Mercoledì 27 marzo 2024 alle ore 17.30 presso gli Spazi Cc-Ti al 6° piano
La Cc-Ti organizza una serata informativa per tutti gli interessati ad iscriversi al corso Specialista della gestione PMI. Durante l’incontro saranno fornite maggiori informazioni inerenti al corso (costi, calendario, docenti e contenuti).
Coloro che volessero partecipare alla serata sono pregati di confermare la propria presenza al Signor Roberto Klaus all’indirizzo email: klaus@cc-ti.ch.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2023/09/ART23-serata-gestione-PMI.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2024-03-14 14:25:242024-03-14 14:25:26Serata informativa per il corso Specialista della gestione PMI con attestato federale
Il termine “Intelligenza Artificiale (IA)” è oggi sulla bocca di tutti
Pur essendo oltre 50 anni che se ne parla, sono stati i più recenti progressi nella potenza dei computer, la disponibilità e la capacità di analizzare enormi quantità di dati e lo sviluppo di nuovi e sempre più complessi algoritmi, ad aver fatto fare balzi in avanti giganteschi all’IA.
Balzi avanti talmente dirompenti che oggi i Governi di tutto il mondo discutono di come “gestire” questa tecnologia e, soprattutto, come stabilire delle norme che ne regolino l’applicazione ed il funzionamento garantendo i diritti fondamentali dell’individuo i cui dati sono coinvolti nei processi.
Con IA si definisce “l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività”. In altre parole, l’IA è una tecnologia che simula i processi dell’intelligenza umana attraverso la creazione e l’applicazione di algoritmi (sequenza finita di operazioni da svolgere per risolvere un problema).
L’applicazione dell’IA nel mondo del lavoro non è fantascienza ma ormai realtà. Il mondo digitale ha visto emergere nuove professioni inesistenti fino a pochi anni fa ma anche l’incremento di lavoratori autonomi che offrono servizi tramite piattaforme o applicazioni mobili che utilizzano l’IA basandosi su algoritmi predefiniti. Far queste citiamo Uber, Deliveroo o Airnbnb.
L’IA non tocca solo la “forma” del lavoro ma ne influenza e stravolge anche la sostanza, andando a condizionarne le strutture di funzionamento ed i processi più profondi. Ormai da tempo l’IA è parte integrante dei programmi di recruiting utilizzati dalle aziende per la selezione del personale. Significa che sempre più aziende delegano alle macchine la gestione dei colloqui di selezione e di conseguenza la scelta dei collaboratori. Tali sistemi riposano su un sistema di presa di “decisione automatizzata” e sono altresì utilizzati nella sorveglianza e nella valutazione del personale. Questo determina il fatto che l’IA non interviene solo nelle procedure di selezione ma anche nella valutazione dei collaboratori e, in ultima analisi, può determinare eventuali collaboratori non più idonei a svolgere il lavoro attribuitogli.
Un altro esempio. Oggi l’IA è in grado di redigere agilmente e in maniera autonomia testi anche complessi, la piattaforma più famosa in questo ambito è senz’altro Chat GPT (Generative Pretrained Transformer). Applicando questa capacità alla casella mail di una persona, l’IA è in grado, in brevissimo tempo, di sostituirla. L’IA è in grado di leggere e comprendere le mail in entrata e in uscita. Può rispondere simulando lo stile di chi scrive, il suo modo di ragionare, il suo atteggiamento e addirittura la sua fantasia. L’interlocutore, artificiale o umano o che sia, non si accorgerà della sostituzione.
Questa tecnologia specifica, sviluppata ad esempio da Microsoft, è già in uso in numerose aziende, soprattutto americane, dove l’IA si occupa della gestione delle mail e di tutta una serie di processi aziendali un tempo appannaggio degli uomini e oggi sempre più delegati ai computer.
Se l’IA costituisce un’importante opportunità di sviluppo, non mancano i rischi ad essa connessi. In particolare, l’utilizzo improprio dell’IA potrebbe comportare rischi anche gravi. L’Unione Europea parla espressamente del rischio di manipolare il comportamento delle persone, violandone, di fatto, i diritti fondamentali.
Proprio allo scopo di definire e contenere i potenziali rischi dell’IA, la Commissione Europea ha stabilito delle linee guida e dei limiti chiari: i sistemi di IA devono essere “sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente”. Inoltre, è esplicito che la supervisione deve essere affidata a delle persone e non a degli automi. Dunque, non può essere l’IA a controllare l’IA. Nelle scorse settimane, il Consiglio e il Parlamento europeo sono riusciti a trovare un’intesa su quello che sarà il contenuto del primo atto normativo che regolamenterà l’utilizzo dell’IA (Regolamento europeo sull’IA), il quale pone le basi per un utilizzo dell’IA sicuro e rispettoso dei diritti umani.
La Svizzera, come centro scientifico dello sviluppo dell’IA, seppur con un approccio moderato, vuole contribuire all’elaborazione di questo quadro normativo internazionale che consenta di sfruttare le opportunità offerte dall’IA e di affrontare in modo mirato le sfide che essa pone.
In attesa di norme che definiscano in modo più concreto l’utilizzo dell’IA, ci si chiede in che modo sia attualmente regolamentato l’utilizzo dell’IA all’interno dei rapporti professionali e in che misura i diritti fondamentali dei dipendenti siano tutelati.
Il punto centrale che permette da subito di definire delle regole è riconoscere che le tecnologie che si basano sull’IA utilizzano i dati personali degli individui e dunque rientrano indubbiamente nell’ambito del “trattamento dei dati personali”. Il trattamento di dati è regolamentato in Svizzera dalla Legge sulla Protezione dei dati (la cui modifica sostanziale è entrata in vigore il 1° settembre 2023) e, per quanto riguarda il rapporto di lavoro, dall’art. 328b del Codice delle Obbligazioni che circoscrive la cerchia di dati che il datore di lavoro può utilizzare nell’ambito del rapporto di lavoro. Questa norma prevede infatti che il datore di lavoro è legittimato ad utilizzare (trattare) le informazioni (dati) dei dipendenti solo se si riferiscono all’idoneità lavorativa o se necessari all’esecuzione del contratto. Un utilizzo, oltre questo scopo sarebbe illecito e comporterebbe una violazione della personalità del dipendente (diritto inalienabile e fondamentale dello stesso). Questi principi sono validi anche nell’ambito dell’utilizzo dell’IA e, anzi, ne ampliano il campo d’applicazione.
Nel concreto, come per tutti i processi, il datore di lavoro è autorizzato ad utilizzare le tecnologie basate sull’IA solo ed esclusivamente se lo scopo ricercato è quello indicato nella norma citata. È primordiale che nell’utilizzo delle tecnologie “permesse” il datore di lavoro salvaguardi la personalità del dipendente, applicando altresì in modo rigoroso i principi previsti dalla LPD. In particolare: liceità, informazione, consenso esplicito (dove necessario), buona fede, esattezza, finalità, trasparenza, proporzionalità e sicurezza. Per quanto concerne il caso concreto delle “decisioni individuali automatizzate” (quali i casi di selezione di dipendenti per l’assunzione, la promozione o il licenziamento nel rapporto di lavoro), l’art. 21 LPD accorda a colui i cui dati sono oggetto di trattamento (in questo caso al dipendente) il diritto di ottenere un riesame della decisione da parte di una persona fisica (questa prerogativa può essere esclusa in caso di consenso preventivo e completo alla presa di decisione automatizzata). È opportuno osservare che vi sono altre norme (sovente trascurate) che devono essere considerate nell’applicazione dell’IA al rapporto di lavoro, in particolare la Legge sul lavoro e la Legge sulla Partecipazione. Per ogni singolo caso, vi è una declinazione specifica dei principi citati che va discussa e delineata, ma vi è sempre un denominatore comune: un obbligo di informazione chiaro e completo.
Per approfondire il tema, circoscrivere e definire le norme applicabili a situazioni concrete durante il rapporto di lavoro, rinviamo al corso: “L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro: quali obblighi per il datore di lavoro?” che si terrà il prossimo 6 maggio 2024 online.
