Serata Kick off il 15 ottobre 2025dalle 17.30 alle 18.30 in remoto
La Supply Chain, o catena di approvvigionamento, è il processo che consente di far arrivare un prodotto desiderato al cliente finale. È necessario individuare identificare e risolvere negli anelli della supply chain le criticità partendo dal marketing e comprendendo gli approvvigionamenti, la produzione, la vendita e la logistica distributiva. La Supply chain riguarda tutte le fasi che un prodotto attraversa dall’identificazione dei bisogni di mercato alla sua produzione alla vendita. Un ostacolo molto difficile da gestire e da superare è quello legato all’interruzione delle forniture. Le difficoltà legate all’approvvigionamento e alla logistica, hanno messo in crisi la Supply chain di molte aziende del comparto manufatturiero. Le molteplici emergenze sono un segnale di crisi del modello produttivo degli ultimi anni.
Il percorso formativo CAS Supply Chain Management, organizzato dalla SUPSI in collaborazione con la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino e con Spedlogswiss Ticino, risponde alle aspettative formative evidenziate tramite un sondaggio inviato agli associati della Cc-Ti.
Coloro che volessero partecipare alla serata informativa sono pregati di confermare la propria presenza qui.
Al viaggio alla scoperta dei profili e delle storie dei corsisti che frequentano la nostra scuola manageriale, si aggiunge quello di Valentina Foglia, Titolare di Maison Esthétique ed estetista diplomata AFC, che sta seguendo il percorso formativo di gestione aziendale quale “Specialista della gestione PMI con attestato federale”.
Da sempre affascinata dal mondo beauty, ho frequentato, inizialmente, la scuola professionale di estetica Hunger Ricci per poi iniziare il mio apprendistato allo scopo di migliorare e approfondire le mie competenze, diplomandomi nel 2017. Il mio progetto di formazione non si è mai interrotto, prendendo parte ad aggiornamenti e specializzazioni per essere un punto di riferimento e di professionalità nel mio settore, diventando, anche, Trainer Regionale per il marchio Entity. Nel 2018 ho coronato il mio sogno di dedicarmi a 360° alla bellezza e al benessere delle persone con una visione sempre più green, etica e dinamica, dando vita a Maison Esthetique.
Quale titolare ho sempre sentito la responsabilità di dedicare alla mia azienda le cure e le possibilità di innovazione e strategiche disponibili nella nostra realtà, per migliorare e consolidare quello che ho creato.
Nella quotidianità ho imparato ad affrontare i quesiti, anche pratici, posti dal mio lavoro e dalla pianificazione aziendale e, proprio in quest’ultimo ambito, ho sentito la necessità di avere gli strumenti migliori per un operato e un’analisi che mi permettessero di agire a favore di una gestione aziendale ottimale che per me è fondamentale per la tutela della mia attività e dei miei collaboratori.
È stata questa riflessione a portarmi ad affrontare questo percorso formativo che risulta essere completo ed esaustivo per le esigenze di una imprenditrice, giovane ma determinata a mettersi in gioco e attuare il proprio compito al meglio.
L’interazione con una classe formata da studenti, provenienti da altri settori rappresenta un punto di forza inestimabile e dà ancora più valore al corso, in quanto solo con il confronto diretto si possono cogliere altre visioni e crescere.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/10/ART25-vita-imprenditoriale.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-10-08 08:00:002025-10-07 10:53:19Un supporto alla vita imprenditoriale
Il 2 ottobre 2025, la Camera di commercio e dell’industria del Ticino (Cc-Ti) e la Lugano Commodity Trading Association (LCTA) hanno accolto un pubblico qualificato di imprenditori, dirigenti e trader di materie prime presso Villa Principe Leopoldo a Lugano per un incontro esclusivo su Saudi Vision 2030, commercio globale e gestione del rischio. L’evento, organizzato in collaborazione con Allianz Trade e con la partecipazione della Saudi Exim Bank, si è svolto in un momento cruciale di incertezza economica senza precedenti – ma anche di storica opportunità. Sul raffinato sfondo di Villa Principe Leopoldo, affacciata sul Lago di Lugano, l’incontro informativo ha unito visioni strategiche e spunti concreti, offrendo ai partecipanti strumenti operativi per affrontare uno dei mercati emergenti più dinamici al mondo.
L’evento si è aperto con l’intervento di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti, che ha ribadito la missione della Camera: aiutare le imprese ticinesi e non solo ad “anticipare le tendenze internazionali, identificare le opportunità e mitigare i rischi” nell’espansione all’estero.
Incertezza e opportunità nel commercio globale
Il primo keynote è stato affidato ad Anil Berry, membro del Group Board of Management Commercial di Allianz Trade. Il suo messaggio è stato netto: l’economia globale sta attraversando una fase di incertezza eccezionalmente elevata. Le insolvenze, che solo pochi anni fa erano ai minimi storici, sono tornate a crescere a ritmi preoccupanti – e con una rapidità senza precedenti. Se in passato il fallimento di un’azienda richiedeva tre o quattro anni, oggi può avvenire in appena tre o quattro mesi.
