Nel corso delle ultime settimane mercati e governi centrali hanno posto molta attenzione alla situazione turca.
Occorre pertanto valutare anche l’impatto potenziale di un nuovo periodo di tensioni finanziarie in Turchia attraverso tre canali: esposizione in valuta estera, comportamento nei pagamenti e potenziali ricadute.
Dopo il recente intervento militare turco nella Siria settentrionale,
l’amministrazione statunitense ha reagito con una tariffa del 50% sulle
importazioni di acciaio turco, misura recentemente revocata in via provvisoria.
L’impatto diretto di questa misura è stato, e sarebbe in caso di riattivazione,
piuttosto contenuto dato che gli US sono un partner di esportazione minore per
l’economia turca (4.9% del totale).
Tuttavia, gli impatti indiretti, come l’evoluzione della lira turca (TRY),
il differimento del debito e il comportamento in materia di pagamenti,
avrebbero conseguenze più ampie.
L’economia turca non è immune da un nuovo shock. Sebbene sia già uscita
dalla profonda recessione del secondo semestre 2018, innescata da un forte
shock dei tassi di cambio (fino a -50% di deprezzamento del tasso di cambio),
la crescita del PIL rimane contenuta (-0,2% nel 2019 e +2,3% nel 2020).
Dovrebbe tornare al livello precedente la crisi solo nel 2021.
Diventerebbe invece assai problematico per la Turchia se l’UE aderisse a
nuove eventuali sanzioni statunitensi (come ha fatto con la Russia nel 2014).
Ad ogni modo riteniamo che, poiché l’esposizione dell’Europa all’economia turca
è significativa, ciò renda al momento improbabili sanzioni finanziarie severe. In
aggiunta l’UE dipende dalla Turchia per trattenere un afflusso potenzialmente
enorme di rifugiati verso l’UE.
Le riserve estere della Turchia hanno recuperato in parte grazie al
riequilibrio della bilancia commerciale. Tuttavia, le riserve in valuta estera
sono ancora sotto il livello adeguato: non coprono tutte le potenziali esigenze
di liquidità che si presenterebbero in caso di shock.
Il deterioramento dei termini di pagamento è il risultato di un
fabbisogno di liquidità maggiore da quando i giorni medi di pagamento (DSO)
sono aumentati di +11 giorni dal 2008 (68 giorni) al 2018 (79 giorni). Parallelamente,
prevediamo che le insolvenze aziendali cresceranno del +8% nel 2019 raggiungendo
un livello pari a +20% in confronto al valore minimo del 2016.
Le economie europee non sono immuni da eventuali contagi. Il circuito
bancario-sovrano è il canale d’impatto più probabile. Le banche dell’UE hanno
una delle più ampie esposizioni verso la Turchia e, allo stesso tempo, alcune
economie europee devono ancora affrontare un livello significativo di crediti
in sofferenza nei loro sistemi bancari e livelli elevati di debito pubblico.
Le banche spagnole, francesi e britanniche sono
le più esposte con la Turchia e l’esposizione complessiva è ancora rilevante,
nonostante un calo simmetrico nell’ultimo anno (-20% circa).
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.png00Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-11-26 09:39:552019-11-26 14:51:59Turchia: uno sguardo da vicino
Il primo gennaio 2020 sono entrate in vigore le nuove regole Incoterms ICC. Presso la Cc-Ti è acquistabile il libro in versione italiano/inglese.
Si è concluso il processo di revisione delle Regole Incoterms®, avviato nel 2016, e il 1° gennaio 2020 sono entrate in vigore le nuove clausole di resa. Ogni dieci anni la Camera di commercio internazionale effettua questo esercizio di rinnovamento per renderle più performanti e per adattarle alle necessità pratiche degli attori attivi nel commercio internazionale.
La nuova edizione degli Incoterms® presenta alcune novità che saranno approfondite durante il corso di aggiornamento, in agenda il 23 gennaio.
Come noto gli Incoterms® sono di supporto alle imprese nell’evitare di incorrere in costi non necessari chiarificando, all’interno del contratto, le obbligazioni delle parti, i costi e i rischi sostenuti da ciascuna di esse durante le operazioni di import ed export delle merci.
Presso la Cc-Ti sono disponibili i libri “Incoterms 2020” nella versione italiano/inglese. Per chi desiderasse acquistarne una o più copie è pregato di scrivere un email con i propri dati.
Costi: (70 CHF per i soci / 82 CHF per i non soci + spese di spedizione).
Gli Emirati Arabi Uniti sono stati al centro dell’Evento Paese organizzato il 20 novembre presso l’Hotel Villa Sassa a Lugano dalla Cc-Ti, in collaborazione con i partner export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M. Zardi & Co).
I relatori della serata, da sinistra: Gaetano Loprieno, Gehrard Romanescu, Donald McKernan, Patricia Ceppi Bota, Valentina Rossi, Marco Arrighini, Roberto Nanni e Ruedi Büchi.
L’interesse verso gli Emirati Arabi Uniti è alto e ne è stata la prova il numeroso pubblico presente alla conferenza dedicata a scoprire questo mercato. Gli Emirati Arabi Uniti sono un hub centrale che collega il mondo occidentale con quello orientale. La Svizzera, in seno all’AELS, può inoltre godere dei vantaggi dell’accordo di libero scambio siglato con i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) ed entrato in vigore nel 2014, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. E gli EAU non mancheranno sicuramente di stupire in vista dell’Expo 2020, che renderà Dubai il fulcro mondiale dell’economia.
La perla del GCC
Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano la destinazione con il più alto volume di esportazioni svizzere tra i Paesi del GCC, ha sottolineato Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East di S-GE. Oltre alle classiche “tre T inglesi”, turismo, commercio e trasporti, gli EAU offrono opportunità interessanti anche in molti altri settori quali ad esempio la sanità, il medtech, le tecnologie aeronautiche e aerospaziali o ancora il cleantech, le energie rinnovabili o l’ICT. Quale migliore occasione quindi per conoscere gli EAU se non partecipare a Expo 2020? La Svizzera sarà presente con lo Swiss Pavilion, nel quale vi saranno momenti dedicati alle aziende elvetiche. Grazie al supporto di S-GE, gli imprenditori potranno attivamente prendere parte all’esposizione internazionale.
Per chi esporrà a Expo 2020, il supporto logistico sarà fondamentale. Gaetano Loprieno e Roberto Nanni di Cippà Trasporti SA suggeriscono di prepararsi per tempo e valutare l’utilizzo di un’esportazione temporanea della propria merce tramite il Carnet ATA. Gli Emirati Arabi Uniti non solo ospiteranno una fiera internazionale dai numeri da record, ma già oggi contano infrastrutture straordinarie come ad esempio il porto di Jebel Ali, il nono porto per container più grande al mondo.
Un settore di
punta: il turismo
Gli EAU rappresentano una piazza interessante, ricca ed accogliente nonché facilitatrice nel fare business, ha evidenziato Gerhard Romanescu, Director di PwC. Con la giusta preparazione, possono infatti essere superati senza ostacoli le complicazioni legislative e culturali. Il turismo negli Emirati Arabi Uniti ha registrato un continuo progresso e diversificazione per diventare uno dei settori economici in maggiore crescita nel mondo. Secondo i dati presentati da Romanescu, 25 milioni di persone si recheranno a Dubai entro il 2025, portando la città ad essere la più visitata al mondo.
