Una riflessione del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni.
Nonostante chi sottolinea la pubblicazione di ogni dato economico di segno negativo e celebra la partenza di aziende importanti, per il nostro Paese fortunatamente resta centrale il concetto di “Swissness”. Che non è solo il semplice atto di apporre la bandiera svizzera sui prodotti, bensì è soprattutto una questione di approccio e di mentalità.
Forma mentis strettamente legata alla propensione innovativa, come sottolineato recentemente dal brillante intervento del Professor Lino Guzzella all’Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio e dell’industria ticinese (Cc-Ti).
In effetti, sotto il termine “Swissness” non ricadono solo norme tecniche o definizioni legate all’origine della merci, bensì una serie di fattori che contraddistinguono il modo di fare impresa elvetico, che ingloba appunto l’innovazione, anche la creatività, il rispetto delle regole, il partenariato sociale, la qualità, la precisione, ecc.. Ed è quasi superfluo sottolineare che l’approccio elvetico non ha un valore apprezzabile solo all’interno dei nostri confini, ma rappresenta qualcosa di quasi inestimabile nel contesto internazionale, come lo dimostrano ampiamente i contatti stabiliti durante le numerose missioni economiche all’estero della Cc-Ti.
Non che ci fosse un bisogno particolare di ulteriori verifiche, ma è comunque importante toccare con mano come questo pregio sia decisivo anche per le aziende ticinesi che operano nel contesto internazionale. Non sono infatti solo marchi storici come Ricola, Läderach e Victorinox, saldamente in mano svizzera, a riscuotere approvazione. Anche chi lavora con prodotti forse meno noti al pubblico, ma facenti caposaldo al nostro sistema elvetico, raccoglie consensi importanti e gode di forte credibilità, ciò che permette di fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita. Questo in barba a taluni superficiali osservatori che ritengono che la nostra economia non sappia più rappresentare i valori succitati. Sbagliato! Lo dimostra il fatto che molte imprese internazionali hanno acquisito prodotti svizzeri molto noti, guardandosi però bene dal recidere il legame, ormai consolidato, con la Svizzera. Sì, perché i vati dell’autarchia nostrana ignorano probabilmente che Ovomaltina è in mani britanniche, che Toblerone appartiene a un’azienda americana, che Feldschlösschen è danese, che Valser appartiene a Coca-Cola e che anche il mitico Aromat non è più di proprietà svizzera ma olandese. Il fatto è che all’estero riconoscono la qualità dei nostri prodotti e del nostro modo di lavorare. Sarebbe un clamoroso autogol se proprio noi facessimo il contrario.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2018/07/ART18-luca_albertoni_orizz.jpg586902Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-12-13 06:11:032021-03-02 14:32:45Il marchio “Swissness” è un prestigio
Non si tratta di narrare una favola. Raccontare delle storie per vendere, fare pubblicità e consolidare l’immagine di un servizio o un prodotto è una tendenza già in uso nel mondo della comunicazione.
A tutti noi è già successo di venir coinvolti da quelle campagne pubblicitarie che ci suscitano un’emozione, l’identificazione con i nostri ricordi d’infanzia o con esperienze vissute. Il vedere uno spot televisivo, un video più o meno lungo su Youtube, sui social network, ma anche un’immagine su una rivista, può farci vivere un’esperienza che resterà impressa nella nostra mente. Riuscire a coinvolgerci, ad arrivarci, con una storia, un’esperienza o un’emozione.
Queste dinamiche, dal lato aziendale, si riassumono
con il termine storytelling (ossia raccontare storie), un processo che è
diventato uno strumento di marketing sempre più utilizzato.
Narrare una storia che coinvolga il cliente finale
(B2C, ma anche B2B) e parli dei servizi aziendali e/o promuova un prodotto è una
forma di scrittura creativa, che porta il pubblico a vivere ancora maggiormente
l’azienda (o il prodotto), poiché lo fa entrare in un mondo a sé, incrementando
la ‘brand awarness’. Al contempo veicola visioni e missioni aziendali toccando aspetti
emotivi.
Obiettivi
Non solo far vivere un’esperienza e far conoscere
ancora di più l’essenza aziendale al pubblico: lo storytelling permette di
comunicare a diversi livelli. Innanzitutto occorre definire una strategia di
comunicazione e marketing che definisca chiaramente gli obiettivi, i modi e i tempi
della desiderata visibilità aziendale. In seguito è possibile determinare
diverse misure e strumenti atti a centrare l’obiettivo/gli obiettivi della
strategia. Lo storytelling è un ottimo mezzo, che permette non solo di
coinvolgere il pubblico nelle dinamiche dell’impresa, ma può anche persuadere,
informare, motivare ed emozionare.
Senza limiti
Si tratta di uno strumento definito solo per alcuni
ambiti settoriali? Altrimenti detto: lo storytelling è adattabile a tutti i
contesti? Essenzialmente sì. Occorre qualche accorgimento nella definizione dei
testi e della storia. Lì sono racchiuse le competenze dello storyteller, ossia
della persona che – all’interno del team dell’azienda – si occuperà dello
scrivere la storia, definire personaggi, contenuti, ecc..
Pianificazione necessaria
Quali sono dunque gli elementi su cui ci si basa? Nel definire un racconto è possibile collegarsi al modello narrativo delle favole oppure partire da zero, avendo però in chiaro gli elementi che compongono la linea narrativa di un racconto (genere, target, contesto, obiettivo, personaggi/voce narrante, stile, ecc.), costruendo una struttura che risponda a quelle che in inglese si definiscono le ‘5w +1h (What? Why? Who? Where? When? How?)’, ossia un testo in un vi siano gli elementi che rispondono a queste domande “chi/cosa/come/dove/quando e perché”.
Raccontare storie è divenuto un modo di pensare e di interpretare, diffondendo idee.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.png00Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-12-10 14:30:082019-12-10 14:30:09Narrare il business
Dall’1 all’11 novembre la Cc-Ti ha accompagnato in Cina una numerosa delegazione ticinese. Ecco un approfondimento video curato da Teleticino su quest’esperienza.
La Cc-Ti ha organizzato, in collaborazione con la Città di Lugano, Swiss Chinese Chamber of commerce, Swiss Centers China e Switzerland Global Enterprise (S-GE), una missione in Cina dall’1 all’11 novembre 2019. L’intenso programma prevedeva incontri e visite imprenditoriali in 4 città: Pechino, Hangzhou, Shanghai e Shenzhen.
In questa puntata di Zoom, curata e andata in onda su Teleticino, intervengono Chiara Crivelli, Head of the International Desk Cc-Ti; il Sindaco di Lugano On. Marco Borradori; Massimo Cerutti di Caffè Cerutti e Matteo Paolocci di Suisse Frame.
