Come funziona contrattualmente una gestione del tempo parziale? E un tempo parziale autoregolamentato?

319 par. 2 CO “è considerato contratto individuale di lavoro anche il contratto con il quale un lavoratore si obbliga a lavorare regolarmente al servizio del datore di lavoro per ore, mezze giornate o giornate (lavoro a tempo parziale)”
Il lavoro a tempo parziale è definito come un tempo di lavoro che conta meno ore rispetto all’orario normale di lavoro per i collaboratori assunti a tempo pieno. Determinante per la sua percentuale è l’orario di lavoro settimanale medio. La SECO considera come tempo parziale un grado d’occupazione al di sotto del 90% dell’orario normale di lavoro.
La legge non prevede alcuna durata minima.
Contrariamente al testo dell’art. 319 cpv. 2 CO, la pratica giudiziaria sottopone alle disposizioni del diritto del contratto di lavoro, non solo il lavoro a tempo parziale regolare (fisso), ma anche il lavoro a tempo parziale irregolare (flessibile). In questo caso, momento e durata della prestazione non sono prestabiliti, ma avvengono su chiamata unilaterale da parte dell’impresa o secondo un mutuo accordo. Il lavoro su chiamata è senza dubbio la forma di lavoro che offre, però, meno sicurezza per il collaboratore.
Legalmente vengono seguite le leggi dedicate:
- disposizioni sul contratto di lavoro nel CO, art. 319-362.
- disposizioni di tutela della legge sul lavoro per la previdenza sanitaria e infortuni, durata dell’orario di lavoro e del riposo, tutela speciale pe i giovani collaboratori, personale in formazione e donne impiegate;
- legislazione sull’assicurazione sociale;
- legge federale sulla parità dei sessi (LPar in vigore dal 1.7.1996);
- legge federale sul collocamento e sul personale a prestito (LC) del 16.1.1991.
Qualora fosse il caso:
- accordi contrattuali individuali;
- disposizioni di un contratto collettivo;
- regolamentazioni e usanze aziendali;
Nell’elaborazione dei contratti di lavoro a tempo parziale ci si può basare su contratti di collaboratori con caratteristiche occupazionali similari, ma a tempo pieno. Le singole particolarità del rapporto di lavoro devono essere messe per iscritto in maniera esplicita.
Anche i collaboratori a tempo parziale hanno, di principio, diritto a ore e giorni liberi durante il rapporto di lavoro; tuttavia può essere preteso che, nella misura del possibile, essi adempiano ai loro impegni privati durante il loro tempo libero (questa frase può essere inclusa già nel contratto dei lavoro).
Attività presso più datori di lavoro
Quando un dipendente è impiegato presso più di un datore di lavoro, occorre prestare particolare attenzione per garantire che i requisiti di lavoro e di riposo previsti dalla legge sul lavoro vengano rispettati.
Il “secondo datore di lavoro” deve essere ancora più attento:
Le ore di lavoro settimanali massime sono 45 risp. 50 ore. Inoltre, è possibile tollerare un massimo di 2 ore di straordinario al giorno, per un massimo di 170 risp. 140 ore all’anno.
- Il periodo di riposo legale corrispondente a 11 ore tra due giorni lavorativi, deve essere rispettato (ev. una volta alla settimana 8 ore). Inoltre, le disposizioni relative al divieto di lavoro domenicale risp. la concessione di un giorno di riposo supplementare, devono essere mantenute.
Periodo di prova e risoluzione
Le disposizioni dedicate sono valide indipendentemente dal numero di ore lavorate al giorno o alla settimana. Il tempo di prova e la risoluzione vengono regolati dal CO art 335.b. e 335c .
Impedimento senza colpa
La continuità del pagamento del salario in caso di assenza dal lavoro senza colpa, è regolamentata nelle disposizioni generali (articolo 324a CO).
Nel caso di più datori di lavoro, i diritti di versamento del salario in caso di impedimento senza colpa si determineranno separatamente in funzione della durata del lavoro perso per ognuno.
Il diritto di continuare a percepire lo stipendio è condizionato dal fatto che il collaboratore lavori con l’azienda da più di tre mesi, oppure abbia un contratto con durata superiore ai tre mesi. Se gli orari sono irregolari e quindi fosse difficoltoso determinare il tempo esatto di lavoro che il collaboratore ha perso durante la malattia, sarà efficace un calcolo indicativo basato sulla media annuale, stagionale, ecc.. Per i collaboratori con contratti a tempo parziale e irregolare, il metro di misura e calcolo per tutti gli eventi malattia, deve sempre essere lo stesso.
Tempo straordinario
l’Art. 321c CO, regola gli straordinari e le direttive temporali e oggettive che competono questo tema. Nel rapporto di lavoro parziale, può accadere che i dipendenti vengano impegnati per un evento occasionale e speciale. Essi dovranno effettuare ore supplementari, ma senza superare la durata del lavoro consueto previsto in azienda. Per questi dipendenti, in ogni caso, vengono trattate come ore straordinarie tutte le ore che superano la durata del lavoro prevista nel loro contratto. Dal momento che la scelta del lavoro parziale consiste, evidentemente, nel richiedere un attività ridotta, si deve fare in modo che non vengano richieste ore straordinarie se non in casi eccezionali.
Quando un dipendente è assunto da più di un datore di lavoro, la richiesta di fare gli straordinari sarà possibile ancora più difficilmente.
