life, cyber security, ecc.).

Device as device per le aziende

Stefano Doninelli, CEO di DOS Group SA, ha presentato un nuovo modello di business che sta prendendo piede, chiamato “Everything-as-a-Service” in cui il cliente non acquista il prodotto fisico, bensì acquista un servizio che include il prodotto in questione assieme al suo supporto completo.

Si tratta di un sistema economico basato su politiche di prezzo a consumo, che garantiscono un’efficienza digitale e permettono all’azienda che lo assume di avere un budget IT più sistematico, allocando al meglio le risorse. Non si acquista più un prodotto, ma un servizio che comprende diversi elementi che, insieme, formano pc, prevenzione e assistenza.

Nell’ottica di un’ottimizzazione delle risorse e, dunque, di una gestione efficiente  dell’azienda, questo metodo possiede elementi vincenti poiché permette di analizzare e divenire proattivi, permettendo al contempo, anche la gestione unificata di più dispositivi e sistemi operativi diversi.

Nello specifico è stato presentato HP Device as a Service (DaaS), che  offre dispositivi ed accessori performanti che, con il giusto supporto ed assistenza, permette la gestione sinergica del parco dispositivi sotto un unico contratto. In questo modo è quindi possibile restare focalizzati sul proprio core business, avere un maggio controllo dei costi e nessun rischio di obsolescenza dell’infrastruttura IT.
Un ecosistema efficiente con analytics e report per l’azienda, sempre più orientata al digitale.

Proseguiamo il discorso…

Tratteremo un’altra sfaccettatura dell’economia digitale il prossimo 12 giugno, nell’evento “Check digitale: analizzarsi per crescere“, che si terrà presso l’USI a Lugano. Maggiori informazioni ed iscrizioni sono disponibili qui.

Un’intervista mirata

In questa video intervista con Stefano Doninelli, CEO di DOS Group SA e Jessica Tagliabue, Marketing Manager DOS Group SA, scopriamo le novità sul tema. Buona visione!

Il virtuale è sempre più reale

La Cc-Ti al servizio delle imprese ticinesi per sfruttare meglio le opportunità date dalle trasformazioni tecnologiche: tutti i dettagli in un evento dedicato il prossimo 12 giugno.

Nel 2007, quando Steve Jobs lanciò il primo iPhone, nessuno avrebbe mai immaginato cosa sarebbe diventato quello che sino allora era stato un semplice telefonino. Come, nel giro di un decennio, avrebbe cambiato la nostra vita e il modo di lavorare. Oggi con lo smartphone trasmettiamo foto e immagini, facciamo videochiamate, guardiamo film, ascoltiamo musica, leggiamo i giornali online, da lontano controlliamo le nostre case, ordiniamo e paghiamo la spesa. Senza lo smartphone, la sharing economy non avrebbe avuto una crescita così rapida, il mercato mondiale delle app non avrebbe già superato i 100 miliardi di dollari.
Più di ogni altro dispositivo, l’evoluzione dello smartphone dimostra le potenzialità enormi e gli sviluppi pratici della grande trasformazione indotta dall’economia digitale. Un’economia basata su un progresso tecnologico continuo, sempre più integrato e convergente, sistemico e pervasivo, che investe tutti gli ambiti dell’attività umana. Ecco perché per ogni impresa è indispensabile valutare l’uso e l’efficienza delle proprie risorse digitali, che vanno ben oltre l’utilizzazione del web e gli investimenti per aggiornare l’hard e il software aziendali.
A questa necessità è finalizzato l’evento “Check digitale: analizzare per crescere”, proposto dalla Cc-Ti per il prossimo 12 giugno presso l’Auditorium USI a Lugano.
Un appuntamento per esaminare concretamente l’avanzamento e l’impatto delle nuove tecnologie nell’impresa, per capire come sfruttare meglio le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Ma l’economia digitale non è più solo una questione di risorse tecnologiche.