Scopriamo allora insieme quanto emerso. Buona visione.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2019/11/ART19-cina-testimonianze.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-12-09 14:36:002019-12-09 14:55:48Zoom sulla missione in Cina della Cc-Ti
Ogni giorno siamo sempre più connessi (consciamente o inconsciamente) nel cyber spazio e a Internet. Ogni ambito della nostra vita (la sfera professionale, privata e pubblica) interagisce sempre più, in qualche modo, con il cyber spazio. E con la sicurezza come la mettiamo?
Anche lo stesso cyber spazio che dal mondo virtuale si sta espandendo in quello reale, interagisce con la nostra vita. L’avvento della tecnologia 5G, l’utilizzo sempre più diffuso del protocollo IPV6 (con cui potremmo letteralmente connettere in rete ogni singolo filo d’erba di questo pianeta) e l’utilizzo sempre più massivo degli IoT (Internet of Things) cambieranno il paradigma di “perimetro di sicurezza” fino ad ora conosciuto ed accresceranno in maniera inimmaginabile (ad esempio attraverso i Big Data) la presenza dei nostri dati, anche sensibili, in rete.
Nuove forme di minacce derivanti dalla manipolazione di questi dati. Sarà questa la nuova sfida che la sicurezza delle informazioni dovrà affrontare e che non potrà essere più combattuta solo con i classici strumenti di sicurezza come firewall, antivirus, ecc.. Sarà invece necessario introdurre strumenti in grado di garantire l’affidabilità delle fonti, la certezza delle informazioni, contrastare le rappresentazioni di realtà alternative plausibili ma non veritiere create grazie all’eccesso di informazioni in rete sempre più utilizzate da algoritmi basati sull’intelligenza artificiale.
La “cyber intelligence” rappresenta la nuova frontiera della difesa digitale, permette di analizzare le nuove minacce con “occhi” diversi, di costruire strumenti trasversali in grado di correlare informazioni proveniente da vari ambiti (virtuale, fisico e umano-comportamentale) ed individuare minacce basate su artefatti di realtà alternative in cui gli utenti possono finire e rendersi così vulnerabili ad attacchi o manipolazioni. Si pensi ad esempio al recente utilizzo della tecnologia “deepfake”, che grazie all’intelligenza artificiale permette con solo 18 secondi di video in primo piano di un soggetto di riprodurlo in movenze ed espressioni, con la possibilità di clonare anche la sua voce in maniera del tutto credibile. Un esempio è quello dell’ex Presidente degli USA Barack Obama che in un video apparso su Youtube sembra parlare male dell’operato dell’attuale Presidente USA Donald Trump.
Il deepfake può essere usato per tanti scopi criminali gravissimi, nel mondo politico ma anche finanziario, la credibilità che attribuiamo alle immagini che vediamo riesce ingannare i nostri sensi. Il deepfake è un’evoluzione che rende ancora più deflagrante questo inganno, rendendo il problema del “phishing” fatto tramite mail o link ingannevole, un attacco obsoleto e primitivo. In un tale contesto, oltre a rendere più sicuro l’ecosistema digitale e culturalmente preparati gli utenti, necessitiamo di strumenti che possano controllare il web ed il deep web alla ricerca di tutte le informazioni riguardanti organizzazioni e cittadini, in grado di valutarne i potenziali rischi di utilizzo e , grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale, applicata alla cyber intelligence, predirli con debito anticipo.
L’applicazione pratica dell’intelligenza artificiale e le tecnologie connesse all’IoT ci stanno portando rapidamente agli albori di un ulteriore salto evolutivo digitale, che come tutte le innovazioni, oltre a portare indiscussi benefici porterà la necessità di maggiore consapevolezza e sicurezza nel loro utilizzo, cose che potremo soddisfare solo con un po’ di “intelligence”.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2019/12/AT19-intelligence-cyber.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-12-09 10:44:012019-12-20 08:28:46La sicurezza è questione di “intelligence”
Tra i differenti servizi che la Cc-Ti propone ai propri associati, quello giuridico offre alle aziende affiliate l’opportunità di usufruire di una assistenza puntuale su temi di natura giuridica, di regola legate all’ambito contrattualistico e del diritto del lavoro.
A seguito del crescente interesse per la consulenza giuridica dimostrata dai nostri associati, per il 2020 abbiamo previsto di dare maggior tangibilità a questo importante servizio.
Un contatto che consta di una prima valutazione della situazione con i relativi consigli da mettere in atto, un po’ come succede con il medico di famiglia in ambito sanitario. Qualora i problemi segnalati dovessero richiedere interventi più approfonditi o, addirittura, l’avvio di procedure giudiziarie, è da sempre nostra premura segnalare i nominativi di professionisti facenti parte della nostra rete di contatti, sia in Svizzera che all’estero, affinché i nostri soci possano prevalersi di assistenza competente e confacente alle loro specifiche esigenze.
La Cc-Ti intende quindi identificarsi come riferimento autorevole in Ticino nel settore del diritto del lavoro, per le aziende o le associazioni di categoria associate, ma non solo. In tale prospettiva verranno maggiormente curati la comunicazione giuridica agli associati, come pure i momenti di incontro con le aziende su temi giuridici.
Vi ricordiamo che è già possibile nell’area soci consultare e scaricare articoli e pratiche schede di natura giuridica su differenti tematiche (diritto del lavoro, risorse umane, diritto commerciale, accordi bilaterali, proprietà intellettuale, fiscalità, assicurazioni sociali, ecc.).
Il nostro Servizio giuridico è diretto dall’Avv. Michele Rossi, delegato per le relazioni esterne per la Cc-Ti e pure docente all’Università dell’Insubria e alla SUPSI.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2019/01/ART19-Michele-Rossi-ufficiale.jpg20193166Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-12-09 10:23:462021-03-02 14:47:32Il nostro Servizio giuridico per le aziende associate
La Cina ha annunciato che dal 1
gennaio 2020 accetterà i Carnet ATA anche per le merci sportive. Si creano così
le basi per facilitare le Olimpiadi invernali di Pechino nel 2022.
Il Carnet ATA, il documento internazionale per l’esportazione temporanea di merci, denominato anche “passaporto delle merci”, permette il passaggio alle frontiere senza dover pagare tasse né tributi nell’arco di un anno. Questo documento è attualmente accettato da 78 Paesi ed è rilasciato dalle Camere di commercio.
La Cina accetta il Carnet ATA per “mostre,
fiere, congressi” ufficiali, per il “materiale professionale” e
per i “campioni commerciali”. Dal 1 gennaio 2020 le condizioni
vengono estese anche al materiale dedicato alle manifestazioni sportive. Questo
ampliamento giunge al momento opportuno e sarà molto apprezzato dagli atleti e da
tutte le entità coinvolte nei Giochi Olimpici invernali che si disputeranno nel
2022 a Pechino.
