FinTech e formazione, una combinazione vincente

Nell’intervista a Davide Rigamonti, Direttore Marketing & Distribution,
Cornèrcard, analizziamo come la tecnologia e il FinTech abbiano influito positivamente sui processi bancari.

Oltre a vantare da quattro anni il primato svizzero per la solidità patrimoniale, la Cornèr è stata anche una delle prime banche in Europa a sviluppare il settore delle carte di pagamento e a seguirne con successo l’evoluzione. Grazie ad una costante innovazione del prodotto e del servizio ai clienti.

Sfruttando le risorse del FinTech, sin dal 2012 la banca è attiva nel trading online con la divisione Cornèrtrader, diventando uno dei più importanti player di questa specializzazione nel nostro Paese. “Con la continua innovazione tecnologica, in questi ultimi 20 anni il mondo, anche quello della finanza, è radicalmente cambiato.  E cambiano più rapidamente, rispetto al passato, i modelli organizzativi.  Ma il fattore umano resta fondamentale, perciò, per le banche sono necessari ora più che mai una maggiore formazione interna e l’aggiornamento costante”, dice Davide Rigamonti, Direttore Marketing & Distribution, Cornèrcard, che sarà tra i relatori dell’evento del 5 dicembre dedicato alla Smart Life, promosso dalla Cc-Ti.

La Cornèr è tra i pionieri della diffusione delle carte di pagamento. In futuro queste carte saranno solo un’app dello smartphone?

La tecnologia cambia ad una velocità decisamente superiore rispetto al passato così come il comportamento dei clienti – risponde Rigamonti -. Tuttavia, è difficile prevedere se l’utilizzo della carta di plastica nel futuro verrà completamente rimpiazzato, anche perché che non tutti i Paesi sono sullo stesso livello riguardo la tecnologia (contactless, terminal, ecc.). Sicuramente l’uso di soluzioni mobili prenderanno sempre più quota, ma una percentuale di utilizzo tradizionale comunque rimarrà anche nel medio periodo. Legate a questa previsione sono anche le abitudini della clientela e l’età anagrafica che entro i prossimi 10 anni vedrà l’Europa e, la Svizzera in particolare, tra i Paesi con l’età anagrafica più vecchia al mondo.

La Svezia è decisa ad eliminare il denaro contante, si arriverà ovunque ad una società cashless?

La tendenza anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie è questa, sebbene sarà il passare del tempo a confermarla. Noi, però preferiamo l’espressione cashfree perché da una maggiore sensazione di libertà: vivere liberi dal contante. Detto questo, riguardo al contante ritengo che la quota si ridurrà in maniera direttamente proporzionale al prevalere delle tecnologie e all’aumento sempre più intenso delle transazioni e-commerce.

In che modo il FinTech influirà sulle attività delle banche?

Ritengo che il mondo bancario dovrà progressivamente passare dal modello competitivo a quello cooperativo. Con le regole attuali, la tecno-finanza gode di vantaggi competitivi indiretti; sfruttare in termini cooperativi entità FinTech permette di rendere più agili le tradizionali strutture bancarie. Per essere più flessibili e restare sul mercato a condizioni accettabili, bisognerà giocare la partita della cooperazione.

Intervista apparsa sul CdT del 3 dicembre 2018

Parliamo di queste tematiche nell’evento Cc-Ti “Smart life, la tecnologia che migliora la vita” del 5 dicembre 2018.

Maggiori spinte alla crescita

Proseguono le interviste ai membri del nostro Ufficio Presidenziale. Con Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA, parliamo di condizioni quadro e digitalizzazione.

 Occorrono condizioni quadro performanti per fare impresa secondo le esigenze aziendali (in evoluzione costante, viste le trasformazioni tecnologiche in atto). Come implementarne sempre di migliori? Su cosa far leva?

È innegabile che condizioni quadro interessanti e attrattive rappresentino fattori imprescindibili che determinino la capacità di una regione e/o nazione di attirare l’attenzione dell’economia e attrarre nuove realtà imprenditoriali verso le stesse. Le aziende pongono un’elevata attenzione a fattori e condizioni quadro favorevoli, che permettono loro di favorire uno sviluppo sostenibile. Occorre ottimizzare la crescente burocratizzazione statale, come pure migliorare l’approccio pubblico e politico verso gli imprenditori seri che desiderano mantenere e sviluppare le loro basi in Ticino.

Come si abbina la digitalizzazione alla formazione professionale nel suo settore?

Inizierei con l’affermare che il nostro settore è di connotazione artigianale e in tale contesto e per certi versi fortunatamente è ancora la capacità e l’estro manuale che fanno la differenza. Dobbiamo tuttavia essere coscienti che, probabilmente con minor intensità e rapidità di altre professioni, anche il settore artigianale verrà toccato dall’evoluzione digitale e, di conseguenza, anche la formazione professionale dovrà dimostrare attenzione all’evoluzione che si prospetta. Ostacolare o ignorare tale sviluppo significherebbe  regredire anche dal punto di vista artigianale.