Articolo a cura di Avv. Roberta Bazzana-Marcoli, titolare RB Legal
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2024/02/ART24-IA-mondo-lavoro.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2024-02-16 08:00:002024-02-14 13:54:40Intelligenza artificiale e mondo del lavoro: una sfida per le imprese
Nel 2023 l’attività delle imprese ticinesi si è attestata su livelli elevati malgrado il rallentamento della congiuntura mondiale e le numerose incertezze del contesto globale.
Sulla base dell’annuale inchiesta congiunturale condotta presso i soci della Cc-Ti, alla quale hanno partecipato 305 aziende di tutti i rami economici, l’anno 2023 ha fatto registrare buoni risultati per le imprese ticinesi, malgrado l’instabilità del contesto internazionale, i vari rincari, fra cui quello dell’energia, e, per le aziende esportatrici, la persistenza della forza del franco. Per il 40% delle aziende l’andamento è stato sufficiente, per il 35% buono e per il 2% eccellente. Valore in linea con il 2022 e con le previsioni che erano state espresse lo scorso anno.
Come sempre, un indicatore osservato attentamente è quello che riguarda il livello degli investimenti, che ha fatto registrare un leggero aumento rispetto al 2022 (dal 44% al 46% la percentuale di imprese che ha investito sul territorio). Un importante segnale di ripresa rispetto agli anni segnati dalla pandemia. Questo malgrado l’erosione dei margini che si sta constatando da diversi anni, ma che per ora non sembra ancora aver provocato un impatto sulle attività aziendali, né sull’occupazione.
L’autofinanziamento, altro parametro centrale per la valutazione dello stato di salute delle imprese, si è confermato stabile per il 2023, con gli stessi valori dello scorso anno (il 33% delle aziende lo considera buono e il 37% soddisfacente).
Le previsioni per il 2024, al netto di imprevisti eventi sullo scenario internazionale, indicano una sostanziale stabilità con il 76% delle imprese che si attendono un andamento da sufficiente a buono nel primo semestre del 2024 e più prudenziale per il secondo semestre. Si segnala un calo degli investimenti atteso per il 2024, certamente conseguenza dell’incertezza generale che induce a una certa cautela. È evidente che si tratta di un dato abbastanza preoccupante se dovesse confermarsi nel corso dell’anno prossimo.
Come avviene ormai da quando vengono effettuati questi rilevamenti, i risultati del 2023 e le attese per il 2024 sono in linea con quanto rilevato negli altri Cantoni.
1. Andamento generale degli affari
L’andamento generale degli affari nel 2023 è risultato di segno positivo, sostanzialmente confermando le aspettative espresse nel 2022. Il 77% delle imprese ha valutato in maniera favorevole l’andamento degli affari nello scorso anno (soddisfacente per il 40% delle aziende, buono per il 35%, eccellente per il 2%). Malgrado la forza del franco e le note turbolenze sullo scenario mondiale, anche per le aziende esportatrici si registra un trend in generale positivo con numeri simili, il che rappresenta un risultato estremamente positivo. Non vi è inoltre una differenza rilevante fra settore secondario e terziario.
Per le previsioni sull’andamento degli affari a breve termine, cioè̀ per i prossimi 6 mesi, le cifre sono sostanzialmente stabili, con il 38% delle aziende che si attende un’evoluzione sufficiente e la stessa percentuale che prevede un andamento buono.
Per il secondo semestre del 2023, le previsioni sono di un’evoluzione soddisfacente per il 41% delle aziende, ma l’andamento buono cala leggermente al 35%. Una prudenza normale e comprensibile, che si registra praticamente ogni anno, perché il contesto generale rende difficili pianificazioni e previsioni a media e lunga scadenza.
2. Margine di autofinanziamento delle imprese
I valori del margine di autofinanziamento delle aziende meritano sempre un’attenzione particolare, perché si tratta di un indicatore importante dello stato di salute delle imprese e quindi anche della capacità competitiva del sistema in generale. Il valore si conferma identico rispetto allo scorso anno, con il 70% delle imprese che giudica positivamente il margine di autofinanziamento (37% soddisfacente, 33% buono). Dato senza dubbio confortante, anche tenuto conto delle difficoltà legate agli anni caratterizzati dal Coronavirus.
3. Investimenti
Dopo il periodo pandemico, si conferma una leggera ripresa degli investimenti, tornati ai livelli del 2019. Dal 44% dello scorso anno si passa al 46% delle aziende che hanno investito, con il settore secondario che si conferma trainante (il 67% delle imprese ha investito) e un contributo consistente fornito dalle imprese di dimensioni media (dai 30 ai 100 collaboratori) con il 76%. Le strutture di dimensioni grandi (con più di 100 collaboratori) hanno pure investito nella misura del 78%.
Per il 2024 pesano le incertezze del contesto generale, perché “solo” il 42% delle aziende prevede investimenti e il calo è netto nel settore secondario, come del resto in tutta la Svizzera. Ciò si spiega con il previsto rallentamento nell’ambito delle costruzioni e alle numerose incertezze che gravano sul settore industriale soprattutto per le tensioni internazionali e la forza del franco che inducono quindi alla prudenza. Sono soprattutto le strutture medie a segnalare un rallentamento importante, mentre quelle grandi restano più ottimiste.
4. Attenzione verso l’occupazione e la politica salariale
Come già ampiamente attestato anche dalle cifre ufficiali concernenti l’impiego, anche l’occupazione rimane stabile e praticamente con valori identici al 2022. La stabilità dell’effettivo è espressa dal 63% delle aziende, mentre un aumento è segnalato dal 25% e una diminuzione dal 12%, in linea con quanto sempre rilevato. Da rilevare un aumento dell’effettivo nel settore secondario segnalato dal 35% delle aziende. Il 2024 dovrebbe essere all’insegna di una stabilità rilevata dal 79% delle imprese.
In ambito di politica salariale, 70% delle aziende che hanno risposto alla domanda hanno concesso aumenti di stipendio di varia entità nel 2023.
5. Trasformazione digitale
Il tema dello sviluppo digitale delle attività ormai non è più nuovo, ma merita comunque attenzione quanto agli sviluppi, sempre più rapidi e dalle molte sfaccettature. È interessante constatare come praticamente tutte le aziende investano su questa trasformazione, sebbene la percentuale degli investimenti totali rappresenti una parte abbastanza contenuta per il 64% di esse (massimo 15%). Gli investimenti risultano leggermente superiori nel settore terziario rispetto al secondario.
Fra i vantaggi della trasformazione digitale, nelle risposte spiccano la semplificazione dei compiti (73%) e il miglioramento della produttività (58%). Seguono lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi (29%) e la riduzione dei costi di produzione (20%). I limiti della digitalizzazione sono invece individuati nella difficoltà a integrare la tecnologia nell’attività (47%), nei costi di investimento (43%) e nella difficoltà dei dipendenti di familiarizzare con il sistema (33%), elemento quest’ultimo che chiama quindi in causa anche il tema della formazione, di base o continua.
È importante rilevare che la digitalizzazione non è vista come opportunità per sopperire alla carenza di manodopera dal 71% delle risposte, il che evidenzia come il fattore umano resti per ora decisivo. Per contro, la trasformazione è considerata dal 70% come opportunità per migliorare la posizione competitiva.
Per agevolare il processo, il 53% delle aziende ritiene che lo Stato dovrebbe prevedere incentivi fiscali per gli investimenti nel digitale e prevedere un maggiore sostegno all’innovazione (45%), anche nel senso di creare e mantenere condizioni generali idonee all’imprenditorialità. Lo sviluppo dell’infrastruttura è pure considerato un elemento impostante dal 29% delle risposte e lo sviluppo dei corsi di informatica viene citato dal 28%.
