Qualche settimana fa Bill Gates, il fondatore di Microsoft, ha investito 80 milioni di dollari per costruire un’avveniristica cittadina su un terreno di 10mila ettari a Tonopah, in Arizona. A poche decine di chilometri da Phoenix, sorgerà una Smart City organizzata con una gestione digitale del territorio grazie all’analisi dei Big Data.
Se il fondatore di Microsoft creerà addirittura dal nulla la sua Smart City, le città intelligenti sono ormai il traguardo su cui si stanno gradualmente rimodellando in Europa, Svizzera compresa, le metropoli e i grandi poli urbani.
L’analisi dei Big Data che confluiscono nel web, trasformati in specifiche informazioni permettono, infatti, la gestione ottimale delle reti per la distribuzione di energia, del traffico, dei parcheggi, dei servizi di raccolta rifiuti e di tutte le infrastrutture su cui si reggono le odierne realtà urbane. Con effetti molto positivi anche per l’ambiente. Solitamente quando si parla di Smart City si pensa a notevoli investimenti in tecnologie, in complessi sistemi di cablaggio e in competenze avanzate, il che è anche vero. Ma pianificare una città o un territorio in modo intelligente non comporta necessariamente spese enormi, se con altrettanta intelligenza si sfruttano le possibilità già esistenti e le sinergie tra diversi centri di competenza. Da questo profilo assai interessante è il progetto Smart City di Swissicom e le esperienze fatte in alcune città svizzere per la gestione del traffico e della mobilità che, come ha ribadito in più occasioni il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, potrebbero essere un modello anche nel nostro Cantone per rendere più scorrevole la circolazione e risolvere con misure appropriate problemi che si trascinano da anni. Attraverso l’analisi aggregata e anonima (per cui è impossibile risalire al singolo utente) dei segnali del cellulare che ognuno di noi ha ormai sempre con sé, si sono ottenute informazioni precise sulle diverse tipologie di traffico, sui differenti mezzi di trasporto utilizzati, su flussi e orari degli spostamenti. Informazioni da cui non si può prescindere per un’efficace pianificazione urbana e una gestione efficiente della mobilità. A questo scopo Swisscom ha sviluppato una sofisticata tecnica di rilevamento e valutazione dei volumi di traffico, analizzando la posizione dei dati rilevabili dal cellulare.
Pianificare un territorio in modo intelligente non comporta spese enormi, se si sfruttano possibilità e sinergie esistenti.
A Montreux, ad esempio, si stava pensando di costruire un tunnel per decongestionare il traffico urbano. Il costo della galleria era stimato in circa 150 milioni di franchi. I ricercatori impegnati nel progetto della Swisscom hanno rielaborato i dati dei collegamenti dei cellulari con la rete di telefonia mobile, tracciando una mappa dettagliata di tutto il traffico, per verificare se era davvero necessario costruire il tunnel o se non ci fosse, invece, qualche altra soluzione. Ebbene, da questa analisi è risultato che la maggior parte del traffico era locale, riconducibile agli spostamenti dei residenti e alla ricerca di un posteggio, per cui con la galleria non si sarebbe risolto nulla. Si è deciso, dunque, di costruire un autosilo con 400 posti. Una scelta vincente che ha liberato Montreux dalla morsa del traffico interno, permettendo alla Città di risparmiare anche decine di milioni di franchi.
Scaricate il dossier completo sul tema mobilità e digitalizzazione, che comprendente l’articolo principale e un’intervista a Carlo Secchi , Sales Director Ticino – VP, Swisscom, che parla di Smart Cities.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.png00Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2017-12-18 08:46:152018-07-06 14:43:25Nei Big Data il futuro della mobilità
La formazione e l’orientamento professionale sono di importanza fondamentale per il successo dell’economia ticinese e svizzera. Infatti da sempre sosteniamo che la formazione professionale porta una pluralità di visioni e di professionisti, che sono le risorse per il nostro Paese. Non solo: il modello della formazione professionale svizzero ci è invidiato anche all’estero, persegue una strategia di adattamento ai mutamenti della società e del mondo del lavoro, è sostenibile e flessibile, garantendo un’efficienza ottimale per le persone in formazione.
Oltre al quotidiano dialogo con le associazioni di categoria, che si occupano in prima linea di formazione professionale per gli apprendisti e la formazione professionale superiore (ossia la maestria e/o corsi di aggiornamento che portano ad un brevetto federale), anche la Cc-Ti è attiva nella formazione superiore con la Scuola Manageriale che porta all’ottenimento del titolo “Specialista della Gestione PMI”; così come in corsi di formazione continua su tematiche differenti (www.cc-ti.ch/corsi).
Ricordiamo anche il lavoro di approfondimento portato avanti lungo il 2017, nell’anno del Centenario, per far conoscere meglio i settori dell’economia ticinese (qui i profili delle differenti realtà associative).
Un grande impegno è poi quello di supporto ad iniziative volte alla conoscenza ed alla divulgazione di progetti innovativi inerenti la formazione professionale ed i giovani. Parliamo di Espoprofessioni, la fiera delle professioni che si svolge ogni 2 anni, in cui, nel Comitato organizzatore, siede la Cc-Ti, insieme ad autorità ed istituzioni cantonali e federali. Una fiera di 5 giorni ricca di emozioni e coinvolgimento ed interattività, che si svolgerà a Lugano dal 5 al 10 marzo 2018. Un percorso interattivo permetterà agli allievi delle Scuole Medie, ma anche a giovani ed adulti di interagire con le associazioni di categoria, impegnate nelle differenti formazioni (www.espoprofessioni.ch).
Da segnalare anche il supporto fattivo al progetto LIFT, che prosegue con successo in 7 Scuole Medie ticinesi. La transizione tra scuola dell’obbligo e formazione professionale è un passaggio molto delicato. Per aumentare le possibilità d’integrazione degli allievi nel mercato del lavoro, è nato LIFT. Si tratta di un percorso per i giovani di 3a e 4a media, che prevede stages nelle aziende. La Cc-Ti ha aderito con entusiasmo a questo progetto, entrando a far parte del plenum direttivo e offrendosi quale trait d’union fra mondo del lavoro e scuola, coordinando la rete di aziende che si sono messe a disposizione per offrire un posto di stage e sostenendo il progetto con contatti e promozione (www.progetto-lift.ch).
Il contatto fra il tessuto economico ticinese ed i giovani di scuole di diverso genere è una prerogativa per la Cc-Ti. Impegno che cerchiamo di mettere in atto e sviluppare attraverso diverse iniziative indirizzate a giovani di differenti età e scuole.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.png00Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2017-12-15 08:37:142021-03-02 13:34:01La Cc-Ti in campo per la formazione professionale
Il mercato del Paese asiatico è considerato dalle PMI svizzere il più interessante per lʼexport. È quanto risulta dallo studio di Switzerland Global Enterprise (S-GE) realizzato in collaborazione con il centro di ricerca congiunturale KOF del Politecnico federale di Zurigo, che serve da orientamento per le PMI svizzere. USA e Corea del Sud seguono al secondo e al terzo posto della classifica mondiale.
Peridentificare il principale mercato d’export si utilizzano complessivamente 15 diversi criteri. Tra di essi rientrano le dimensioni del mercato, il potenziale, il volume delle esportazioni e la crescita media del mercato degli ultimi anni. Nella classifica di S-GE sono stati valutati complessivamente 107 Paesi. Tra i primi dieci mercati troviamo, in ordine d’importanza, la Cina, gli Stati Uniti, la Corea del Sud, Singapore, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti, il Canada, la Polonia, il Giappone e la Germania.
Cina: una spinta in più grazie all’ALS
Non sorprende il risultato dello studio che vede al primo posto della classifica il dragone asiatico. Ricordiamo infatti che nel 2014 è entrato in vigore l’accordo di libero scambio (ALS) tra Svizzera e Cina che ha offerto, soprattutto alle aziende elvetiche, enormi vantaggi in un mercato potenziale di 1.4 miliardi di abitanti attento e ricettivo nei confronti dei prodotti di origine svizzera. Grazie all’ALS vi è stato uno sgravio o una riduzione graduale negli anni dei dazi doganali che ha dato un enorme vantaggio alle nostre PMI rispetto ai concorrenti europei. Citando esempi di vario genere, alcune batterie che avevano un dazio di oltre il 12% al momento dell’entrata in vigore dell’accordo, avranno una riduzione totale entro dieci anni, oppure alcuni tipi di motori che addirittura possono già oggi beneficiare oggi di un dazio 0.
