Venerdì 16 maggio 2025 davanti a circa 75 persone, nella peculiare cornice de la Sala Carlo Basilico a Balerna presso lo Spazio Polus – decorata con 12 pitture murali dell’artista Carlo Basilico (1895-1966), rappresentanti località di provenienza delle sigaraie situate nel Mendrisiotto – è andato in scena l’evento “Conoscere, conoscersi”, un nuovo format della Cc-Ti.
L’idea è quella di ribaltare la logica classica dell’evento dove sono i relatori che tematizzano gli argomenti, strutturando così l’evento ed il suo progresso. In “Conoscere, conoscersi”, invece, si instaura un dialogo con i partecipanti, dopo i saluti iniziali ed una breve introduzione.
Il dialogo è sempre stato il motore dell’innovazione e della crescita, perché permette di confrontarsi e trovare nuovi stimoli, approfondendo la conoscenza reciproca, ascoltando e monitorando le esigenze delle aziende e le problematiche del territorio.
Sono dunque intervenuti: Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Arianna Cattaneo, Area manager Polo di sviluppo economico del Pian Faloppia; Giovanna Staub, Presidente CdA Polus SA e Luca Pagani, Sindaco di Balerna.
È stato posto l’accento sulla vita imprenditoriale e sul sostegno da parte delle associazioni economiche e delle autorità: le attività si declinano in molteplici azioni concrete, a volte svolte in modo non così manifesto per il territorio (lobbying, ad esempio) e sulla forza della rete per restare competitivi, attrarre nuovi talenti e favorire l’insediamento delle aziende. La collaborazione fra pubblico e privato è imprescindibile.
Si è parlato della necessità di adattare, in un contesto macroeconomico come quello attuale, il modello di business alle costanti e volatili evoluzioni dei mercati, mantenendo ferma l’identità e i valori del territorio quali atout di successo.
Suggestivo anche il luogo dove si è tenuto l’evento, che è stato scenario, in passato, di un forte impulso economico alla regione con il settore del tabacco nel XIX e XX secolo.
Giovanna Staub, Luca Pagani, Arianna Cattaneo e Luca Albertoni
Oltre settanta imprenditori hanno partecipato il 13 maggio 2025 al Centro Studi Villa Negroni di Vezia all’evento promosso dalla Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino (Cc-Ti). Organizzato in collaborazione con Cippà Trasporti SA, M. Zardi & Co. SA e Stelva Group, l’incontro ha puntato i riflettori sull’Arabia Saudita, un Paese che sta vivendo una trasformazione profonda e strategica.
Spinta dal programma strategico Vision 2030, volto a diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dal petrolio, la monarchia del Golfo sta aprendo le porte agli investitori internazionali. Una dinamica che non lascia indifferenti le aziende ticinesi, sempre più interessate alle opportunità offerte dal mercato saudita, ma anche consapevoli delle complessità normative e logistiche che comporta operare in un contesto in rapido cambiamento.
A inaugurare i lavori è stata Monica Zurfluh, responsabile del servizio Commercio internazionale della Cc-Ti, seguita dall’intervento dell’avv. Gianvirglio Cugini, fondatore e titolare di Stelva Group. Cugini ha offerto una panoramica concreta su come avviare un’attività in Arabia Saudita, illustrando le procedure per ottenere una licenza, registrare un’azienda e aprire un conto bancario locale. Ha evidenziato inoltre la possibilità per gli investitori esteri di detenere fino al 100% del capitale in numerosi settori, sottolineando l’importanza di affidarsi a professionisti esperti per affrontare al meglio il quadro normativo e culturale. Il suo intervento è stato arricchito dalla testimonianza diretta di Sergio La Ruffa, imprenditore attivo nel Paese.
A seguire, la dott.ssa Arianna Bonaldo, avvocato, dottore commercialista e TEP presso Stelva Group, che ha presentato gli incentivi fiscali sauditi: assenza di imposta sul reddito delle persone fisiche, tassazione societaria al 20%, e generose agevolazioni nelle Zone Economiche Speciali, nei Regional Headquarters (RHQ) e nella Zona Logistica Integrata (SILZ). Un’attenzione è stata dedicata ai progetti industriali qualificati, che possono usufruire di contributi fino al 35% dell’investimento iniziale. La relatrice ha inoltre sottolineato l’importanza di garantire la conformità fiscale, la presenza di sostanza economica reale e l’uso corretto dei trattati internazionali per evitare la doppia imposizione, favorendo così una pianificazione finanziaria efficace e sicura.
Il tema della proprietà intellettuale è stato affrontato dal dott. Paolo Gerli, mandatario brevettuale europeo ed esperto in contenzioso, presso lo studio M. Zardi & Co. SA, che ha tracciato l’evoluzione del sistema saudita di tutela della proprietà industriale. Pur con alcune lacune – come l’assenza dell’adesione all’Accordo di Madrid – il Paese mostra un crescente allineamento agli standard internazionali e un impegno concreto nella lotta alla contraffazione.