La Cina ha introdotto il sistema dei Carnet ATA nel 1998, accettando le esportazioni temporanee solo per mostre e fiere. A gennaio 2019 sono state aggiunte anche le attrezzature professionali e i campioni commerciali, permettendo a queste ultime di entrare temporaneamente nella più grande nazione asiatica.
Il Servizio Export della Cc-Ti è sempre a disposizione per informazioni relative ai Carnet ATA e al loro utilizzo. Non esitate a contattarci.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2019/12/ART19_carnet-ATA_cina_sport.jpg8151280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-12-04 16:37:512019-12-04 16:37:51Cina: I Carnet ATA anche per le manifestazioni sportive
Nell’ottica della sensibilizzazione verso il ‘digitale’ per il mondo imprenditoriale, abbiamo posto l’attenzione su consapevolezza, attuali business model e formazione continua.
I relatori della serata: Luca Albertoni, Andrea Gehri, Roberto Pezzoli e Francesco Arruzzoli
Nella serata del 26 novembre 2019, nella suggestiva cornice del Cinema Lux a Massagno, si è svolto l’ultimo evento tematico del 2019 – organizzato dalla Cc-Ti in collaborazione con i suoi partner tematici 2019 Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA ,Cornèrcard, e Swisscom – intitolato “Click, informazione e formazione“. Sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Francesco Arruzzoli, Cyber security Architect di Gruppo Sicurezza SA; Roberto Pezzoli, Partner, Gruppo Multi SA e Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA.
Nuovi elementi al dibattito
L’ampio lavoro di sensibilizzazione che la Cc-Ti sta portando avanti da tempo sull’economia digitale (con eventi, approfondimenti, prese di posizione, formazioni mirate, ecc.) atto ad accrescere il dialogo e le conoscenze sul tema, si è arricchito in quest’occasione di nuovi spunti di riflessione. È stato questo il tema del saluto di benvenuto di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, che ha poi moderato l’evento del 26 novembre 2019. Un’attenzione peculiare è stata dedicata alla manipolazione delle informazioni e delle news in rete, all’importanza di essere flessibili e capaci di rispondere in modo incisivo all’adattamento dei modelli di business e alla formazione continua dei dipendenti.
L’oro nero del terzo millennio
In un’economia globale connessa e tecnologica i dati rappresentano ciò che viene definito “l’oro nero del terzo millennio”. È incredibile come nella società odierna la condivisione di informazioni (spesso anche rilevanti come numeri di carte di credito, foto, opinioni, adesioni ad associazioni varie, ecc.) e di dati, avvenga spesso in modo inconsapevole, con un click. Francesco Arruzzoli, Cyber security Architect di Gruppo Sicurezza SA ha portato numerosi esempi nella sua presentazione, in primis quello dei social network o di aziende attive in settori diversi nell’ambito della sharing economy. A ciò si aggiungono sempre nuove minacce, come le recent “deep fake news” (ossia una nuova tecnica di creazione di notizie false utilizzando un doppiaggio video e audio tramite intelligenza artificiale. Così combinate, si sovrappongono nuovi contenuti falsi a immagini e video originali, creando delle distorsioni). Chi trae vantaggio da questo numero di informazioni “fuori controllo”? Le aziende che acquistano questi dati per vendere prodotti e/o servizi a terzi e vere e proprie organizzazioni criminali che collezionano miliardi di credenziali e dati per poi rivenderli. Nonostante protezioni e tecnologia abbiano fatto passi da gigante nell’implementazione di misure di sicurezza, così come una maggiore attenzione è sempre più data alla formazione continua dei collaboratori per responsabilizzare e sensibilizzare il personale, l’anello “debole” della “catena della sicurezza” continua a restare l’essere umano.
L’azienda deve reagire
La risposta va data in modo propositivo. Perché è così importante conoscere i modelli di business ed essere flessibili nell’innovarsi? Viste le sfide con cui le aziende sono confrontate, analizzare il proprio business model e attuare misure di adattamento/innovazione è imperativo. Occorre stravolgere la logica dominante, valutare le possibilità che offrono i business model esistenti e dotarsi di un approccio sistematico. Roberto Pezzoli, Partner, Gruppo Multi SA ha fatto una panoramica sui differenti approcci al ‘Business Model Innovation’, illustrando con numerosi esempi i casi di successo (Nespresso, Ikea, Gillette, ecc.), sottolineando come le aziende e le organizzazioni siano entità composte da persone, dove uno degli elementi chiave per il successo sia sempre la costante cura della formazione e dell’aggiornamento dei dipendenti.
La centralità della persona
Nella relazione di Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA – intervistato da Luca Albertoni – è stato posto l’accento sulla rilevanza dell’individuo, malgrado lo sviluppo tecnologico. Soprattutto nell’ambito artigianale, di cui Gehri è testimone, la manualità e la creatività restano le caratteristiche fondamentali, valido trasversalmente anche per altri settori economici. L’innovazione digitale gioca certamente un ruolo incisivo nella governance aziendale, ciononostante la vera centralità è l’essere umano e la sua crescita personale. I settori scolastico e formativo sono chiamati a responsabilizzarsi e aggiornare i propri percorsi in modo continuo per garantire la necessaria preparazione e attualizzare le competenze degli individui.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2019/11/ART19-click1.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-11-28 10:42:432019-11-28 11:43:58Per un pugno di “click”!
Vi proponiamo alcune testimonianze dirette raccolte fra i partecipanti della delegazione ticinese che si è recata in Cina all’inizio di novembre.
Alessandra
Gianella, economiesuisse
La missione in Cina
organizzata dalla Cc-Ti è stata una grandissima opportunità per vivere di
persona i cambiamenti in atto e i nuovi trend, soprattutto quelli della
digitalizzazione. Beijing, Hangzhou e Shanghai sono delle realtà in continuo
sviluppo e grazie alle visite aziendali in loco abbiamo approfondito il dialogo
con vari attori per future collaborazioni. Da molti anni la Svizzera e la
Repubblica popolare cinese intrattengono relazioni bilaterali molto intense e
nel 2020 festeggeremo i 70 anni. Inoltre, dal 2010 la Cina è il principale
partner commerciale della Svizzera in Asia e il terzo partner commerciale in
assoluto dopo l’UE e gli USA. Grazie all’accordo di libero scambio tra Svizzera
e Cina in vigore dal 2015 le relazioni si sono ulteriormente intensificate. In
conclusione, ci tengo a ringraziare la Cc-Ti, Chiara Crivelli per l’ottima
organizzazione e tutto il gruppo per le interessanti riflessioni e condivisioni
emerse da questo viaggio. Sono certa che in futuro avremo altre occasioni per
incontrarci e riflettere su possibili scenari futuri legati alla Cina.
