La forza dello ‘Swiss made’

Nell’ambito della rinnovata edizione di “Oltre i confini” – in onda ogni martedì alle 20.00 su Teleticino – ci addentriamo nelle attività di alcuni soci della Cc-Ti volti all’internazionalizzazione. In questa puntata incontriamo Enrico Romualdi, titolare della ditta Tan SA di Chiasso.

Quanto conta oggi il marchio “Swiss made” che indica la provenienza dei prodotti realizzati in Svizzera? Chi acquista prodotti “Swiss made” sa che questi rispecchiano valori tipicamente elvetici come la precisione, la qualità e l’affidabilità. Una garanzia riconosciuta a livello mondiale, anche nel settore dell’orologeria. Una bella storia che testimonia l’importanza della ‘swissness’ nel mondo.

Buona visione!

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Mercato indonesiano dei latticini in crescita

Nel corso degli ultimi quattro anni, l’Indonesia ha vissuto un incremento significativo della domanda di latticini. Il consumo pro capite di latte nel Paese si attestava a 11.8 litri nel 2017, dal 2015 la domanda è cresciuta costantemente del 5% all’anno e si prevede che tale tendenza prosegui in questa direzione.

Utilizzo di latticini in aumento

Tra i fattori chiave di questa crescita vi sono il numero di consumatori del ceto medio in aumento, redditi disponibili delle famiglie più elevati, una tendenza in evoluzione a seguire regimi alimentari occidentali e una maggior consapevolezza dei consumatori indonesiani.

A causa di una produzione locale limitata di latte, l’Indonesia è ancora ampiamente dipendente da importazioni di latte. Nel 2017, il Paese ha importato 39’504 tonnellate (il 74% della domanda totale) di prodotti lattiero-caseari, per un valore pari a 973 milioni di dollari USA. Questo valore totale è cresciuto del 26% rispetto all’anno precedente con prodotti principali di importazione quali il latte concentrato e la panna. Tali importazioni provengono in prima linea dalla Nuova Zelanda con un valore di 340 milioni di dollari USA o 35.22% della quota totale, seguite dall’Australia (13.72%), USA (12.1%), Francia (11.28%) e Belgio (7.67%). Il valore delle importazioni di latticini dalla Svizzera ha raggiunto 631’000 dollari USA (0.06% del totale) con il latticello e lo yogurt in qualità di prodotti principali.

Key player nel mercato dei latticini

Secondo Euromonitor, il mercato dei latticini in Indonesia è controllato da quattro key player ovvero PT Frisian Flag (Olanda), Nestlé (Svizzera), PT Ultrajava (locale) e PT Indolakto (locale). Tuttavia il mercato ha visto un aumento della concorrenza con diversi nuovi player entrati recentemente sul mercato. Tra di essi si annoverano Fonterra Indonesia, Kalbe Morinaga, Nutrifood Indonesia, Danone Dairy Indonesia (Francia), Sari Husada, Greenfield Indonesia (Nuova Zelanda) e ABC Dairy Indonesia. Nel mercato del latte alimentare (UHT) PT Ultrajaya con il suo brand Ultra Milk dominano questo segmento con una quota del 40.06%, mentre la maggiore proporzione di latte condensato è controllato da Frisian Flag. Nel segmento yogurt, PT Yakult Indonesia (Giappone) è in testa con la quota di mercato di oltre il 70% del suo brand Yakult. Con una quota del 79% PT Kraft Ultrajaya Indonesia controlla il mercato del formaggio.  ….continua a leggere

Articolo tratto da Switzerland Global Enterprise (S-GE) ©

Belloli SA di Grono si aggiudica il Prix SVC Svizzera italiana 2019

Nella serata del 15 maggio è stato conferito il Prix SVC Svizzera italiana – manifestazione di cui la Cc-Ti è partner – , in un grande evento presso il Palazzo dei Congressi a Lugano. Tra le sei aziende finaliste, si è distinta la Belloli SA di Grono.

