La LIA giudicata illegale

Il Tribunale amministrativo cantonale (TRAM), accogliendo un ricorso dell’avv. Paolo Tamagni di Bellinzona, presentato per tutelare gli interessi di un’azienda ticinese, ha stabilito che la Legge sulle imprese artigianali (LIA), limita in modo eccessivo la libertà economica sancita dalla Costituzione federale.

In particolare, esprimendosi sull’obbligo per la società ricorrente di iscriversi all’albo delle imprese artigianali, i giudici hanno confermato che di regola sono ammesse restrizioni di polizia al diritto di esercitare liberamente un’attività economica, al fine di tutelare l’ordine pubblico, la sicurezza, la salute, la quiete e la moralità pubblici, i buoni costumi e la buona fede nei rapporti commerciali da atti sleali e idonei a ingannare il pubblico. Sono invece escluse le misure protezionistiche e le restrizioni motivate da ragioni di politica economica.

Ora, considerato il genere delle attività artigianali concretamente oggetto della fattispecie (posa di pavimenti e falegnameria) il TRAM non ha ritenuto possibile che l’eventuale mancato adempimento delle precitate disposizioni di polizia da parte della ricorrente potesse dar luogo a una concreta e diretta minaccia o anche soltanto a un rischio accresciuto per la sicurezza della collettività in generale e della clientela dell’azienda in questione. In effetti i prodotti e i servizi offerti dalla società ricorrente nel settore della posa di pavimenti e della falegnameria non implicano la necessità di tutelare in modo particolarmente accresciuto quegli ambiti che secondo il Tribunale federale potrebbero invece giustificare la restrizione della libertà economica.

Alla luce di quanto sopra i giudici hanno quindi ritenuto che il regime della LIA costituisce un’illecita interferenza nella libera concorrenza tra imprese che non può essere ammessa.

In conclusione, l’obbligo di iscrizione all’albo delle imprese artigianali è stato giudicato lesivo della libertà economica in quanto non sorretto da sufficienti interessi pubblici e, in ogni modo, poiché in contrasto anche con il principio della proporzionalità.

Contattateci per maggiori informazioni: potete scriverci, inviando un’e-mail a info@cc-ti.ch o chiamarci al nr. 091 911 51 11.

L’apprendistato non è una scelta di serie B

Testo a cura di Alessio del Grande

In Ticino si è raggiunto un buon equilibrio tra domanda e offerta dei posti per il tirocinio. La campagna per il 2017 ha, difatti, centrato l’obiettivo di collocare tutti i giovani che cercavano un apprendistato dopo le scuole medie. Un ottimo risultato ottenuto grazie anche ad un accresciuto impegno delle aziende abilitate alla formazione, ben 1’607 imprese, contro le 1’466 del 2016, che hanno assicurato 3’471 posti di apprendistato, 292 in più rispetto all’anno precedente. Ma da noi purtroppo, a differenza della svizzera tedesca, non si riesce a sfruttare ancora a pieno le opportunità offerte dall’apprendistato. Qui, come nei Cantoni romandi del resto, nelle famiglie e tra i giovani persiste la convinzione che il liceo, a differenza del tirocinio, sia la via più prestigiosa e sicura per un buon impiego.