6. Intelligenza artificiale
L’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT resta per ora abbastanza limitato, visto che l’uso sistematico nel contesto aziendale viene rilevato solo dal 23% delle aziende (24% nel terziario, 20% nel secondario, 30% nelle aziende medio-grandi). L’utilizzo di questi strumenti si riscontra nel marketing (70%), nella digitalizzazione del prodotto/servizio (31%), nell’applicazione nei processi produzione e nella logistica (31%) e nell’organizzazione (finanze, risorse umane, 24%). Chi non fa capo a questi strumenti indica come motivi che il settore di attività non è interessato (67%), oppure la mancanza di conoscenza degli strumenti (22%), di tempo (15%) o di personale qualificato (13%).
Interessante rilevare come, a oggi, il 90% delle risposte indichino che l’IA non avrà impatti sul numero di dipendenti dell’azienda. Non vi sono differenze tra settore secondario e terziario, la percentuale cala leggermente per le aziende di dimensioni più grandi.
Il 69% delle risposte menziona di non avere una strategia specifica per l’IA, mentre il 17% mira all’identificazione dei settori di attività interessati, il 14% lavora per un adattamento della gestione dei dati e il 12% opera nel quadro della formazione del personale.
Il 9% afferma che sta allestendo un calendario di attuazione.
Infine, ben il 77% delle risposte indica che vi è una necessità di interventi legislativi per regolare meglio l’IA.
Hanno partecipato all’inchiesta 305 imprese associate alla Cc-Ti, che impiegano in tutto 18’521 dipendenti nel cantone.
Si tratta di 88 aziende del settore industria-artigianato e di 217 del comparto commercio e servizi. Un campione di aziende consolidato da un rilevamento che viene effettuato da 12 anni con risultati attendibili e sempre confermati da altre ricerche congiunturali condotte da istituti federali e cantonali e dai dati ufficiali.
L’indagine della Cc-Ti, che ha coinvolto 183 realtà̀ aziendali che operano sul mercato interno e altre 122 orientate in parte o totalmente all’export, mira appunto a fornire indicazioni sulle tendenze generali dell’economia ticinese, senza volersi sostituire ad analisi più mirate effettuate da singoli settori economici.
L’inchiesta è stata condotta unitamente alle Camere di commercio e dell’industria di Friborgo, Ginevra, Giura, Neuchâtel, e Vaud. Le Camere di commercio e dell’industria della Svizzera tedesca operano individualmente, ma seguendo lo stesso schema.
Link ai risultati delle Camere degli altri Cantoni che hanno condotto l’inchiesta comune (alcuni dati sono accessibili solo ai soci delle rispettive Camere)
La versione integrale del discorso pronunciato dal Presidente Andrea Gehri alla nostra 106esima Assemblea Generale Ordinaria, tenutasi il 20.10.2023 presso l’Espocentro di Bellinzona.
Stimato ospite d’onore, Capo dell’Esercito e Comandante di Corpo, Thomas Süssli, Consigliere agli Stati, Consiglieri nazionali, Presidente e Consiglieri di Stato del Canton Ticino, Gran Consiglieri, Municipali, Carissimi soci, stimati rappresentanti delle Autorità e delle associazioni economiche, gentili signore, egregi signori, cari ospiti,
Ribadisco il benvenuto alla 106esima Assemblea generale ordinaria della nostra Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi, un evento che si vuole una festa, una celebrazione della figura dell’imprenditore e dell’economia. Insomma, il giorno X dell’imprenditoria!
Ma fare impresa oggi è diventata una vera missione!! Vi è quindi veramente motivo per festeggiare?
La domanda è più che legittima, visto il contesto sociopolitico sempre più ostile all’imprenditoria, alimentato ad arte da chi avrebbe la responsabilità di informare oggettivamente ed invece rincorre acriticamente i clic o in generale l’audience denigrando chi ogni giorno crea valore e la ricchezza di questo paese. Ma perché? Non ho purtroppo una risposta, e ci ho pensato a lungo in verità, forse perché, semplicemente, non c’è o perché ve ne sono più di una. Fatto è che per gli imprenditori rischi, fallimenti e ostacoli crescono ogni giorno e da qualche anno non ci lasciano tregua. Oltre agli squilibri creati dalle molte tensioni internazionali, che hanno riflessi diretti e indiretti anche sulla nostra realtà locale, vi è il particolare gusto Canton ticinese a creare ulteriori difficoltà a chi non viene visto come l’asse portante del paese, ma come un affarista senza scrupoli, avido, addirittura dannoso per la società. Con il conseguente potere taumaturgico affidato all’interventismo statale, invero non solo cantonale, che condiziona pesantemente la libertà economica. Per i superficiali e tendenziosi attori della vita pubblica che considerano Il mercato come fonte di ogni ingiustizia, il profitto come furto, il capitale come concetto inconfessabile e l’imprenditore come uno sfruttatore privo di coscienza sociale, è quasi naturale invocare una cascata di regole moralizzatrici e ingabbianti. Ma ribadiamolo una volta per tutte e chiariamo in modo inequivocabile cosa rappresenta l’imprenditore per la nostra società!
L’imprenditore è colui che crea valore, genera ricchezza, occupazione e posti di lavoro per la società, che risolve problemi e soddisfa bisogni attraverso prodotti e servizi innovativi, che stimola la concorrenza e la qualità del mercato, che assume rischi e sfide per realizzare la propria visione, e aggiungo, senza chiedere aiuti pubblici, se non le giuste condizioni per poter lavorare. L’imprenditore è anche colui che deve tenere conto degli interessi e delle aspettative dei vari stakeholder (dipendenti in prima linea, clienti, fornitori, comunità, ambiente, etc.) e deve agire in modo etico e sostenibile.
Dati chiari, sensazioni confuse
Difficile in queste condizioni non mollare. Il mio, il nostro fortissimo senso di responsabilità, deriso da taluni, ce lo impone. Altro che interessi egoistici! Sarebbe stato impossibile portare il Ticino economico dove è oggi se non vi fosse stato un tessuto economico sano e dinamico, che ha saputo sempre reagire alle avversità con efficienza. Passato attraverso la grave crisi finanziaria del 2008 e lo sconvolgimento del cambio franco-dollaro-euro, che continua ad essere di non facile gestione anche ai nostri giorni. Senza dimenticare le radicali trasformazioni tecnologiche del sistema produttivo, i repentini alti e bassi dei mercati internazionali che hanno imposto veloci cambiamenti dei modelli di business, la pandemia, la crisi delle materie prime, i problemi di approvvigionamento, le conseguenze della guerra in Ucraina, e ora anche quella scatenatasi in Israele e in Palestina, oltre agli abnormi rincari dei costi dell’energia, di cui tutti noi ne siamo vittima. Nonostante tutto questo, abbiamo continuato a investire, ad innovare per salvaguardare e migliorare la competitività delle nostre aziende. Abbiamo creato migliaia di nuovi posti di lavoro, rafforzando la base economica e occupazionale del Cantone. I dati parlano chiaro, ma purtroppo il paese non li metabolizza, rimanendo ancorato a vari pregiudizi e clichés che descrivono il Ticino come paese povero, con solo salari bassi, attività di poco valore, terra invasa dai frontalieri e stupidaggini di questo tipo.
Se le aziende funzionano l’economia gira, se l’economia funziona si generano valore, ricchezza e benessere per tutta la collettività. Punto!
Questo deve essere chiaro a tutti. Del resto, è questa l’essenza di quella autentica funzione sociale dell’impresa che purtroppo non è riconosciuta per come meriterebbe. Altro che sfruttatori! Il primo ed essenziale compito delle imprese è di creare posti di lavoro. Poi su questo si possono costruire vari castelli di benefit, vantaggi, ecc., ma il compito primario non va dimenticato, né sottovalutato. E, ribadisco con convinzione e determinazione: non esiste un imprenditore di successo che non abbia sensibilità sociale e rispetto verso i propri dipendenti, verso il paese dove è ospitato e le istituzioni pubbliche. Ma, purtroppo si vuol far credere il contrario! Chi è responsabile per la creazione di valore e di ricchezza nel nostro bel Paese, se non l’imprenditore?