Sia per l’attività produttiva sia per la governance sociale, essa richiede oggi una visione prospettica capace di ripensare i confini tra virtuale e reale. Con l’avvento dell’Internet delle cose siamo, difatti, alla vigilia di un’altra grande ondata tecnologica. Nel 2020 oltre 40 miliardi di oggetti saranno collegati tra di loro in tutto il mondo, attraverso una rete planetaria di sensori che produrranno, scambieranno e utilizzeranno dati per migliorare, in ogni campo, beni e servizi già esistenti e crearne di nuovi.
Quel flusso incessante di dati, definito l’oro del terzo Millennio, che si va moltiplicando di anno in anno, subirà un’ulteriore, poderosa accelerazione. Si apriranno scenari inediti per l’analisi e il trattamento dei big data che già ora, oltre ad ottimizzare le catene della produzione e dei consumi, permettono anche una gestione più efficiente dei servizi collettivi: dalla distribuzione di acqua ed energia allo smaltimento dei rifiuti, dalla sanità alla sicurezza, dai trasporti pubblici alla soluzione dei problemi del traffico.
Possibilità da noi ancora poco utilizzate, perché manca una diffusa cultura pubblica ispirata alla filosofia “Open data”, con un approccio più dinamico e innovativo nell’affrontare i problemi collettivi. Si resta così intrappolati in quel “deficit percettivo” che non consente di vedere, e quindi di sfruttare, tutte le potenzialità delle tecnologie digitali.

Un “check digitale” per trasformarsi

Una riflessione del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni sulle trasformazioni tecnologiche e l’economia digitale.

Unitamente ad altre Camere di commercio e dell’industria svizzere, la Cc-Ti ha elaborato una sorta di “guida” rivolta alle imprese: un’utile valutazione del grado di sviluppo digitale della propria azienda e dei rispettivi settori. Si tratta di una serie di domande (non esaustive e in continua evoluzione) sui vari comparti dell’attività aziendale, volte a condurre gli imprenditori verso una migliore comprensione di un fenomeno che ha mille definizioni, non sempre collimanti e mai statiche.
Sì, perché quando si parla di digitale, ognuno fa riferimento a elementi spesso molto diversi fra loro secondo sensibilità, abitudini e magari timori personali. In un certo senso, data la complessità del tema e la moltitudine di applicazioni diverse, è inevitabile che sia così, ma questo è al contempo spesso foriero di confusione.
Pertanto è importante ricercare e proporre comuni denominatori affinché vi sia una certa uniformità nel comprendere come ogni singola azienda sia coinvolta nella trasformazione digitale e quindi quali siano i migliori modi per gestirla. Indicazioni utili soprattutto per prendere le decisioni strategiche corrette e orientarsi verso chi può accompagnare tale trasformazione con le giuste competenze.
Una definizione più precisa delle varie situazioni aziendali permette anche di calibrare meglio le richieste rivolte ad esempio alla politica per quanto concerne tempi, modi e necessità di interventi regolatori o investimenti da prevedere.
Insomma, non vi è la pretesa di trovare soluzioni miracolose a un’evoluzione che sta investendo tutti con velocità mai vista, ma conoscendo meglio il fenomeno si possono aiutare meglio le aziende a rimanere competitive, a proprio beneficio e di tutto il nostro territorio. Dare il giusto peso e vagliare le esigenze reali aziendali senza lasciarsi frenare dalle esitazioni, che sono spesso legittime, è lo scopo del nostro strumento “check digitale”, non maestro, ma compagno verso il cambiamento.

Il “check digitale” viene presentato il prossimo 12 giugno in un evento dedicato ,che si svolgerà presso l’Auditorium USI a Lugano. Maggiori informazioni ed iscrizioni qui!

Le voci dei protagonisti della nostra Scuola Manageriale

Prosegue il viaggio tra le esperienze dei diversi corsisti che frequentano il corso che porta all’ottenimento dell’attestato federale quale “Specialista della Gestione PMI”.

Vi proponiamo altre voci dei protagonisti della nostra Scuola Manageriale, che illustrano la varietà di profili ed esperienze dei corsisti.

