Presentati i risultati dell’inchiesta congiunturale 2016/2017

Il 17 gennaio 2017 sono stati presentati in conferenza stampa i risultati dell’annuale inchiesta congiunturale, condotta dalla Cc-Ti in collaborazione con le Camere di commercio e dell’industria di Ginevra, Vaud e Neuchâtel. Appuntamento oramai consolidato da 7 anni.

La Cc-Ti tiene a ringraziare  tutti gli associati che hanno partecipato al questionario e che ci hanno così permesso di raccogliere dei dati importanti per la nostra attività di associazione mantello dell’economia ticinese. Ben consapevoli delle numerose richieste alle quali le nostre aziende sono giornalmente confrontate, apprezziamo vivamente l’impegno profuso dalle quasi 300 aziende che hanno risposto alle nostre domande.

Sono intervenuti il Presidente Cc-Ti Glauco Martinetti, il Direttore Cc-Ti Luca Albertoni e il Direttore AMAG Regione Ticino Oliviero Milani.

 

Dati inchiesta congiunturale 2016/2017
Comunicato stampa
Presentazione Power Point
Risultati questionario
Questionario
Potete approfondire l’analisi dei risultati dell’inchiesta congiunturale 2016/2017 anche tramite delle interessanti video interviste.
Visitate il nostro canale YouTube oppure cliccate qui per la video intervista a Glauco Martinetti a proposito del campione dell’inchiesta e dell’andamento degli affari in generale.
Cliccate qui per la video intervista a Luca Albertoni a proposito dell’andamento generale degli affari per le aziende esportatrici e qui per gli approfondimenti sui temi della digitalizzazione, della formazione professionale e degli accordi bilaterali.
Cliccate qui per la video intervista ad Oliviero Milani, Direttore AMAG Regione Ticino, a proposito del settore dell’auto in Ticino.
L’evento ripreso dai media ticinesi
• Corriere del Ticino, 18.1.2017, “Cauto ottimismo per il 2017”
• Giornale del Popolo, 18.1.2017, “Dopo il super franco la stabilità va più che bene”
• La Regione, 18.1.2017, “Il bicchiere è mezzo pieno”
• La Regione, 18.1.2017, “La sfida digitale sta già cambiando le attività delle aziende”
• Ticinonews.ch, 17.1.2017, “Buono l’andamento dell’economia ticinese nel 2016
• Liberatv.ch, 17.1.2017, “La Camera di commercio tasta il polso all’economia
• Teleticino, 17.1.2017, servizio video, “L’economia ticinese gode di buona salute
• Il quotidiano, 17.1.2017, servizio video al minuto 15.00
• Radio 3I, 17.1.2017, “L’economia ticinese tiene, nonostante il franco forte”, con intervento Luca Albertoni al minuto 4.17
• RSI, Rete uno, Cronache della Svizzera Italiana, 17.1.2017, edizione delle ore 18.00, con intervento Luca Albertoni e Glauco Martinetti al minuto 16.00

Gettito fiscale aziendale tra realtà e presunti “regali”

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

“Le aziende contribuiscono sempre di più alle finanze dello Stato.”

La campagna di votazione per la Riforma III dell’imposizione delle imprese è stata lanciata qualche settimana fa con toni subito incendiari, visto che gli oppositori parlano di furto, truffa, ulteriori regali sconsiderati alle cattive imprese, ecc.. Ormai le campagne politiche poggiano su questi slogan e la cosa non stupisce più di tanto.

Dei dettagli della riforma diamo conto negli altri articoli di questa edizione di Ticino Business, per cui in questo contributo è giusto affrontare l’argomento da un’altra angolazione, cioè dando un’occhiata all’evoluzione del gettito fiscale delle aziende, secondo taluni vergognosamente diminuito per affamare lo Stato con una liberalizzazione e una defiscalizzazione selvagge che priverebbero gli enti pubblici delle risorse necessarie. In altre parole, per verificare in che misura i presunti “regali” concessi con le precedenti riforme fiscali abbiano diminuito il gettito fiscale nelle casse dello Stato. A tale scopo si può fare riferimento a quanto recentemente pubblicato dall’Amministrazione federale delle finanze e ovviamente ignorato nella discussione pubblica. Forse perché ormai vi è l’andazzo di considerare automaticamente taroccate tutte le cifre che non corroborano la propria tesi politica. Ma qui più che di statistiche in senso stretto si tratta di registrazioni di cassa comparabili a quanto farebbe un negozietto di paese. Quanto è entrato e da chi (risp. quanto è uscito e dove è andato, ma questo non è oggetto delle presenti riflessioni), con precisione svizzera, senza possibilità di interpretazione e a prova di tarocco. Orbene, le entrate della Confederazione derivanti dall’imposta sull’utile aziendale sono aumentate nel 2015 del 14,6%. Secondo alcune stime, le cifre dei Comuni e dei Cantoni dovrebbero in generale avere la medesima evoluzione positiva, una volta forniti i dati definitivi. E questo malgrado ripetute crisi (tre dal 2008, una finanziaria e due valutarie). Un caso si dirà. Mica tanto. Basta dare un’occhiata all’evoluzione del gettito delle persone giuridiche dal 1990 (si veda il grafico qui di seguito). Dalla prima riforma fiscale concernente le aziende e risalente al 1997, le entrate derivanti dall’imposta federale diretta sono passate da 7,5 a 19,8 miliardi di franchi. Nei Cantoni e nei Comuni sono più che raddoppiate, l’incremento per la Confederazione è stato del 166%. La crescita è stata di oltre il doppio rispetto all’imposta sul reddito delle persone fisiche e buona parte di questa evoluzione è legata alle aziende internazionali e/o a statuto speciale.