In realtà, chi dopo l’apprendistato ha seguito una formazione professionale superiore, grazie all’esperienza pratica già acquisita trova spesso più rapidamente un lavoro e, magari, meglio retribuito di quello raggiunto alla fine di un percorso universitario. Sull’apprendistato c’è, dunque, un preconcetto di fondo duro a morire, dovuto principalmente a due fattori. Il primo è la scarsa conoscenza in molte famiglie delle possibilità professionali che si aprono con un tirocinio, sottovalutando, altresì, il fatto che un Attestato Federale di Capacità dà accesso alla maturità professionale e, quindi, alle scuole universitarie professionali o all’università. Il secondo fattore è, invece, legato ad un’insufficiente valorizzazione dell’immagine stessa di alcune professioni, anche artigianali, che negli ultimi anni hanno subito una radicale evoluzione. Tanto per fare qualche esempio, oggi un elettricista deve sapersi destreggiarsi tra reti cablate e domotica che sempre più governeranno le nostre abitazioni, un meccanico più che la chiave inglese lavora col computer, mentre nuove tecniche e nuovi materiali stanno trasformando l’edilizia e la falegnameria.
Per non parlare, poi, di altre attività come quelle socio-sanitarie o dell’informatica e della mediamatica, settori chiave dell’economia digitale su cui nel nostro Cantone si sta concentrando l’impegno dell’ICT per la formazione professionale. A questa evoluzione fa da contraltare un uso più selettivo dell’apprendistato da parte delle aziende che, confrontate con mercati estremamente competitivi, ma anche con la burocrazia, i costi e il tempo che comporta il tirocinio, richiedono ai giovani apprendisti una forte motivazione professionale e un’adeguata preparazione di partenza per stare al ritmo di un mondo del lavoro in continua evoluzione. Certo è che se l’apprendistato verrà considerato solo come una via di fuga, che non richiede un impegno particolare, per i giovani che al liceo non ce la possono fare, quel sistema duale imperniato su teoria e pratica, che ha fatto il successo della formazione in Svizzera, e che gli altri Paesi ci invidiano, prima o poi entrerà in crisi.

Che fare quindi? I primi indispensabili passi, come hanno evidenziato alcune ricerche in Romandia, sarebbero una più incisiva presenza a scuola dell’orientamento professionale che affianchi i docenti, i quali spesso sanno poco dell’evoluzione del mercato del lavoro e dei possibili sbocchi professionali, per indirizzare i giovani verso le scelte giuste; il rafforzamento di alcune competenze, tecniche e linguistiche in particolare, necessarie per sostenere adeguatamente un tirocinio e, non da ultimo, un informazione più mitrata alle famiglie e all’opinione pubblica sulle possibilità lavorative e formative che offre l’apprendistato.

La Cc-Ti è in prima linea a favore dell’orientamento e della formazione professionale di base e superiore. Lo dimostra il fatto che da sempre siamo attivi nella formazione continua, come pure prestiamo molta attenzione verso iniziative a sostegno dei giovani. Quali? Scopritene alcune attraverso questo link.

IVA: importanti aggiornamenti dal 1° gennaio 2018

Gentili signore, egregi signori,
cari Soci,

dal 1° gennaio 2018, con l’entrata del nuovo anno sono entrate in vigore le nuove aliquote relative all’Imposta sul Valore Aggiunto.
Infatti il 2 giugno 2017, nella seduta del Consiglio Federale, è stato deciso di mettere in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2018 una parziale revisione della Legge sull’IVA, approvata dal Parlamento elvetico.

Vi informiamo dunque sulle nuove aliquote:

  • l’aliquota normale ammonta ora al 7,7%
  • l’aliquota speciale per il settore alberghiero si riduce al 3,7%
  • l’aliquota ridotta rimane invariata al 2,5%.
Contattateci per maggiori informazioni: potete scriverci, inviando un’e-mail a info@cc-ti.ch o chiamarci al nr. 091 911 51 11.

In Ticino vive un’economia diversificata e resistente

L’opinione del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni

Un Cantone in crescita, che ha diversificato il suo sistema produttivo e con grandi potenzialità anche nella nuova economia digitale. È il quadro dell’economia ticinese tracciato da un recente studio di Avenir Suisse. Con tutti i limiti che tali analisi possono avere, è indubbio che si tratta di un segnale incoraggiante. Che trova conferma in quanto hanno rilevato le nostre aziende nel quadro dell’ultima inchiesta congiunturale targata Cc-Ti, presentata il 22 gennaio scorso, che ha evidenziato un’economia che ha ritrovato una certa stabilità, dopo gli scossoni delle forti crisi dell’ultimo decennio.