Impegno e determinazione per un corso di qualità

“Abbiamo cominciato a frequentare la Scuola Manageriale dopo un’attenta analisi di quali erano le nostre necessità per poter raggiungere l’obbiettivo di essere in grado di dirigere una PMI. La Scuola Manageriale ci è sembrata appropriata per la varietà degli argomenti che tratta, dalla contabilità alla gestione del personale, insomma un’infarinatura generale per poter capire e approfondire quelli che sono i compiti di un responsabile d’azienda. Alla prima lezione ammetto che mi sono chiesta cosa ci facesse una ‘’piccola’’ segretaria come me in mezzo a direttori e responsabili. È un percorso intenso ed impegnativo, sicuramente l’esperienza professionale che una persona matura negli anni aiuta. Ed è proprio grazie a queste esperienze, che ogni alunno porta in classe, che si creano discussioni ed osservazioni che aiutano a capire determinati concetti e a rendere le lezioni attive e interessanti. Questo corso mi aiuta a crescere personalmente e professionalmente, la strada è ancora lunga e sicuramente non è in discesa, ma si dice: the best view comes after the hardest climb”.

Melanie Huhn, dell’azienda Dick&Figli SA

Concretezza anche per l’agricoltura moderna

“Gestisco un’azienda agricola di famiglia. Dopo aver frequentato la Scuola Agraria di Mezzana ho intrapreso una carriera professionale come tecnico, da sviluppare parallelamente alla gestione aziendale. L’esperienza nella Scuola della Cc-Ti mi permette di acquisire le competenze organizzative e manageriali necessarie per comprendere le esigenze dell’agricoltura moderna e per sviluppare le mie idee nell’ambito agricolo futuro”.

Fulvio Rusconi, titolare dell’Azienda Agricola Fulvio Rusconi

Tecnologia in volo a scuola della Cc-Ti

“Ho concluso un apprendistato come Polimeccanico presso la Scuola d’Arti e Mestieri Bellinzona e poco dopo ho iniziato la mia carriera professionale. Ho potuto trasformare il mio hobby e la mia passione in un lavoro, fondando la mia azienda (Dronability), che si occupa di servizi tecnologici con droni. Non avendo mai conseguito una formazione che integrasse elementi della gestione aziendale, ho avuto la necessità di espandere le mie conoscenze, per questo motivo mi sono iscritto alla Scuola Manageriale della Cc-Ti. Scelta più che azzeccata! La ricchezza di visioni e profili unita all’ampia pluralità tematica mi permetteranno di acquisire tutti gli elementi per proseguire con successo il mio percorso”.

Lorenzo Foglia, Titolare di Dronability Sagl

Tutti i dettagli e maggiori informazioni su questo percorso formativo su www.cc-ti.ch/scuola-manageriale.

Focus su creatività, flessibilità e problem solving

Ribattezzate ‘soft skills’, sono quelle abilità cognitive, relazionali e comunicative che permettono all’individuo di interagire al meglio con gli altri. Una riflessione in merito.

In un’ottica aziendale, vi sono alcune caratteristiche personali che risultano importanti poiché influenzano il modo in cui ci si interfaccia, di volta in volta, alle richieste delle persone e dell’ambiente che ci circonda. Le ‘soft skills’ sono dunque quelle peculiari abilità con cui un individuo si relaziona in modo efficace e produttivo verso gli altri. Non parliamo di competenze tecnico-specialistiche, ma del valore quale “plus” che una persona possiede in modo innato e che matura con le esperienze e allena con la pratica, in cui ricadono: l’attitudine al lavoro in team, le competenze comunicative, l’etica del lavoro, la gestione del tempo, la flessibilità, la creatività, l’empatia, e così via.

Esse risultano particolarmente attuali in ambito lavorativo e di business. Sta prendendo piede una rinnovata cultura aziendale che prevede un forte investimento sulle competenze trasversali dei collaboratori, imprescindibili per la produttività e per un più sano clima aziendale.
Vi sono anche studi che dimostrano quanto il successo di un lavoro a lungo termine dipenda dalla padronanza delle soft skills, che sostengono l’inserimento professionale e supportano l’individuo nella comunicazione e nella vita quotidiana (professionale e privata).

Un po’ di ordine

Le diverse ‘soft skills’ si possono riassumere e differenziare in due macro categorie:

  • interne: ossia il modo in cui ci si percepisce. Rientrano qui elementi come la flessibilità, la creatività, la perseveranza, la fiducia in sé stessi, il problem solving, ecc..
  • esterne: riguardano come ci si confronta con gli altri, le abilità comunicative, la capacità di lavorare in gruppo, la leadership e la gestione dei conflitti.

