Per garantire la crescita futura del Ticino l’impegno comune di politica ed economia

Negli ultimi quindici anni l’economia ticinese si è radicalmente trasformata, registrando una crescita che ha ormai pressoché allineato il cantone alla media nazionale. La piazza finanziaria, dopo le importanti riorganizzazioni degli scorsi anni, ha trovato un nuovo assetto, si sono affermati settori quali la moda e il trading di materie prime, l’industria chimico farmaceutica si è ulteriormente consolidata, mentre si è accresciuta la vocazione internazionale delle nostre imprese, come testimoniano i 6,3 miliardi (stima per difetto) dell’export cantonale.

Un sistema produttivo che ha oggi nella diversificazione uno dei suoi punti maggiori di forza e potenzialità, supportato, peraltro, da centri di ricerca di eccellenza mondiale. È nella natura dei processi economici il fatto che questa crescita non sia stata omogenea, che taluni comparti non abbiano beneficiato dello stesso dinamismo o che si siano creati degli scompensi sul mercato del lavoro. Ma ciò non basta di certo a giustificare le martellanti campagne sulla disoccupazione, quando il numero dei senza lavoro è ormai ai minimi storici, né tanto meno può legittimare quel clima di ostilità verso le imprese, alimentato dalle forze regressiste, che ha innescato pericolose derive protezionistiche.

È in questo contesto che il 19 ottobre la Cc-Ti terrà al Palacinema di Locarno la sua 101° Assemblea con la partecipazione di due importanti ospiti. Il Consigliere federale Ignazio Cassis che, alla guida del DFAE, ha in mano il dossier Europa di importanza vitale per l’economia svizzera, e il Direttore del DFE Christian Vitta.
Per La Cc-Ti il dialogo costruttivo con la politica e gli altri partner sociali è cruciale. La sfida della rivoluzione digitale richiede un impegno comune per sfruttarne le grandi opportunità e limitare i rischi che essa comporta. Oggi nei rapporti tra economia e politica ci sono tanti problemi aperti: l’eccesso di leggi e di burocrazia che penalizzano le attività imprenditoriali, le pressioni protezionistiche e «primanostriste» che limitano la libertà d’impresa, l’urgenza per il Ticino di recuperare concorrenzialità fiscale, la necessità di un orientamento professionale meno burocratizzato e di una formazione, a tutti i livelli, che incentivi il digital talent e promuova anche una cultura più aperta verso l’industria e il rischio imprenditoriale. Una scarsa attenzione verso questi problemi ci potrebbe costare cara.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino dell’8.10.2018

Una nuova Ucraina

Una delegazione svizzera – alla quale ha partecipato anche la Cc-Ti – si è recata a Kiev per sondare le opportunità del mercato ucraino. Molte le sfide da affrontare, ma tanti anche gli interessi per gli imprenditori elvetici.

 

 

A Kiev si respira aria di dinamismo e ottimismo. L’Ucraina si sta riprendendo dal collasso che ha seguito le rivolte del 2014. Dopo la “Rivoluzione della dignità”, come la chiamano gli Ucraini, il Paese si sta ricostruendo e dal 2016 è in costante crescita economica. Il nuovo Governo sta introducendo importanti riforme dall’ambito giudiziario (il 7 giugno 2018 è stata approvata la nuova Legge Anti-Corruzione) al sistema delle tassazioni (con l’implementazione di una nuova legislazione a livello statale e locale, sia per le persone giuridiche che per le persone fisiche). Tutte queste riforme stanno contribuendo alla creazione di condizioni adatte allo sviluppo economico e commerciale del Paese.

Impressioni positive

Le impressioni su questa nazione da parte dei partecipanti alla missione organizzata dall’Ambasciata svizzera che si è svolta dal 30 settembre al 2 ottobre a Kiev sono molto positive. Il gruppo era formato da rappresentanti di associazioni economiche, come Switzerland Global Enterprise (S-GE), economiesuisse, JCC (Joint Chamber of Commerce for Russia and CIS countries), Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino (per la Cc-Ti ha partecipato Chiara Crivelli, Head of the International Desk) e da aziende svizzere, attive nel settore dell’energia, dell’elettronica, del commercio di materie prime e alcune banche. La missione ha avuto luogo in concomitanza con la visita della Segretaria di Stato per l’Economia, Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch.