Spazio infine alla logistica, con l’intervento dei rappresentanti di Cippà Trasporti SA, moderato dal consulente logistico Gaetano Loprieno. Il focus si è concentrato sull’ambizione saudita di diventare un hub logistico di riferimento per l’Africa e il subcontinente indiano, anche grazie allo sviluppo di infrastrutture in zone franche. Roberto Speroni, buyer dell’azienda di trasporti e referente presso l’Africa Logistics Network, e, in diretta da Jeddah, il corrispondente Artemio Bianchi hanno illustrato le principali rotte marittime e ferroviarie, in particolare quelle da Genova verso Jeddah e Dammam, e spiegato le implicazioni dell’accordo di libero scambio tra l’AELS e il Consiglio di Cooperazione del Golfo, come la riduzione dei dazi doganali e procedure agevolate grazie all’origine preferenziale delle merci. Tra gli altri temi trattati: l’obbligo della certificazione SABER per l’import saudita e la scelta dei termini di resa, con un confronto tra EXW, CFR e DAP.
L’incontro ha fornito strumenti pratici e spunti di riflessione ai numerosi imprenditori presenti, offrendo una panoramica concreta su come affrontare con consapevolezza uno dei mercati più dinamici e in evoluzione a livello internazionale.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/05/ART25-Arabia-Saudita-resoconto.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-05-16 09:24:452025-05-16 11:40:42Arabia Saudita: sempre più attrattiva per le imprese ticinesi
Intervista con Igor Pesciallo, Direttore Pesciallo Edilizia Cimiteriale SA
Prosegue il viaggio nelle voci dei corsisti che stanno frequentando il corso “Specialista della gestione PMI”.
Quali sono gli obiettivi che si è posto all’inizio del corso?
L’obiettivo principale era la pianificazione adeguata della successione aziendale per poter permettere una corretta gestione una volta acquisita l’azienda di famiglia. Vi sono altri obiettivi più personali che mi ero prefissato e riguardavano l’approfondimento della gestione aziendale, sia dal punto di vista burocratico-amministrativo che operativo. La questione che ritengo più importante è la corretta distribuzione del carico di lavoro, al fine di ottimizzare al meglio le risorse e garantire a me e ai miei collaboratori un sano equilibrio tra vita professionale e privata. A tal proposito, il modulo di ’organizzazione’ è stato particolarmente utile per apprendere la creazione di flussi di lavoro efficaci e la delega mirata dei compiti. Un altro obiettivo fondamentale era acquisire conoscenze aggiornate in linea con le attuali esigenze della gestione aziendale, così da poter introdurre soluzioni innovative all’interno del team.
Quale/i materia/e l’hanno maggiormente appassionata? Quale l’esperienza formativa maturata finora?
La materia che mi ha appassionato di più è stata la gestione generale d’impresa. Non essendo particolarmente incline allo studio mnemonico, ho trovato questa disciplina più accessibile perché tratta tematiche legate al contesto politico ed economico che ci circonda. Comprendere il funzionamento di determinati meccanismi mi ha permesso, ad esempio, di leggere con una prospettiva diversa alcuni articoli di giornale che in passato non avrei considerato interessanti. Questo, a sua volta, mi ha dato nuovi spunti e idee utili per sviluppare soluzioni innovative in azienda.
In che modo ha conciliato l’attività professionale con lo studio?
Fortunatamente ho potuto ricavarmi dei momenti durante l’orario lavorativo per potermi preparare agli esami, ma chiaramente la sera a casa, e i week end soprattutto nelle settimane prima degli esami vanno sacrificati per lo studio.
Giovedì 27 marzo 2025, presso Lo Scudo di Stabio, si è svolto un appuntamento dedicato alla sostenibilità aziendale e alla responsabilità sociale d’impresa.
L’incontro ha rappresentato un’opportunità preziosa per approfondire il tema, esplorare strumenti concreti e conoscere esempi di successo che stanno già producendo risultati significativi.
Dopo i saluti introduttivi del sindaco di Stabio, Simone Castelletti, e del capodicastero della Città dell’energia, Cihan Aydemir, la mattinata è iniziata con un intervento di Jenny Assi, Responsabile scientifico CSR presso AITI e docente ricercatrice senior alla SUPSI. Il suo intervento si è concentrato sul contesto normativo europeo e svizzero in materia di sostenibilità e sugli scenari per le PMI.
Successivamente, Sergio Trabattoni, CSR Manager della Camera di Commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), ha illustrato i benefici del rapporto di sostenibilità semplificato, uno strumento pratico ed economico per le PMI, promosso in collaborazione con SUPSI, Banca Stato e il Dipartimento delle Finanze e dell’Economia del Cantone Ticino (DFE). L’intervento ha offerto anche una panoramica sulla dichiarazione di conformità, riconosciuta dall’Autorità Cantonale (TI) come documento CSR valido in occasione di concorsi per appalti pubblici, nonché per l’ottenimento del livello II di Swisstainable.
La prima parte della mattinata si è conclusa con la presentazione di Nicola Giambonini, Responsabile CSR di AITI, che ha illustrato gli strumenti pratici a disposizione delle aziende, con particolare attenzione alla piattaforma AITI 4Welfare.
Dopo una breve pausa, i lavori sono ripresi con una serie di interventi focalizzati sugli strumenti e su esempi concreti di successo nell’ambito della sostenibilità aziendale.