Alberto Belloli, comproprietario di Belloli SA, ha preso in consegna il 15 maggio 2019 l’ambito Prix SVC Svizzera italiana 2019. La Belloli SA è un’azienda di famiglia fondata nel 1886, gestita oggi dalla quinta generazione e dà lavoro a una sessantina di persone.

Il vincitore del Prix SVC svizzera italiana 2019, Alberto Belloli, Comproprietario, Belloli SA di Grono, con gli altri finalisti, durante la premiazione.

Offre una paletta completa di prodotti e servizi dedicati al settore delle opere sotterranee a livello mondiale e di lavorazione di veicoli corazzati.
Al secondo posto si è classificata la Polydentia SA di Mezzovico, specializzata in sviluppo, produzione e commercializzazione a livello mondiale di strumenti per i professionisti del settore dentale. Agroval SA di Airolo, che produce e commercia formaggi di montagna e yogurt certificati, esportati anche in Russia e verso l’Unione dei paesi Eurasia si è aggiudicata il terzo premio. Il premio speciale è andato ai tre finalisti: LifeLike SA di Chiasso, Orticola Bassi SA di St. Antonino e Plastifil SA di Mendrisio.

Enorme successo per l’ottava edizione del Prix SVC Svizzera italiana

Il Prix SVC è ormai diventato un appuntamento importante e atteso nella Svizzera italiana. Quest’anno quasi 1000 persone del mondo economico, politico, accademico e culturale si sono incontrati al Palazzo dei Congressi di Lugano per assistere alla cerimonia di consegna del premio. Marzio Grassi, Presidente della giuria del Prix SVC Svizzera italiana, durante la laudatio ha così motivato la scelta del vincitore: “Abbiamo voluto premiare un’impresa rimasta in mano alla stessa famiglia per cinque generazioni e da oltre 130 anni continuando a crescere e a ottenere risultati positivi, ben inserita e radicata sul territorio.

Belloli SA è attiva a livello mondiale, riconosciuta per la qualità dei suoi prodotti e servizi e quindi esporta anche la buona reputazione del nostro Paese. Inoltre, investe costantemente nella crescita dell’azienda e nei propri collaboratori. Belloli SA è un ottimo esempio di azienda di successo presente nella Svizzera italiana”. Il comproprietario Alberto Belloli ha ritirato il primo premio consistente in un viaggio per imprenditori in Asia offerto da Credit Suisse e in un buono esclusivo, offerto da SUPSI, del valore di CHF 12’500 per seguire uno o più corsi di formazione continua SUPSI.

Secondo posto per Polydentia SA e terzo posto per Agroval SA

Polydentia SA, nata nel 1976 con sede a Mezzovico, si è aggiudicata il 2° premio. L’azienda, che dà lavoro a una ventina di persone, sviluppa, produce e commercializza a livello mondiale strumenti per i professionisti del settore dentale. Unisce con successo i valori fondanti come l’eccellente qualità svizzera, il pensiero innovativo e il costante sviluppo del prodotto, con le ultime tendenze della moderna odontoiatria conservativa. Il premio ritirato da Claudia Schaffner Paffi, CEO, è offerto da Ernst & Young e consiste nella partecipazione – con un accompagnatore – a un viaggio-studio o all’Entrepreneur of the Year Congress a Palm Springs, USA.

Il terzo premio è andato ad Agroval SA di Airolo. L’azienda, nata nel 1993, produce e commercia latticini, in particolare formaggi di montagna ticinesi e 22 gusti di yogurt certificati. I prodotti sono distribuiti sul suolo nazionale tramite la grande distribuzione ed esportati in Russia e verso l’Unione dei paesi Eurasia. L’azienda dà lavoro a una ventina di persone. Ari Lombardi, CEO,, ha ritirato il premio offerto da Swisscom e consistente in un buono per la partecipazione a uno degli esclusivi appuntamenti promosso e sostenuto da Swisscom.