Il risarcimento delle ore straordinarie sarà corrisposto secondo le disposizioni ordinarie. La compensazione con il tempo libero sarà difficile da attuare in quanto il tempo lavorativo è già ridotto.
Il lavoro con orario flessibile autoregolamentato
Da tempo molte aziende hanno introdotto orari flessibili affidati, sempre più spesso, all’autoregolamentazione del collaboratore. Di norma viene determinata una fascia oraria entro la quale la presenza è comunque obbligatoria (anche questo uso/limite sta scomparendo). La verifica del tempo di lavoro viene poi controllata elettronicamente. Le regole dell’orario flessibile devono indicare chiaramente i limiti e le libertà di autonomia dell’autodeterminazione dell’orario lavorativo, della fascia oraria, della quantità di ore di lavoro totali, delle vacanze, ecc.. Si raccomanda di integrare, se possibile, questo regolamento già nel contratto di lavoro. La maggior parte dei regolamenti dei piani orari sanciscono che le ore che superano il numero massimo concordato per il mese o anno, non vengono remunerate.
Il collaboratore deve dosare la propria autonomia di gestione del tempo, in modo da non accusare ore straordinarie o mancanza di ore. I crediti in ore lavorative (ore normalmente denominate “straordinarie”) non sono da considerarsi come straordinari. Il collaboratore deve compensare le ore effettuate in eccesso, restando all’interno dell’intervallo di tempo lavorativo definito dal contratto di lavoro. Lo “straordinario” può essere consentito o evocato solo nel caso in cui vi siano stati eventi operativi obbligatori o straordinari, i quali hanno cancellato la possibilità di scelta della modalità lavorativa da parte del collaboratore.
In molti regolamenti viene disposto che, se alla fine di un anno civile o di un altro lasso di tempo predeterminato, le ore lavorate saranno insufficienti (= minori a quelle concordate), le stesse verranno detratte dallo stipendio. Tale disposizione è valida solo se le ore insufficienti sono dovute alla mancata auto-disciplina del collaboratore.
Dimissioni o licenziamento del collaboratore
- un saldo in ore positivo alla fine della propria attività presso un’azienda, non presuppone necessariamente un credito straordinario. I dipendenti sono tenuti a ridistribuire le ore di lavoro in eccesso prima del termine della propria occupazione presso l’azienda;
- un saldo in ore negativo può essere detratto dallo stipendio del collaboratore solo nel caso in cui egli ne sia direttamente responsabile. Questo non vale se l’azienda non è riuscita a occupare il tempo del collaboratore con il lavoro in azienda.
Le assicurazioni sociali
AINF
L’assicurazione contro gli infortuni non professionali (AINF) è obbligatoria quando la persona ha un attività lucrativa per almeno 8 ore la settimana. I dipendenti il cui orario di lavoro settimanale presso un datore di lavoro non raggiunge almeno le otto ore sono assicurati solo contro gli infortuni e le malattie professionali, ma non contro gli infortuni non professionali (attenzione: non si deve sospendere la copertura contro gli infortuni dell’assicurazione malattia). Gli infortuni verificatisi sul tragitto per recarsi al lavoro o sulla via del ritorno sono considerati infortuni professionali.
AVS, 2° pilastro, LPP
È indispensabile e corretto informare il dipendente sulla regolamentazione di queste assicurazioni sociali, in particolare in caso di stipendi inferiori al minimo richiesto.
Zoom sulla Smart life
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi tematiciIn occasione dell’ultimo evento tematico Cc-Ti “Smart life, quando la tecnologia migliora la qualità”, abbiamo rilanciato il dibattito sull’accelerazione tecnologica, diventata un must per il nostro territorio.
In collaborazione con i partner tematici Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA e Cornèrcard, la Cc-Ti durante tutto il 2018 ha approfondito le tematiche dell’evoluzione digitale, argomento ampio e dalle mille sfaccettature che continueremo a sviluppare anche in futuro.
Nella puntata della trasmissione ZOOM, curata ed andata in onda su Teleticino, ritroviamo spunti interessanti sulla ‘smart life’ e l’intelligenza artificiale, ampiamente trattati nell’evento del 5 dicembre scorso, intervengono il Prof. Dr. Marco Zaffalon, dell’Istituto dalle Molle; Luca Mascaro, CEO, Sketchin Sagl; Giorgio Ortelli, Direttore generale, Spinelli SA; Enrico Tumminaro, Executive Vice President Mikron SA Agno; Davide Rigamonti, Direttore Marketing & Distributions, Cornèrcard; Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti.
Scopriamo allora insieme quanto emerso!
Ascolto e impegno per una maggior rappresentatività femminile
/in Comunicazione e mediaNell’intervista a Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti e della Federazione delle Associazioni di Fiduciarie del Cantone Ticino, parliamo di donne attive in politica e nell’economia e del suo percorso.
Dal 1848 al 1984, lo Stato federale svizzero è stato esclusivamente governato da uomini, in seguito il Parlamento ha eletto la prima donna in Consiglio federale (CF). Nel 2010 vi è stata per la prima volta una maggioranza femminile in Governo e recentemente sono state elette altre due donne in CF, Viola Amherd e Karin Keller-Sutter . Nonostante si tratti di un processo tardivo, sembra che qualcosa stia cambiando, anche se in tutti i comparti, non solo in quello politico, permangono resistenze importanti. Come incentivare le candidature femminili in un Paese dove le donne ai vertici (politici, aziendali, nei Consigli d’Amministrazione, ecc.) rimangono modeste?
