HotellerieSuisse Ticino

Per un settore alberghiero di successo

Insieme ai suoi 150 soci, HotellerieSuisse Ticino è sinonimo di economia alberghiera di qualità ed orientata al futuro.

La spina dorsale del turismo

Nel 2016 il settore alberghiero in Ticino ha fatto registrare l’arrivo di circa 1,1 milioni di turisti, i quali hanno generato più di 2.3 milioni di pernottamenti presso hotel e ostelli per la gioventù. Sulla scorta di questi importanti numeri, l’albergheria si conferma oggi tra i comparti più rilevanti per l’intera economia ticinese, dove contribuisce per circa l’1% al PIL cantonale. Tuttavia la sua importanza è ben maggiore e va di pari passo con la più ampia industria del turismo (stimabile in circa il 10% del PIL). Con il settore alberghiero si generano infatti importanti ricadute anche per la ristorazione, il commercio al dettaglio, l’industria della cultura e dello sport, i trasporti, e molti altri rami economici.

Piccoli e grandi, ma di qualità

HotellerieSuisse Ticino raccoglie un gran numero delle aziende alberghiere presenti sul territorio ticinese, a loro volta messe in rete con le circa 2’000 che compongono l’associazione a livello nazionale (75% di tutti i pernottamenti). A fianco delle grandi catene alberghiere (con più di 50 dipendenti), il settore si caratterizza per la forte presenza di aziende di dimensioni più contenute, spesso anche a conduzione famigliare, dove è lo stesso proprietario ad accogliere gli ospiti. “Piccole” e “grandi” aziende che, unitamente, hanno il merito di fare del proprio lavoro una passione, e dell’albergheria svizzera uno dei settori contraddistinti dalla qualità.

L’albergheria è fatta in primis dalle persone

L’industria alberghiera è un settore con un forte tasso d’occupazione. Se in Svizzera vi trovano lavoro (a tempo pieno) circa 63’000 persone, circa il 2% del totale nel settore terziario, in Ticino si conta un numero di impiegati ben oltre la media nazionale, pari a circa il 50% in più. In questo lavoro sono le persone il cuore pulsante del successo. A tutti i livelli, l’intero funzionamento di un albergo offre carriere professionali molto variegate, interessanti anche per i giovani e per coloro che si affacciano sul mondo del lavoro. Ai profili più tradizionali, dalla reception alla cucina, si affiancano oggi anche nuove opportunità, nate sulla scia di un mercato che cambia, come il nuovo percorso di studi in comunicazione alberghiera. Si rileva inoltre una presenza femminile piuttosto marcata, con circa 6 su 10 posti di lavoro occupati da donne.

Industria dell‘export saldamente legata al territorio

Un settore, quello dell’hospitality, che si rivolge necessariamente oltre i confini cantonali, anche a mercati lontani come la Cina, ma fortemente connesso al territorio più locale. Esso ha e deve avere uno scambio continuo nelle collaborazioni, nella ricerca di sinergie, nella partecipazione a iniziative con chi lo circonda. Per fare questo, la nostra associazione si impegna ed è da decenni in prima linea. HotellerieSuisse Ticino, oltre a erogare servizi esclusivi ai propri associati, funge da interlocutore di riferimento per i vari partner sul territorio, come la Cc- Ti, le OTR e l’ATT, ma anche commissioni e gruppi di lavoro, per contribuire fianco a fianco a migliorare costantemente anche l’offerta turistica, come dimostra la recente esperienza del Ticino Ticket, e parallelamente continuare a creare ancora più benessere per il futuro del nostro Cantone.

Dati di contatto: 
hotelleriesuisse Ticino, Piazza Indipendenza 3, 6830 Chiasso,
mailto:segretariato@hotelleriesuisse-ticino.ch, www.hotelleriesuisse-ticino.ch

Il 2017 della Cc-Ti in breve

Durante i festeggiamenti per i nostri 100 anni, in occasione dell’ Assemblea generale ordinaria del 20 ottobre scorso abbiamo ripercorso con un video (ritrovatelo sul nostro canale Youtube, ma anche qui sotto) le principali attività svolte finora nel corso dell’anno.

Il 2017 è stato per la Cc-Ti un momento importante di riflessione, scaturito da un lato dall’importante traguardo raggiunto, e dall’altro sul ruolo che quale associazione mantello dell’economia ticinese abbiamo avuto, abbiamo tutt’ora e avremo in futuro.

A livello tematico, sono 4 gli assi strategici principali sui quali ci stiamo muovendo, oltre, sicuramente, alle normali attività di servizi, consulenza e formazione agli associati (siano essi aziende o associazioni di categoria), trasversalmente su tutti i settori che rappresentiamo. Gli assi strategici sono dunque:

  1. L’internazionalizzazione delle aziende
  2. La responsabilità sociale e sostenibilità per le imprese
  3. La digitalizzazione
  4. La swissness, intesa come cultura imprenditoriale svizzera

Se dovessimo fare il punto di quanto fatto durante il 2017, potremmo ben evidenziare quanto vissuto finora, siamo partiti in gennaio con le previsioni congiunturali ed economiche per l’anno che stava iniziando, grazie ai risultati della nostra Inchiesta Congiunturale 2016/2017.