Rischio basso e
inflazione modesta
Con un rischio di business considerato “basso”, gli EAU rappresentano un mercato relativamente sicuro. Le grandi società tendono inoltre ad avere un comportamento di pagamento adeguato. Le piccole e medie imprese possono invece rappresentare un rischio significativo di mancato pagamento, ha dichiarato Marco Arrighini, Head of Southern Region di Euler Hermes Switzerland, invitando a prestare attenzione poiché la legge sull’insolvenza non fornisce purtroppo molto sostegno.
Dall’inizio
del 2019, il Paese ha subito una deflazione (2%) a causa del calo dei prezzi
delle case e degli effetti dell’introduzione dell’IVA nel 2018 (5%). Nel 2019 Euler
Hermes prevede che queste tendenze continueranno e che vi sarà una deflazione
media per l’intero anno dell’1,4%, seguita da un ritorno a un’inflazione
modesta di circa + 1,5%.
Sapersi adattare al mercato
A portare la propria esperienza diretta negli Emirati Arabi Uniti, la Soho Flordis International Switzerland SA (SFI), azienda di prodotti farmaceutici naturali presente a Bioggio – prima come Pharmanton poi come Ginsana – che oggi vende i propri prodotti in oltre 50 Paesi, come ha presentato Donald McKernan, Head of Business Unit SFI Brands. SFI è presente negli EAU da oltre 33 anni e ha saputo adattare la sua strategia di vendita per penetrare in modo efficace sul mercato. Come spiegato da Patricia Ceppi Bota, Sales Manager Middle East di SFI, anche il packaging dei prodotti venduti nelle farmacie è stato adattato alla cultura araba. Importante inoltre tenere conto delle diverse registrazioni necessarie per poter operare sul mercato, senza inoltre sottovalutare gli aspetti logistici per giungere a destinazione nelle tempistiche previste.
Gli aspetti logistici, Gaetano Loprieno, ufficio Commerciale e Roberto Nanni, capo area spedizioni aereo & mare, Cippà Trasporti SA
La testimonianza aziendale, Donald McKernan, Head of Business Unit SFI Brands e Patricia Ceppi Bota Sales Manager Middle East, Soho Flordis International Switzerland SA
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2019/11/ART19_eau.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-11-21 10:14:272021-03-01 16:43:37Emirati Arabi Uniti: grande interesse da parte degli imprenditori ticinesi
Risulta sempre più importante il perfezionamento dei collaboratori anche nell’ottica delle nuove tecnologie.
In una società sempre più tecnologica e dove termini quali ‘digitalizzazione’, ‘digitale’ e ‘progresso tecnologico’ sono all’ordine del giorno, è bene che ogni azienda si concentri anche sull’aggiornamento delle competenze digitali delle proprie risorse umane. Proprio perché il capitale umano risulta essere quello più importante per la struttura aziendale, concentrarsi sul perfezionamento delle qualifiche (anche digitali) dei dipendenti è una strategia sulla quale puntare. Parliamo di “digital upskilling“. Nella mattina del 18 novembre la Cc-Ti, in collaborazione con PWC, vi ha dedicato un evento di networking, in cui sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Glenda Brändli, Partner financial service e Responsabile PwC, Lugano.
Verso una maggiore consapevolezza, cavalcando l’onda del cambiamento
È noto come l’economia digitale possa offrire prospettive di crescita in svariati ambiti aziendali, come pure facilitare la vita di tutti i giorni (professionale e privata). Occorre però porre l’accento sulla richiesta di consapevolezza da parte degli attori in gioco degli effetti e sviluppi tecnologici, che mutano in modo repentino. Come? La diffusione delle nuove tecnologie in ogni ambito produttivo e sociale genera l’affermarsi di modelli di business e di gestione aziendale innovativi. In questo contesto è imperativo che ogni azienda possa disporre di personale qualificato per rispondere alle rinnovate esigenze del mondo del lavoro. Il cambiamento in atto è inarrestabile, con un’apertura verso le opportunità da cogliere è possibile sfruttare i vantaggi che il ‘digitale’ porta con sé.
Parola d’ordine: formazione continua
Un’analisi e il monitoraggio frequente delle performances aziendali – nell’ottica di una strategia a 360° – può identificare le aree dove si necessitano misure da intraprendere: la formazione è una di queste. I ‘mestieri del futuro’ andranno immaginati e preparati con corsi ad hoc, vista la rapidità con cui le competenze specifiche diventano obsolete. A fronte di ciò la manodopera sarà sempre più specializzata. Ecco dunque perché ogni azienda dovrebbe “mappare” le competenze, specialmente quelle digitali, di ogni collaboratore e pianificare azioni volte all’incremento delle stesse.
Quali skills verranno richieste in futuro?
Vengono identificati 3 tipi di competenze, che si suddividono in: cognitive, sociali e digitali. Nell’ambito digitale occorrerà far leva sugli aspetti tecnici di conoscenza delle infrastrutture e dei tool con cui si opera, accanto all’interazione tra uomo e macchina.
Un esempio concreto
In sala durante il Networking Business Breakfast è stata presentata la testimonianza di PWC, che ha introdotto da un lato un’app tramite la quale ogni dipendente ha potuto conoscere il proprio QI digitale e migliorarlo costantemente grazie agli input offerti dall’app, dall’altra degli e-learning di ‘digital upskilling’ con l’obiettivo di migliorare la propria conoscenza di determinati programmi quali Alterix e Power BI. L’invito ai dipendenti a seguire gli e-learning e a usare l’app è stato attivato con due metodologie: quale obiettivo personale delle performaces annuali e con la creazione di una competizione interna più ludica. Il tutto ha portato ad un allineamento delle competenze digitali di base per tutti i collaboratori.
Scopri la video intervista con Glenda Brändli, Partner financial service e Responsabile PwC Lugano. Con lei abbiamo approfondito alcuni aspetti dell’upskilling digitale.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2019/11/ART19-nbb18.11.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-11-18 15:26:172019-12-13 09:10:13Aggiornamento delle competenze digitali
Una riflessione del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni.
“Non scrivere mai di un posto finché non sei lontano da esso, perché questo ti dà una prospettiva” scriveva Ernest Hemingway.
Come dargli torto? Spesso una sana distanza permette quel distacco sufficiente per meglio comprendere tutte le sfaccettature di una situazione. Vale senza dubbio anche nel caso della nostra realtà ticinese, a volte magari un po’ troppo autoreferenziale e poco avvezza a tener conto delle varie prospettive. Prospettive diverse che non devono certo servire a mascherare cose che non funzionano, ma che possono essere molto utili per apprezzare quanto di buono il Ticino riesce a esprimere e offrire.
Le aziende sono abituate a questo genere di esercizio visto che, sempre più, è richiesta una grande flessibilità e capacità di adattamento, che obbliga a muoversi costantemente e a ottenere il meglio da ogni punto di vista.
Come ho sottolineato in occasione della nostra Assemblea Generale Ordinaria di quest’anno, anche la Cc-Ti è abituata a giostrare fra gli interessi di associazioni, aziende grandi e piccole, rivolte al mercato interno o esportatrici, nessun settore escluso. Come è normale che sia per un’associazione-mantello sorretta da una base estremamente diversificata. Naturale quindi la necessità di tenere conto sempre di prospettive diverse, sia come osservatori, sia come attori. È un principio fondamentale del nostro agire e ammetto che sia un po’ frustrante che non venga percepito e rispettato.