Berry ha individuato diversi fattori strutturali: i colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento stanno ritardando la consegna delle merci in media di 30 giorni, mentre le tensioni tariffarie e le difficoltà di finanziamento gravano fortemente sulle imprese. Eppure, in mezzo alla turbolenza, rimangono spazi di crescita. Le previsioni di crescita globale per il 2026 si attestano al 2,5%, con gli Stati Uniti in testa all’espansione di lungo periodo e il Medio Oriente – in particolare l’Arabia Saudita – emergente come regione strategica per gli investimenti. Allianz Trade, ha sottolineato Berry, svolge un ruolo cruciale in questo scenario, gestendo ogni anno 1’300 miliardi di euro di rischio e consentendo flussi commerciali per quasi 6’000 miliardi di euro.
La Vision 2030 saudita e il ruolo della Saudi Exim
Dall’analisi globale di Berry, l’attenzione si è spostata su un’opportunità specifica: la trasformazione economica dell’Arabia Saudita. Abeer AlHarbi, Senior Manager Credit Underwriting presso Saudi Exim Bank, ha presentato l’istituto come iniziativa strategica per l’assicurazione del credito all’esportazione nell’ambito del “Project Bridges”. Fondata nel 2020 per “rafforzare la competitività dell’economia saudita non petrolifera sui mercati globali”, la banca ha già reso possibili oltre 24 miliardi di dollari in soluzioni di finanziamento e assicurazione all’export verso più di 150 Paesi.
I numeri parlano da soli: con il 63% della popolazione sotto i 30 anni e un PIL cresciuto in media del 9% annuo dal 2016, l’Arabia Saudita si sta rapidamente affermando come hub industriale globale. Questo dividendo demografico, unito a massicci investimenti infrastrutturali, genera una domanda eccezionale di tecnologie, macchinari e competenze — settori in cui le aziende svizzere eccellono.
AlHarbi ha posto l’accento su “Project Bridges” (“Jusoor” in arabo), una collaborazione pionieristica di riassicurazione con Allianz Trade. L’iniziativa non è concepita come strumento difensivo, bensì come leva per ampliare la capacità di finanziamento delle imprese saudite e dei loro partner globali, facilitando l’ingresso delle aziende svizzere ed europee sul mercato saudita. Ha spiegato che il programma contribuisce direttamente alla Vision 2030, perseguendo quattro obiettivi:
Stimolare la crescita industriale – sostenendo l’importazione di macchinari e tecnologie avanzate per accrescere la produttività locale.
Mettere in sicurezza le catene di fornitura – garantendo flussi affidabili di materie prime e macchinari da oltre 70 Paesi.
Sbloccare il potenziale export – consentendo ai produttori sauditi di accedere con fiducia a nuovi mercati internazionali.
Favorire gli investimenti esteri – offrendo soluzioni assicurative solide che riducono i rischi di ingresso per i partner stranieri.
Far funzionare i “Bridges”: indicazioni pratiche
La presentazione conclusiva è stata affidata a William Whittington, Regional Head di Allianz Trade. Il suo intervento ha reso accessibili al pubblico gli aspetti tecnici di “Bridges”. Ha descritto un processo concepito per essere il più semplice possibile: gli esportatori o le loro banche presentano le richieste tramite i canali consueti di Allianz Trade; in seguito, Allianz e Saudi Exim effettuano valutazioni indipendenti sul credito e screening ESG/KYC. Una volta approvati, i clienti beneficiano di limiti non cancellabili e di una maggiore capacità assicurativa — fino a 100 milioni di dollari per singolo acquirente saudita, con termini di finanziamento che possono estendersi fino a sette anni.
Whittington ha condiviso anche un caso concreto che ha colpito i partecipanti: un trader di materie prime che, grazie a “Bridges”, ha ottenuto un limite assicurativo sette volte superiore a quello normalmente disponibile per una transazione saudita. Questa espansione drastica della capacità ha trasformato una cauta operazione pilota in una partnership strategica. La flessibilità, ha sottolineato, non è riservata alle grandi imprese: anche le PMI possono beneficiarne, senza alcuna soglia minima di transazione.
Un cauto ottimismo — e una via chiara da seguire
Le discussioni hanno restituito un quadro sfaccettato. Da un lato, la fragilità dell’economia globale resta evidente, con l’aumento delle insolvenze, condizioni di finanziamento più rigide e crisi geopolitiche che aggiungono ulteriori complessità. Dall’altro, strumenti innovativi come la partnership Allianz–Saudi Exim stanno già trasformando il modo in cui le imprese affrontano il commercio in mercati volatili.
Alla chiusura dell’evento, a prevalere è stato un cauto ottimismo. Per le imprese svizzere orientate all’internazionalizzazione, la Vision 2030 saudita e gli strumenti presentati – dalle soluzioni globali di gestione del rischio di Allianz Trade agli strumenti di finanziamento e assicurazione della Saudi Exim – rappresentano non semplici opportunità teoriche, ma ponti concreti verso nuovi mercati.