Come si acquisiscono?

Se pensiamo che la maggior parte del comportamento umano si apprende con l’osservazione degli altri, è possibile affermare che i nostri comportamenti siano modellati sulla base delle interazioni sociali. Esse possono essere impiegate indipendentemente dalle mansioni tecniche di una posizione lavorativa. Ciò permette alle persone di adattarsi ai diversi contesti e ambienti e fronteggiare ostacoli, cogliendo opportunità.

Usare le ‘soft skills’ oggi

Dopo aver evidenziato quanto siano importanti per il mondo del lavoro queste competenze trasversali, ed aver constatato che è possibile apprendere ad affinarle, possiamo investire nella formazione puntuale per meglio imparare ad utilizzarle. I corsi di formazione della Cc-Ti vanno in questa direzione. Ecco una carrellata delle nuove proposte formative della Cc-Ti per i prossimi mesi!

 

L’impegno della famiglia

Nell’ambito di “Oltre i confini” – in onda ogni martedì alle 20.00 su Teleticino – proseguiamo il viaggio alla scoperta delle attività di alcuni soci della Cc-Ti volti all’internazionalizzazione. Oggi incontriamo Emanuele Preve, Managing Director della Riso Gallo International.

Aziende di famiglia, storie di successo tramandate di generazione in generazione. È la forza della famiglia Preve, da sei generazioni alla testa di una delle più antiche industrie risiere italiane, la Riso Gallo International di Balerna. Oggi, a tenere saldamente il testimone sono i quattro fratelli Preve.
Emanuele Preve, Managing Director, ci parla di come la famiglia e l’azienda, a volte, siano una sola cosa, e del supporto che il nucleo familiare dia all’incremento dello sviluppo delle attività.

Buona visione!

 

Un contributo concreto per incrementare le qualifiche

Una riflessione del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni relativa alla formazione continua ed alle possibilità che la Scuola Manageriale Cc-Ti offre, con il nuovo ciclo in partenza in settembre.

L’inchiesta congiunturale condotta annualmente dalla Cc-Ti ha evidenziato come anche in Ticino, in linea con quanto avviene nel resto della Svizzera, un grande numero di aziende lamenti la difficoltà di reperire manodopera qualificata, soprattutto nei settori industriali e artigianali. Come porre rimedio a questa situazione? Ovviamente non vi è una risposta univoca, perché la questione ha molte sfaccettature che dipendono anche dai vari settori e dalle tipologie aziendali. È però un fatto che favorire la formazione professionale, facilitando le condizioni di assunzione degli apprendisti e motivando più aziende a incrementare il loro impegno in questo ambito potrebbe dare una spinta decisiva. Ma purtroppo questo non basta. Tutto il sistema formativo svizzero è probabilmente chiamato a un cambiamento di paradigma per tenere il passo con le evoluzioni del mercato e quindi delle esigenze delle aziende. Ma attenzione, qualificato non per forza è sempre sinonimo di specializzato, per cui non si deve pensare solo alle professioni di carattere tecnico, come l’ambito ingegneristico, nel quale la carenza di personale qualificato è manifesta. “Qualificato” può essere anche inteso nel senso di conoscenze generali più ampie. Non è quindi un caso che come Cc-Ti lavoriamo intensamente sulla formazione continua, per mantenere aggiornati i dirigenti e tutto il personale delle aziende. E non è nemmeno causale il rafforzamento di quella che definiamo “Scuola manageriale”, un corso specifico di lunga durata che dà la possibilità di ottenere un diploma federale e che ha lo scopo di estendere le competenze dei dirigenti attuali e futuri nella gestione aziendale. Questo è un elemento-chiave per valorizzare le molte risorse umane di valore che vi sono nelle aziende ticinesi e garantire un ampio spettro di conoscenze, indispensabili per chi riveste funzioni di responsabilità. Un nostro contributo importante per un’imprenditoria di qualità.

Il prossimo ciclo formativo della Scuola Manageriale parte a settembre, le iscrizioni sono aperte!