Investimenti, malgrado tutto
Investire per avanzare, innovare e creare appunto posti di lavoro, dicevo. Facile all’apparenza. E l’investimento è quotidiano, non solo in termini di soldi intesi come cash, ma anche di visioni, di adattamenti dei modelli di business, di procedure, di scelte, di rischi da assumere. Senza questa dedizione giornaliera le imprese perdono competitività e spariscono. In termini di cifre, va comunque evidenziato che, pur tra i contraccolpi della pandemia sulle catene di approvvigionamento, l’aumento dei costi dell’energia, il rincaro e la difficoltà di reperire materie prime, la nostra inchiesta congiunturale dello scorso anno ha evidenziato che nel settore industriale ha investito ben il 67% delle aziende, percentuale che sale al 77% per le imprese con oltre 100 dipendenti. L’indagine attualmente in corso per il 2023 sta evidenziando che circa il 45% delle aziende sta operando investimenti. Dati notevoli che dovrebbero venir resi pubblici dai media e non solo evidenziare a grandi titoli quando un’azienda licenzia, suo malgrado, 5 lavoratori. Se l’investimento nell’innovazione abbraccia molti aspetti, dal miglioramento dei processi produttivi a quello dei prodotti, non va dimenticato che esso innesca anche delle trasformazioni positive che si riflettono direttamente su tutta la società: nuovi prodotti che soddisfano nuovi bisogni, più sviluppo produttivo, crescita del know-how del sistema Paese, più lavoro qualificato, più redditi e ricchezza per tutti. In poche parole, una generale evoluzione non solo economica ma anche sociale. E al centro di questo progresso c’è l’imprenditore con la sua voglia di fare, con le sue visioni per far crescere l’azienda e di riflesso il paese.
Ma il profitto è essenziale? Certamente!
Un’azienda non può investire, non può innovare se non ha risorse sufficienti, ossia se non consegue dei profitti.
Il profitto, che in Ticino è condannato a prescindere come fosse un’appropriazione indebita dei “padroni”, quando viene conseguito nel rispetto delle leggi e delle consuetudini economiche locali, dimostra innanzitutto che l’impresa funziona, che chi la guida fa un uso efficiente e mirato dei fattori produttivi. I veri imprenditori, come diceva qualcuno, non inondano la società con annunci e dichiarazioni roboanti sulle loro buone intenzioni. Svolgono invece la loro funzione fondamentale perseguendo quel profitto che garantisce i mezzi adeguati a investire, per mantenere competitiva l’impresa, per continuare a produrre quei beni e servizi che i consumatori richiedono, e, dettaglio di non poco conto, per conservare i posti di lavoro e offrirne di nuovi. È così che si consolidano pure i legami col territorio e la comunità locale, si accresce la fiducia dei clienti, dei fornitori e degli stessi dipendenti che si sentono rassicurati dal buon andamento aziendale. Preoccupante e sbagliato credere che l’imprenditore miri solo al suo profitto personale, non è così! L’imprenditore investe nel suo lavoro, nella propria azienda e, che lo si accetti o meno, rappresenta l’unica fonte per creare e ridistribuire ricchezza alla comunità.
L’economia continua a creare lavoro. Il tasso di crescita degli impieghi offerti dalle nuove imprese ticinesi tra il 2013 e il 2020 è addirittura superiore alla media nazionale. Malgrado la mancanza di personale qualificato e a volte persino di lavoratori poco formati. Del resto, il lavoro non si crea per legge, lo creano le imprese se sono messe nelle condizioni di farlo. Noi imprenditori chiediamo solo che la nostra attività non sia resa ancora più complicata, arricchita senza motivo di incombenze amministrative. Esigiamo che, quando si discute di politica economica, si ragioni sulla base di dati e fatti concreti e non di preconcetti ideologici. Come stiamo cercando di fare da anni, ma ahimè poco ascoltati. La burocrazia pubblica, ad esempio, è un problema che cresce a dismisura e affligge da tempo il nostro Paese, ostacolando lo sviluppo economico, sociale ed ambientale.
Si devono assolutamente ridurre il numero e la complessità delle leggi, regolamenti e procedure che regolano l’attività delle imprese e dei cittadini, eliminando quelle obsolete, inutili o contraddittorie. Si tratta anche di analizzare l’impatto della burocrazia eccessiva, soprattutto quelle sulle PMI, che distolgono all’imprenditore sempre più risorse ed energie, invece di investirle nella sua attività, perché oberato da balzelli amministrativi e burocratici senza senso.
Si avanzi finalmente nella digitalizzazione: si tratta di favorire finalmente il processo di trasformazione digitale sia all’interno dell’amministrazione pubblica, che nelle imprese, rendendo efficienti, rapidi, sicuri i servizi e le procedure verso le aziende e la comunità.
Si rispettino e si riducano i tempi amministrativi e si introduca il principio del silenzio assenso: dobbiamo dotarci di procedure semplificate che riducano sensibilmente i tempi improponibili della politica e delle decisioni. Le richieste delle imprese e dei cittadini devono essere evase entro limiti temporali predefiniti (che non possono essere infiniti), introducendo il principio del silenzio assenso in caso di mancato rispetto dei termini. Ossia: in mancanza di risposta da parte dell’autorità alla domanda di un soggetto entro il termine predefinito, questa è considerata automaticamente accolta!
Lotta alla corruzione: gli imprenditori responsabili denunciano fermamente i fenomeni di corruzione, evasione fiscale, inquinamento ambientale e violazione dei diritti dei lavoratori che danneggiano il tessuto sociale ed etico del Paese.
Si tratta infine di promuovere una cultura della legalità, della responsabilità sociale e dell’etica pubblica e quindi di sanzionare in modo esemplare là dove si manifesta reato.
L’ossessione dei ricchi
In questo contesto assai difficile e a tratti molto confuso, sarebbe più che mai necessario ragionare sui dati oggettivi, come già ribadito in precedenza. Non a caso la scorsa settimana abbiamo presentato uno studio commissionato alla SUPSI per una fotografia della situazione della finanza pubblica e della fiscalità. Studio ispirato a quanto fanno da anni, senza alcuna polemica ideologica, i colleghi della Camera ginevrina. L’intento è di dare un ulteriore strumento oggettivo di analisi e riflessione quando si tratta di discutere di fiscalità e in particolare dei margini di manovra del Cantone in base alla situazione delle finanze pubbliche. Di per sé non dovrebbe esserci nulla di scandaloso, tanto più che non abbiamo avanzato richieste particolari, constatando semplicemente la crescita esponenziale della spesa pubblica, senza dare alcun giudizio di valore sulla stessa. Eppure, subito sono emerse critiche a prescindere da parte dei media, ancora prima che lo studio fosse analizzato, riducendo il tutto con faciloneria tendenziosa a una mossa di marketing per propagandare i tanto mitizzati “regali ai ricchi”. Mantra inattaccabile per affossare qualsiasi tentativo di riformare un sistema fiscale obsoleto, mentre gli altri Cantoni fanno passi avanti decisivi, relegando sempre più il nostro Cantone a maglia nera della Confederazione. Come i cugini grigionesi che, in modo lungimirante e pragmatico, hanno previsto un taglio di ben il 5% sull’imposizione del reddito, della sostanza e alla fonte del Cantone delle persone fisiche a partire dal 2024!
E chi ne beneficerà? In modo particolare le famiglie, le persone, i dipendenti, i manager e i dirigenti che svolgono un’attività lucrativa nel Cantone! Questa è la risposta che tanto vorremmo poter dare anche noi ai nostri imprenditori e cittadini!