Felicia Lamanuzzi, architetto di Stabio, ha sottolineato l’importanza degli spazi verdi negli ambienti di lavoro. Grazie a progetti di urbanismo tattico come “Vivai Diffusi”, lo Studio Lamanuzzi promuove la valorizzazione della natura negli spazi urbani per migliorare la qualità della vita.
A seguire, Valentina Tomasello, ingegnere ambientale presso EnerimpulSE SA, ha presentato il caso dell’azienda Assos, una realtà ticinese che ha implementato una strategia energetica integrata grazie alle analisi Peik e Reffnet, ottenendo risultati notevoli.
L’incontro si è concluso con l’intervento di Silvio Giacomini, collaboratore dell’associazione Ticino Energia, che ha illustrato i vantaggi per le aziende che intraprendono un percorso di sostenibilità, nonché gli incentivi e le consulenze disponibili per supportare questa transizione.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/04/ART25-Evento-CSR-Stabio-27.03.25.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-04-03 08:00:002025-04-04 14:39:41Sostenibilità e Responsabilità: un impegno concreto per le aziende
Un appuntamento annuale per ripercorrere il reinserimento di figure professionali con difficoltà di salute che, insieme alle imprese, hanno ricostruito con impegno e successo la propria vita professionale.
Un connubio virtuoso tra azienda e collaboratore, raccontato in questo evento attraverso testimonianze dirette e filmati, a dimostrazione di un percorso gratificante e condiviso.
L’iniziativa ha evidenziato come l’impegno congiunto di tutti gli attori coinvolti – persona, famiglia, azienda, economia e istituzioni – possa generare risultati positivi per l’intera comunità.
L’evento si è svolto martedì 1° aprile 2025 presso lo Spazio Aperto di Bellinzona e ha visto la partecipazione dei Consiglieri di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, e Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia.
Sono inoltre intervenuti Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti, e Monica Maestri, Capoufficio AI.
Giovedì 27.02.2025 il direttore della Cc-Ti Luca Albertoni ha incontrato l’Ambasciatore indonesiano in Svizzera Ngurah Swajaya, in visita di cortesia in Ticino. L’incontro si è tenuto a Bellinzona presso MSpace, uno spazio di lavoro condiviso creato dal gruppo Multi e di cui la Cc-Ti è partner.
L’incontro, organizzato dal Presidente del Gran Consiglio Michele Guerra e a cui ha partecipato anche una delegazione di rappresentanti del mondo economico e accademico ticinese, si è svolto in un clima di grande cordialità ed è stato l’occasione per un proficuo approfondimento su temi di interesse comune, tra cui le opportunità offerte dall’accordo di partenariato economico globale (CEPA) in vigore dal 1° novembre 2021 e dall’accordo di promozione e protezione degli investimenti in vigore dal 1° agosto 2024.
L’Indonesia, lo ricordiamo, è la più grande economia del Sud-est asiatico nonché una delle democrazie più vivaci della regione. Secondo le previsioni, entro il 2030 sarà la settima economia più grande del mondo ed entro il 2045 sarà la quinta. Con 276 milioni di abitanti è anche la quarta Nazione più popolosa del mondo.
L’Ambasciatore Swajaya ha evidenziato interessanti opportunità per le nostre aziende nei settori alimentare, MEM, delle scienze della vita e delle rinnovabili.
Abbiamo intervistato Stefano Giordani, che sta frequentando il corso “Specialista della gestione PMI” (che porta all’ottenimento dell’attestato federale), per continuare a dare spazio su queste pagine alle voci ed alle esperienze dei corsisti, raccogliendo preziose testimonianze.
Quali sono i motivi che l’hanno spinta ad iscriversi al corso Specialista della gestione PMI?
Ho deciso di iscrivermi al corso di Specialista della gestione PMI perché volevo approfondire e ampliare le mie conoscenze manageriali per poter gestire al meglio l’azienda di famiglia, in vista della futura successione aziendale. Inoltre, mi piaceva l’idea di accedere ad una formazione che mi permettesse di avere una conoscenza globale su varie tematiche a 360° gradi sul mondo aziendale, tra cui la gestione del personale, la leadership e l’organizzazione, a mio parere aspetti fondamentali e importarti nella gestione di un’impresa.
Come pensa che queste nuove competenze possano concretamente contribuire allo sviluppo della sua azienda?
Le nuove competenze mi permetteranno di essere più performante e preparato nel gestire le differenti situazioni che emergeranno nel mio lavoro. Essendo pronto potrò adottare e implementare soluzioni più innovative e strategiche mirate per ottimizzare i processi aziendali, andando a migliorare l’operatività. Le competenze apprese mi permetteranno anche di analizzare e individuare nuove opportunità di crescita. Inoltre, potrò proporre e attuar nuove idee, strumenti e metodologie che porteranno innovazione nella struttura aziendale, che sarà in grado di adattarsi in modo efficace ai cambiamenti del mercato ticinese e svizzero.
In quale modo la sua carriera beneficerà degli insegnamenti tratti, anche in ottica di una futura, ipotetica, successione aziendale?