E, parlando di prospettive, quale migliore esempio se non il decalogo di Abramo Lincoln, vero manifesto liberale, di una semplicità quasi disarmante, ma proprio per questo ancora e sempre attualissimo e che andrebbe ricordato instancabilmente.
Il valore delle sue parole è mille volte più significativo di fiumi di inchiostro (o, per essere moderni, di tanti click…) e se, aggiungo, nel corso del tempo esse continuano a risultare attuali ci sarà un perché.
Mi piace ricordare sei principi particolarmente forti (il decalogo completo si trova facilmente su Internet) e che mi piacerebbe tornassero a essere patrimonio comune della discussione pubblica nel nostro cantone:
Non si può rafforzare il debole indebolendo il forte.
Non si possono aiutare gli uomini piccoli abbattendo quelli grandi.
Non si possono aiutare i poveri distruggendo i ricchi.
Non si può elevare il lavoratore dipendente danneggiando il datore di lavoro.
Non si possono costruire carattere e coraggio togliendo all’uomo la capacità d’iniziativa e la sua indipendenza.
Non si possono aiutare gli uomini in maniera permanente facendo per loro ciò che essi potrebbero o dovrebbero fare da soli.
E sempre in tema di prospettive, ritengo utili ricorrere a due ulteriori citazioni, particolarmente interessanti e sempre reali, visto che ci avviamo verso una campagna referendaria contro la più che necessaria riforma fiscale cantonale.
“Aliquote d’imposta ridotti stimoleranno l’attività economica e alzeranno quindi il livello dei redditi dei cittadini e delle imprese, in modo che nei prossimi anni il flusso di ricavi per il governo federale non diminuirà, ma anzi aumenterà”.
“Ogni dollaro sottratto alle imposte, speso o investito, creerà un nuovo impiego e un nuovo salario. I quali a loro volta creeranno altri impieghi e altri salari, più clienti e più crescita per un’economia americana in piena espansione”.
Chi ha pronunciato queste frasi? Probabilmente in tanti saranno sorpresi nell’apprendere che non si tratta di Ronald Reagan o George Bush, cioè di presidenti americani indicati come campioni del neo-liberismo selvaggio, ma di John Fitzgerald Kennedy, icona (a mio avviso a torto) di una buona fetta della sinistra europea. I due interventi del 1962 e del 1963 dovrebbero far riflettere anche nella nostra piccola realtà ticinese.
È, appunto, questione di prospettive.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2018/07/ART18-luca_albertoni_orizz.jpg586902Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-11-14 15:18:262021-03-02 14:27:44Questione di prospettive
Il 18 ottobre 2019 a Bellinzona si è tenuta la 102esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti. In questa speciale puntata di Zoom, interamente dedicata all’evento, ripercorriamo i momenti salienti con interviste mirate ai relatori.
Durante l’appuntamento, organizzato con i partner EFG Bank e Swisscom,Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, ha auspicato – dal canto suo – che anche al mondo imprenditoriale venga riconosciuta la credibilità che merita, sanzionando chi non rispetta le regole, ma rispettando il lavoro della stragrande maggioranza degli imprenditori onesti che contribuiscono alla crescita quantitativa e qualitativa del cantone.
Nel video di approfondimento, curato ed andato in onda su Teleticino, intervengono il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, il Consigliere di Stato Christian Vitta, il Presidente della Cc-Ti Glauco Martinetti, il Professor Dr. Lino Guzzella, ETH Zürich eFranco Polloni, Head of Switzerland & Italy Region EFG Bank. Scopriamo allora insieme quanto emerso!
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2019/11/CCTI_181019-1348.jpg11551732Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-11-13 15:24:532019-11-13 15:24:54Zoom dedicato alla 102° AGO Cc-Ti
Si è svolta a metà novembre la cerimonia di diploma dei corsisti che hanno frequentato la Scuola Manageriale della Cc-Ti ottenendo l’attestato federale.
Il gruppo dei diplomati (con alcuni corsisti mancanti), con il Presidente Cc-Ti Glauco Martinetti e il Direttore Cc-Ti Luca Albertoni
Lo scorso 7 novembre nella sede della Rapelli SA di Stabio si è tenuta la cerimonia di consegna degli attestati federali dei nuovi “Specialisti della gestione PMI”.
Un momento di festa e orgoglio, che ha visto 15 corsisti – che hanno frequentato la Scuola Manageriale della Cc-Ti nel periodo 2018/2019 – diplomarsi e ricevere l’ambito attestato. Alla cerimonia erano presenti il Presidente Cc-Ti Glauco Martinetti, il Direttore Cc-Ti Luca Albertoni, il Direttore della SSIB Ticino Roberto Klaus e Karin Illi, in rappresentanza di FIP Svizzera; unitamente ad alcuni docenti della Scuola Manageriale.
I nuovi “Specialisti della Gestione PMI”
Hanno ottenuto l’attestato federale: Moreno Bignasca, Gabriele Coduri, Gabriele Conceprio, Raffaele Condino, Federico Della Casa, Magdalena Drozda, Michel Ferrulli, Gianluca Fiorentino, Elena Fontana, Mattia Fontana, Simona Forni, Simone Galli, Alberto Gennari, Claudio Lanfranchini e Giovanni Morici. Professionisti attivi in settori economici differenti, che hanno condiviso e incrociato i loro percorsi per migliorare le loro competenze e lavorare nelle imprese con più incisività. Essi rappresentano uno spaccato interessante del tessuto economico ticinese, notoriamente molto variegato e composto da piccole e grandi aziende, del commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi.
Le voci dei diplomati
“I sei argomenti trattati creano in me una nuova consapevolezza che mi sostiene nell’affrontare correttamente nuove sfide in questo difficile e intricato momento economico“, afferma Magdalena Drozda. “È stato un breve ma intenso percorso che, grazie alla varietà dei moduli trattati, mi ha permesso di sviluppare diverse competenze, ponendo delle solide basi per il mio futuro personale e professionale” gli fa eco Moreno Bignasca. Sono solo due delle testimonianze che ben rappresentano le peculiarità del percorso intrapreso nella Scuola Manageriale della Cc-Ti.
In prima linea
Da sempre la formazione continua è una delle prerogative della Cc-Ti, al fine di formare e aggiornare dirigenti e personale delle aziende. I percorsi della Scuola manageriale sono stati consolidati, così come l’offerta formativa puntuale. Il contributo importante della Cc-Ti per un’imprenditoria di qualità.
Nell’ambito degli stage in azienda, in che modo devono agire i datori di lavoro relativamente al tema della copertura assicurativa contro gli infortuni (LAINF)? Ecco un breve vademecum.
È assodato che durante
uno stage “al fine di prepararsi alla scelta di una professione” presso un
datore di lavoro la persona è assicurata d’obbligo contro gli infortuni (art.
1a cpv. 1 lett. a LAINF in concomitanza con art. 1a cpv. 1 OAINF). Questo è naturalmente
valido anche per giovani studenti delle scuole medie.
La copertura
assicurativa si estende poi anche in ambito non professionale quando la persona
durante lo stage lavora almeno 8 ore settimanali (art. 8 LAINF con art. 13
OAINF). Se la durata del lavoro fosse invece inferiore, la copertura
assicurativa è valida solo per gli infortuni professionali (art. 7 LAINF)
compreso però il tragitto più breve per recarsi al lavoro o sulla via del
ritorno.
