Swissness + franco forte = futuro incerto

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

“A malincuore dobbiamo rinunciare ad utilizzare la croce svizzera su alcuni nostri prodotti”. Affermazione che emana non da qualche azienda contraffattrice della remota Cina (con tutto il rispetto) o da qualche sospetta impresa europea pizzicata a fregiarsi degli emblemi svizzeri grazie a strane triangolazioni. No, l’amara affermazione è della storica azienda svizzera Kambly, nota da generazioni per la produzione di biscotti, fra cui anche quelli mitici dell’esercito elvetico. Società con sede nella ridente Trubschachen (canton Berna, regione dell’Emmental), che impiega un gran numero di personale locale, spesso fedele alla causa per generazioni intere. Ebbene questo simbolo elvetico rinuncia alla croce svizzera perché le regole introdotte dalla nuova legislazione “Swissness”, in vigore dal 1° gennaio 2017, sono troppo restrittive e quindi punitive.

Un vero capolavoro politico-amministrativo, malgrado gli avvertimenti giunti anche dalle Camere di commercio e dell’industria svizzere. Il caso della Kambly non è infatti isolato, ma riguarda altri produttori di derrate alimentari, obbligati a garantire sistematicamente che l’80% delle materie prime (e il latte deve essere al 100% di produzione svizzera) siano elvetiche per tutti i prodotti. Senza questo elemento, niente passaporto rossocrociato. “Il meglio è il nemico mortale del buono” recita un celebre adagio e qui ne abbiamo una dimostrazione.

Durante i dibattiti parlamentari il progetto Swissness era stato presentato come lo strumento per creare impieghi in Svizzera e che le imprese avrebbero avuto tutto l’interesse ad adeguarsi per vendere i loro prodotti più cari. Vantaggi per tutti, aziende, dipendenti e consumatori, che avrebbero avuto a disposizione prodotti di migliore qualità. La realtà è ben diversa. Probabilmente, colmo dei paradossi, Toblerone non potrà più fregiarsi del marchio svizzero, così come la Knorr. Nota bene, per prodotti fabbricati in Svizzera. Le aziende dovranno pertanto basarsi maggiormente sulla (spesso vituperata) valorizzazione del marchio commerciale, piuttosto che sul prestigioso “Made in Switzerland” e quindi sull’origine del prodotto. Certo, è una tendenza mondiale, perché nessuno sembra essere infastidito dal fatto che i prodotti di Apple siano fabbricati in Cina, con la finezza del “Designed in the USA”, ma allora bisognerebbe avere il coraggio di dire che lo “Swiss Made” non serve più a nulla invece di creare un mostro burocratico dagli effetti perversi. Liberi tutti, ognuno se la gioca con il proprio marchio sul mercato e non se ne parli più.

Paradossalmente, per rafforzare le aziende svizzere nei confronti di quelle estere, il risultato è che lo “Swiss Made” lo potranno usare in pochi, secondo criteri che sembrano più attinenti ai giochi d’azzardo che non alle dinamiche del mercato. Come giocare al Lotto svizzero, insomma. Swissness e franco forte costituiscono quindi un connubio dagli effetti poco incoraggianti. Varie imprese in Svizzera hanno disposto licenziamenti e trasferimenti e non sono solo aziende dal tanto deprecato basso valore aggiunto o di filibustieri stranieri, ma storiche alla stregua della già menzionata Kambly. Come la Cornu Holding, insediata a Morat dal 1939 e che trasferirà in Romania una parte della produzione dei suoi biscotti, a causa dei costi di produzione svizzeri. Certo, i preparatissimi teorici sottolineeranno che si tratta di normali adattamenti della realtà economica. In parte può essere vero, ma allora la politica dovrebbe facilitare e non ostacolare le imprese svizzere. I mix di ideologia, burocrazia e superficialità possono essere letali.

 

Come e perché difendersi dagli attacchi “cyber “

È dinnanzi ad una sala gremita che si è tenuto, il 20 aprile scorso, l’evento “Cyber risk”, organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con l’Associazione Svizzera d’Assicurazioni (ASA).

Questo incontro aveva lo scopo di informare i nostri associati sulle attuali cyber minacce nel mondo e su come difendersi. Il tema è di stretta attualità e le minacce portate alle aziende tramite la rete sempre si fanno sempre più concrete.