Grazie agli insegnamenti acquisiti, potrò consolidare le competenze manageriali necessarie per affrontare in modo efficace le problematiche aziendali, affrontando con maggiore sicurezza le sfide della gestione. In vista di una futura successione,queste conoscenze mi consentiranno di garantire una transizione di successo, preservando la continuità e il valore dell’azienda che la mia famiglia ha costruito con impegno e sacrifici nel corso degli anni.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/02/ART25-scuola-gestione-PMI.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-02-24 08:05:002025-02-24 11:32:28In vista di una successione aziendale
I percorsi formativi sono corsi di formazione costituiti da più moduli interconnessi, che formano un vero e proprio approfondimento su una tematica specifica. Al termine si sostiene un esame finale e, al superamento dello stesso, viene rilasciato un attestato di frequenza Cc-Ti.
La classe “ABC della Leadership”
Percorso ‘ABC della Leadership’
Sul tema Possiamo dire che la leadership riguarda il cambiamento, sia personale che professionale, piccolo o grande. Consiste nel muoversi verso qualcosa che si desidera e nel creare qualcosa che prima non esisteva. Lo stile di leadership di ogni persona è unico e individuale e serve molto tempo, formazione e pratica per sviluppare leader efficaci. Tuttavia, qualsiasi percorso di crescita parte sempre dallo stesso punto: “facendo il primo passo”. L’obiettivo di questa formazione è quello di prendere consapevolezza del proprio ruolo all’interno dell’organizzazione e porre le basi per migliorare la comunicazione interna, la gestione del feed-back, il processo di delega, la mediazione dei conflitti e termina con l‘approccio del coaching applicato dal Leader per far crescere il proprio team.
I diplomati Si è concluso con l’esame finale il quarto ciclo del percorso formativo “ABC della Leadership”. Complimenti a: Monica Aliprandi (Città di Lugano), Gian Luca Casella (ATTE), Samuele Ceratti (Il Centro SA), Caterina Clerici (Guess Europe Sagl), Gianluca De Stefani (Città di Mendrisio), Gianmaria Fieni (Schindler SA), Alessio Fusco (Fusco Express Sagl), Davide Longatti (Flarer SA), Dario Medunic (Pro Senectute Ticino e Moesano), Jessica Negri (Guess Europe Sagl), Prisca Orler (Città di Lugano), Gabriele Pizzino (European Academy of Dermatology and Venereology), Paola Rappoccio (Guess Europe Sagl), Aron Rossetto (Diamond SA), Roberto Sabatini (Il Centro SA), Alessandro Spinelli (Gruppo Ospedaliero Moncucco), Andrea Todeschini (European Academy of Dermatology and Venereolgy), Viktor Trendafilov (European Academy of Dermatology and Venereolgy), Davide Tronconi (Intensiv SA), Alessia Volonté (Rhenus Gottardo Ruffoni SA). Complimenti a tutti!
Il prossimo ciclo prenderà avvio il 13 marzo 2025.
La classe “ABC della Leadership ADVANCED”
Percorso ‘ABC della Leadership ADVANCED’
Sul tema Il percorso corso ‘ABC della leadership ADVANCED’ è progettato per esplorare approcci avanzati nella gestione del team, acquisire strumenti per la presa di decisioni strategiche e sviluppare una leadership autentica che ispira il cambiamento. Il programma offre ai partecipanti una prospettiva innovativa sulla leadership, incoraggiandoli ad esplorare nuovi approcci e strategie che li porteranno a sperimentare nuovi e più efficaci metodi di conduzione. In questo percorso sono trattate tematiche quali il Team Working, la gestione delle riunioni e il Time Management, le strategie per la gestione dell’errore, l’Intelligenza emotiva e la gestione dello stress, il Problem solving e decision making, Change Management & strategic leadership.
I diplomati Si è concluso con l’esame finale il primo ciclo del nuovo percorso formativo “ABC della Leadership ADVANCED”, esclusivamente dedicato a coloro che hanno già seguito il corso base. Complimenti a: Maurizio Arca (Swiss Txt SA), Debora Beeler (Bellinzona e Valli Turismo), Nicola Bertocchi (Guess Europe Sagl), Edoardo Borghetti (Guess Europe Sagl), Simone Buvoli (Spinelli SA), Martina Ciolli (Guess Europe Sagl), Stefania Collari (Fidinam & Partners SA), Giuliano Gasperi (Corriere del Ticino), Nicola Giavi (Policentro Anziani Losone), Massimiliano Gini (SUVA), Vito Grassa (Bieffe Garage SA), Giovanni Guerini (Swiss Txt SA), Olga Kuligina (Guess Europe Sagl), Steven Merani (Magazzini Generali con Punto Franco SA), Andrea Paganoni (Ghioldi SA), Debora Pinna (Humabs BioMed SA), Davide Restelli (Città di Lugano), Valentina Riparbelli (Guess Europe Sagl), Giulio Vismara (Guess Europe Sagl).