Matteo
Paolocci, Suisse Frame
Una missione più che utile, la definirei un’esperienza necessaria che mi ha permesso di allargare gli orizzonti, aprire ancora di più la mente lasciandomi ispirare da una realtà e una cultura in rapida evoluzione. Ho avuto modo di vedere personalmente il funzionamento della società cinese su più aspetti e sono convinto che alcuni spunti mi saranno davvero utili per portare dei benefici concreti alla nostra realtà produttiva e commerciale.
Omar
Beltraminelli, OB Multimedia
Con la missione Cc-Ti ho potuto recarmi in Cina. Ho toccato con mano i prodotti hi tech disponibili sul loro mercato e ho visto in dettaglio i loro sistemi di integrazione domotica. Grazie a questa esperienza, potrò anche io contribuire in maniera attiva allo sviluppo tecnologico del nostro cantone e delle nostre economie domestiche. Molto stimolante è stata anche l’armonia che si è creata con i membri del gruppo, che ha creato sinergie interessanti.
Massimo
Cerutti, Caffè Cerutti
La mia prima esperienza in Cina nella città di Shanghai, un viaggio ben organizzato dalla Cc-Ti, mi ha permesso di conoscere alcuni settori economici dove l’imprenditorialità e la digitalizzazione del mercato Cinese (interno ed estero) mi conducono ad alcune riflessioni che potremmo adottare per ottenere un migliore sviluppo economico per il Ticino come pure per la Svizzera. A Shanghai si respira un’aria di “voglia di crescere e raggiungere standard sempre più elevati. Grazie ai contatti avuti con ditte cinesi durante la “China International Import Expo”, organizzata dalla ICBC “China Europe CEO Summit” e la visita del parco industriale; gli scambi d’opinioni con svizzeri residenti sul posto, nonché con operatori svizzeri incontrati al “Swiss Center”, ho potuto farmi un’idea più realistica di questo mercato in continuo movimento ed estremamente digitalizzato. Le grandi aziende possono nascere oggi ed in breve tempo raggiungere fatturati importanti oppure, trovandosi in difficoltà, sparire rapidamente per l’avvento d’innovazioni. Le conferenze organizzate dalla Cc-Ti ci hanno illustrato in modo esaustivo come funziona il mercato cinese. Colossi come la piattaforma digitale ALIBABA e la visita ad un supermercato alimentare, in grado di consegnare prodotti freschi (per esempio pesce vivente nel lasso di 30 minuti dall’ordinazione) con le suggestioni di preparazione, cottura e provenienza del prodotto, mi hanno molto colpito.
Nel corso delle ultime settimane mercati e governi centrali hanno posto molta attenzione alla situazione turca.
Occorre pertanto valutare anche l’impatto potenziale di un nuovo periodo di tensioni finanziarie in Turchia attraverso tre canali: esposizione in valuta estera, comportamento nei pagamenti e potenziali ricadute.
Dopo il recente intervento militare turco nella Siria settentrionale,
l’amministrazione statunitense ha reagito con una tariffa del 50% sulle
importazioni di acciaio turco, misura recentemente revocata in via provvisoria.
L’impatto diretto di questa misura è stato, e sarebbe in caso di riattivazione,
piuttosto contenuto dato che gli US sono un partner di esportazione minore per
l’economia turca (4.9% del totale).
Tuttavia, gli impatti indiretti, come l’evoluzione della lira turca (TRY),
il differimento del debito e il comportamento in materia di pagamenti,
avrebbero conseguenze più ampie.
L’economia turca non è immune da un nuovo shock. Sebbene sia già uscita
dalla profonda recessione del secondo semestre 2018, innescata da un forte
shock dei tassi di cambio (fino a -50% di deprezzamento del tasso di cambio),
la crescita del PIL rimane contenuta (-0,2% nel 2019 e +2,3% nel 2020).
Dovrebbe tornare al livello precedente la crisi solo nel 2021.
Diventerebbe invece assai problematico per la Turchia se l’UE aderisse a
nuove eventuali sanzioni statunitensi (come ha fatto con la Russia nel 2014).
Ad ogni modo riteniamo che, poiché l’esposizione dell’Europa all’economia turca
è significativa, ciò renda al momento improbabili sanzioni finanziarie severe. In
aggiunta l’UE dipende dalla Turchia per trattenere un afflusso potenzialmente
enorme di rifugiati verso l’UE.
Le riserve estere della Turchia hanno recuperato in parte grazie al
riequilibrio della bilancia commerciale. Tuttavia, le riserve in valuta estera
sono ancora sotto il livello adeguato: non coprono tutte le potenziali esigenze
di liquidità che si presenterebbero in caso di shock.
Il deterioramento dei termini di pagamento è il risultato di un
fabbisogno di liquidità maggiore da quando i giorni medi di pagamento (DSO)
sono aumentati di +11 giorni dal 2008 (68 giorni) al 2018 (79 giorni). Parallelamente,
prevediamo che le insolvenze aziendali cresceranno del +8% nel 2019 raggiungendo
un livello pari a +20% in confronto al valore minimo del 2016.
Le economie europee non sono immuni da eventuali contagi. Il circuito
bancario-sovrano è il canale d’impatto più probabile. Le banche dell’UE hanno
una delle più ampie esposizioni verso la Turchia e, allo stesso tempo, alcune
economie europee devono ancora affrontare un livello significativo di crediti
in sofferenza nei loro sistemi bancari e livelli elevati di debito pubblico.
Le banche spagnole, francesi e britanniche sono
le più esposte con la Turchia e l’esposizione complessiva è ancora rilevante,
nonostante un calo simmetrico nell’ultimo anno (-20% circa).
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.png00Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-11-26 09:39:552019-11-26 14:51:59Turchia: uno sguardo da vicino
Il primo gennaio 2020 sono entrate in vigore le nuove regole Incoterms ICC. Presso la Cc-Ti è acquistabile il libro in versione italiano/inglese.
Si è concluso il processo di revisione delle Regole Incoterms®, avviato nel 2016, e il 1° gennaio 2020 sono entrate in vigore le nuove clausole di resa. Ogni dieci anni la Camera di commercio internazionale effettua questo esercizio di rinnovamento per renderle più performanti e per adattarle alle necessità pratiche degli attori attivi nel commercio internazionale.
La nuova edizione degli Incoterms® presenta alcune novità che saranno approfondite durante il corso di aggiornamento, in agenda il 23 gennaio.
Come noto gli Incoterms® sono di supporto alle imprese nell’evitare di incorrere in costi non necessari chiarificando, all’interno del contratto, le obbligazioni delle parti, i costi e i rischi sostenuti da ciascuna di esse durante le operazioni di import ed export delle merci.
Presso la Cc-Ti sono disponibili i libri “Incoterms 2020” nella versione italiano/inglese. Per chi desiderasse acquistarne una o più copie è pregato di scrivere un email con i propri dati.