Si è subito entrati nel vivo della tematica, dopo i saluti introduttivi di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, che ha spiegato quanto questo tema preoccupi il mondo aziendale e come vi sia ancora molto da fare a livello di informazione e prevenzione, non solo in Ticino, ma anche nel resto della Svizzera. Lucius Dürr, Direttore ASA, ha introdotto il tema evidenziando come la tematica dei cyber rischi sia di fondamentale importanza per l’ASA in relazione alla protezione dei dati per l’assicurabilità, che presenta opportunità, sfide e occasioni da cogliere per il mondo assicurativo, nell’ambito della digitalizzazione.

La prima relazione tecnica è stata quella di Dario Tizianel, Business Unit Leader IBM Security in Svizzera.

Membro dell’associazione Swiss Cyber Experts (public private partnership con la Confederazione Svizzera). Il Signor Tizianel ha spiegato, con diversi esempi, come con le nuove tecnologie sia sempre più facile hackerare dispositivi e scoprire nuovi rischi, perché interconnessi fra loro. Ha altresì come lavorano i cyber terroristi. Si muovono in una vera e propria “industria terroristica” ben strutturata, arrivando anche a misurare le loro prestazioni (o meglio, i loro attacchi) tramite sistemi “manageriali”, con degli indicatori di prestazioni. Cosa si può fare contro questi rischi? Prevenire, scoprire e rispondere. Tutto ciò tramite funzioni da costruire nei sistemi IT aziendali (antivirus, firewall, accesso e controllo delle identità), con un monitoraggio del sistema in azienda. Al fine di contrastare gli attacchi alle infrastrutture elvetiche, è stata creata MELANI, la Centrale d’annuncio ed analisi per la sicurezza dell’informazione.

Mauro Vignati (che da due anni dirige il settore cyber del servizio di intelligence svizzero) si è invece concentrato sull’attività dell’intelligence svizzera, mostrando come si occupi di spionaggio e controspionaggio, e come la sua attività si concentri sugli attacchi allo Stato da parte di altri Governi. Qual è l’interesse di una Nazione nell’usare un codice nocivo attaccando altri Paesi? Vi sono diversi motivi, tra cui quelli politici, territoriali, economici, e così via. I vettori d’attacco sono molteplici. Mauro Vignati ha sottolineato come i cyber terroristi sfruttino la tecnologia a loro vantaggio, utilizzando cifrature avanzate, portando numerosi esempi, il tutto in un contesto di guerra economica, dove Governo e imprese sono vittime.

L’ultima relazione della serata è stata dedicata alle soluzioni assicurative, presentata da Silvana Cammarano, Responsabile del servizio Underwriting Ramo cose Zurigo Assicurazioni. Con una panoramica sulle motivazioni che possono portare ad un attacco cyber (private, economiche e politiche), Silvana Cammarano ha evidenziato quali siano gli intenti dietro a questi rischi. I costi, per un’azienda, che subisce un attacco sono inimmaginabili, sia in termini economici, che di reputazione. Si stimano danni per 113 miliardi di dollari (dati del 2013) a seguito di attacchi informatici. Sempre di più le assicurazioni si stanno muovendo per proporre dei pacchetti di soluzioni modulabili a dipendenza del rischio e della situazione aziendale. Si riconoscono 2 tipologie di rischi assicurabili: i danni verso terzi e quelli all’interno della struttura. In caso di un sinistro vi sono sostegni e ci si muove per reagire immediatamente per la gestione della crisi, la ricostruzione dei dati, il monitoraggio della situazione durante e dopo il sinistro.

L’evento si è concluso con un aperitivo di networking, durante il quale i partecipanti hanno potuto avvicinare i relatori ed approfondire alcune domande, e intrecciare nuove relazioni.

Il tema è di sicuro interesse, visto il riscontro ed il successo ottenuti. La Cc-Ti continuerà, attraverso altri canali e in diversi momenti, ad approfondirlo. Non mancheremo di informarvi in merito.

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MobiliTI day: la mobilità concertata è la via da percorrere!

