Asia Centrale e Caucaso meridionale: tra corridoi strategici e transizione verde

Il 9 settembre, la Cc-Ti e la JCC hanno acceso i riflettori su Asia Centrale e Caucaso meridionale. In un mondo che cambia velocemente, queste due aree si impongono come snodi cruciali. La sintesi del dibattito non lascia dubbi: chi le governa, governa anche una parte degli equilibri geopolitici ed economici globali di domani.

L’incontro, dedicato all’analisi delle dinamiche geopolitiche ed economiche della regione, si è aperto con i saluti istituzionali di Monica Zurfluh, Responsabile Commercio internazionale della Cc-Ti, e Dorit Sallis, Managing Director di Joint Chamber of Commerce (JCC), la principale organizzazione svizzera del settore privato impegnata a promuovere i rapporti economici bilaterali tra la Svizzera e l’Europa orientale (extra-UE), l’Asia Centrale e il Caucaso meridionale.

Una nuova stagione geopolitica

Christopher J. Weafer (Macro-Advisory Ltd.) ha messo in luce come l’Asia Centrale e il Caucaso meridionale stiano conoscendo un inedito ritorno di centralità. Si parla ormai di “Great Game 3.0”, dove Cina, Russia, Stati Uniti, Unione europea, Turchia, Iran, India e monarchie del Golfo competono per il controllo di risorse, mercati e corridoi strategici che collegano Asia ed Europa.

Le risorse naturali rappresentano la posta più ambita: il Kazakistan è il principale fornitore globale di uranio, il Tagikistan è secondo nella produzione di antimonio, metallo chiave anche in ambito militare. L’energia rimane cruciale, ma cresce la corsa alle rinnovabili. Sul piano logistico, si moltiplicano i progetti di rotte alternative: il Corridoio di Mezzo (TITR), sostenuto dall’Unione europea, che collega l’Asia all’Europa aggirando la Russia; il Corridoio di Zangezur (Trump Route for International Peace and Prosperity – TRİPP), promosso da Azerbaigian, Armenia e Turchia con il sostegno statunitense, per ridurre i tempi di transito verso il Mediterraneo; il Corridoio di trasporto internazionale nord-sud (INSTC), voluto da Russia, Iran e India, per unire Asia meridionale ed Eurasia. Sullo sfondo, la Belt and Road Initiative cinese continua a tessere la sua rete di rotte terrestri e marittime.

Le strategie sono diverse: la Cina privilegia energia, risorse alimentari e vie di transito con un approccio pragmatico; la Russia, che considera l’Asia Centrale parte del proprio “estero vicino” e la utilizza come valvola di sfogo economica di fronte alle sanzioni, esercita ancora un forte controllo politico e militare; Stati Uniti e Unione europea cercano di contenere l’espansione di Pechino e Teheran e di garantire approvvigionamenti sicuri di minerali critici. Nel frattempo, la Turchia rilancia il progetto di un “mondo turco” che unisca popoli affini dalla steppa al Mediterraneo e gli Stati del Golfo investono massicciamente in energia, logistica e finanza islamica. Infine, l’Iran rafforza i legami con l’Unione economica eurasiatica (EaEU) e l’India, più lenta nel suo approccio, cerca spazio attraverso l’INSTC.

Per gli investitori privati, i settori più promettenti spaziano da energia (tradizionale e rinnovabile) e logistica, a sanità, fintech e turismo. L’aumento del reddito medio rafforza inoltre il potenziale dei consumi interni, mentre le privatizzazioni in corso aprono nuove opportunità in settori strategici. Tuttavia, restano ostacoli importanti: la concorrenza agguerrita di Russia e Cina, che possono contare su rapporti storici, reti linguistiche e minori vincoli normativi, burocrazia lenta, normative poco trasparenti e rischi reputazionali.