Effettivamente è la realtà odierna che l’avanzamento delle donne in politica, come pure nei consessi economici rappresenti una sfida non di poco conto. È davvero esiguo il loro numero e l’elezione delle due nuove Consigliere Federali lascia ben sperare. Il processo, come già sottolineato nella domanda, è lento e tardivo, rispetto ad altre realtà europee, anche se è possibile che questo input raffiguri un’accelerazione verso un cambiamento giusto nel quale anche le donne potranno portare il proprio contributo alla vita politica, economica, amministrativa e di tutti i consessi più importanti. Le resistenze c’erano e ci sono tutt’ora, è compito delle donne stesse e degli uomini intelligenti traghettare questo cambiamento di mentalità verso il futuro, con tenacia, esempi positivi, progetti ed idee innovative e risultati concreti. Un paio di dati a sostegno della causa: nelle Camere federali vi sono il 70% di uomini in Consiglio Nazionale e l’85% in Consiglio degli Stati. Il numero delle donne è quindi assai ridotto. Recentemente la prima cittadina svizzera, Marina Carobbio, ticinese, si è espressa per incentivare la presenza femminile in politica. Sicuramente una visione interpartitica e trasversale alla politica, che è anche possibile riportare alle nostre latitudini, nell’economia e/o nei gremi rilevanti quali associazioni di categoria, vertici aziendali e Consigli d’Amministrazione. Non parlo appositamente di “quote rosa”, poiché non credo abbiano senso. Occorre invece mettere in pratica strategie nelle quali si valorizzino i talenti e condizioni quadro che favoriscano la rappresentatività femminile. L’economia svizzera, così come la politica, devono incoraggiare le donne nell’assumere i vertici aziendali, con obiettivi chiari, perseguibili e vincenti. In esse vanno esaltati il talento, le competenze e la meritocrazia, affinché si possa dirottare questo cambiamento pragmatico e di apertura democratica.
La Consigliera Federale Viola Amherd ha assunto la Direzione del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), al quale sottostanno gli affari militari. Si tratta di una prima per la Confederazione, con una donna ai vertici di un comparto solitamente maggioritariamente maschile. Le donne stanno acquisendo più determinazione?
Credo che occorra uscire dalla logica “uomo – donna”, ed avere una visione più globale e relativa alle giuste condizioni-quadro nelle quali fare politica (e impresa, mi verrebbe da aggiungere) per il bene della Nazione (e dell’economia). Non esistono più ambiti dove una donna non possa dare il proprio contributo. Occorre portare avanti una visione determinata? Sì, certo. Come ha sicuramente fatto la Signora Amherd. Bisogna favorire l’accesso delle donne alla politica ed ai posti dirigenziali promuovendo le loro competenze quale vantaggio competitivo. La democrazia è rappresentata da una chiara visione, dove le diversità, la cultura ed i sessi sono potenziati e differenziati, orientandoli al talento ed alla leadership femminile.
Vice Presidente della Cc-Ti, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti e della Federazione delle Associazioni di Fiduciarie del Cantone Ticino, ma non solo. Titolare di una brillante attività fiduciaria, dove impiega sole donne. È l’esempio di un risultato vincente dove con impegno e determinazione si raggiungono gli obiettivi prefissati. Sono ruoli, i suoi, dalle mille sfaccettature. Quali i “segreti” alla base del suo successo imprenditoriale e personale?
Ho sempre amato le sfide e mi piace pensare che il mio percorso – che ho seguito con tenacia e non senza qualche difficoltà dalla quale non mi sono fatta abbattere – possa essere un’ispirazione per altre donne. Ho cominciato il lavoro da giovane, aiutando mio padre nella sua attività di installatore elettrico. Qui ho sviluppato l’interesse per la finanza e la contabilità. Conseguito il relativo attestato federale nel 1989, ho seguito il mio istinto, lanciando uno studio in proprio di fiduciario commercialista. Ho lavorato sia come insegnante presso istituti professionali, sia quale fiduciaria. Operando a stretto contatto con le persone, vero capitale umano sia in politica che in economia, ho appreso e sviluppato la capacità di ascolto. Credo che sia proprio quest’ultima a rappresentare un buon punto di partenza dalla quale trarre spunto per capire, analizzare e riflettere sulle situazioni che ci troviamo dinnanzi. Con motivazione e un animo prettamente concreto mi sono messa al servizio delle persone, a contatto con realtà diverse, tutte arricchenti. Ritengo che sia proprio la risolutezza nell’affrontare le sfide che il quotidiano ci porta, insieme all’empatia, che mi permette di riconoscere ed anticipare i bisogni di chi ho di fronte.
Evento – Appalti pubblici: candidarsi con successo
/in Appuntamenti, Eventi co-organizzatiNel quadro delle collaborazioni tra la Cc-Ti ed altre istituzioni e associazioni di categoria, vi segnaliamo l’evento sugli appalti pubblici, che si propone di informare le aziende ticinesi su come procedere con successo in questo ambito.