Relazioni tra Svizzera e Cina: solide basi per il commercio bilaterale

La Cc-Ti mantiene viva l’attenzione per la Cina e partecipa attivamente alle occasioni d’incontro che si focalizzano sul Paese asiatico.

Proprio in questo ambito Valentina Rossi (Responsabile del Servizio Export) e Chiara Crivelli (Responsabile dell’International Desk) sono state invitate a partecipare al convegno “Britalks – Belt and Road Initiative Talks”, primo capitolo di una serie di incontri che mirano a presentare diversi punti di vista sul progetto denominato “BRI o nuova Via della seta” – il più grande progetto infrastrutturale del secolo con cui la Repubblica Popolare Cinese si avvicina a Europa, Africa e al resto dell’Asia. Le due rappresentanti della Cc-Ti hanno quindi avuto modo di esporre la prospettiva elvetica, e in particolare del Ticino, nei confronti della Cina e dell’iniziativa Belt and Road. Valentina Rossi ha introdotto la presentazione sottolineando l’importanza generale degli Accordi di libero scambio (ALS) per la Svizzera. Il nostro Paese ha di fatto una forte vocazione internazionale per la sua economia: un franco su due è infatti guadagnato all’estero. La politica di libero scambio della Svizzera mira a migliorare le condizioni quadro che governano le relazioni economiche con i partner importanti. L’obiettivo è garantire alle imprese svizzere un accesso ai mercati internazionali il più possibile privo di ostacoli e di discriminazioni rispetto a quello di cui beneficiano i principali concorrenti. Interessante notare che oggi oltre il 75% delle esportazioni svizzere è regolato da Accordi di libero scambio (> 55% ALS CH-UE, ca. 20% da ALS con altri Stati). È importante ricordare che gli accordi di libero scambio non regolano solo la circolazione delle merci con l’abolizione o la riduzione dei dazi doganali ma anche la protezione della proprietà intellettuale, il commercio dei servizi, la protezione degli investimenti, l’accesso agli appalti pubblici e altre misure.

Accordo bilaterale Svizzera – Cina

Valentina Rossi ha in seguito presentato più nel dettaglio l’Accordo di libero scambio con la Cina, le cui trattative sono iniziate nel luglio 2007. Dopo vari round di incontri tra i due Paesi, il 6 luglio 2013 vi è stata la firma dell’ALS e il 1 luglio 2014 la sua entrata in vigore. I negoziati hanno portato a un accordo di libero scambio completo, snello e comprensibile. Esso contiene disposizioni sul commercio (prodotti industriali e agricoli), regole d’origine e procedure doganali, disposizioni varie a livello fito-sanitario, tecniche, nel campo dei servizi, della proprietà intellettuale e della concorrenza. Ma anche di trasparenza negli appalti pubblici, di norme ambientali e di lavoro. In merito alla parte relativa all’origine della merce e dei dazi è interessante come questo trattato abbia un’applicazione graduale degli sgravi sui tributi doganali basata su 15 anni. Ad oggi, 2019, l’ALS non è quindi ancora pienamente entrato in vigore, ma per alcune tipologie di merci i dazi sono ridotti quasi della metà. In totale, sono l’82% dei prodotti svizzeri che sono stati toccati dall’ALS. Da parte svizzera invece, il 99.7% dei prodotti cinesi ha subito una riduzione (o un’abolizione) diretta.

…dopo cinque anni

La Svizzera è l’unico Paese dell’Europa continentale che dispone di un vasto accordo di libero scambio con la Cina. Al quinto anno dalla stipulazione dell’accordo, l’Università di San Gallo, in collaborazione con le Scuole universitarie professionali cinesi University of International Business and Economics e Nanjing University, ha analizzato per la prima volta gli effetti economici dell’accordo di libero scambio. I risultati del Sino-Swiss FTA – 2018 Academic Evaluation Report mostrano che, grazie alla riduzione dei dazi sulle esportazioni e sulle importazioni, i settori industriali di entrambi i Paesi beneficiano di risparmi potenziali pari a varie centinaia di milioni di franchi. Ciononostante, non tutte le imprese utilizzano pienamente l’accordo di libero scambio. Dalla sua entrata in vigore le aziende cinesi hanno sfruttato circa il 42% del potenziale di risparmio, anche se per taluni prodotti, come motori elettrici o bollitori, i tassi di utilizzo sono già elevati.