Costi: (70 CHF per i soci / 82 CHF per i non soci + spese di spedizione).
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Il marchio “Swissness” è un prestigio
/in Comunicazione e mediaUna riflessione del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni.
Nonostante chi sottolinea la pubblicazione di ogni dato economico di segno negativo e celebra la partenza di aziende importanti, per il nostro Paese fortunatamente resta centrale il concetto di “Swissness”. Che non è solo il semplice atto di apporre la bandiera svizzera sui prodotti, bensì è soprattutto una questione di approccio e di mentalità.
Forma mentis strettamente legata alla propensione innovativa, come sottolineato recentemente dal brillante intervento del Professor Lino Guzzella all’Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio e dell’industria ticinese (Cc-Ti).
In effetti, sotto il termine “Swissness” non ricadono solo norme tecniche o definizioni legate all’origine della merci, bensì una serie di fattori che contraddistinguono il modo di fare impresa elvetico, che ingloba appunto l’innovazione, anche la creatività, il rispetto delle regole, il partenariato sociale, la qualità, la precisione, ecc.. Ed è quasi superfluo sottolineare che l’approccio elvetico non ha un valore apprezzabile solo all’interno dei nostri confini, ma rappresenta qualcosa di quasi inestimabile nel contesto internazionale, come lo dimostrano ampiamente i contatti stabiliti durante le numerose missioni economiche all’estero della Cc-Ti.
Non che ci fosse un bisogno particolare di ulteriori verifiche, ma è comunque importante toccare con mano come questo pregio sia decisivo anche per le aziende ticinesi che operano nel contesto internazionale. Non sono infatti solo marchi storici come Ricola, Läderach e Victorinox, saldamente in mano svizzera, a riscuotere approvazione. Anche chi lavora con prodotti forse meno noti al pubblico, ma facenti caposaldo al nostro sistema elvetico, raccoglie consensi importanti e gode di forte credibilità, ciò che permette di fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita. Questo in barba a taluni superficiali osservatori che ritengono che la nostra economia non sappia più rappresentare i valori succitati. Sbagliato! Lo dimostra il fatto che molte imprese internazionali hanno acquisito prodotti svizzeri molto noti, guardandosi però bene dal recidere il legame, ormai consolidato, con la Svizzera. Sì, perché i vati dell’autarchia nostrana ignorano probabilmente che Ovomaltina è in mani britanniche, che Toblerone appartiene a un’azienda americana, che Feldschlösschen è danese, che Valser appartiene a Coca-Cola e che anche il mitico Aromat non è più di proprietà svizzera ma olandese. Il fatto è che all’estero riconoscono la qualità dei nostri prodotti e del nostro modo di lavorare. Sarebbe un clamoroso autogol se proprio noi facessimo il contrario.
Narrare il business
/in Marketing e Vendita, TematicheNon si tratta di narrare una favola. Raccontare delle storie per vendere, fare pubblicità e consolidare l’immagine di un servizio o un prodotto è una tendenza già in uso nel mondo della comunicazione.
A tutti noi è già successo di venir coinvolti da quelle campagne pubblicitarie che ci suscitano un’emozione, l’identificazione con i nostri ricordi d’infanzia o con esperienze vissute. Il vedere uno spot televisivo, un video più o meno lungo su Youtube, sui social network, ma anche un’immagine su una rivista, può farci vivere un’esperienza che resterà impressa nella nostra mente. Riuscire a coinvolgerci, ad arrivarci, con una storia, un’esperienza o un’emozione.
Queste dinamiche, dal lato aziendale, si riassumono con il termine storytelling (ossia raccontare storie), un processo che è diventato uno strumento di marketing sempre più utilizzato.
Narrare una storia che coinvolga il cliente finale (B2C, ma anche B2B) e parli dei servizi aziendali e/o promuova un prodotto è una forma di scrittura creativa, che porta il pubblico a vivere ancora maggiormente l’azienda (o il prodotto), poiché lo fa entrare in un mondo a sé, incrementando la ‘brand awarness’. Al contempo veicola visioni e missioni aziendali toccando aspetti emotivi.
Obiettivi
Non solo far vivere un’esperienza e far conoscere ancora di più l’essenza aziendale al pubblico: lo storytelling permette di comunicare a diversi livelli. Innanzitutto occorre definire una strategia di comunicazione e marketing che definisca chiaramente gli obiettivi, i modi e i tempi della desiderata visibilità aziendale. In seguito è possibile determinare diverse misure e strumenti atti a centrare l’obiettivo/gli obiettivi della strategia. Lo storytelling è un ottimo mezzo, che permette non solo di coinvolgere il pubblico nelle dinamiche dell’impresa, ma può anche persuadere, informare, motivare ed emozionare.
Senza limiti
Si tratta di uno strumento definito solo per alcuni ambiti settoriali? Altrimenti detto: lo storytelling è adattabile a tutti i contesti? Essenzialmente sì. Occorre qualche accorgimento nella definizione dei testi e della storia. Lì sono racchiuse le competenze dello storyteller, ossia della persona che – all’interno del team dell’azienda – si occuperà dello scrivere la storia, definire personaggi, contenuti, ecc..
Pianificazione necessaria
Quali sono dunque gli elementi su cui ci si basa? Nel definire un racconto è possibile collegarsi al modello narrativo delle favole oppure partire da zero, avendo però in chiaro gli elementi che compongono la linea narrativa di un racconto (genere, target, contesto, obiettivo, personaggi/voce narrante, stile, ecc.), costruendo una struttura che risponda a quelle che in inglese si definiscono le ‘5w +1h (What? Why? Who? Where? When? How?)’, ossia un testo in un vi siano gli elementi che rispondono a queste domande “chi/cosa/come/dove/quando e perché”.
Raccontare storie è divenuto un modo di pensare e di interpretare, diffondendo idee.
La Cc-Ti propone un corso di formazione puntuale sul tema il prossimo 24 marzo 2020, intitolato “Corporate storytelling: strategie di marketing e comunicazione“. Le iscrizioni sono aperte!
Zoom sulla missione in Cina della Cc-Ti
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Missioni economicheDall’1 all’11 novembre la Cc-Ti ha accompagnato in Cina una numerosa delegazione ticinese. Ecco un approfondimento video curato da Teleticino su quest’esperienza.
La Cc-Ti ha organizzato, in collaborazione con la Città di Lugano, Swiss Chinese Chamber of commerce, Swiss Centers China e Switzerland Global Enterprise (S-GE), una missione in Cina dall’1 all’11 novembre 2019. L’intenso programma prevedeva incontri e visite imprenditoriali in 4 città: Pechino, Hangzhou, Shanghai e Shenzhen.