Quando si pensa che una fiscalità attrattiva incoraggia lo sviluppo economico, perché le aziende, disponendo di maggiori risorse finanziarie, possono investire e creare impieghi con innegabili benefici anche per le finanze pubbliche a medio e lungo termine. Opposizioni di principio sono pertanto incomprensibili, da rispedire al mittente con decisione. Del resto, si tace sul fatto che, malgrado le molte crisi citate in precedenza il tessuto economico sia stato in grado di fare miracoli, garantendo un gettito fiscale costante, addirittura in crescita. Ma altrettanto, e ancor più rumorosamente, si tace sull’esplosione della spesa pubblica. Che ha molti motivi e per la quale non chiediamo tagli draconiani a casaccio. Ma una seria e urgente riflessione sì. Ci pare il minimo. Ci pare pure assolutamente giustificato che, in uno stato di diritto come il nostro, vi sia radicata la sensibilità di trovare soluzioni per i meno abbienti e, il Canton Ticino è uno dei Cantoni a livello svizzero con una spiccata ed evoluta socialità. Ma se chiedere una discussione e fornire i dati per le analisi equivale a essere gli affossatori dello Stato sociale, significa che il problema verosimilmente non sono le aziende…
La nostra preoccupazione è data dal fatto che il Ticino, benché ricco di risorse e potenziale grazie anche ad un tessuto economico molto diversificato e dinamico, non riesca ad emergere in termini concorrenziali ed attrattivi. Questo indica una chiara necessità di riforme e di adattamento del sistema fiscale, come pure un’attenta valutazione critica dell’evoluzione della spesa pubblica. In questo contesto, ben venga la proposta formulata nel mese di luglio 2023 dal Consiglio di Stato, volta a facilitare la successione aziendale e ad alleggerire l’onere fiscale sui capitali pensionistici, in modo da favorire il mantenimento del tessuto economico e frenare l’esodo, purtroppo continuo, di contribuenti “forti” in età pensionabile. Anche la correzione della fiscalità delle persone fisiche, con la riduzione degli oneri fiscali per i contribuenti con alti redditi, rappresenta un passo essenziale per mantenere la competitività con altri Cantoni. Gli alti redditi (superiori ai 200’000 franchi) sono in effetti troppo penalizzati poiché, ad oggi, da soli contribuiscono nella misura del 35% alle finanze cantonali tramite il prelievo dell’imposta sul reddito e il rischio che si spostino verso altri lidi fiscalmente attrattivi è già molto concreto. Molte sono le sfide che attendono e che necessitano di riforme importanti, in una sorta di “Patto di Paese”. Se però ogni discussione si limita all’ossessione dei presunti “regali ai ricchi”, in una sorta di riflesso pavloviano ogni volta che si affronta il tema della fiscalità, siamo destinati a un nemmeno troppo lento e inesorabile declino. Del resto, in nessun paese democratico si è mai riusciti ad aiutare i meno abbienti eliminando le persone più facoltose. È vero il contrario!
La sempre più controversa figura dell’imprenditore vista dalla società perché spesso associata ad una visione negativa del capitalismo, che lo considera un approfittatore che sfrutta i lavoratori e il mercato per arricchirsi a scapito degli altri, dobbiamo contrastarla con vigore. Visione miope, influenzata a torto da alcune teorie economiche e sociali, come il marxismo, che criticando il sistema capitalistico e la sua logica di profitto, ha affossato il benessere e lo sviluppo di tanti paesi, anche non molto distanti dal nostro. Di lavoro per tutti noi, imprenditrici ed imprenditori, ne abbiamo parecchio per sensibilizzare l’opinione pubblica avversa, ma permettetemi comunque di ribadire l’importanza che l’imprenditore, il manager, il dirigente riveste nella vita pubblica e politica del nostro paese. Poco efficace è la critica ed inascoltate sono le rivendicazioni degli imprenditori, se questi tuttavia, non sono presenti là dove vengono influenzate e dove vengono prese le decisioni che contano. Vero! L’impegno per la propria azienda costa molte e notevoli risorse ed energie di tempo, visto il contesto sempre più complesso, ma non essere presenti nei consessi della politica e in quelli decisionali, non potrà più essere un’opzione in futuro. Pena, è l’emarginazione del tessuto economico e di conseguenza la perdita di considerazione e valore per la società. Diffondiamo la cultura imprenditoriale attraverso le nostre idee, non restiamo solo spettatori in attesa che qualcuno provvederà. Cerchiamo di influenzare a favore del sistema paese le decisioni che contano, dimostriamo che abbiamo tanta esperienza e responsabilità sociale, più sicuramente di coloro che la rivendicano, senza tuttavia nulla produrre!
Avremmo tanto da dire! Siatene convinti!
Sono giunto al termine della mia relazione che ha voluto sottolineare, in particolare il ruolo dell’imprenditore nella nostra società, figura imprescindibile per un paese che vuole evolvere e soddisfare i bisogni dei cittadini. Concludo quindi non prima di ringraziare tutte le collaboratrici e collaboratori che lavorano quotidianamente in Camera di Commercio. È un onore e un piacere poter contare su tanta competenza e qualità. Ma un ringraziamento particolare lo meritano sicuramente Luca Albertoni, il nostro direttore che unitamente allo staff di direzione della Camera di Commercio svolgono un lavoro determinante, talvolta invisibile, difficile da spendere, ma vi assicuro di elevata qualità e quantità. L’ufficio presidenziale e la nostra Vicepresidente Cristina Maderni, che, proprio oggi sono stati rinominati per il prossimo quadriennio e dove competenze trasversali all’economia, ne arricchiscono il confronto, il dibattito e dove, vengono prese le decisioni che contano attraverso un approccio di approfondimento e condivisione esemplari. È un onore poterlo presiedere, grazie a tutti!
“Alcune persone vedono un’impresa privata come una tigre feroce da uccidere subito, altri come una mucca da mungere, pochissimi la vedono com’è in realtà: ossia, un robusto cavallo che traina un carro molto pesante” (Winston Churchill)
A voi tutti presenti oggi Vi ringrazio per l’attenzione e per la fiducia riposta nella nostra organizzazione.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2023/10/ART23-discorso-Gehri-AGO-106.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2023-10-23 15:49:112023-10-24 08:49:59Discorso del Presidente Andrea Gehri in occasione della 106esima AGO Cc-Ti
Comunicato stampa della 106esima Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti
La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) ha tenuto oggi, 20 ottobre 2023, presso l’Espocentro di Bellinzona, la sua 106esima Assemblea generale ordinaria. L’evento si è svolto con il supporto dei due sponsor principali EFG Private Banking e Swisscom.
Alla presenza di circa 350 partecipanti, l’Assemblea ha confermato all’unanimità la Presidenza di Andrea Gehri per i prossimi quattro anni. Nell’Ufficio presidenziale (composto di 21 elementi in rappresentanza di tutti i settori economici del Cantone), Federico Haas, vicepresidente di Hotelleriesuisse Ticino, è stato nominato in sostituzione dell’uscente Lorenzo Pianezzi.
Dopo i lavori assembleari vi sono stati gli interventi del Presidente delle Cc-Ti, Andrea Gehri, del Consigliere di Stato e Direttore del DFE Christian Vitta e del Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni. Quest’ultimo ha introdotto, unitamente al Consigliere di Stato e Direttore del DI Norman Gobbi, l’ospite d’onore. Il Comandante di corpo Thomas Süssli, capo dell’esercito svizzero.
La centralità del ruolo dell’imprenditore
Il Presidente Andrea Gehri ha incentrato il suo discorso sul ruolo fondamentale dell’imprenditore nella società. Ruolo purtroppo spesso misconosciuto, malgrado sia centrale per la crescita del paese. Senza l’assunzione di rischi, la spinta innovativa e gli investimenti delle imprese non sarebbe possibile creare e mantenere posti di lavoro. Quindi ne soffrirebbe tutto il paese. Anche le riforme invocate, come la recente proposta del Consiglio di Stato di intervenire su determinate aliquote per le persone fisiche e l’imposizione delle successioni e delle rendite previdenziali, non hanno certo lo scopo di provocare discriminazioni o favorire indebitamente determinati gruppi. Bensì sono essenziali per mantenere interessante il Ticino come terra del “fare impresa”, pena la perdita persone fisiche e aziende fondamentali per finanziare un sistema sempre più “costoso”.
