Le organizzazioni adattive rappresentano un elemento chiave nel contesto economico contemporaneo, in un’epoca in cui i modelli di business e le situazioni di mercato sono in costante evoluzione.
Mai come negli ultimi anni abbiamo avuto testimonianza di quest’assunto. E, con ’abracadabra’, non ci riferiamo ad una formula magica pronunciata per evocare un incantesimo. È invece diventata una realtà imprescindibile per un’azienda possedere la capacità di reinventarsi e adattarsi alle mutevoli condizioni che oggi il mercato presenta, perché questa abilità è determinate per il successo a lungo termine.
Una definizione
Le organizzazioni adattive (intese come “gruppo di persone formalmente unite per raggiungere uno o più obiettivi comuni, riunite in un sistema aperto che percepisce l’ambiente interno ed esterno, attivando meccanismi di adattamento finalizzati a mantenere lo stato ottimale dell’entità stessa, quale cambiamento evolutivo costante”) si distinguono per la loro capacità di rispondere prontamente e in modo efficace ai cambiamenti nell’ambiente esterno. Esse sono in grado di riconoscere le nuove tendenze e le opportunità emergenti, adattando rapidamente le proprie strategie e operazioni per capitalizzare su tali cambiamenti. Agilità e flessibilità sono caratteristiche fondamentali, che spesso si traducono in una maggiore capacità di innovazione e di adattamento alle mutevoli condizioni congiunturali.
Fare impresa oggi
Nel contesto attuale, le aziende devono affrontare una serie di sfide e opportunità senza precedenti. I rapidi avanzamenti tecnologici, i cambiamenti demografici, gli scenari internazionali, le pressioni competitive e i repentini cambiamenti nei gusti dei consumatori rappresentano solo alcune delle forze che richiedono alle aziende di essere agili e pronte a reinventarsi. Un esempio evidente di questa necessità è stato (ed è tuttora) rappresentato dalla trasformazione digitale, che ha spinto molte aziende a ridefinire i loro modelli di business e ad adottare nuove tecnologie per rimanere competitive.
Il capitale umano è sempre determinante
Nelle organizzazioni adattive vive una forte cultura aziendale, dove deve fiorire l’innovazione, l’apprendimento continuo e il coinvolgimento dei dipendenti. L’agilità organizzativa non può essere raggiunta senza un impegno diffuso a tutti i livelli dell’azienda e senza un’apertura al cambiamento. Per questi motivi la formazione e lo sviluppo dei dipendenti, così come il dialogo fra i diversi componenti del team intergenerazionali sono cruciali per garantire che l’azienda abbia le competenze necessarie per adattarsi a nuovi modelli di business e situazioni congiunturali (junior e senior non sempre approcciano i cambiamenti nello stesso modo e sono guidati da leve motivazionali diverse). Attraverso l’adozione di queste pratiche, le aziende possono prepararsi ad affrontare con successo le sfide del mercato in continua evoluzione.
Parole chiave: la nostra ’top 5’
Restare competitiva sul mercato oggi è una sfida complessa. Ecco alcune riflessioni in termini di temi a cui prestare particolare attenzione:
Innovazione e competitività: mantenere un costante flusso di innovazione è essenziale per restare passo con i cambiamenti del mercato in continua evoluzione, rappresentando un vantaggio competitivo ragguardevole nei confronti degli altri competitors.
Tecnologia: l’adozione di tecnologie all’avanguardia e la trasformazione digitale sono cruciali per migliorare l’efficienza operativa di ogni organizzazione.
Flessibilità: essere in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato è una delle caratteristiche imprescindibili per le aziende moderne.
Sostenibilità: è un concetto che è ormai diventato di uso corrente nella vita quotidiana, così come nel lessico imprenditoriale. Oggi parliamo di ’responsabilità sociale’, concetto ampio che include 3 assi di azione: l’ambito ambientale, il benessere economico e quello sociale. Occorre quindi integrare pratiche sostenibili nella strategia aziendale. Sottolineiamo che la Cc-Ti, quale associazione-mantello dell’economia ticinese, ha sviluppato – con il supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) – un modello online di rapporto di sostenibilità, accessibile su www.ti-csrreport.ch.