La grande svolta, dall’intelligenza artificiale all’ecosistema dell’intelligenza ambientale

Tra qualche anno, nel 2023, 70 miliardi di oggetti saranno collegati ad Internet, nel 2030 si arriverà a 200 miliardi. Oggetti intelligenti che si scambiano informazioni tra di loro. Dati che con la diffusione della tecnologia 5G verranno trasmessi con una velocità di mille volte superiore a quella attuale. L’Internet delle cose sarà una ragnatela d’interconnessioni che avvolgerà tutto il pianeta e con le sue infinite applicazioni trasformerà ulteriormente il nostro stile di vita. Ne parliamo il 5 dicembre nell’evento “Smart life, la tecnologia che migliora la vita”.

Lo sviluppo e l’estensione della digitalizzazione non stanno modificando in profondità solo il sistema produttivo, ma rappresentano una vera e propria evoluzione antropologica. Perché, come ricordava Klaus Schwab, il padre del WEF, “non cambia solo ciò che facciamo, ma anche ciò che siamo”.  Si sta affermando un nuovo paradigma economico, sociale e culturale.

Per questo, la rivoluzione digitale – assieme all’internazionalizzazione delle imprese, la sostenibilità e alla Swissness- è una delle quattro aree strategiche che nel corso del 2018 sono state al centro dell’attenzione della Cc-Ti. Con eventi informativi, approfondimenti, corsi di formazione e discussioni pubbliche che hanno toccato tutti i grandi temi della digitalizzazione. Dalla cyber security alle opportunità offerte dall’analisi dei big data, dai nuovi modelli di business all’ottimizzazione dell’organizzazione aziendale, dalla formazione alle nuove forme di lavoro, dal cloud alla comunicazione d’impresa. Un ciclo d’iniziative che il prossimo 5 dicembre proporrà un nuovo importante appuntamento dedicato alla “Smart life”, ovvero quando la tecnologia migliora la qualità della vita. Un pomeriggio di analisi e riflessione sull’intelligenza artificiale, con una tavola rotonda sulle esperienze dirette di alcune importanti aziende del Cantone.

Proprio la dimensione odierna di una vita sempre più Smart rimanda dal concetto di intelligenza artificiale a quella che è ormai la realtà quotidiana che gli studiosi definiscono “intelligenza ambientale”. Un ecosistema digitale in cui tutte le attività umane, da quelle produttive alla fruizione del tempo libero e al modo di vivere, sono facilitate da una rete di software e di piattaforme intelligenti che incrociano e rielaborano un flusso incessante di dati.

Il futuro lo stiamo già vivendo.

L’ondata dell’innovazione digitale sta radicalmente trasformando, migliorandola, la nostra esistenza. Grazie alla domotica si vive in case più sicure e intelligenti dove i consumi di elettricità, acqua, gas, sono programmati da dispositivi elettronici con un notevole risparmio energetico. L’analisi dei big data permette di gestire con più efficacia ed economicità le grandi infrastrutture urbane, la distribuzione di energia, di acqua e lo smaltimento dei rifiuti, cosi come la mobilità. Interessanti, al riguardo, sono i progetti realizzati da Swissicom in alcune città svizzere analizzando i dati della telefonia mobile. Esperienze che prospettano un nuovo approccio, non più basato esclusivamente su tasse e divieti, nella gestione dei flussi di traffico in un Paese in cui 3,9 milioni di persone, ossia 9 lavoratori su 10, sono pendolari e dove code e ingorghi costano alla collettività quasi due miliardi di franchi all’anno. Le automobili a guida autonoma non sono più fantascienza, ormai viaggiamo su veicoli che sono dei “computer su quattro ruote”, il cui costo per il 40% è imputabile alle loro componenti elettroniche.

Il telelavoro consente più flessibilità e autonomia nella scelta dell’orario e delle modalità d’impiego, nella sanità sofisticate apparecchiature digitali permettono tecniche diagnostiche sinora impensabili, la stampa 3D riprodurrà quanto prima anche organi umani, mentre gli algoritmi sono già in grado di analizzare velocemente i dati genomici. Biotecnologie, ingegneria genetica e nanotecnologia aprono nuove frontiere per la medicina.

Dal touch screen siamo passati al comando vocale con cui possiamo impartire ordini ad una molteplicità di assistenti virtuali. Con un semplice smartphone si accede velocemente a servizi comodi ed economici; la sharing economy segna il passaggio rivoluzionario dalla proprietà di un bene al suo semplice uso quando serve. AirBnb, Blablacar e Uber fanno ormai parte dei consumi di massa. La tecnologia blockchain, che non significa solo bitcoin, trasformerà il concetto di fiducia, la registrazione di documenti e transazioni, e innoverà la decentralizzazione amministrativa e la partecipazione alla vita pubblica. Il futuro lo stiamo già vivendo.