Premio speciale per tre aziende con ottime prestazioni

Le finaliste LifeLike SA di Chiasso, Orticola Bassi SA di St. Antonino e Plastifil SA di Mendrisio hanno ricevuto un premio speciale da La Mobiliare, consistente in un buono per un workshop sull’innovazione di due giorni e mezzo presso il Mobiliar Forum Thun, sotto la guida di un coach specializzato.

LifeLike SA, La società, fondata nel 2012, ha sviluppato prodotti di simulazione didattica dedicati allo sviluppo delle soft skills in ambito corporate e sanitario, disponibili in 3 lingue e basati su un’innovativa metodologia proprietaria. Essi consentono di allenare le capacità relazionali e negoziali tramite “digital role play”. L’azienda diretta dal CEO Andrea Laus occupa 13 persone.

Orticola Bassi SA è attiva dal 1986, produce ortaggi, prato verde e salsa al pomodoro distribuiti a livello nazionale. Inoltre, è attiva in ambito biogas, raccolta di scarti della gastronomia e gestione di un agriturismo. A dipendenza della stagione, l’azienda impiega da 20 a 60 persone, sotto la direzione di Christian Bassi.

Plastifil SA è un’impresa di famiglia fondata nel 1934 e giunta alla 4 generazione, che progetta e produce prodotti e componenti di precisione in filo di acciaio inox, tubo, tela e lamiera, utilizzati in ambito medicale, tecnico-industriale, alimentare e nel design/arredo. L’azienda, che oggi conta 160 collaboratori, si occupa anche di trattamenti galvanici e rivestimenti plastici e lavora con importanti gruppi internazionali sia in Svizzera che all’estero e il suo presidente è Martino Piccioli.

Obiettivo: riconoscere e far conoscere le realtà imprenditoriali eccellenti

L’attività più conosciuta dello Swiss Venture Club è il Prix SVC che viene assegnato in ciascuna delle sette regioni in Svizzera. Andreas Gerber, presidente dello Swiss Venture Club, rimarca: “Lo Swiss Venture Club ha quattro priorità: la crescita del proprio network coinvolgendo in particolare più donne e più giovani; il dialogo tra economia, società e politca; lo scambio di esperienze tra generazioni e la trasformazione digitale. Sono rimasto favorevolmente impressionato dalla varietà delle attività svolte dai finalisti nella Svizzera italiana, regione caratterizzata da ampio know-how, spirito imprenditoriale e capacità innovativa”.

La giuria del Prix SVC Svizzera italiana

Il Prix SVC fa affidamento su una giuria composta da noti esponenti della scena economica del Cantone. Ne fanno parte Marzio Grassi, presidente, Alessandra Alberti, Luca Albertoni, Stefano Caccia, Carlo Secchi, Beatrice Fasana, Daniele Lotti, Michele Masdonati, Giambattista Ravano, Stefano Rizzi e Lino Terlizzi.

Uno sguardo oltre i nostri confini

Con la quarta edizione, è ripreso da alcuni giorni il programma televisivo “Oltre i confini”, curato dalla Cc-Ti e realizzato in collaborazione con Teleticino. L’obiettivo è far conoscere volti e storie di successo di aziende ticinesi che esportano all’estero.

L’appuntamento è dunque fissato per ogni martedì sera alle 20.00 fino a fine maggio, per poi riprendere con l’autunno.

Sul nostro canale Youtube (e sui nostri social media), così come qui sul sito della Cc-Ti vi riproporremo periodicamente le storie di successo che sono raccontate “oltre i – nostri – confini”.

A questo proposito cominciamo con le prime due puntate, che hanno visto quali protagoniste Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export della Cc-Ti e Monica Zurfluh, Responsabile S-GE Svizzera italiana.

Buona visione!

Puntata 1

Puntata 2

Si consolida la Scuola Manageriale

Nell’intervista con Roberto Klaus, Direttore SSIB Ticino, vediamo come i percorsi della Scuola Manageriale siano determinanti per il successo professionale. In settembre parte il nuovo ciclo formativo!