L’intenso programma prevedeva incontri con autorità e organizzazioni locali che hanno permesso di avere una panoramica sulla situazione politica ed economica attuale, sulle opportunità di business e di fornire contatti utili di canali importanti per un accesso al mercato. La delegazione ha inoltre avuto modo di avere uno scambio utile con la business community svizzera in Ucraina, da cui è emerso un ulteriore segnale positivo: le aziende già presenti (colossi come Nestlé, Sika, Sandoz, Geberit), malgrado la situazione difficile vissuta dopo la Rivoluzione negli anni 2015-2016, continuano a ritenere il mercato ucraino molto importante e prevedono importanti investimenti a breve termine. Da parte delle aziende svizzere già attive sul mercato sono stati inoltre sottolineati i vantaggi di operare in Ucraina: la posizione geografica strategica, al confine con l’Europa centrale da una parte e i mercati dell’Est dall’altra, come pure la presenza di manodopera altamente qualificata.

Opportunità per le aziende svizzere

Il Paese si sta impegnando per una stabilizzazione (politica, sociale ed economica) e si apre così un grande potenziale anche per nuove aziende. Come sottolineato dalla Ministra ucraina delle Finanze, Oksana Markarova, che la delegazione ha avuto modo di incontrare, le maggiori opportunità per gli imprenditori svizzeri si trovano nel settore delle infrastrutture (strade, ponti, porti, aeroporti) e delle energie rinnovabili.

Un settore molto all’avanguardia in Ucraina è quello dell’innovazione e dell’IT. La delegazione ha visitato UNIT.City, il primo parco per l’innovazione in Ucraina, luogo in cui un’infrastruttura incomparabile e un interessante ecosistema consentono alle imprese tecnologicamente avanzate, innovative e creative di svilupparsi. Vi sono inoltre state alcune presentazioni di start-up ucraine innovative come Dalfast (sviluppo e produzione di e-bike) e Solar Gaps (sviluppo di pannelli solari posti sulle tapparelle).

Non mancano certamente le sfide e gli ucraini sono coscienti di ciò che devono affrontare (elezioni presidenziali e parlamentari nel 2019, lotta alla corruzione, relazioni economiche e politiche con la Russia), ma il Paese è positivamente trascinato da giovani, di alta educazione, perfettamente anglofoni che hanno dato nascita ad una nuova Ucraina che guarda con ottimismo al futuro.

L’attenzione verso questa nazione da parte della Cc-Ti continuerà quindi ad essere alta, anche perché le possibilità di business per le aziende continueranno sicuramente a crescere.

Una Paese in pieno mutamento 
In questa video intervista Chiara Crivelli, Head of International Desk della Cc-Ti, presenta brevemente le sue impressioni al ritorno dal viaggio a Kiev. L’Ucraina è una nazione in pieno mutamento e non mancano le opportunità per gli imprenditori elvetici.

 

 

 

Evento: The Ruling Companies – Business Model Innovation

Nella gestione aziendale odierna lo sviluppo di modelli di business innovativi è un’attività essenziale per mantenere la competitività nel lungo termine. In un ambiente di mercato sempre più complesso, dinamico e in continua trasformazione non è più sufficiente costruire meccanismi di innovazione limitati a prodotti e processi.

L’innovazione del modello di business è l’elemento chiave per convertire prodotti innovativi in una proposta di valore unica per il consumatore. La vera sfida consiste sì nello stravolgimento della logica dominante nella propria azienda, ma soprattutto nel bilanciare il tempo e le risorse allocate all’esplorazione di nuove strade con quelli dedicati allo sfruttamento del modello di business attuale. Accanto alle competenze classiche di  management, risultano quanto mai importanti le competenze di leadership e imprenditorialità per guidare il processo di innovazione tramite un approccio strutturato e per promuovere maggiormente, a tutti i livelli societari, delle riflessioni strategiche che possano favorire la creatività e la nascita di idee innovative.

Se ne parla il 23 ottobre 2018, presso l’Aula Magna USI (Via Giuseppe Buffi 13, 6900 Lugano) durante l’evento “The Ruling Companies – Business Model Innovation – Saper innovare il modello di business della propria azienda nell’era della trasformazione continua”

Il programma prevede:

  • 16.15  Registrazione e welcome coffee
  • 17.00- 19.00 Saluto, presentazione The Ruling Companies, Conferenza

Tra i relatori: Stefano Venturi, Amministratore Delegato HP Italia; Timo Gessmann, Direttore Bosch IoT Lab; Stefan Muehlemann, Fondatore & CEO Loanboox; Roberto Pezzoli, Partner Gruppo Multi; Danilo Cattaneo, CEO Infocert. Moderatore: Enrico Sassoon,  Direttore di Harvard Business Review Italia.

Iscrizioni e maggiori informazioni attraverso il seguente link e scaricando il pdf con il programma completo.