Allora perché tutto questo accanirsi contro le aziende e in particolare le multinazionali? Che, detto per inciso, creano posti di lavoro e versano salari, a loro volta soggiacenti all’imposizione fiscale. Probabilmente uno dei motivi dell’ostilità è legata alla riforma II dell’imposizione delle imprese, con le polemiche su alcune valutazioni approssimative che hanno portato a mancati introiti fiscali imprevisti di circa 200-300 milioni di franchi per la Confederazione. Cifra comunque di molto inferiore alle riforme della fiscalità dei coniugi e delle famiglie che hanno privato l’erario di cifre ben superiori (circa un miliardo globalmente per l’imposta federale diretta). Ma le riforme fiscali per le imprese danno molto più fastidio e hanno, come dicono i francofoni, “mauvaise presse”. Ed è un errore. Perché le cifre summenzionate dimostrano inequivocabilmente che le aziende contribuiscono sempre di più alle finanze dello Stato, tanto che la loro parte alle imposte dirette di Confederazione, Cantoni e Comuni dal 1997 è passata dal 18,7 al 25%. E la quota di imposte delle aziende rispetto al prodotto interno lordo nazionale in Svizzera è più alto di quanto avviene nell’OCSE. È vero che vi sono stati tagli fiscali in molti Cantoni, ma le cifre dimostrano che essi sono stati ampiamente compensati da utili maggiori, per cui la cura delle famose (o famigerate, secondo i punti di vista) condizioni-quadro ha dato i suoi frutti. Con una parte importante, come detto, delle vituperate multinazionali che le imposte le pagano, eccome. Con più di 4 miliardi di franchi queste aziende coprono la metà delle entrate fiscali della Confederazione derivanti dalle persone giuridiche, nei Cantoni con circa due miliardi siamo al 20%, la stessa proporzione che grosso modo abbiamo in Ticino. Per non parlare sempre e solo del nostro Cantone (visto che ormai il pensiero dominante è che le aziende straniere creano solo problemi e devastano il Cantone), rileviamo che ad esempio Procter&Gamble nel 1999 si è spostata a Ginevra ed è uno dei più grandi datori di lavoro del Cantone, facendo capo inoltre a circa 400 aziende locali, dal giardiniere al panettiere, passando per il falegname e l’idraulico.

È quindi scorretto affermare che il contributo diretto delle aziende alle casse dello Stato è insufficiente e che già in passato vi sono stati regali ingiustificati, per sostenere che con la riforma III delle imprese si procede ad un ulteriore vergognoso omaggio.

La situazione è ben diversa e la discussione sull’epocale riforma fiscale che sarà in votazione il 12 febbraio 2017 non può prescindere da questi fatti e cifre. Le riforme fiscali passate non hanno affamato lo Stato, quella imminente entrerà nello stesso filone. Anche se incombe l’incognita della permanenza in Svizzera di alcune delle aziende che oggi godono di statuti speciali (che, come visto sopra, non sono da confondere con favori gratuiti), che potrebbero essere orientate verso altri lidi. Non è una minaccia, semplicemente così funzionano le dinamiche internazionali, tanto che non è più assolutamente scontato che la Svizzera sia sempre e comunque considerata la migliore soluzione. Per cui, prima di parlare di ladri e furti, sarebbe bene essere un po’ prudenti e ricordarsi che se si vuole distribuire qualcosa (disciplina in cui molti eccellono) è necessario dapprima creare la ricchezza, anche con strumenti magari poco simpatici sulla carta ma certamente più efficaci di tante roboanti ma vuote dichiarazioni.

Scoprite tutte le argomentazioni del “SÌ alla riforma dell’imposizione delle aziende”
visitando il sito della campagna o seguendola tramite Facebook.
Il numero di giugno di Ticino Business, la rivista mensile della Cc-Ti, era stato proprio dedicato alle riforme fiscali, tematica di grande importanza per la Cc-Ti.
Qui di seguito potrete scaricare il PDF con i vari approfondimenti e interviste a esperti del tema.

Gli aiuti per le aziende nell’ambito dell’efficienza energetica elettrica

Durante l’Apéro-energia del 23 novembre, tenutosi a Bellinzona, ed organizzato dall’Ufficio federale dell’energia – SvizzeraEnergia, in collaborazione con la Cc-Ti, il Dipartimento del Territorio, l’Associazione TicinoEnergia ed AITI, sono stati presentati in modo dettagliato le diverse possibilità di aiuti per l’efficienza energetica elettrica nei settori dell’industria, del commercio e dei servizi.

Già lo scorso anno la Cc-Ti aveva dedicato particolare attenzione all’energia e all’efficienza energetica, tematica che ci è molto cara, su cui siamo puntualmente ritornati.

Nel ricco pomeriggio, denso di spunti interessanti, si sono succeduti esperti che hanno illustrato, a diversi livelli, gli incentivi cantonali e federali in vari ambiti.

Le relazioni tecniche sono state particolarmente stimolanti perché poi, con l’aiuto di testimonianze e case studies, si è potuto entrare nel vivo della tematica.
Sono intervenuti Martin Stettler, Ufficio federale dell’energia, e Claudio Caccia, SvizzeraEnergia, che hanno presentato i lavori del seminario. Mirco Moser dell’Ufficio aria, clima ed energie rinnovabili del Canton Ticino, ha presentato gli incentivi cantonali in ambito energetico, seguito a ruota da Florian Buchter di Groupe E Greenwatt e Walter Bisang (AEnEC, Agenzia dell’energia per l’economia e ProKilowatt) che si sono invece concentrati sui concetti dell’“asta nell’asta” spiegando i sistemi Groupe E Greenwatt e AEnEC.
Tre presentazioni tematiche hanno poi chiarito le dinamiche nell’utilizzo di energia

  • idrica,
  • con scalda-acqua elettrici con boiler a pompa di calore;
  • con pompe di circolazione e pompe a motore ventilato nell’industria, rispettivamente in edifici non-abitativi.