In caso d’infortunio
la persona avrà diritto alle prestazioni sanitarie previste dalla LAINF (art.
10 e segg.) così come alle prestazioni in contanti. Per quanto concerne
l’indennità giornaliera, anche gli stagisti fino a 20 anni, avranno diritto a
CHF 32.50/giorno dal 3. giorno dopo l’infortunio (art. 23 cpv. 6 OAINF).
Se la persona al
termine dello stage riceve un salario, quest’ultimo sarà determinante per
pagare i premi assicurativi. I premi assicurativi, che variano a dipendenza
della comunità di rischio alla quale è attribuita l’azienda, contro gli
infortuni professionali sono a carico del datore di lavoro, quelli per i premi
non professionali (se appunto lavoro > 8h/sett.) possono essere dedotti dal
salario. Il datore di lavoro riceverà la fattura per i premi complessivi.
Purtroppo spesso lo
stagista non riceve un salario, per cui in questi casi si calcolano i premi
assicurativi sulla base di un “salario fittizio” di CHF 41 [10% (148’200/365)]
per ogni giorno civile per i giovani fino a 20 anni (CHF 82/giorno se > 20
anni) così come previsto dall’art. 115 cpv. 1 lett. b OAINF.
Una notifica formale
al proprio assicuratore LAINF dell’inizio di ogni singolo stage non è
necessaria; basterà notificare le persone sulla solita dichiarazione salariale
LAINF di fine anno nella rubrica, se prevista, “salari supplementari, per es.
giovani, pensionati, tirocinanti” oppure nella lista assieme al resto del
personale occupato.
Per qualsiasi ulteriore richiesta di informazioni/precisazioni
il datore di lavoro può sicuramente rivolgersi al proprio assicuratore LAINF
contro gli infortuni (sia esso la Suva o un assicuratore privato).
Testo a cura di Fabio Bonaldi, Responsabile imprese, Suva Bellinzona
Vi ricordiamo che la Cc-Ti, attraverso il suo Servizio giuridico, è a disposizione delle imprese associate per fornire maggiori informazioni. Contattateci per altri dettagli!
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.png00Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-11-13 11:01:282019-11-13 11:43:57LAINF e stage: come comportarsi?
Vi proponiamo un’intervista al Presidente Cc-Ti Glauco Martinetti, sul tema dell’innovazione nel nostro territorio.
Recentemente è stato pubblicato uno studio della Commissione europea che dice che il Ticino è ai primi posti per innovazione. Lei vede questa forza anche nella realtà economica cantonale?
Certamente. Il nostro Cantone presenta una realtà economica estremamente diversificata in molteplici settori congiunturali con eccellenze differenti. Ogni agglomerato – dei quattro principali attivi sul territorio – presenta punti di forza peculiari che contribuiscono alla crescita economica. Sono innumerevoli gli esempi di aziende dall’alto potenziale che ogni giorno esportano i propri prodotti sui mercati internazionali, e lavorano attivamente in quello interno. La presenza di importanti istituti accademici e di ricerca con cui si collabora fattivamente incrementa in modo determinante la qualità dell’innovazione, permettendo anche al Ticino di garantire una performance di qualità.
Quali sono i fattori che hanno migliorato l’innovazione in Ticino?
Sicuramente il ‘fattore umano’ resta decisivo. Mi spiego meglio: il progresso tecnologico – frutto dell’esperienza e del genio umano – insieme a una costante formazione del personale (aspetto fondamentale per garantire la presenza di collaboratori qualificati sul territorio) incrementano le performance delle aziende. Ciò permette, insieme a investimenti mirati e continui nella Ricerca e Sviluppo (R&S), a una grande flessibilità dei modelli di business che si adattano alle costanti variazioni economiche, a un sistema-Paese che spinge sull’acceleratore dell’apertura e dell’incremento delle competenze – con la formazione duale –, di restare competitivi in tema di ‘innovazione’.
Cosa dobbiamo fare per mantenere questo alto livello tecnologico?
Mantenere elevata la qualità del ‘fare impresa’ nel nostro Paese (ovvero senza limitare la libertà economica delle aziende con burocrazia inutile), continuando a sostenere delle condizioni quadro tali per cui la R&S e l’attrattività dei sistemi di ricerca e l’istruzione possano trovare terreno fertile.
Articolo pubblicato sul Corriere del Ticino del 19.10.2019
Nel suo intervento all’Assemblea della Cc-Ti del 18 ottobre scorso il Professor Lino Guzzella, ex Rettore e Presidente sino 2018 del Politecnico federale di Zurigo, ha sottolineato l’importanza della creatività per il successo di un sistema economico.
Come sviluppare e trasmettere la creatività? E, ancora, la creatività è solo un problema di educazione e formazione o dipende anche dal clima socio-politico di un Paese?
“Credo che nessuno abbia una risposta esaustiva a questa domanda. Un paio di idee però si possono formulare – afferma il Professore -. Una completa e diversificata formazione di ba-se è sicuramente una condizione necessaria, perciò faccio un appello a tutta la società affinché non si trascuri questa risorsa. Come disse Ann Landers: “Se pensi che l’istruzione sia costosa, prova l’ignoranza”. Un altro elemento è offrire degli spazi ai giovani dove possano sviluppare e testare le loro idee, anche se poi non raggiungono il successo. Non da ultimo, voglio ricordare l’importanza del pensiero critico, che si fonda su un’analisi propria e non segue ciecamente la moda del giorno”.
L’innovazione è da sempre il propulsore della crescita svizzera, ma nell’ultimo rapporto del WEF sulla competitività mondiale il nostro paese è retrocesso dal quarto al quinto posto. Come spiega questa frenata?
“Una delle ragioni è che gli altri paesi si muovono sempre più rapidamente, specialmente i Paesi asiatici. La Svizzera ha avuto molto successo, ma dobbiamo stare sempre attenti a non riposare sugli allori. In un mondo globalizzato e competitivo, dobbiamo correre più veloci solo per restare dove siamo”.
Il rapporto annuale dell’UE sull’innovazione ha visto, invece, il Ticino balzare addirittura al secondo posto in una classifica con 230 Paesi e regioni dell’Europa. I motivi di questo successo, secondo lei?
“Il Ticino ha avuto una fase abbastanza difficile dopo i cambiamenti e gli scossoni nel settore finanziario. Ma questa crisi è stata il punto di partenza per sviluppare nuove idee e liberare nuove energie. Le risorse di base – educazione, economia e politica – del Ticino sono forti e il talento necessario per sfruttare queste opportunità c’è o può essere attirato dall’Europa”.
Quali sono gli asset più promettenti per il futuro economico del Cantone?
“Guardando all’aspetto tecnico e industriale, si può dire che la presenza di due solide università, l’USI e la SUPSI, combinata con i diversi centri di ricerca, quali IRB, Cardiocentro, IOR, IDSIA e altri istituti, rappresenta una base sicura per un futuro sempre più promettente”.
In Svizzera e in Ticino si registra uno squilibrio tra le competenze richieste dall’economia e quelle che riesce a garantire il sistema formativo nel suo complesso. È possibile colmare questo scarto?