Articolo apparso sul CdT del 3 dicembre 2018

Specializzazione industriale quale atout

Nell’intervista con Aleardo Cattaneo, Amministrazione delegato Ferriere Cattaneo SA e membro dell’Ufficio presidenziale della Cc-Ti, analizziamo il comparto industriale ticinese, parlando di mutamenti in atto, flessibilità e formazione professionale.

L’industria è sempre stato uno dei pilastri dell’economia cantonale. Visti i mutamenti nel mondo del lavoro e la richiesta di maggiore flessibilità, come risponde il comparto industriale?

Con la crisi del settore finanziario, l’industria in Ticino sta riprendendo importanza. Per rimanere competitivo il tessuto industriale cantonale deve puntare su prodotti di nicchia. I fornitori conto terzi ripensano continuamene i loro processi di produzione, snelliscono l’organizzazione, investono in macchinari moderni ed affiancano il cliente già in fase di progettazione. Gli OEM (Original Equipment Manufacturer) devono dapprima essere “state of the art” con le nuove tecnologie e adattare i loro prodotti alle richieste dei clienti. Essendo inoltre la Svizzera un Paese esportatore, una buona organizzazione di marketing/vendita a livello aziendale risulta fondamentale.

 

La formazione professionale, di base continua, è un atout imprescindibile del sistema elvetico. Come avvicinare i giovani alle professioni legate al mondo industriale?

Il tessuto industriale svizzero ha sempre considerato valido il modello apprendistato con possibilità di post- frequentare studi superiori. Questo permette di avere del personale qualificato sia in produzione che negli uffici. Alfine di rendere più attrattive le professioni industriali, dobbiamo meglio istruire il personale degli uffici predisposti. Fondamentale rimane l’aiuto alle aziende formatrici di apprendisti e che investono in riqualifica personale.

Pianificare le risorse umane in azienda

Nell’ambito delle risorse umane, la pianificazione del personale è il processo che si occupa di rendere coerente la consistenza e la qualità delle risorse umane con la missione aziendale. La riflessione sulle reali esigenze aziendali nell’ambito del personale costituisce “l’anima” per la costituzione della pianificazione del personale.

Il sistema di gestione delle risorse umane è lo strumento principale mediante il quale le imprese cercano di allineare l’organizzazione e le persone alle strategie di business. Quindi “prevedere e provvedere” diventano le parole chiave per affrontare con successo questo processo.

Di quante persone necessito realmente?

Quali caratteristiche e competenze devono avere i nostri attuali e futuri collaboratori?” 

  • utile l’utilizzo di metodi statistici in grado di stabilire il fabbisogno di personale sulla base di analisi relativamente obiettive, basate sull’andamento di indicatori guida degli anni precedenti. L’indicatore guida (Leading indicator) è una misura quantitativa che consente di prevedere il futuro fabbisogno di personale; sulla base dei dati storici aziendali si affronta il processo di elaborazione del budget del personale consistente nell’analisi dell’organico e della determinazione del fabbisogno. Essa è strettamente connessa agli obiettivi gestionali aziendali.

Di norma la determinazione del fabbisogno di manodopera trae origine dal numero di ore di lavoro necessarie alla realizzazione del Budget di produzione.

  • utile un’analisi dettagliata che identifichi le persone che appartengono alle diverse famiglie professionali. Tale analisi viene modificata e adattata successivamente, considerando i cambiamenti causati da pensionamenti, promozioni, trasferimenti, uscite volontarie e licenziamenti.

Se la vostra valutazione riconosce una carenza di forza lavoro, il reclutamento del personale sarà il passo successivo mirato alla ricerca di quelle figure in grado di rispecchiare le esigenze dell’immediato, unitamente a quelle future. La formazione del personale già esistente o l’integrazione di nuovi collaboratori, richiede chiari parametri delle conoscenze e competenze che i dipendenti devono aver acquisito, acquisire o consolidare.

Cambiamenti interni o esterni all’azienda possono dare luogo a una rivalutazione dell’assegnazione del personale. Questo tipo di manovra consentirà di distribuire o ridistribuire il lavoro più razionalmente, tenendo conto di tre variabili-chiave: quantità, qualità e tempo. Chi lavorerà dove? Di quanti dipendenti per un lavoro specifico? Per quanto tempo saranno impegnati per settore o ordine?