Il messaggio è stato chiaro: in un’epoca di incertezza, le aziende che prospereranno saranno quelle capaci di unire visione ambiziosa e gestione accorta del rischio. Gli strumenti esistono. Il mercato è pronto. La domanda, per gli imprenditori ticinesi, non è più se esplorare le opportunità saudite — ma quando iniziare.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/10/ART25-retrospettiva-evento-SA.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-10-03 11:20:172025-10-03 11:20:18Ponti verso nuovi mercati: l’occasione saudita
Non sono un rifiuto: sono un segnale di richiesta.
Le obiezioni non sono problemi ma opportunità, se sai come affrontarle!
Quante volte ti sei sentito dire frasi come: “Costa troppo.” “Devo pensarci.” “Ora non è il momento.” “Non sono io a decidere.”
Sono frasi che conosci bene, vero? E ogni volta, anche dopo anni di esperienza, fanno male. Perché suonano come un rifiuto, come un muro che si alza improvvisamente proprio quando pensavi di aver costruito un rapporto fiducia e la strada sembrava in discesa.
Quando arrivano le obiezioni, il risultato è che spesso ci si irrigidisce. Ci si mette sulla difensiva. Si inizia a spiegare, a giustificarsi, a concedere sconti per l’ansia di chiudere.
E il cliente? Invece di avvicinarsi, lo vedi allontanarsi.
Quello che resta di una conversazione che voleva essere costruttiva, è invece un’occasione mancata…ma non sempre persa. Dietro a un’obiezione spesso non c’è un “no”. C’è una domanda nascosta, un dubbio legittimo, un bisogno non ancora esplicitato.
“Costa troppo” non significa “Non lo voglio” ma “Non ho ancora capito il valore di ciò che mi stai proponendo”.
“Non sono io a decidere”può voler dire:“Aiutami a portare la tua proposta a chi prende le decisioni”.
Il problema delle obiezioni è come le viviamo. Se le percepiamo come un attacco personale o l’ennesima montagna da scalare, perdiamo lucidità. Se, invece, le vediamo come un segnale da interpretare, diventano un varco attraverso il quale guidare il cliente.
Lavorare sulle obiezioni oggi è più vitale che mai
Il mondo delle vendite è cambiato. I clienti sono più informati, più esigenti e spesso arrivano con dubbi già formati da ricerche online, recensioni e confronti con la concorrenza. In questo scenario la differenza non la fa chi ha il prezzo più basso, ma chi sa gestire la conversazione nei momenti più delicati.
Le ricerche lo confermano: la maggior parte delle trattative non si blocca per mancanza di interesse ma perché non si riesce a dare una risposta convincente a un’obiezione. E non basta“sapere”che arriveranno:
Bisogna allenarsi a gestirle: con calma, con intelligenza e con metodo.
Bisogna saper trasformare il muro in un ponte.
La vendita non è un percorso lineare. Non è un monologo in cui il cliente ascolta e alla fine dice “sì”. È un dialogo, e come tale, prevede momenti di incertezza, di domande, di resistenza.
Il vero professionista non cerca di evitare questi momenti ma li abbraccia e li trasforma. Il “no” del cliente può diventare l’occasione per distinguersi, per dimostrare la propria competenza e per costruire una relazione di fiducia che dura ben oltre la singola transazione. Se vuoi allenarti a farlo in modo pratico, con simulazioni reali e strumenti concreti, il corso che propone la Cc-Ti è l’occasione perfetta: in agenda per il prossimo 14 novembre. Tutti i dettagli nel box sottostante.
Perché, alla fine, le obiezioni non sono problemi. Sono la porta d’ingresso verso il tuo prossimo successo.
Un corso che è una vera palestra
È proprio questo l’obiettivo del nuovo corso organizzato dalla Cc-Ti: un’esperienza pratica, dinamica e coinvolgente per imparare a riconoscere, accogliere e trasformareogni obiezione in un’opportunità. Niente teoria astratta, ma:
Ascolto attivo ed empatia per capire cosa c’è davvero dietro ogni frase
Domande potenti che aiutano il cliente a chiarire i suoi dubbi
Tecniche di reframe per trasformare l’obiezione in una leva di valore
Gestione dello stress e del linguaggio non verbale per trasmettere sicurezza e fiducia
Esercizi pratici e reali per costruire la tua personale “toolbox” di risposte efficaci
Un contesto formativo in cui si prova, si sbaglia, ci si confronta, si impara dagli altri e si portano a casa strumenti subito applicabili.
Per chi è pensato
Questo workshop è per te se:
sei un venditore B2B o B2C e ti capita di sentirti spiazzato davanti alle obiezioni;
sei un Key Account o un consulente commerciale che deve gestire più interlocutori;
sei un imprenditore o un libero professionista per cui vendere è parte integrante della giornata;
sei un manager che vuole trasmettere al team più sicurezza e un metodo replicabile.
Che tu abbia anni di esperienza o che tu stia muovendo i primi passi, troverai spunti, tecniche e strumenti pratici per crescere.