Ci si è infine concentrati sui principali criteri e condizioni quadro di ProKilowatt, spiegando i modelli di finanziamento per programmi e progetti.
Il budget complessivo per il 2017 destinato a programmi e progetti energetici ammonta a 45 milioni di franchi. Siamo pertanto convinti che sia fondamentale per le PMI e le aziende ticinesi conoscere le diverse possibilità in gioco.

È dal 2011 che la Confederazione sostiene progetti e programmi che promuovono l’efficienza energetica nel settore elettrico, contribuendo a consumi più moderati.
Per questo è stata creata la piattaforma www.prokilowatt.ch, che presenta il sistema di gare pubbliche (aste) con le quali la Confederazione, attraverso l’Ufficio federale dell’energia, sostiene l’adozione di provvedimenti per ridurre i consumi elettrici.

In un’azienda i flussi energetici (per il funzionamento ottimale della propria attività) sono complessi ed è difficoltoso individuare le potenziali aree di miglioramento o risparmio. In questo senso con una strategia aziendale che miri a una maggior consapevolezza dell’efficienza energetica, il sito ProKilowatt si pone l’obiettivo di accelerare il passaggio a tecnologie moderne in tutti i settori con consumi importanti, stimolando nel contempo le ditte stesse a trovare la soluzione più adeguata per loro.

Ricordiamo che l’ottavo turno delle gare pubbliche ProKilowatt è già aperto. La scadenza per l’inoltro dei progetti è fissata per il 1° febbraio 2017 mentre per i programmi il 17 marzo 2017. Le condizioni di gara, così come tutte le informazioni per l’inoltro dei dossier, sono consultabili al sito www.prokilowatt.ch.

Lipsia, vera locomotiva industriale

Nell’ultima missione del 2016 la Cc-Ti ha deciso di volgere lo sguardo verso la Germania, incontestabilmente uno dei partner commerciali più importanti per la Svizzera, organizzando una visita a Lipsia (Sassonia) che ha avuto luogo dal 9 all’11 novembre 2016.

Lipsia, oggi città di 567’846 abitanti, è fin dai tempi remoti fiorente nodo commerciale e artigianale, e, grazie alla sua posizione geografica, uno dei più antichi e importanti centri fieristici del mondo. Da oltre 800 anni, infatti, mercanti e uomini d’affari si incontrano a Lipsia per scambiarsi merci e idee. Oggi, però, Lipsia non è più unicamente luogo d’incontro, ma il motore economico della Germania centrale. Lipsia vanta una lunga tradizione industriale a cui bisogna riconoscere grande importanza. Da sempre crocevia di incontro tra costruttori d’auto, è divenuto uno dei poli più importanti dell’industria automobilistica tedesca, con un indotto di fornitori di componenti che si estende a tutta la regione. Oggi la regione di Lipsia è una delle aree del settore automobilistico più interessanti e innovative al mondo. Basti pensare agli stabilimenti di BMW, Volkswagen e Porsche (che, per esempio, dall’apertura della fabbrica nel 2002, oggi dà impiego a circa 5’000 persone). Ma il potenziale di Lipsia non risiede unicamente nel settore dell’automobile, la città sta infatti concentrando la sua strategia economica nella promozione di 5 importanti cluster:

  1. Industria automotive e relativi fornitori
  2. Farmaceutica e biotecnologia
  3. Energia e ingegneria ambientale
  4. Logistica
  5. Media e scienze creative

La delegazione ticinese in visita a Lipsia è rimasta profondamente colpita dal potenziale della regione, bastano poche cifre per rendere l’idea: industria automobilistica – 760 aziende (14’447 dipendenti); logistica – 1’673 aziende (33’213 dipendenti); farma e biotech – 2’432 aziende (38’629 dipendenti); energia e ingegneria ambientale – 1’328 aziende (11’936 dipendenti).

A rappresentare la Cc-Ti, Silvio Bizzini (membro dell’Ufficio presidenziale Cc-Ti, Rappresentante del ramo dell’automobile) e Chiara Crivelli (responsabile International Desk della Cc-Ti). Il programma della visita comprendeva degli incontri ufficiali con la Municipalità di Lipsia (in maniera particolare con Uwe Albrecht, Sindaco per gli affari economici), diverse visite ad aziende locali (tra cui BMW e Porsche) e la visita alla BioCity di Lipsia, centro di biotecnologia-biomedicale. La BioCity di Lipsia è uno dei centri più moderni per la biotecnologia e biomedicina in Germania. È stato fondato nel 2003 e attualmente raggruppa più di 60 aziende, 36 istituti di ricerca biotech e 10 aziende farmaceutiche. Il BioCity Campus include anche il Fraunhofer IZI (Fraunhofer Institut für Zelltherapie und Immunologie), la cui area di competenza risiede nella biologia cellulare, immunologia, biomarcatori, biochimica analitica e bioproduzione. La ricerca di questo istituto si concentra in particolare sulle malattie autoimmuni ed infiammatorie, oncologia, neuropatologie, così come le malattie infettive e medicina rigenerativa.