Il prossimo 25 gennaio, presso il Centro di formazione professionale SSIC a Gordola (Viale Santa Maria 27, Gordola), dalle ore 8.45 alle 12.00, si terrà un seminario che illustra le opportunità per le aziende ticinesi a partecipare agli appalti pubblici della Confederazione.
L’incontro è organizzato dal Dipartimento federale della finanze – Ufficio federale delle costruzioni e della logistica (UFCL), in collaborazione con la Cc-Ti, economiesuisse, Comunicazione Svizzera, SSIC Sezione Ticino e AITI.
Negli ultimi anni le molteplici e complesse esigenze nel settore degli acquisti pubblici sono sensibilmente aumentate sia per i servizi di aggiudicazione che per gli offerenti. Il principio dell’economicità esige da entrambe le parti procedure efficienti e conformi alla legge sugli appalti pubblici. Gli offerenti hanno dunque la necessità di essere informati sulle disposizioni giuridiche e organizzative applicabili agli acquisti pubblici della Confederazione.
La piattaforma elettronica simap.ch per le commesse pubbliche della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni facilita la pubblicazione di bandi di concorso e la relativa documentazione, evitando complesse formalità. Le aziende interessate e i fornitori possono così visualizzare l’insieme delle commesse a livello svizzero e hanno la possibilità di scaricare il bando di concorso e la documentazione.
Maggiori informazioni sul programma, così come sulle iscrizioni (tramite formulario d’iscrizione), sono disponibili nel file da scaricare attraverso questo link e vanno inviati entro il 18 gennaio 2019 per mail ad economiesuisse.
Maggiori competenze a favore del territorio
/in Comunicazione e mediaL’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti
Anche il 101° anno della nostra storia sta volgendo al termine. Esso è stato caratterizzato da un’ulteriore intensificazione del lavoro mirato svolto a favore delle aziende, grazie soprattutto al consolidamento delle offerte informative e formative già esistenti e alla creazione di nuove proposte.
Un altro tempo per lavorare
/in Diritto, TematicheCome funziona contrattualmente una gestione del tempo parziale? E un tempo parziale autoregolamentato?
319 par. 2 CO “è considerato contratto individuale di lavoro anche il contratto con il quale un lavoratore si obbliga a lavorare regolarmente al servizio del datore di lavoro per ore, mezze giornate o giornate (lavoro a tempo parziale)”
Il lavoro a tempo parziale è definito come un tempo di lavoro che conta meno ore rispetto all’orario normale di lavoro per i collaboratori assunti a tempo pieno. Determinante per la sua percentuale è l’orario di lavoro settimanale medio. La SECO considera come tempo parziale un grado d’occupazione al di sotto del 90% dell’orario normale di lavoro.
La legge non prevede alcuna durata minima.
Contrariamente al testo dell’art. 319 cpv. 2 CO, la pratica giudiziaria sottopone alle disposizioni del diritto del contratto di lavoro, non solo il lavoro a tempo parziale regolare (fisso), ma anche il lavoro a tempo parziale irregolare (flessibile). In questo caso, momento e durata della prestazione non sono prestabiliti, ma avvengono su chiamata unilaterale da parte dell’impresa o secondo un mutuo accordo. Il lavoro su chiamata è senza dubbio la forma di lavoro che offre, però, meno sicurezza per il collaboratore.
Legalmente vengono seguite le leggi dedicate:
Qualora fosse il caso:
Nell’elaborazione dei contratti di lavoro a tempo parziale ci si può basare su contratti di collaboratori con caratteristiche occupazionali similari, ma a tempo pieno. Le singole particolarità del rapporto di lavoro devono essere messe per iscritto in maniera esplicita.
Anche i collaboratori a tempo parziale hanno, di principio, diritto a ore e giorni liberi durante il rapporto di lavoro; tuttavia può essere preteso che, nella misura del possibile, essi adempiano ai loro impegni privati durante il loro tempo libero (questa frase può essere inclusa già nel contratto dei lavoro).
Attività presso più datori di lavoro
Quando un dipendente è impiegato presso più di un datore di lavoro, occorre prestare particolare attenzione per garantire che i requisiti di lavoro e di riposo previsti dalla legge sul lavoro vengano rispettati.
Il “secondo datore di lavoro” deve essere ancora più attento:
Le ore di lavoro settimanali massime sono 45 risp. 50 ore. Inoltre, è possibile tollerare un massimo di 2 ore di straordinario al giorno, per un massimo di 170 risp. 140 ore all’anno.
Periodo di prova e risoluzione
Le disposizioni dedicate sono valide indipendentemente dal numero di ore lavorate al giorno o alla settimana. Il tempo di prova e la risoluzione vengono regolati dal CO art 335.b. e 335c .
Impedimento senza colpa
La continuità del pagamento del salario in caso di assenza dal lavoro senza colpa, è regolamentata nelle disposizioni generali (articolo 324a CO).
Nel caso di più datori di lavoro, i diritti di versamento del salario in caso di impedimento senza colpa si determineranno separatamente in funzione della durata del lavoro perso per ognuno.
Il diritto di continuare a percepire lo stipendio è condizionato dal fatto che il collaboratore lavori con l’azienda da più di tre mesi, oppure abbia un contratto con durata superiore ai tre mesi. Se gli orari sono irregolari e quindi fosse difficoltoso determinare il tempo esatto di lavoro che il collaboratore ha perso durante la malattia, sarà efficace un calcolo indicativo basato sulla media annuale, stagionale, ecc.. Per i collaboratori con contratti a tempo parziale e irregolare, il metro di misura e calcolo per tutti gli eventi malattia, deve sempre essere lo stesso.