L’incentivo per le imprese svizzere ad utilizzare l’accordo di libero scambio è quindi in costante aumento, con tassi di utilizzo già intorno al 44%. Solo nel 2017, i risparmi doganali superavano i 100 milioni di franchi per entrambi i Paesi. Sono soprattutto l’industria meccanica, il settore medtech e orologiero ad annoverarsi tra i settori che usufruiscono maggiormente dell’accordo di libero scambio.

Da un’indagine condotta tra le imprese svizzere e cinesi nell’ambito del rapporto emerge anche che molte imprese hanno consapevolmente deciso di non utilizzare l’accordo di libero scambio. Circa il 40% delle imprese svizzere intervistate utilizzano l’ALS. I motivi per cui le aziende non utilizzano o utilizzano solo parzialmente l’ALS sono molteplici. Vengono menzionate soprattutto le difficoltà nel rispettare le regole dell’origine, perché si può usufruire dell’ALS solo se è possibile comprovare che una parte significativa del valore di un prodotto è generata in Svizzera.

La Cina gioca un ruolo sempre più importante nella rete commerciale mondiale delle aziende anche del Canton Ticino, risulta infatti evidente come l’export ticinese in Cina sia praticamente aumentato di circa il 30%. Il Cantone più virtuoso ad aver “sfruttato” l’accordo con la Cina è stato San Gallo dove le esportazioni sono cresciute del 40% mentre le importazioni hanno registrato un +7%.

La Svizzera e la Belt and Road

Il 29 aprile 2019 il presidente della Confederazione Ueli Maurer è stato ricevuto in visita di Stato dal presidente cinese Xi Jinping. I colloqui hanno trattato i lavori di estensione dell’accordo di libero scambio, la progressiva apertura della Cina nel settore finanziario e le condizioni quadro bilaterali per la collaborazione in questo settore nonché la governance multilaterale. La delegazione svizzera si è detta a favore della risoluzione dei conflitti nel settore del commercio multilaterale. Le due parti hanno firmato un memorandum d’intesa incentrato sulla finanza e sull’economia nel contesto dell’iniziativa Belt and Road. Esso ha l’obiettivo di sviluppare la cooperazione dei due Stati in materia di commercio, investimenti e finanziamento di progetti in Paesi terzi situati lungo le vie della BRI.

Chiara Crivelli e Valentina Rossi durante la loro presentazione

Cc-Ti e Cina

Nella seconda parte della presentazione Chiara Crivelli ha attirato l’attenzione della platea, accorsa numerosa all’evento, sulle relazioni della Cc-Ti con la Cina. La Cc-Ti ha iniziato a sondare in maniera concreta il mercato cinese recentemente. A fine ottobre 2017 la Camera di commercio ricevette una delegazione della città di Shenzhen, con a capo il Presidente della Camera generale di commercio di Shenzhen. Gli scambi durante l’incontro furono altamente proficui e la Cc-Ti decise così di sfruttare le ottime sinergie che si erano create per organizzare la sua prima missione in Cina. In stretta collaborazione con la Città di Lugano, è stata così organizzata una missione nel novembre 2018. L’intenso programma prevedeva una prima parte nella città di Shenzhen – considerata la capitale Hi-Tech del Paese – e una seconda parte a Shanghai, centro commerciale e finanziario della Cina continentale.

A Shenzhen la delegazione, composta da imprenditori di settori diversi, ha avuto modo visitare la “China Hi-Tech Fair”, fiera di importanza internazionale. Durante la visita la Cc-Ti ha firmato un accordo di collaborazione con la Camera di commercio di Shenzhen e di visitare la sede centrale dell’azienda BYD (il maggior produttore cinese di veicoli elettrici, la cui esperienza è iniziata negli anni ’90 con la produzione delle batterie per i famosi cellulari NOKIA) e a SVV (Shenzhen Valley Ventures), azienda innovativa nel settore del 3D printing e prototyping.