Evento organizzato da The Ruling Companies, HBR Italia, Gruppo Multi, Gruppo Corriere del Ticino, in collaborazione con Cc-Ti, BMI-Lab e Sgoc.

Trasmissione aziendale: fondamentale la pianificazione

L’inizio del mese di ottobre si è aperto con un momento informativo e di messa in rete dedicato ai soci della Cc-Ti: si è svolto stamane, infatti, il secondo Networking Business Breakfast, dedicato al tema della trasmissione aziendale.

“La trasmissione aziendale: dagli scenari possibili all’attualità del modello di business”: era questo il titolo dell’evento, al quale hanno assistito una trentina di partecipanti, che rientra nel ciclo di momenti d’incontro destinati in esclusiva agli associati Cc-Ti. Si tratta dei Networking Business Breakfast, occasioni privilegiate per gli imprenditori di acquisire interessanti informazioni dal taglio pratico ed orientato al business ed al contempo estendere la loto rete di contatti con un momento conviviale e di relazione.

La mattinata si è aperta con il saluto introduttivo di Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione e Eventi Cc-Ti, a cui è seguita la relazione di Ivano D’Andrea, Amministratore Delegato Gruppo Multi SA e di Roberto Pezzoli, Direttore, Esperto dipl. in finanza e controlling Gruppo Multi SA, proprio sul tema della trasmissione aziendale.

Lo scenario iniziale

Ogni anno in Svizzera – come pure in Ticino – si contano diverse migliaia di aziende che sono confrontate con la trasmissione aziendale, all’incirca il 20% delle aziende attive sul territorio, ovvero una su cinque. La trasmissione aziendale può avvenire all’interno della famiglia o con una cessione esterna, ed ha una durata variabile, a dipendenza della pianificazione, così come dalla strategia adottata. D’Andrea ha evidenziato come solo il 70% delle aziende vengono effettivamente trasmesse, per il restante 30% vi è la chiusura dell’attività. Da qui l’importanza di pianificare accuratamente e per tempo questo processo.

Vendita e innovazione

Quali sono gli elementi da considerare? In primo luogo va pianificata una strategia di vendita che consideri se l’attività viene venduta esternamente o se invece si assiste ad un trapasso generazionale. Per ognuna delle due opzioni corrispondono, a cascata, una serie di variabili estremamente differenti, che sono da valutare nella definizione della strategia d’azione. In secondo luogo appare fondamentale porre l’accento sul modello di business: in uno scenario dove l’economia digitale e le trasformazioni tecnologiche irrompono nelle dinamiche del mercato (aspetti già sottolineati in altri contesti, come ad esempio nel recente evento Cc-Ti dedicato alle trasformazioni tecnologiche ed alla sostenibilità), è bene fare dell’innovazione uno degli atout fondamentali sui quali operare e fare impresa. Seguendo dunque questa via, dove l’innovazione è centrale, attraverso un modello di business da ripensare- visti gli asset e le premesse rinnovate -, vengono definiti il design della ‘nuova’ struttura aziendale, così come le tappe principali della sua realizzazione.

Cultura del cambiamento e leadership

Per affrontare un percorso del genere occorre un piano strategico con una visione aziendale che tocchi gli aspetti culturali relativi al cambiamento. È dunque necessario comunicare e programmare le diverse tappe della trasmissione aziendale coinvolgendo tutti i pubblici target (dipendenti, stakeholders e shareholders), al fine di generare un cambiamento positivo che sostenga l’azienda nel processo di trasmissione. Una leadership forte e innovatrice è l’elemento base attraverso cui il manager fa leva per il cambiamento e “traghetta” l’azienda verso un processo riuscito.

Il networking

Alla fine della mattinata i partecipanti hanno potuto  scambiarsi esperienze e dialogare sia con i relatori che fra di loro. Questo ha permesso di approfondire ulteriormente la tematica in un’efficace momento di networking utile ad estendere la propria rete di conoscenze e contatti per sviluppare scambi reciproci.

Sottolineiamo che la Cc-Ti, coscia della rilevanza del tema,  dedica un percorso formativo specifico a questa tematica che tocca molte aziende. Il corso è composto da 4 moduli (frequentabili anche separatamente) ed è in programma nei mesi di novembre e dicembre negli Spazi Cc-Ti a Lugano.

Preparati e flessibili per un’innovazione sostenibile

Nell’evento del 25 settembre 2018, intitolato “Nuove forme di lavoro fra tecnologia e sostenibilità“, la Cc-Ti ha dedicato un importante approfondimento all’impatto della trasformazione digitale sulla sostenibilità aziendale.