In questa puntata di Zoom, curata e andata in onda su Teleticino, intervengono Chiara Crivelli, Head of the International Desk Cc-Ti; il Sindaco di Lugano On. Marco Borradori; Massimo Cerutti di Caffè Cerutti e Matteo Paolocci di Suisse Frame.
Scopriamo allora insieme quanto emerso. Buona visione.
La sicurezza è questione di “intelligence”
/in Digitalizzazione, TematicheOgni giorno siamo sempre più connessi (consciamente o inconsciamente) nel cyber spazio e a Internet. Ogni ambito della nostra vita (la sfera professionale, privata e pubblica) interagisce sempre più, in qualche modo, con il cyber spazio. E con la sicurezza come la mettiamo?
Anche lo stesso cyber spazio che dal mondo virtuale si sta espandendo in quello reale, interagisce con la nostra vita. L’avvento della tecnologia 5G, l’utilizzo sempre più diffuso del protocollo IPV6 (con cui potremmo letteralmente connettere in rete ogni singolo filo d’erba di questo pianeta) e l’utilizzo sempre più massivo degli IoT (Internet of Things) cambieranno il paradigma di “perimetro di sicurezza” fino ad ora conosciuto ed accresceranno in maniera inimmaginabile (ad esempio attraverso i Big Data) la presenza dei nostri dati, anche sensibili, in rete.
Nuove forme di minacce derivanti dalla manipolazione di questi dati. Sarà questa la nuova sfida che la sicurezza delle informazioni dovrà affrontare e che non potrà essere più combattuta solo con i classici strumenti di sicurezza come firewall, antivirus, ecc.. Sarà invece necessario introdurre strumenti in grado di garantire l’affidabilità delle fonti, la certezza delle informazioni, contrastare le rappresentazioni di realtà alternative plausibili ma non veritiere create grazie all’eccesso di informazioni in rete sempre più utilizzate da algoritmi basati sull’intelligenza artificiale.
La “cyber intelligence” rappresenta la nuova frontiera della difesa digitale, permette di analizzare le nuove minacce con “occhi” diversi, di costruire strumenti trasversali in grado di correlare informazioni proveniente da vari ambiti (virtuale, fisico e umano-comportamentale) ed individuare minacce basate su artefatti di realtà alternative in cui gli utenti possono finire e rendersi così vulnerabili ad attacchi o manipolazioni.
Si pensi ad esempio al recente utilizzo della tecnologia “deepfake”, che grazie all’intelligenza artificiale permette con solo 18 secondi di video in primo piano di un soggetto di riprodurlo in movenze ed espressioni, con la possibilità di clonare anche la sua voce in maniera del tutto credibile. Un esempio è quello dell’ex Presidente degli USA Barack Obama che in un video apparso su Youtube sembra parlare male dell’operato dell’attuale Presidente USA Donald Trump.
Il deepfake può essere usato per tanti scopi criminali gravissimi, nel mondo politico ma anche finanziario, la credibilità che attribuiamo alle immagini che vediamo riesce ingannare i nostri sensi. Il deepfake è un’evoluzione che rende ancora più deflagrante questo inganno, rendendo il problema del “phishing” fatto tramite mail o link ingannevole, un attacco obsoleto e primitivo. In un tale contesto, oltre a rendere più sicuro l’ecosistema digitale e culturalmente preparati gli utenti, necessitiamo di strumenti che possano controllare il web ed il deep web alla ricerca di tutte le informazioni riguardanti organizzazioni e cittadini, in grado di valutarne i potenziali rischi di utilizzo e , grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale, applicata alla cyber intelligence, predirli con debito anticipo.
L’applicazione pratica dell’intelligenza artificiale e le tecnologie connesse all’IoT ci stanno portando rapidamente agli albori di un ulteriore salto evolutivo digitale, che come tutte le innovazioni, oltre a portare indiscussi benefici porterà la necessità di maggiore consapevolezza e sicurezza nel loro utilizzo, cose che potremo soddisfare solo con un po’ di “intelligence”.
Testo a cura di Lorenza Bernasconi, Partner Gruppo Sicurezza SA, Bironico
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Leggi il resoconto dell’evento del 26 novembre 2019, in cui è stato trattato anche il tema della sicurezza e dei deep fake
Il nostro Servizio giuridico per le aziende associate
/in Diritto, TematicheTra i differenti servizi che la Cc-Ti propone ai propri associati, quello giuridico offre alle aziende affiliate l’opportunità di usufruire di una assistenza puntuale su temi di natura giuridica, di regola legate all’ambito contrattualistico e del diritto del lavoro.
Un contatto che consta di una prima valutazione della situazione con i relativi consigli da mettere in atto, un po’ come succede con il medico di famiglia in ambito sanitario. Qualora i problemi segnalati dovessero richiedere interventi più approfonditi o, addirittura, l’avvio di procedure giudiziarie, è da sempre nostra premura segnalare i nominativi di professionisti facenti parte della nostra rete di contatti, sia in Svizzera che all’estero, affinché i nostri soci possano prevalersi di assistenza competente e confacente alle loro specifiche esigenze.
La Cc-Ti intende quindi identificarsi come riferimento autorevole in Ticino nel settore del diritto del lavoro, per le aziende o le associazioni di categoria associate, ma non solo. In tale prospettiva verranno maggiormente curati la comunicazione giuridica agli associati, come pure i momenti di incontro con le aziende su temi giuridici.
Vi ricordiamo che è già possibile nell’area soci consultare e scaricare articoli e pratiche schede di natura giuridica su differenti tematiche (diritto del lavoro, risorse umane, diritto commerciale, accordi bilaterali, proprietà intellettuale, fiscalità, assicurazioni sociali, ecc.).
Il nostro Servizio giuridico è diretto dall’Avv. Michele Rossi, delegato per le relazioni esterne per la Cc-Ti e pure docente all’Università dell’Insubria e alla SUPSI.
Cina: I Carnet ATA anche per le manifestazioni sportive
/in Internazionale, TematicheLa Cina ha annunciato che dal 1 gennaio 2020 accetterà i Carnet ATA anche per le merci sportive. Si creano così le basi per facilitare le Olimpiadi invernali di Pechino nel 2022.
Il Carnet ATA, il documento internazionale per l’esportazione temporanea di merci, denominato anche “passaporto delle merci”, permette il passaggio alle frontiere senza dover pagare tasse né tributi nell’arco di un anno. Questo documento è attualmente accettato da 78 Paesi ed è rilasciato dalle Camere di commercio.
La Cina accetta il Carnet ATA per “mostre, fiere, congressi” ufficiali, per il “materiale professionale” e per i “campioni commerciali”. Dal 1 gennaio 2020 le condizioni vengono estese anche al materiale dedicato alle manifestazioni sportive. Questo ampliamento giunge al momento opportuno e sarà molto apprezzato dagli atleti e da tutte le entità coinvolte nei Giochi Olimpici invernali che si disputeranno nel 2022 a Pechino.