Il prossimo ciclo prenderà avvio il 24 settembre 2025.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/02/ART25-Diplomati-ABC-Leadership.png8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-02-24 08:00:002025-02-18 10:31:33Tutti i nostri diplomati
Parlare in pubblico è una situazione molto ansiogena per la maggioranza delle persone, perché ci pone di fronte al giudizio altrui e alla paura di non essere apprezzati
Qualche mese fa ho partecipato a un seminario sulla felicità. Tra i relatori c’erano teste molto illuminate della Harvard University e ricercatori provenienti da tutto il mondo. Alla fine delle due giornate però, mi sono ricordata unicamente di due relatori e dei loro rispettivi discorsi. Sebbene tutti avessero tantissime cose interessanti da raccontare, alla fine la maggior parte di loro è risultata noiosa, autoreferenziale e per nulla empatica verso il pubblico. Un vero peccato, vista la caratura dei personaggi e la ricchezza del mondo che studiano. Ecco, questo è purtroppo quanto accade a tutti noi quando vorremmo comunicare al meglio verso l’esterno, ma non possediamo gli strumenti e le competenze per interessare, intrattenere ed esporre i nostri pensieri in modo efficace.
Oratori si nasce?
Parlare in pubblico è una situazione molto ansiogena per la maggioranza delle persone, perché ci pone di fronte al giudizio altrui e alla paura di non essere apprezzati. Qualcuno potrebbe erroneamente pensare che il Public speaking riguardi soltanto i professionisti che sono chiamati a parlare dinanzi a grandi platee. Nulla di più falso! Tutti noi siamo quotidianamente confrontati con un pubblico: che si tratti di una riunione d’ufficio, di quella dei genitori a scuola oppure della presentazione di un prodotto dinanzi a possibili acquirenti o investitori.
A chi non è mai capitato di avere qualcosa da dire, ma al solo pensiero di prendere la parola, ha iniziato a sentire le mani sudare, il battito cardiaco accelerare, rinunciando quindi a farlo?
Spesso le persone che non possiedono strumenti tecnici, mi raccontano di non vedere l’ora di terminare il loro discorso e di uscire di scena. Sia chiaro, un po’ di ansia prima di salire su un palco è sana, perché ci permette di attingere a tutte le nostre risorse per presentarci al meglio. Però, se non gestita adeguatamente, l’ansia può bloccarci producendo effetti poco utili: voglia di scappare, timore di dimenticare il testo, senso di inadeguatezza, e così via. Ciò impedisce al nostro cervello di lavorare nelle condizioni migliori, impedendoci con molte probabilità di fare una bella figura. Certamente c’è chi è più favorito di altri, perché magari non soffre di timidezza e possiede anche una certa fluidità con le parole. Ciononostante, questo non è sufficiente per strutturare un discorso di successo che sia persuasivo, che riesca a mantenere costante l’attenzione e soprattutto che si faccia ricordare dal pubblico in sala. Con una formazione adeguata, la giusta pratica e un’indispensabile motivazione, chiunque può apprendere questa imprescindibile arte.
“Non avrai una seconda occasione per fare un’ottima prima impressione”
Questa frase di Oscar Wilde ben esprime l’importanza di fare una buona impressione al primo colpo, per instaurare una relazione con il pubblico basata sulla fiducia nei vostri confronti. Naturalmente è fondamentale che il vostro discorso preveda contenuti di qualità, organizzati in modo magistrale per incuriosire e mantenere viva l’attenzione degli ascoltatori. Ma un buon contenuto, veicolato male, non passa. Per questo è importante saper stare su un palco, assumere una postura consona, saper gestire bene il tono della voce per colmare eventuali cali di attenzione, e possedere la capacità di instaurare una relazione sincera con il pubblico.
Ti parlo dal cuore
I bravi oratori sanno parlare con entusiasmo e passione. Ogni loro discorso pone piena attenzione sul pubblico, plasmandolo sulle sue esigenze e sui suoi interessi. Il fulcro sta nel donare qualcosa a chi vi sta ascoltando. Al termine del vostro speech la platea deve portarsi a casa informazioni e conoscenze nuove, sarà appagata e voi vi sentirete così molto soddisfatti.
Se per contro parlate senza sentire profondamente il tema che affrontate, magari riuscirete a eseguire un discorso mediamente buono, ma di certo la platea non si ricorderà di voi. L’arte di saper parlare in pubblico va appresa e declinata alla propria personalità, al contesto in cui ci si muove e al pubblico di riferimento. E successivamente va praticata, per essere affinata e accresciuta.
Un corso sul Public speaking è un regalo che fate a voi stessi, un percorso trasformativo che indipendentemente dalla vostra professione, dal vostro ruolo sociale o dalla vostra formazione, vi donerà strumenti molto utili nella vita quotidiana.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/02/ART25-Parlare-pubblico.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-02-18 08:05:002025-02-17 16:03:59L’arte di saper parlare in pubblico
2024: bene i servizi, difficoltà per alcuni settori industriali
Le tendenze generali dell’economia ticinese ricalcano quelle delle altre regioni svizzere
Nel 2024 i risultati delle aziende ticinesi sono stati in generale soddisfacenti, anche se, rispetto al 2023, vi è stata una flessione dovuta soprattutto alle difficoltà per le aziende del settore industriale, legate al difficile contesto internazionale e in particolare alla forte crisi economica della Germania. Per il 36% delle aziende l’andamento è stato sufficiente (40% nel 2023), per il 34% buono (35% nel 2023) e per il 4% eccellente (2% nel 2023). Il settore dei servizi ha registrato risultati migliori di quello secondario (77% di risultati di segno positivo contro il 67%), in linea con le previsioni espresse a fine 2023. Per il 2025 la tendenza resta sostanzialmente simile, con maggiori difficoltà per le aziende del settore secondario rispetto a quelle del terziario. Si riscontra l’identica tendenza in tutte le altre regioni svizzere.