Il 15 aprile 2016 si è tenuto, presso la sede del Corriere del Ticino di Muzzano, l’evento Come cambia la mobilità in Svizzera e in Ticino. Attraverso quest’incontro (scarica il flyer) – co-organizzato dalla Cc-Ti con le CCIS, la CNCI e la HKBB  e sostenuto da 15 delle associazioni economiche presenti in Ticino (visualizza la lista completa sul flyer) – si è voluto sottolineare l’importanza di un approccio globale – che tenga conto di tutte le parti in causa – per ridurre le problematiche legate al traffico.

In particolare sono stati presentati due strategie di mobilità concertata che hanno dato dei buoni frutti in altri Cantoni Svizzeri, Basilea e Neuchâtel. Sono inoltre stati esposti i progetti di due aziende – Unione farmaceutica distribuzione e Schindler elettronica – che sul suolo ticinese si sono già adoperate per garantire – con risultati molto soddisfacenti –  una diminuzione delle problematiche legate al traffico.

Dopo un breve saluto del Direttore del CdT, Fabio Pontiggia, ha preso la parola Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, che ha sottolineato come – nonostante le esigenze del territorio, della popolazione e delle imprese siano spesso messe in contrapposizione – in realtà, per trovare soluzioni che possano migliorare la qualità di vita senza ostacolare le attività produttive essenziali per lo sviluppo del territorio, serva un lavoro comune ad ampio respiro. Proprio a dimostrazione che solamente attraverso uno sforzo coordinato, le soluzioni possono essere soddisfacenti, il Direttore Cc-Ti ha dunque presentato il progetto di mobilità di Basilea, Cantone per molti versi simile al nostro. Luca Albertoni ha quindi concluso la sua relazione citando qualche proposta che come Cc-Ti intenderà portare avanti, quali una formazione specifica per mobility manager e una verifica costante delle condizioni quadro.

La parola è quindi passata a Florian Németi, Direttore della Camera di commercio e dell’industria Neuchâtel,  che ha esposto il progetto Mobilità 2030, che è stato accettato dal popolo con l’84% dei voti, proprio perché faceva l’unanimità tra i vari attori parte alla problematica, ovvero aziende, associazioni economiche e apparato pubblico.

Nella seconda parte dell’evento si è passati ad un approccio più concreto, risaltando quello che le aziende già fanno per migliorare sensibilmente la mobilità del nostro territorio, sia in modo individuale che sfruttando alcune similitudini e sinergie, grazie in particolare ad alcuni supporti tecnici di ultima generazione. Sono stati presentati i progetti aziendali di Unione farmaceutica distribuzione, dal suo Direttore Generale – Mattia Keller – e di Schindler elettronica, da parte del responsabile del progetto mobilità – Marzio Corda. A chiudere il cerchio delle varie presentazioni è stato Andrea Turroni, Fondatore di BePooler, che ha parlato di come la tecnologia faciliti la concretizzazione di una mobilità più sostenibile, sia per i cittadini che per le aziende e le istituzioni.

L’evento si è concluso con una riflessione da parte di Stefano Modenini che ha risaltato l’importanza per il mondo industriale, ma non solo, di trovare a breve delle soluzioni per la mobilità in Ticino.

Il successo dell’evento è stato la conferma dell’interesse da parte del substrato economico ticinese per il tema. La Cc-Ti continuerà quindi ad approfondire costantemente la questione in maniera sempre più concreta e, speriamo concertata,  attraverso diverese azioni.

Potete guardare un breve resoconto filmato dell’evento cliccando qui.

Scaricate le presentazioni
Luca Albertoni
Florian Németi
Mattia Keller
Marzio Corda
Antonio Turroni
Dossier mobilità Cc-Ti da scaricare
Articoli tratti da Ticino Business del numero di aprile
Comunicato stampa in tema mobilità
Documenti di approfondimento in tema mobilità
Guardate le interviste ai relatori sul tema
Luca Albertoni
Florian Németi
Marzio Corda
Mattia Keller
Antonio Turroni
L’evento nei media
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Brevetto unitario: sfide e opportunità per l’innovazione made in Switzerland

Il 13 aprile 2016 si è tenuto presso la sede della Cc-Ti l’evento “L’innovazione made in Switzerland e il nuovo sistema brevettuale europeo“. Attraverso quest’incontro (scarica il flyer) la Cc-Ti, congiuntamente ad AIPPI (associazione leader per la tutela della proprietà intellettuale), ha voluto rendere attente le aziende ticinesi sulla svolta epocale che l’introduzione del nuovo strumento brevettuale a tutela dell’innovazione da parte dell’Unione Europea comporta per il mondo della proprietà intellettuale. In particolare, grazie a due case studies, sono state presentate le implicazioni concrete che quest’introduzione comporta per le aziende svizzere e quali sono le strategie che quest’ultime dovranno adottare.