Ad oggi sono molte le aziende svizzere che si sono interfacciate sul mercato cinese utilizzando i vantaggi dati dall’accordo di libero scambio e anche il sondaggio di Switzerland Global Enterprise sul clima dʼexport conferma tale tendenza positiva. Il 31% delle imprese svizzere intervistate ha infatti dichiarato di voler esportare in Cina entro la fine dellʼanno.
Seguendo costantemente i temi d’attualità, anche il Servizio Export della Cc-Ti, in collaborazione con S-GE, dedicherà nel corso del 2018 un evento-Paese dedicato alla Cina, dove si darà la possibilità alle aziende ticinesi di ascoltare informazioni di prima mano grazie agli interventi di esperti. Maggiori dettagli in merito seguiranno su queste pagine e nei portali online.
Valutazione delle Regioni: ASEAN al vertice
Nello studio del KOF, i mercati dʼesportazione principali sono stati valutati non soltanto sulla base dei singoli Paesi, ma anche a livello regionale. Nel ranking regionale i Paesi asiatici della Regione ASEAN (Filippine, Indonesia, Vietnam, Singapore, Malesia, Myanmar, Laos, Thailandia, Brunei, Cambogia) si situano al primo posto. La regione ASEAN è seguita dagli Stati del Golfo (Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti) e dai Paesi del Benelux (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo).
Marco Passalia, vice direttore e responsabile Servizio Export Cc-Ti
Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Lo studio
Lo studio sui principali mercati dʼesportazione è stato realizzato da Switzerland Global Enterprise in collaborazione con il centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo. Nella classifica sono stati valutati 107 Paesi. Trai i 15 criteri si annoverano le dimensioni del mercato, la crescita del mercato degli ultimi anni (2010-2016), le prospettive di crescita del mercato (2017-2021), il volume di esportazione, nonché il potenziale di mercato. La classifica offre alle PMI svizzere unʼampia analisi su vari mercati dʼesportazione e serve come orientamento.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.png00Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2017-12-14 12:18:202018-07-06 14:42:25La Cina al vertice dei mercati dʼexport
Cambia il modo di comunicare, nuovi mezzi di comunicazione si impongono. Il 2018 sarà ricco di novità. E anche la formazione e la sua comunicazione peculiare non fanno eccezione. La Cc-Ti ha portato avanti già lungo tutto il 2017 alcuni macro temi importanti per l’economia quali l’internazionalizzazione, la swissness, la responsabilità sociale delle imprese (RSI) e la digitalizzazione, evidenziandone pregi, vantaggi ed opportunità sia per il sistema economico e per le aziende ticinesi. Grande interesse in questo senso per tutti gli eventi e gli approfondimenti presentati (ritrovate sul nostro sito maggiori informazioni).
In quest’ottica anche la formazione comunica con i soci, le associazioni di categoria e il pubblico in generale per quanto concerne l’interessante e multitematica offerta formativa targata Cc-Ti, essa evolverà per seguire nuovi trend. Dal 2018 pubblicheremo semestralmente un opuscolo che pubblicizza presenta in maniera concisa e diretta la nostra offerta formativa, suddivisa in 3 grandi macro aree: Seminari di Approfondimento, Corsi export, Scuola Manageriale (come ben illustra l’immagine qui sotto).
Questo utile documento verrà distribuito in maniera cartacea a tutti i soci 2 volte l’anno (gennaio e settembre) ed andrà a sostituire l’invio dei numerosi flyer che presentavano singolarmente ogni proposta formativa. Si tratterà di una pubblicazione che per argomenti (diritto del lavoro, export, risorse umane, ecc.) presenterà i differenti corsi in programma. Un cambiamento di strategia improntato sulla comunicazione più diretta e digitale, anche nel segno di una maggior sensibilità ecologica, orientata alla sostenibilità, tema imprescindibile per le aziende oggigiorno, così come per noi.
Insieme alla comunicazione cartacea tramite questo opuscolo, la promozione dei corsi avverrà secondo una multicanalità specifica per raggiungere pubblici differenziati e sempre più potenziali interessati. Quest’approccio permette una maggiore capillarità e dimostra una forte capacità di evoluzione verso i cambiamenti del mercato.
Come fare dunque per restare aggiornati sui corsi e, più in generale, sulle proposte formative della Cc-Ti?
Da gennaio 2018 verrà potenziata la comunicazione online. Ciò significa in concreto che sarà incrementata la comunicazione tramite le nostre newsletter periodiche, di cui, da gennaio, una sarà interamente dedicata alla formazione. Attraverso il sito web www.cc-ti.ch (che resta il principale punto d’informazione su tutta l’attività camerale, non solo per la formazione, ma anche per approfondimenti, eventi e attualità), è possibile visionare online date, temi e modalità d’iscrizione di tutta la nostra proposta formativa. I nostri social media propongono un aggiornamento continuo e diretto delle ultime novità targate Cc-Ti.
Parlavamo prima di multicanalità, prevediamo anche una comunicazione intergrata con strumenti più tradizionali, oltre al citato opuscolo semestrale (che sarà cartaceo), su Ticino Business, la rivista ufficiale della Cc-Ti, si potranno ritrovare le offerte formative Cc-Ti.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2018/04/ELM-riga-03.jpg201500Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2017-12-12 12:07:262025-01-03 14:31:07Comunicazione in… formazione 2018
Il 2017 sta volgendo al termine e così anche l’anno che ha segnato il centenario della nostra associazione. Molti sono stati i momenti pubblici che hanno permesso di affrontare temi d’attualità e ribadire i nostri valori, dalla trasformazione digitale al ruolo delle aziende nella società, dallo Swissness alle questioni più legate alla politica cantonale. Il tutto senza perdere di vista quello che è il valore fondamentale per ogni associazione economica, cioè la difesa della libertà imprenditoriale, sancita dall’articolo 27 della Costituzione federale. Ma a parte gli eventi pubblici, compresa la straordinaria assemblea generale dello scorso 20 ottobre, ancora e sempre risulta decisivo per la nostra missione il lavoro a stretto contatto con i nostri associati, siano essi le singole aziende oppure le oltre quaranta associazioni di categoria a noi legate. Offerte informative e formative commisurate sulle singole esigenze, contatti intensi, iniziative comuni, ecc., il tutto finalizzato alla ricerca di un equilibrio benefico per tutti. Un lavoro non sempre facile, ma appassionante, per facilitare la crescita dell’economia ticinese a beneficio di tutti. Non amiamo i proclami né le facili polemiche. A volte questo può essere scambiato per debolezza, in realtà simboleggia la forza degli argomenti.
“Un lavoro non sempre facile, ma appassionante, per facilitare la crescita dell’economia ticinese a beneficio di tutti. Non amiamo i proclami né le facili polemiche. A volte questo può essere scambiato per debolezza, in realtà simboleggia la forza degli argomenti. E non sempre i migliori risultati si ottengono brandendo la scimitarra. Talvolta il fioretto è più utile. Come a volte il silenzio è molto più significativo delle urla.”