Tempo straordinario
l’Art. 321c CO, regola gli straordinari e le direttive temporali e oggettive che competono questo tema. Nel rapporto di lavoro parziale, può accadere che i dipendenti vengano impegnati per un evento occasionale e speciale. Essi dovranno effettuare ore supplementari, ma senza superare la durata del lavoro consueto previsto in azienda. Per questi dipendenti, in ogni caso, vengono trattate come ore straordinarie tutte le ore che superano la durata del lavoro prevista nel loro contratto. Dal momento che la scelta del lavoro parziale consiste, evidentemente, nel richiedere un attività ridotta, si deve fare in modo che non vengano richieste ore straordinarie se non in casi eccezionali.
Quando un dipendente è assunto da più di un datore di lavoro, la richiesta di fare gli straordinari sarà possibile ancora più difficilmente.
Il risarcimento delle ore straordinarie sarà corrisposto secondo le disposizioni ordinarie. La compensazione con il tempo libero sarà difficile da attuare in quanto il tempo lavorativo è già ridotto.
Il lavoro con orario flessibile autoregolamentato
Da tempo molte aziende hanno introdotto orari flessibili affidati, sempre più spesso, all’autoregolamentazione del collaboratore. Di norma viene determinata una fascia oraria entro la quale la presenza è comunque obbligatoria (anche questo uso/limite sta scomparendo). La verifica del tempo di lavoro viene poi controllata elettronicamente. Le regole dell’orario flessibile devono indicare chiaramente i limiti e le libertà di autonomia dell’autodeterminazione dell’orario lavorativo, della fascia oraria, della quantità di ore di lavoro totali, delle vacanze, ecc.. Si raccomanda di integrare, se possibile, questo regolamento già nel contratto di lavoro. La maggior parte dei regolamenti dei piani orari sanciscono che le ore che superano il numero massimo concordato per il mese o anno, non vengono remunerate.
Il collaboratore deve dosare la propria autonomia di gestione del tempo, in modo da non accusare ore straordinarie o mancanza di ore. I crediti in ore lavorative (ore normalmente denominate “straordinarie”) non sono da considerarsi come straordinari. Il collaboratore deve compensare le ore effettuate in eccesso, restando all’interno dell’intervallo di tempo lavorativo definito dal contratto di lavoro. Lo “straordinario” può essere consentito o evocato solo nel caso in cui vi siano stati eventi operativi obbligatori o straordinari, i quali hanno cancellato la possibilità di scelta della modalità lavorativa da parte del collaboratore.
In molti regolamenti viene disposto che, se alla fine di un anno civile o di un altro lasso di tempo predeterminato, le ore lavorate saranno insufficienti (= minori a quelle concordate), le stesse verranno detratte dallo stipendio. Tale disposizione è valida solo se le ore insufficienti sono dovute alla mancata auto-disciplina del collaboratore.
Dimissioni o licenziamento del collaboratore
Le assicurazioni sociali
AINF
L’assicurazione contro gli infortuni non professionali (AINF) è obbligatoria quando la persona ha un attività lucrativa per almeno 8 ore la settimana. I dipendenti il cui orario di lavoro settimanale presso un datore di lavoro non raggiunge almeno le otto ore sono assicurati solo contro gli infortuni e le malattie professionali, ma non contro gli infortuni non professionali (attenzione: non si deve sospendere la copertura contro gli infortuni dell’assicurazione malattia). Gli infortuni verificatisi sul tragitto per recarsi al lavoro o sulla via del ritorno sono considerati infortuni professionali.
AVS, 2° pilastro, LPP
È indispensabile e corretto informare il dipendente sulla regolamentazione di queste assicurazioni sociali, in particolare in caso di stipendi inferiori al minimo richiesto.
Appartenere ad una rete incisiva
/in Organizzazione, TematicheNell’intervista a Franco Polloni, Head of Switzerland & Italy Region EFG Bank, capiamo meglio le evoluzioni del settore del Fintech e gli elementi per cui l’appartenenza alla Cc-Ti può essere incisiva, tra i numerosi servizi che vengono offerti.
Quale importanza riveste il settore fintech nel nostro Cantone?
Il settore Fintech si sta ricavando una nicchia sempre più rilevante all’interno del panorama economico del nostro Cantone. Un numero crescente di imprese attive in questo ambito, infatti, sta trovando delle condizioni quadro favorevoli al proprio insediamento. Tra queste, risultano particolarmente rilevanti l’apertura delle Istituzioni verso l’affermazione di realtà imprenditoriali innovative, la nascita di associazioni attive a livello cantonale, nonché la presenza sul nostro territorio di importanti centri di competenza quali l’Istituto Dalle Molle.
Per un grande ed importante istituto bancario come il vostro, cosa significa essere associato alla Cc-Ti?
L’associazione alla Cc-Ti ci permette un contatto con il tessuto economico e sociale del Cantone, consentendoci di capire le esigenze della clientela locale e di predisporre un’offerta commerciale adeguata alla domanda. Ci dà l’opportunità di appartenere ad una rete di aziende con una forte connotazione imprenditoriale, elemento caratterizzante anche di EFG, che consente l’attivazione di dinamiche virtuose. Infine rappresenta la volontà di partecipare ad un progetto, che ha anche come obiettivo il miglioramento della qualità della vita nel territorio, assicurando le condizioni per un successo economico duraturo. È quindi quanto appena descritto lo spirito con cui EFG vive la propria affiliazione: una possibilità di contribuire attivamente allo sviluppo economico del territorio ed alla diffusione del benessere nel Cantone.