La Scuola Manageriale della Cc-Ti ha attirato molto interesse da parte di diversi professionisti che l’hanno scelta per integrare e migliorare le loro competenze. Come si sta sviluppando?

La Scuola Manageriale ha consolidato il suo percorso di formazione professionale. Il  corso erogato permette al professionista che lo intraprende di acquisire maggiori  competenze, che gli consentiranno di assumere nuove responsabilità in azienda, con soddisfazione personale e competenze diverse all’interno della società dove opera. Il nuovo orientamento del corso ha incontrato l’interesse e l’adesione di molte aziende ed associazioni di categoria. Iniziati i colloqui e l’acquisizione delle iscrizioni nel corso del 2017, si è potuto dar avvio a una prima edizione nel mese di febbraio 2018 con ben 19  iscritti. L’interesse e il sostegno delle nostre associazioni di categoria affiliate ha  permesso di aumentare il numero di partecipanti: il 1° febbraio 2019 abbiamo dovuto dividere gli iscritti in due classi, per un totale di 33 studenti. Stiamo attualmente  implementando una nuova edizione per settembre 2019, le cui iscrizioni sono aperte.

A chi è destinata questa formazione?

Professionisti e impiegati che vogliono acquisire le competenze e le conoscenze per dirigere/ assumere la posizione di quadro in una PMI e/o coordinare e guidare un reparto di un’azienda di dimensioni più grandi. Il corso in questione è anche stato adottato da alcune associazioni di categoria e reso obbligatorio per l’ottenimento della maestria.

In che modo evolverà la Scuola manageriale?

È in fase di preparazione una nuova edizione del corso di “Economista aziendale PMI con diploma federale”. Questa formazione ha obiettivi strategici di  approfondimento e per accedervi è necessario aver ottenuto il riconoscimento  federale quale “Specialista della gestione PMI.” Si crea dunque una filiera  formativa svizzera orientata alle PMI.

Il prossimo ciclo riparte in settembre: le iscrizioni sono aperte! Per maggiori informazioni siamo a disposizione!

 

Affrontare i mercati esteri ben preparati

Per non aver problemi a livello doganale, e se possibile beneficiare di sgravi dai dazi, è  necessario conoscere a fondo la propria merce e tutto il processo produttivo.

Questa conoscenza a 360 gradi viene spesso sottovalutata perché non ritenuta importante. La nostra esperienza quotidiana ci permette però di affermare  esattamente il contrario: chi non si avvale di personale formato e con profonde conoscenze dei processi aziendali, può infatti incorrere in problemi seri, con risvolti finanziari anche negativi.

La condivisione delle informazioni

La conoscenza dell’intero iter del processo produttivo, dallo sviluppo tecnico fino alla vendita al cliente finale, è fondamentale: pensiamo ad esempio alla  provenienza delle componenti, alla percentuale del valore aggiunto svizzero, alle certificazioni necessarie per vendere il prodotto o ancora all’origine della merce e alla sua classificazione doganale. Questa lista non è esaustiva, ma mette in risalto la complessità di un prodotto e della sua vendita sui mercati internazionali. Per rendere più efficaci i processi e riuscire far fronte rapidamente ad eventuali problematiche, tali informazioni non devono rimanere in compartimenti stagni, ma essere condivise all’interno dell’azienda. Prendiamo il caso di una verifica da parte dell’autorità preposta in merito all’origine della merce: l’azienda deve  essere pronta a confermare l’esatta veridicità delle prove documentali emesse. L’Amministrazione federale delle dogane aggiorna sì regolarmente le sue istruzioni utili per determinare la validità formale delle prove dell’origine preferenziale, ma è l’azienda stessa a doversi tenere aggiornata e assicurarsi che i processi aziendali siano chiari e noti a tutti gli addetti ai lavori.