Dopo un breve saluto del Direttore Cc-Ti, Luca Albertoni, ha preso la parola il Fondatore della M. Zardi & Co. SA, l’Ing. Marco Zardi, che, dopo aver portato il saluto da parte dell’associazione AIPPI Svizzera, di cui è Vicepresidente, ha fornito una panoramica del tema dell’incontro, mettendo in risalto la centralità di un’adeguata protezione brevettuale per l’innovazione. La parola è quindi passata a Paolo Gerli, European Patent Attorney presso M. Zardi & Co. SA, che ha fatto un sunto del sistema brevettuale europeo vigente e del nuovo strumento del brevetto unitario. Il ciclo introduttivo d’informazione si è concluso con la relazione di Stefano Sinigaglia, European Patent Attorney presso M. Zardi & Co. SA, che si è concentrato sulla spiegazione del funzionamento della nuova Corte Unificata.

Nella seconda parte dell’evento, dedicata agli effetti del nuovo strumento brevettuale per le aziende e alle strategie che quest’ultime dovranno implementare per garantire al meglio l’innovazione made in Switzerland, si è quindi passati all’esposizione di casi concreti. A prendere inizialmente la parola è stato Cornelis Schüller, responsabile brevetti di Nestlé SA, che ha fornito il punto di vista di una multinazionale, risaltando come questa novità sia da loro in sostanza percepita positivamente in quanto comporta una netta riduzione di costi per l’azienda depositante. A fornire un’opinione parzialmente diversa è stata Mariagrazia Zotti, Head of Patent Department at Helsinn Healthcare SA, che ha portato invece il punto di vista di un’azienda di dimensioni più contenute. La Signora Zotti ha in particolare messo in luce come – al di là di un’effettiva riduzione dei costi – la strada del brevetto unitario comporti ancora alcuni dubbi; che riguardano sia alcune dinamiche proprie del suo settore, quello farmaceutico, che ambiti più trasversali, per ciò che concerne la prassi da adottare.

L’evento si è concluso con una riflessione da parte di Marco Zardi che – dopo aver brevemente riassunto quanto emerso dall’evento, ha sottolineato l’importanza per gli specialisti di brevettualistica di entrare in contatto con aziende leader nell’innovazione, per recepire al meglio le difficoltà, perplessità o possibilità che potrebbero sorgere con l’utilizzo del brevetto unitario.

L’aperitivo che ha seguito l’evento è stato l’occasione per i partecipanti di conoscere i relatori, ponendogli delle domande più dirette, e di tessere nuove relazioni.

Il successo dell’evento è stata la conferma dell’interesse da parte degli associati Cc-Ti per il tema, che continueremo quindi ad approfondire in momenti diversi e attraverso diversi canali.

Leggete l’intervista a Marco Zardi, apparsa sul numero di gennaio/febbraio di Ticino Business
L’evento nei media: CdT, 14.04.2016 – Brevetto europeo, una possibilità con molti vantaggi
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“Oltre i confini”: un progetto mediatico a 360 gradi della Cc-Ti

Dal mese di aprile ha preso avvio un nuovo ed interessante progetto del settore Export della Cc-Ti in collaborazione con il gruppo MediaTI e Switzerland Global Enterprise, intitolato “Oltre i confini”.
La Cc-Ti – con articoli a firma di Marco Passalia, responsabile del settore Export e vice direttore Cc-Ti e di Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana – sarà presente una volta al mese con approfondimenti tematici che si declineranno in articoli specifici sul Corriere del Ticino e il Giornale del Popolo oltre che nella rubrica apposita sul portale web Ticinonews.ch.