“Non è facile, ma si deve trovare un equilibrio. La formazione professionale è certamente l’elemento più importante. Il sistema dell’apprendistato ha permesso alla Svizzera di arrivare ad un tasso di disoccupazione giovanile molto basso. Spero che l’economia, ma anche tutta la società, si rendano conto del valore di questo sistema e continuino a sostenerlo nella misura necessaria”.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2019/11/ART9-Guzzella.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2019-11-11 14:03:192019-11-11 14:03:20La creatività è la chiave del successo economico
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Turchia: uno sguardo da vicino
/in Internazionale, TematicheNel corso delle ultime settimane mercati e governi centrali hanno posto molta attenzione alla situazione turca.
Occorre pertanto valutare anche l’impatto potenziale di un nuovo periodo di tensioni finanziarie in Turchia attraverso tre canali: esposizione in valuta estera, comportamento nei pagamenti e potenziali ricadute.
Dopo il recente intervento militare turco nella Siria settentrionale, l’amministrazione statunitense ha reagito con una tariffa del 50% sulle importazioni di acciaio turco, misura recentemente revocata in via provvisoria. L’impatto diretto di questa misura è stato, e sarebbe in caso di riattivazione, piuttosto contenuto dato che gli US sono un partner di esportazione minore per l’economia turca (4.9% del totale).
Tuttavia, gli impatti indiretti, come l’evoluzione della lira turca (TRY), il differimento del debito e il comportamento in materia di pagamenti, avrebbero conseguenze più ampie.
L’economia turca non è immune da un nuovo shock. Sebbene sia già uscita dalla profonda recessione del secondo semestre 2018, innescata da un forte shock dei tassi di cambio (fino a -50% di deprezzamento del tasso di cambio), la crescita del PIL rimane contenuta (-0,2% nel 2019 e +2,3% nel 2020). Dovrebbe tornare al livello precedente la crisi solo nel 2021.
Diventerebbe invece assai problematico per la Turchia se l’UE aderisse a nuove eventuali sanzioni statunitensi (come ha fatto con la Russia nel 2014). Ad ogni modo riteniamo che, poiché l’esposizione dell’Europa all’economia turca è significativa, ciò renda al momento improbabili sanzioni finanziarie severe. In aggiunta l’UE dipende dalla Turchia per trattenere un afflusso potenzialmente enorme di rifugiati verso l’UE.
Le riserve estere della Turchia hanno recuperato in parte grazie al riequilibrio della bilancia commerciale. Tuttavia, le riserve in valuta estera sono ancora sotto il livello adeguato: non coprono tutte le potenziali esigenze di liquidità che si presenterebbero in caso di shock.
Il deterioramento dei termini di pagamento è il risultato di un fabbisogno di liquidità maggiore da quando i giorni medi di pagamento (DSO) sono aumentati di +11 giorni dal 2008 (68 giorni) al 2018 (79 giorni). Parallelamente, prevediamo che le insolvenze aziendali cresceranno del +8% nel 2019 raggiungendo un livello pari a +20% in confronto al valore minimo del 2016.
Le economie europee non sono immuni da eventuali contagi. Il circuito bancario-sovrano è il canale d’impatto più probabile. Le banche dell’UE hanno una delle più ampie esposizioni verso la Turchia e, allo stesso tempo, alcune economie europee devono ancora affrontare un livello significativo di crediti in sofferenza nei loro sistemi bancari e livelli elevati di debito pubblico. Le banche spagnole, francesi e britanniche sono le più esposte con la Turchia e l’esposizione complessiva è ancora rilevante, nonostante un calo simmetrico nell’ultimo anno (-20% circa).
Testo a cura di Marco Arrighini, Head of Southern Region, Euler Hermes Switzerland, Lugano
Libro “Incoterms 2020” in vendita
/in Internazionale, TematicheIl primo gennaio 2020 sono entrate in vigore le nuove regole Incoterms ICC. Presso la Cc-Ti è acquistabile il libro in versione italiano/inglese.
Si è concluso il processo di revisione delle Regole Incoterms®, avviato nel 2016, e il 1° gennaio 2020 sono entrate in vigore le nuove clausole di resa. Ogni dieci anni la Camera di commercio internazionale effettua questo esercizio di rinnovamento per renderle più performanti e per adattarle alle necessità pratiche degli attori attivi nel commercio internazionale.
La nuova edizione degli Incoterms® presenta alcune novità che saranno approfondite durante il corso di aggiornamento, in agenda il 23 gennaio.
Come noto gli Incoterms® sono di supporto alle imprese nell’evitare di incorrere in costi non necessari chiarificando, all’interno del contratto, le obbligazioni delle parti, i costi e i rischi sostenuti da ciascuna di esse durante le operazioni di import ed export delle merci.
Presso la Cc-Ti sono disponibili i libri “Incoterms 2020” nella versione italiano/inglese. Per chi desiderasse acquistarne una o più copie è pregato di scrivere un email con i propri dati.
Costi: (70 CHF per i soci / 82 CHF per i non soci + spese di spedizione).
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Emirati Arabi Uniti: grande interesse da parte degli imprenditori ticinesi
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi PaeseGli Emirati Arabi Uniti sono stati al centro dell’Evento Paese organizzato il 20 novembre presso l’Hotel Villa Sassa a Lugano dalla Cc-Ti, in collaborazione con i partner export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M. Zardi & Co).
L’interesse verso gli Emirati Arabi Uniti è alto e ne è stata la prova il numeroso pubblico presente alla conferenza dedicata a scoprire questo mercato. Gli Emirati Arabi Uniti sono un hub centrale che collega il mondo occidentale con quello orientale. La Svizzera, in seno all’AELS, può inoltre godere dei vantaggi dell’accordo di libero scambio siglato con i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) ed entrato in vigore nel 2014, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. E gli EAU non mancheranno sicuramente di stupire in vista dell’Expo 2020, che renderà Dubai il fulcro mondiale dell’economia.
La perla del GCC
Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano la destinazione con il più alto volume di esportazioni svizzere tra i Paesi del GCC, ha sottolineato Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East di S-GE. Oltre alle classiche “tre T inglesi”, turismo, commercio e trasporti, gli EAU offrono opportunità interessanti anche in molti altri settori quali ad esempio la sanità, il medtech, le tecnologie aeronautiche e aerospaziali o ancora il cleantech, le energie rinnovabili o l’ICT. Quale migliore occasione quindi per conoscere gli EAU se non partecipare a Expo 2020? La Svizzera sarà presente con lo Swiss Pavilion, nel quale vi saranno momenti dedicati alle aziende elvetiche. Grazie al supporto di S-GE, gli imprenditori potranno attivamente prendere parte all’esposizione internazionale.
Per chi esporrà a Expo 2020, il supporto logistico sarà fondamentale. Gaetano Loprieno e Roberto Nanni di Cippà Trasporti SA suggeriscono di prepararsi per tempo e valutare l’utilizzo di un’esportazione temporanea della propria merce tramite il Carnet ATA. Gli Emirati Arabi Uniti non solo ospiteranno una fiera internazionale dai numeri da record, ma già oggi contano infrastrutture straordinarie come ad esempio il porto di Jebel Ali, il nono porto per container più grande al mondo.