Mercati in continua evoluzione

L’internazionalizzazione di un’azienda presuppone anche un costante aggiornamento sulle tematiche – di natura politica o economica – che toccano i mercati mondiali. Pensiamo ad esempio all’attualità: la Brexit continua a tenere gli imprenditori sul chi vive. Al momento in cui scriviamo questo articolo non è dato a sapere come il Regno Unito risolverà l’uscita dall’Unione Europea. La Svizzera ha anticipato i tempi e ha già concluso alcuni accordi per far fronte a questo  cambiamento, ma alcune lacune potranno essere risolte solo a tempo debito. Gli imprenditori elvetici saranno chiamati a far fronte ai cambiamenti che  r iguardano ad esempio l’origine della merce e le certificazioni di conformità.

Articolo a cura di

Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana e
Valentina Rossi, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

A fianco delle aziende nella sfida sui mercati esteri

Dall’Asia all’Europa, dalle Americhe agli Emirati Arabi, gli Eventi Paese promossi dalla Cc-Ti, toccano i mercati di tutto il mondo. A Valentina Rossi,  Responsabile del Servizio Export della Cc-Ti, domandiamo quali sono i Paesi che suscitano maggiore interesse per le imprese ticinesi.

“Il principale mercato per le aziende ticinesi e svizzere– spiega – è sicuramente l’Unione Europea che assolve oltre il 50% dell’export elvetico, con Germania, Francia e Italia ai primi posti. Per le singole nazioni a dominare sono gli USA che offrono delle grandi opportunità. Da non sottovalutare poi il mercato asiatico, con in testa la Cina che, contando 1,4 miliardi di abitanti, è una delle realtà più stimolanti e in piena  espansione che attira molte aziende elvetiche”.

Con quali criteri vengono scelti gli Stati per gli Eventi Paese?

“Gli Eventi Paese vogliono essere delle occasioni interessanti, e soprattutto con un taglio molto pratico, per gli imprenditori che desiderano scoprire o conoscere meglio i mercati esteri. Concentriamo, quindi, la nostra attenzione sia su nazioni più vicine a noi geograficamente e culturalmente, come la Germania o il Regno Unito ad esempio, sia su Paesi più lontani e magari più difficili da affrontare, quali l’Ucraina o le nazioni del Mercosur”.

La diversificazione dei mercati oggi gioca un ruolo chiave per il nostro export, in che misura questa necessità è avvertita dalle imprese?

“In un territorio relativamente piccolo come quello ticinese per le aziende è quasi naturale guardare ai mercati esteri, in particolare a quelli a noi più vicini. La maggior parte delle PMI svizzere ha  meno di 10 dipendenti e, sebbene richieda tempo e risorse sviluppare con successo un processo di internazionalizzazione, si ritiene sicuramente opportuno espandere la propria attività all’estero. Oggi, inoltre, la digitalizzazione e le innovazioni commerciali rappresentano un importante  supporto per gli imprenditori che possono agire con maggior immediatezza”.

Oltre agli Eventi Paese e alle missioni economiche all’estero quali altri servizi offrite alle aziende dell’export?

“La Cc-Ti e il suo Servizio Export sono a disposizione dei propri associati con un sostegno a 360 gradi. Forniamo consulenze per chi esporta in tutto il mondo, rispondendo puntualmente ad una grande varietà di domande, spaziando dai dazi, all’origine della merce per arrivare agli Incoterms. Temi questi che rientrano anche nell’ampia offerta formativa della Cc-Ti, nella quale c’è un ambito proprio dedicato all’export, con corsi specifici basati sulle esigenze pratiche delle  imprese. Come Cc-Ti desideriamo fornire un supporto sempre più concreto e diretto alle aziende e ai loro collaboratori”.

Da parte degli imprenditori vi vengono segnalati Paesi che per loro potrebbero essere interessanti?

“Assolutamente. Siamo sempre ricettivi e attenti alle indicazioni degli imprenditori. Cerchiamo di dare il nostro massimo apporto per poter soddisfare le singole richieste”.

Scoprite il Servizio Export e i suoi differenti servizi!