E non sempre i migliori risultati si ottengono brandendo la scimitarra. Talvolta il fioretto è più utile. Come a volte il silenzio è molto più significativo delle urla. Fra le molte soddisfazioni dell’anno appena trascorso, vi è indubbiamente quella di avere riportato all’attenzione delle discussioni la già citata libertà economica e imprenditoriale, elemento centrale del sistema svizzero. Tanto quanto il rispetto del principio di legalità, troppo spesso negletto per dare i cosiddetti segnali, che sono poi spesso delle “Fausses bonnes idées”, cioè idee anche condivisibili sul principio, ma avulse dalla realtà. E quando alla prova dei fatti si rivelano per quello che sono, è comunque sempre colpa degli altri. Alla faccia dell’auto-responsabilità. Ma, si sa, il periodo delle feste natalizie non deve essere quello delle polemiche, per cui mi limito ad auspicare che magari si riesca a recuperare un certo equilibrio nel dibattito pubblico. Che non significa appiattirsi sulle posizioni di altri né di essere remissivi. Il confronto deve esserci e a volte può anche essere duro, ma se resta fine a sé stesso per mostrare i muscoli, senza reale volontà di trovare delle intese, allora resta un esercizio sterile. Forse è chiedere troppo, ma è lecito sperare.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2018/05/ART18-Luca-Albertoni_ccti_direttore.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2017-12-07 12:00:332021-03-02 14:05:35Sempre al servizio delle aziende ticinesi
In riferimento alle nostre precedenti comunicazioni, vi ricordiamo che a partire da lunedì 4 dicembre 2017 – nell’ambito della riorganizzazione dell’Ufficio della migrazione – è prevista l’implementazione dell’assetto definitivo con l’estensione della procedura guidata a tutte le richieste di un permesso per stranieri. Saranno chiusi gli sportelli di tutti i Servizi regionali e sarà costituito il “Servizio nuove entrate” a Lugano. Questo servizio si occuperà di esaminare le domande di nuovi permessi di dimora B, L e G con attività indipendente.
Il Consiglio di Stato ha presentato la riorganizzazione dell’Ufficio cantonale della migrazione che è stata attuata in due tappe, la prima che ha riguardato unicamente i permessi per i lavoratori frontalieri dipendenti, e la seconda che invece riguarda gli altri tipi di permessi.
In generale l’iter per l’ottenimento di un permesso per stranieri è il seguente:
19 giugno 2017 – Ha preso avvio la fase intermedia, con l’introduzione della procedura guidata per i permessi G (che prevede la verifica del documento d’identità dei richiedenti da parte dei servizi della Polizia cantonale presso gli sportelli di Chiasso, Mendrisio, Noranco, Caslano, Camorino e Locarno, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 11.30 e dalle 14.00 alle 16.30, – festivi infrasettimanali esclusi) e la chiusura del Servizio regionale degli stranieri di Agno.
4 dicembre 2017 – Assetto definitivo con l’estensione della procedura guidata a tutte le richieste di un permesso per stranieri, chiusura degli sportelli di tutti i Servizi regionali e costituzione del Servizio “nuove entrate” a Lugano, incaricato di esaminare le domande di nuovi permessi di dimora 8, L e G con attività indipendente.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito della Sezione della popolazione. È inoltre stato istituito un Contact center (Tel: +41 91 814 55 00) disponibile dalle 08:00 alle 12:00 e dalle 13:30 alle 17:00.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2018/05/ART17-procedura-permesso-g.png8231158Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2017-12-01 11:50:522021-03-02 13:34:28Informazioni utili inerenti la riorganizzazione dell’Ufficio della migrazione
Presentare la Camera Ticinese del l ’Economia Fondiaria – CATEF in poche righe non è facile, non da ultimo perché esiste da più di 50 anni, dagli anni ruggenti ai nostri tempi contraddistinti dall’esaurirsi dello slancio di fine secolo. Intanto coloro che la fondarono pensarono bene di allargare la tutela della proprietà fondiaria allo spazio di sostegno che la sostiene e la legittima. Parlare di proprietà non sempre raccoglie l’applauso ma è indubbio che con il diffondersi della proprietà istituzionale, quindi non attribuita da qualche signorotto, si sia creato un caposaldo della democrazia ed un bel contributo alla libertà. E non per nulla la proprietà è inserita come diritto fondamentale sia nella Costituzione federale che in quella cantonale. Tutto quanto premesso ci risulta più facile presentare la Camera Ticinese dell’Economia Fondiaria. Non si occupa quindi solo della proprietà, e di riflesso delle legittime ambizioni dei proprietari – fra l’altro proprietari se ci è permesso il riutilizzo del termine della CATEF stessa – ma di tutte le condizioni quadro che ne orientano i valori, il rispetto e l’utilizzo. Senza beatificare più del tanto l’economia fondiaria, è sempre bene ricordare che in qualità di sorgente per l’erario al quale fornisce mezzi sostanziosi e ricorrenti, è una fonte di lavoro formidabile. Si pensi alla creazione ed alla manutenzione della sostanza, alla gestione della stessa e quant’altro. Una miriade di professionisti! Per quanto riguarda la sostanza considerando la TUI (tassa sugli utili immobiliari), le tasse di registrazioni, il reddito diretto e fittizio, l’imposizione della sostanza stessa, la fiscalizzazione della produzione (dallo scavo alle cassette della posta)… Stiamo parlando di oltre trecento milioni di tasse e di balzelli vari. Non da ultimo va ricordata la funzione previdenziale del bene immobiliare per il singolo e per le casse pensioni nel cui portafoglio il bene immobiliare incide mediamente in misura del 20% assicurando introiti mensili. Più di un motivo quindi per affiancare alla consulenza per il socio un’attività diffusa a favore della sostanza tout-court. La CATEF partecipa alle procedure di consultazione, appoggia iniziative, sensibilizza il politico con contributi di cui si assume la paternità, si posiziona come partner affidabile. Insomma a supporto del proprio impegno a favore del risparmio minuto od allargato ci mette anche la faccia! Abbiamo menzionato la consulenza quasi in modo dovuto, una sorta di accenno! Ora recuperiamo ricordando che alla CATEF la consulenza per i soci è assicurata da tre giuriste a tempo pieno, consulenza che non invade volutamente la consulenza di altri professionisti. Per farla breve non è una sorta di fiduciaria come alcune consorelle d’oltre Gottardo.
La CATEF è strutturata su 5 sezioni autonome ed è condotta dal profilo strategico dal Presidente in sintonia con il Consiglio Direttivo. Il Segretariato dell’associazione ha sede a Lugano, in Via Trevano 39 ed è affidato alla Segretaria Cantonale a cui competono la formazione, l’interpretazione del diritto e della relativa giurisprudenza, la consulenza ai soci, il supporto alle procedure di consultazione e beninteso la gestione corrente. Con queste poche righe abbiamo cercato di presentare la nostra associazione, socia convinta della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi che fra l’altro ci ospita con questo breve contributo, confidando di aver suscitato l’interesse per convincere altri proprietari ad affidarci la tutela dei loro interessi.
Dati di contatto: Camera Ticinese Economia Fondiaria, via Trevano 39, Casella Postale 4137, 6904 Lugano, Tel. 091 972 91 71, info@catef.ch, www.catef.ch
Il 2017 è stato un anno denso di appuntamenti ed emozioni per la Cc-Ti. Tanti eventi, iniziative mediatiche su diversi canali, approfondimenti, corsi ed informazioni legate ai nostri 100 anni. Il clou dei festeggiamenti è stato il 20 ottobre scorso, quando all’Assemblea del Centenario, abbiamo gettato le basi per la nostra attività futura, davanti a oltre 500 persone e avendo quale gradita ospite d’onore la Presidente della Confederazione Doris Leuthard.
Per sottolineare il nostro secolo anche il Corriere del Ticino ha pubblicato un inserto economico speciale di 40 pagine sulle attività passate e i propositi per i nuovi 100 anni, con foto, ricordi e riflessioni.
È possibile scaricare l’inserto del Corriere del Ticino, ripercorrendo pure le emozioni della serata del 20 ottobre scorso. Buona lettura!
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2018/05/ART17-Corriere_inserto_100_anni_cc-ti_lugano_ticino-1.jpg403535Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2017-12-01 11:02:482021-03-02 13:34:36Ripercorriamo le tappe del secolo che ha festeggiato la Cc-Ti
Nell’ambito degli eventi di approfondimento sui Paesi organizzati dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), in collaborazione con Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti SA, Credit Suisse, CRIF e Euler Hermes, si è svolto martedì 28 novembre un business lunch dedicato alla Birmania.