Transizione verde: dall’ambizione alla realtà

Dinara Jarmukhanova (Centil Law Firm) ha sottolineato come l’Asia Centrale stia tentando di trasformarsi da periferia energetica a laboratorio della transizione verde. I governi hanno fissato obiettivi ambiziosi: neutralità carbonica a metà secolo e quote rilevanti di rinnovabili già entro il 2030. La posta in gioco non riguarda soltanto la sicurezza energetica interna, ma la possibilità di trasformare la regione in un hub di esportazione di energia pulita verso Europa e Asia meridionale.

Kazakistan e Uzbekistan guidano la corsa sia a livello di obiettivi sia di pacchetti di incentivi capaci di attrarre grandi operatori internazionali. Il Kazakistan mira al 15% di rinnovabili entro il 2030 e al 50% entro il 2050. Colossi come Masdar, Total Energies e Acwa Power hanno firmato accordi per parchi eolici da un gigawatt ciascuno, da completare entro il 2028. L’Uzbekistan si muove con altrettanta determinazione e punta al 40% entro il 2030. Qui è stato inaugurato il progetto Sungrow Lochin, la più grande batteria di accumulo dell’Asia Centrale, capace di garantire stabilità di rete e di rafforzare l’attrattività per nuovi investitori. Kirghizistan e Tagikistan, dal canto loro, concentrano gli sforzi sull’idroelettrico, con il progetto CASA-1000 che porterà energia verso Pakistan e Afghanistan entro il 2027. Sul piano regionale, il Corridoio trans-caspico per l’energia verde, sostenuto da istituzioni finanziarie multilaterali, promette di collegare direttamente l’energia pulita centroasiatica ai mercati europei. Una prospettiva che non solo diversificherebbe i mercati, ma inserirebbe la regione in un network energetico continentale in forte trasformazione.

Anche Jarmukhanova conferma le opportunità concrete per il capitale privato: crescita della domanda interna, programmi di privatizzazione, incentivi. Permangono tuttavia sfide significative: alti costi iniziali dei grandi impianti, reti elettriche obsolete, carenza di manodopera qualificata, oltre a regole ancora fragili. La stagionalità delle rinnovabili e la mancanza di capacità di accumulo aggravano i rischi di instabilità.
La spinta politica è forte, ma l’influenza delle industrie fossili e la lentezza burocratica rischiano di rallentare la trasformazione.

I corridoi eurasiatici tra logistica e sovranità

Il terzo e ultimo contributo, a cura di Nikolaus Kohler (M&M Militzer & Münch AG), ha sottolineato il peso crescente della logistica e delle infrastrutture di trasporto nel futuro della regione, evidenziando a sua volta come, dietro l’espansione dei corridoi eurasiatici, non ci sia soltanto la volontà di accorciare le distanze commerciali tra Asia ed Europa, ma una competizione geopolitica che volta a ridefinire equilibri e alleanze e che, a ben guardare, mette a dura prova la capacità dei Paesi dell’Asia Centrale e del Caucaso di gestire investimenti esteri senza cedere sovranità politica.

Ne sono la prova i due principali assi di sviluppo, il Corridoio di Mezzo (TITR) e il Corridoio di Trasporto Internazionale Nord-Sud (INSTC): il primo, che collega Cina e Turchia passando da Kazakistan, Azerbaigian e Georgia, rappresenta un’alternativa strategica alle rotte settentrionali attraverso la Russia, oggi ostacolate dalle sanzioni. Il secondo, che attraversa Iran e Russia per connettere l’Asia meridionale con l’Europa e l’Eurasia, consolida la cooperazione tra Mosca e Teheran. A queste vie si aggiungono iniziative più recenti come il Corridoio di Zangezur (TRIPP), nato dal fragile processo di pace tra Armenia e Azerbaigian, o il collegamento Uzbekistan–Afghanistan–Pakistan, sostenuto anche da interessi cinesi e pakistani.