Con gli Eventi Paese e le missioni economiche si promuove l’internazionalizzazione

A sostegno degli imprenditori nella ricerca di nuovi sbocchi commerciali

Negli ultimi anni le nostre esportazioni non si sono orientate solo sui mercati vicini, ma hanno saputo guardare a Paesi lontani, diversificando con successo gli sbocchi commerciali per merci e servizi. Una crescente vocazione internazionale che la Cc-Ti sostiene fattivamente anche con le missioni economiche all’estero e gli Eventi Paese, per dare la possibilità agli imprenditori di conoscere più a fondo realtà che potrebbero offrire loro opportunità interessanti.

Il nuovo appuntamento degli Eventi Paese, il 21 maggio, sarà sul Giappone. Nonostante una crescita rallentata, il Giappone resta, come PIL, la terza potenza economica mondiale. Se da un lato l’invecchiamento demografico ha  frenato l’economia nipponica, dall’altro ha favorito le esportazioni svizzere di prodotti  farmaceutici e tecnologie mediche. Ma anche l’industria MEM è ben piazzata con un export pari a 840 milioni di franchi. Grazie all’accordo di libero scambio, in vigore dal 2009, le esportazioni hanno conosciuto un crescente dinamismo, che avrà ulteriori impulsi con la ripresa prevista con le Olimpiadi di Tokyo del 2020.
Altrettanto interessante l’Evento Paese del 19 settembre dedicato alla Germania, il nostro principale partner commerciale. Quasi un quinto dell’export elvetico è destinato, difatti, al mercato tedesco, con una netta preminenza dei prodotti farmaceutici e delle forniture per l’industria automobilistica.

Il 20 novembre al centro dell’Evento Paese saranno gli Emirati Arabi Uniti con cui l’interscambio ha raggiunto i 13,9 miliardi di franchi. Dal 2014 l’accordo di libero scambio con gli Stati del Golfo ha decisamente migliorato l’accesso al mercato degli Emirati, le condizioni quadro e la certezza giuridica nelle transazioni commerciali. Nei primi due trimestri del 2018 si è registrato un aumento del 26% dell’export elvetico, rispetto allo stesso semestre  dell’anno precedente. L’Expo 2020 darà nuovi stimoli ad un’economia che sta diversificando la monocoltura petrolifera, incentivando il turismo, le costruzioni, il commercio e i consumi privati.

Sempre a novembre la Cc-Ti proporrà un’altra missione economica in Cina, visto l’interesse suscitato dalla trasferta dell’anno scorso a Shenzhen e Shanghai. I  apporti commerciali tra Cina e Svizzera, primo Stato europeo ad aver siglato un accordo di libero scambio con Pechino, si intensificheranno ulteriormente dopo la recente firma del memorandum sulla nuova “Via della Seta”. La missione multisettoriale aperta a tutte le aziende interessate al mercato cinese, permetterà di visitare anche la “China International Import Expo”, la prima Fiera mondiale delle importazioni, in un Paese la cui domanda di beni e servizi dall’estero supererà presto i 30 trilioni di dollari. La Cina che, sta aprendo il suo immenso mercato agli altri Paesi, riducendo le tariffe, facilitando lo sdoganamento delle merci e  rafforzando la tutela di patenti e brevetti, dal 5 al 10 novembre offrirà nel Centro  espositivo di Shanghai una vetrina planetaria alle migliori imprese del mondo.

Un progetto senza alternative

Vi proponiamo l’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, in merito al progetto Riforma fiscale e finanziamento dell’AVS, in votazione il 19 maggio prossimo.