ASEAN: la terza area di libero scambio al mondo
Dopo i saluti introduttivi di Marco Passalia, Vicedirettore e Responsabile del Servizio Export della Cc-Ti, è intervenuta Angela Di Rosa, Consultant South-East Asia di Switzerland Global Enterprise (S-GE), che ha dapprima fornito una panoramica dei Paesi ASEAN (ossia: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam. Maggiori info qui). Queste Nazioni stanno acquisendo un’importanza fondamentale dato che, grazie all’accordo di libero scambio, è il terzo gruppo di Stati più grandi al mondo, dopo il trattato tra i Paesi dell’America settentrionale e quello dell’Unione Europea. Per quanto concerne il Myanmar, Di Rosa ha sottolineato come l’economia birmana ha ottime prospettive di crescita con un +7% per il prossimo anno.
Non mancano le sfide
Con un collegamento in diretta via Skype, è poi intervenuto Aung Thura, esperto di S-GE e CEO di Thura Swiss Ltd. (Yangon), che ha fornito un paragone tra la Birmania e la vicina Thailandia, sebbene quest’ultima sia più avanzata in alcuni ambiti con ad esempio il consumo di elettricità o la presenza di telefoni cellulari, la Birmania ha in realtà saputo colmare talune lacune in breve tempo. Thura ha quindi ribadito che questi ritardi si possono tramutare in opportunità di business poiché per il settore delle comunicazioni si prevedono forti crescite, con un grado di penetrazione di Internet e di rete cellulare sempre più ampio. Altre opportunità sono date dalla logistica, dal settore del petrolio e del gas e dalla tecnologia in ambito finanziario. Per Aung Thura le sfide non mancano: anni di isolamento economico hanno portato alla mancanza di manodopera qualificata, il sistema politico richiede molto tempo per l’applicazione dei processi, vengono offerti solo servizi bancari di base, con una percentuale significativa della popolazione priva di conti bancari e gli uffici o le abitazioni sono difficili da trovare e hanno prezzi molto alti. Con la firma nel 2016 del Myanmar Investment Law (MIL) è stata introdotta maggiore flessibilità alle aziende estere nelle pratiche di assunzione e tale legge consente alle società straniere di intraprendere “attività di trading” in alcuni settori, come ad esempio nei prodotti agricoli o medici.
Per S-GE, l’ASEAN è un mercato regionale con grandi opportunità ma ogni Paese deve essere gestito individualmente, perché ci sono differenze significative in termini di sviluppo economico, clima politico e maturità sociale. Importante, per poter fare business in Myanmar, coinvolgere i partner giusti ed è necessario adattarsi al ritmo e alle pratiche locali.
Emanuela Falcone, Strategic Marketing Coordinator di CRIF, ha fornito le informazioni disponibili e significative per la valutazione della solvibilità delle aziende in Myanmar. La probabilità che il governo non riesca ad ottemperare ai propri obblighi è sotto controllo. Secondo i dati CRIF, il rapporto fra debito pubblico e PIL rimarrà moderato fino al 2019, ovvero poco più del 30% e la moneta locale (kyat) rimarrà debole rispetto al dollaro americano. Persistono inoltre contrasti interni fra le varie etnie e non sembra si intravveda una soluzione a breve termine.
La testimonianza diretta di CNH in Myanmar
Infine, come di consueto, l’evento-Paese ha ospitato anche un testimonial che ha portato la sua esperienza diretta in Myanmar. È intervenuta Christelle Dejean di CNH Industrial, azienda leader a livello mondiale che commercia e produce macchine per l’agricoltura e movimento terra, camion, veicoli commerciali, autobus e veicoli speciali. CNH è da anni presente in Myanmar anche se vigono ancora alcune restrizioni e altre potrebbero essere riapplicate dagli Stati Uniti a causa delle crescenti preoccupazioni per fenomeni di violenza. La presenza di CNH Industrial in Myanmar è cresciuta nel corso degli anni, e nel 2016 ha registrato entrate di circa 20 milioni di dollari nonostante il divieto di importazione che ha avuto un impatto su molte importazioni e vendite al dettaglio. Tuttavia, CNH Industrial ha un obiettivo di crescita significativo nel 2017. Anche secondo Dejean le sfide non mancano, soprattutto perché la valuta locale ha subìto molte fluttuazioni negli ultimi due anni, anche se attualmente risulta stabile rispetto ad altre valute e permette di investire nel Paese. La mancanza di un settore bancario e finanziario sviluppato ostacola la crescita di tutti i segmenti di business affrontati da CNH Industrial: agricoltura, costruzioni e automotive. Senza adeguate soluzioni di finanziamento offerte al mercato, che rendono lo sviluppo accessibile all’intera catena (distributori e clienti), i progressi delle pratiche meccanizzate sono a rischio.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2018/05/ART17-relatori_export_myanmar_ccti_2017-1024x768.png7681024Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2017-11-28 10:50:052018-07-06 14:40:32Myanmar: molte sfide e numerose opportunità
L’opinione del Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni
Secondo un recente studio di Credit Suisse, condotto su 1’900 aziende, oltre la metà delle piccole e medie imprese (PMI) svizzere incontra difficoltà a trovare candidati idonei per i posti vacanti. Il 25% di queste, ossia circa 90’000 PMI, lamenta una carenza acuta di personale qualificato, soprattutto in posti dirigenziali. Come rimediare a questa situazione? Le necessità formative sono sempre più sentite ma al contempo complesse, per cui è fondamentale orientarsi alle esigenze specifiche che emergono in particolare dalle associazioni di categoria.
Per questo motivo, la Cc-Ti, da anni impegnata nell’ambito della formazione dei futuri dirigenti e collaboratori di direzione, ha varato un nuovo ciclo delle proprie scuole manageriali che inizierà nel febbraio 2018 per ottenere il titolo di “Specialista della gestione PMI” con il diploma federale dopo il superamento degli esami finali.
Proprio per tenere conto delle richieste specifiche che emergono dal mondo del lavoro, in collaborazione con l’Istituto svizzero per la formazione di capi azienda – SIU/IFCAM, l’ulteriore offerta finalizzata alla figura dello/a specialista in gestione di PMI è di ampio respiro e concerne tutti i settori dell’economia.Essa infatti punta sullo sviluppo di molteplici competenze aziendali, in
modo da permettere l’assunzione della direzione operativa di tutti gli ambiti di una piccola azienda, oppure per approdare al ruolo di quadro in un’azienda di media grandezza. Si tratta quindi di trasmettere le competenze per condurre la propria azienda, dalle questioni di gestione generale dell’impresa, agli aspetti di leadership, comunicazione e gestione del personale. Passando per la contabilità, il marketing, le pubbliche relazioni e i rapporti con i clienti e i fornitori, per finire sulle questioni giuridiche legate alla gestione di una PMI. 352 ore di lezioni per ottenere il titolo di specialista della gestione PMI con attestato professionale federale.
Da rilevare che la Confederazione sostiene in maniera importante questo genere di formazione, tanto che dal 1°gennaio 2018 coloro che partecipano ai corsi di preparazione agli esami federali riceveranno un sostegno finanziario direttamente dalla Confederazione, ossia il 50% dei costi computabili dei corsi, fino a un massimo di 9’500 CHF per gli esami federali di professione e di 10’500 CHF per gli esami professionali superiori. Si tratta di un atto importante che sottolinea come anche la Confederazione ponga l’accento, oltre che sulle competenze tecniche legate a una determinata professione, sull’aspetto gestionale dell’azienda quale condizione fondamentale per il tessuto economico elvetico. L’inizio del prossimo corso presso la Cc-Ti è previsto per febbraio 2018 e il termine d’iscrizione è il 31 dicembre 2017.
Per informazioni e un contatto diretto: Lisa Pantini, pantini@cc-ti.ch, Tel. +41 91 911 51 32
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2018/05/ART18-Luca-Albertoni_ccti_direttore.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2017-11-23 10:32:412021-03-02 14:05:41I dirigenti di domani e la formazione
Cliccando il pulsante «Accetta», acconsentite all’utilizzo di tutti i nostri cookie così come quelli dei nostri partner. Utilizziamo i cookie per raccogliere informazioni sulle visite al nostro sito web, con lo scopo di fornirvi un'esperienza ottimale e per migliorare continuamente le prestazioni del nostro sito web. Per maggiori informazioni potete consultare la nostra informativa sulla privacy.