Gli investimenti sono imponenti e provengono da più direzioni. Bruxelles, attraverso il programma Global Gateway, cerca di offrire ai Paesi centroasiatici un’alternativa credibile alla Nuova Via della Seta cinese. Pechino, dal canto suo, rafforza la propria presa con il progetto ferroviario Cina–Kirghizistan–Uzbekistan, che ridisegnerà le tempistiche dei traffici euroasiatici. La Russia, isolata a ovest, rilancia il ruolo dell’INSTC per mantenere un piede in una regione che considera vitale per la sua proiezione verso il sud. Washington, infine, osserva con crescente attenzione, cercando di sostenere progetti che limitino l’influenza di Mosca e Pechino (leggi: Corridoio di Zangezur).

Se sul piano infrastrutturale i progressi sono tangibili – nuovi porti, terminal, linee ferroviarie e sistemi digitali come eTIR e Single Window – le criticità rimangono evidenti: il Mar Caspio è un collo di bottiglia, i confini rallentano i flussi e la forte dipendenza da capitali esteri solleva interrogativi sulla sovranità degli Stati coinvolti. In questo scenario, la logistica non è solo economia: è geopolitica allo stato puro.

Il prezzo della centralità eurasiatica

Dall’evento di Cc-Ti e JCC emerge un quadro chiaro: Asia Centrale e Caucaso meridionale rappresentano snodi cruciali in cui convergono interessi energetici, logistici e geopolitici delle grandi potenze. Le opportunità sono rilevanti – dall’energia tradizionale e rinnovabile alla logistica, dai consumi interni alle privatizzazioni – ma si accompagnano a rischi elevati, legati a instabilità politica, burocrazia lenta, quadri normativi poco trasparenti e pressioni esterne.

Il futuro della regione dipenderà dalla capacità dei governi di tradurre ambizioni e incentivi in progetti concreti, bilanciando l’apertura agli investimenti con la difesa della sovranità strategica. Per gli investitori, significa alto potenziale, ma anche alta volatilità: chi saprà navigare tra opportunità e rischi potrà giocare un ruolo di primo piano in questa nuova rete di relazioni euro-asiatiche.

Serata informativa per il corso Specialista della gestione PMI con attestato federale

Lunedì 25 agosto 2025 alle ore 18.00 presso gli Spazi Cc-Ti al 6° piano

La Cc-Ti organizza una serata informativa per tutti gli interessati ad iscriversi al corso Specialista della gestione PMI (che inizierà l’8 settembre 2025). Durante l’incontro saranno fornite maggiori informazioni inerenti al corso (costi, calendario, docenti e contenuti).

Coloro che volessero partecipare alla serata sono pregati di confermare la propria presenza al Signor Roberto Klaus all’indirizzo email: klaus@cc-ti.ch.

Corso Specialista della gestione PMI con attestato federale: materiale didattico e approcci formativi rinnovati

Inizio nuovo corso l’8 settembre 2025

La Visione dell’offerta formativa della Cc-Ti:
le aziende sono oggi confrontate con un contesto sempre più complesso, in cui è necessario convivere e gestire la diversità, con il rischio conseguente di perdere la memoria storica, la cultura aziendale e il legame con i propri valori, il passato e il territorio.

Missione dell’offerta formativa della Cc-Ti:
attraverso la propria offerta formativa, la Cc-Ti intende elaborare e trasmettere strumenti utili alle aziende per affrontare la complessità e la diversità con chiarezza, coerenza ed efficacia, così da mantenere e accrescere il successo economico in modo duraturo. La memoria storica, la cultura e il legame con i valori aziendali – spesso con implicazioni operative – sono considerati elementi decisivi per il successo.

I valori e conseguenti obiettivi dell’offerta formativa Cc-Ti:

  • Garantire affidabilità e qualità dei contenuti e dell’approccio didattico
  • Promuovere lo sviluppo dell’autostima e dello spirito d’indipendenza dei partecipanti
  • Favorire la capacità di elaborare e valutare scenari alternativi
  • Stimolare l’individuazione di soluzioni concretamente applicabili
  • Sviluppare competenze nella comunicazione efficace in relazione agli obiettivi e ai contenuti formativi

Da molti anni la Cc-Ti è attiva nell’ambito delle cosiddette formazioni lunghe, ovvero percorsi di studio articolati su più semestri, che conducono, tra gli altri, al conseguimento dell’attestato federale di Specialista della gestione PMI.