Non solo carta stampata e articoli digitali, ma il progetto mediatico “Oltre i confini” trova spazio anche su Teleticino il lunedì alle ore 19.25 sotto forma di interviste a imprenditori ticinesi. Tutte le puntate saranno inoltre nuovamente disponibili nella rubrica su Ticinonews.

Con questo progetto mediatico a 360 gradi, la Cc-Ti desidera dare maggiore visibilità alle aziende volte all’internazionalizzazione. Il nostro Cantone offre una grande ed interessante varietà di imprese troppo spesso poco conosciute al grande pubblico. Grazie a “Oltre i confini” il mondo economico reale ticinese, quello fatto di impresa e di persone che quotidianamente sono confrontate con problematiche concrete, può finalmente essere presentato tramite una modalità innovativa e accattivante. Parallelamente, “Oltre i confini” permetterà anche di presentare i servizi e le attività del settore Export della Cc-Ti oltre che alle esperienze all’estero con le missioni commerciali.

Sperando di attirare anche il vostro interesse, vi auguriamo una buona lettura e buona visione.

Link agli articoli di approfondimenti “Oltre i confini”
Le puntate della trasmissione “Oltre i confini”

Sostegni finanziari per le aziende esportatrici

Anche per il 2016 le aziende ticinesi potranno beneficiare di contributi di supporto tramite la Legge per l’innovazione economica. Qui di seguito vogliamo citare in particolare due sostegni interessanti per le imprese esportatrici e le novità entrate in vigore quest’anno.

Partecipazione a fiere specialistiche

Dal 2010 l’autorità cantonale sostiene le aziende e le associazioni di categoria che intendono partecipare a fiere specialistiche in Svizzera o all’estero. Questo credito, che ammonta a 1’000’000 di franchi, è stato rinnovato anche per il 2016. L’aiuto cantonale viene concesso sotto forma di contributo a fondo perso, con una percentuale del 50% dei costi computabili, che nella fattispecie sono: la tassa di partecipazione alla fiera, l’affitto dell’area espositiva, le spese per la realizzazione o l’affitto dello stand. Sono invece escluse le prestazioni proprie (anche per l’allestimento dello stand), le spese di pernottamento, di vitto, di viaggio, di propaganda e altre spese. Ogni richiedente può beneficiare di un contributo complessivo massimo di 20’000.- CHF per anno civile indipendentemente dal numero di richieste. Vengono considerate unicamente le richieste che prevedono un costo computabile complessivo di almeno 4’000.- CHF. La richiesta di sostegno va presentata entro la data dell’evento.

Costi computabili:
• tassa di partecipazione alla fiera
• affitto dell’area espositiva
• spese per la realizzazione o l’affitto dello stand
La richiesta di sostegno va presentata entro la data dell’evento.

Sostegno per progetti di internazionalizzazione

Per promuovere l’internazionalizzazione delle aziende, il Cantone può concedere contributi per mandati di consulenza affidati a Switzerland Global Enterprise (S-GE) e volti a realizzare analisi di mercato, ricerca di partner, missioni esplorative, analisi della regolamentazione e della legislazione del mercato. L’aiuto cantonale è concesso sotto forma di contributo a fondo perso, con una percentuale del 50% del costo computabile del progetto fino ad un massimo di 10’000.- CHF per anno civile indipendentemente dal numero di richieste. Importante novità: a partire da quest’anno la richiesta di sostegno va presentata entro 30 giorni dall’accettazione dell’offerta di S-GE.

Costi computabili:
• analisi del mercato
• ricerca di partner
• missioni esplorative
• analisi della regolamentazione / legislazione del mercato
La richiesta di sostegno va presentata entro 30 giorni dall’accettazione dell’offerta di S-GE.

Nuovi criteri di ammissibilità

Con la nuova legge per l’innovazione economica entrata in vigore a febbraio 2016, sono stati introdotti dall’autorità politica cantonale nuovi criteri di ammissibilità per poter ottenere i sostegni finanziari sopra esposti. A partire da quest’anno infatti tutti i progetti devono sottostare ai criteri minimi d’accesso stabiliti dal Consiglio di Stato e definiti in due precisi decreti esecutivi. Il primo, relativo ai criteri salariali, indica che l’Ufficio per lo sviluppo economico entra nel merito di richieste di sostegno se il richiedente dimostra che almeno il 60% dei propri dipendenti percepisce un salario mensile lordo superiore a 4’000.- per 12 mensilità, garantendo altresì il rispetto continuativo della soglia e della percentuale per 10 anni.