Un settore di punta: il turismo
Gli EAU rappresentano una piazza interessante, ricca ed accogliente nonché facilitatrice nel fare business, ha evidenziato Gerhard Romanescu, Director di PwC. Con la giusta preparazione, possono infatti essere superati senza ostacoli le complicazioni legislative e culturali. Il turismo negli Emirati Arabi Uniti ha registrato un continuo progresso e diversificazione per diventare uno dei settori economici in maggiore crescita nel mondo. Secondo i dati presentati da Romanescu, 25 milioni di persone si recheranno a Dubai entro il 2025, portando la città ad essere la più visitata al mondo.
Rischio basso e inflazione modesta
Con un rischio di business considerato “basso”, gli EAU rappresentano un mercato relativamente sicuro. Le grandi società tendono inoltre ad avere un comportamento di pagamento adeguato. Le piccole e medie imprese possono invece rappresentare un rischio significativo di mancato pagamento, ha dichiarato Marco Arrighini, Head of Southern Region di Euler Hermes Switzerland, invitando a prestare attenzione poiché la legge sull’insolvenza non fornisce purtroppo molto sostegno.
Dall’inizio del 2019, il Paese ha subito una deflazione (2%) a causa del calo dei prezzi delle case e degli effetti dell’introduzione dell’IVA nel 2018 (5%). Nel 2019 Euler Hermes prevede che queste tendenze continueranno e che vi sarà una deflazione media per l’intero anno dell’1,4%, seguita da un ritorno a un’inflazione modesta di circa + 1,5%.
Sapersi adattare al mercato
A portare la propria esperienza diretta negli Emirati Arabi Uniti, la Soho Flordis International Switzerland SA (SFI), azienda di prodotti farmaceutici naturali presente a Bioggio – prima come Pharmanton poi come Ginsana – che oggi vende i propri prodotti in oltre 50 Paesi, come ha presentato Donald McKernan, Head of Business Unit SFI Brands. SFI è presente negli EAU da oltre 33 anni e ha saputo adattare la sua strategia di vendita per penetrare in modo efficace sul mercato. Come spiegato da Patricia Ceppi Bota, Sales Manager Middle East di SFI, anche il packaging dei prodotti venduti nelle farmacie è stato adattato alla cultura araba. Importante inoltre tenere conto delle diverse registrazioni necessarie per poter operare sul mercato, senza inoltre sottovalutare gli aspetti logistici per giungere a destinazione nelle tempistiche previste.
Scarica le presentazioni:
Tourism & lodging sector in Dubai, Gerhard Romanescu, Director PwC
Trade Credit Risk Insights, Marco Arrighini, Head of Southern Region, Euler Hermes Switzerland
Business Opportunities, Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East, S-GE
Gli aspetti logistici, Gaetano Loprieno, ufficio Commerciale e Roberto Nanni, capo area spedizioni aereo & mare, Cippà Trasporti SA
La testimonianza aziendale, Donald McKernan, Head of Business Unit SFI Brands e Patricia Ceppi Bota
Sales Manager Middle East, Soho Flordis International Switzerland SA
La Cc-Ti ringrazia i partner export:
S-GE, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M.Zardi & Co SA
Aggiornamento delle competenze digitali
/in Appuntamenti, Networking Business BreakfastRisulta sempre più importante il perfezionamento dei collaboratori anche nell’ottica delle nuove tecnologie.
In una società sempre più tecnologica e dove termini quali ‘digitalizzazione’, ‘digitale’ e ‘progresso tecnologico’ sono all’ordine del giorno, è bene che ogni azienda si concentri anche sull’aggiornamento delle competenze digitali delle proprie risorse umane.
Proprio perché il capitale umano risulta essere quello più importante per la struttura aziendale, concentrarsi sul perfezionamento delle qualifiche (anche digitali) dei dipendenti è una strategia sulla quale puntare. Parliamo di “digital upskilling“. Nella mattina del 18 novembre la Cc-Ti, in collaborazione con PWC, vi ha dedicato un evento di networking, in cui sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Glenda Brändli, Partner financial service e Responsabile PwC, Lugano.
Verso una maggiore consapevolezza, cavalcando l’onda del cambiamento
È noto come l’economia digitale possa offrire prospettive di crescita in svariati ambiti aziendali, come pure facilitare la vita di tutti i giorni (professionale e privata). Occorre però porre l’accento sulla richiesta di consapevolezza da parte degli attori in gioco degli effetti e sviluppi tecnologici, che mutano in modo repentino. Come? La diffusione delle nuove tecnologie in ogni ambito produttivo e sociale genera l’affermarsi di modelli di business e di gestione aziendale innovativi. In questo contesto è imperativo che ogni azienda possa disporre di personale qualificato per rispondere alle rinnovate esigenze del mondo del lavoro. Il cambiamento in atto è inarrestabile, con un’apertura verso le opportunità da cogliere è possibile sfruttare i vantaggi che il ‘digitale’ porta con sé.
Parola d’ordine: formazione continua
Un’analisi e il monitoraggio frequente delle performances aziendali – nell’ottica di una strategia a 360° – può identificare le aree dove si necessitano misure da intraprendere: la formazione è una di queste.
I ‘mestieri del futuro’ andranno immaginati e preparati con corsi ad hoc, vista la rapidità con cui le competenze specifiche diventano obsolete. A fronte di ciò la manodopera sarà sempre più specializzata. Ecco dunque perché ogni azienda dovrebbe “mappare” le competenze, specialmente quelle digitali, di ogni collaboratore e pianificare azioni volte all’incremento delle stesse.
Quali skills verranno richieste in futuro?
Vengono identificati 3 tipi di competenze, che si suddividono in: cognitive, sociali e digitali. Nell’ambito digitale occorrerà far leva sugli aspetti tecnici di conoscenza delle infrastrutture e dei tool con cui si opera, accanto all’interazione tra uomo e macchina.
Un esempio concreto
In sala durante il Networking Business Breakfast è stata presentata la testimonianza di PWC, che ha introdotto da un lato un’app tramite la quale ogni dipendente ha potuto conoscere il proprio QI digitale e migliorarlo costantemente grazie agli input offerti dall’app, dall’altra degli e-learning di ‘digital upskilling’ con l’obiettivo di migliorare la propria conoscenza di determinati programmi quali Alterix e Power BI. L’invito ai dipendenti a seguire gli e-learning e a usare l’app è stato attivato con due metodologie: quale obiettivo personale delle performaces annuali e con la creazione di una competizione interna più ludica. Il tutto ha portato ad un allineamento delle competenze digitali di base per tutti i collaboratori.
Documentazione utile
Scarica la presentazione completa
Ulteriore approfondimento
Scopri la video intervista con Glenda Brändli, Partner financial service e Responsabile PwC Lugano. Con lei abbiamo approfondito alcuni aspetti dell’upskilling digitale.
Questione di prospettive
/in Comunicazione e mediaUna riflessione del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni.
“Non scrivere mai di un posto finché non sei lontano da esso, perché questo ti dà una prospettiva” scriveva Ernest Hemingway.
Come dargli torto? Spesso una sana distanza permette quel distacco sufficiente per meglio comprendere tutte le sfaccettature di una situazione. Vale senza dubbio anche nel caso della nostra realtà ticinese, a volte magari un po’ troppo autoreferenziale e poco avvezza a tener conto delle varie prospettive. Prospettive diverse che non devono certo servire a mascherare cose che non funzionano, ma che possono essere molto utili per apprezzare quanto di buono il Ticino riesce a esprimere e offrire.
Le aziende sono abituate a questo genere di esercizio visto che, sempre più, è richiesta una grande flessibilità e capacità di adattamento, che obbliga a muoversi costantemente e a ottenere il meglio da ogni punto di vista.