 

La legge sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA) in votazione il prossimo 19 maggio presenta molti aspetti positivi, fra cui uno cruciale per il buon funzionamento dell’economia e per il benessere di tutti, cioè la certezza giuridica. In un contesto mondiale quantomeno agitato, le aziende necessitano di un quadro generale giuridico chiaro e affidabile, anche per quanto riguarda l’imposizione fiscale. Affidabilità tipicamente elvetica e che con l’abolizione degli statuti speciali per le aziende viene rafforzata in maniera decisiva, perché i regimi preferenziali per talune società sono ormai banditi a livello internazionale. Le multinazionali non riceveranno pertanto regali, anzi, subiranno un aumento dell’imposizione fiscale. Saggiamente, esse lo considerano però sostenibile in cambio della già citata certezza giuridica. Quanto alle aziende che oggi sono in regime fiscale ordinario, cioè prevalentemente le circa 500’000 piccole e medie imprese presenti sul territorio svizzero, avranno una pressione fiscale ridotta. Si ristabilisce così anche un’equità fiscale fra le imprese. Difficile capire come si potrebbe intervenire diversamente senza creare sconquassi pesanti al tessuto economico svizzero. Taluni criticano il fatto che si voti su un pacchetto che unisce due temi diversi (fisco e AVS) e che non vi sarebbe una vera riforma dell’AVS. Essi però non propongono alcuna alternativa. Chi invocava misure a favore delle persone fisiche sembra stranamente non accontentarsi del consistente aiuto finanziario annuale previsto per l’AVS, il più importante pilastro sociale del sistema elvetico. Difficile comprenderne i motivi, tanto più che questa votazione non esclude la più che necessaria riforma strutturale della stessa AVS, che dovrà essere affrontata a parte, ma magari con qualche patema d’animo in meno, vista l’iniezione annua di 2 miliardi di franchi supplementari. È chiaro che mischiare più temi è sempre delicato e non solo per motivi giuridici dovuti al principio dell’unità della materia. Nella fattispecie, il compromesso proposto è però l’unica via per risolvere il problema fiscale che non ammette ulteriori tentennamenti.

Maggiori informazioni sul sito informativo del comitato di sostegno alla votazione.

Con il 5G si rafforza l’export

L’opinione di Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino, Presidente FTAF e deputata PLRT in Gran Consiglio

Se nei primi anni ’90 non fosse stato introdotto il 2G, lo standard digitale per la telefonia mobile, non ci sarebbero stati gli sms. Senza il 3G, poi, i telefonini non avrebbero avuto l’accesso ad internet e senza il 4G gli smartphone non si sarebbero trasformati nei computer da tasca che oggi tutti usiamo. Ora è la volta del 5G. La quinta generazione dei sistemi di telefonia mobile, definita giustamente “l’autostrada dei dati”. Ovvero di quel flusso crescente d’informazioni, la nuova materia prima dell’economia mondiale, che sta radicalmente trasformando la produzione, i servizi e la nostra vita quotidiana. Già nel 2016 il volume dei dati prodotti in tutto il mondo era pari a 16,1 zettabyte, l’equivalente, si è stimato, di  230’000 bilioni di pagine di testi scritti a macchina su fogli A4. Negli ultimi cinque anni il traffico planetario di dati è aumentato di ben 14 volte. Ecco perché serve una tecnologia più affidabile e veloce per la loro trasmissione, elaborazione e archiviazione. Che solo il 5G può garantire grazie ad una velocità sino a 20 volte superiore a quella del 4G e di 222 volte rispetto ad un normale collegamento DSL. La ricchezza della Svizzera è anche il risultato della forte interconnessione del nostro sistema produttivo e della ricerca con l’economia globale. Perciò, il 5G è un vettore competitivo fondamentale per tutta la piazza economica elvetica e per salvaguardare l’internazionalizzazione delle nostre imprese. Ma oggi, purtroppo, la discussione su questo nuovo standard di comunicazione e sui presunti rischi per la salute delle radio frequenze è affrontata in termini emozionali più che razionali. Paure non confermate da studi scientifici, ma  che rallentano l’adozione di una tecnologia che, secondo l’Associazione  Svizzera delle telecomunicazioni, garantirebbe un aumento del valore della produzione annua sino a 42,4 miliardi di franchi entro il 2030 e la creazione di 137mila nuovi posti di lavoro.