Entusiasmo e propositività per il 2019
/in Comunicazione e mediaNell’intervista a Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti, scopriamo qualche anticipazione sulle attività targate Cc-Ti e tutte le novità a cui stiamo lavorando per il prossimo anno.
Come Cc-Ti non potevamo esimerci dal cambiamento che stiamo vivendo a tutti i livelli. Dal 2018 abbiamo optato per una trasformazione progressiva delle nostre attività per renderle in
linea con le esigenze dei nostri associati, che restano per noi l’obiettivo principale a cui fornire
delle risposte competenti. Il 2019 si appresta ad essere un anno altrettanto dinamico, nel quale
continueremo con approfondimenti costanti a sostegno dell’attività aziendale, offrendo ai nostri associati strumenti e spunti di riflessione innovativi. Attraverso le nostre diverse attività
– siano esse informazioni mirate, eventi e missioni economiche, formazioni puntuali o nuovi
percorsi della Scuola manageriale – continueremo a trattare le tematiche che ci stanno a cuore:
dall’internazionalizzazione alla digitalizzazione passando per la fiscalità, l’innovazione e la
sostenibilità. Insomma temi ampi e apparentemente disparati ma che appartengono ad una
stessa maglia che se ben tessuta può generare benefici importanti per l’intera società. E noi
non vediamo l’ora di contribuire a questo disegno.
Con quale spirito affrontate i mutamenti repentini caratterizzanti la società odierna e le necessità imprenditoriali?
Con spirito propositivo e grande passione per il ruolo che abbiamo la fortuna di poter svolgere, quello di rappresentante di un tessuto economico sano e dinamico, quale quello ticinese. L’accompagnamento alle aziende, calibrato con servizi concreti e personalizzati, nonché la ricerca continua di stimoli, soluzioni dinamiche sono i principi sui quali operiamo.
Quali sono i progetti a cui state lavorando?
Stiamo continuando a raccogliere le necessità dei nostri soci e ad agire di concerto con attori competenti nelle tematiche a noi più care, per offrire soluzioni concrete. La messa in rete delle aziende, imprescindibile per un business di successo, sarà inoltre ancor più valorizzata, attraverso un accresciuto numero di momenti di incontro e scambio, così come grazie ad un ampliamento dell’“Area soci”, una zona del nostro sito web interamente dedicata a loro.
Vivere un futuro SMART
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi tematiciNell’evento del 5 dicembre 2018, intitolato “Smart life, quando la tecnologia migliora la qualità“, la Cc-Ti ha dedicato un importante approfondimento all’intelligenza artificiale ed alle applicazioni che da essa derivano in termini di ‘Smart life’, concetto in cui conglobano economia digitale, progresso tecnologico ed innovazione.
Davanti a un centinaio di partecipanti, provenienti da settori ed aziende diverse, si è tenuto a Pambio Noranco, presso il Centro Serrafiorita, l’ultimo evento tematico Cc-Ti del 2018. Un momento rilevante nel quale abbiamo proposto nuove riflessioni sull’ampio tema della digitalizzazione (sul quale ci siamo ampiamente concertati nel corso dell’anno – dalla cyber security alle opportunità offerte dall’analisi dei big data, dai nuovi modelli di business all’ottimizzazione dell’organizzazione aziendale, dalla formazione alle nuove forme di lavoro, dal cloud alla comunicazione d’impresa, ecc. -), concentrandoci sulla ‘Smart life’.
L’evoluzione costante dell’economia digitale sta trasformando la società ed il sistema aziendale, affermandosi quale nuovo paradigma culturale, mutando al contempo gli stili di vita ed il fare impresa. Assistiamo ad un crescente progresso tecnologico in cui coesistono ecosistemi digitali dove le attività umane (da quelle personali riferite alle nostre vite private, fino ad arrivare ai processi produttivi e aziendali) sono interconnesse in una rete di piattaforme intelligenti che ricevono ed elaborano flussi di dati in modo progressivo. Quella che è definita “Internet delle cose” – ovvero l’interconnessione e comunicazione dei diversi oggetti con e attraverso internet – è già realtà.
L’Intelligenza Artificiale (IA)
Dopo il saluto di benvenuto da parte di Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti, si è subito entrati nel vivo del tema con la relazione del Prof. Dr. Marco Zaffalon, dell’Istituto dalle Molle. Il Professor Zaffalon ha parlato dell’IA e della sua importanza per lo sviluppo ulteriore di applicativi, soluzioni e misure che andranno, nel prossimo futuro, ad integrarsi con la normale vita privata ed aziendale, migliorando processi e prodotti. L’IA rappresenta un complesso sistema tecnologico in grado di risolvere problemi, svolgere compiti e attività diverse tipicamente umane. Con numerosi esempi, il Professor Zaffalon ha quindi spiegato la necessità dell’accelerazione tecnologica da parte della società in generale, chiedendosi quanto il nostro territorio sia ricettivo e sappia profilarsi nel cogliere le opportunità che si presentano, auspicando che si continui a farlo al meglio.