Al di là delle difficoltà riscontrabili in taluni settori, il quadro generale dell’economia  ticinese è positivo, anche se paragonato alla media nazionale e all’andamento di altre regioni svizzere altamente competitive come l’Arco lemanico. Alcuni nostri risultati sono del resto addirittura migliori di quelli registrati in altri cantoni. Non si tratta di negare che vi siano delle difficoltà legate anche a talune questioni strutturali, ma parlare di economia ticinese debole è  scorretto. Le 318 aziende associate alla Cc-Ti che hanno partecipato all’inchiesta congiunturale  annuale, campione molto rappresentativo di imprese ben radicate sul territorio, confermano una fase di consolidamento economico per l’andamento degli affari, con valori molto interessanti ad esempio per il grado di autofinanziamento, il livello degli investimenti e l’occupazione. Fra i fattori positivi  della nostra economia si può senz’altro menzionare la diversificazione del tessuto economico. Ma anche l’internazionalizzazione delle attività aziendali ha avuto effetti benefici perché il confronto con la concorrenza mondiale ha permesso la crescita di tutto il sistema produttivo.
Lo studio di Avenir Suisse evidenzia che il Ticino può puntare su una crescita duratura ma deve ritrovare un clima di fiducia che oggi manca. Come associazione-mantello dell’economia ticinese ci  impegniamo quotidianamente affinché certi modi truffaldini di fare impresa vengano sanzionati senza se né ma. Il disonesto deve essere punito e questo è nell’interesse di tutti gli imprenditori che sono legati alla vita associativa, perché all’economia vera e seria non fanno piacere le tensioni sociali.
Cerchiamo quindi di dare il nostro contributo per migliorare il clima generale, non sottraendoci mai nemmeno alle discussioni per noi apparentemente “scomode”. Ma è ovvio che anche tutti gli altri attori dovrebbero fare altrettanto. Insistere solo sulle cose negative, ignorando volutamente le tante cose positive espresse dall’economia ticinese può forse essere pagante nel breve e medio termine, ma a lungo termine non porta alla soluzione vera dei problemi. Distorsioni e abusi vanno combattuti e debellati, senza però generalizzare spacciandoli per fenomeni sistemici, perché questo non aiuta a trovare le giuste soluzioni, rispettose del sistema svizzero che ci ha permesso di essere la nazione che siamo oggi, fatta soprattutto di certezze, compresa quella del diritto.

Ritrovate i dati dell’inchiesta congiunturale della Cc-Ti, gli approfondimenti dedicativi e la nostra intervista a Marco Salvi di Avenir Suisse sul tema.

FPSE

FPSE – la tua scuola per la formazione professionale superiore e continua nel ramo elettrico    

Insieme per progetti vincenti

Crediamo che valorizzare la nostra categoria professionale ci permetterà di tessere uno scambio qualitativamente superiore con le figure professionali non direttamente coinvolte nel campo elettrico, come ingegneri, architetti e tecnici. Per ambire alla qualità occorre consapevolezza e riconoscimento: siamo fieri di lavorare in questa direzione!

La FPSE è l’istituto di riferimento per la formazione professionale superiore e continua nel ramo elettrico, telematico e dell’automazione nella Svizzera italiana. Per aprirsi all’innovazione e al progresso tecnologico, la scuola intende ampliare l’offerta formativa, adeguando la proposta dei corsi alle esigenze del settore e del suo costante sviluppo.

Promuove, coordina e organizza corsi nell’ambito del ramo delle installazioni elettriche per la preparazione agli esami federali di formazione professionale (EP) e professionale superiore (EPS), oltre a formazione continua, seminari di aggiornamento e d’informazione, riconosciuti a livello cantonale e federale.

Esami professionali superiori EPS

Il massimo livello del concetto di formazione e perfezionamento dell’FPSE è l’esame professionale superiore con diploma federale. Gli elettricisti capo progetto hanno la possibilità di sostenere l’esame professionale superiore per diventare esperti in installazioni e sicurezza elettrica o in pianificazione. I telematici capo progetto che superano l’esame professionale superiore ottengono il titolo di telematici diplomati.

 Esami professionali EP

Proponiamo svariati percorsi formativi: elettricista capo progetto in installazione e sicurezza, o in pianificazione, capo progetto in automazione degli edifici e telematico capo progetto. Al termine dei corsi, gli studenti in possesso di due anni di esperienza lavorativa nel settore, potranno sottoporsi agli esami per l’ottenimento dell’attestato professionale.
Sempre in ambito elettrico, offriamo la possibilità di seguire la formazione e svolgere l’esame per diventare elettricisti capo squadra, pianificatori della luce, e altro ancora!