Quando visitate un sito web, questo può memorizzare o recuperare informazioni attraverso il vostro browser, di solito sotto forma di cookie. Poiché rispettiamo il vostro diritto alla privacy, potete scegliere di non consentire la raccolta di dati da alcuni tipi di servizi. Tuttavia, il mancato consenso a tali servizi potrebbe influire sull'esperienza dell'utente.
Questi cookie sono strettamente necessari per fornirti i servizi disponibili attraverso il nostro sito web e per utilizzare alcune delle sue funzionalità.
Cookie di Google Analytics
Utilizziamo Analytics con lo scopo di monitorare il funzionamento del sito e analizzare il comportamento utente.
Altri servizi
Utilizziamo cookies di YouTube e Vimeo per l'iterazione di video esterni nel nostro sito.
Nei Big Data il futuro della mobilità
/in Digitalizzazione, TematicheTesto a cura di Alessio Del Grande
Qualche settimana fa Bill Gates, il fondatore di Microsoft, ha investito 80 milioni di dollari per costruire un’avveniristica cittadina su un terreno di 10mila ettari a Tonopah, in Arizona. A poche decine di chilometri da Phoenix, sorgerà una Smart City organizzata con una gestione digitale del territorio grazie all’analisi dei Big Data.
Se il fondatore di Microsoft creerà addirittura dal nulla la sua Smart City, le città intelligenti sono ormai il traguardo su cui si stanno gradualmente rimodellando in Europa, Svizzera compresa, le metropoli e i grandi poli urbani.
L’analisi dei Big Data che confluiscono nel web, trasformati in specifiche informazioni permettono, infatti, la gestione ottimale delle reti per la distribuzione di energia, del traffico, dei parcheggi, dei servizi di raccolta rifiuti e di tutte le infrastrutture su cui si reggono le odierne realtà urbane. Con effetti molto positivi anche per l’ambiente. Solitamente quando si parla di Smart City si pensa a notevoli investimenti in tecnologie, in complessi sistemi di cablaggio e in competenze avanzate, il che è anche vero. Ma pianificare una città o un territorio in modo intelligente non comporta necessariamente spese enormi, se con altrettanta intelligenza si sfruttano le possibilità già esistenti e le sinergie tra diversi centri di competenza. Da questo profilo assai interessante è il progetto Smart City di Swissicom e le esperienze fatte in alcune città svizzere per la gestione del traffico e della mobilità che, come ha ribadito in più occasioni il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, potrebbero essere un modello anche nel nostro Cantone per rendere più scorrevole la circolazione e risolvere con misure appropriate problemi che si trascinano da anni. Attraverso l’analisi aggregata e anonima (per cui è impossibile risalire al singolo utente) dei segnali del cellulare che ognuno di noi ha ormai sempre con sé, si sono ottenute informazioni precise sulle diverse tipologie di traffico, sui differenti mezzi di trasporto utilizzati, su flussi e orari degli spostamenti. Informazioni da cui non si può prescindere per un’efficace pianificazione urbana e una gestione efficiente della mobilità. A questo scopo Swisscom ha sviluppato una sofisticata tecnica di rilevamento e valutazione dei volumi di traffico, analizzando la posizione dei dati rilevabili dal cellulare.
A Montreux, ad esempio, si stava pensando di costruire un tunnel per decongestionare il traffico urbano. Il costo della galleria era stimato in circa 150 milioni di franchi. I ricercatori impegnati nel progetto della Swisscom hanno rielaborato i dati dei collegamenti dei cellulari con la rete di telefonia mobile, tracciando una mappa dettagliata di tutto il traffico, per verificare se era davvero necessario costruire il tunnel o se non ci fosse, invece, qualche altra soluzione. Ebbene, da questa analisi è risultato che la maggior parte del traffico era locale, riconducibile agli spostamenti dei residenti e alla ricerca di un posteggio, per cui con la galleria non si sarebbe risolto nulla. Si è deciso, dunque, di costruire un autosilo con 400 posti. Una scelta vincente che ha liberato Montreux dalla morsa del traffico interno, permettendo alla Città di risparmiare anche decine di milioni di franchi.
Scaricate il dossier completo sul tema mobilità e digitalizzazione, che comprendente l’articolo principale e un’intervista a Carlo Secchi , Sales Director Ticino – VP, Swisscom, che parla di Smart Cities.
La Cc-Ti in campo per la formazione professionale
/in Comunicazione e mediaLa formazione e l’orientamento professionale sono di importanza fondamentale per il successo dell’economia ticinese e svizzera. Infatti da sempre sosteniamo che la formazione professionale porta una pluralità di visioni e di professionisti, che sono le risorse per il nostro Paese. Non solo: il modello della formazione professionale svizzero ci è invidiato anche all’estero, persegue una strategia di adattamento ai mutamenti della società e del mondo del lavoro, è sostenibile e flessibile, garantendo un’efficienza ottimale per le persone in formazione.
Oltre al quotidiano dialogo con le associazioni di categoria, che si occupano in prima linea di formazione professionale per gli apprendisti e la formazione professionale superiore (ossia la maestria e/o corsi di aggiornamento che portano ad un brevetto federale), anche la Cc-Ti è attiva nella formazione superiore con la Scuola Manageriale che porta all’ottenimento del titolo “Specialista della Gestione PMI”; così come in corsi di formazione continua su tematiche differenti (www.cc-ti.ch/corsi).
Ricordiamo anche il lavoro di approfondimento portato avanti lungo il 2017, nell’anno del Centenario, per far conoscere meglio i settori dell’economia ticinese (qui i profili delle differenti realtà associative).
Un grande impegno è poi quello di supporto ad iniziative volte alla conoscenza ed alla divulgazione di progetti innovativi inerenti la formazione professionale ed i giovani. Parliamo di Espoprofessioni, la fiera delle professioni che si svolge ogni 2 anni, in cui, nel Comitato organizzatore, siede la Cc-Ti, insieme ad autorità ed istituzioni cantonali e federali. Una fiera di 5 giorni ricca di emozioni e coinvolgimento ed interattività, che si svolgerà a Lugano dal 5 al 10 marzo 2018. Un percorso interattivo permetterà agli allievi delle Scuole Medie, ma anche a giovani ed adulti di interagire con le associazioni di categoria, impegnate nelle differenti formazioni (www.espoprofessioni.ch).
Da segnalare anche il supporto fattivo al progetto LIFT, che prosegue con successo in 7 Scuole Medie ticinesi. La transizione tra scuola dell’obbligo e formazione professionale è un passaggio molto delicato. Per aumentare le possibilità d’integrazione degli allievi nel mercato del lavoro, è nato LIFT. Si tratta di un percorso per i giovani di 3a e 4a media, che prevede stages nelle aziende. La Cc-Ti ha aderito con entusiasmo a questo progetto, entrando a far parte del plenum direttivo e offrendosi quale trait d’union fra mondo del lavoro e scuola, coordinando la rete di aziende che si sono messe a disposizione per offrire un posto di stage e sostenendo il progetto con contatti e promozione (www.progetto-lift.ch).
Il contatto fra il tessuto economico ticinese ed i giovani di scuole di diverso genere è una prerogativa per la Cc-Ti. Impegno che cerchiamo di mettere in atto e sviluppare attraverso diverse iniziative indirizzate a giovani di differenti età e scuole.
La Cina al vertice dei mercati dʼexport
/in Internazionale, TematicheIl mercato del Paese asiatico è considerato dalle PMI svizzere il più interessante per lʼexport. È quanto risulta dallo studio di Switzerland Global Enterprise (S-GE) realizzato in collaborazione con il centro di ricerca congiunturale KOF del Politecnico federale di Zurigo, che serve da orientamento per le PMI svizzere. USA e Corea del Sud seguono al secondo e al terzo posto della classifica mondiale.