Gli highlights dei principali eventi della Cc-Ti nell’anno del centenario

Avendo così dato l’avvio “ufficiale” all’anno eventistico della Cc-Ti, si è poi proseguiti trattando il primo dei grandi macro temi, ovvero l’internazionalizzazione. Il tutto nella cornice della Giornata dell’Export, tenutasi il 23 marzo , a cui sostegno vi sono anche gli eventi Paese, che hanno lo scopo di avvicinare le aziende ticinesi a Stati potenzialmente interessanti poiché offrono nuove opportunità e sbocchi di business (quest’anno Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Cuba – per i quali attraverso questo link potete accedere ai differenti resoconti online – , e il prossimo 28 novembre Myanmar).

A ciò si aggiungono anche le missioni economiche della Cc-Ti nei mercati focus individuati per il 2017: Iran e Kazakistan (trovate maggiori informazioni contattando il nostro International Desk).

Nell’ambito della RSI e della sostenibilità, oltre all’evento principale del 4 maggio, in cui si è parlato di strategia aziendale e responsabilità sociale su differenti livelli , citiamo anche Agiamo Insieme, la manifestazione che premia le aziende che si sono distinte nel reinserimento professionale di persone lese nella salute.

Altro macro tema strategico è la digitalizzazione. Con “L’economia del futuro è digitale”, tenutosi il 26 aprile, si è parlato di come essa migliori molti prodotti e servizi, crei delle nuove attività – malgrado le incertezze nel mondo del lavoro – e possa persino salvare delle vite umane. À côté di quest’evento, la digitalizzazione è stata trattata anche all’inizio dell’autunno in un evento dedicato alla trasformazione in atto nei modelli di business.

Per quanto concerne invece la swissness, vi è in programma un evento prossimamente, ma è possibile ritrovare un corposo dossier d’approfondimento su Ticino Business – edizione di settembre 2017.

Questo in breve il nostro anno di approfondimenti. Senza dimenticare i nostri 100 anni, di cui trovate un dossier storico già pubblicato sia su Ticino Business di ottobre 2017, come pure online.

Tra passato e futuro: 100 anni di Cc-Ti a sostegno della libertà imprenditoriale

Oltre 500 persone sono giunte venerdì 20 ottobre 2017 a celebrare il Centenario della Cc-Ti durante la 100° Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti, che ha avuto luogo in una location particolare quale l’Hangar Ruag & Tarmac dell’Aeroporto di Lugano-Agno. Si è trattato di un momento di primaria importanza per sottolineare, da un lato il Centenario, e dall’altro per ribadire il ruolo della Cc-Ti quale associazione mantello di tutta l’economia ticinese.

Sono stati diversi gli spunti di riflessione emersi negli interventi di ospiti e relatori, che hanno mostrato tendenze, fatti ed esempi volti ad una trasformazione della società in corso, che ben si inserisce nel quadro storico-congiunturale attuale e mostrano un’economia che si confronta con nuove sfide, opportunità e possibilità da cogliere per le aziende. Il tutto sempre nell’ottica della tutela della libertà imprenditoriale, cardine della prosperità svizzera.

Nel suo intervento il Direttore Luca Albertoni si è soffermato sui fenomeni che toccano i grandi temi che la Cc-Ti sta portando avanti negli ultimi anni, dimostrando come la tecnologia e i trend attuali portino vantaggi da cogliere. Il “reshoring”, ad esempio, è il fenomeno per cui si ha il rimpatrio in Svizzera di attività produttive un tempo dislocate in altri Stati per ragioni di costi. Questo nell’ottica della digitalizzazione delle imprese, quale modello positivo di benefici che essa può portare. Il reshoring permette di differenziarsi dalla concorrenza, fregiandosi magari anche del label “swiss made”.
Sempre nell’ambito della digitalizzazione, da segnalare il discorso relativo alla mobilità, uno dei temi cardini per la Cc-Ti, per il quale Luca Albertoni ha parlato di Smart City, ossia le possibilità offerte dall’analisi dei big data correlati alla tecnologia per studiare i flussi di traffico, degli eventi e trovare soluzioni nel segno di una mobilità più incisiva e performante in tutti gli ambiti. Infine il Direttore Cc-Ti ha illustrato il progetto portato avanti dalle Camere di commercio e dell’industria svizzere (CCIS) – di cui è Presidente –, in termini di digitalizzazione delle imprese, per proporre alle aziende un digital check.