Con all’incirca un centinaio di partecipanti  provenienti da aziende di settori diversi, la serata ha preso avvio con il discorso del Presidente Cc-Ti, Glauco Martinetti che ha posto l’accento sulla necessità di restare aggiornati e formati a tutti i livelli, per poter beneficiare dei vantaggi dell’economia digitale, puntando all’innovazione ed alla sostenibilità. Affinché si possa restare competitivi in un mondo complesso e globalizzato è necessario non ancorarsi a modelli di business e forme di lavoro ormai obsoleti; ma occorre invece pianificare, organizzare, formare ed agire, nell’ottica di generare un circolo di cambiamento virtuoso verso una governance aziendale sempre più sostenibile.

Il Ticino rappresenta un territorio ricco di eccellenze, che hanno fatto della sostenibilità uno dei loro obiettivi nel modo di fare impresa. Attraverso la tavola rotonda che è seguita, intitolata “Nuove forme di lavoro tra flessibilità, formazione, cambiamenti culturali e contesti differenti” e moderata da Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, i partecipanti hanno avuto la possibilità di conoscere più approfonditamente alcune delle best practices aziendali in atto nel nostro Cantone. Ad intervenire sono stati Andrea GehriDirettore Gehri Rivestimenti SA; Roberto GrassiDirettore Generale Fidinam Group Holding e Giorgio CalderariDirettore Generale Gruppo Helsinn, che grazie alle loro testimonianze provenienti da settori e realtà differenti, hanno fornito un quadro interessante e trasversale.

Si è posto l’accento sulla formazione professionale, caposaldo dell’economia svizzera per uno sviluppo delle risorse umane e delle giovani leve sempre più orientato al talent management. Lo ha confermato Andrea Gehri, evidenziando come la digitalizzazione abbia imposto nuovi metodi di lavoro, abbinando alla manualità dell’artigiano i benefici dell’economia digitale. D’altro canto, Roberto Grassi ha sottolineato l’importanza del quadro normativo che permetta un accesso al mercato del lavoro agile e performante.   Purtroppo però non sempre le esigenze politiche collimano con quelle aziendali, vi è una tendenza alla iper regolamentazione e alla permanenza di alcune leggi che con il passare del tempo diventano datate e non più in linea con i bisogni aziendali del momento. Per restare competitivi si necessita invece di condizioni quadro al passo con i tempi, che sappiano quindi integrare anche  nuovi modelli di business e di lavoro. Giorgio Calderari ha infine illustrato le best pratices aziendali in atto nell’industria farmaceutica che dirige: con nuovi modelli di lavoro e una grande flessibilità strategica, è stato possibile implementare in azienda delle forme ibride di lavoro che non necessitano la presenza costante in loco, ma che permettono una miglior conciliabilità tra vita privata e professionale. La conferenza si è conclusa con l’intervento di Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi, che ha sottolineato il sostegno concreto della Cc-Ti alle aziende ticinesi grazie all’erogazione costante di informazioni utili e l’organizzazione di formazioni mirate così come di momenti di riflessione e networking, calibrati sulle necessità degli imprenditori.

Alla fine dell’evento, i partecipanti hanno potuto beneficiare di un momento conviviale e di Networking, proprio perché la Cc-Ti è fermamente convinta che il contatto personale permanga uno dei migliori canali attraverso cui consolidare o estendere il proprio business

L’evento nei media

Approfondimenti e documenti utili

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Altri approfondimenti

Video della puntata speciale di Zoom (andata in onda su Teleticino) dedicato all’evento

La Cc-Ti ringrazia i partner tematici per la co-organizzazione dell’evento: Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA e Cornèrcard.

Ucraina: una nazione attrattiva per le aziende elvetiche

Perché non espandere il proprio business in Ucraina? Le riforme dell’economia nazionale hanno aperto interessanti opportunità per le aziende elvetiche, anche se bisogna mantenersi vigili e affrontare il mercato con le giuste informazioni. È quanto emerso dall’Evento-Paese del 24 settembre 2018 organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con gli sponsor Export (Switzerland Global Enteprise, Cippà Trasporti, CRIF AG, Credit Suisse, Euler Hermes e Titraduce).

Il mercato ucraino è particolarmente interessante per le aziende elvetiche, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. La stretta vicinanza all’Europa centrale e orientale, alle rotte commerciali marittime globali nonché un mercato interno di 45 milioni di consumatori e dei bassi costi di produzione la rendono una nazione attrattiva per il business svizzero. La Cc-Ti ha posto l’accento su questo Paese anche in vista della missione economica organizzata dall’Ambasciata svizzera in Ucraina, in collaborazione con (S-GE), la Joint Chamber of Commerce (JCC) ed economisuisse che prenderà il via ad inizio ottobre.