Malgrado le difficoltà, il livello degli investimenti, parametro fondamentale nell’ottica della competitività delle aziende e del territorio è rimasto complessivamente stabile, confermando i valori fatti registrare nel 2023, con il 46% delle aziende che ha dichiarato di avere effettuato investimenti. Questo benché sia scesa in maniera marcata la percentuale per le aziende del settore secondario (dal 67% al 60%). La media generale rappresenta un consolidamento degli investimenti rispetto agli anni difficili della pandemia, che avviene malgrado un contesto internazionale molto instabile, catene di approvvigionamento più complesse e costose e rincari diffusi (materie prime, energia, ecc.). Resta aperta la questione della costante erosione dei margini, in atto da diversi anni, che al momento non sembra avere però effetti eccessivi. Il buon grado di investimenti, comparato anche a quello delle altre regioni svizzere, costituisce un importante segnale di fiducia verso il territorio.
L’autofinanziamento, altro parametro a cui prestiamo sempre particolare attenzione per comprendere lo stato di salute delle imprese, si è confermato stabile anche per il 2024, con il 34% delle aziende che lo considera buono e il 36% che lo ritiene soddisfacente.
Le previsioni per il 2025, in parte difficili a causa del forte panorama di incertezza internazionale e di diverse iniziative politiche interne che creano notevole insicurezza, sono improntate a una sostanziale stabilità, sebbene prevalga una maggiore prudenza rispetto al passato. Il 71% delle imprese prevede un andamento da sufficiente a buono nel primo semestre del 2024 e leggermente migliore per il secondo semestre. Più preoccupante per contro il dato concernente gli investimenti previsti, con il 39% delle aziende che manifesta tale intenzione, in calo rispetto al 2024 (46%). Anche qui pesano particolarmente le difficoltà di taluni settori industriali.
Come avviene regolarmente da quando vengono effettuati questi rilevamenti, i risultati del 2024 e le attese per il 2025 sono in linea con quanto rilevato negli altri Cantoni.
Analisi dei risultati nello specifico
1. Andamento generale degli affari
L’andamento generale degli affari nel 2024 è risultato di segno tutto sommato positivo, benché, come previsto a fine 2023, leggermente inferiore al passato. Il 74% delle imprese (77% nel 2023) ha valutato in maniera favorevole l’andamento degli affari nello scorso anno (soddisfacente per il 36% delle aziende, buono per il 34%, eccellente per il 4%). Sul fronte delle aziende esportatrici i dati sono, senza sorprese, leggermente inferiori, sebbene restino ancora di buon livello, con il 36% delle aziende che definisce l’andamento soddisfacente e il 28% che lo considera buono e il 3% eccellente (per un complessivo 67%).
La differenza con il settore dei servizi è facilmente spiegabile con le difficoltà nell’ambito delle esportazioni.Difficoltà che fortunatamente non sono generalizzate, ma colpiscono solo taluni settori, in particolare l’industria MEM per la parte metallurgica e metalmeccanica, come sottolineato da Swissmem qualche settimana fa: Industria tecnologica: la crisi continua – Swissmem. Dato che le nostre aziende sono strettamente legate all’esportazione, direttamente o indirettamente attraverso le collaborazioni con altre imprese elvetiche, il risultato deve essere considerato “normale” ed era atteso. In effetti, per questi ambiti industriali, la Germania, in grave difficoltà, rappresenta ancora il primo mercato di esportazione.
Per le previsioni sull’andamento degli affari a breve termine, cioè̀ per i prossimi 6 mesi, le cifre sono sostanzialmente stabili, con il 38% delle aziende che si attende un’evoluzione sufficiente e il 33% che prevede un andamento buono (il 2% prevede un’evoluzione eccellente, in totale quindi abbiamo un 73% di previsioni di tendenza favorevole). Anche qui il settore secondario è più negativo, con “solo” il 64% di attese positive. Chi esporta è tendenzialmente più negativo di chi opera solo sul mercato interno (la differenza, a dipendenza della parte di export della cifra d’affari, varia dai 7 ai 12 punti).
Per il secondo semestre del 2025, le previsioni sono di un’evoluzione soddisfacente per il 41% delle aziende e l’andamento buono si attesta sul 34% (eccellente per il 2%, per un totale del 77%). Anche qui quanto espresso dal settore secondario è inferiore al terziario (71% contro il 79%), anche se le aspettative per il secondo semestre del 2025 risultano essere migliori di quelle del primo semestre.