Se il Direttore della Cc-Ti si è soffermato sulle sfide future, il Presidente Glauco Martinetti, nel suo discorso ha sottolineato il ruolo della nostra associazione nel contesto storico attuale.

La Cc-Ti da cento anni lavora nell’interesse delle aziende e delle associazioni di categoria, altalenando e districandosi fra molti cambiamenti repentini. Questa è la vera prova futura, essere mobili e reattivi sul mercato, restando competitivi, nell’ottica di ripensare il funzionamento della società e non solo di modelli di business aziendali. Occorre trovare nuovi paradigmi che permettano di costruire il domani, dialogando fra le parti in gioco. Nel contesto del mercato attuale ci si è interrogati sul ruolo dell’associazione mantello dell’economia ticinese e della vita associativa: se la Cc-Ti si occupa di politica economica generale, spetta alle associazioni svolgere le mansioni settoriali. La Camera sarà sempre un esempio per portare avanti i valori dell’imprenditoria e della cultura imprenditoriale svizzera, a cui siamo indubbiamente legati. In questo contesto aziende ed associazioni di categoria collaborano affinché la formazione e l’esempio positivo di vita associativa, che molti ci invidiano dall’estero, restino degli atout per l’economia e la prosperità svizzere.
La Cc-Ti continuerà anche per i prossimi 100 anni a battersi rispetto per gli interessi imprenditoriali, perché il Ticino di domani può essere costruito solo con un approccio positivo.

Un importante momento dei festeggiamenti è stata l’intervista che Luca Albertoni ha avuto con la Presidente della Confederazione, Doris Leuthard, che è intervenuta quale nostro ospite d’onore.
Doris Leuthard non ha parlato di politica, ma si è soffermata, nel suo dialogo con Albertoni, sulle tappe della sua carriera, su ricordi ed aneddoti personali, sia pure con numerosi personaggi di stampo internazionale. Ha ribadito come il dialogo sia un elemento fondamentale per la riuscita dei rapporti. Parlando del Ticino, sono stati toccati temi quali l’ambiente, il clima, la legge sul CO2 e i suoi impatti sul territorio (e di conseguenza sulle aziende), le infrastrutture, e di come mantenere alta la competitività del Cantone. Oggi con un Consigliere federale ticinese il tutto potrebbe essere più semplice.

Christian Vitta, Consigliere di Stato e Direttore del DFE, ha invece posto l’accento sullo sviluppo economico in Ticino nel corso di questi 100 anni e della proficua relazione che da sempre vi è con la nostra associazione.

 

 

Desideriamo ringraziare i nostri sponsor

I discorsi dei relatori intervenuti alla 100° Assemblea Generale Ordinaria
Discorso di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti
Discorso di Christian Vitta, Consigliere di Stato, Dir. DFE
I nostri 100 anni sui media ticinesi

• “Cento anni al servizio delle nostre aziende” – Corriere del Ticino del 21.10.2017
• “Il prossimo secolo della Camera di commercio” – LaRegione del 21.10.2017
• “Un secolo di Camera di commercio” – Giornale del Popolo del 21.10.2017
• “La Camera di commercio ticinese spegne le sue prime 100 candeline” – Popolo e Libertà del 20.10.2017
• Servizio tv al TG di Teleticino a partire dal minuto 4.00 – 20.10.2017
Servizio tv al “Quotidiano” della RSI, a partire dal minuto 7.13 – 20.10.2017
Servizio radiofonico per “Cronache della svizzera Italiana”, RSI, dal minuto 9.00 – 20.10.2017
Servizio radiofonico per “Il Diario”, Radio 3i, dal minuto 1.30 –  20.10.2017
Servizio radiofonico per “Il Regionale”, Radio Fiume Ticino – 20.10.2017

Cento anni di lavoro per la libertà economica e la prosperità

di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Il 21 gennaio 1917 nacque la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino, con lo scopo principale di dare una voce coordinata agli interessi imprenditoriali di queste due categorie in un periodo storico particolarmente difficile a causa anche del contesto della Prima guerra mondiale. Come usuale in Ticino, le discussioni che precedettero questo atto furono numerose e vivaci, con malcelate tentazioni di creare una struttura solo apparentemente privata, ma in realtà braccio prolungato dello Stato. Fortunatamente la scelta fu diversa e si optò per il modello anglosassone, cioè di un’associazione completamente  privata, senza alcun contributo statale e quindi realmente rappresentativa degli interessi economici del mondo produttivo nel confronto con le autorità cantonali e federali. Una scelta coraggiosa e giusta, perché a livello mondiale il modello si dimostra molto più efficace nel contesto politico-istituzionale grazie alla chiara ripartizione dei ruoli.