Gli incontri e gli scambi avuti durante questa visita sono stati estremamente proficui e vi è sicuramente un grande potenziale per sviluppare sinergie tra aziende sassoni e aziende ticinesi, soprattutto nel settore dell’automotive, della farmaceutica e della biotecnologia.

Compilare correttamente il certificato di salario

Compilare correttamente il certificato di salario è un obiettivo di tutte le aziende, anche se non sempre è risulta facilmente raggiungibile. Partecipando al corso Cc-Ti potrete accedere ad alcune informazioni pratiche che vi aiuteranno ad adempiere nel migliore dei modi a questo dovere.

Il mese di gennaio è prossimo, ai datori di lavoro occorrerà ritornare, come ogni anno, a riempire i certificati di salario per i dipendenti. Questo strumento è di fondamentale importanza per la dichiarazione delle imposte delle persone fisiche che ogni contribuente di maggior età deve compilare annualmente. Perché non approfittare dunque del corso che la Cc-Ti offre e che è già in calendario per il 16 gennaio? Un aggiornamento utile in una data idonea più che perfetta per rinfrescare le proprie competenze in materia.

Il certificato di salario rientra negli strumenti che i datori di lavoro rilasciano ai propri dipendenti annualmente, in cui sono evidenziate tutte le retribuzioni percepite. Questo documento è applicato in tutta la Svizzera dal 2007.

Il salario è un importante voce di costo per le aziende, e una politica salariale che tiene conto di fattori come trasparenza, flessibilità e parità dei sessi, assume un’importanza strategica nella gestione delle risorse umane. Per aziende e PMI di successo, in tutti i contesti.

Struttura e contenuti

Il corso permette di acquisire le conoscenze teoriche e pratiche necessarie per far fronte agli obblighi del datore di lavoro di allestire un certificato di salario conforme alla legge per ogni collaboratore. Il modulo attesta tutti gli elementi del salario (prestazioni a contanti e vantaggi valutabili in denaro) e le spese. Le istruzioni della Conferenza fiscale svizzera (CFS) e dell’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) sono vincolanti per la compilazione del certificato di salario valido in tutta la Svizzera.

Il pomeriggio di formazione (13.30-17.30), prevede di trattare anche le novità introdotte in questo strumento dal 1° gennaio 2016. Oltre a ciò il programma include i punti formali e legali del certificato di salario, le istruzioni per l’allestimento del modulo ufficiale ed esercitazioni pratiche.

Il corso si svolge presso la Cc-Ti, nella Sala dott. G. Papa, al 6° piano, in Corso Elvezia 16 a Lugano, e si rivolge a tutte le persone che si occupano di risorse umane: collaboratrici e collaboratori dell’ufficio HR, responsabili HR di piccole, medie e grandi aziende, consulenti di selezione, imprenditori, dirigenti.

Perché iscriversi e frequentare questo corso?

La forma snella e pratica dei corsi di breve durata della Cc-Ti permette di integrare le conoscenze teoriche con un’esercitazione pratica. L’intelligente pianificazione ad inizio anno, consente ai partecipanti di rinfrescare le conoscenze sulla compilazione di un certificato di salario in tempo utile, secondo le consuetudini del mondo del lavoro.

Con la propria interessante ed accattivante offerta formativa la Cc-Ti è sempre sul pezzo.
Iscrivetevi direttamente online a questo corso attraverso questo link diretto
.
Siamo sempre a vostra disposizione per informazioni supplementari: Tel. +41 91 911 51 18,
corsi@cc-ti.ch

Gli “Statements on Origin” rimpiazzeranno i certificati d’origine Form. A

Nell’ambito dell’origine delle merci vi sono importanti novità all’orizzonte: il 1° gennaio 2017 verrà infatti introdotto il sistema REX (Registered Exporter), che sostituisce i “Certificati d’origine Form. A”, le prove documentali oggi utilizzate al momento dell’entrata in Svizzera per beneficiare dei vantaggi legati alle preferenze doganali a favore dei Paesi in sviluppo (PSV), con le cosiddette “dichiarazioni d’origine” (Statements on Origin [SoO]). Come sottolinea l’Amministrazione federale delle Dogane (AFD) in una recente comunicazione agli operatori economici, se i CO Modulo A devono essere vidimati dalle autorità del Paese esportatore, gli SoO REX saranno emessi autonomamente dall’esportatore che dovrà però prima farsi registrare presso l’autorità competente nel proprio Paese. I relativi dati verranno in seguito messi a disposizione delle amministrazioni e degli operatori economici dell’Unione Europea (UE), della Norvegia e della Svizzera.

Nella Circolare dell’AFD n. 705/2016 – che riprendiamo qui di seguito – vengono sottolineate altre conseguenze dell’introduzione del sistema REX. Innanzitutto, ai PVS viene concesso un termine sino al 31.12.2018 per aderire al sistema REX e, dalla loro adesione, un periodo transitorio di 18 mesi durante il quale potranno allestire sia i CO Modulo A sia gli SoO. A partire dal 1.7.2020 potranno essere utilizzati esclusivamente gli Statements on Origin. L’AFD pubblicherà una lista contenente la data d’annessione al sistema REX di ogni Paese e il tipo di prova d’origine valida.

A partire dal 1.1.2017, le ditte che riesportano merci originarie di PVS dalla Svizzera verso l’UE o la Norvegia, allestendo Moduli A sostitutivi, dovranno farsi registrare in Svizzera quali esportatori autorizzati (REX). Ciò permetterà loro di trasmettere il carattere originario della merce tramite l’allestimento di SoO. La registrazione è possibile già dal 1.12.2016. L’AFD pubblica le informazioni e i formulari necessari nel suo portale internet (www.dogana.ch). In Svizzera non sono previsti periodi di transizione. Anche le imprese di spedizione e di logistica svizzere possono registrarsi come REX e, a mano delle relative deleghe, eseguire delle riesportazioni per conto di ditte estere o indigene. Per procedere in tal senso devono disporre delle prove dell’origine precedenti.