MAGGIORI INFORMAZIONI

Visioni trasversali su situazioni complesse

Intervista con Veronica Morabito, Invoicing and Shipping Manager, Pagani Pens SA

Gli studenti del corso “Specialista in commercio estero con attestato professionale federale” in visita presso la ditta Pagani Pens lo scorso 9 maggio 2025. Nella foto (al centro) anche Roberto Klaus, Direttore SSIB Ticino

Raccogliamo le impressioni di una partecipante al percorso formativo di gestione
aziendale che porta all’ottenimento del titolo “Specialista in commercio estero con attestato professionale federale” – un’altra proposta della Cc-Ti.

Signora Morabito, quali sono gli obiettivi che si è posta all’inizio del corso?

Ho iniziato questo percorso per migliorare le mie competenze nell’ambito del commercio estero, sia per interesse personale ma, soprattutto, per poter essere più performante nell’ambito lavorativo. Avevo già partecipato a diverse formazioni presso la Cc-Ti, ma avevo l’esigenza di seguire un percorso strutturato che mi fornisse una visione più completa. La possibilità, poi, di conseguire un attestato federale mi ha offerto un ulteriore stimolo per intraprendere questa sfida.

Come pensa che queste nuove competenze apprese possano concretamente contribuire allo sviluppo della vostra azienda?

Le nuove competenze apprese rappresentano un valore aggiunto significativo per lo sviluppo della nostra azienda, basata sul commercio nazionale ed internazionale. Il corso fornisce una visione trasversale che permette di gestire in modo consapevole situazioni complesse come, ad esempio, l’introduzione di dazi, i conflitti geopolitici e l’instabilità dei mercati globali. Queste competenze rafforzano la nostra capacità di adattarci rapidamente ai cambiamenti, prendere decisioni strategiche più informate e individuare nuove opportunità di sviluppo anche in contesti incerti.

Qual è stata l’esperienza formativa maturata finora?

Durante questo corso abbiamo avuto modo di affrontare concetti chiave legati al mondo del marketing e della gestione delle risorse umane, ma anche e, soprattutto, temi centrali come le pratiche doganali, gli Incoterms e le dinamiche dei mercati internazionali. Inoltre, l’approfondimento sull’IVA, sia in ambito svizzero che europeo, si sta rivelando particolarmente utile per ottimizzare le procedure fiscali ed adottare soluzioni strategiche che riducano i costi e i rischi nelle transazioni internazionali.

Fallimenti abusivi: cosa è cambiato dal 2025

Dal 1° gennaio 2025 è entrata in vigore una riforma importante della Legge federale sull’esecuzione e sul fallimento (LEF), pensata per contrastare i fallimenti abusivi.

Una modifica che coinvolge imprese, creditori e autorità.
Il legislatore federale è intervenuto per arginare pratiche abusive che si sono diffuse negli anni: società che falliscono per eludere i debiti, trasferimenti fittizi di mantelli societari e impunità degli amministratori che violano le disposizioni legali. La riforma, frutto di oltre un decennio di dibattiti, coinvolge molte norme, tra le quali anche il Codice delle obbligazioni, il Codice penale e altre leggi federali.
Tra le novità più incisive, vi è l’obbligo per le autorità fallimentari di segnalare a quelle penali eventuali reati scoperti nell’ambito delle loro funzioni. Una misura volta a combattere in maniera più incisiva le condotte illecite ravvisate nel contesto di un fallimento. In Ticino, l’introduzione del perito fallimentare nel 2019 ha anticipato questo approccio, portando a un effettivo aumento delle segnalazioni e ad un perseguimento più rigoroso dei reati fallimentari.