Da Shenzhen la delegazione si è spostata a Shanghai. Il programma prevedeva un’interessante visita allo Swiss Center che si trova nella Free Trade Zone della città, sede di diverse aziende svizzere che da qui possono facilmente accedere al mercato cinese e agli altri mercati asiatici vicini. La missione è stata molto positiva ed è stato importante vedere con i propri occhi come si sta sviluppando la Cina, nazione che occupa un ruolo fondamentale a livello mondiale. L’economia cinese riserva ancora un considerevole potenziale, confermato pure dalla missione della Cc-Ti. Le opportunità si trovano soprattutto nel settore dei beni di lusso, dell’Hi-Tech, dell’elettronica e dell’e-commerce. Gli imprenditori che hanno seguito la Cc-Ti a Shenzhen e Shanghai hanno potuto toccare con mano la dinamicità di questo mercato ed incontrare possibili partner cinesi. Le missioni organizzate dalla Cc-Ti mirano infatti a dare un supporto concreto per costruire nuovi sbocchi di business all’estero.

Dopo il grande interesse dell’anno scorso, la Cc-Ti torna in Cina con una missione a Shanghai, dal 4 al 9 novembre 2019. Parte nevralgica del viaggio sarà la visita alla “China International Import Expo”, nella quale è previsto anche un padiglione svizzero. La fiera, promossa dal Ministero del commercio cinese, mira a rendere accessibili i prodotti internazionali sul mercato interno cinese e rientra nella promozione dell’iniziativa Belt and Road. Il progetto “la Nuova via della seta” può quindi essere vista come un’opportunità per promuovere le connessioni commerciali.

La Cina è quindi un mercato su cui la Camera di commercio del Cantone Ticino si sta focalizzando e mira a sviluppare le sinergie anche in futuro. Vista l’attualità del progetto Belt and Road, si prevede infatti l’organizzazione di un evento al fine di approfondire questa tematica.

Corea: centrale globale del 5G

Dopo una lotta serrata per rivendicare la prima nazione con una rete 5G completa, il 3 aprile, la Corea si è presa la corona riaffermando la sua reputazione in qualità di potenza globale ICT.

Le tre aziende nazionali di telecomunicazioni SK Telecom, KT e LG Uplus hanno promosso simultaneamente servizi per Galaxy S10 5G di Samsung Electronics, l’unico modello abilitato 5G sul mercato e il numero di abbonamenti 5G ha superato i 100000 il quarto giorno dal lancio commerciale. Mentre la rete 5G è senza dubbio acclamata come infrastruttura della quarta rivoluzione industriale, gli operatori coreani della telefonia mobile sono ora in concorrenza agguerrita per posizionarsi in qualità di operatori leader nello spazio 5G.

Dalla presentazione della rete 5G, le aziende di telecomunicazioni hanno mostrato una visione dell’eccellente futuro e della cooperazione multidimensionale nelle industrie più diversificate: automotive, videogame, medicina e smart factory. Nel mezzo dell’ondata delle tecnologie rivoluzionarie che crea la rete 5G il focus è principalmente sull’IA e sulla RA, fornendo nuove opportunità per le aziende globali con innovazioni allo stato dell’arte.

Corea del Sud – banco di prova del domani

LG Uplus Corp, insieme a Doosan Infracore, leader mondiali di soluzioni d’infrastruttura con sede in Corea, ha presentato, a Monaco di Baviera, un escavatore controllato in remoto con 5G. Questo escavatore era azionato a Incheon, Seoul, mediante la modernissima rete ad altissima velocità da una stazione di controllo situata a Monaco. Il sistema remoto operava in tempo reale, nonostante la distanza di 8’500 chilometri. In fase di elaborazione vi sono ulteriori lavori per la diffusione della tecnologia al fine di ridurre il ritardo, nonché la garanzia di fornire un collegamento dati sicuro. Al fine di garantire la sicurezza nell’era del 5G, dove ogni cosa nel mondo reale è connessa in modalità wi-fi, SK telecom si concentra sulla sicurezza cibernetica nelle comunicazioni mobili, in collaborazione con una controparte svizzera.