Lo stesso vale per le ditte riesportatrici dell’UE e della Norvegia. L’UE, però, concederà ai suoi riesportatori un periodo di transizione di un anno. Durante questo periodo nell’UE si potranno utilizzare sia CO Moduli A sostitutivi sia SoO.

Per le forniture dalla Svizzera verso un PVS di merci destinate ad essere lavorate e in seguito riesportate in Svizzera, in Norvegia o nell’UE quali prodotti originari del PVS, al posto dei Certificati di circolazione delle merci (CCM) EUR 1 o delle dichiarazioni d’origine su fattura attualmente utilizzati, in futuro dovranno pure essere allestiti dei SoO. A partire dal 1.1.2017, anche i fornitori che spediscono verso i PVS prodotti che servono per la produzione di prodotti originari, sono obbligati a rilasciare SoO. Se le merci originarie contenute nell’invio hanno un valore superiore a CHF 10’300, l’esportatore svizzero deve registrarsi quale REX sulla pagina internet dell’AFD.

In definitiva, con l’entrata in vigore del sistema REX si assisterà a una maggiore responsabilizzazione degli operatori economici che, nella fase di esportazione, dovranno autocertificare l’origine delle merci conservando tutta la documentazione giustificativa. Ciò comporterà parallelamente una sempre più necessaria e approfondita conoscenza della tematica dell’origine delle merci; aspetto, questo, da non sottovalutare per evitare imprecisioni nella pratica di tutti i giorni e, soprattutto, per non incorrere in sanzioni.

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia, responsabile Servizio Export Cc-Ti

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Tra il dire e il fare c’è di mezzo… OpenLab Group!

È dimostrato che un’esperienza vissuta insieme ha un impatto forte e rileva molto più delle logiche di un gruppo che il solo scambio verbale in aula.

Sul team building esistono vari approcci formativi e didattici: lezioni teoriche frontali, esercitazioni, esperienze comuni nell’ambito, ad esempio, di un corso di cucina, sport, avventure estreme, ecc.. È dimostrato che un’esperienza vissuta insieme ha un impatto forte e rileva molto più delle logiche di un gruppo che il solo scambio verbale in aula. Ovviamente ogni team ha una sua storia e un suo percorso di vita che sovente ne determina il successo, e soprattutto, ne influenza le dinamiche interne. Poter replicare tali dinamiche, in modo spontaneo in un ambiente protetto e diverso da quello quotidiano, permette di riflettere sul proprio agire, e con il giusto accompagnamento, elaborare misure per evitare stress, incomprensioni e conflitti fra i membri.
L’esperienza pratica e di apprendimento proposta da OpenLab Group permette di individuare azioni e misure che possono contribuire a rendere l’operato del team efficiente ed efficace.

Quali sono gli obiettivi del corso creato dalla Cc-Ti con OpenLab Group?

  • Attraverso l’esperienza pratica, vi è la possibilità di vivere e in seguito riflettere sulle dinamiche presenti all’interno del proprio team
  • Conoscere ed analizzare il proprio team per poterne evidenziare i punti di forza e le aree di miglioramento
    • Individuare la fase di vita del team e misure concrete per raggiungere una fase di “performing”, mantenerla costantemente, sapendone individuare celermente le difficoltà, agendo efficacemente per superarle

I contenuti

  • Attività pratica guidata ed osservata in “laboratorio”: la mattina i partecipanti costruiscono nella sede di OpenLab Group un oggetto. I dipendenti della Cc-Ti, ad esempio, hanno testato il corso assemblando una stampante 3D, un orologio a pendolo in legno e una radio FM
  • Il pomeriggio: riflessione guidata sulle dinamiche del proprio team in ambiente “extra muros”
  • Team di successo: quali caratteristiche da mettere in pratica e misure concrete per raggiungere la fase di “performing”

Qual è il valore della collaborazione con OpenLab Group (www.openlabgroup.com)? Un makerspace è il luogo ideale per dar vita alle proprie idee e progetti tramite macchinari professionali messi a disposizione per tutti. Con oltre 800 m2 di spazio a disposizione, OpenLab Group Lamone è suddiviso in 5 laboratori tematici: legno, metallo, tecnologie, meccanica e cucito.

Come detto la Cc-Ti ha seguito il corso proposto con successo. È stato possibile individuare i punti forti della collaborazione interna e anche focalizzare difficoltà e possibili rischi osservando l’atteggiamento e la maturità dei partecipanti.

L’iniziativa si inserisce in un programma 2016 molto intenso di proposte interne per promuovere l’identificazione con la propria struttura e la positività, anche in considerazione delle difficili sfide economiche, politiche e sociali con cui è confrontata da anni la Cc-Ti. Le misure e iniziative continueranno anche nel 2017, anno del 100° per la Cc-Ti.

Il corso viene proposto anche alle associazioni ed aziende affiliate. Particolarmente innovativa potrebbe essere la creazione di team composti da aziende e fornitori, azienda e propri clienti per migliorare la collaborazione e per ottimizzare le relazione tra partner.