Crediti pubblici e fallimenti

Un’altra modifica di rilievo è quella che riguarda la procedura di incasso dei crediti pubblici. Dal 2025, anche questi dovranno essere riscossi tramite fallimento e non più solo attraverso il pignoramento.
Ciò comporterà che gli enti pubblici – come le casse AVS, le autorità fiscali o le assicurazioni sociali – dovranno procedere in via fallimentare nei confronti delle aziende inadempienti, eliminando così una distorsione che incoraggiava comportamenti opportunistici, privilegiando i pagamenti ai creditori privati a discapito di quelli pubblici.

Più responsabilità e trasparenza

La riforma estende la responsabilità a tutte le persone iscritte nel registro di commercio: amministratori, direttori e procuratori. In caso di condanna penale, il registro di commercio potrà cancellare tali soggetti e impedirne delle cariche future per un periodo da sei mesi a cinque anni (o in via definitiva, nei casi gravi).
Un deterrente importante contro i fallimenti seriali.
Tra le misure adottate spicca anche il divieto di rinuncia retroattiva alla revisione limitata (opting-out): ogni decisione in tal senso sarà valida solo per l’esercizio successivo e visibile a registro, rafforzando la trasparenza e limitandone gli abusi.

Società mantello e nuovi obblighi informativi

È stata poi messa in atto una norma che limita il commercio delle cosiddette società mantello, ossia entità senza attività né attivi. La nuova normativa prevede la nullità dei trasferimenti societari di tali mantelli e attribuisce agli uffici del registro di commercio il compito di agire in presenza di fondati sospetti.
Sul fronte dell’informazione, è entrato in vigore l’obbligo per le amministrazioni fiscali di segnalare le società che non depositano i conti annuali. Al contempo, nel registro di commercio saranno accessibili i nomi degli amministratori coinvolti in società fallite.
Agevolazioni ai creditori e impatto sul sistema
Ai creditori è stato inoltre concesso più tempo per versare gli anticipi nei fallimenti in via sommaria (da 10 a 20 giorni).
Le nuove norme avranno un certo impatto sull’attuale sistema: si stima un incremento del 30% delle procedure fallimentari, con un conseguente aumento del carico per gli uffici pubblici.


A cura di Patrick Fini, Avv., Studio Legale Fini, Lugano

I nostri diplomati nel primo semestre 2025

I percorsi formativi sono corsi di formazione costituiti da più moduli interconnessi, che formano un vero e proprio approfondimento su una tematica specifica. Al termine si sostiene un esame finale e, al superamento dello stesso, viene rilasciato un attestato di frequenza Cc-Ti.

La classe “ABC della Leadership”

Percorso ‘ABC della Leadership’

Sul tema

Possiamo dire che la leadership riguarda il cambiamento, sia personale che professionale, piccolo o grande. Consiste nel muoversi verso qualcosa che si desidera e nel creare qualcosa che prima non esisteva. Lo stile di leadership di ogni persona è unico e individuale e serve molto tempo, formazione e pratica per sviluppare leader efficaci. Tuttavia, qualsiasi percorso di crescita parte sempre dallo stesso punto: “facendo il primo passo”. L’obiettivo di questa formazione è quello di prendere consapevolezza del proprio ruolo all’interno dell’organizzazione e porre le basi per migliorare la comunicazione interna, la gestione del feed-back, il processo di delega, la mediazione dei conflitti e termina con l‘approccio del coaching applicato dal Leader per far crescere il proprio team.

I diplomati

Si è concluso con l’esame finale il quinto ciclo del percorso formativo “ABC della Leadership”. Complimenti a: Alex Anzalone (Dicastero ambiente Citta di Mendrisio), Andrea Arnaboldi (Il Centro), Stefano Baiesi (Suedpack Bioggio SA), Roberto Bissolotti (Comune di Collina d’Oro), Patrizio Bonfitto (Dicastero Ambiente Città di Mendrisio), Dusan Jevremovic (Ecsa Energy SA), Faruk Kabashi (Sitaf SA), Daniela Kovacevic (Policentro Anziani Losone), Denis Leoni (Azienda Multiservizi Bellinzona), Danilo Liporace (Suedpack Bioggio SA), Mauro Mammucci (Diamond SA), Antonio Marchese (Diamond SA), Marianna Meyer (Città di Lugano), Haris Mulalic (Polizia Tre Valli), Mario Racioppi (Marino Bernasconi SA), Daniele Ronchetti (Marino Bernasconi SA), Andrea Rossi (Zimmerli Textil AG), Pietro Scalzi (Diamond SA), Benjamino Stocker (Ecsa Energy SA), Aldo Volpatti (Mikron Service), Jascin Zecchin (Diamond SA).