Laddove invece le Camere sono di natura pubblica o semi-pubblica (penso ad esempio alle strutture tedesche, di forma privata ma con obbligo di adesione per ogni azienda), esse hanno sì una forza finanziaria inimmaginabile per la nostra realtà, ma hanno altresì un ruolo a tratti più ambiguo e molto meno orientato alla tutela delle imprese. Oggi la nostra Camera, ma direi tutte le Camere di commercio e dell’industria in Svizzera hanno un ruolo molto chiaro, cioè di riferimento indiscutibile per i temi di politica economica generale. Come deve essere per un’associazione-mantello che al contempo sostiene in maniera sussidiaria le associazioni di categoria per le loro questioni particolari.

Anche dopo 100 anni di battaglie, quella più importante ed attuale resta quella per la tutela della libertà economica.

Avendo il privilegio di presiedere l’Associazione svizzera delle Camere da ormai sei anni, posso anche confermare che questo modello funziona in tutte le regioni elvetiche e permette a me e ai miei colleghi di parlare un linguaggio comune quando si tratta di affrontare molte questioni che sono simili nelle varie regioni elvetiche. Per cercare soluzioni comuni, nell’interesse dei rispettivi territori, che sono sì in una  certa misura in competizione, ma che in realtà traggono la loro forza proprio dall’interazione fra le varie realtà economiche. Ovviamente con uno scopo comune, cioè quello della difesa della libertà economica e  imprenditoriale sancita dall’articolo 27 della Costituzione federale, valore imprescindibile per la prosperità svizzera e non fastidioso ammennicolo per proteggere i manigoldi, come taluni maleinformati o, peggio, in malafede, tendono a voler far credere. Dopo 100 anni questa battaglia è più attuale che mai, fra pericolose tendenze isolazioniste e autocratiche che rischiano di portare a una chiusura senza futuro.  D’altra parte è ovvio che non ci possono essere aperture senza regole e su questo abbiamo sempre dato la disponibilità a lavorare. La ricerca di tale equilibrio è una sfida che ci accompagnerà anche negli anni a venire (magari per i prossimi 100…) e non è sempre facile trovare un punto d’intesa fra chi chiede anche legittimamente una maggiore protezione del mercato locale e chi invece vuole meno barriere possibili perché esporta i suoi prodotti. Con il sostegno e il lavoro serio della quasi cinquantina di associazioni legate alla Cc-Ti e degli oltre mille associati individuali, sono certo che potremo continuare a lavorare nell’interesse della prosperità del Cantone, con l’obiettivo che tutto il territorio possa beneficiarne. Non è facile in un contesto che purtroppo tende ingiustamente a generalizzare e ad avere scarsa  considerazione per il mondo imprenditoriale. Ma la determinazione non ci manca e ne parleremo all’Assemblea generale del prossimo 20 ottobre.

Forte intesa tra la Regione di Almaty e il Ticino

Dal 10 al 12 ottobre è stata ricevuta in Ticino una delegazione della Regione di Almaty, guidata dal Governatore della regione, Amandyk Batalov. La folta delegazione, composta da rappresentanti istituzionali, accademici ed imprenditori kazaki, era accompagnata dall’Ambasciatrice del Kazakistan in Svizzera, Zhanar Aitzhanova, e da Maxat Suleimenov, Consigliere dell’Ambasciata.

La visita fa seguito alla firma del memorandum d’intesa tra Cantone e la Regione di Almaty, avvenuta lo scorso 11 agosto ad Astana e si inserisce nel contesto di sviluppo delle relazioni tra Ticino e Kazakistan.

L’intenso programma prevedeva degli incontri istituzionali e dei momenti dedicati all’economia ticinese. Il 10 ottobre la delegazione è stata ricevuta dal Sindaco della Città di Lugano, Marco Borradori, il quale ha sottolineato gli ottimi rapporti tra la Città di Lugano e il Kazakistan. In seguito, la delegazione ha avuto modo di recarsi al centro culturale LAC, ormai divenuto luogo di visita obbligatorio per le delegazioni straniere in visita sul Lago Ceresio. Il giorno seguente gli ospiti kazaki si sono recati a Bellinzona e, dopo una visita della città e dei celebri castelli, hanno potuto incontrare il Governo ticinese, rappresentato dal Presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli e dal Consigliere di Stato Christian Vitta, accompagnati dal Cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri e dal Delegato per le relazioni esterne Francesco Quattrini.

Per quanto riguarda la parte economica del programma, la delegazione era particolarmente interessata ad avere degli scambi concernenti i settori chiave per la loro regione, come le energie rinnovabili, il turismo e il settore alimentare (in maniera specifica la produzione di alimenti). La Cc-Ti, tenendo conto di queste aree di interesse, ha organizzato dapprima un incontro con aziende locali in cui sono stati presentati i settori forti dell’economia ticinese, con un accento su quello del turismo, grazie agli interventi di Lorenzo Pianezzi, Presidente di hotelleriesuisse, e di Veronica Lafranchi, Country Manager Overseas di Ticino Turismo. Durante l’incontro, il Governatore della Regione di Almaty ha sottolineato la posizione chiave che occupa la regione dal punto di vista geografico. Il territorio è situato in effetti al crocevia tra Europa e Asia ed è un punto di accesso privilegiato verso altri mercati interessanti, come la Cina, l’India o ancora la Corea del Sud.