Investire con un occhio attento

Dopo la crisi del 2015, il PIL pro capite ucraino ha ripreso livelli positivi, ha esordito Michael Kühn, Senior Consultant Russia, CIS and Nordic Countries di Switzerland Global Enterprise. La Svizzera è uno dei più grandi Paesi investitori esteri in Ucraina, situandosi al settimo posto della scala mondiale e con molte aziende elvetiche presenti in loco. In seno all’AELS la Confederazione può inoltre beneficiare di un accordo di libero scambio che facilita le relazioni tra i nostri Paesi. In particolare, come sottolineato da Kühn, gli interessi per l’export elvetico risiedono soprattutto nel settore farmaceutico, nei macchinari, negli orologi e nei prodotti agricoli.

Interessante anche l’analisi di Kühn sul mercato ucraino che ha indicato i diversi punti di forza come ad esempio la prossimità con l’UE, i bassi costi di produzione e le grandi risorse agricole. Le opportunità sono date invece da un sistema politico che implementa continue riforme e progetti infrastrutturali. Da tenere in conto anche gli aspetti negativi, come i possibili pericoli di corruzione, la mancanza di trasparenza e di sicurezza a livello legale e l’instabilità politica causata dalle elezioni del 2019.  Marco Arrighini, Senior Sales Manager di Euler Hermes Switzerland ha poi fornito ai presenti alcuni suggerimenti pratici per far fronte ai rischi di credito. La raccomandazione principale è quella di utilizzare degli accreditivi e di fare attenzione alla volatilità del corso di cambio. In linea generale è sempre consigliato entrare nel mercato con coperture assicurative.

Nonostante l’Ucraina sia un Paese relativamente vicino alla Svizzera, è bene mantenere sempre un occhio di riguardo anche sugli aspetti logistici, come evidenziato da Gaetano Loprieno e Pierluigi Marelli, Responsabili dell’ufficio Commerciale di Cippà Trasporti SA. A seconda dell’urgenza, le diverse modalità di trasporto – via terra, mare o aerea – permettono di raggiungere le principali città ucraine nell’arco di pochi giorni.  I due esperti hanno inoltre evidenziato che è necessario affidarsi a spedizionieri di fiducia che sappiano affrontare anche le incertezze politiche che a volte si scontrano con le necessità economiche delle spedizioni.

In Ucraina per fare business

L’esperienza diretta in Ucraina è stata fornita dal CEO di Designergy SA, Daniel Lepori. L’azienda, che opera nel settore dell’edilizia, ha sviluppato un’idea innovativa per le coperture con un sistema di moduli con eccellente isolamento termico e completa impermeabilità integrati con fotovoltaico. In Ucraina è consigliabile affidarsi a un agente o a un esperto locale, ha sottolineato Lepori. Anche il ruolo dell’ambasciata svizzera è importante per poter accedere al mercato in modo serio. La conclusione di Lepori è stata positiva poiché nonostante alcune sfide da affrontare, le riforme ucraine stanno migliorando il clima economico generale e anche le condizioni di vita della popolazione.

 

 

Scarica le presentazioni:

– Business opportunities
,
Michael Kühn, Senior Consultant Russia, CIS and Nordic Countries, Switzerland Global Enterprise
Trade Credit Risk InsightsMarco Arrighini, Senior Sales Manager, Euler Hermes Switzerland
Aspetti logistici da e per l’UcrainaGaetano Loprieno e Pierluigi Marelli, Responsabili ufficio Commerciale, Cippà Trasporti SA
– La testimonianza aziendaleDaniel Lepori, CEO, Designergy SA

 

 

Evento ASA e Cc-Ti: i cambiamenti climatici

Nel quadro della collaborazione fra l’Associazione Svizzera d’Assicurazioni (ASA) e la Cc-Ti, proponiamo un evento informativo sui cambiamenti climatici. Entro fine secolo il surriscaldamento climatico trasformerà la Svizzera. Lo conferma l’accademia elvetica delle scienze. Uno sconvolgimento che avrà conseguenze sulla natura che ci circonda come anche sulla vita economica, sociale e politica del nostro Paese.

L’incontro vuole rendere attenti i partecipanti sull’importanza di questo tema, che ha molti risvolti, anche complessi.

L’evento si tiene martedi 16 ottobre dalle ore 16.30 alle 18.30, presso l’Auditorium della Banca dello Stato, Via Henri Guisan 5, 6500 Bellinzona. 