Il prossimo ciclo prenderà avvio il 19 novembre 2025.
Info ed iscrizioni qui.

La classe “Competenze nel diritto del lavoro”

Percorso ‘Competenze nel diritto del lavoro’

Sul tema

Questo percorso formativo composto da 8 moduli è pensato per coloro che lavorano nel campo delle risorse umane e mirano ad ottenere solide competenze e qualifiche per esercitare una funzione di responsabile/assistente delle risorse umane e per svolgere attività qualificate legate all’ambito del diritto del lavoro. Il percorso ha volutamente un taglio molto pratico affinché sia possibile acquisire conoscenze pratiche e teoriche necessarie per riconoscere e gestire in modo indipendente pratiche legate al diritto del lavoro.

I diplomati

Si è concluso con l’esame finale il quarto ciclo del percorso formativo “Competenze nel diritto del lavoro”. Complimenti a Marcella Di Muraglia (Giovenzana International BV), Sara Gironi (Fidi BC SA), Francesca Leoni (LeA Sagl), Jessica Mozzetti (Bellinzona Sport), Sonia Pansardi (Comune di Muralto), Laura Tucci (CNHI International SA).

Il prossimo ciclo prenderà avvio il 26 settembre 2025.
Info ed iscrizioni qui.

L’India oltre il mercato: un viaggio culturale

Oltre una ventina di partecipanti si sono riuniti nella sede della Cc-Ti lo scorso 25 giugno per approfondire le opportunità offerte dal nuovo Accordo di libero scambio AELS-India (TEPA), con particolare attenzione alle sfide interculturali che le PMI si trovano ad affrontare quando entrano nel mercato indiano.

Una cornice strategica: il TEPA come “game changer”

In apertura, Monica Zurfluh, responsabile del servizio Commercio internazionale della Cc-Ti, ha riassunto gli aspetti salienti dell’accordo commerciale e di partenariato economico con l’India (Trade and Economic Partnership Agreement, TEPA), firmato nel marzo 2024 e attualmente in fase di ratifica. Oltre alle concessioni tariffarie significative– che prevedono, tra l’altro, l’eliminazione dei dazi su oltre il 95% dei prodotti industriali svizzeri – l’intesa crea condizioni privilegiate per l’erogazione di servizi nei settori finanziario, assicurativo e bancario. Novità assoluta nel panorama degli accordi commerciali, il TEPA prevede anche obiettivi quantitativi vincolanti per gli investimenti: l’AELS si impegna a generare 100 miliardi di dollari di investimenti e a creare 1 milione di posti di lavoro in India entro 15 anni. In caso di mancato raggiungimento, il governo indiano potrà sospendere le concessioni pattuite.

L’importanza della cultura: la chiave per decifrare l’India

Il cuore dell’incontro è stato l’intervento di Marco Casanova, docente presso l’Istituto per la Competitività e la Comunicazione della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW), che ha posto l’accento sul ruolo cruciale della cultura nelle relazioni d’affari con l’India. A partire dall’assunto che la cultura è strategia, Casanova ha guidato i presenti attraverso una riflessione sulle principali differenze tra i modelli svizzero e indiano, esplorando dimensioni quali:

  • il passaggio da una cultura deal-focused (centrata sull’accordo) a una cultura relationship-focused (centrata sul rapporto personale);
  • la diversa percezione delle gerarchie, dello status e del rispetto dell’autorità;
  • la contrapposizione tra una concezione rigida del tempo, tipicamente svizzera, e una visione fluida, più comune in India;
  • le modalità di comunicazione e la necessità di affinare la propria sensibilità interculturale per cogliere segnali verbali e non verbali in un contesto complesso.