Nelle grandi aziende deve essere presa in considerazione anche una suddivisione del personale per età, sesso, nazionalità, qualifica e altri criteri. Ad es. è importante che una generazione non raggiunga l’età della pensione “contemporaneamente” in un corto intervallo di tempo, o che troppi dipendenti prendano le loro vacanze nello stesso periodo di tempo.
Per la maggior parte delle realtà aziendali si possono identificare due prime conclusioni che prevedono passi adeguati per ognuna.

Disponete di un numero insufficiente di persone:

  • previsione di ore supplementari di lavoro;
  • razionalizzazione dei processi lavorativi (automazione, semplificazione dei processi,ecc.) e identificazione dei punti deboli nella produzione;
  • assunzione di nuovi collaboratori a tempo indeterminato o collaboratori temporanei (prestito di personale);
  • più funzioni per alcuni collaboratori o prestito di personale interno tra i reparti (ripartizione temporanea);
  • distribuzione di alcune attività ad altri dipartimenti interni;
  • aiuto da aziende esterne per alcuni processi.

Disponete di un numero in esubero di persone:

  • compensazione delle ore supplementari con vacanze;
  • riduzione del tempo di lavoro, congedi (congedi di lunga durata o di formazione);
  • pensione anticipata  o disoccupazione parziale;
  • nuovi tempi di lavoro (es. tempo di lavoro annuale);
  • ripartizione nuova delle competenze (a tempo determinato o indeterminato);
  • licenziamento (piani sociali);

La pianificazione delle risorse umane assume una grande importanza per permettere di reagire in tempo utile alle esigenze di mutazione di ogni mercato aziendale, mantenendo l’azienda concorrenziale, sana e più facile gestione.

All’interno di questo planning è d’obbligo un breve cenno al tasso di rotazione aziendale (job rotation).

Si distinguono diverse tipologie di base all’interno di un tasso positivo:

  • Job rotation orizzontale: s’intende un tipo di rotazione su ruoli di pari livello all’interno di un settore aziendale. Lo scopo è quello di far acquisire al dipendente competenze maggiori relative alla sua attuale posizione
  • Job rotation verticale: il soggetto nel subire un cambio di posizione cresce di livello
  • Job rotation interfunzionale: la rotazione si configura su più aree e ruoli aziendali, in questo modo la risorsa assume una conoscenza del business allargata.

Il percorso di crescita internazionale è attivabile solo nelle aziende internazionali o multinazionali. Il collaboratore ha la possibilità di intraprendere un percorso di crescita in altri paesi del gruppo

Un sano tasso di rotazione di personale presenta dei vantaggi spesso sottovalutati. Il cambiamento può diventare sinonimo di dinamismo. Le nuove collaborazioni incentivano il personale esistente e presentano idee nuove e nuove forme di organizzazione o produzione. I nuovi collaboratori portano con sé l’esperienza acquisita nelle aziende precedenti o/e in realtà concorrenti. L’azienda da parte sua, ovviamente, deve essere recettiva all’innovazione e aperta ai cambiamenti per approfittare a fondo e valutare attentamente quanto proposto.  La partenza dei nostri collaboratori (rotazione negativa), spesso mina o mette a repentaglio le relazioni consolidate con i nostri clienti ; altre volte crea un clima d’insicurezza anche all’interno del team stesso. Durante il tempo di disdetta la motivazione del dipendente può diminuire, unitamente alla sua resa. Questo tempo viene occupato, normalmente, da attività di chiusura della sua posizione e alla conservazione del know how. Quando la posizione resta vacante per un lungo periodo, è possibile che i progetti importanti legati a essa subiscano una fase di reale arresto. L’effetto di questa « frenata », purtroppo, sarà quantificabile solo sul medio lungo termine.

La fluttuazione del personale può generare costi diretti elevati: perdita di produzione, costi di transizione, di reclutamento, d’integrazione e a volte anche di liquidazione. Paradossalmente, spesso, un posto vacante di breve durata, crea costi maggiori di un posto vacante di lunga durata. Questo meccanismo in quanto, nel secondo caso, il personale viene sollecitato a reinventarsi e a ricercare soluzioni pratiche immediate per sostituire la persona fino al suo avvicendamento.

Non esiste alcuna soluzione rapida per ridurre il tasso di rotazione: è necessario un solido precedente lavoro di consolidazione e fidelizzazione sul lungo termine.

Una riorganizzazione interna o una decisione del quadro direzionale possono produrre un aumento temporaneo della rotazione e questo non può essere impedito. Lo stesso tasso di rotazione può però essere contenuto da un corretta informazione, attenzione e rispetto per il personale aziendale.

Di nuovo, come per la pianificazione del personale, un’analisi differenziata per settore può rivelare all’interno di quale gruppo di collaboratori è presente una maggiore rotazione di personale (es. nuovi dipendenti, gruppi professionali, fasce d’eta, singoli settori, ecc.).