Per maggiori informazioni:
Roberto Klaus, Direttore SSIB Ticino, Tel. +41 91 911 91 19, klaus@cc-ti.ch

Il Cantone dei paletti

L’opinione di Franco Ambrosetti, Presidente onorario Cc-Ti

“Mettere paletti alla libertà economica rende difficile fare azienda. L’imprenditore si rende conto di operare in un Cantone con livelli di fiscalità punitivi, tra i più alti in Svizzera dove pure la libera scelta dei collaboratori viene limitata, costretto a pagare tasse inique sui posteggi e subire molte vessazioni burocratiche: come dire apertamente, ragazzi andatevene, non siete graditi.”

 

Ho lasciato passare un anno prima di riprendere in mano la penna. Non che sperassi di assistere a grandi cambiamenti assai poco probabili in così poco tempo. Ma almeno l’apparire di qualche timido segnale, un barlume di risveglio a indicare una limitata, cauta, volontà di considerare le problematiche del mondo economico denunciate in modo forte e chiaro all’ultima Assemblea della Cc-Ti, questo sì. Invece è avvenuto il contrario. La libertà d’impresa è sempre più ostacolata da nuove regole, leggi coercitive, limitazioni burocratiche, ordinamenti che rendono il lavoro sempre più oneroso, più costoso e in netto contrasto con gli articoli 27 e 5a (sussidiarietà) della Costituzione federale ma soprattutto con lo spirito liberale che ne contraddistingue il preambolo.

Dal profilo politico sembra un maldestro tentativo verso forme d’indipendenza separatista con il rifiuto di regole condivise divenute ormai un cappio al collo del Ticino. L’origine di tale atteggiamento è chiara, appartiene alla subcultura populista che si esprime con “Berna non ci capisce” o “qui da noi la situazione è diversa”. In realtà la situazione diversa lo è, ma per ragioni opposte.

Prendiamo un esempio a tutti ben noto. La RSI. Siamo l’unico Cantone che riceve ogni anno centinaia di milioni dalla Confederazione che ci permettono di mantenere una struttura con oltre 1’000 dipendenti, cui si aggiunge l’indotto. Vero è pure che non siamo solo Cantone bensì una Regione che rappresenta il 6% della popolazione svizzera. Tuttavia il flusso di milioni che riceviamo va molto oltre all’importanza numerica che rappresentiamo. Si chiamano solidarietà e coesione interna, due valori irrinunciabili della nostra democrazia liberale, artefici del suo successo nel tempo e segno di rispetto verso una minoranza reputata importante.

Forse il senso di gratitudine nei confronti della Confederazione non è più di moda. Però mi pare azzardato ricambiare con sonori ceffoni come l’introduzione di misure legislative giuridicamente discutibili tipo l’albo delle aziende non ticinesi oppure la geniale pensata di sapore discriminante “prima i nostri” che in realtà vorrebbe dire “fuori gli altri”.

Questi paletti, introdotti per motivi di ordine esclusivamente politico, sono ridicoli, cozzano contro le leggi federali, creano confusione sulla certezza del diritto delegittimando, di fatto, parte dell’attività politica cantonale. Se aggiungiamo il velleitario tentativo di ridurre il traffico ormai ingestibile con la tassa sui posteggi, allora la discussione politica raggiunge livelli metafisici perché sarebbe come tassare la forza di gravità per ridurne l’effetto sulle cadute in bicicletta.

In democrazia si può discutere di tutto. Capisco che queste mie affermazioni siano contestabili a dipendenza del credo che si professa.

Meno discutibili invece sono gli effetti economici di tali misure. Mentre sul fronte della fiscalità per ora di là dalle buone intenzioni non ho ancora visto risultati anche per le numerose insidie politiche che i responsabili devono affrontare, noto con apprensione il costante degrado delle condizioni quadro generali del Cantone, oggi peggiori di quanto lo fossero una decina di anni fa.

Mettere paletti alla libertà economica rende difficile fare azienda. L’imprenditore si rende conto di operare in un Cantone con livelli di fiscalità punitivi, tra i più alti in Svizzera dove pure la libera scelta dei collaboratori viene limitata, costretto a pagare tasse inique sui posteggi e subire molte vessazioni burocratiche: come dire apertamente, ragazzi andatevene, non siete graditi.

Caricare le imprese di costi aggiuntivi e limitare la libertà di azione non è saggio. Anche se il Ticino ha tenuto meglio di altre regioni europee durante la crisi pesantissima che perdura tutt’ora, alla lunga l’erosione delle condizioni quadro colpisce la crescita, motore principale della socialità redistributiva. Non ci bastavano la sinistra nostalgica e le sue iniziative a favore di pianificazione e collettivismo in cui nemmeno la Cina comunista crede più? C’era bisogno del populismo per imporre costose interferenze stataliste che penalizzano le aziende? Margareth Thatcher diceva che “il socialismo finisce quando terminano i soldi”. Vale anche per il populismo. Per chi è duro d’orecchio significa che la redistribuzione dei redditi termina quando le aziende produttrici di ricchezza, se ne vanno altrove.

Voilà. Mi sono tolto un peso. Se ho dimenticato di insultare qualcuno come diceva Schubert, me ne scuso.

A tutta… FOSTRA

Fabio Regazzi, Consigliere Nazionale e Presidente AITI

Intervista pubblicata su “Touring” nr. 11 – 2016, rivista del TCS

Finalmente anche la strada avrà il suo Fondo per le infrastrutture! Sappiamo che per completare, ammodernare e mantenere la rete stradale occorrono importanti e duraturi finanziamenti. Con il FOSTRA, il Consiglio federale e il Parlamento hanno creato un fondo a tempo indeterminato in grado di garantire sufficienti finanziamenti per le strade nazionali e i progetti infrastrutturali negli agglomerati. Il relativo decreto federale verrà votato nel febbraio 2017.