Il programma prevede:

16.30   Arrivo dei partecipanti, caffé di benvenuto

17.00   Discorso di benvenuto
Giorgio Tomasini, presidente, ASA Ticino

17.10   Efficacia energetica e durabilità – come il settore dell’assicurazione applica le 
prime misure
Samuele Donnini, vicepresidente, ASA Ticino

17.20   Meteo Svizzera: previsioni per il futuro
Marco Gaia, responsabile del centro regionale sud, Ufficio federale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera

17.40   Gestione dei pericoli naturali a livello svizzero
Laurent Filippini e Andrea Salvetti, Ufficio dei corsi d’acqua Canton Ticino

18.10   Tavola rotonda (moderazione Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti) con:

    • MeteoSvizzera
    • Ufficio dei corsi d’acqua
    • ASA Ticino

18.25   Aperitivo

Per maggiori informazioni e iscrizioni è possibile contattare Gianluca Pagani, Responsabile Relazioni con le associazioni.

Lavoro artigianale e nuove tecnologie: il successo di un modello aziendale

“Noi non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che restiamo comunque degli artigiani, anche se lavoriamo con le più moderne tecnologie” dice Andrea Gehri, Direttore di Gehri Rivestimenti SA, nota impresa di rivestimenti e tra i relatori dell’evento dedicato alla sostenibilità e all’economia digitale organizzato dalla Cc-Ti il prossimo 25 settembre. Una filosofia aziendale la sua ispirata dalla… natura.

Un’ottantina di dipendenti, specializzata nel commercio, lavorazione e posa di ceramiche da rivestimento, mosaici, pietra naturale e artificiale, la Gehri Rivestimenti nel giro di appena mezzo secolo è passata dal tradizionale laboratorio artigianale all’uso,  vera primizia in Ticino, del sofisticato “idro laser” capace di tagliare con precisione assoluta qualsiasi materiale e di qualsiasi spessore. Dal garage magazzino al grande e moderno showroom di oggi, dotato delle più avanzate tecnologie digitali che permettono di visualizzare  gli effetti ambientali creati dai diversi materiali.  La Gehri è il classico esempio di impresa famigliare in cui il duro lavoro e l’ingegno imprenditoriale di due generazioni hanno decretato un successo che va oltre i confini del cantone.

 

La sua è un’impresa leader nella lavorazione di materiali naturali, in che misura questa particolare vocazione si riflette in una filosofia aziendale orientata alla sostenibilità?

“I materiali che noi lavoriamo si propongono da sempre ad un pubblico che ama i prodotti della natura, che sia la ceramica, composta da elementi provenienti dal nostro cosmo, o la pietra che è estratta con sapienza e rispettando il territorio che ci offre questa preziosa risorsa. Ma la sostenibilità per la Gehri  è anche utilizzare il più possibile materiali locali per evitare dei trasporti che hanno un impatto ambientale non indifferente. Ma non sempre i clienti cercano prodotti locali, per questo nel nostro showroom c’è anche una vasta scelta di prodotti eco friendly di altri Paesi, che sono da noi lavorati con un’estrema attenzione alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente”.

La Gehri sintetizza con successo l’antica abilità artigianale con l’innovazione tecnologica. Quanto sono importanti per voi le nuove tecnologie digitali?

“Indubbiamente per la lavorazione di alcuni materiali le nuove tecnologie digitali ci danno un aiuto fondamentale. Restiamo, però, sempre convinti che per soddisfare i desideri dei nostri clienti dobbiamo fare affidamento soprattutto sulla manualità e la creatività tipiche del lavoro artigianale. Un settore che si è parecchio evoluto sotto la spinta tecnologica”.

Oggi è possibile lavorare e produrre con un uso più attento delle risorse, mantenendo comunque elevati standard di qualità?

“Certo. Se pensiamo, ad esempio, alla ceramica tutti i controlli di qualità sono rapportati a criteri di sostenibilità. Dalla lavorazione iniziale alla cottura, al trattamento dei residui della produzione. Stesso discorso per le pietre naturali. Le cave sono sottoposte a rigorosi controlli nei metodi di estrazione che devono essere rispettosi della natura. Altrettanto avviene nei laboratori nella fase della lavorazione con un uso molto attento dell’acqua, per non sprecare un’importante risorsa che viene depurata e riciclata per essere riutilizzata più volte”.

In che modo la politica dovrebbe supportare l’impegno delle imprese verso la sostenibilità?