Formazione continua

Seguendo i nostri corsi di formazione continua, chi opera nel settore delle installazioni elettriche, delle telecomunicazioni, della demotica, oppure della telefonia VoIP, e altro ancora, può tenersi aggiornato, seguendo il progresso costante della tecnologia e delle normative!

Dal 2004, anno della sua costituzione l’FPSE, con i suoi concetti di qualità regolati dalla certificazione EduQua propone al suo interno corsi di aggiornamento o formazione per i propri docenti. In collaborazione con AIET aggiorna le aule di formazione con le ultime tecnologie didattiche. Un cenno particolare anche al livello pedagogico-didattico dell’insegnamento, prediligendo un metodo d’insegnamento attivo, basato sulla partecipazione concreta da parte dello studente, un’interazione costruttiva a più livelli con l’insegnate e con la materia.

 

Sul sito www.corsi-fpse.ch si trovano tutte le informazioni in merito alle nostre proposte formative, alla nostra missione e storia nonché al formulario per iscriversi ai corsi e al trattamento dei dati.

Dati di contatto:
Formazione professionale superiore e continua nel ramo elettrico, Via Santa Maria 27, 6596 Gordola, info@corsi-fpse.ch, www.corsi-fpse.ch

Federcommercio

Federcommercio: tutti i colori del commercio al dettaglio ticinese

Federcommercio è l’associazione di categoria che raggruppa grande distribuzione – DISTI – e alcune società di commercianti regionali, rappresentando il mondo del commercio al dettaglio ticinese. Essa conta più di 15’000 collaboratori e promuove lo sviluppo e l’immagine del commercio ticinese e la tutela degli interessi delle società dei commercianti regionali. Fondata nel 1997, quando le varie associazioni ticinesi e la grande distribuzione hanno riunito le forze al fine di salvaguardare gli interessi del settore, ha subito assunto un ruolo di rilievo per la difesa dei propri affiliati. In quasi 25 anni di presenza sul territorio si è battuta per una maggiore flessibilità degli orari d’apertura ed è stata fra i promotori della nuova LAN – Legge Aperture Negozi  –  entrata in vigore il 1° gennaio 2020. Inoltre, insieme ad altre parti sociali (padronato e sindacati), ha sottoscritto il nuovo CCL per il settore della vendita decretato di obbligatorietà generale, entrato in vigore anch’esso ad inizio 2020.

Scopo e ruolo istituzionale

Nell’ambito del vigente sistema di economia di mercato, fondato sull’iniziativa privata e sull’attività di commercianti liberi e responsabili, Federcommercio si prefigge di promuovere lo sviluppo e l’immagine del commercio ticinese, di tutelare gli interessi dei commercianti e delle società dei commercianti regionali, locali, di quartiere, delle associazioni di categoria e di gruppi di interesse nel settore del commercio e di favorirne la collaborazione e la solidarietà.
Il settore del commercio è una parte fondamentale dell’economia ticinese; infatti, il settore contribuisce al PIL cantonale, nella misura del 6% circa.
L’Associazione promuove lo sviluppo e l’immagine del commercio ticinese e la tutela degli interessi delle società dei commercianti regionali. Federcommercio rappresenta oggi circa 1’000 negozi ossia circa il 35% del totale, distribuiti tra centri cittadini e centri commerciali. La cifra d’affari complessiva che ruota attorno al settore è valutata in circa 3 miliardi di franchi – pari a circa 3/4 del commercio ticinese.

Federcommercio è presieduta da Lorenza Sommaruga. Il Segretariato è presso la Cc-Ti ed è gestito da Rinaldo Gobbi e Lisa Pantini.

Federcommercio, c/o Cc-Ti, Corso Elvezia 16, 6901 Lugano, federcommercio@cc-ti.ch, www.federcommercio.ch

Una vera soluzione?