La Cina ha introdotto il sistema dei Carnet ATA nel 1998, accettando le esportazioni temporanee solo per mostre e fiere. A gennaio 2019 sono state aggiunte anche le attrezzature professionali e i campioni commerciali, permettendo a queste ultime di entrare temporaneamente nella più grande nazione asiatica.
Il Servizio Export della Cc-Ti è sempre a disposizione per informazioni relative ai Carnet ATA e al loro utilizzo. Non esitate a contattarci.
Per un pugno di “click”!
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi tematiciNell’ottica della sensibilizzazione verso il ‘digitale’ per il mondo imprenditoriale, abbiamo posto l’attenzione su consapevolezza, attuali business model e formazione continua.
Nella serata del 26 novembre 2019, nella suggestiva cornice del Cinema Lux a Massagno, si è svolto l’ultimo evento tematico del 2019 – organizzato dalla Cc-Ti in collaborazione con i suoi partner tematici 2019 Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA , Cornèrcard, e Swisscom – intitolato “Click, informazione e formazione“.
Sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Francesco Arruzzoli, Cyber security Architect di Gruppo Sicurezza SA; Roberto Pezzoli, Partner, Gruppo Multi SA e Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA.
Nuovi elementi al dibattito
L’ampio lavoro di sensibilizzazione che la Cc-Ti sta portando avanti da tempo sull’economia digitale (con eventi, approfondimenti, prese di posizione, formazioni mirate, ecc.) atto ad accrescere il dialogo e le conoscenze sul tema, si è arricchito in quest’occasione di nuovi spunti di riflessione. È stato questo il tema del saluto di benvenuto di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, che ha poi moderato l’evento del 26 novembre 2019. Un’attenzione peculiare è stata dedicata alla manipolazione delle informazioni e delle news in rete, all’importanza di essere flessibili e capaci di rispondere in modo incisivo all’adattamento dei modelli di business e alla formazione continua dei dipendenti.
L’oro nero del terzo millennio
In un’economia globale connessa e tecnologica i dati rappresentano ciò che viene definito “l’oro nero del terzo millennio”. È incredibile come nella società odierna la condivisione di informazioni (spesso anche rilevanti come numeri di carte di credito, foto, opinioni, adesioni ad associazioni varie, ecc.) e di dati, avvenga spesso in modo inconsapevole, con un click. Francesco Arruzzoli, Cyber security Architect di Gruppo Sicurezza SA ha portato numerosi esempi nella sua presentazione, in primis quello dei social network o di aziende attive in settori diversi nell’ambito della sharing economy. A ciò si aggiungono sempre nuove minacce, come le recent “deep fake news” (ossia una nuova tecnica di creazione di notizie false utilizzando un doppiaggio video e audio tramite intelligenza artificiale. Così combinate, si sovrappongono nuovi contenuti falsi a immagini e video originali, creando delle distorsioni).
Chi trae vantaggio da questo numero di informazioni “fuori controllo”? Le aziende che acquistano questi dati per vendere prodotti e/o servizi a terzi e vere e proprie organizzazioni criminali che collezionano miliardi di credenziali e dati per poi rivenderli.
Nonostante protezioni e tecnologia abbiano fatto passi da gigante nell’implementazione di misure di sicurezza, così come una maggiore attenzione è sempre più data alla formazione continua dei collaboratori per responsabilizzare e sensibilizzare il personale, l’anello “debole” della “catena della sicurezza” continua a restare l’essere umano.
L’azienda deve reagire
La risposta va data in modo propositivo. Perché è così importante conoscere i modelli di business ed essere flessibili nell’innovarsi? Viste le sfide con cui le aziende sono confrontate, analizzare il proprio business model e attuare misure di adattamento/innovazione è imperativo. Occorre stravolgere la logica dominante, valutare le possibilità che offrono i business model esistenti e dotarsi di un approccio sistematico. Roberto Pezzoli, Partner, Gruppo Multi SA ha fatto una panoramica sui differenti approcci al ‘Business Model Innovation’, illustrando con numerosi esempi i casi di successo (Nespresso, Ikea, Gillette, ecc.), sottolineando come le aziende e le organizzazioni siano entità composte da persone, dove uno degli elementi chiave per il successo sia sempre la costante cura della formazione e dell’aggiornamento dei dipendenti.
La centralità della persona
Nella relazione di Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA – intervistato da Luca Albertoni – è stato posto l’accento sulla rilevanza dell’individuo, malgrado lo sviluppo tecnologico. Soprattutto nell’ambito artigianale, di cui Gehri è testimone, la manualità e la creatività restano le caratteristiche fondamentali, valido trasversalmente anche per altri settori economici. L’innovazione digitale gioca certamente un ruolo incisivo nella governance aziendale, ciononostante la vera centralità è l’essere umano e la sua crescita personale.
I settori scolastico e formativo sono chiamati a responsabilizzarsi e aggiornare i propri percorsi in modo continuo per garantire la necessaria preparazione e attualizzare le competenze degli individui.
Documenti utili
Missione Cc-Ti nell’Impero Celeste: la voce ai protagonisti
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Missioni economicheVi proponiamo alcune testimonianze dirette raccolte fra i partecipanti della delegazione ticinese che si è recata in Cina all’inizio di novembre.
Alessandra Gianella, economiesuisse
La missione in Cina organizzata dalla Cc-Ti è stata una grandissima opportunità per vivere di persona i cambiamenti in atto e i nuovi trend, soprattutto quelli della digitalizzazione. Beijing, Hangzhou e Shanghai sono delle realtà in continuo sviluppo e grazie alle visite aziendali in loco abbiamo approfondito il dialogo con vari attori per future collaborazioni. Da molti anni la Svizzera e la Repubblica popolare cinese intrattengono relazioni bilaterali molto intense e nel 2020 festeggeremo i 70 anni. Inoltre, dal 2010 la Cina è il principale partner commerciale della Svizzera in Asia e il terzo partner commerciale in assoluto dopo l’UE e gli USA. Grazie all’accordo di libero scambio tra Svizzera e Cina in vigore dal 2015 le relazioni si sono ulteriormente intensificate. In conclusione, ci tengo a ringraziare la Cc-Ti, Chiara Crivelli per l’ottima organizzazione e tutto il gruppo per le interessanti riflessioni e condivisioni emerse da questo viaggio. Sono certa che in futuro avremo altre occasioni per incontrarci e riflettere su possibili scenari futuri legati alla Cina.
Matteo Paolocci, Suisse Frame
Una missione più che utile, la definirei un’esperienza necessaria che mi ha permesso di allargare gli orizzonti, aprire ancora di più la mente lasciandomi ispirare da una realtà e una cultura in rapida evoluzione.