Esempio: se fossero specialmente i nuovi dipendenti a lasciare l’azienda, i processi che regolano la selezione e l’integrazione del personale dovrebbero essere riveduti e migliorati.

Quali fattori fidelizzano in azienda:

  • immagine dell’azienda percepita dall’esterno;
  • strategie aziendali trasparenti e di successo;
  • informazione aperta e leale tra tutti i dipendenti;
  • settori interessanti e motivanti presenti nell’azienda e opportunità di sviluppo professionale;
  • accredito di responsabilità e potere decisionale;
  • riconoscenza del valore, rispetto delle risorse umane e integrazione nei team;
  • retribuzione appropriate a conferma anche della solidità aziendale.

Attenzione: l’insoddisfazione anche di singole aree può influenzare e intaccare aree più vaste, anche se «sane». La fidelizzazione del personale presuppone solide competenze sociali da parte dei responsabili del personale e della stessa dirigenza. Un buon datore di lavoro si differenzia da un semplice datore di lavoro quando riesce a coinvolgere i propri collaboratori nel proprio progetto creativo di crescita aziendale. Lavorare insieme e nella stessa direzione, spesso, crea i presupposti necessari e le basi tangibili per la costruzione di un futuro di successo sotto tutti i punti di vista: aziendali, personali, familiari e finanziari.

Il Servizio giuridico Cc-Ti è sempre a disposizione degli associati per maggiori informazioni a riguardo delle tematiche sulle risorse umane

Dichiarazione d’origine, perché e quando?

La dichiarazione d’origine su fattura è un documento ufficiale previsto dalla maggior parte degli accordi di libero scambio (ALS) atta a comprovare l’origine preferenziale della merce e deve essere sempre presentata qualora si volesse beneficiare delle agevolazioni date dagli ALS.

A differenza dell’EUR1 (o dell’EUR-MED o EUR.1 CN), la dichiarazione su fattura può essere utilizzata, in linea generale, per le spedizioni inferiori ai 10’300 CHF (o 6’000 Euro). Solo le aziende che possiedono lo statuto di “esportatore autorizzato” possono stendere questa prova d’origine senza limiti di valori.

La dichiarazione su fattura deve essere redatta nella forma e nella lingua previste nei rispettivi accordi. In generale, la dichiarazione su fattura deve essere dattiloscritta (procedura di stampa, macchina da scrivere) oppure apposta mediante timbro digitale. Importante è non dimenticare la firma manoscritta originale, fatta eccezione per le dichiarazioni allestite da esportatori abilitati e nell’ambito dell’accordo di libero scambio con il Canada. Qualora nella fattura vi fossero origini diverse è necessario indicarle chiaramente nel documento per ogni singola merce.

Non tutti gli accordi prevedono il medesimo testo e/o condizioni per redigere questa prova d’origine. Per aiutare gli esportatori, l’Amministrazione federale delle dogane invita a consultare un pratico documento che riassume tutti i dettagli specificati nei singoli ALS.

Infine, è bene ricordare che nell’ambito di alcuni accordi di libero scambio stipulati dalla Svizzera (e/o dall’AELS), vi sono disposizioni particolari per le quali la dichiarazione d’origine su fattura è l’unica prova d’origine accettata. È il caso di Singapore, Repubblica di Corea, Canada e Hong Kong. Invece, nell’ALS AELS-CCG non è prevista alcuna dichiarazione per il momento, neppure per esportatori autorizzati.

È quindi consigliato sempre prima verificare quale tipo di dichiarazione su fattura è richiesta all’esportazione in un determinato Paese poiché vi sono variazioni che possono incidere sulla sua validità.

Il Servizio Export della Cc-Ti è a disposizione per consulenze ad hoc per gli affiliati Cc-Ti

Grande interesse per i Paesi del Mercosur

Sono molteplici le opportunità per le aziende svizzere offerte dai Paesi del Mercosur, Brasile e Uruguay in particolare. Anche se l’apertura di questi mercati è accompagnata da alcune problematiche, durante l’evento Paese del 28 novembre organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con gli sponsor Export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, CRIF AG, Credit Suisse, Euler Hermes e Titraduce), sono emersi spunti positivi a sostegno degli imprenditori che desiderano fare business con le nazioni dell’America latina.

I relatori dell’evento. Da sinistra: Roberto Nanni, Valentina Rossi, Stefania Padoan, Marco Arrighini, Fabio Speciale

“L’interesse da parte delle aziende svizzere verso il Mercosur è alto e rimaniamo in attesa che la Svizzera possa beneficiare dei vantaggi di un accordo di libero scambio in seno all’AELS volto ad abbattere le barriere tariffarie”, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. Con un mercato di oltre 260 milioni di abitanti, Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay rappresentano infatti uno sbocco molto interessante per le aziende svizzere.