La delegazione era particolarmente interessata ad avere degli scambi concernenti i settori chiave per la loro regione, come le energie rinnovabili, il turismo e il settore alimentare (in maniera specifica la produzione di alimenti).

La delegazione ha inoltre avuto la possibilità di assistere alla presentazione di alcune aziende e di poterle visitare. L’ingegnere Paolo Selldorf, Caposettore comunicazione e sensibilizzazione dell’Azienda Cantonale dei Rifiuti, ha tenuto un’interessante presentazione sullo stabilimento di Giubiasco. La delegazione si è mostrata estremamente interessata al tema dello smaltimento dei rifiuti, molto attuale in questo momento in Kazakistan. In seguito, Alessandra Alberti, Direttrice di Chocolat Stella, ha presentato la sua azienda e ha accompagnato personalmente la delegazione a visitare la produzione di cioccolato. La delegazione si è infine recata a Quartino per una visita di ABB e ha incontrato il Direttore dello Stabilimento, Michele Sargenti.

A chiudere il programma, la visita presso il complesso sciistico di Airolo, allo scopo di approfondire le potenzialità di una cooperazione tra il resort leventinese e altre simili strutture di sport invernali presenti nella Regione di Almaty.

Per la Cc-Ti è stato importante accogliere questa delegazione, in quanto già da diversi anni ha posto il Kazakistan fra le sue priorità. Le relazioni tra i due paesi sono eccellenti e si auspica di continuare a rafforzare l’intesa tra Ticino e Kazakistan. La Cc-Ti prevede infatti di organizzare a breve una nuova missione nel paese euroasiatico.

Modifiche del Piano Direttore: la proprietà privata va tutelata nel rispetto dei Cittadini

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, insieme alla Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino, e ad AITI, ha preso posizione riguardo alle proposte di modifica per il Piano Direttore (PD) che applicano i principi della Legge sulla pianificazione del territorio (LPT). Se da un lato non si contestano gli indirizzi, dall’altro lato si ritiene che vi debba essere una maggiore attenzione per la proprietà privata dei cittadini, ponendo in atto una moratoria sull’esistente.

La tutela del territorio e il continuo miglioramento qualitativo a livello di pianificazione dello stesso sono dei concetti condivisi da tutti. In questo senso si ritiene che il fatto di cercare una maggiore densificazione del costruito, così come lo sviluppo coordinato delle diverse politiche in particolare riguardo alla mobilità, siano aspetti importanti. Tuttavia il diritto alla proprietà privata, così come prescritto dall’Art. 26 della nostra Costituzione federale, va difeso e preservato in quanto essa rappresenta il frutto del lavoro e dei sacrifici dei Cittadini.

I margini di manovra concessi dalla Legge federale devono quindi essere utilizzati nell’interesse di questi ultimi e in particolare si ritiene che si debba prevedere un innalzamento della soglia oltre la quale i Comuni saranno chiamati a intervenire con misure di riduzione delle potenzialità edificatorie (nella proposta questa è posta al 120% delle necessità calcolate per i prossimi 15 anni) e che vi sia un obbligo di indennizzo per tutti i proprietari penalizzati da restrizioni edificatorie.

Si ritiene anche che il modo migliore di agire sarebbe di introdurre il concetto di moratoria per l’esistente. La LPT recentemente entrata in vigore non è retroattiva e dunque le nuove disposizioni andrebbero applicate soltanto sulle future transazioni immobiliari o su cambiamenti di destinazione. Un po’ come avvenuto per gli edifici fuori zona edificabile, che sono stati autorizzati in un regime pianificatorio che non è l’attuale e per questo motivo non viene richiesta la demolizione. Diverso è il discorso in caso di cambiamento di proprietario o di destinazione, per il quale occorre operare secondo le disposizioni dei nuovi strumenti pianificatori, Piani regolatori comunali (PR) in primis. Dunque, una volta aggiornati i vari PR secondo la nuova LPT, gli stessi andrebbero applicati soltanto sulle nuove transazioni immobiliari.
Questo sarebbe il modo migliore per garantire la certezza del diritto agli attuali proprietari, che hanno acquistato e pagato i loro terreni secondo le disposizioni di PR approvati dalle autorità comunali e cantonali.

Scaricate la presa di posizione integrale firmata da Cc-Ti/SSIC TI/AITI
Restiamo a vostra disposizione, e per maggiori informazioni su questo tema potete contattarci:
info@cc-ti.ch, Tel. +41 91 911 51 11.