Un’opportunità di formazione continua

Nel suo intervento, Casanova ha inoltre presentato un Executive Program dedicato all’India, sviluppato nell’ambito dell’offerta formativa della FHNW e promosso in Ticino dalla Cc-Ti nell’ambito di una collaborazione esclusiva e inedita per il territorio. Il programma è pensato per dirigenti e imprenditori che desiderano comprendere in profondità il contesto socio-economico e culturale indiano, combinando formazione teorica e testimonianze pratiche. Un’occasione per acquisire competenze mirate, costruire una rete professionale qualificata e prepararsi ad affrontare con consapevolezza le sfide di un mercato dinamico e in continua evoluzione.

Oltre i numeri, le persone

Il Business Breakfast si è concluso con una colazione di networking, che ha dato spazio a scambi informali tra partecipanti e relatori. L’evento ha ribadito che la chiave del successo in India non sta solo nei vantaggi tariffari o nelle cifre degli investimenti, ma nella capacità di comprendere e adattarsi a un contesto culturale profondamente diverso. Solo così sarà possibile trasformare il potenziale del TEPA in un reale vantaggio competitivo.

La formazione della Cc-Ti

Scopri le nostre proposte


Formazione puntuale: https://www.cc-ti.ch/formazione-puntuale/

Percorsi formativi di gestione aziendale: https://www.cc-ti.ch/percorsi-formativi-gestione-aziendale/

Conoscere, conoscersi

Venerdì 16 maggio 2025 davanti a circa 75 persone, nella peculiare cornice de la Sala Carlo Basilico a Balerna presso lo Spazio Polus – decorata con 12 pitture murali dell’artista Carlo Basilico (1895-1966), rappresentanti località di provenienza delle sigaraie situate nel Mendrisiotto – è andato in scena l’evento “Conoscere, conoscersi”, un nuovo format della Cc-Ti.

Quest’edizione è stata organizzata in collaborazione con l’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio, il Comune di Balerna, e Polus SA.

L’idea è quella di ribaltare la logica classica dell’evento dove sono i relatori che tematizzano gli argomenti, strutturando così l’evento ed il suo progresso. In “Conoscere, conoscersi”, invece, si instaura un dialogo con i partecipanti, dopo i saluti iniziali ed una breve introduzione.

Il dialogo è sempre stato il motore dell’innovazione e della crescita, perché permette di confrontarsi e trovare nuovi stimoli, approfondendo la conoscenza reciproca, ascoltando e monitorando le esigenze delle aziende e le problematiche del territorio.

Sono dunque intervenuti: Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Arianna Cattaneo, Area manager Polo di sviluppo economico del Pian Faloppia; Giovanna Staub, Presidente CdA Polus SA e Luca Pagani, Sindaco di Balerna.

È stato posto l’accento sulla vita imprenditoriale e sul sostegno da parte delle associazioni economiche e delle autorità: le attività si declinano in molteplici azioni concrete, a volte svolte in modo non così manifesto per il territorio (lobbying, ad esempio) e sulla forza della rete per restare competitivi, attrarre nuovi talenti e favorire l’insediamento delle aziende. La collaborazione fra pubblico e privato è imprescindibile.

Si è parlato della necessità di adattare, in un contesto macroeconomico come quello attuale, il modello di business alle costanti e volatili evoluzioni dei mercati, mantenendo ferma l’identità e i valori del territorio quali atout di successo.

Suggestivo anche il luogo dove si è tenuto l’evento, che è stato scenario, in passato, di un forte impulso economico alla regione con il settore del tabacco nel XIX e XX secolo.