Talent management: attrarre, sviluppare e trattenere talenti qualificati è cruciale per l’innovazione e il successo a lungo termine di un’azienda. In questo senso la Cc-Ti eroga corsi di formazione puntuale e dei percorsi formativi di gestione aziendale, che rappresentano un’offerta solida e variegata per uno sviluppo sostenibile delle risorse umane, in risposta alle richieste del tessuto economico ticinese (www.cc-ti.ch/formazione).
Ad aprile, il Messico ha introdotto nuove misure commerciali per salvaguardare l’industria nazionale ed evitare triangolazioni con gli Stati Uniti. Tra queste figurano l’aumento dei dazi su diverse categorie di merci e, per una serie di prodotti siderurgici, l’obbligo di notifica d’importazione con indicazione dell’acciaieria di provenienza, acciaieria che deve essere registrata presso il Ministero dell’economia.
Aumento dei dazi
A protezione delle filiere nazionali, interessate da un rallentamento della crescita economica, aggravata dai conflitti geopolitici e commerciali da un lato e dall’implementazione di nuovi modelli di business globali, come il nearshoring, dall’altro, tramite decreto del 22 aprile 2024, in vigore dal giorno successivo, il Ministero dell’economia messicano ha aumentato temporaneamente i dazi sulle importazioni di 544 linee tariffarie.
I principali prodotti toccati sono: acciaio,alluminio, tessili, abbigliamento, calzature, legno, plastica, prodotti chimici, carta e cartone, ceramica, vetro, apparecchiature elettriche, mezzi di trasporto, strumenti musicali e mobili. Sono esclusi da questa misura i prodotti agricoli.
La maggior parte di questi prodotti era già stata assoggettata ad aumenti tariffari tra il 5% e il 25% a partire dal 15 agosto 2023 e con il nuovo decreto si vede aumentare ulteriormente il dazio del 5-50%. I nuovi dazi all’importazione sono validi per due anni, ossia fino al 22 aprile 2026.
Il decreto non influisce sulle importazioni effettuate nell’ambito di programmi speciali di promozione del commercio estero, come il Programma IMMEX (Industria manifatturiera, Maquiladora e Servizi di esportazione), i Programmi di promozione settoriale (PROSEC) e i Decreti d’incentivazione fiscale per le regioni di confine, che beneficiano di trattamenti tariffari speciali.
Inoltre, l’aumento dei dazi riguarda solo le merci originarie di Paesi con cui il Messico non ha un accordo di libero scambio (ALS). I dazi preferenziali concessi ai Paesi con cui vige un ALS non sono pertanto interessati da questo decreto.È il caso della Svizzera, che nel quadro dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) ha un ALS con il Paese latinoamericano dal 2021. Si rende tuttavia attenti che il trattamento preferenziale previsto dall’ALS AELS-Messico è subordinato alla regola del trasporto diretto. Il trasporto dei prodotti può essere effettuato con attraversamento di altri territori, all’occorrenza con trasbordo o deposito temporaneo in tali territori, solo se i prodotti rimangono sotto la sorveglianza delle autorità doganali dello Stato di transito o di deposito e non vi subiscono altre operazioni a parte lo scarico, il ricarico, il frazionamento o le operazioni destinate a garantirne la conservazione in buono stato (cfr. direttiva R-30, visionabile sul sito dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, UDSC).
Acciaio: notifica automatica di importazione per un ampio spettro di prodotti
Con l’aumento da parte degli Stati Uniti dei dazi sull’acciaio e l’alluminio d’origine cinese, è cresciuta anche la preoccupazione di triangolazioni attraverso il Messico. Il 15 aprile 2024, il Ministero dell’economia ha pertanto emanato nuovi criteri per l’importazione di determinati prodotti siderurgici, per i quali è ora necessario presentare un Aviso Automático de Importación: l’“Accordo che modifica l’accordo con il quale il Ministero dell’economia emette le regole e i criteri generali sul commercio estero, in vigore dal 16 aprile 2024, aggiunge infatti 244 voci tariffarie del capitolo 72 “Ghisa, ferro e acciaio” all’elenco delle merci la cui importazione richiede l’elaborazione di Notifiche Automatiche di Importazione.
Per l’elaborazione di tali notifiche, l’importatore deve essere in possesso di informazioni quali:
il Paese in cui l’acciaio è stato fuso e colato o trasformato (deve obbligatoriamente corrispondere a quanto riportato nel Mill Certificate o nel Certificato di qualità, a seconda dei casi), e
il nome dell’acciaieria, che deve essere registrata nell’apposito catalogo delle acciaierie del Ministero dell’economia.