Il corso si tiene in presenza presso gli Spazi Cc-Ti a Lugano il prossimo 14 novembre 2025. Informazioni ed iscrizioni qui.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/06/FRM25-vendita-2.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-10-03 11:09:522025-10-03 11:09:53Obiezioni? Grazie! Come trasformare i “NO” in occasioni di vendite
Come l’intelligenza artificiale e Google AI Overview trasformano le logiche di posizionamento di un sito web e quali sono le strategie di visibilità attuabili
L’introduzione delle AI overviews da parte di Google e la rapida diffusione degli LLM (Large Language Model), ad esempio Chat GPT, Gemini, Perplexity, per effettuare ricerche, sta ridisegnando le regole del gioco della visibilità online. Per i CEO, i manager e gli imprenditori, comprendere come adattarsi a questa trasformazione non è più un’opzione, ma una necessità strategica per non perdere terreno competitivo. Le AI overviews di Google, in pratica, sono riassunti, generati da modelli di intelligenza artificiale come Gemini, che forniscono risposte dirette e condensate in cima alla pagina dei risultati di ricerca, con l’obiettivo di soddisfare l’intento dell’utente senza la necessità di cliccare su link esterni.
Ciò da un lato rappresenta un’evoluzione verso un’esperienza utente più conversazionale e personalizzata, dall’altro introduce sfide significative per le aziende, che basano parte del loro posizionamento sulla visibilità fornita dal proprio sito web sui motori di ricerca.
L’impatto concreto sul traffico e sul business
Il cambiamento più evidente è la riduzione significativa del traffico al sito web, in quanto la necessità di risposte dell’utente, risulta già soddisfatta in prima battuta, dalla domanda posta al motore di ricerca, senza dover cliccare per ulteriori approfondimenti ed accedere ai siti web. Il fenomeno si verifica in particolare con le ricerche di natura informativa, che trovano una risposta completa direttamente nella pagina dei risultati (SERP), un evento noto come “zero-click”.
I dati confermano questa tendenza, infatti secondo una recente ricerca condotta da GrowthSRC Media, i tassi di clic (CTR), per le prime posizioni nei risultati di ricerca Google, tra il 2024 e il 2025 sono diminuiti:
la percentuale per il primo posto è passata dal 28% al 19% con un calo del 32%, una delle principali cause identificate è la diffusione delle panoramiche AI;
la seconda posizione ha risentito ancora di più di questa tendenza, con un calo del 39% del CTR, passando dal 20,85% al 12,60%.
Lo studio ha preso in esame più di 200’000 keyword provenienti da 30 siti appartenenti ai settori e-commerce, SaaS, B2B ed EdTech. Questo significa che anche un posizionamento eccellente secondo i canoni tradizionali potrebbe non garantire più la stessa visibilità e di conseguenza un afflusso di utenti come prima.
Alcune strategie per migliorare la visibilità di un sito web
Adattarsi a questa nuova realtà richiede un’evoluzione delle tradizionali strategie SEO. La visibilità futura non dipenderà solo da aspetti tecnici, ma dalla capacità di costruire un’autorevolezza inattaccabile e di produrre contenuti di valore eccezionale. Alcuni aspetti da presidiare sono quindi:
1.Diventare una fonte primaria con EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, and Trustworthiness) Il concetto di esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità (EEAT) diventa il pilastro fondamentale. Google utilizzerà per le sue AI overview i contenuti che ritiene più affidabili e scritti da esperti riconosciuti. Alcuni esempi di contenuti sono:
analisi di settore basate su dati originali
casi studio concreti e dettagliati
video tutorial che derivano da esperienze pratiche
Associare i contenuti ad autori riconoscibili e qualificati, con biografie pubblicate sul sito e profili online (ad esempio LinkedIn) che ne attestino la competenza. Costruire un brand forte, ovvero un marchio citato e riconosciuto nel proprio settore è un segnale inequivocabile di autorevolezza per l’algoritmo.
2. Ottimizzazione per i “motori di risposta” (AEO)
Il focus si sposta dalla “Search Engine Optimization” (SEO) alla “Answer Engine Optimization” (AEO). Le persone non cercano più solo per parole chiave, ma pongono domande complesse e in linguaggio naturale. I contenuti devono essere quindi strutturati per:
rispondere in modo chiaro e conciso, utilizzando formati come faq, elenchi puntati e tabelle per fornire risposte dirette che l’AI possa facilmente estrarre e citare.
focalizzarsi su nicchie e “long-tail” con domande molto specifiche e conversazionali, così si avranno maggiori probabilità di attivare una AI overview. Ottimizzare i contenuti per rispondere a queste domande complesse è una strategia vincente.
3. Seo tecnico e dati strutturati
Un’infrastruttura tecnica impeccabile è un prerequisito. Implementare i dati strutturati (schema.org) che “traducono” i contenuti del sito in un linguaggio che i motori di ricerca comprendono in modo univoco, aumentando le probabilità di essere inclusi nelle risposte degli LLM. Allo stesso modo, la velocità del sito e una perfetta usabilità da mobile sono fattori imprescindibili.