Arabia Saudita: sempre più attrattiva per le imprese ticinesi

Oltre settanta imprenditori hanno partecipato il 13 maggio 2025 al Centro Studi Villa Negroni di Vezia all’evento promosso dalla Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino (Cc-Ti). Organizzato in collaborazione con Cippà Trasporti SA, M. Zardi & Co. SA e Stelva Group, l’incontro ha puntato i riflettori sull’Arabia Saudita, un Paese che sta vivendo una trasformazione profonda e strategica.

Spinta dal programma strategico Vision 2030, volto a diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dal petrolio, la monarchia del Golfo sta aprendo le porte agli investitori internazionali. Una dinamica che non lascia indifferenti le aziende ticinesi, sempre più interessate alle opportunità offerte dal mercato saudita, ma anche consapevoli delle complessità normative e logistiche che comporta operare in un contesto in rapido cambiamento.

A inaugurare i lavori è stata Monica Zurfluh, responsabile del servizio Commercio internazionale della Cc-Ti, seguita dall’intervento dell’avv. Gianvirglio Cugini, fondatore e titolare di Stelva Group. Cugini ha offerto una panoramica concreta su come avviare un’attività in Arabia Saudita, illustrando le procedure per ottenere una licenza, registrare un’azienda e aprire un conto bancario locale. Ha evidenziato inoltre la possibilità per gli investitori esteri di detenere fino al 100% del capitale in numerosi settori, sottolineando l’importanza di affidarsi a professionisti esperti per affrontare al meglio il quadro normativo e culturale. Il suo intervento è stato arricchito dalla testimonianza diretta di Sergio La Ruffa, imprenditore attivo nel Paese.

A seguire, la dott.ssa Arianna Bonaldo, avvocato, dottore commercialista e TEP presso Stelva Group, che ha presentato gli incentivi fiscali sauditi: assenza di imposta sul reddito delle persone fisiche, tassazione societaria al 20%, e generose agevolazioni nelle Zone Economiche Speciali, nei Regional Headquarters (RHQ) e nella Zona Logistica Integrata (SILZ). Un’attenzione è stata dedicata ai progetti industriali qualificati, che possono usufruire di contributi fino al 35% dell’investimento iniziale. La relatrice ha inoltre sottolineato l’importanza di garantire la conformità fiscale, la presenza di sostanza economica reale e l’uso corretto dei trattati internazionali per evitare la doppia imposizione, favorendo così una pianificazione finanziaria efficace e sicura.

Il tema della proprietà intellettuale è stato affrontato dal dott. Paolo Gerli, mandatario brevettuale europeo ed esperto in contenzioso, presso lo studio M. Zardi & Co. SA, che ha tracciato l’evoluzione del sistema saudita di tutela della proprietà industriale. Pur con alcune lacune – come l’assenza dell’adesione all’Accordo di Madrid – il Paese mostra un crescente allineamento agli standard internazionali e un impegno concreto nella lotta alla contraffazione.

Spazio infine alla logistica, con l’intervento dei rappresentanti di Cippà Trasporti SA, moderato dal consulente logistico Gaetano Loprieno. Il focus si è concentrato sull’ambizione saudita di diventare un hub logistico di riferimento per l’Africa e il subcontinente indiano, anche grazie allo sviluppo di infrastrutture in zone franche. Roberto Speroni, buyer dell’azienda di trasporti e referente presso l’Africa Logistics Network, e, in diretta da Jeddah, il corrispondente Artemio Bianchi hanno illustrato le principali rotte marittime e ferroviarie, in particolare quelle da Genova verso Jeddah e Dammam, e spiegato le implicazioni dell’accordo di libero scambio tra l’AELS e il Consiglio di Cooperazione del Golfo, come la riduzione dei dazi doganali e procedure agevolate grazie all’origine preferenziale delle merci. Tra gli altri temi trattati: l’obbligo della certificazione SABER per l’import saudita e la scelta dei termini di resa, con un confronto tra EXW, CFR e DAP.

L’incontro ha fornito strumenti pratici e spunti di riflessione ai numerosi imprenditori presenti, offrendo una panoramica concreta su come affrontare con consapevolezza uno dei mercati più dinamici e in evoluzione a livello internazionale.