Il secondo decreto rileva invece i criteri d’occupazione residente, secondo i quali il richiedente deve dimostrare che almeno il 60% dei propri dipendenti è residente in Svizzera. Per le aziende industriali la percentuale minima di lavoratori residenti deve essere almeno pari al 30%. A completezza d’informazione, al momento della richiesta è considerato residente il dipendente che dimostra di aver risieduto in Svizzera per una durata di almeno 3 anni complessivi. Come per il criterio di residenza, il beneficiario del sostegno garantisce il rispetto continuativo del criterio per 10 anni.

 

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia, responsabile Export e vice direttore Cc-Ti

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L’importanza degli accordi bilaterali per le aziende ticinesi

La Svizzera non è un paese membro dell’UE. Per accedere al mercato unico europeo il nostro paese ha quindi concluso una serie di accordi bilaterali con l’UE.

Il primo pacchetto di accordi bilaterali è stato concluso nel 1999. Questo gruppo di accordi comprende i seguenti settori:

  • Cooperazione scientifica e tecnologica;
  • Appalti pubblici;
  • Abolizione degli ostacoli tecnici al commercio;
  • Commercio dei prodotti agricoli;
  • Trasporto aereo;
  • Trasporto terrestre;
  • Libera circolazione delle persone.

Altri accordi bilaterali sono stati conclusi nel 2004. Tra i più importanti e significativi per il nostro paese figurano l’accordo che permette alla Svizzera di partecipare al sistema di Schengen, quello che associa la Svizzera alla politica europea nel settore dell’asilo (Dublino) e quello che permette agli studenti svizzeri di circolare negli istituti di formazione europei.

Il 9 febbraio 2014 il popolo svizzero ha accolto in votazione l’iniziativa popolare denominata “Contro l’immigrazione di massa”. In base a tale articolo costituzionale la Svizzera deve reintrodurre contingenti e il principio della preferenza nazionale anche nei confronti dei cittadini europei. Il Consiglio federale è pertanto incaricato di rinegoziare l’accordo sulla libera circolazione delle persone concluso con l’UE nel 1999, in quanto incompatibile con i principi accettati in votazione. Tenuto conto delle difficoltà incontrate da parte del Consiglio federale nei recenti contatti avuti con le istituzioni europee, non è escluso che la rinegoziazione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone si riveli impossibile. Ne consegue che l’accordo bilaterale potrebbe essere in pericolo. In virtù di una clausola contenuta negli accordi del 1999, nel caso in cui uno dei trattati dovesse cadere, entro 6 mesi cadrebbero automaticamente anche gli altri 6 accordi. Si tratta di una conseguenza automatica prevista da tale clausola. Inoltre l’UE ha già preannunciato che se dovessero cadere gli accordi bilaterali del 1999, non avrebbe alcun senso continuare ad applicare con la Svizzera gli accordi di Schengen, di Dublino e quello sulla circolazione degli studenti.

In altre parole, a seguito di quanto deciso in votazione popolare lo scorso 9 febbraio 2014, gli accordi bilaterali nel loro complesso potrebbero essere in bilico.

Tenuto conto di tali premesse a noi interessa conoscere quali sarebbero le ripercussioni per le aziende ticinesi nel caso in cui lo scenario di una caduta dei bilaterali dovesse verificarsi. A tale scopo abbiamo quindi allestito una serie di domande alle quali vi preghiamo di rispondere. Clicca qui per accedere al sondaggio.

Le vostre risposte ci saranno utili per meglio comprendere l’effettiva posta in gioco nella discussione che già sta iniziando su questo tema. Le vostre risposte non verranno rese accessibili a terze persone se non in forma consolidata e anonima.

Per chi volesse approfondire il tema, la Seco ha pubblicato due rapporti sulle conseguenze economiche per l’intera Svizzera nel caso in cui dovessero cadere gli accordi bilaterali, link.