Per identificare il principale mercato d’export si utilizzano complessivamente 15 diversi criteri. Tra di essi rientrano le dimensioni del mercato, il potenziale, il volume delle esportazioni e la crescita media del mercato degli ultimi anni. Nella classifica di S-GE sono stati valutati complessivamente 107 Paesi. Tra i primi dieci mercati troviamo, in ordine d’importanza, la Cina, gli Stati Uniti, la Corea del Sud, Singapore, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti, il Canada, la Polonia, il Giappone e la Germania.
Cina: una spinta in più grazie all’ALS
Non sorprende il risultato dello studio che vede al primo posto della classifica il dragone asiatico. Ricordiamo infatti che nel 2014 è entrato in vigore l’accordo di libero scambio (ALS) tra Svizzera e Cina che ha offerto, soprattutto alle aziende elvetiche, enormi vantaggi in un mercato potenziale di 1.4 miliardi di abitanti attento e ricettivo nei confronti dei prodotti di origine svizzera. Grazie all’ALS vi è stato uno sgravio o una riduzione graduale negli anni dei dazi doganali che ha dato un enorme vantaggio alle nostre PMI rispetto ai concorrenti europei. Citando esempi di vario genere, alcune batterie che avevano un dazio di oltre il 12% al momento dell’entrata in vigore dell’accordo, avranno una riduzione totale entro dieci anni, oppure alcuni tipi di motori che addirittura possono già oggi beneficiare oggi di un dazio 0.
Ad oggi sono molte le aziende svizzere che si sono interfacciate sul mercato cinese utilizzando i vantaggi dati dall’accordo di libero scambio e anche il sondaggio di Switzerland Global Enterprise sul clima dʼexport conferma tale tendenza positiva. Il 31% delle imprese svizzere intervistate ha infatti dichiarato di voler esportare in Cina entro la fine dellʼanno.
Seguendo costantemente i temi d’attualità, anche il Servizio Export della Cc-Ti, in collaborazione con S-GE, dedicherà nel corso del 2018 un evento-Paese dedicato alla Cina, dove si darà la possibilità alle aziende ticinesi di ascoltare informazioni di prima mano grazie agli interventi di esperti. Maggiori dettagli in merito seguiranno su queste pagine e nei portali online.
Valutazione delle Regioni: ASEAN al vertice
Nello studio del KOF, i mercati dʼesportazione principali sono stati valutati non soltanto sulla base dei singoli Paesi, ma anche a livello regionale. Nel ranking regionale i Paesi asiatici della Regione ASEAN (Filippine, Indonesia, Vietnam, Singapore, Malesia, Myanmar, Laos, Thailandia, Brunei, Cambogia) si situano al primo posto. La regione ASEAN è seguita dagli Stati del Golfo (Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti) e dai Paesi del Benelux (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo).
Marco Passalia, vice direttore e responsabile Servizio Export Cc-Ti
Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Lo studio
Lo studio sui principali mercati dʼesportazione è stato realizzato da Switzerland Global Enterprise in collaborazione con il centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo. Nella classifica sono stati valutati 107 Paesi. Trai i 15 criteri si annoverano le dimensioni del mercato, la crescita del mercato degli ultimi anni (2010-2016), le prospettive di crescita del mercato (2017-2021), il volume di esportazione, nonché il potenziale di mercato. La classifica offre alle PMI svizzere unʼampia analisi su vari mercati dʼesportazione e serve come orientamento.
Comunicazione in… formazione 2018
/in Appuntamenti, Formazione puntuale, Scuola managerialeCambia il modo di comunicare, nuovi mezzi di comunicazione si impongono. Il 2018 sarà ricco di novità. E anche la formazione e la sua comunicazione peculiare non fanno eccezione. La Cc-Ti ha portato avanti già lungo tutto il 2017 alcuni macro temi importanti per l’economia quali l’internazionalizzazione, la swissness, la responsabilità sociale delle imprese (RSI) e la digitalizzazione, evidenziandone pregi, vantaggi ed opportunità sia per il sistema economico e per le aziende ticinesi. Grande interesse in questo senso per tutti gli eventi e gli approfondimenti presentati (ritrovate sul nostro sito maggiori informazioni).
In quest’ottica anche la formazione comunica con i soci, le associazioni di categoria e il pubblico in generale per quanto concerne l’interessante e multitematica offerta formativa targata Cc-Ti, essa evolverà per seguire nuovi trend. Dal 2018 pubblicheremo semestralmente un opuscolo che pubblicizza presenta in maniera concisa e diretta la nostra offerta formativa, suddivisa in 3 grandi macro aree: Seminari di Approfondimento, Corsi export, Scuola Manageriale (come ben illustra l’immagine qui sotto).
Questo utile documento verrà distribuito in maniera cartacea a tutti i soci 2 volte l’anno (gennaio e settembre) ed andrà a sostituire l’invio dei numerosi flyer che presentavano singolarmente ogni proposta formativa. Si tratterà di una pubblicazione che per argomenti (diritto del lavoro, export, risorse umane, ecc.) presenterà i differenti corsi in programma. Un cambiamento di strategia improntato sulla comunicazione più diretta e digitale, anche nel segno di una maggior sensibilità ecologica, orientata alla sostenibilità, tema imprescindibile per le aziende oggigiorno, così come per noi.
Insieme alla comunicazione cartacea tramite questo opuscolo, la promozione dei corsi avverrà secondo una multicanalità specifica per raggiungere pubblici differenziati e sempre più potenziali interessati. Quest’approccio permette una maggiore capillarità e dimostra una forte capacità di evoluzione verso i cambiamenti del mercato.
Come fare dunque per restare aggiornati sui corsi e, più in generale, sulle proposte formative della Cc-Ti?
Da gennaio 2018 verrà potenziata la comunicazione online. Ciò significa in concreto che sarà incrementata la comunicazione tramite le nostre newsletter periodiche, di cui, da gennaio, una sarà interamente dedicata alla formazione. Attraverso il sito web www.cc-ti.ch (che resta il principale punto d’informazione su tutta l’attività camerale, non solo per la formazione, ma anche per approfondimenti, eventi e attualità), è possibile visionare online date, temi e modalità d’iscrizione di tutta la nostra proposta formativa. I nostri social media propongono un aggiornamento continuo e diretto delle ultime novità targate Cc-Ti.
Parlavamo prima di multicanalità, prevediamo anche una comunicazione intergrata con strumenti più tradizionali, oltre al citato opuscolo semestrale (che sarà cartaceo), su Ticino Business, la rivista ufficiale della Cc-Ti, si potranno ritrovare le offerte formative Cc-Ti.
Sempre al servizio delle aziende ticinesi
/in Comunicazione e mediadi Luca Albertoni, direttore Cc-Ti
Il 2017 sta volgendo al termine e così anche l’anno che ha segnato il centenario della nostra associazione. Molti sono stati i momenti pubblici che hanno permesso di affrontare temi d’attualità e ribadire i nostri valori, dalla trasformazione digitale al ruolo delle aziende nella società, dallo Swissness alle questioni più legate alla politica cantonale. Il tutto senza perdere di vista quello che è il valore fondamentale per ogni associazione economica, cioè la difesa della libertà imprenditoriale, sancita dall’articolo 27 della Costituzione federale. Ma a parte gli eventi pubblici, compresa la straordinaria assemblea generale dello scorso 20 ottobre, ancora e sempre risulta decisivo per la nostra missione il lavoro a stretto contatto con i nostri associati, siano essi le singole aziende oppure le oltre quaranta associazioni di categoria a noi legate. Offerte informative e formative commisurate sulle singole esigenze, contatti intensi, iniziative comuni, ecc., il tutto finalizzato alla ricerca di un equilibrio benefico per tutti. Un lavoro non sempre facile, ma appassionante, per facilitare la crescita dell’economia ticinese a beneficio di tutti. Non amiamo i proclami né le facili polemiche. A volte questo può essere scambiato per debolezza, in realtà simboleggia la forza degli argomenti.
“Un lavoro non sempre facile, ma appassionante, per facilitare la crescita dell’economia ticinese a beneficio di tutti. Non amiamo i proclami né le facili polemiche. A volte questo può essere scambiato per debolezza, in realtà simboleggia la forza degli argomenti. E non sempre i migliori risultati si ottengono brandendo la scimitarra. Talvolta il fioretto è più utile. Come a volte il silenzio è molto più significativo delle urla.”