4. Diversificazione e sfruttamento di canali alternativi
Data la potenziale contrazione del traffico da ricerca organica, è fondamentale non dipendere esclusivamente da un unico canale di traffico come Google. Costruire una community attorno alla quale investire in social media professionali, newsletter, e altri canali diretti, permette di creare una base di utenti fidelizzati. Avere una presenza diversificata su piattaforme come YouTube, podcast di settore, questi diventano asset strategici per costruire un’autorevolezza a 360 gradi e generare traffico qualificato.
Un nuovo paradigma della visibilità è arrivato
L’avvento dell’intelligenza artificiale, quindi, non segna la fine della SEO, ma la sua evoluzione verso una disciplina più olistica e qualitativa. Per le aziende, la sfida è trasformare la propria presenza web ed il brand in una fonte di informazione così autorevole da diventare un partner fidato, sia per gli utenti umani che per gli algoritmi di intelligenza artificiale.
La visibilità futura non si conquisterà con il volume, ma con il valore, l’autorevolezza e la capacità di rispondere in modo pertinente alle domande complesse dei propri clienti. L’investimento oggi in contenuti di alta qualità e in una solida reputazione online saranno il fattore determinante per il successo di domani.
Articolo a cura di Sandra Januario, Communications and Marketing Expert, Develed Sagl
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/09/Immagine-evt.png8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2025-10-02 16:05:592025-10-03 08:59:35Intelligenza artificiale e visibilità sul web: evoluzione e strategie
La Cc-Ti organizza una serata informativa per tutti gli interessati ad iscriversi al corso Esperto in project management con certificazione (che inizierà a fine ottobre 2025).
Durante questa occasione saranno forniti i dettagli inerenti al corso (costi, calendario, docenti e contenuti) e sarà possibile porre domande puntuali. Il corso si rivolge in particolare a:
Professionisti e impiegati che vogliono acquisire le competenze e le conoscenze per dirigere/assumere la posizione di quadro in una PMI e/o coordinare e guidare un reparto di un’azienda di dimensioni più grandi.
Collaboratori che si preparano alla successione aziendale.
Imprenditori di PMI proveniente dall’estero e che intendono familiarizzare con le caratteristiche culturali e legali della gestione aziendale in Svizzera.
Coloro che volessero partecipare sono pregati di confermare la propria presenza direttamente a: Roberto Klaus – email: klaus@cc-ti.ch
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2023/09/ART23-serata-gestione-PMI.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-10-01 11:05:422025-10-02 15:14:51Serata informativa per il corso Esperto in project management con certificazione
Approvati dal Consiglio federale il 13 giugno, messi in consultazione fino al 31 ottobre e pronti a finire sugli scranni del parlamento nazionale entro il primo trimestre del 2026, gli Accordi Bilaterali III tra Svizzera e Unione europea sono stati protagonisti il 19.9.2025 di un evento organizzato a Bellinzona dalla Cc-Ti. Ospiti il consigliere federale e capo del DFAE Ignazio Cassis, la presidente del nazionale del sindacato Unia Vania Alleva, la presidente della Direzione generale di Economiesuisse Monika Rühl e il presidente della Supsi Giovanni Merlini. Posta l’importanza del tema, è altrettanto fondamentale provare a capire come da un tema così macro e internazionale si possano dedurre elementi locali e che i ticinesi vivono sulla propria pelle ogni giorno. A colloquio con ‘laRegione’ a margine dell’evento, il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni spiega quella che, secondo lui, è la posta in gioco per il Canton Ticino.
Qual è la vera e concreta importanza di una via bilaterale con l’Europa per il Canton Ticino? In quali settori si esplica soprattutto questa esigenza?
Ovviamente in Ticino quando si parla di Accordi bilaterali si pensa solo alla libera circolazione delle persone e all’Italia. È innegabile che la libera circolazione, pur con dei limiti che anche noi riconosciamo e che hanno portato all’introduzione di strumenti di protezione sociale, sia importante per il reclutamento di personale, soprattutto in un periodo storico che è e sarà contraddistinto da una carenza di manodopera molto diffusa. Ma ridurre gli Accordi bilaterali a questo sarebbe sbagliato. Nell’ambito della formazione ad esempio, i nostri istituti universitari beneficiano di diverse decine di milioni di franchi di fondi dell’Unione europea. Gli ostacoli tecnici al commercio sono pure un elemento molto importante per le nostre aziende esportatrici. Abbiamo ad esempio visto cosa ha significato la scadenza dell’accordo di riconoscimento reciproco dei prodotti in ambito Medtech, che ha obbligato le nostre aziende a superare ostacoli burocratici ulteriori e quindi costi supplementari. Senza dimenticare l’ambito dell’energia, nel quale siamo confrontati a una dipendenza dall’estero per la sicurezza dell’approvvigionamento.
Cosa vi soddisfa e cosa non vi soddisfa di questo pacchetto?