Responsabilità sociale e mobilità

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

E’ già da qualche tempo che la Cc-Ti si sta occupando del tema della responsabilità sociale delle imprese, cavalcato spesso per mettere sul banco degli accusati le aziende, capro espiatorio che affliggono la società e che vanno moralizzate attraverso l’introduzione di massicci interventi statali che devono limitarne la libertà. Libertà economica e imprenditoriale, è bene ricordarlo sempre, che è un diritto costituzionale. E’ quindi importante adoperarsi affinché questa dinamica di sospetto venga modificata perché, escludendo i disonesti che vi sono in ogni categoria umana, le aziende fanno molto nel quadro della responsabilità sociale delle imprese, per la misurazione della quale vi sono vari sistemi e indicatori. Utilizzati però troppo spesso più per dimostrare qualche teorema ideologico che misurare il reale impatto delle imprese sul territorio. A questo proposito non va dimenticato che la responsabilità sociale dovrebbero dimostrarla ogni giorno tutte le cittadine e tutti i cittadini, i politici, i giornalisti e via dicendo. Non è per nulla socialmente responsabile il comportamento di un giornale che ipotizza una losca storia di truffe dietro al suicidio di una persona nota, quando tali illazioni si rivelano subito manifestamente false e non vi è nemmeno uno straccio di scuse ai parenti.

Questo dimostra la complessità del tema della responsabilità sociale, nella quale può rientrare pure il tema della mobilità. Esso è purtroppo spesso ridotto alla sola componente del traffico visibile e confinato nell’assurda contrapposizione fra strada e ferrovia, come se fosse vitale alimentare una concorrenza fra i due vettori. Quando in realtà sappiamo benissimo che un territorio che si vuole competitivo deve vivere della complementarietà fra i mezzi di trasporto e in questo senso vanno trovate le soluzioni. Vitale è anche la ricerca di soluzioni concertate fra pubblico e privato e servono a poco le misure solo sanzionatorie, che calmano forse certi ardori soprattutto elettorali, ma che nel medio e lungo termine non risolvono molti problemi. E’ noto, l’essere umano ha bisogno che si metta qualche paletto, perché la gestione della libertà non è sempre esercizio facile e l’auto-responsabilità sembra un valore che non fa più tendenza. Eppure continuo a credere che la ricerca di soluzioni condivise sia la strada giusta, magari meno spettacolare perché non riempie i media di polemiche, ma più efficace. I paletti vanno bene, le travi, i massi e la clava non mi piacciono perché non stiamo parlando di delinquenti ma di esseri umani che, nella loro fallibilità, comunque lavorano e producono anche nell’interesse del paese.

Per approfondire questa ampia tematica abbiamo pertanto organizzato, il 15 aprile 2016, una giornata di respiro nazionale dedicata alla mobilità, con la presenza dei nostri colleghi basilesi e neocastellani (sotto l’egida dell’Associazione delle Camere di commercio e dell’industria svizzere), imprese e rappresentanti del cantone per confrontarci su possibile idee d’oltre Gottardo che magari possono ispirare anche qualche soluzione al problema del traffico ticinese. Uno sguardo a quanto avviene al di fuori dei confini del nostro cantone, rimanendo nel contesto elvetico, può aiutare a capire come altre regioni stiano affrontando in maniera strutturata il problema del traffico. Nello specifico, due regioni come Basilea e Neuchâtel che hanno problemi comparabili a quelli del Ticino, compreso quello del traffico proveniente da oltre confine. Sarebbe peccato non parlarne.

Il “MobiliTI Day” si articolerà su due momenti:

SWISSFIRMS si rinnova e facilita il suo utilizzo sui dispositivi mobili

Losanna, 29 marzo 2016 – Principale piattaforma dei dati economici delle imprese in Svizzera, il portale www.swissfirms.ch è ora anche disponibile per consultazioni mediante tablet e smartphone. Informazioni su circa 15.000 schede di attività commerciali si rendono, in questo modo, accessibili in qualsiasi momento e indipendentemente dal dispositivo utilizzato.