“Tutti noi dobbiamo avere cura del nostro ambiente e non pensare solo a massimizzare i guadagni. Dunque, servono delle buone regole, ma non un eccesso di regole, che devono essere fissate dallo Stato per promuovere la tutela dell’ambiente. Bisogna incoraggiare soprattutto le produzioni con maggior risparmio energetico e orientate a ridurre l’impatto ambientale. Fermo restando che le condizioni quadro, atte a permettere un sano sviluppo delle attività produttive, devono essere incentivate e garantite dallo Stato”.

Partecipa all’evento “Nuove forme di lavoro tra tecnologia e sostenibilità“, che si terrà il 25 settembre 2018 all’Auditorium USI a Lugano. Le iscrizioni sono ancora aperte!

Articolo già apparso su Corriere del Ticino del 17.9.2018

Economia digitale e sostenibilità creano nuovo valore nel fare impresa

“Esiste una e una sola responsabilità sociale per l’impresa, ossia utilizzare le proprie risorse e dedicarsi ad attività capaci di aumentarne i profitti, a patto che così facendo rispetti le regole del gioco, vale a dire operi in un regime di concorrenza libera e aperta senza inganni e senza frode”, scriveva il Premio Nobel per l’economia Milton Friedman. Perché solo incrementando i profitti sarà possibile retribuire correttamente i dipendenti, continuare a garantire loro l’impiego, pagare i fornitori, investire ancora per migliorare servizi e prodotti che siano interessanti e convenienti per i clienti e, di conseguenza, aumentare l’occupazione.

Da anni si insiste sulla “responsabilità sociale dell’impresa”, espressione assai vaga, ma che proprio per questo è tornata altrettanto utile per scaricare sulle aziende oneri e compiti che a volte spetterebbero allo Stato, che però si è dimostrato spesso incapace di assolvere. Pregiudicando così la missione naturale delle aziende, che è quella di produrre ricchezza.

Ogni vero imprenditore sa che i suoi collaboratori non sono una risorsa da sfruttare, bensì un bene da valorizzare, perché al centro dell’azienda c’è soprattutto il valore delle persone, il loro rapporto con essa, i legami col territorio e con l’ambiente, due fattori strategici la cui salvaguardia è fondamentale per l’esistenza stessa dell’impresa. Ecco perché più che di responsabilità sociale è giusto e corretto parlare di “sostenibilità” dell’attività aziendale, come espressione di una consapevolezza imprenditoriale che investe la dimensione economica, sociale e ambientale nel fare impresa.

La sostenibilità, riferita in particolare alle nuove modalità di lavoro e alla necessaria flessibilità indotte dallo sviluppo tecnologico e dalla concorrenza internazionale, sarà al centro dell’evento “Nuove forme di lavoro tra tecnologia e sostenibilità” promosso dalla Cc- Ti per il 25 settembre. Un  pomeriggio di studio e riflessione con una tavola rotonda che affronterà anche il delicato  problema della formazione e dei cambiamenti culturali, alla luce delle grandi trasformazioni innescate dalle tecnologie digitali. Dalla combinazione tra  queste tecnologie e la sostenibilità nascono nuovi modelli di business, nuove strategie operative e nuove forme di lavoro, che si possono tradurre in benefici  per tutti.

Oggi si sente parlare tanto di economia on demand, di economia dei dati, di sharing economy, smart life e di smart working, che non sono dei concetti astratti, bensì una realtà che sta già cambiando il modo di fare impresa e l’organizzazione del lavoro, così come i consumi e gli stili di vita, con un uso più intelligente delle risorse e meno sprechi. La sharing economy, ad esempio, ha segnato il passaggio epocale dalla proprietà di un bene al suo semplice uso; lo smart working ha configurato tipologie di “lavoro agile”, si pensi solo al telelavoro che, a dipendenza dei contesti in cui viene  applicato, può aumentare la produttività e la soddisfazione dei dipendenti, o, ancora,  alle possibilità offerte dalla rete per lavorare assieme ai migliori professionisti di ogni Paese.

La sostenibilità passa, quindi, anche dallo sviluppo dell’economia digitale. Che di per sé stessa, come ricordava Klaus Schwab, il fondatore del World Economic Forum, “permette ad un maggior numero di persone di accedere a beni e servizi a costi più ragionevoli e in modo più sostenibile e responsabile”. Tuttavia, la sostenibilità ambientale e sociale può diventare una vocazione generale nella gestione aziendale solo nella misura in cui non è imposta a furia di rigide regolamentazioni, obblighi e prescrizioni, che servono solo a mortificare la convinzione degli imprenditori che essa è un valore reale per l’azienda e un acceleratore del progresso economico.
È muovendo da questa consapevolezza che anche in Ticino, oltre al costante impegno a ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive, si vanno implementando interessanti forme di welfare aziendale, innovativi modelli di mobilità e nuove opportunità per conciliare lavoro e famiglia. Ogni  onesto imprenditore sa che il mercato, a differenza di quanto sostengono i nemici della libertà d’impresa, non è, un’anonima e cinica accozzaglia di spregiudicati approfittatori, che è formato invece da persone in carne e ossa, ossia milioni di consumatori per i quali l’immagine e la reputazione sociale dell’impresa conta quanto la qualità dei suoi prodotti.