Il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato verrà ancorato nella Costituzione. In questo modo, strade e ferrovie avranno il medesimo trattamento giuridico e termineranno così i sempre discussi finanziamenti trasversali molto indigesti agli automobilisti.

Questo nuovo fondo sostituisce il fondo per le infrastrutture esistente ed è finalizzato al completamento della rete delle strade nazionali, all’eliminazione dei problemi di capacità e all’attuazione di progetti viari d’agglomerato. FOSTRA finanzierà anche l’esercizio e la manutenzione della rete stradale.

 Il fondo FOSTRA apporterà più risorse al settore stradale con le entrate della vignetta autostradale, il supplemento fiscale sugli oli minerali, compreso il leggero aumento previsto con il rialzo dei prezzi dei carburanti e i proventi dell’imposta sugli autoveicoli, che oggi confluiscono invece nella cassa della Confederazione. In più anche le auto elettriche saranno chiamate a pagare un forfait dal 2020. Il fondo arriverà a riequilibrare le finanze, creare delle riserve e nel caso di rinvio di un progetto per forza maggiore, sarà possibile riportare il relativo finanziamento all’esercizio successivo.

Il Consigliere Nazionale Fabio Regazzi s’è impegnato in particolar modo nei lavori parlamentari per raggiungere il massimo consenso su FOSTRA e nell’appianare le divergenze sorte fra le due Camere. A lui rivolgiamo alcune domande.

Il Parlamento ha votato nella sessione autunnale la nuova Legge per la creazione del Fondo per le strade FOSTRA, che congiuntamente al programma di sviluppo strategico PROSTRA, assicurerà l’avvenire della rete stradale svizzera e del traffico nelle agglomerazioni. Come valuta il risultato finale ottenuto dopo l’appianamento delle divergenze che ci sono state con il Consiglio agli Stati?

“Personalmente valuto positivamente il risultato ottenuto, frutto di una lunga e laboriosa ricerca di compromesso fra le diverse sensibilità presenti in Parlamento. Nella sua versione finale il FOSTRA, approvato con un ampio sostegno dalle Camere federali, costituisce indubbiamente una pietra miliare per quanto riguarda il finanziamento delle infrastrutture stradali, tema rimasto per alcuni decenni nei cassetti durante l’era Leuenberger. La Consigliera federale Leuthard ha avuto il merito di affrontare con decisione questo dossier e di portare in Parlamento un progetto di legge, che è poi stato ulteriormente affinato e migliorato nei vari passaggi fra le due Camere. Come relatore su questo messaggio posso senz’altro dirmi soddisfatto dell’esito finale, anche se inevitabilmente abbiamo dovuto fare qualche concessione”.

Da anni le associazioni che si occupano di mobilità reclamavano questo Fondo, soprattutto per avere dei finanziamenti sicuri e far chiarezza sulla destinazione dei soldi incassati dagli automobilisti. Con FOSTRA si raggiungeranno questi obiettivi?

“Con il FOSTRA disponiamo ora di uno strumento che, al pari di quanto abbiamo fatto per la ferrovia con il FAIF, rappresenta una solida base di finanziamento delle infrastrutture stradali e dei progetti di agglomerato, assicurando nel contempo una maggiore trasparenza circa la destinazione dei fondi. Rispetto alla situazione vigente abbiamo quindi fatto progressi significativi visto che da un lato avremo maggiori mezzi finanziari a disposizione (in totale 2.5 miliardi di franchi dal 2018 che saliranno a 3 miliardi dal 2021) e dall’altro il finanziamento sarà garantito sul lungo termine, consentendo in tal modo una migliore pianificazione degli investimenti”.

Il Fondo prevede un leggero rialzo del prezzo dei carburanti (4 cts/l) per bilanciare la diminuzione in atto a causa dei minori consumi. Sappiamo che l’aumento potrà dar fastidio a molti. Secondo lei ciò sopportabile per gli automobilisti?

“Questa è ovviamente la misura più indigesta del pacchetto FOSTRA. Ricordiamo innanzitutto che il Consiglio federale nel messaggio aveva proposto un aumento di 6 cts/l, che il Parlamento ha poi ridotto portandolo a 4 cts/l, ciò che corrisponde ad un introito annuo di circa 200 mio di franchi. Ritengo che a fronte dei benefici che sono stati ottenuti, si tratta di un sacrificio sopportabile per gli automobilisti, tanto più che i proventi di questo aumento andranno integralmente a favore del FOSTRA e non alimenteranno quindi le casse generali della Confederazione”.

 I problemi viari del Canton Ticino sono ben conosciuti. Il Fondo FOSTRA permetterà anche di pianificare meglio gli interventi sul territorio e sicuramente il Ticino ne beneficerà. Quali saranno le opere in predicato per essere finanziate tramite il Fondo?

“Altro aspetto importante del FOSTRA è stata l’inclusione di circa 400 km di strade cantonali nella rete delle strade nazionali, che dal 2020 passeranno di proprietà alla Confederazione. Per quanto riguarda il Ticino le tratte in questione sono la Stabio-Gaggiolo e soprattutto il collegamento A2-A13, di cui molto si è discusso. Grazie al FOSTRA sono quindi state gettate le basi per poter finalmente realizzare questo importante collegamento stradale atteso da decenni dal locarnese. Non bisogna tuttavia farsi illusioni: i tempi saranno ancora piuttosto lunghi e bisognerà battersi a Berna affinché il progetto venga approvato dalle autorità federali, senza dimenticare che saremo in concorrenza con diversi progetti di altri Cantoni. Ulteriore aspetto positivo è che grazie ai fondi per gli agglomerati ci sono i presupposti per ottenere un importante finanziamento per il progetto di tram del luganese”.