Nato nel 1997 dalla collaborazione tra le Camere di Commercio e dell’Industria Svizzere (CCIS) e con il supporto tecnico della società di telecomunicazioni VTX, SWISSFIRMS dispone di informazioni dettagliate e verificate su 15.000 aziende associate:
le persone di riferimento, i dati di contatto, le aree di attività e di subappalto, così come informazioni complete sui prodotti e servizi, know-how, e altro ancora.
Si tratta di uno strumento di promozione e ricerca sicuro ed efficiente.
Tutte le caratteristiche sono state mantenute nel nuovo sito, che si adatta ora a qualsiasi schermo. E possibile fare rapidamente una ricerca mirata, selezionare l’utente desiderato, contattarlo e visualizzare la posizione dell’azienda sulla mappa.

Contatti
Luca Albertoni, Membro CdA: 091 911 51 28
Olivier Fantino, Segretario SWISSFIRMS: 079 524 14 46
Scarica il comunicato stampa in PDF

Responsabilità sociale delle aziende: una condotta vincente

Il 24 marzo 2016 si è tenuto presso la sede della Rapelli SA di Stabio l’evento “Sostenibilità aziendale: un vantaggio competitivo”. Attraverso quest’incontro (scarica il flyer) la Cc-Ti ha voluto rendere attento il pubblico sull’importante tematica della Responsabilità sociale delle aziende. Agli associati presenti è stata illustrata anzitutto la strategia e l’impegno della Camera al suo interno (in termini di auto-valutazione, elaborazione di pubblicazioni, sostegno alle aziende e offerta formativa). È poi stato presentato un partner affidabile e rinomato a livello internazionale sul quale appoggiarsi, l’azienda Quantis, spin-off dei  Politecnici Federali di Zurigo e Losanna.  Infine i presenti hanno potuto lasciarsi ispirare, da un lato dall’approccio innovativo promosso da un’eccellenza elvetica in materia, l’EMPA, e dall’altro lato grazie all’esperienza pratica di un’azienda locale che si è distinta per il suo impegno in materia, la Rapelli SA.

Dopo un breve saluto dell’onorevole Sindaco di Stabio, Claudio Cavadini, e del Direttore di Divisione del DFE, Stefano Rizzi, ha preso la parola Roberto Klaus, Direttore SSIB Ticino, mettendo in risalto la centralità per la Cc-Ti di promuovere sul territorio una cultura aziendale socialmente responsabile. Ciò che in poche parole significa l’adozione di una strategia produttiva e commerciale responsabile, sia dal profilo sociale che da quello di una crescita economica sostenibile, al fine di assicurare anche alle attività delle stesse aziende maggiore stabilità e durata nel tempo.
Roberto Klaus ha poi illustrato in che modo la nostra associazione si sta adoperando per tradurre questo obiettivo in realtà. Tanto al suo interno, sottoponendosi a un’autovalutazione, che verso l’esterno fornendo ai suoi associati dei servizi specifici in materia quali; pubblicazioni, offerte formative e indicandogli un partner affidabile per quanto concerne specialmente il Life Cycle Assessment (LCA), l’azienda Quantis.

La parola è quindi passata al Direttore dell’EMPA, Gian-Luca Bona, che con carisma e semplicità ha tracciato il lungo cammino proprio alla ricerca che va dalla scoperta all’innovazione, risaltandone l’importanza strategica per uno sviluppo sostenibile. E’ stato quindi il turno di Simone Pedrazzini – Responsabile Ticino per Quantis – che ha brillantemente spiegato come un approccio rigoroso in materia di sostenibilità aziendale sia un valore aggiunto per tutti i tipi di impresa. Infine, Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, nonché Direttore Rapelli SA, ha portato il suo esempio pratico, illustrando nella fattispecie come sia possibile rendere la propria azienda più sostenibile.

L’evento si è concluso con l’intervento di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, che ha risaltato come sia importante per il substrato economico ticinese avere la possibilità di entrare in contatto con dei professionisti del calibro di Gian-Luca Bona e Simone Pedrazzini, che danno un respiro nazionale e internazionale alla discussione, apportando elementi di grande interesse. A titolo conclusivo, il Direttore Cc-Ti ha ricordato, come il tema della Responsabilità sociale delle aziende verrà trattato, nelle sue svariate sfaccettature, ancora durante tutto il corso dell’anno, a prova della sua centralità per la nostra struttura.

Qui di seguito potrete ascoltare le interviste ai relatori.

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