Stiamo ancora valutando nel dettaglio perché la materia è ampia e complessa e una determinazione definitiva la inoltreremo nella procedura di consultazione. In generale è positivo che vi sia una base di discussione fondata e che si cerchi di avere regole chiare per l’accesso al mercato europeo. Poi è evidente che, come in ogni trattativa negoziale, vi siano elementi che piacciono di meno. Ad esempio stiamo discutendo in maniera molto approfondita con le associazioni nazionali l’ormai famosa clausola di salvaguardia, in modo che resti uno strumento efficace senza però ostacolare in maniera eccessiva l’economia. Se venisse invocata con eccessiva facilità, avrebbe un inutile effetto paralizzante, per cui va utilizzata con equilibrio e coinvolgendo le parti sociali in maniera importante. Chiaro che in generale l’aspetto della sovranità normativa va valutato e soppesato bene. Adeguarsi al diritto europeo per molti ambiti è quasi essenziale per accedere al mercato europeo e, di fatto, avviene già da tempo trasformando in diritto nazionale quello europeo. Una variante più “dinamica” di questo adeguamento richiede ovviamente un approccio diverso e di questo stiamo valutando le conseguenze, come ad esempio in termini di libertà decisionale in ambito energetico.
Condivide l’accusa fatta spesso da destra al Consiglio federale di essere troppo timido con l’Ue nelle trattative?
Non partecipando direttamente alle trattative è sempre difficile dare un giudizio su cosa e come si può negoziare. Abbiamo molte carte da giocare ma non dobbiamo nemmeno sopravvalutare il nostro potere negoziale. Ritengo che la diplomazia svizzera sappia fare bene il suo lavoro e del resto anche con gli Stati Uniti il negoziato era andato bene fino alla decisione umorale del Presidente americano. La critica ovviamente ci sta, ma spesso fatico a capire cosa vogliono far valere coloro che rimproverano l’eccessiva timidezza alle autorità federali.
Vista la questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti, la possibilità di un avvicinamento all’Ue in materia commerciale è nelle cose o la vede come una semplificazione?
Ha un fondo di verità, visto che comunque si tratta di un mercato per noi fondamentale, ma mi sembra una conclusione semplicistica. Per natura e per le nostre strutture la Svizzera deve mantenere aperto un dialogo con tutti, Stati Uniti compresi, e la politica dell’ampia diffusione degli Accordi di libero scambio è un tassello essenziale in questo senso. A maggior ragione questo è importante in un contesto di alleanze e geometrie variabilissime e labili, per cui l’ipotetico alleato fedele di oggi può essere domani un concorrente agguerrito. L’importante è mantenere l’equilibrio dei buoni rapporti con tutti, consapevoli delle nostre forze. Poi le alleanze si stringono naturalmente.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/09/ART25-bilaterali.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2025-09-23 11:36:192025-09-23 11:36:20“Non c’è solo la libera circolazione”
La cerimonia di premiazione di ieri sera è stata incredibilmente emozionante. Mettetevi comodi e rivivete la serata con il nostro video highlight! Una partecipazione straordinaria
Davanti a 6’000 spettatrici e spettatori entusiasti ieri sono stati celebrati i nuovi campioni e le nuove campionesse svizzeri delle professioni. Dopo quattro giorni di sudore, passione ed emozioni, complessivamente 297 medaglie delle 92 competizioni professionali sono state assegnate ai migliori giovani talenti della Svizzera. Il consigliere federale Guy Parmelin si è complimentato così: «Bravi, avete compiuto qualcosa di straordinario. Passione, competenza, orgoglio professionale – è questo che ci ha emozionato negli ultimi giorni. E lo dico con convinzione: le vostre capacità sono una promessa per il futuro». Tutti i risultati e le classifiche sono ora online.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/09/ART25-Swissskills-2025.png8531280Monica Fogliahttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngMonica Foglia2025-09-21 15:11:032025-09-22 08:32:04SwissSkills 2025 – 11 medaglie per la Svizzera italiana
Sotto il cielo blu di Berna c’é un sole splendente, il secondo giorno degli SwissSkills 2025 si è aperto con un nuovo entusiasmo e una grande partecipazione. Il flusso di allieve e allievi è ancora più ampio di quello che ha inaugurato la manifestazione con una forte presenza di allievi e allieve provenienti dai cantoni latini. Questa straordinaria partecipazione riflette bene lo spirito degli SwissSkills 2025, in cui la parola chiave è molteplicità – un valore che si esprime in tanti modi.
Orientarsi nella molteplicità: un’avventura che inizia da sé stessi
I padiglioni sono ricchi di molteplicità: professioni da guardare, toccare e vivere con tutti i sensi. Ciò che non è possibile in classe diventa realtà agli SwissSkills 2025: esperienze pratiche, incontri e l’opportunità di scoprire nuove passioni.