L’opinione del Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni

Le discussioni sulla proposta di salario minimo cantonale formulata recentemente dal Consiglio di Stato, tutto sommato abbastanza equilibrata, sono state comprensibilmente molto animate. Purtroppo, forse volutamente, sono stati trascurati alcuni elementi essenziali per la discussione sull’applicabilità dello strumento e sulle possibili conseguenze che ne derivano per l’economia. È pertanto importante ricordare qualche elemento di base. Avantutto che il salario deve essere sì legato al contesto generale, ma non è una variabile indipendente modulabile a dipendenza delle molte fluttuazioni del costo della vita (affitti e costi della malattia fra i più citati). Si tratta invece della retribuzione percepita dal lavoratore dipendente per le proprie prestazioni professionali. Punto. Niente altro. Non lo dico io, bensì la legislazione federale, nello specifico il Codice delle obbligazioni e in particolare l’articolo 319 che stabilisce chiaramente come “Il contratto individuale di lavoro è quello con il quale il lavoratore si obbliga a lavorare al servizio del datore di lavoro per un tempo determinato o indeterminato e il datore di lavoro a pagare un salario stabilito a tempo o a cottimo“. Altre elementi non ve ne sono.
Comprendo che in Ticino oggi dia fastidio parlare di diritto superiore, ma, piaccia o no, questa è la base legale che definisce cosa è il salario. Che non è quindi uno strumento in cui includere qualsiasi cosa passi per la testa. Questo non può essere ignorato, altrimenti la discussione è impostata su basi errate. Un’altra insidia del salario minimo è costituita dal rischio di appiattire la curva dei salari di tutta l’azienda, perché anche la massa salariale non è una variabile indipendente dell’attività aziendale e non è adattabile a piacimento secondo le esigenze del momento.
Poniamo di avere una massa salariale di 10. Un impiegato alle prime armi o con basso livello di formazione guadagna 3 e uno più qualificato guadagna 7. Se il salario del livello inferiore sale a 4 in virtù del salario minimo salta la proporzione con chi ha salari superiori. Dato che non posso decidere a tavolino di aumentare automaticamente la massa salariale a 11, perché vi sono altri fattori aziendali da considerare (costi e ricavi per dirla in modo semplice), chi guadagna 7 rischia di scendere a 6. La compressione verso il basso del livello salariale generale è quindi un rischio molto concreto ed è un risultato diametralmente opposto a quanto perseguito dall’iniziativa volta a salvare il lavoro in Ticino. Come diametralmente opposto agli scopi dell’iniziativa è il fatto che i beneficiari siano nella misura dei 2/3 lavoratori frontalieri, come chiaramente indicato nel Messaggio del Consiglio di Stato. Del resto, è illusorio pensare che alzando i livelli di taluni salari bassi vi sarebbe una corsa dei ticinesi verso lavori come l’assemblaggio di componenti elettroniche o la produzione nel settore tessile. Che sia chiaro, ciò non significa non combattere gli abusi e le associazioni economiche hanno sempre sostenuto ogni misura atta a inasprire i controlli e a correggere distorsioni, come i contratti normali di lavoro. Ma i salari bassi, in generale ovviamente non auspicabili, non costituiscono sempre situazioni abusive e spesso rispecchiano una realtà economica consolidata da decenni sul territorio e che non sta giocando al ribasso. Anche di questo andrebbe tenuto conto se si vuole combattere efficacemente il vero dumping salariale.

Comunicazione multicanale differenziata: grandi novità per i soci dal 2018

L’anno che si sta chiudendo è stato davvero eccezionale per la Cc-Ti: abbiamo festeggiato il Centenario, sottolineandolo con eventi ed approfondimenti che hanno caratterizzato il nostro ruolo di associazione mantello per tutta l’economia ticinese. Anche il 2018 sarà ricco di novità, pensate per avvicinarci sempre di più ai soci e dialogare con essi.  Con la strada già tracciata dall’anno in corso, la nostra comunicazione si rafforza e diventa sempre più multicanale.

Abbiamo identificato 4 grandi aree tematiche sulle quali ci concentreremo nel 2018, e che fungeranno dal fil rouge per tutta quella che è la comunicazione della Cc-Ti.
Da sempre precursori dei trend in atto, per proporre e invitare alla riflessione ed al dialogo, i temi declinati saranno: internazionalizzazione e swissness; responsabilità sociale delle aziende; digitalizzazione; smart life.

Quali strumenti utilizziamo?

Gli strumenti principali sono articoli, approfondimenti, interviste e prese di posizione, comunicati stampa, eventi e missioni economiche, formazione e video, declinati su canali differenti.