Tempistiche fondamentali per la Svizzera

Attualmente due terzi delle esportazioni svizzere in America Latina confluiscono, nell’ordine, in Brasile, Messico e Argentina, ha sottolineato Fabio Speciale, Senior Consultant South America di Switzerland Global Enterprise. Dazi elevati, formalità doganali complicate e barriere non tariffarie complicano l’accesso al mercato per le PMI svizzere. L’accordo di libero scambio in negoziazione consentirebbe alle aziende elvetiche di accedere più facilmente ad un vastissimo mercato di consumatori e a una classe media in crescita che rappresentano un potenziale significativo per diversi settori economici. Le tempistiche sono però importanti in quanto il mercato comune sudamericano sta negoziando un accordo simile anche con l’Unione Europea.

Le opportunità settoriali

Tre i settori promettenti per le PMI svizzere nella regione citati da Fabio Speciale: il settore healthcare, dell’infrastruttura e della difesa in Brasile nonché il settore agroindustriale, delle energie rinnovabili, oil & gas, manifatturiero e dei servizi finanziari in Argentina. L’Uruguay si presenta invece come hub logistico e di servizi dell’intera America latina, offrendo altresì opportunità nel settore agroindustriale. Il Paraguay, infine, si rivela estremamente interessante per le attività produttive: la legge Maquila consente infatti di creare imprese di produzione/trasformazione di beni e servizi per la successiva esportazione e alle quali sono concesse esenzioni doganali per macchinari e materie prime e altre facilitazioni tributarie.

 

Paesi diversi, rischi simili

Marco Arrighini, Senior Sales Manager di Euler Hermes Switzerland ha voluto esordire il suo intervento fornendo qualche pillola su come approcciare in modo consapevole i Paesi del Mercosur. L’Argentina, ha un rischio elevato ma sta rimettendo in piedi la sua economia; la recessione in Brasile è finita, ma il Paese ha ancora un futuro non privo di rischi; il Paraguay ha una crescita del PIL superiore alla media regionale e politiche appropriate tra rischio esterno ed infine l’Uruguay con una crescita interna è tornato in pista ma è (ancora) dipendente da partner stranieri. In definitiva, per fare business con i Paesi del Mercosur vi è un semaforo arancione incentrato sui rischi, soprattutto per quanto riguarda i pagamenti per i quali vi è un ritardo procedurale nel pagare le fatture. Il consiglio è quindi quello di agire con anticipo o di utilizzare lettere di credito.

Solide ed interessanti testimonianze dirette

Con un intervento congiunto, Stefania Padoan, CEO di Padoan Swiss e Roberto Nanni, di Cippà Trasporti SA hanno portato l’esperienza diretta di un’azienda attiva nel settore industriale, che ha esportato con successo in America latina grazie all’appoggio di uno spedizioniere di fiducia. La vendita con una resa di consegna fino al porto o all’aeroporto di ingresso e lasciare l’onere dell’importazione al cliente è il consiglio basilare che ha fornito Roberto Nanni ai numerosi presenti in sala. Quando si fa business con i Paesi del Mercosur bisogna avere una mentalità diversa e ad agire in modo differente rispetto al mercato occidentale. La brillante testimonianza diretta di Stefania Padoan ha centrato alcuni punti fondamentali per poter entrare con successo in questi Paesi. Conoscere personalmente i clienti e fidelizzarli anche con visite annuali è una delle strategie di Padoan Swiss che si affida anche a partner di fiducia. Sono Paesi dalle grandi potenziali, ha affermato la CEO dell’azienda di San Vittore, ma bisogna far fronte a barriere tariffarie importanti che possono incidere fino al 60% del prezzo di vendita. Con la giusta strategia e con l’appoggio logistico della Cippà Trasporti, oggi la Padoan Swiss può però contare su un solido business nei Paesi del Mercosur che è di buon auspicio per tutte le aziende svizzere.

 

Scarica le presentazioni:
Economic outlook and business opportunities
Fabio Speciale, Senior Consultant South America, Switzerland Global Enterprise

Trade Credit Risk Insights
Marco Arrighini, Senior Sales Manager, Euler Hermes Switzerland

Le testimonianze: fare business in Brasile e la necessità di affidarsi a uno spedizioniere di fiducia
Stefania Padoan, CEO, Padoan Swiss e Roberto Nanni, Capo area spedizioni aereo & mare, Cippà Trasporti SA

Promuovere lo spirito imprenditoriale

Nell’intervista a Rocco Cattaneo, Amministratore delegato City Carburoil SA e membro del nostro Ufficio Presidenziale, parliamo di imprenditorialità e di come innovare costantemente le proprie attività.

Alla base del progresso economico vi è l’innovazione, e per fare impresa oggi ne serve una buona quantità. Come implementa questa visione nel suo Gruppo?