Più forti insieme

Durante tutto l’arco del 2017 abbiamo portato avanti un progetto di approfondimento comunicativo volto a migliorare la conoscenza dei settori economici e delle associazioni di categoria affiliate alla Cc-Ti.

Da 100 anni la Cc-Ti rappresenta infatti molteplici realtà associative, molte delle quali hanno una storia lunga come la nostra, e anche oltre. Se un tempo le aziende si riunivano in corporazioni per essere rappresentative e forti (visto che quest’ultima è proprio definita quale persona giuridica costituita da un insieme di persone fisiche o giuridiche, ossia gli associati; legate dal perseguimento di uno scopo comune), oggi le associazioni di categoria svolgono la stessa funzione. Un gruppo di attori del medesimo ramo economico che persegue obiettivi comuni per ottenere uno scopo o più finali. In questo senso la funzione della Cc-Ti è ben definita: siamo l’associazione mantello dell’economia ticinese.

Il lavoro comune fra Cc-Ti e i soci collettivi è eccellente e va ancora rafforzato, perché è la sola via per garantire una difesa efficace degli interessi economici generali e settoriali. Come dicevamo si tratta di due distinti ruoli: entità che collaborano e comunicano costantemente fra di loro. Le associazioni di categoria si occupano delle questioni settoriali, mentre la Cc-Ti, quale associazione-mantello, si preoccupa delle questioni di politica economica generale; con degli interventi su problematiche settoriali solo se esplicitamente richiesto dalle stesse associazioni. In questo modo la Cc-Ti funge da cassa di risonanza per le numerose iniziative delle associazioni affiliate, evitando interferenze settoriali. Il discorso di collaborazione tra Cc-Ti e le associazioni di categoria si fonde su consulenze specifiche su progetti mirati, formazione ad hoc, creazione di sinergie in ambiti dettagliati, ecc.. Vi è un dialogo franco e bidirezionale.

Ci teniamo a sottolineare quanto insieme si possa essere più rappresentativi dell’intera economia ticinese.

Sono 43 le associazioni affiliate alla Cc-Ti. Sia su quest’edizione di Ticino Business che su quelle di tutto il 2017 abbiamo approfondito, con alcuni ritratti dedicati, la storia e i profili di diversi settori professionali, che le associazioni di categoria rappresentano. Sulla pagina www.cc-ti.ch/associazioni è possibile rileggere i profili, così come su tutte le passate edizioni di Ticino Business.

Ripercorriamo brevemente gli anni di fondazione delle differenti associazioni affiliate alla Cc- Ti (con un articolo pubblicato nell’edizione di ottobre di Ticino Business, alle pagine 53-55, e scaricabile anche qui), per mostrare che la storia è fatta di successi accaduti, che si sono mantenuti costanti. Nel tempo le associazioni hanno saputo prosperare e lavorare unite per il loro ramo economico, affrontando le sfide che il XX – ma già, in alcuni casi, il XIX – secolo ha posto dinnanzi ad esse. Molte cose sono cambiate, ma non la costanza di lavorare nell’interesse del settore e per la tutela della professione.

Con anni e anni di storia sulle spalle tutti gli attori in gioco, ossia le associazioni di categoria in Ticino, costituiscono dunque territorio ricco di esperienze, fattivo e propositivo, specchio di cambiamenti in atto e passati, che con caparbietà hanno affrontato numerose sfide, pronti a farlo anche in futuro. In quest’ottica, la Cc-Ti, è stata, negli anni, l’artefice del proprio successo con un constante sostegno a tutte le attività settoriali specifiche delle realtà associative. Scoprite il dialogo fra associazioni di categoria affiliate alla Cc-Ti e l’associazione mantello dell’economia ticinese leggendo questo articolo.

La Cc-Ti in prima linea per la crescita del Ticino

Testo a cura di Alessio del Grande

Vi proponiamo un interessante articolo (pubblicato sull’edizione di ottobre 2017 di Ticino Business, la nostra rivista ufficiale), che ripercorre, dalla fondazione della Cc-Ti nel 1917, i punti salienti dei 100 anni della nostra storia.

Corriere del Ticino, lunedì 22 gennaio 1917: “Ieri ebbe luogo l’assemblea straordinaria della Associazione Commerciale-industriale del Canton Ticino con sede a Lugano. Presenti 62 membri rappresentanti di 103 ditte, il Presidente Signor Giuseppe Greco dichiarò aperta l’assemblea e chiamò a scrutatori i signori Candido Greco e Guindani Augusto”.