Da sempre siamo precursori dei trend in atto per proporre ed invitare alla riflessione ed al dialogo.

I nostri canali

Se il nostro sito web https://www.cc-ti.ch resta il principale veicolo d’informazione, sono state potenziate le comunicazioni attraverso le newsletter dedicate. Ne abbiamo strutturate 3 diverse:
– una dedicata all’attività della Cc-Ti
– una seconda newsletter è destinata all’export
– e, novità, una terza è specifica per la formazione

Ci potete sempre raggiungere anche attraversi i social media (Facebook, YouTube, Twitter, LinkedIn). Grandi novità sono il dépliant delle attività per il 2018 (ossia un riassunto delle proposte formative ed eventistiche, degli eventi export e delle missioni economiche per il primo semestre del 2018. Lo stesso verrà fatto nel secondo semestre) e Ticino Business (che sarà pubblicato in 5 numeri annui, con contenuti informativi per i soci e vetrina per loro notizie).

Appuntamenti a cui non mancare

Già a partire da gennaio avremo appuntamenti interessanti a cui partecipare. Nel corso dei mesi si susseguiranno eventi tematici, i tradizionali eventi-Paese (Egitto, Cina, Azerbaijan, Colombia) e le relative missioni economiche (mercati focus già conosciuti e nuovi come l’Azerbaijan e la Cina), che sapranno dare nuova linfa alle aziende ticinesi, a diversi livelli.
Come detto, il programma sarà intenso già dal prossimo mese: proporremo dei networking breakfast per far incontrare i soci e dar loro la possibilità di conoscersi e presenteremo la nostra consueta inchiesta congiunturale, che aprirà l’anno con i trend per il 2018. Avremo anche un importante studio da parte del celebre istituto Bak Basel, che nel corso della primavera potremo scoprire.
Un capitolo importante è anche quello rappresentato dalla formazione targata Cc-Ti. Essa si struttura in 2 cappelli: formazione puntuale (strutturata per aree tematiche – export, risorse umane, comunicazione, vendita e questioni giuridiche, con oltre 60 corsi annuali –) e formazione di lunga durata (con la scuola manageriale della Cc-Ti, che porta all’ottenimento di un diploma federale quale Specialista della gestione PMI).

Infine, per raggiungere il pubblico in modo più completo possibile, differenzieremo sempre le nostre comunicazioni, grazie anche agli accordi con media di diversa natura (radio, tv, media online, quotidiani).

Non mancheremo di informarvi su altri nuovi sviluppi.

Il 101° anno della Cc-Ti

L’anno del Centenario si appresta a terminare, portando con sé da un lato i festeggiamenti che hanno confermato il ruolo centrale della Cc-Ti per la vita economica del territorio cantonale, e dall’altro importanti riflessioni a proposito delle tematiche sulle quali in futuro saremo confrontati. Il tutto con il dinamismo e la passione che ci contraddistingue. E sempre nell’ottica della tutela della libertà imprenditoriale, che è sancita nella Costituzione federale all’articolo 27. In un mondo denso di cambiamenti continui, che coinvolgono tutti gli attori in gioco, senza preclusioni, anche per le aziende è difficile orientarsi. La Cc-Ti è stata e continuerà ad essere un punto fermo in questo scenario, sul quale le aziende ticinesi potranno contare. Il 2018 coinciderà con il nostro 101° anno di attività, che perseguiremo con impegno e costanza, come fatto finora, e ci concentreremo sui temi che abbiamo già portato avanti lungo il 2017, con nuovi spunti di riflessione, attuali opportunità da cogliere, eventi e formazioni specifiche, in costante risposta alle necessità aziendali.