Ho avuto modo di vedere personalmente il funzionamento della società cinese su più aspetti e sono convinto che alcuni spunti mi saranno davvero utili per portare dei benefici concreti alla nostra realtà produttiva e commerciale.
Omar Beltraminelli, OB Multimedia
Con la missione Cc-Ti ho potuto recarmi in Cina. Ho toccato con mano i prodotti hi tech disponibili sul loro mercato e ho visto in dettaglio i loro sistemi di integrazione domotica. Grazie a questa esperienza, potrò anche io contribuire in maniera attiva allo sviluppo tecnologico del nostro cantone e delle nostre economie domestiche.
Molto stimolante è stata anche l’armonia che si è creata con i membri del gruppo, che ha creato sinergie interessanti.
Massimo Cerutti, Caffè Cerutti
La mia prima esperienza in Cina nella città di Shanghai, un viaggio ben organizzato dalla Cc-Ti, mi ha permesso di conoscere alcuni settori economici dove l’imprenditorialità e la digitalizzazione del mercato Cinese (interno ed estero) mi conducono ad alcune riflessioni che potremmo adottare per ottenere un migliore sviluppo economico per il Ticino come pure per la Svizzera.
A Shanghai si respira un’aria di “voglia di crescere e raggiungere standard sempre più elevati.
Grazie ai contatti avuti con ditte cinesi durante la “China International Import Expo”, organizzata dalla ICBC “China Europe CEO Summit” e la visita del parco industriale; gli scambi d’opinioni con svizzeri residenti sul posto, nonché con operatori svizzeri incontrati al “Swiss Center”, ho potuto farmi un’idea più realistica di questo mercato in continuo movimento ed estremamente digitalizzato. Le grandi aziende possono nascere oggi ed in breve tempo raggiungere fatturati importanti oppure, trovandosi in difficoltà, sparire rapidamente per l’avvento d’innovazioni. Le conferenze organizzate dalla Cc-Ti ci hanno illustrato in modo esaustivo come funziona il mercato cinese. Colossi come la piattaforma digitale ALIBABA e la visita ad un supermercato alimentare, in grado di consegnare prodotti freschi (per esempio pesce vivente nel lasso di 30 minuti dall’ordinazione) con le suggestioni di preparazione, cottura e provenienza del prodotto, mi hanno molto colpito.
Rileggete tutte le informazioni emerse dalla missione Cc-Ti in Cina!
Turchia: uno sguardo da vicino
/in Internazionale, TematicheNel corso delle ultime settimane mercati e governi centrali hanno posto molta attenzione alla situazione turca.
Occorre pertanto valutare anche l’impatto potenziale di un nuovo periodo di tensioni finanziarie in Turchia attraverso tre canali: esposizione in valuta estera, comportamento nei pagamenti e potenziali ricadute.
Dopo il recente intervento militare turco nella Siria settentrionale, l’amministrazione statunitense ha reagito con una tariffa del 50% sulle importazioni di acciaio turco, misura recentemente revocata in via provvisoria. L’impatto diretto di questa misura è stato, e sarebbe in caso di riattivazione, piuttosto contenuto dato che gli US sono un partner di esportazione minore per l’economia turca (4.9% del totale).
Tuttavia, gli impatti indiretti, come l’evoluzione della lira turca (TRY), il differimento del debito e il comportamento in materia di pagamenti, avrebbero conseguenze più ampie.
L’economia turca non è immune da un nuovo shock. Sebbene sia già uscita dalla profonda recessione del secondo semestre 2018, innescata da un forte shock dei tassi di cambio (fino a -50% di deprezzamento del tasso di cambio), la crescita del PIL rimane contenuta (-0,2% nel 2019 e +2,3% nel 2020). Dovrebbe tornare al livello precedente la crisi solo nel 2021.
Diventerebbe invece assai problematico per la Turchia se l’UE aderisse a nuove eventuali sanzioni statunitensi (come ha fatto con la Russia nel 2014). Ad ogni modo riteniamo che, poiché l’esposizione dell’Europa all’economia turca è significativa, ciò renda al momento improbabili sanzioni finanziarie severe. In aggiunta l’UE dipende dalla Turchia per trattenere un afflusso potenzialmente enorme di rifugiati verso l’UE.
Le riserve estere della Turchia hanno recuperato in parte grazie al riequilibrio della bilancia commerciale. Tuttavia, le riserve in valuta estera sono ancora sotto il livello adeguato: non coprono tutte le potenziali esigenze di liquidità che si presenterebbero in caso di shock.
Il deterioramento dei termini di pagamento è il risultato di un fabbisogno di liquidità maggiore da quando i giorni medi di pagamento (DSO) sono aumentati di +11 giorni dal 2008 (68 giorni) al 2018 (79 giorni). Parallelamente, prevediamo che le insolvenze aziendali cresceranno del +8% nel 2019 raggiungendo un livello pari a +20% in confronto al valore minimo del 2016.
Le economie europee non sono immuni da eventuali contagi. Il circuito bancario-sovrano è il canale d’impatto più probabile. Le banche dell’UE hanno una delle più ampie esposizioni verso la Turchia e, allo stesso tempo, alcune economie europee devono ancora affrontare un livello significativo di crediti in sofferenza nei loro sistemi bancari e livelli elevati di debito pubblico. Le banche spagnole, francesi e britanniche sono le più esposte con la Turchia e l’esposizione complessiva è ancora rilevante, nonostante un calo simmetrico nell’ultimo anno (-20% circa).
Testo a cura di Marco Arrighini, Head of Southern Region, Euler Hermes Switzerland, Lugano
Libro “Incoterms 2020” in vendita
/in Internazionale, TematicheIl primo gennaio 2020 sono entrate in vigore le nuove regole Incoterms ICC. Presso la Cc-Ti è acquistabile il libro in versione italiano/inglese.
Si è concluso il processo di revisione delle Regole Incoterms®, avviato nel 2016, e il 1° gennaio 2020 sono entrate in vigore le nuove clausole di resa. Ogni dieci anni la Camera di commercio internazionale effettua questo esercizio di rinnovamento per renderle più performanti e per adattarle alle necessità pratiche degli attori attivi nel commercio internazionale.
La nuova edizione degli Incoterms® presenta alcune novità che saranno approfondite durante il corso di aggiornamento, in agenda il 23 gennaio.
Come noto gli Incoterms® sono di supporto alle imprese nell’evitare di incorrere in costi non necessari chiarificando, all’interno del contratto, le obbligazioni delle parti, i costi e i rischi sostenuti da ciascuna di esse durante le operazioni di import ed export delle merci.
Presso la Cc-Ti sono disponibili i libri “Incoterms 2020” nella versione italiano/inglese. Per chi desiderasse acquistarne una o più copie è pregato di scrivere un email con i propri dati.
Costi: (70 CHF per i soci / 82 CHF per i non soci + spese di spedizione).
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