Esperienze concrete e ‘smart’
L’ondata dell’innovazione digitale sta radicalmente trasformando, migliorandola, la nostra esistenza. Sono state diverse, in questo senso, le testimonianze dirette emerse dalla tavola rotonda moderata da Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, a cui sono intervenuti: Luca Mascaro, CEO, Sketchin Sagl, Giorgio Ortelli, Direttore generale, Spinelli SA, Davide Rigamonti, Direttore Marketing & Distributions, Cornèrcard ed Enrico Tumminaro, Executive Vice President Mikron SA Agno.
Si è parlato di nuove strategie di governance e comunicazione che tengono conto del progresso tecnologico, di processi nell’ambito della domotica (con case intelligenti, sistemi d’allarme, case medicalizzate per anziani, ecc., solo per citare alcuni casi), a livello bancario e nel settore del fintech (attraverso nuovi metodi di pagamento e soluzioni cashfree, ma anche di controllo dei dati e di sicurezza globali) e di sistemi innovativi in ambito industriale. Il risultato è un Ticino che sa cavalcare l’onda della digitalizzazione, un territorio sano e competitivo, sede di eccellenze diverse.
A livello aziendale è stato messo in evidenza come le nuove tecnologie permettano di rendere i servizi e i prodotti più performanti, sia dal punto di vista produttivo, come pure da quello della customer care. Il servizio al cliente infatti è sempre più necessario: grazie al progresso tecnologico vi è un incremento dell’efficienza aziendale dei clienti stessi, tramite nuovi modelli di business, servizi diversi, progettazione di impianti e processi ‘smart’. Questi ultimi possono essere ottimizzati, monitorandoli, rendendo così la governance aziendale efficace a 360 gradi. In questo senso è fondamentale l’ascolto del cliente e l’analisi del suo comportamento, sempre in evoluzione: tramite le esigenze dei consumatori è possibile plasmare e rendere più efficaci i servizi che poi si andranno ad erogare a tutti i livelli.
Si è anche parlato della complementarietà della macchina all’uomo, sottolineando la necessità della formazione per i collaboratori, poiché stanno nascendo nuove professioni. L’uomo non sarà sostituito dalle macchine, occorre però saper sfruttare le nuove tecnologie per incrementare l’efficienza e migliorare i processi.
Il fil rouge dei diversi casi è stato quello di vivere il cambiamento in modo proattivo. È possibile trovare soluzioni ed idee inedite per le questioni più disparate, poiché le applicazioni date dall’economia digitale e dall’IA sono illimitate. È stato posto l’accento sul fatto che, per mantenere condizioni quadro favorevoli dove fare impresa, le leggi e le normative esistenti devono dar prova di adattabilità per essere maggiormente rappresentative di un contesto trasformato, come quello in cui viviamo.
Alla fine della serata i partecipanti hanno potuto beneficiare di un momento conviviale e di networking di qualità per incrementare la propria rete di contatti in modo fattivo.
L’evento nei media
Ulteriori approfondimenti sul tema dell’economia digitale e documenti utili
Cornèrcard, dicembre 2018
Il tema dell’economia digitale è fondamentale per la Cc-Ti e le sue attività verso il tessuto economico ticinese. Stiamo già programmando le prossime attività 2019, che presto saranno pubblicate sul nostro sito web.
La Cc-Ti ringrazia i partner tematici per la co-organizzazione dell’evento: Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA e Cornèrcard.
I passi più importanti per vendere la propria società
/in Marketing e Vendita, TematicheNel 2017 vi sono state circa 700 operazioni di fusione e acquisizione che hanno coinvolto aziende svizzere per un valore totale di quasi 70 miliardi di franchi. Tra queste vi sono state circa 140 acquisizioni di PMI Svizzere, con un forte aumento in Ticino. La decisione di vendere la propria società è spesso dettata dal desiderio di ritirarsi, congiuntamente all’assenza di un successore all’interno della famiglia o nell’attuale management.
Nel caso particolare delle successioni di aziende familiari si arriva però purtroppo quasi sempre tardi alla decisione di vendere la società, a volte nella speranza che l’azienda possa invece rimanere all’interno della famiglia, sotto il controllo dei propri successori.
Prima di contattare potenziali interessati alla società è necessario avere tutti i documenti pronti e aver concordato le tempistiche. Il processo è estremamente articolato poiché tutti gli aspetti chiave che riguardano la società e gli azionisti dal profilo aziendale, fiscale, legale e strategico devono essere considerati in un lasso di tempo che viene spesso sottostimato. La preparazione della vendita può infatti richiedere da qualche mese sino ad alcuni anni in situazioni particolarmente complesse. Vi sono anche casi limite in cui è maggiormente conveniente che l’azienda passi attraverso a una fase di ristrutturazione o di innovazione del proprio modello di business prima di essere messa in vendita. Ma quali sono le prerogative più importanti che stanno alla base della preparazione di questo processo e gettano le basi per una transazione di successo?
Essere decisi e sapere qual è il risultato desiderato
Vi sono differenti retroscena possibili negli obiettivi dell’azionista riguardo alla vendita di una società. Possono andare dal capire come realizzare il prezzo più alto all’ottenere il maggior valore strategico per la continuazione della società e assicurare il futuro ai propri dipendenti. Essi devono essere ben chiari sin dall’inizio. È anche importante decidere se si desidera essere ancora (parzialmente) coinvolti nella gestione della società o detenere ancora una parte delle azioni. Infine è necessario prendere una decisione sulle tempistiche desiderate in modo da programmare in modo ottimale il processo di vendita.