Innovazione significa osservare costantemente l’evoluzione dei bisogni dei clienti, anticipare i tempi e investire con passione. Solo attraverso l’innovazione un’azienda riesce a rimanere concorrenziale, superare periodi difficili e garantire posti di lavoro a lungo termine. Il nostro Gruppo comprende diversi settori, faccio alcuni esempi: per il settore turistico penso al riorientamento del Monte Tamaro e allo Splash e Spa. Per la City Carburoil SA la nostra strategia consiste nella continua messa in discussione dell’offerta per le persone in movimento. Nel settore della logistica con la Stisa SA, stiamo sempre più investendo per assecondare le esigenze legate all’evoluzione dell’e-commerce.

È possibile far collimare maggiormente gli interessi del mondo aziendale con quelli politici?

Noi imprenditori negli ultimi anni siamo stati troppo assenti dalla politica. L’universo delle PMI, vero motore della nostra economia, deve far sentire maggiormente la propria voce. Questo non è facile perché gestire aziende e al tempo stesso impegnarsi per trovare soluzioni ai problemi che interessano tutti (ciò significa fare politica) costa molta fatica. Però è necessario poiché sul nostro operato vi sono troppi pregiudizi e false percezioni. Lo spirito imprenditoriale, va promosso perché senza di esso non vi sarebbero investimenti, posti di lavoro, formazione professionale ed entrate fiscali.

La Cc-Ti con successo in Cina

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) ha organizzato, in stretta collaborazione con la Città di Lugano, una missione in Cina dal 17 al 23 novembre 2018. L’intenso programma prevedeva una prima parte nella città di Shenzhen – considerata la captale Hi-Tech del Paese – e una seconda parte a Shanghai, centro commerciale e finanziario della Cina continentale.

La Cc-Ti, in collaborazione con la Città di Lugano, ha accompagnato in Cina una delegazione di aziende ticinesi. Si è trattata della prima missione della Cc-Ti nel Paese asiatico ed è nata grazie ai buoni rapporti instaurati con la Camera di commercio di Shenzhen a seguito di un incontro a Lugano nell’ottobre 2017. La prima parte del programma si è tenuta a Shenzhen, città del sud della Cina. Da piccolo villaggio di pescatori, Shenzhen si è trasformata in meno di trent’anni nella capitale Hi-Tech del Paese. La città fa parte della “Greater Bay Area (GBA)” che comprende le città di Guangzhou, Hong Kong e Macau, area che sta diventando a tutti gli effetti una potenza economica a livello mondiale.

Intenso programma di incontri a Shenzhen

A Shenzhen la delegazione, composta da imprenditori di settori diversi, ha avuto modo visitare la “China Hi-Tech Fair”, fiera di importanza internazionale, e di partecipare a diversi momenti ufficiali ed istituzionali e a visite ad aziende locali. Durante l’interessante incontro con il Console Generale svizzero nella Cina del Sud, Martin Bienz, sono state sottolineate le importanti relazioni tra Cina e Svizzera ed è emerso che quest’ultima è il 5° maggior investitore europeo nella regione del Guadong. All’incontro hanno partecipato anche due imprenditori svizzeri attivi già da molti anni nella regione: René Forster (Co-Owner e CEO di Howag-Swisspur) e Philip Kinseher (General Manager presso Audemars Microtec), i quali hanno messo in evidenza i vantaggi e le difficoltà nell’operare in Cina. Durante la visita a Shenzhen la Cc-Ti ha firmato un accordo di collaborazione con la Camera di commercio di Shenzhen. A chiudere il programma, la visita alla sede centrale dell’azienda BYD (il maggior produttore cinese di veicoli elettrici, la cui esperienza è iniziata negli anni ’90 con la produzione delle batterie per i famosi cellulari NOKIA) e a SVV (Shenzhen Valley Ventures), azienda innovativa nel settore del 3D printing e prototyping.

Aziende svizzere attive in Cina

Da Shenzhen la delegazione si è spostata a Shanghai, la città più popolosa della Cina e del mondo, considerata la capitale economica del Paese. Il programma prevedeva un’interessante visita allo Swiss Center nella Free Trade Zone della città. In questa occasione la delegazione ha potuto incontrare due rappresentanti di aziende basate in Ticino: Premec e Mikron Tool. Parte nevralgica del programma a Shanghai è stato il Forum di scambio tra Cina e Svizzera, organizzato in collaborazione con la Shanghai Pudong Industry Association. Anche a Shanghai la delegazione ha avuto modo di incontrare il Console Generale svizzero della regione, Olivier Zehnder. All’incontro hanno partecipato anche il Direttore di swissnex China, Felix Moesner, e Leo Peng, Trade Officer dello Swiss Business Hub (S-GE).