Partecipa all’evento Nuove forme di lavoro tra tecnologia e sostenibilità, che tratta ed approfondisce proprio queste tematiche, vi sono ancora posti disponibili!

Articolo pubblicato sul Corriere del Ticino del 17.9.2018

Previdenza professionale: soluzioni individuali grazie ai piani 1e

Il secondo semestre 2018 Cc-Ti si riapre con i Networking Business Breakfast, momenti informativi e aggregativi dedicati ai soci Cc-Ti. Il primo appuntamento del 10 settembre, a cui ha partecipato un folto numero di persone, è stato pensato per affrontare il tema previdenziale, mettendo in luce le opportunità della LPP 1e.

“Soluzioni della previdenza professionale (LPP) 1e – Nuove opportunità per gli imprenditori”, questo il titolo dell’appuntamento del 10 settembre 2018, che fa parte di quel ciclo di eventi mattutini durante i quali mensilmente si approccia una tematica di interesse imprenditoriale, a cui  segue un momento conviviale e di messa in rete degli associati Cc-Ti. Il Networking Business Breakfast si è aperto con il saluto introduttivo di Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti, seguito dagli interventi dei due relatori di Credit Suisse: Massimiliano Tagliabue, Responsabile Team Wealth Planning Credit Suisse Svizzera SA e Carlo Muschietti, Consulente Executive & Entrepreneur Credit Suisse Svizzera SA.

LPP in Svizzera

La tematica è stata introdotta da Massimiliano Tagliabue attraverso una prima  panoramica generale del sistema previdenziale svizzero e delle sfide alle quali quest’ultimo è oggigiorno confrontato ovvero: un contesto di bassi rendimenti, uno sviluppo demografico importante e una progressiva flessibilizzazione dei modelli di lavoro. In virtù di questa situazione particolare le imprese e i privati si trovano oggi confrontati con decisioni importanti, quali quelle di effettuare accantonamenti più elevati e/o di modificare i loro modelli previdenziali. È proprio per questo che è bene conoscere più nel dettaglio le nuove soluzioni previste dalla LPP 1e.

Soluzioni della previdenza professionale (LPP) 1e

Dall’ottobre 2017  per imprese e privati è possibile usufruire di piani di previdenza 1e per redditi alti, che consentono di ottimizzare la costituzione del patrimonio nel 2° pilastro, offrendo loro maggiore flessibilità nell’organizzazione della previdenza. Per i salari superiori a 126’900 franchi il datore di lavoro può scegliere il modello che intende prefiggersi: quello sovra-obbligatorio o quello 1e. Ogni collaboratore è libero poi di perseguire la miglior strategia d’investimento desiderata. In questo modo si soddisfa la crescente richiesta di flessibilità e d’individualizzazione della previdenza con soluzioni su misura. Ognuno è infatti poi libero di scegliere il piano d’investimento, a dipendenza della sua propensione al rischio e tenendo conto di alcuni fattori specifici quali ad esempio l’età. Con il modello 1e si evitano inoltre i rischi legati ad una copertura insufficiente o ai contributi di risanamento, presentando così un aggravio minore sul capitale proprio.

La particolarità del modello a cui va prestata attenzione è che non vi è possibilità di scegliere tra rendita e capitale, ma il pagamento viene fatto unicamente in capitale.

Un’occasione di networking e altri approfondimenti

L’evento si è concluso con un interessante ed arricchente scambio di opinioni tra partecipanti e relatori che è poi continuato, in modo più informale, nella successiva colazione di networking.

 

Vi ricordiamo che la Cc-Ti organizza una formazione dedicata al tema della previdenza professionale in cui verranno illustrate più nel dettaglio alcune novità, come ad esempio le soluzioni di previdenza professionale 1e. Il corso, di cui potete leggere tutti i dettagli online, si terrà il prossimo 30 novembre. 

Questo NBB, proprio per l’importanza della tematica trattata, verrà ripresentato lunedì 17 settembre presso il Palacimema di Locarno. Le iscrizioni sono aperte.

Sul tema Credit Suisse ha presentato anche uno studio intitolato «Previdenza professionale: capitale o rendita?», che  è disponibile online in italiano, tedesco, francese e inglese.