La Cc-Ti e i macro temi strategici

La nostra visione globale dell’economia ci permette considerazioni da molteplici prospettive, che però coincidono sempre con l’interesse delle aziende che quale associazione mantello dell’economia ticinese rappresentiamo e che compongono il tessuto sociale ed economico ticinese ed elvetico, generando benessere per tutto il nostro Paese. La Cc-Ti gode infatti anche di un’ottica nazionale, vista la Presidenza dell’Associazione delle Camere di commercio e dell’industria svizzere che il nostro Direttore, Luca Albertoni, detiene ormai da alcuni anni, oltre che di una visione internazionale, grazie all’importante rete camerale e non solo, di cui è parte. In questo contesto vengono promossi i valori svizzeri, tipici della cultura rossocrociata, che ci contraddistinguono all’estero e in Patria, che permettono un rafforzamento e una condivisione degli stessi. La swissness, proprio nella sua ampia accezione del termine, intesa oltre il “Made in Switzerland”, come innovazione, qualità, precisione, affidabilità, è un termine che già racchiude in sé la capacità di adattamento e la creatività che ha permesso al nostro tessuto economico di reinventarsi, restando al passo con i tempi. Essa insieme all’internazionalizzazione delle imprese pongono la Cc-Ti su un piano d’osservazione e di attuazione di idee, modelli e visioni privilegiato. È ovvio che in un mondo in evoluzione, con cambiamenti di paradigmi repentini e costanti, sono anche molte le incognite alle quali però cerchiamo di dare qualche risposta, anticipando argomenti che diventano trend nell’immediato avvenire. Un’attitudine di previsione e analisi che ci permette di creare connessioni e ipotesi di lavoro per elaborare anche nuovi modelli. È ad esempio il caso della digitalizzazione. Si tratta di un’area strategica verso la quale stiamo puntando in modo rilevante, poiché per noi è imprescindibile anticipare i tempi e lanciare il dibattito, come appunto fatto finora, per valutare ed esaminare le diverse implicazioni ed opportunità. Essa ha sicuramente molte connessioni e sviluppi sulla società (basti pensare all’ampio concetto di smart life, che implica tematiche importanti come la gestione flessibile del tempo di lavoro) e sul modo di fare impresa (non a caso si parla già di industria 4.0, di nuovi modelli di business e di mobilità, di cyber security, ecc.), ma rappresenta molteplici sfide che le aziende di oggi devono essere pronte ad affrontare. In questo contesto la formazione sarà una conseguenza naturale dei cambiamenti in atto, tema sulla quale occorrerà puntare a differenti livelli, sia in un contesto di formazione professionale di base, che continua; proprio per seguire il progresso, che va cavalcato e non subito, e le cui innovazioni vanno adattate man mano. Non si può esimersi dal citare la Responsabilità Sociale delle Imprese, dentro la quale troviamo numerose misure ed attività legate alla mobilità, alla formazione (già citata poc’anzi), alla sostenibilità (economica, ambientale e sociale) ed alla strategia aziendale.
Riassumendo vediamo bene come la Cc-Ti si occupi di temi di ampia rilevanza e non solo regionale, con un approccio costruttivo sia nei consessi internazionali, nazionali, come pure ticinesi (in questo senso tramite questo link è possibile trovare un riassunto delle attività del 2017).

Anche per il prossimo anno continueremo a lavorare con passione e competenza per il tessuto economico ticinese.

2018: qualche primizia

Viste queste premesse, la Cc-Ti proseguirà rafforzando i suoi servizi verso gli associati, nell’ottica di un sostegno fattivo, ribadendo con vigore l’importanza della libertà imprenditoriale (tutti i servizi per i soci della Cc-Ti sono riassunti sul nostro sito). L’ottica nella quale agiamo è quella della creazione della rete, che resta la forza della Cc-Ti: far in modo che i nostri soci possano dialogare tra loro e creare nuovi sbocchi di business, e questo attraverso svariati momenti di incontro come, consulenze, eventi, corsi di formazione, missioni all’estero, ecc..
Molte le novità in vista nel 2018 per la Cc-Ti. La comunicazione si farà sempre più diversificata e multicanale per trasmettere i nostri messaggi a un pubblico sempre più eterogeneo. Dal prossimo anno infatti la strategia di comunicazione sarà ulteriormente potenziata abbinando ai tradizionali veicoli informativi della Cc-Ti (Ticino Business, Sito internet e Newsletter) le più moderne tecnologie informative (quali i social media diversi) e aumentando la mediatizzazione di determinati messaggi, grazie alla conclusione di importanti accordi mediatici. Una prima novità riguarda Ticino Business che dal 2018 sarà pubblicato in 5 numeri (marzo, maggio, settembre, ottobre e novembre) e diventerà ancor più la rivista di riferimento utile alla vita degli imprenditori, con approfondimenti sulle attività Cc-Ti, contenuti pratici e concreti relativi agli aggiornamenti economici e giuridici e un’ampia vetrina di presentazione e promozione delle attività aziendali, anniversari, traguardi e nuovi prodotti. Saremo felici di svelarvi tutte le nostre diverse proposte a livello di comunicazione sul primo numero di Ticino Business del 2018, previsto nel mese di marzo, e in modo più immediato, attraverso il nostro sito internet e la Newsletter, grazie ai quali potete seguire costantemente le nostre attività. A potenziarsi ulteriormente nel 2018 sarà anche la formazione (leggete il nostro approfondimento in merito) che si delineerà sotto tre grandi aree: seminari di approfondimento, che spaziano sui temi della gestione aziendale, corsi dedicati alle tematiche export e la Scuola Manageriale targata Cc-Ti.