2.Margine di autofinanziamento delle imprese
I valori del margine di autofinanziamento delle aziende sono sempre osservati con attenzione particolare, trattandosi di un indicatore importante dello stato di salute delle imprese e quindi anche della capacità competitiva del sistema in generale. Il valore è in crescita rispetto al 2023, con il 78% delle imprese che giudica positivamente il margine di autofinanziamento (36% soddisfacente, 34% buono, 8% eccellente). In questo ambito non si osservano differenze marcate fra settore secondario e terziario, né fra aziende di piccole e grandi dimensioni. Il dato è evidentemente importante anche nell’ottica della capacità di investimento.
3. Investimenti
Gli investimenti si confermano in media su livelli stabili, con il 46% delle aziende che segnala investimenti, malgrado la flessione nel settore secondario (60% dopo il 67% del 2023) che tocca le aziende di tutte le dimensioni. Visto quanto detto in precedenza, ossia le difficoltà legate alla situazione internazionale e all’export, non si tratta di una contrazione inattesa.
Per il 2025 queste incertezze pesano parecchio, perché la previsione di investimenti scende al 39% (55% per il settore secondario e 33% per quello terziario). Si tratta di una tendenza riscontrata anche nelle altre regioni ed è figlia, oltre che dell’usuale e comprensibile prudenza, di fattori come un certo rallentamento nel settore delle costruzioni e delle ormai note incertezze che gravano sul settore industriale soprattutto per le tensioni internazionali e anche in parte per la forza del franco.
4. Occupazione e politica salariale
Come emerge anche dalle cifre ufficiali concernenti l’impiego che sono pubblicate a scadenza regolare, resta sostanzialmente alta l’attenzione verso l’occupazione, con il 59% delle aziende che segnala una stabilità dell’effettivo e il 21% che ha riscontrato aumenti. È però aumentata la percentuale di riduzione dell’effettivo, che si attesta al 20% (contro il 12% dello scorso anno), con una non inaspettata incidenza maggiore nel settore secondario (30% di aziende che rileva riduzioni dell’effettivo). Un dato che emerge soprattutto nelle aziende medie e grandi. Spesso si tratta di modifiche di qualche unità, legate anche a chiusure di attività non più richieste dal mercato, oltre alle note difficoltà congiunturali legate al panorama internazionale. Un elemento diverso rispetto al passato è costituito dal fatto che è difficile individuare settori particolari in cui vi sono interventi sull’effettivo del personale, perché la situazione varia molto a dipendenza delle strutture delle singole aziende, per cui è attualmente difficile trarre conclusioni di tendenze generali. Anche perché dai dati ufficiali del lavoro ridotto non emerge per ora un rallentamento diffuso e da quelli sulla disoccupazione non risultano impennate particolarmente importanti, per cui vi è da ritenere che, al di là di qualche chiusura aziendale, si tratti appunto piuttosto di interventi su qualche unità aziendale e quindi numericamente contenuti o comunque riguardanti personale frontaliero o facilmente ricollocabile.
Confortante è il fatto che per il 2025 le previsioni sono di segno più positivo, con il 75% delle aziende che prevede una stabilità dell’effettivo e il 17% un aumento. Per contro solo l’8% ipotizza una riduzione dell’effettivo, percentuale da considerare fisiologica e che riporterebbe in linea con gli altri anni.
Da rilevare che è in aumento la percentuale di impiegati a tempo parziale (17% rispetto al 77% di impiegati a tempo pieno) e che la percentuale di interinali si attesta sul 2%. Il 3% di apprendisti nell’effettivo è da considerare un valore buono e in linea con una generale tendenza alla valorizzazione dell’apprendistato e a un conseguente aumento di questa figura professionale nel contesto del personale aziendale.
In ambito di politica salariale, il 66% delle aziende che hanno risposto alla domanda hanno concesso aumenti di stipendio di varia entità nel 2024.
5. Commercio estero e accordi Svizzera-Unione europea (UE)
Come da tradizione, parte dell’inchiesta congiunturale prevede domande legate a un tema di attualità e quest’anno le aziende sono state chiamate ad esprimersi sul tema del commercio internazionale in generale e sugli accordi bilaterali Svizzera-UE in particolare.
Diversificazione dei mercati
Senza sorprese, quasi tutte le aziende (81%) rilevano la necessità di rafforzare le relazioni economiche con partner commerciali diversi dall’Unione europea, strategia del resto già adottata da tempo dalla Confederazione con la conclusione di Accordi di libero-scambio e dalle aziende, anche quelle ticinesi, sempre orientate a diversificare il portafoglio di clienti. In questo contesto, fra i paesi indicati quali mercati a cui dare la priorità, primeggiano senza sorpresa gli Stati Uniti (45%), divenuti primo mercato di esportazione (come paese singolo) per la Svizzera e perché vi sono fondate speranze che si possa riprendere il discorso di un eventuale Accordo di libero scambio, già discusso durante la prima presidenza di Donald Trump.
Altri paesi citati sono, nell’ordine, l’India (41%), la Cina (37%) e poi seguono aree geografiche o continenti come il resto dell’Asia (34%), il Sudamerica (23%) e l’Africa (22%).
Fra i motivi indicati per negoziare nuovi Accordi di libero scambio o aggiornare quelli esistenti, figurano la facilitazione amministrativa (73%), la riduzione dei dazi doganali (59%), la protezione della proprietà intellettuale (36%) e la protezione vincolante delle norme ambientali e sociali (31%).