Preparare la società e il management per l’exit
Anche se possono essere previsti per contratto dei periodi di transizione, per gli acquirenti è fondamentale che la società possa continuare la propria attività anche senza l’attuale proprietario e che il management supporti la transazione. Molti degli M&A infatti falliscono o hanno grosse difficoltà di successo a causa delle difficoltà di integrazione che si verificano successivamente alla vendita. È inoltre molto importante che tutte le informazioni finanziarie siano facilmente disponibili, accurate e di buona qualità per una stima corretta del prezzo di vendita richiesto e per poter dimostrare il valore della propria società al potenziale acquirente.
Raccontare il passato ma guardare al futuro
Gli imprenditori hanno solitamente accompagnato la propria società per molto tempo ed è giusto che presentino e valorizzino le tappe e i traguardi raggiunti nel tempo. Gli acquirenti, per contro, saranno soprattutto interessati a quanto potranno realizzare in futuro con l’acquisto della società. Opportunità di crescita, possibili integrazioni con il proprio business, nuovi mercati giocano per loro un ruolo fondamentale. Capire quali possono essere le motivazioni di acquisto per i propri potenziali acquirenti o nuovi possibili business models permette di procedere in modo mirato alla scelta delle aziende target.
Farsi delle aspettative di prezzo realistiche
Nell’ambito della valutazione di un’azienda è importante sottolineare che il valore oggettivo di una società raramente corrisponde con il prezzo di vendita ottenuto. Quest’ultimo è infatti dipendente da molti fattori soggettivi. La migliore stima del valore che si può ottenere dalla vendita di una società è data dal prezzo di vendita ottenuto in transazioni recenti di società comparabili, dove vale solitamente la seguente regola: più alta è l’importanza strategica di un’acquisizione per l’acquirente, più alto sarà il prezzo che sarà disposto a pagare. Da qui l’importanza di capire a fondo le opportunità di crescita per un futuro acquirente.
Farsi accompagnare nella transazione
La preparazione del processo di vendita richiede solitamente alcuni mesi di tempo per raccogliere le informazioni chiave sull’azienda e sui suoi prodotti o servizi, analizzare i contratti, la documentazione legale e i risultati finanziari, per allestire la documentazione di vendita e scegliere le aziende target. Tutti i documenti soggetti a una futura due diligence vengono infatti raccolti e analizzati in questa fase e dovranno quindi esserci delle risorse interne dedicate al progetto senza che l’operatività della società in questo delicato momento venga compromessa. Per evitare spiacevoli sorprese in corso di progetto e informarsi su quali effetti le varie soluzioni possano avere sulla società o sui venditori, è infine inevitabile richiedere per tempo il parere di un proprio consulente fiscale e legale di fiducia.
Testo redatto da:
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Il lavoro cambia e le leggi?
/in Comunicazione e mediaIl nostro sistema produttivo si va adattando rapidamente alla rivoluzione digitale, lo stesso, purtroppo, però non succede a livello di pubblica amministrazione e di legislazione. L’opinione di Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino e Presidente FTAF.
Sebbene già nel 2016 il Consiglio federale abbia avviato una prima strategia per “La Svizzera digitale, nelle amministrazioni cantonali e federali, come notava qualche settimana fa il Consigliere nazionale Rocco Cattaneo, la digitalizzazione non decolla. Si scontano pesanti ritardi nello sfruttare risorse tecnologiche che potrebbero alleggerire la burocrazia e ottimizzare i rapporti dei cittadini e delle imprese con lo Stato. Un ritardo analogo si registra anche a livello politico e legislativo. È ormai risaputo che la digitalizzazione sta trasformando il modo di produrre, di lavorare e i nostri stili di vita. Una svolta epocale che richiederebbe, innanzitutto, innovative riforme del diritto del lavoro e delle assicurazioni sociali. Il lavoro è ormai fuoriuscito dai rigidi schemi del secolo scorso, con gli orari predefiniti, il posto fisso e le carriere lineari e automatiche. È già fuori dalle gabbie di mansioni e posizioni prestabilite per sempre. Aumentano gli impieghi part-time e quelli con più datori di lavoro, si afferma lo smart working, cresce la discontinuità lavorativa e nascono figure professionali inedite, mentre ogni attività si arricchisce di contenuti cognitivi. Oggi il lavoro è governato da nuove logiche, risponde ad un diverso sentimento etico-sociale, si commisura con altre esigenze economiche e di status. Anche la spesso vituperata gig economy, che si sviluppa negli interstizi di una società in rapida evoluzione, risponde a nuovi bisogni di beni e servizi, offrendo a migliaia di persone, che altrimenti resterebbero al di fuori del mercato del lavoro, la possibilità di restare attive e avere dei guadagni. Un grande cambiamento questo che non si può più gestire con l’armamentario del vecchio diritto del lavoro e delle assicurazioni sociali.
Articolo apparso sul CdT del 3 dicembre 2018
Parliamo di queste tematiche e di molto altro, con esempi, testimonianze ed esperienze, nell’evento Cc-Ti di oggi “Smart life, quando la tecnologia migliora la qualità“