E non sempre i migliori risultati si ottengono brandendo la scimitarra. Talvolta il fioretto è più utile. Come a volte il silenzio è molto più significativo delle urla. Fra le molte soddisfazioni dell’anno appena trascorso, vi è indubbiamente quella di avere riportato all’attenzione delle discussioni la già citata libertà economica e imprenditoriale, elemento centrale del sistema svizzero. Tanto quanto il rispetto del principio di legalità, troppo spesso negletto per dare i cosiddetti segnali, che sono poi spesso delle “Fausses bonnes idées”, cioè idee anche condivisibili sul principio, ma avulse dalla realtà. E quando alla prova dei fatti si rivelano per quello che sono, è comunque sempre colpa degli altri. Alla faccia dell’auto-responsabilità. Ma, si sa, il periodo delle feste natalizie non deve essere quello delle polemiche, per cui mi limito ad auspicare che magari si riesca a recuperare un certo equilibrio nel dibattito pubblico. Che non significa appiattirsi sulle posizioni di altri né di essere remissivi. Il confronto deve esserci e a volte può anche essere duro, ma se resta fine a sé stesso per mostrare i muscoli, senza reale volontà di trovare delle intese, allora resta un esercizio sterile. Forse è chiedere troppo, ma è lecito sperare.
Informazioni utili inerenti la riorganizzazione dell’Ufficio della migrazione
/in Comunicazione e mediaGentili signore, egregi signori,
Cari Soci,
Ulteriori informazioni potete trovarle direttamente sul sito dell’Amministrazione cantonale o riassunte qui di seguito.
Riorganizzazione dell’Ufficio della migrazione
Il Consiglio di Stato ha presentato la riorganizzazione dell’Ufficio cantonale della migrazione che è stata attuata in due tappe, la prima che ha riguardato unicamente i permessi per i lavoratori frontalieri dipendenti, e la seconda che invece riguarda gli altri tipi di permessi.
In generale l’iter per l’ottenimento di un permesso per stranieri è il seguente:
19 giugno 2017 – Ha preso avvio la fase intermedia, con l’introduzione della procedura guidata per i permessi G (che prevede la verifica del documento d’identità dei richiedenti da parte dei servizi della Polizia cantonale presso gli sportelli di Chiasso, Mendrisio, Noranco, Caslano, Camorino e Locarno, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 11.30 e dalle 14.00 alle 16.30, – festivi infrasettimanali esclusi) e la chiusura del Servizio regionale degli stranieri di Agno.
4 dicembre 2017 – Assetto definitivo con l’estensione della procedura guidata a tutte le richieste di un permesso per stranieri, chiusura degli sportelli di tutti i Servizi regionali e costituzione del Servizio “nuove entrate” a Lugano, incaricato di esaminare le domande di nuovi permessi di dimora 8, L e G con attività indipendente.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito della Sezione della popolazione. È inoltre stato istituito un Contact center (Tel: +41 91 814 55 00) disponibile dalle 08:00 alle 12:00 e dalle 13:30 alle 17:00.
CATEF
/in AssociazionePresentare la Camera Ticinese del l ’Economia Fondiaria – CATEF in poche righe non è facile, non da ultimo perché esiste da più di 50 anni, dagli anni ruggenti ai nostri tempi contraddistinti dall’esaurirsi dello slancio di fine secolo. Intanto coloro che la fondarono pensarono bene di allargare la tutela della proprietà fondiaria allo spazio di sostegno che la sostiene e la legittima. Parlare di proprietà non sempre raccoglie l’applauso ma è indubbio che con il diffondersi della proprietà istituzionale, quindi non attribuita da qualche signorotto, si sia creato un caposaldo della democrazia ed un bel contributo alla libertà. E non per nulla la proprietà è inserita come diritto fondamentale sia nella Costituzione federale che in quella cantonale. Tutto quanto premesso ci risulta più facile presentare la Camera Ticinese dell’Economia Fondiaria. Non si occupa quindi solo della proprietà, e di riflesso delle legittime ambizioni dei proprietari – fra l’altro proprietari se ci è permesso il riutilizzo del termine della CATEF stessa – ma di tutte le condizioni quadro che ne orientano i valori, il rispetto e l’utilizzo. Senza beatificare più del tanto l’economia fondiaria, è sempre bene ricordare che in qualità di sorgente per l’erario al quale fornisce mezzi sostanziosi e ricorrenti, è una fonte di lavoro formidabile. Si pensi alla creazione ed alla manutenzione della sostanza, alla gestione della stessa e quant’altro. Una miriade di professionisti! Per quanto riguarda la sostanza considerando la TUI (tassa sugli utili immobiliari), le tasse di registrazioni, il reddito diretto e fittizio, l’imposizione della sostanza stessa, la fiscalizzazione della produzione (dallo scavo alle cassette della posta)… Stiamo parlando di oltre trecento milioni di tasse e di balzelli vari. Non da ultimo va ricordata la funzione previdenziale del bene immobiliare per il singolo e per le casse pensioni nel cui portafoglio il bene immobiliare incide mediamente in misura del 20% assicurando introiti mensili. Più di un motivo quindi per affiancare alla consulenza per il socio un’attività diffusa a favore della sostanza tout-court. La CATEF partecipa alle procedure di consultazione, appoggia iniziative, sensibilizza il politico con contributi di cui si assume la paternità, si posiziona come partner affidabile. Insomma a supporto del proprio impegno a favore del risparmio minuto od allargato ci mette anche la faccia! Abbiamo menzionato la consulenza quasi in modo dovuto, una sorta di accenno! Ora recuperiamo ricordando che alla CATEF la consulenza per i soci è assicurata da tre giuriste a tempo pieno, consulenza che non invade volutamente la consulenza di altri professionisti. Per farla breve non è una sorta di fiduciaria come alcune consorelle d’oltre Gottardo.
La CATEF è strutturata su 5 sezioni autonome ed è condotta dal profilo strategico dal Presidente in sintonia con il Consiglio Direttivo. Il Segretariato dell’associazione ha sede a Lugano, in Via Trevano 39 ed è affidato alla Segretaria Cantonale a cui competono la formazione, l’interpretazione del diritto e della relativa giurisprudenza, la consulenza ai soci, il supporto alle procedure di consultazione e beninteso la gestione corrente. Con queste poche righe abbiamo cercato di presentare la nostra associazione, socia convinta della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi che fra l’altro ci ospita con questo breve contributo, confidando di aver suscitato l’interesse per convincere altri proprietari ad affidarci la tutela dei loro interessi.
Dati di contatto:
Camera Ticinese Economia Fondiaria, via Trevano 39, Casella Postale 4137, 6904 Lugano, Tel. 091 972 91 71, info@catef.ch, www.catef.ch
Ripercorriamo le tappe del secolo che ha festeggiato la Cc-Ti
/in Comunicazione e mediaIl 2017 è stato un anno denso di appuntamenti ed emozioni per la Cc-Ti. Tanti eventi, iniziative mediatiche su diversi canali, approfondimenti, corsi ed informazioni legate ai nostri 100 anni. Il clou dei festeggiamenti è stato il 20 ottobre scorso, quando all’Assemblea del Centenario, abbiamo gettato le basi per la nostra attività futura, davanti a oltre 500 persone e avendo quale gradita ospite d’onore la Presidente della Confederazione Doris Leuthard.
Per sottolineare il nostro secolo anche il Corriere del Ticino ha pubblicato un inserto economico speciale di 40 pagine sulle attività passate e i propositi per i nuovi 100 anni, con foto, ricordi e riflessioni.
È possibile scaricare l’inserto del Corriere del Ticino, ripercorrendo pure le emozioni della serata del 20 ottobre scorso. Buona lettura!
Myanmar: molte sfide e numerose opportunità
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi PaeseNell’ambito degli eventi di approfondimento sui Paesi organizzati dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), in collaborazione con Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti SA, Credit Suisse, CRIF e Euler Hermes, si è svolto martedì 28 novembre un business lunch dedicato alla Birmania.