I campionati delle professioni SwissSkills 2025 si avvicinano a grandi passi alla fase finale. Domani si decideranno i titoli di campione svizzero quando i talenti professionali che saliranno sul podio saranno annunciati durante la cerimonia di premiazione alla PostFinance Arena. Puoi seguire la cerimonia di premiazione in diretta streaming. Dopodiché i risultati di tutti i campionati saranno disponibili sul nostro sito internet.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/09/ART25-Swissskills-2025.png8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-09-19 13:45:002025-09-24 13:53:14Gli SwissSkills 2025 entrano nel vivo
Il 9 settembre, la Cc-Ti e la JCC hanno acceso i riflettori su Asia Centrale e Caucaso meridionale. In un mondo che cambia velocemente, queste due aree si impongono come snodi cruciali. La sintesi del dibattito non lascia dubbi: chi le governa, governa anche una parte degli equilibri geopolitici ed economici globali di domani.
L’incontro, dedicato all’analisi delle dinamiche geopolitiche ed economiche della regione, si è aperto con i saluti istituzionali di Monica Zurfluh, Responsabile Commercio internazionale della Cc-Ti, e Dorit Sallis, Managing Director di Joint Chamber of Commerce (JCC), la principale organizzazione svizzera del settore privato impegnata a promuovere i rapporti economici bilaterali tra la Svizzera e l’Europa orientale (extra-UE), l’Asia Centrale e il Caucaso meridionale.
Una nuova stagione geopolitica
Christopher J. Weafer (Macro-Advisory Ltd.) ha messo in luce come l’Asia Centrale e il Caucaso meridionale stiano conoscendo un inedito ritorno di centralità. Si parla ormai di “Great Game 3.0”, dove Cina, Russia, Stati Uniti, Unione europea, Turchia, Iran, India e monarchie del Golfo competono per il controllo di risorse, mercati e corridoi strategici che collegano Asia ed Europa.
Le risorse naturali rappresentano la posta più ambita: il Kazakistan è il principale fornitore globale di uranio, il Tagikistan è secondo nella produzione di antimonio, metallo chiave anche in ambito militare. L’energia rimane cruciale, ma cresce la corsa alle rinnovabili. Sul piano logistico, si moltiplicano i progetti di rotte alternative: il Corridoio di Mezzo (TITR), sostenuto dall’Unione europea, che collega l’Asia all’Europa aggirando la Russia; il Corridoio di Zangezur (Trump Route for International Peace and Prosperity – TRİPP), promosso da Azerbaigian, Armenia e Turchia con il sostegno statunitense, per ridurre i tempi di transito verso il Mediterraneo; il Corridoio di trasporto internazionale nord-sud (INSTC), voluto da Russia, Iran e India, per unire Asia meridionale ed Eurasia. Sullo sfondo, la Belt and Road Initiative cinese continua a tessere la sua rete di rotte terrestri e marittime.
Le strategie sono diverse: la Cina privilegia energia, risorse alimentari e vie di transito con un approccio pragmatico; la Russia, che considera l’Asia Centrale parte del proprio “estero vicino” e la utilizza come valvola di sfogo economica di fronte alle sanzioni, esercita ancora un forte controllo politico e militare; Stati Uniti e Unione europea cercano di contenere l’espansione di Pechino e Teheran e di garantire approvvigionamenti sicuri di minerali critici. Nel frattempo, la Turchia rilancia il progetto di un “mondo turco” che unisca popoli affini dalla steppa al Mediterraneo e gli Stati del Golfo investono massicciamente in energia, logistica e finanza islamica. Infine, l’Iran rafforza i legami con l’Unione economica eurasiatica (EaEU) e l’India, più lenta nel suo approccio, cerca spazio attraverso l’INSTC.
Per gli investitori privati, i settori più promettenti spaziano da energia (tradizionale e rinnovabile) e logistica, a sanità, fintech e turismo. L’aumento del reddito medio rafforza inoltre il potenziale dei consumi interni, mentre le privatizzazioni in corso aprono nuove opportunità in settori strategici. Tuttavia, restano ostacoli importanti: la concorrenza agguerrita di Russia e Cina, che possono contare su rapporti storici, reti linguistiche e minori vincoli normativi, burocrazia lenta, normative poco trasparenti e rischi reputazionali.
Transizione verde: dall’ambizione alla realtà
Dinara Jarmukhanova (Centil Law Firm) ha sottolineato come l’Asia Centrale stia tentando di trasformarsi da periferia energetica a laboratorio della transizione verde. I governi hanno fissato obiettivi ambiziosi: neutralità carbonica a metà secolo e quote rilevanti di rinnovabili già entro il 2030. La posta in gioco non riguarda soltanto la sicurezza energetica interna, ma la possibilità di trasformare la regione in un hub di esportazione di energia pulita verso Europa e Asia meridionale.
Kazakistan e Uzbekistan guidano la corsa sia a livello di obiettivi sia di pacchetti di incentivi capaci di attrarre grandi operatori internazionali. Il Kazakistan mira al 15% di rinnovabili entro il 2030 e al 50% entro il 2050. Colossi come Masdar, Total Energies e Acwa Power hanno firmato accordi per parchi eolici da un gigawatt ciascuno, da completare entro il 2028. L’Uzbekistan si muove con altrettanta determinazione e punta al 40% entro il 2030. Qui è stato inaugurato il progetto Sungrow Lochin, la più grande batteria di accumulo dell’Asia Centrale, capace di garantire stabilità di rete e di rafforzare l’attrattività per nuovi investitori. Kirghizistan e Tagikistan, dal canto loro, concentrano gli sforzi sull’idroelettrico, con il progetto CASA-1000 che porterà energia verso Pakistan e Afghanistan entro il 2027. Sul piano regionale, il Corridoio trans-caspico per l’energia verde, sostenuto da istituzioni finanziarie multilaterali, promette di collegare direttamente l’energia pulita centroasiatica ai mercati europei. Una prospettiva che non solo diversificherebbe i mercati, ma inserirebbe la regione in un network energetico continentale in forte trasformazione.