È l’atto di nascita di quella che negli anni a venire diventerà la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti).
Allora il Cantone contava poco più di 150mila abitanti, oltre alla profonda crisi e allo sconvolgimento provocati della prima guerra mondiale, il Ticino si ritrovava con le macerie di fallimenti bancari che avevano dissestato decine d’imprese e bruciato i risparmi di migliaia di famiglie. Era dal 1830 che si auspicava, con una deliberazione del Gran Consiglio, la fondazione di una Camera cantonale di commercio. Ma dovevano passare ben 87 anni prima di raggiungere un traguardo reso sempre più impellente dalle restrizioni ai commerci e alle attività produttive, imposte dalla guerra, e dalla necessità di dotare il Cantone di una “bussola” per mantenere sulla rotta giusta la sua economia.
Il forte intervenzionismo dello Stato nell’economia privata durante la guerra dal 1914 al 1918 suggerì al ceto commerciale ed industriale del nostro Cantone di creare una Camera di commercio” annoterà Carlo Kuster, per un trentennio storico Segretario della nuova istituzione.

Negli anni Venti la Cc-Ti si occupava già di tematiche ricorrenti nei suoi 100 anni, come i trasporti e la mobilità. Allora vi era la ferrovia a tener banco.

I primi anni della Camera saranno contraddistinti dall’impegno per orientare e agevolare commerci e imprese tra le tante prescrizioni restrittive adottate dai Paesi belligeranti, che rendevano assai difficili sia la produzione che lo scambio di merci.
Nel rapporto di esercizio della Camera per il 1917-18 si legge: “Tutto lascia supporre che anche a guerra finita le varie attività economiche non riconquisteranno la perduta libertà (…), importazioni ed esportazioni rimarranno molto probabilmente soggette, e chi sa per quanto tempo ancora, alla vigilanza degli enti pubblici”. Già allora era forte il richiamo a quella libertà economica, poi riconosciuta nell’articolo 27 della Costituzione svizzera, che resterà sempre uno dei principi guida nell’azione della Camera di commercio, che con l’assemblea del 20 ottobre festeggia i cento anni di attività.

Scaricate l’articolo completo, che parla della storia e delle battaglie della Cc-Ti, sempre in difesa della libertà economica, lungo tutto il XX secolo, fino ad arrivare ai giorni nostri.

Svizzera-Italia, quali relazioni economiche?

di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Si è tenuta a Lugano ad inizio ottobre la quarta edizione del Forum per il dialogo tra la Svizzera e l’Italia, seguito poi da vari gruppi di lavoro che si confrontano su temi scelti delle relazioni bilaterali (anche se il termine “bilaterale” oggi equivale purtroppo quasi a un’ingiuria…). Si può disquisire a lungo sull’utilità di tali incontri, perché sovente non ci sono risultati immediati e tangibili, anche perché non sono queste le sedi per farlo. È però essenziale mantenere aperto un canale di comunicazione a livello ministeriale, che apre poi la strada a negoziati più concreti sui molti temi che preoccupano i due territori. In generale, è sempre meglio confrontarsi direttamente che insultarsi per via mediatica, perché magari discutendo si può calmare qualche bollente spirito e affrontare seriamente talune questioni, soprattutto di ordine economico. E qui è giusto sottolineare come purtroppo la politica estera svizzera in passato abbia per troppo tempo sottovalutato i rapporti con l’Italia, riducendoli spesso a questione quasi solo ticinese, quando invece siamo confrontati a un Paese economicamente molto importante per tutta la Svizzera. L’Italia è il quinto partner commerciale del nostro Paese e già solo per questo i rapporti bilaterali   meriterebbero una maggiore considerazione. Che invero c’è in parte stata negli ultimi anni, anche se restano macchie non da poco, come quella di condurre trattative importanti in inglese. Una cosa che non sarebbe mai successa con Francia e Germania, mentre è quasi uso corrente nei rapporti con l’Italia. Errore strategico importante, anche perché il nostro vicino meridionale non è un partner facilissimo, non per  forza per cattiva volontà, ma per una certa complessità intrinseca del sistema italiano e per i frequenti cambi di Governi e Ministri.

L’Italia è il quinto partner commerciale del nostro Paese e già solo per questo i rapporti bilaterali meriterebbero una maggiore considerazione.

Come detto, una maggiore attenzione alle varie sfumature, non da ultimo quella culturale, che caratterizzano i rapporti economici fra Italia e Svizzera, è un elemento assolutamente fondamentale non solo per il Ticino ma per tutta la Confederazione. Non è un caso che ad esempio la famosa (o famigerata, a seconda dei punti di vista) questione delle liste nere italiane per le aziende svizzere, sia assurta a tema nazionale quando ci si è resi conto che non penalizzava solo le imprese ticinesi, ma tutte quelle elvetiche. Stesso discorso per la modifica della Legge federale sull’imposta sul valore aggiunto (IVA), che abbiamo fatto emergere come discriminatoria verso le aziende svizzere e che nel frattempo è stata corretta. Sarà stato casuale, ma l’aiuto decisivo per portare questi temi e le relative discussioni sul tavolo della politica federale a suo tempo è venuto da Ignazio Cassis, nuovo Responsabile della politica estera svizzera a partire dal prossimo 1° novembre. Senza voler caricare il nuovo Consigliere Federale di eccessive aspettative, è però innegabile che è legittimo aspettarsi un’accresciuta sensibilità per la comprensione di questioni che da qualche tempo rendono più difficili i rapporti bilaterali Svizzera-Italia dal punto di vista economico. Al di là dei giusti convenevoli fra ministri, i dossier aperti sono complessi e numerosi e quantità e qualità delle problematiche non diminuiranno certo in futuro. Nessuno deve aspettarsi miracoli negoziali e spesso è necessario anche fare la voce grossa, ma lo scontro continuo con uno dei più importanti partner commerciali della Svizzera non è probabilmente la via migliore per risolvere i problemi. Anche qui, come sempre nella vita, è questione di equilibrio.