Restano aperti molti fronti carichi di insidie, perché anche per le aziende l’inflazione ha conseguenze importanti e la crescita di molti costi rappresenta una minaccia per tutti. Dalle materie prime, all’energia, passando per i costi creati dalla crescente burocrazia, le incognite per il futuro sono parecchie. Solo permettendo al tessuto imprenditoriale di fare il proprio lavoro e di creare ricchezza per sostenere l’importante meccanismo ridistributivo, sarà possibile superare anche i momenti più difficili.
Il Direttore della Cc-Ti ha dal canto suo aggiunto come nelle altre regioni elvetiche non sia tabù parlare della centralità del ruolo delle aziende e come sia insensata l’ossessione di combattere i ricchi, visto che ad esempio, citando il padre dell’AVS, l’ex Consigliere federale Hans-Peter Tschudi, “I ricchi non hanno bisogno dell’AVS, ma l’AVS ha bisogno dei ricchi”. Aggiungendo che non solo l’AVS ha bisogno di contribuenti forti, bensì tutto il sistema fiscale e finanziario cantonale dipende da loro.
L’impegno del Cantone per rendere il Ticino un luogo sempre più attrattivo e favorevole all’imprenditorialità
Il Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, Christian Vitta, dopo una panoramica sulla situazione macro-economica attuale, ha rimarcato l’importanza di volgere lo sguardo al futuro, continuando a lavorare per rendere il Ticino un territorio sempre più attrattivo e, in maniera particolare, favorevole all’imprenditorialità. Il Consigliere di Stato si è così soffermato su alcuni fattori che contribuiscono a creare le migliori condizioni quadro e a favorire una crescita economica armoniosa e duratura. Proprio in questo senso, il Cantone continua a lavorare per un quadro fiscale moderno e competitivo, per rafforzare l’innovazione nel nostro territorio, per un mercato del lavoro dinamico e per ritrovare un equilibrio delle finanze pubbliche. In conclusione, il Consigliere di Stato ha espresso i suoi ringraziamenti alla Camera di commercio in quanto interlocutore prezioso per il Dipartimento delle finanze e dell’economia che permette allo Stato di disporre di vigili antenne a stretto contatto con le realtà economiche del territorio.
Politica di sicurezza e sistema di milizia
L’intervento del Comandante di corpo e Capo dell’esercito svizzero ha sottolineato l’importanza del settore militare come attore economico. Ma soprattutto è stata evidenziata l’importanza del sistema di milizia, essenziale non solo per l’esercito stesso, ma anche perché costituisce un fondamentale elemento di permeabilità tra l’armata e l’economia, molto utile anche per le aziende, soprattutto negli aspetti gestionali. Il Comandante ha poi anche portato qualche riflessione sul ruolo della difesa svizzera nel teso contesto geo-politico internazionale.
L’evento nei media
Stampa e portali online
Imprese dinamiche sinonimo di solidità per il Cantone, Corriere del Ticino, 21.10.2023
Gehri attacca: ‘Troppa ossessione dei ricchi’, LaRegione, 21.10.2023
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2023/10/ART23-Comunicato-stampa-AGO-106.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2023-10-20 19:10:002023-10-31 11:42:42La certezza di un tessuto imprenditoriale dinamico è fondamentale per la solidità del Cantone
L’efficace selezione del personale e la gestione delle risorse umane sono elementi vitali per il successo di qualsiasi azienda. In un mercato del lavoro in continua evoluzione, trovare i candidati giusti e sviluppare un team coeso, è fondamentale per raggiungere gli obiettivi ed il successo aziendale. Questo articolo esplora i concetti chiave legati alla selezione del personale e alla gestione delle risorse umane, analizzando le strategie, le sfide e i benefici associati.
Selezione del personale: il primo passo verso il successo
La selezione del personale è il processo attraverso il quale le aziende identificano, valutano e scelgono i candidati più adatti per occupare determinate posizioni. È un processo strategico che richiede attenzione e cura, poiché le decisioni prese in questa fase influenzano direttamente la performance e la cultura aziendale. La selezione efficace può portare a una maggiore produttività, soddisfazione dei dipendenti e riduzione del turnover.
Fasi chiave della selezione del personale
Pianificazione: Comprendere le esigenze dell’organizzazione e definire le competenze richieste per il ruolo.
Ricerca: Attrarre candidati tramite annunci di lavoro, reti professionali, social media e altre fonti.
Screening: Valutare i curriculum e le lettere di presentazione per identificare i candidati idonei.
Interviste: Condurre interviste strutturate per valutare le competenze tecniche e le caratteristiche personali.
Valutazione: Utilizzare test psicometrici per determinare le capacità cognitive ed emotive.
Referenze: Controllare le referenze dei candidati per verificare le informazioni fornite.
Offerta: Fornire un’offerta al candidato scelto, inclusi salario e benefici.
On-boarding: Accogliere i nuovi assunti e facilitare la loro integrazione nell’organizzazione.
Sfide nella selezione del personale
La selezione del personale può presentare diverse sfide, tra cui la scarsità di talento, la concorrenza tra le aziende per i candidati migliori e la valutazione accurata delle soft skills. Inoltre, è fondamentale evitare pregiudizi e discriminazioni durante il processo di selezione, promuovendo la diversità e l’inclusione. Entrare nella mente del candidato ideale è un viaggio intrigante. Comporta molto di più che un semplice sguardo sul curriculum. Occorre avere la capacità di scoprire e scavare a fondo nelle ambizioni, nelle passioni e nei valori che guidano ogni individuo. Il candidato ideale è la persona le cui esperienze e aspirazioni si intrecciano perfettamente con le necessità dell’azienda, creando una sinergia che genera crescita reciproca.
Le capacità di analisi sono l’arma segreta del recruiter di talenti. Dietro ogni candidato si nasconde una storia, una serie di competenze e risultati che necessitano di un’interpretazione acuta per individuare i punti di forza nascosti, scivolando tra le righe dei CV e scoprendo quel “qualcosa in più” che fa la differenza.
Ma c’è di più. Il recruiter del personale ideale non tratta solo le assunzioni, ma anche le relazioni. Questo abile comunicatore sa come mettere a proprio agio i candidati, raccogliere informazioni preziose e gettare i semi di un potenziale coinvolgimento duraturo. La sua conversazione non è solo un dialogo, ma un ponte verso il futuro.
Gestione delle risorse umane: coltivare il potenziale dei dipendenti
Una volta selezionati i candidati giusti, la gestione delle risorse umane gioca un ruolo cruciale nel garantire il successo continuo dell’organizzazione. La gestione delle risorse umane si occupa di aspetti come lo sviluppo delle competenze, la motivazione dei dipendenti, la gestione delle performance e la creazione di un ambiente di lavoro positivo e costruttivo.
Componenti chiave della gestione delle risorse umane
Sviluppo delle Competenze: Offrire opportunità di formazione e sviluppo per migliorare le competenze dei dipendenti.
Gestione delle Performance: Stabilire obiettivi chiari, fornire feedback regolare e valutare le performance dei dipendenti.
Motivazione: Implementare strategie per mantenere alta la motivazione, come riconoscimenti, opportunità di crescita e premi.
Gestione del Turnover: Identificare le cause del turnover e adottare misure per migliorare il coinvolgimento e la soddisfazione dei dipendenti.
Politiche e Benefici: Creare politiche aziendali chiare e offrire benefit competitivi per attrarre e trattenere il talento.
Comunicazione Efficace: Favorire una comunicazione aperta e trasparente tra i dipendenti e i dirigenti.
Vantaggi della gestione efficace delle risorse umane
La gestione delle risorse umane ben strutturata può portare a numerosi vantaggi, tra cui una maggiore produttività, un clima organizzativo positivo, una riduzione del conflitto interno e un migliore equilibrio tra vita professionale e personale per i dipendenti.