Come ho sottolineato in occasione della nostra Assemblea Generale Ordinaria di quest’anno, anche la Cc-Ti è abituata a giostrare fra gli interessi di associazioni, aziende grandi e piccole, rivolte al mercato interno o esportatrici, nessun settore escluso. Come è normale che sia per un’associazione-mantello sorretta da una base estremamente diversificata. Naturale quindi la necessità di tenere conto sempre di prospettive diverse, sia come osservatori, sia come attori. È un principio fondamentale del nostro agire e ammetto che sia un po’ frustrante che non venga percepito e rispettato.
E, parlando di prospettive, quale migliore esempio se non il decalogo di Abramo Lincoln, vero manifesto liberale, di una semplicità quasi disarmante, ma proprio per questo ancora e sempre attualissimo e che andrebbe ricordato instancabilmente.
Il valore delle sue parole è mille volte più significativo di fiumi di inchiostro (o, per essere moderni, di tanti click…) e se, aggiungo, nel corso del tempo esse continuano a risultare attuali ci sarà un perché.
Mi piace ricordare sei principi particolarmente forti (il decalogo completo si trova facilmente su Internet) e che mi piacerebbe tornassero a essere patrimonio comune della discussione pubblica nel nostro cantone:
E sempre in tema di prospettive, ritengo utili ricorrere a due ulteriori citazioni, particolarmente interessanti e sempre reali, visto che ci avviamo verso una campagna referendaria contro la più che necessaria riforma fiscale cantonale.
“Aliquote d’imposta ridotti stimoleranno l’attività economica e alzeranno quindi il livello dei redditi dei cittadini e delle imprese, in modo che nei prossimi anni il flusso di ricavi per il governo federale non diminuirà, ma anzi aumenterà”.
“Ogni dollaro sottratto alle imposte, speso o investito, creerà un nuovo impiego e un nuovo salario. I quali a loro volta creeranno altri impieghi e altri salari, più clienti e più crescita per un’economia americana in piena espansione”.
Chi ha pronunciato queste frasi? Probabilmente in tanti saranno sorpresi nell’apprendere che non si tratta di Ronald Reagan o George Bush, cioè di presidenti americani indicati come campioni del neo-liberismo selvaggio, ma di John Fitzgerald Kennedy, icona (a mio avviso a torto) di una buona fetta della sinistra europea. I due interventi del 1962 e del 1963 dovrebbero far riflettere anche nella nostra piccola realtà ticinese.
È, appunto, questione di prospettive.
Zoom dedicato alla 102° AGO Cc-Ti
/in Appuntamenti, Assemblea Generale Ordinaria, Eventi e missioniIl 18 ottobre 2019 a Bellinzona si è tenuta la 102esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti. In questa speciale puntata di Zoom, interamente dedicata all’evento, ripercorriamo i momenti salienti con interviste mirate ai relatori.
Durante l’appuntamento, organizzato con i partner EFG Bank e Swisscom, Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, ha auspicato – dal canto suo – che anche al mondo imprenditoriale venga riconosciuta la credibilità che merita, sanzionando chi non rispetta le regole, ma rispettando il lavoro della stragrande maggioranza degli imprenditori onesti che contribuiscono alla crescita quantitativa e qualitativa del cantone.
Nel video di approfondimento, curato ed andato in onda su Teleticino, intervengono il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, il Consigliere di Stato Christian Vitta, il Presidente della Cc-Ti Glauco Martinetti, il Professor Dr. Lino Guzzella, ETH Zürich e Franco Polloni, Head of Switzerland & Italy Region EFG Bank. Scopriamo allora insieme quanto emerso!
Nuovi Specialisti della gestione PMI
/in Formazione puntuale, Scuola managerialeSi è svolta a metà novembre la cerimonia di diploma dei corsisti che hanno frequentato la Scuola Manageriale della Cc-Ti ottenendo l’attestato federale.
Lo scorso 7 novembre nella sede della Rapelli SA di Stabio si è tenuta la cerimonia di consegna degli attestati federali dei nuovi “Specialisti della gestione PMI”.
Un momento di festa e orgoglio, che ha visto 15 corsisti – che hanno frequentato la Scuola Manageriale della Cc-Ti nel periodo 2018/2019 – diplomarsi e ricevere l’ambito attestato.
Alla cerimonia erano presenti il Presidente Cc-Ti Glauco Martinetti, il Direttore Cc-Ti Luca Albertoni, il Direttore della SSIB Ticino Roberto Klaus e Karin Illi, in rappresentanza di FIP Svizzera; unitamente ad alcuni docenti della Scuola Manageriale.
I nuovi “Specialisti della Gestione PMI”
Hanno ottenuto l’attestato federale: Moreno Bignasca, Gabriele Coduri, Gabriele Conceprio, Raffaele Condino, Federico Della Casa, Magdalena Drozda, Michel Ferrulli, Gianluca Fiorentino, Elena Fontana, Mattia Fontana, Simona Forni, Simone Galli, Alberto Gennari, Claudio Lanfranchini e Giovanni Morici.
Professionisti attivi in settori economici differenti, che hanno condiviso e incrociato i loro percorsi per migliorare le loro competenze e lavorare nelle imprese con più incisività. Essi rappresentano uno spaccato interessante del tessuto economico ticinese, notoriamente molto variegato e composto da piccole e grandi aziende, del commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi.
Le voci dei diplomati
“I sei argomenti trattati creano in me una nuova consapevolezza che mi sostiene nell’affrontare correttamente nuove sfide in questo difficile e intricato momento economico“, afferma Magdalena Drozda. “È stato un breve ma intenso percorso che, grazie alla varietà dei moduli trattati, mi ha permesso di sviluppare diverse competenze, ponendo delle solide basi per il mio futuro personale e professionale” gli fa eco Moreno Bignasca.
Sono solo due delle testimonianze che ben rappresentano le peculiarità del percorso intrapreso nella Scuola Manageriale della Cc-Ti.
In prima linea
Da sempre la formazione continua è una delle prerogative della Cc-Ti, al fine di formare e aggiornare dirigenti e personale delle aziende. I percorsi della Scuola manageriale sono stati consolidati, così come l’offerta formativa puntuale.
Il contributo importante della Cc-Ti per un’imprenditoria di qualità.
Contattaci per altre informazioni sulla Scuola Manageriale!
LAINF e stage: come comportarsi?
/in Risorse umane, TematicheNell’ambito degli stage in azienda, in che modo devono agire i datori di lavoro relativamente al tema della copertura assicurativa contro gli infortuni (LAINF)? Ecco un breve vademecum.
È assodato che durante uno stage “al fine di prepararsi alla scelta di una professione” presso un datore di lavoro la persona è assicurata d’obbligo contro gli infortuni (art. 1a cpv. 1 lett. a LAINF in concomitanza con art. 1a cpv. 1 OAINF). Questo è naturalmente valido anche per giovani studenti delle scuole medie.
La copertura assicurativa si estende poi anche in ambito non professionale quando la persona durante lo stage lavora almeno 8 ore settimanali (art. 8 LAINF con art. 13 OAINF). Se la durata del lavoro fosse invece inferiore, la copertura assicurativa è valida solo per gli infortuni professionali (art. 7 LAINF) compreso però il tragitto più breve per recarsi al lavoro o sulla via del ritorno.