Anche Jarmukhanova conferma le opportunità concrete per il capitale privato: crescita della domanda interna, programmi di privatizzazione, incentivi. Permangono tuttavia sfide significative: alti costi iniziali dei grandi impianti, reti elettriche obsolete, carenza di manodopera qualificata, oltre a regole ancora fragili. La stagionalità delle rinnovabili e la mancanza di capacità di accumulo aggravano i rischi di instabilità. La spinta politica è forte, ma l’influenza delle industrie fossili e la lentezza burocratica rischiano di rallentare la trasformazione.
I corridoi eurasiatici tra logistica e sovranità
Il terzo e ultimo contributo, a cura di Nikolaus Kohler (M&M Militzer & Münch AG), ha sottolineato il peso crescente della logistica e delle infrastrutture di trasporto nel futuro della regione, evidenziando a sua volta come, dietro l’espansione dei corridoi eurasiatici, non ci sia soltanto la volontà di accorciare le distanze commerciali tra Asia ed Europa, ma una competizione geopolitica che volta a ridefinire equilibri e alleanze e che, a ben guardare, mette a dura prova la capacità dei Paesi dell’Asia Centrale e del Caucaso di gestire investimenti esteri senza cedere sovranità politica.
Ne sono la prova i due principali assi di sviluppo, il Corridoio di Mezzo (TITR) e il Corridoio di Trasporto Internazionale Nord-Sud (INSTC): il primo, che collega Cina e Turchia passando da Kazakistan, Azerbaigian e Georgia, rappresenta un’alternativa strategica alle rotte settentrionali attraverso la Russia, oggi ostacolate dalle sanzioni. Il secondo, che attraversa Iran e Russia per connettere l’Asia meridionale con l’Europa e l’Eurasia, consolida la cooperazione tra Mosca e Teheran. A queste vie si aggiungono iniziative più recenti come il Corridoio di Zangezur (TRIPP), nato dal fragile processo di pace tra Armenia e Azerbaigian, o il collegamento Uzbekistan–Afghanistan–Pakistan, sostenuto anche da interessi cinesi e pakistani.
Gli investimenti sono imponenti e provengono da più direzioni. Bruxelles, attraverso il programma Global Gateway, cerca di offrire ai Paesi centroasiatici un’alternativa credibile alla Nuova Via della Seta cinese. Pechino, dal canto suo, rafforza la propria presa con il progetto ferroviario Cina–Kirghizistan–Uzbekistan, che ridisegnerà le tempistiche dei traffici euroasiatici. La Russia, isolata a ovest, rilancia il ruolo dell’INSTC per mantenere un piede in una regione che considera vitale per la sua proiezione verso il sud. Washington, infine, osserva con crescente attenzione, cercando di sostenere progetti che limitino l’influenza di Mosca e Pechino (leggi: Corridoio di Zangezur).
Se sul piano infrastrutturale i progressi sono tangibili – nuovi porti, terminal, linee ferroviarie e sistemi digitali come eTIR e Single Window – le criticità rimangono evidenti: il Mar Caspio è un collo di bottiglia, i confini rallentano i flussi e la forte dipendenza da capitali esteri solleva interrogativi sulla sovranità degli Stati coinvolti. In questo scenario, la logistica non è solo economia: è geopolitica allo stato puro.
Il prezzo della centralità eurasiatica
Dall’evento di Cc-Ti e JCC emerge un quadro chiaro: Asia Centrale e Caucaso meridionale rappresentano snodi cruciali in cui convergono interessi energetici, logistici e geopolitici delle grandi potenze. Le opportunità sono rilevanti – dall’energia tradizionale e rinnovabile alla logistica, dai consumi interni alle privatizzazioni – ma si accompagnano a rischi elevati, legati a instabilità politica, burocrazia lenta, quadri normativi poco trasparenti e pressioni esterne.
Il futuro della regione dipenderà dalla capacità dei governi di tradurre ambizioni e incentivi in progetti concreti, bilanciando l’apertura agli investimenti con la difesa della sovranità strategica. Per gli investitori, significa alto potenziale, ma anche alta volatilità: chi saprà navigare tra opportunità e rischi potrà giocare un ruolo di primo piano in questa nuova rete di relazioni euro-asiatiche.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/09/ART25-Retrospettiva-evento-caucaso-1.png8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-09-12 08:00:002025-09-15 07:21:01Asia Centrale e Caucaso meridionale: tra corridoi strategici e transizione verde
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