Progressi in collaborazione con aziende svizzere

Il gigante delle telecomunicazioni ha annunciato un piano di investimenti strategico del valore di 65 milioni di dollari USA presso ID Quantique, azienda con sede a Ginevra. La crittografia quantistica si delinea in qualità di soluzione per la salvaguardia di informazioni critiche. La tecnologia cripta dati trasmessi utilizzando chiavi quantistiche speciali, che secondo le leggi della fisica quantistica è impossibile intercettare o rubare. Nuovi test sono condotti da industrie che beneficiano della rete 5G e proiettano il futuro immaginario al presente – navigatori per automobili, smart city e cure mediche digitali, solo per fare alcuni esempi. Hyundai, ad esempio, in collaborazione con l’azienda svizzera deep tech WayRay AG ha presentato il primo sistema di navigazione satellitare olografico a realtà aumentata a CES 2019 a Las Vegas. Si tratta di una tecnologia di sicurezza che riproduce simboli guida stereoscopici e segnalazioni di navigazione proprio sulla carreggiata davanti al conducente. Le informazioni stereoscopiche visualizzate sulla strada sono anche adattate in maniera appropriata secondo l’angolo visivo specifico dell’autista.  ….continua a leggere

Articolo tratto da Switzerland Global Enterprise (S-GE) ©

Percorsi diversi, un obiettivo comune

Testimonianze ed esperienze diversificate raccontano la vita imprenditoriale nella Scuola Manageriale Cc-Ti

Da sin.: T. Dick, S. Bianchi, L. Chiesa

Incrementare le proprie conoscenze e sviluppare il proprio talento grazie a una formazione continua superiore (come la Scuola Manageriale della Cc-Ti), è un modo sicuramente brillante per crescere e valorizzarsi, con il conseguimento dell’attestato federale quale “Specialista della gestione PMI”.

Sono numerosi i partecipanti che hanno scelto di seguire questo percorso: professionisti già attivi in settori diversi e suddivisi in classi eterogenee.

Una ricchezza di profili che dimostra come la Scuola Manageriale offra una formazione modulabile sulle esigenze comuni e però applicabile a settori completamente differenti fra loro. Quali sono le motivazioni che spingono un professionista ad iscriversi? Quale l’esperienza formativa maturata finora?

Le voci dei protagonisti

“Ho deciso di intraprendere questa scuola in previsione di una futura successione nell’azienda di famiglia. Il mio percorso formativo fino ad ora è stato prevalentemente tecnico e manuale. Questa formazione mi permette di colmare le lacune negli ambiti in cui non ho ancora maturato un’esperienza (come ad esempio contabilità, diritto e marketing). Inoltre ho la grande fortuna di poter mettere in pratica quanto sto imparando, lavorando a stretto contatto con mio padre Diego Dick (titolare dell’azienda)”. – Tazio Dick, Dick e Figli SA

“Reputo da sempre la formazione e l’aggiornamento continuo un fondamentale tassello per la mia crescita personale. Lavorando nell’ambito della logistica, ho valutato con il mio responsabile quale potesse essere un percorso interessante da intraprendere e che mi fornisse quel know how da trasferire nella pratica giornaliera. In futuro ho l’ambizione di ricoprire ruoli dirigenziali ed ero quindi alla ricerca di un percorso formativo completo. Ho ritenuto la Scuola Manageriale della Cc-Ti in linea con le mie aspettative”. – Simone Bianchi, Posta CH SA

“A 24 anni e dopo soli due anni lavorativi in Auto Chiesa SA, all’inizio della scuola mi sono sentito disorientato e un po’ spaventato. Gli argomenti trattati sono numerosi e molto specifici, ma grazie a uno studio pianificato, al confronto con i docenti e con le altre realtà aziendali, il primo semestre è stato molto positivo, come i risultati dei primi esami. Il taglio della Scuola è molto pratico: già durante il primo semestre ho potuto applicare le nuove conoscenze e affrontare autonomamente delle problematiche interne che si sarebbero rivelate ardue senza l’insegnamento fornito dalla Scuola. Sono felice di aver intrapreso questo percorso”. – Leonardo Chiesa, Auto Chiesa SA

Tutti i dettagli e maggiori informazioni su www.cc-ti.ch/scuola-manageriale.