In conclusione
Un’azienda, se desidera eccellere e ottimizzare tempo e denaro, deve scegliere le persone giuste. La selezione del personale e la gestione delle risorse umane sono elementi cruciali per il successo aziendale. Attraverso una selezione accurata e una gestione attenta, le aziende possono costruire team di talento e coltivare un ambiente di lavoro stimolante e produttivo.
Investire nelle risorse umane non è solo un dovere, ma anche un processo strategico che può generare rendimenti significativi nel lungo termine. Per questo motivo è importante frequentare il corso Cc-Ti “Il candidato ideale” che si terrà nei prossimi 7 e 14 novembre 2023 (info: www.cc-ti.ch/calendario/il-candidato-ideale).
Articolo a cura di Luciana Mazzi, titolare di POWER LIFE ACADEMY, Lugano
Si sono svolte due serate tematiche per gli ex studenti del corso Specialista della gestione PMI
La Cc-Ti, in collaborazione con Agile Lab Ticino e l’Associazione Equi-Lab, ha organizzato due serate in cui sono stati trattati i seguenti temi:
Primo incontro – 22 agosto FUTURE OF WORK HR, digitalizzazione e agilità quali elementi di innovazione nella gestione efficace delle persone Relatore: Christian Burkhalter, Agile Lab Ticino
Secondo incontro – 7 settembre LE OPPORTUNITÀ DELLE PARI OPPORTUNITÀ Diversità, Equità e Inclusione per lo sviluppo sostenibile: la situazione in Ticino e gli strumenti a disposizione delle PMI Relatore: Christian Burkhalter, Agile Lab Ticino Relatrice: Marialuisa Parodi, Associazione Equi-Lab
Ringraziamo i relatori e i partecipanti per la buona riuscita delle due serate. Durante l’estate 2024 verranno riproposti nuovi incontri.
La Cc-Ti organizza una serata informativa per tutti gli interessati ad iscriversi al corso Specialista della gestione PMI. Durante l’incontro saranno fornite maggiori informazioni inerenti al corso (costi, calendario, docenti e contenuti).
Coloro che volessero partecipare alla serata sono pregati di confermare la propria presenza al Signor Roberto Klaus all’indirizzo email: klaus@cc-ti.ch.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2023/09/ART23-serata-gestione-PMI.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2023-09-12 10:55:172023-09-12 15:29:01Serata informativa per il corso Specialista della gestione PMI con attestato federale
Si è svolta la consegna dei diplomi ai corsisti che hanno frequentato l’ottava edizione della Scuola per Specialisti della gestione PMI ottenendo l’attestato federale.
Congratulazioni ai diplomati: Giona Bertoletti (Garage Cristallina SA), Antonio Capobianco (Kaminfeger Salvi AG), Nicola Cipriani (Confiserie Al Porto SA), Vanessa Di Gennaro (Studio legale Foglia – Avv. Aldo Foglia), Ilena Grasso (Farmacia Centro Grancia SA), Renata Peduzzi (CAMINADA SEMENTI SA), Simone Salvati (Securiton SA), Giovanna Sassi (Arduino SA), Emanuele Snider (New Celio Engineering SA), Mattia Vassalli (AMAG Import AG). Nella foto sono presenti anche i relatori Elena Ventola, Roberta Fabbri, Fulvio Bottinelli e Fabio Frigo-Mosca.
Alla consegna dei diplomi erano presenti anche Luca Albertoni (direttore Cc-Ti) e Roberto Klaus (direttore SSIB Ticino).
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2023/08/ART23-diplomati-gestione-PMI.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2023-09-01 09:35:112023-09-19 09:39:01Nuovi Specialisti della gestione PMI
Si sono svolti recentemente gli esami dei percorsi formativi Cc-Ti, che la nostra associazione ha proposto negli ambiti ‘leadership’, ‘vendita’ e ‘diritto del lavoro’. Si tratta di corsi di formazione costituiti da più moduli interconnessi, che formano un vero e proprio approfondimento su una tematica specifica.
Diplomati “ABC della Leadership”
Al termine si sostiene un esame finale e, al superamento dello stesso, viene rilasciato un attestato di frequenza Cc-Ti.
Sono proposte che abbiamo aggiunto alla nostra, già variegata, formazione continua e che rispondono alle crescenti (e in continua mutazione) competenze richieste dal mondo lavorativo. In questo articolo vi proponiamo alcune brevi testimonianze di partecipanti che hanno ottenuto l’attestato in uno dei citati ambiti.
Vogliamo infine formulare i nostri migliori auguri a tutti i diplomati dei nostri percorsi formativi.
ABC della Leadership
Si è concluso con l’esame finale il primo ciclo del percorso formativo “ABC della Leadership”. Complimenti a: Debora Beeler (Bellinzona e Valli Turismo), Nicola Braunwalder (Banca Wir), Christian Ceppi (Valcambi SA), Ivan Donadoni (Autors SA), Carlo Garbellini (Imerys SA), Giuliano Gasperi (Corriere del Ticino), Roberto Giandomenico (Valcambi SA), Igor Guzzi (City Carburoil SA), Gianluca Mautone (IBSA), Fulvio Mazzoni (Valcambi SA), Maurizio Miraglia (Valcambi SA), Debora Pinna (Humabs BioMed SA), Massimo Piras (Valcambi SA), Paolo Privitera (Kairos allestimenti SA), Davide Restelli (Città di Lugano), Matteo Saredi (Emil Frey SA), Mariangela Sosio (City Carburoil SA), Veronica Tenca (IBSA), Luca Tidone (City Carburoil SA), Paola Tommasini (Kairos allestimenti SA). Nella foto sono presenti anche i relatori Sabina Zucchiatti e Andrea Carlesso.
Il prossimo ciclo prenderà avvio il 13 settembre 2023.
Paola Tommasini, Kairos Allestimenti Ho frequentato il corso con grande interesse durante tutti gli incontri. Ho trovato gli argomenti interessanti e molto ben presentati. La parte teorica intercalata ad esercizi pratici ha reso i concetti più chiari e mi ha stimolato nella riflessione e nell’approfondimento degli stessi. A corso terminato, e a differenza di altri corsi, mi sono resa conto di essere in grado di applicare nella quotidianità lavorativa quanto appreso: la teoria viene messa in pratica! Consiglio il corso a chiunque voglia cambiare alcuni aspetti lavorativi ma non ha una linea guida da seguire. Sono molto interessata anche ad un upgrade, se verrà organizzato.
Giuliano Gasperi, Corriere del Ticino Fra il corso e la quotidianità lavorativa si è creato fin da subito un legame molto stretto. Le lezioni erano “potenziate” dai tanti esempi forniti dall’esperienza sul campo, che a sua volta è stata arricchita da insegnamenti, spunti e principi teorici mirati. La sfida, durante e dopo il corso, è creare un intreccio sempre più fitto fra teoria e pratica.
Debora Pinna, Humbas BioMed Il corso ha rappresentato per me un’esperienza molto arricchente ed una delle ragioni è stata proprio l’eterogeneità del gruppo. Ognuno dei partecipanti ha portato l’esperienza maturata nel proprio settore consentendo di confrontarci e trovare analogie di situazioni anche in ambienti lavorativi tanto diversi. L’interazione con i compagni è stata molto stimolante anche per la curiosità di comprendere e conoscere meglio realtà lontane dalla nostra quotidianità. Sarebbe bello incontrarsi nuovamente per continuare questo percorso insieme.
Debora Beeler, Bellinzona e Valli Turismo Questo corso mi ha permesso di vedere con occhi diversi tanti aspetti importanti legati alla gestione del personale, anche grazie alla grande professionalità e all’entusiasmo dei due relatori. Il corso è stato strutturato in maniera davvero ottimale, con un grande spazio di scambio tra gli allievi e i relatori, tanti esempi molto pratici e giochi di ruolo davvero interessanti e coinvolgenti e applicabili in ogni realtà lavorativa. Consiglio questo percorso davvero a tutti i professionisti e in particolare a tutte le persone che gestiscono del personale, anche piccoli team, perché permette di apprendere le basi per instaurare un buon ambiente professionale e per intervenire in caso di situazioni difficili. Essere un buon leader è sicuramente più difficile di quanto ci si immagina, ma con i giusti strumenti ci si può avvicinare molto.