La missione è stata molto positiva, è stato importante e molto utile vedere con i propri occhi come si sta sviluppando la Cina, nazione che occupa un ruolo fondamentale a livello mondiale. L’economia cinese riserva ancora un considerevole potenziale, confermato pure dalla missione della Cc-Ti. Le opportunità si trovano soprattutto nel settore dei beni di lusso, dell’Hi-Tech, dell’elettronica e dell’e-commerce. Gli imprenditori che hanno seguito la Cc-Ti a Shenzhen e Shanghai hanno potuto toccare con mano la dinamicità di questo mercato ed incontrare possibili partner cinesi. Le missioni organizzate dalla Cc-Ti mirano infatti a dare un supporto concreto per costruire nuovi sbocchi di business all’estero.

La riuscita missione in Cina è stata possibile grazie al supporto di importanti partner svizzeri, come la Città di Lugano, i Consolati Generali svizzeri nella Cina del Sud e a Shanghai, swissnex China, Swiss Business Hub (S-GE), ma anche indispensabili partner cinesi, come la Camera di commercio di Shenzhen e la Shanghai Pudong Industry Association.

 

Soluzioni di pagamento sicure per la gestione degli acquisti aziendali o dei viaggi d’affari

Le carte di credito virtuali si stanno diffondendo sempre più nel settore degli acquisti aziendali o dei viaggi d’affari per pagare acquisti aziendali di vario genere, fornitori di servizi di viaggio o altre spese relative alle trasferte. La tendenza si rafforza, in quanto con la diffusione dei nuovi tool di pagamento – come ad esempio Apple Pay o Samsung Pay – pagare senza dover ricorrere alla carta di credito fisica fa già parte della quotidianità.

Le carte di credito virtuali possono essere create in maniera semplice, e il loro utilizzo è assolutamente sicuro. Inoltre informazioni di riferimento aggiuntive semplificano l’attribuzione e la contabilizzazione dei costi.

Carte di credito virtuali in sintesi

Una carta di credito virtuale consiste in un numero di carta di credito virtuale a cui è abbinato un limite di credito globale. A prescindere dall’esistenza in forma «plastificata», l’uso delle carte di credito virtuali non è diverso da quelle convenzionali. Per consentire per esempio alle compagnie aeree, agli alberghi e agli altri fornitori di servizi di evadere le prenotazioni anche in assenza di una carta di credito fisica in plastica, le carte di credito virtuali integrano i seguenti elementi:

  • Codice di verifica della carta (CVV/CVC): come per le carte convenzionali, negli acquisti online questo elemento di sicurezza supplementare conferma che l’acquirente possiede effettivamente la carta.
  • Validità: per i numeri di carta virtuali è possibile definire la durata, che di norma è inferiore a quella di una carta di credito fisica, individualmente per ogni numero di carta.

Grazie ad ulteriori possibilità di personalizzazione le carte di credito virtuali creano maggiore trasparenza e massimizzano la sicurezza nel pagamento delle spese aziendali.

  • Informazioni aggiuntive personalizzate: per ogni carta è anche possibile associare informazioni come centro di costo, reparto, categoria di acquisto o numero del progetto. Queste ultime sono sempre visibili, assieme alla panoramica di tutte le transazioni, nel conteggio mensile – per una piena trasparenza e massimo controllo nell’attribuzione dei costi.
  • Parametri di sicurezza individuali: per ogni numero di carta è possibile definire, oltre alla validità, anche i limiti di spesa e l’importo di spesa massimo. Se si desiderano degli elementi di sicurezza supplementari, è possibile anche definire quante volte la carta può essere usata in un determinato periodo e l’importo massimo da contabilizzare.

Un ulteriore vantaggio: le carte di credito virtuali sono particolarmente adatte per i collaboratori che non dispongono di carte aziendali. Sono ideali anche per partner contrattuali o fornitori di servizi esterni che effettuano viaggi d’affari a carico dell’azienda: semplici e pratiche per i viaggiatori, che non devono anticipare le spese di tasca propria.

Soluzioni di pagamento virtuali per aziende

Oggi esistono innovative piattaforme web per le aziende con cui Travel Manager, agenzie viaggi, Procurement Manager o altri collaboratori possono generare, nel giro di pochi istanti, numeri di carte di credito virtuali e utilizzarli immediatamente per acquisti online o di qualsiasi genere. Oltre alle numerose informazioni aggiuntive sui numeri di carta virtuali, per queste soluzioni sono disponibili anche analisi o dati di fatturazione elettronici. Inoltre è compresa una vasta gamma di prestazioni assicurative gratuite con somme di copertura elevate, che proteggono sia i collaboratori che le aziende per esempio da spese di annullamento viaggio impreviste.

Testo redatto da
Beat Weidmann, Head of Distribution Channels & Sponsoring, Cornèrcard