Popolo e Cantoni dovranno dare il loro consenso alla modifica costituzionale in votazione popolare prevista nel febbraio 2017, come già fatto per il Fondo ferroviario. La maggioranza spera in un risultato positivo. Dopo l’impegnativo lavoro svolto a livello di Commissione e di Consiglio nazionale, cosi si sente di dire agli automobilisti ticinesi?

“Posso confermare che a livello di commissione e di Parlamento è stato fatto un lavoro molto intenso, non sempre facile, di ricerca del compromesso. Sono convinto che il risultato ottenuto sia complessivamente valido per i motivi che ho cercato di riassumere in precedenza. Visto che si tratta di una modifica costituzionale, sarà comunque il popolo a doversi esprimere. Personalmente sono fiducioso che il FOSTRA troverà un ampio consenso nella popolazione. Il mio appello non lo rivolgo solo agli automobilisti, ma a tutte le cittadine e i cittadini ticinesi dicendo loro che con il FOSTRA abbiamo la possibilità di assicurare per il futuro infrastrutture stradali sicure ed efficienti. Non cogliere questa opportunità sarebbe un errore clamoroso che ci riporterebbe alla casella di partenza: li invito quindi già sin d’ora a sostenere con convinzione questo importante pacchetto di misure”.

Vi ricordiamo che la Cc-Ti è da sempre attenta al tema delle infrastrutture e a quello correlato della mobilità, che è un suo tema prioritario. Durante il 2016 abbiamo trattato la questione in ampio modo e continueremo a farlo, qui di seguito alcuni articoli correlati che potrebbero interessarvi:

Scoprite tutte le argomentazioni del “SÌ al Fostra” visitando il sito della campagna o seguendola tramite Facebook.

FOSTRA, nell’interesse di una mobilità integrata

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

“Puntare acriticamente e per posizione ideologica solo su uno dei vettori è un errore commesso spesso in passato e che oggi non possiamo più permetterci.”

Ieri il Consiglio federale ha lanciato la campagna a sostegno del Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA), che sarà in votazione a livello federale il 12 febbraio 2017. Una votazione che rischia di passare in sordina perché schiacciata da quella concomitante e che si annuncia più virulenta sulla Riforma III dell’imposizione fiscale delle imprese. Ma sarebbe sbagliato trascurare questa importante consultazione popolare che getta le basi per un finanziamento solido e per una pianificazione strategica del traffico stradale, che, piaccia o no, resta comunque il principale vettore di trasporto.

La creazione del FOSTRA fa il paio con il fondo per il finanziamento e l’ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria (FAIF), accettato in votazione popolare nel 2014. E’ bene ricordare a questo proposito che il mondo economico ha sostenuto con decisione la creazione del FAIF, per questioni di trasparenza del finanziamento per le casse pubbliche e per reale convinzione che oggi più che mai è necessario ragionare in termini di complementarietà dei mezzi di trasporto, perché tutti hanno la loro funzione e sono necessari allo sviluppo economico del paese. E’ per fortuna finito il periodo di contrapposizione fra ferrovia e strada e la politica federale ha imboccato con decisione la via di tale complementarietà, importante per la pianificazione di trasporti, per l’attribuzione equilibrata delle risorse e per la soluzione effettiva dei problemi di mobilità. Puntare acriticamente e per posizione ideologica solo su uno dei vettori è un errore commesso spesso in passato e che oggi non possiamo più permetterci. Le stesse Ferrovie federali svizzere (FFS) hanno del resto incluso nella loro strategia aziendale vari elementi di complementarietà con il trasporto privato, ben coscienti che quello pubblico non può arrivare sempre e ovunque. Sono precisazioni importanti perché smontano sul nascere qualsiasi illazione che il sostegno dell’economia al FOSTRA sia dettata da inconfessabili motivi legati alla fantomatica “lobby della strada”. Anche per l’economia è importante trovare un giusto equilibrio fra il trasporto pubblico e quello privato, perché un paese bloccato non serve a nessuno e reca danni a tutti, nessuno escluso. Attraverso il FOSTRA, si ancora nella Costituzione federale un fondo illimitato nel tempo destinato a intervenire per eliminare le strozzature delle autostrade nazionali e per sostenere programmi che permettano di intervenire sul traffico d’agglomerato. Su questo secondo punto, senza il fondo FOSTRA, non sarebbe più possibile l’azione finanziaria congiunta fra Confederazione, cantoni e comuni per strade di circonvallazione, interventi stradali per i mezzi pubblici, la realizzazione di infrastrutture per pedoni e ciclisti, ecc. Va anche sottolineato che il FOSTRA prevede che dal 2020 circa 400 chilometri di strade cantonali esistenti saranno inglobati dalla Confederazione nella rete delle strade nazionali. Per il Ticino si tratta della Stabio-Gaggiolo e del A2-A13, fondamentale per il Locarnese. Benché gli ostacoli politici siano ancora parecchi, con il FOSTRA si gettano quindi le basi finanziarie per ottenere gli aiuti federali per tali realizzazioni cantonali. Il FOSTRA sarà alimentato con i proventi dell’imposta sugli autoveicoli, dalle tasse sul carburante e dalla vignetta autostradale e una sovratassa sui carburanti, fonte di preoccupazione per taluni, potrà essere prelevata solo se tale aumento sarà considerato indispensabile per progetti ritenuti inderogabili. Vi è quindi la garanzia che non vi saranno prelievi fiscali inutili e un Sì al FOSTRA si impone.

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