In caso d’infortunio la persona avrà diritto alle prestazioni sanitarie previste dalla LAINF (art. 10 e segg.) così come alle prestazioni in contanti. Per quanto concerne l’indennità giornaliera, anche gli stagisti fino a 20 anni, avranno diritto a CHF 32.50/giorno dal 3. giorno dopo l’infortunio (art. 23 cpv. 6 OAINF).
Se la persona al termine dello stage riceve un salario, quest’ultimo sarà determinante per pagare i premi assicurativi. I premi assicurativi, che variano a dipendenza della comunità di rischio alla quale è attribuita l’azienda, contro gli infortuni professionali sono a carico del datore di lavoro, quelli per i premi non professionali (se appunto lavoro > 8h/sett.) possono essere dedotti dal salario. Il datore di lavoro riceverà la fattura per i premi complessivi.
Purtroppo spesso lo stagista non riceve un salario, per cui in questi casi si calcolano i premi assicurativi sulla base di un “salario fittizio” di CHF 41 [10% (148’200/365)] per ogni giorno civile per i giovani fino a 20 anni (CHF 82/giorno se > 20 anni) così come previsto dall’art. 115 cpv. 1 lett. b OAINF.
Una notifica formale al proprio assicuratore LAINF dell’inizio di ogni singolo stage non è necessaria; basterà notificare le persone sulla solita dichiarazione salariale LAINF di fine anno nella rubrica, se prevista, “salari supplementari, per es. giovani, pensionati, tirocinanti” oppure nella lista assieme al resto del personale occupato. Per qualsiasi ulteriore richiesta di informazioni/precisazioni il datore di lavoro può sicuramente rivolgersi al proprio assicuratore LAINF contro gli infortuni (sia esso la Suva o un assicuratore privato).
Testo a cura di Fabio Bonaldi, Responsabile imprese, Suva Bellinzona
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Vi ricordiamo che la Cc-Ti, attraverso il suo Servizio giuridico, è a disposizione delle imprese associate per fornire maggiori informazioni. Contattateci per altri dettagli!
Campioni dell’innovazione
/in Comunicazione e mediaVi proponiamo un’intervista al Presidente Cc-Ti Glauco Martinetti, sul tema dell’innovazione nel nostro territorio.
Recentemente è stato pubblicato uno studio della Commissione europea che dice che il Ticino è ai primi posti per innovazione. Lei vede questa forza anche nella realtà economica cantonale?
Certamente. Il nostro Cantone presenta una realtà economica estremamente diversificata in molteplici settori congiunturali con eccellenze differenti. Ogni agglomerato – dei quattro principali attivi sul territorio – presenta punti di forza peculiari che contribuiscono alla crescita economica. Sono innumerevoli gli esempi di aziende dall’alto potenziale che ogni giorno esportano i propri prodotti sui mercati internazionali, e lavorano attivamente in quello interno. La presenza di importanti istituti accademici e di ricerca con cui si collabora fattivamente incrementa in modo determinante la qualità dell’innovazione, permettendo anche al Ticino di garantire una performance di qualità.
Quali sono i fattori che hanno migliorato l’innovazione in Ticino?
Sicuramente il ‘fattore umano’ resta decisivo. Mi spiego meglio: il progresso tecnologico – frutto dell’esperienza e del genio umano – insieme a una costante formazione del personale (aspetto fondamentale per garantire la presenza di collaboratori qualificati sul territorio) incrementano le performance delle aziende. Ciò permette, insieme a investimenti mirati e continui nella Ricerca e Sviluppo (R&S), a una grande flessibilità dei modelli di business che si adattano alle costanti variazioni economiche, a un sistema-Paese che spinge sull’acceleratore dell’apertura e dell’incremento delle competenze – con la formazione duale –, di restare competitivi in tema di ‘innovazione’.
Cosa dobbiamo fare per mantenere questo alto livello tecnologico?
Mantenere elevata la qualità del ‘fare impresa’ nel nostro Paese (ovvero senza limitare la libertà economica delle aziende con burocrazia inutile), continuando a sostenere delle condizioni quadro tali per cui la R&S e l’attrattività dei sistemi di ricerca e l’istruzione possano trovare terreno fertile.
Articolo pubblicato sul Corriere del Ticino del 19.10.2019
La creatività è la chiave del successo economico
/in Appuntamenti, Assemblea Generale Ordinaria, Eventi e missioniNel suo intervento all’Assemblea della Cc-Ti del 18 ottobre scorso il Professor Lino Guzzella, ex Rettore e Presidente sino 2018 del Politecnico federale di Zurigo, ha sottolineato l’importanza della creatività per il successo di un sistema economico.
“Credo che nessuno abbia una risposta esaustiva a questa domanda. Un paio di idee però si possono formulare – afferma il Professore -. Una completa e diversificata formazione di ba-se è sicuramente una condizione
necessaria, perciò faccio un appello a tutta la società affinché non si trascuri questa risorsa. Come disse Ann Landers: “Se pensi che l’istruzione sia costosa, prova l’ignoranza”. Un altro elemento è offrire degli spazi ai giovani dove possano sviluppare e testare le loro idee, anche se poi non raggiungono il successo. Non da ultimo, voglio ricordare l’importanza del pensiero critico, che si fonda su un’analisi propria e non segue ciecamente la moda del giorno”.
L’innovazione è da sempre il propulsore della crescita svizzera, ma nell’ultimo rapporto del WEF sulla competitività mondiale il nostro paese è retrocesso dal quarto al quinto posto. Come spiega questa frenata?
“Una delle ragioni è che gli altri paesi si muovono sempre più rapidamente, specialmente i Paesi asiatici. La Svizzera ha avuto molto successo, ma dobbiamo stare sempre attenti a non riposare sugli allori. In un mondo globalizzato e competitivo, dobbiamo correre più veloci solo per restare dove siamo”.
Il rapporto annuale dell’UE sull’innovazione ha visto, invece, il Ticino balzare addirittura al secondo posto in una classifica con 230 Paesi e regioni dell’Europa. I motivi di questo successo, secondo lei?
“Il Ticino ha avuto una fase abbastanza difficile dopo i cambiamenti e gli scossoni nel settore finanziario. Ma questa crisi è stata il punto di partenza per sviluppare nuove idee e liberare nuove energie. Le risorse di base – educazione, economia e politica – del Ticino sono forti e il talento necessario per sfruttare queste opportunità c’è o può essere attirato dall’Europa”.
Quali sono gli asset più promettenti per il futuro economico del Cantone?
“Guardando all’aspetto tecnico e industriale, si può dire che la presenza di due solide università, l’USI e la SUPSI, combinata con i diversi centri di ricerca, quali IRB, Cardiocentro, IOR, IDSIA e altri istituti, rappresenta una base sicura per un futuro sempre più promettente”.
In Svizzera e in Ticino si registra uno squilibrio tra le competenze richieste dall’economia e quelle che riesce a garantire il sistema formativo nel suo complesso. È possibile colmare questo scarto?
“Non è facile, ma si deve trovare un equilibrio. La formazione professionale è certamente l’elemento più importante. Il sistema dell’apprendistato ha permesso alla Svizzera di arrivare ad un tasso di disoccupazione giovanile molto basso. Spero che l’economia, ma anche tutta la società, si rendano conto del valore di questo sistema e continuino a sostenerlo nella misura necessaria”.