Dove esportare i propri prodotti?

In una discussione da bar o in un incontro informale tra amici, più di una volta ci è capitato di sentire commenti più o meno vaghi su uno o l’altro mercato quale opportunità di sbocco per esportare prodotti. Dove esportare dunque con maggiori probabilità di successo? Domanda molto generale a cui si può rispondere solo in maniera altrettanto generica. Evidentemente ogni prodotto ha le proprie peculiarità ed ogni mercato ha le proprie regole. Inoltre, come principio generale si potrebbe anche affermare che è più facile esportare nei Paesi limitrofi (per evidenti motivi di spostamento e di trasporto) ma anche verso quei mercati dove riesce più facile comunicare (nella lingua del posto o in inglese) e fare affari.

Detto ciò, senza nessuna pretesa di esaustività e ricordando che prima di muoversi all’estero è essenziale eseguire una precisa ricerca di mercato, ci spingiamo un po’ oltre le nostre consuetudini nel fornire informazioni, proponendo alcuni mercati particolarmente interessanti in questo momento (fine 2017):

  • In Germania i consumi privati rimangono un fattore chiave della crescita, sostenuti da un incremento del potere d’acquisto delle famiglie e da un calo della disoccupazione. L’industria automobilistica rappresenta il settore più importante del comparto manifatturiero tedesco e al suo interno, in un’ottica di continua innovazione, il segmento della subfornitura è interessato a incrementare le collaborazioni con partner internazionali. Il settore sanitario è sotto pressione a causa dei mutamenti demografici e prodotti medicali, dentali e farmaceutici innovativi sono sempre più richiesti.
  • La Nigeria è il paese più grande d’Africa e grazie all’elevato tasso di crescita demografica, la nazione passerà dagli attuali 200 milioni di abitanti a 400 milioni entro il 2030-35. Inoltre, con un PIL che oscilla tra i 400 e i 600 miliardi di dollari negli ultimi quattro anni, è diventata la prima economia d’Africa, spodestando il Sudafrica. Il Paese presenta un grande deficit energetico: la capacità di produzione di energia elettrica è ben inferiore al fabbisogno e le reti di distribuzioni devono essere rafforzate. Il governo presta particolare attenzione alle energie rinnovabili. La classe media in crescita richiede attrezzature ospedaliere, prodotti farmaceutici ma anche prodotti cosmetici e, più in generale, prodotti di consumo di elevata qualità.
  • Negli ultimi 15-20 anni, la Colombia ha subito profondi cambiamenti passando progressivamente dal controllo statale al libero mercato. La forte crescita della classe media e il conseguente incremento della richiesta di prodotti di qualità aprono numerose nicchie di mercato per i beni di consumo superiori. La quarta generazione di concessioni viarie, l’ambizioso “Piano 4G” del Ministero dei trasporti, prevede l’ammodernamento e la costruzione di nuove infrastrutture per una maggiore efficienza del sistema stradale colombiano: interventi su strade, ponti, tunnel sono una priorità, così come la creazione di nuovi collegamenti, non solo stradali ma anche ferroviari e lo sviluppo e l’espansione di porti e aeroporti.
  • In India negli ultimi anni il Governo Modi ha lanciato una serie di piani industriali, principalmente volti a colmare il deficit energetico ed infrastrutturale del Paese. La crescita economica e demografica ha determinato un incremento del fabbisogno energetico e in questo contesto il Governo ha individuato il settore delle energie rinnovabili come comparto chiave per promuovere una crescita sostenibile. Il Paese ha inoltre dato il via a imponenti progetti di sviluppo di una buona parte del sistema infrastrutturale tra cui il Corridoio Industriale Delhi-Mumbai che dà vita a varie Smart Cities e l’ammodernamento della sua immensa rete ferroviaria.

 

Marco Passalia, vice direttore e responsabile Servizio Export Cc-Ti

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana

Il servizio Export della Cc-Ti e S-GE sono a vostra disposizione per consulenze in ambito di esportazioni. Contatti email: Cc-Ti e S-GE