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Swissfirms: lo strumento di networking per nuove opportunità d’affari

Per la Cc-Ti è fondamentale che i propri affiliati possano creare nuove relazioni, dialogando efficientemente tra di loro. Siamo fermamente convinti che al giorno d’oggi sia fondamentale poter coltivare contatti d’affari in modo preciso, diretto ed efficace. Ancor di più, per un networking diretto bidirezionale, è basilare possedere le giuste carte per essere trovati con facilità. In questo senso essere presenti su Swissfirms è la soluzione vincente per le imprese affiliate alla Cc-Ti.

Questo portale infatti è stato creato dalle 18 Camere di commercio e dell’industria svizzere (CCIS), e raccoglie i dati delle aziende socie di tutte le CCIS, compresa la Cc- Ti. Tutti i soci della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino dispongono gratuitamente di un proprio profilo sul portale www.swissfirms.ch. In esso si trovano informazioni affidabili su oltre 15’000 aziende, di cui oltre 1’000 ticinesi.Trovare ed essere trovati in modo rapido. Informazioni che comprendono logo riconoscibile, nominativi di riferimento dei quadri e per settore, indirizzi, indicazioni stradali e fotografiche dell’azienda, ecc..
Questa utile piattaforma consente alle vostre esigenze di marketing di usufruire degli strumenti più efficaci per le vostre spedizioni o ricerche mirate. Il successo di un campagna a mezzo posta dipende in egual
misura, sia dalla qualità degli indirizzi, sia dalla mirata scelta del target dell’invio. Swissfirms è la soluzione alle vostre esigenze, poiché assicura:

  • dati confermati dalle CCIS,
  • criteri che permettono una selezione mirata al vostro target,
  • informazioni attualizzate sulle aziende socie delle CCIS.

Create e trovate ciò di cui avete bisogno

Swissfirms vi propone differenti criteri di ricerca:

  • area geografica,
  • settore d’attività (in base alla classificazione NOGA),
  • numero di dipendenti.

Gli indirizzi possono essere acquistati in formato excel o come file word.

Aggiornamento dati

È responsabilità di ogni azienda aggiornare i propri dati e vigilare sulla sempre attualità degli stessi.

Management del proprio profilo aziendale

Unitamente alla conferma di adesione alla Cc-Ti avete ricevuto un nome utente (SwissfirmsID) e una password, che vi permettono l’accesso alla piattaforma www.swissfirms.ch.  Potete facilmente accedere a questi dati anche sul sito web www.cc-ti.ch/my-account/?a=pwdreset, compilando il formulario, oppure contattando Lisa Pantini allo +41 91 911 51 32, pantini@cc-ti.ch.

 

 

 

L’offerta per i soci della Cc-Ti
Swissfirms aggiunge un ulteriore sconto promozionale del 25% sull’acquisto degli indirizzi, per un totale di riduzione del 50%. Quest’offerta è limitata ai soci delle Camere di commercio e dell’industria della Svizzera (CCIS) ed è valevole sino al 31 gennaio 2018. Approfittate dunque di quest’occasione accedendo direttamente alla piattaforma Swissfirms.ch  o richiedete una consulenza alla vostra Cc-Ti.