UE e Accordi bilaterali III
Per quanto riguarda le domande più specifiche concernenti l’UE, il 79% delle aziende ha risposto di impiegare personale proveniente dall’UE (di ogni categoria di permesso, non solo i frontalieri) e in caso di restrizioni all’assunzione di lavoratori stranieri il 50% delle aziende ha indicato che proverebbe a intervenire per aumentare la formazione del personale locale, a patto ovviamente che questo sia disponibile. Per il 32% vi sarebbe invece la rinuncia a progetti di sviluppo aziendale (percentuale molto più alta nel settore secondario rispetto al terziario con 46% contro il 26%), per il 18% vi sarebbe un’esternalizzazione dei servizi all’estero e per un altro 18% la delocalizzazione all’estero.
L’impatto degli attuali Accordi bilaterali con l’UE viene valutato positivamente dal 42% delle imprese (il 2% lo valuta estremamente positivo), mentre per il 39% non vi è stato nessun impatto economico diretto. Una valutazione negativa è espressa dal 17% delle imprese.
Fra gli Accordi considerati essenziali da concludere o rinnovare sono stati menzionati: la libera circolazione delle persone (60%), ricerca e formazione (57%), riconoscimento reciproco (MRA, 43%), elettricità (35%), trasporti aerei e terrestri (34%), sanità (28%), sicurezza alimentare (25%) e agricoltura (19%).
Una firma degli Accordi bilaterali III attualmente negoziati non avrebbe un impatto economico diretto per il 56%, mentre per il 33% avrebbe effetti positivi. Conseguenze negative sono segnalate dal 10% di chi ha risposto alla domanda. La firma avrebbe per contro un impatto positivo sullo sviluppo economico per la Svizzera per il 54% delle imprese.
Alla domanda se ritengono che la protezione salariale prevista dal nuovo pacchetto di Accordi bilaterali sia sufficiente, il 64% delle aziende ha risposto di non essere in grado di formulare un’opinione, a dimostrazione della complessità del dossier e della difficoltà a esprimersi prima di potersi confrontare con gli esiti concreti dei negoziati.
Per le imprese, la firma degli Accordi bilaterali III rafforzerebbe la cooperazione economica, sociale e politica fra i 2 partner (48%), ma per il 46% imporrebbe al contempo obblighi alla Svizzera (fiscalità, concorrenza, protezione dei lavoratori, ecc.) Per il 38% garantirebbe un migliore accesso al mercato interno europeo, mentre per il 17% aumenterebbe la disoccupazione e la pressione sulle assicurazioni sociali.
Infine, il 39% delle aziende si esprime in maniera favorevole sulla firma degli Accordi bilaterali III, mentre rimane una percentuale alta (47%) di imprese che non sono ancora in grado di esprimere un’opinione.
In sostanza, i risultati non sono molto differenti da quanto è emerso negli altri cantoni. Si riconosce l’importanza delle relazioni con l’UE, manifestando al contempo la volontà di diversificare le attività, laddove possibile, su altri paesi. Vi sono dossier nell’ambito delle trattative con l’UE che sono considerati assolutamente imprescindibili, anche se gli impatti per molte aziende non sarebbero diretti. Anche fra chi non è direttamente toccato emerge comunque che Accordi aggiornati accrescerebbero lo sviluppo economico della Svizzera in generale. È importante sottolineare l’alto numero di risposte che indica come la tematica sia complessa e non ancora compiutamente valutabile nei suoi effetti. Data la complessità della materia e le scarse informazioni a disposizione su quello che sarà il contenuto effettivo di eventuali Accordi bilaterali III, la cosa non stupisce e anche in Romandia, tradizionalmente favorevole alle questioni di politica europea della Svizzera, vengono espresse le medesime riserve. Se vi sarà una firma fra Svizzera e UE, pareri più precisi potranno essere espressi nel contesto della relativa procedura di consultazione.
Hanno partecipato all’inchiesta 268 imprese associate alla Cc-Ti, che impiegano in tutto 14’035 dipendenti nel cantone.
Si tratta di 73 aziende del settore industria-artigianato e di 195 del comparto commercio e servizi. Un campione di aziende consolidato da un rilevamento che viene effettuato da 15 anni con risultati attendibili e sempre confermati da altre ricerche congiunturali condotte da istituti federali e cantonali e dai dati ufficiali.
L’indagine della Cc-Ti, che ha coinvolto 133 realtà̀ aziendali che operano sul mercato interno e altre 135 orientate in parte o totalmente all’export, mira appunto a fornire indicazioni sulle tendenze generali dell’economia ticinese, senza volersi sostituire ad analisi più mirate effettuate da singoli settori economici.
L’inchiesta è stata condotta unitamente alle Camere di commercio e dell’industria di Friborgo, Ginevra, Giura, Neuchâtel, e Vaud. Le Camere di commercio e dell’industria della Svizzera tedesca operano individualmente, ma seguendo lo stesso schema.
Link ai risultati delle Camere degli altri Cantoni che hanno condotto l’inchiesta comune (alcuni dati sono accessibili solo ai soci delle rispettive Camere)
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