Selling Revolution
Al secondo ciclo il percorso formativo “Selling Revolution”. Complimenti a: Diana Bernasconi (Tala Consulenze Sagl), Chiara Brischetto (Ferrovia Monte Generoso), Nicola Dacomo (med34), Matheus De Oliveira Campos (Autors SA), Ioana Ficut, Annalisa Ghezzi (APG/SGA), Matteo Mucchiani (Gehri Rivestimenti SA), Malco Parola (Tala Consulenze Sagl). Nella foto sono anche presenti i relatori Stefano Bosia e Andrea Carlesso.
Diplomati “Selling Revolution”
Il prossimo ciclo prenderà avvio a febbraio 2024.
Chiara Brischetto, Ferrovia Monte Generoso Il corso è molto interessante e coinvolgente e lo consiglio non solo per i temi sono trattati ma anche per come vengono approfonditi, le ore sono letteralmente volate! Durante il corso si conoscono persone provenienti da realtà diverse ed è interessante come talvolta temi legati alla vendita siano comuni anche a settori diversi tra loro. Ho imparato che la vendita non è un obiettivo ma una conseguenza delle nostre azioni.
Matteo Mucchiani, Gehri Rivestimenti SA Innanzitutto vorrei ringraziare la Gehri Rivestimenti per avermi concesso l’opportunità di partecipare a questo interessante corso. Più volte durante le lezioni abbiamo avuto la possibilità di interagire fra noi scoprendo realtà differenti dal nostro quotidiano, ma che comunque ci accomunano così da poter ampliare le nostre conoscenze nel campo della vendita. Trovo estremamente importante ampliare il più possibile i contatti trai partecipanti in modo da poter creare relazioni future, utili sia dal punto di vista personale che professionale.
Matheus Campos, Autors SA Nel mio lavoro quotidiano sto allenando e acquisendo nuove skills, che sono state condivise dai nostri mentori durante il corso, con elementi che mi permettono di arrivare al successo in modo più immediato e sicuro. Azioni quali rispondere al telefono con il sorriso e in piedi, mantenere il tono normale della voce, presentarsi in modo chiaro, lasciare una piccola pausa prima di iniziare a parlare, l’importanza dei primi 30 secondi della chiamata per incuriosire l’interlocutore e suscitare l’interesse del cliente, continuando la telefonata ottenendo un appuntamento, ecc. come pure capire ed analizzare il motivo per il cui non è stato concluso un affare con il cliente, esaminare i veri bisogni del cliente, ascoltare attivamente, porre le giuste domande e offrire un prodotto adatto alle sue esigenze, … ma anche conoscere i propri prodotti, il mercato, la concorrenza, ecc. Sono tutti principi a cui far riferimento e che abbiamo appreso durante questo percorso con la Cc-Ti. In questo modo ho potuto migliorare le mie competenze ed applicarle sul posto di lavoro.
Competenze nel diritto del lavoro
Anche il percorso formativo “Competenze nel diritto del lavoro” è al secondo ciclo. Complimenti a: Cora Capelli (Fiduciaria Antonini SA), Sara Cervone (Fidi BC SA), Barbara Francini (Alba Advisors SA), Sara Longoni (Sowre SA), Simona Manfrin (Seven for All Mankind int. Sagl), Matteo Mangiacavalli (Basilese Assicurazioni), Francesca Palma (Fidi BC SA), Alessandro Picchi (Pinco SA), Federica Ponti (Primestudio SA), Nicole Risi (Physio Sport Progress Sagl), Valeria Tinari (Sowre SA), Agnetha Tomasi (Fidecam SA). Nella foto sono anche presenti le relatrici Avv. Roberta Bazzana-Marcoli e Avv. Rosella Chiesa-Lehmann.
Diplomati “Competenze nel diritto del lavoro”
Il prossimo ciclo prenderà avvio il 19 settembre.
Barbara Francini, Alba Advisors SA Reputo che il corso si stato strutturato molto bene, fornendo ai partecipanti tutte le informazioni legate alla parte di diritto sul lavoro con cui una persona che segue la gestione del personale può trovarsi confrontata. L’organizzazione decisa con lo svolgimento di un modulo ogni 30-40 giorni dava il tempo al partecipante di rivedere quanto illustrato durante il corso e “metabolizzarlo” prima di passare a quello successivo. Ogni modulo integrava anche domande/ esercizi pratici svolti che permettevano di mettere subito alla prova quanto appreso. Le relatrici sono state esaustive e con esempi pratici sono riuscite a spiegare semplicemente anche i concetti più ostici. Io ho trovato questo percorso di grande utilità nel mio lavoro quotidiano e mi ha fornito una consapevolezza maggiore anche semplicemente nelle fonti del diritto da utilizzare per cercare le informazioni che mi occorrono.
Matteo Mangiacavalli, Baloise Assicurazioni SA Il percorso è stato ben strutturato, attraverso aspetti prettamente teorici per comprendere la giurisprudenza e altri pratici, dove si è potuto trattare casi concreti e attuali. Ho ricevuto input estremamente utili, che mi permetteranno di comprendere meglio come agire davanti ad una situazione di gestione del personale all’interno del mio contesto lavorativo. Gli esempi e le consulenze che abbiamo ricevuto dagli avvocati che hanno tenuto le lezioni, sono sia applicabili al mio lavoro quotidiano, sia un punto di partenza dove ragionare per gestire in maniera efficace una problematica legata al ciclo di vita del dipendente e alla sua relazione con il datore di lavoro.
Francesca Palma, Fidi BC SA L’interazione con le docenti è stata molto attiva e ricca di spunti utili e applicabili in campo professionale. L’esemplificazione così come i casi pratici hanno permesso di dare un elevato grado di concretezza a quanto trattato dalle docenti che si sono sempre manifestate puntuali ed esaurienti nel rispondere ai quesiti posti dalla classe. La loro flessibilità e l’elevato grado di conoscenza della materia hanno permesso di chiarire diverse casistiche particolari e lacunose che si riscontrano in ambito del diritto del lavoro.
Alessandro Picchi, Pinco SA Consiglierei sicuramente questo corso ad altri professionisti. È stato un corso interessante ed esaustivo. Lo raccomanderei sia a chi, come me, è alle prime armi con le competenze nel diritto del lavoro, sia a chi ha già una certa esperienza in materia. Strutturato in questa maniera, si affronta l’argomento – che è ovviamente molto vasto – diviso per tematiche precise, soprattutto con riferimento a casi pratici. Questo può facilitare molto la comprensione e soprattutto la messa in pratica durante lo svolgimento della propria attività lavorativa. Lo consiglio anche perché abbiamo sempre avuto l’opportunità di porre domande, sottoporre questioni particolari affrontate nella realtà quotidiana del lavoro e, in generale, sciogliere i nostri dubbi sul tema.
Federica Ponti, Primestudio SA Sono diversi gli obiettivi che ci si pone quando si inizia a frequentare una formazione continua. I miei sono sempre stati quelli di tenermi aggiornata su un tema complesso come quello del diritto del lavoro e poter così offrire nel pratico una consulenza completa ed esaustiva al cliente.
Conclusioni
Investire in modo costante nella formazione dei propri collaboratori è una delle migliori azioni concrete da attuare per contare su risorse umane qualificate e fidelizzarle. Un progetto win-win.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2023/07/ART23-Diplomati-leadership.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2023-07-21 08:00:002023-07-19 09:45:56Tutti i diplomati dei nostri percorsi formativi!
Cliccando il pulsante «Accetta», acconsentite all’utilizzo di tutti i nostri cookie così come quelli dei nostri partner. Utilizziamo i cookie per raccogliere informazioni sulle visite al nostro sito web, con lo scopo di fornirvi un'esperienza ottimale e per migliorare continuamente le prestazioni del nostro sito web. Per maggiori informazioni potete consultare la nostra informativa sulla privacy.
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