ASEAN: la terza area di libero scambio al mondo
Dopo i saluti introduttivi di Marco Passalia, Vicedirettore e Responsabile del Servizio Export della Cc-Ti, è intervenuta Angela Di Rosa, Consultant South-East Asia di Switzerland Global Enterprise (S-GE), che ha dapprima fornito una panoramica dei Paesi ASEAN (ossia: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam. Maggiori info qui). Queste Nazioni stanno acquisendo un’importanza fondamentale dato che, grazie all’accordo di libero scambio, è il terzo gruppo di Stati più grandi al mondo, dopo il trattato tra i Paesi dell’America settentrionale e quello dell’Unione Europea. Per quanto concerne il Myanmar, Di Rosa ha sottolineato come l’economia birmana ha ottime prospettive di crescita con un +7% per il prossimo anno.
Non mancano le sfide
Con un collegamento in diretta via Skype, è poi intervenuto Aung Thura, esperto di S-GE e CEO di Thura Swiss Ltd. (Yangon), che ha fornito un paragone tra la Birmania e la vicina Thailandia, sebbene quest’ultima sia più avanzata in alcuni ambiti con ad esempio il consumo di elettricità o la presenza di telefoni cellulari, la Birmania ha in realtà saputo colmare talune lacune in breve tempo. Thura ha quindi ribadito che questi ritardi si possono tramutare in opportunità di business poiché per il settore delle comunicazioni si prevedono forti crescite, con un grado di penetrazione di Internet e di rete cellulare sempre più ampio. Altre opportunità sono date dalla logistica, dal settore del petrolio e del gas e dalla tecnologia in ambito finanziario. Per Aung Thura le sfide non mancano: anni di isolamento economico hanno portato alla mancanza di manodopera qualificata, il sistema politico richiede molto tempo per l’applicazione dei processi, vengono offerti solo servizi bancari di base, con una percentuale significativa della popolazione priva di conti bancari e gli uffici o le abitazioni sono difficili da trovare e hanno prezzi molto alti. Con la firma nel 2016 del Myanmar Investment Law (MIL) è stata introdotta maggiore flessibilità alle aziende estere nelle pratiche di assunzione e tale legge consente alle società straniere di intraprendere “attività di trading” in alcuni settori, come ad esempio nei prodotti agricoli o medici.
Per S-GE, l’ASEAN è un mercato regionale con grandi opportunità ma ogni Paese deve essere gestito individualmente, perché ci sono differenze significative in termini di sviluppo economico, clima politico e maturità sociale. Importante, per poter fare business in Myanmar, coinvolgere i partner giusti ed è necessario adattarsi al ritmo e alle pratiche locali.
Emanuela Falcone, Strategic Marketing Coordinator di CRIF, ha fornito le informazioni disponibili e significative per la valutazione della solvibilità delle aziende in Myanmar. La probabilità che il governo non riesca ad ottemperare ai propri obblighi è sotto controllo. Secondo i dati CRIF, il rapporto fra debito pubblico e PIL rimarrà moderato fino al 2019, ovvero poco più del 30% e la moneta locale (kyat) rimarrà debole rispetto al dollaro americano. Persistono inoltre contrasti interni fra le varie etnie e non sembra si intravveda una soluzione a breve termine.
La testimonianza diretta di CNH in Myanmar
Infine, come di consueto, l’evento-Paese ha ospitato anche un testimonial che ha portato la sua esperienza diretta in Myanmar. È intervenuta Christelle Dejean di CNH Industrial, azienda leader a livello mondiale che commercia e produce macchine per l’agricoltura e movimento terra, camion, veicoli commerciali, autobus e veicoli speciali. CNH è da anni presente in Myanmar anche se vigono ancora alcune restrizioni e altre potrebbero essere riapplicate dagli Stati Uniti a causa delle crescenti preoccupazioni per fenomeni di violenza. La presenza di CNH Industrial in Myanmar è cresciuta nel corso degli anni, e nel 2016 ha registrato entrate di circa 20 milioni di dollari nonostante il divieto di importazione che ha avuto un impatto su molte importazioni e vendite al dettaglio. Tuttavia, CNH Industrial ha un obiettivo di crescita significativo nel 2017. Anche secondo Dejean le sfide non mancano, soprattutto perché la valuta locale ha subìto molte fluttuazioni negli ultimi due anni, anche se attualmente risulta stabile rispetto ad altre valute e permette di investire nel Paese. La mancanza di un settore bancario e finanziario sviluppato ostacola la crescita di tutti i segmenti di business affrontati da CNH Industrial: agricoltura, costruzioni e automotive. Senza adeguate soluzioni di finanziamento offerte al mercato, che rendono lo sviluppo accessibile all’intera catena (distributori e clienti), i progressi delle pratiche meccanizzate sono a rischio.
Sponsor export
Le presentazioni
Business opportunities
Angela Di Rosa, Consultant Sud-East Asia, Switzerland Global Enterprise
Dr. Aung Thura, CEO, Thura Swiss Ltd. (Yangon)
Le informazioni disponibili e significative per la valutazione della solvibilità delle aziende in Myanmar
Emanuela Falcone, Strategic Marketing Coordinator, CRIF
La testimonianza aziendale
Christelle Dejean, CNH
I dirigenti di domani e la formazione
/in Comunicazione e mediaL’opinione del Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni
Secondo un recente studio di Credit Suisse, condotto su 1’900 aziende, oltre la metà delle piccole e medie imprese (PMI) svizzere incontra difficoltà a trovare candidati idonei per i posti vacanti. Il 25% di queste, ossia circa 90’000 PMI, lamenta una carenza acuta di personale qualificato, soprattutto in posti dirigenziali. Come rimediare a questa situazione? Le necessità formative sono sempre più sentite ma al contempo complesse, per cui è fondamentale orientarsi alle esigenze specifiche che emergono in particolare dalle associazioni di categoria.
Per questo motivo, la Cc-Ti, da anni impegnata nell’ambito della formazione dei futuri dirigenti e collaboratori di direzione, ha varato un nuovo ciclo delle proprie scuole manageriali che inizierà nel febbraio 2018 per ottenere il titolo di “Specialista della gestione PMI” con il diploma federale dopo il superamento degli esami finali.
Proprio per tenere conto delle richieste specifiche che emergono dal mondo del lavoro, in collaborazione con l’Istituto svizzero per la formazione di capi azienda – SIU/IFCAM, l’ulteriore offerta finalizzata alla figura dello/a specialista in gestione di PMI è di ampio respiro e concerne tutti i settori dell’economia.Essa infatti punta sullo sviluppo di molteplici competenze aziendali, in
modo da permettere l’assunzione della direzione operativa di tutti gli ambiti di una piccola azienda, oppure per approdare al ruolo di quadro in un’azienda di media grandezza. Si tratta quindi di trasmettere le competenze per condurre la propria azienda, dalle questioni di gestione generale dell’impresa, agli aspetti di leadership, comunicazione e gestione del personale. Passando per la contabilità, il marketing, le pubbliche relazioni e i rapporti con i clienti e i fornitori, per finire sulle questioni giuridiche legate alla gestione di una PMI. 352 ore di lezioni per ottenere il titolo di specialista della gestione PMI con attestato professionale federale.
Da rilevare che la Confederazione sostiene in maniera importante questo genere di formazione, tanto che dal 1°gennaio 2018 coloro che partecipano ai corsi di preparazione agli esami federali riceveranno un sostegno finanziario direttamente dalla Confederazione, ossia il 50% dei costi computabili dei corsi, fino a un massimo di 9’500 CHF per gli esami federali di professione e di 10’500 CHF per gli esami professionali superiori. Si tratta di un atto importante che sottolinea come anche la Confederazione ponga l’accento, oltre che sulle competenze tecniche legate a una determinata professione, sull’aspetto gestionale dell’azienda quale condizione fondamentale per il tessuto economico elvetico. L’inizio del prossimo corso presso la Cc-Ti è previsto per febbraio 2018 e il termine d’iscrizione è il 31 dicembre 2017.
Per informazioni e un contatto diretto: Lisa Pantini, pantini@cc-ti.ch, Tel. +41 91 911 51 32