La presentazione del Mill Certificate piuttosto che del Certificato di qualità dipende dalla classificazione tariffaria delle merci:
nel caso di prodotti classificati nelle voci da 7206 a 7216, da 7218 a 7228 e 7304 va presentato un Mill Certificate;
nel caso di prodotti classificati nelle voci 7202, 7217, 7229, 7301, 7302 e da 7305 in poi va invece presentato un Certificato di qualità.
La Notifica Automatica di Importazione prevede l’obbligo di indicare il nome dell’acciaieria da cui provengono i prodotti, acciaieria che deve essere selezionata da un catalogo approntato appositamente dal Ministero dell’economia. Se l’acciaieria non figura nel catalogo, è necessario presentare richiesta di iscrizione. La pagina sopra indicata del SNICE fornisce l’elenco aggiornato delle acciaierie registrate, nonché indicazioni sulla procedura da seguire e sulle informazioni da fornire e/o recuperare per l’eventuale iscrizione.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2024/07/ART24-Messico-nuove-misure-importazione.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2024-07-04 08:00:002024-09-23 17:51:13Messico: nuove misure all’importazione
La Camera di commercio e dell’industria delle Filippine diventa l’81° organizzazione nazionale garante e membro della catena di garanzia internazionale WCF/ATA.
I carnet ATA sono accettati dalle dogane delle Filippine nel quadro della Convenzione relativa all’ammissione temporanea dell’OMD (Convenzione di Istanbul, 26 giugno 1990) per:
merci destinate ad essere presentate o utilizzate a una mostra, una fiera, un congresso o una manifestazione analoga
materiale professionale
contenitori, pallet, imballaggi, campioni e altre merci importate nell’ambito di un’operazione commerciale
beni importati come parte di un’operazione di produzione
beni importati per scopi didattici e scientifici o culturali; per quanto riguarda il materiale scientifico e didattico possono essere richiesti, all’occorrenza, l’inventario di detto materiale e un impegno scritto in merito alla sua riesportazione
effetti personali dei viaggiatori e merci importate per fini sportivi
merci importate per scopi umanitari
animali; ad eccezione di quelli destinati alla transumanza o al pascolo, nonché animali destinati all’esecuzione di lavori o di trasporti
I punti a cui prestare attenzione:
I carnet ATA non sono accettati per traffico postale.
I carnet ATA non sono accettati per il transito.
I carnet ATA sono accettati per merci contenute nel bagaglio a mano.
I carnet ATA sono accettati per importazioni parziali, a condizione che tutte le merci importate vengano riesportate insieme (in un unico lotto).
I carnet di rimpiazzo sono accettati (secondo l’Allegato A, articolo 14 della Convenzione di Istanbul).
I carnet ATA sono accettati nelle Filippine da tutti gli uffici doganali durante i loro orari di apertura.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2024/06/ART24-Carnet-Filippine.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2024-06-28 08:00:002024-06-27 10:48:47Le Filippine aderiscono al sistema ATA
Il 24 giugno 2024 gli Stati dell’AELS e il Cile hanno firmato a Ginevra il protocollo di modifica per aggiornare l’accordo di libero scambio.
L’accordo di libero scambio (ALS) tra gli Stati dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) e il Cile è in vigore dal 2004 e rispetto agli ALS più recenti, presentava lacune in diversi settori. Per colmarle, gli Stati dell’AELS e il Cile hanno avviato nel 2019 dei negoziati la modernizzazione dell’Accordo, negoziati andati a buon fine a gennaio e culminati il 24 giugno con la firma del protocollo di modifica.
Nella sua versione aggiornata, l’ALS corrisponde ora in larga misura ai più recenti accordi dell’AELS conclusi con Paesi terzi. Esso porterà all’eliminazione dei dazi su tutti i beni industriali, compresi quelli attualmente esportati in Cile dalle aziende dell’AELS, come macchine, strumenti di precisione, prodotti chimici e vaccini per uso veterinario. Inoltre, l’accordo aggiornato consentirà l’accesso in esenzione dai dazi al 99% delle importazioni di prodotti agricoli originari dell’AELS in Cile e coprirà il 95% delle importazioni negli Stati dell’AELS di prodotti agricoli cileni.
L’Accordo modernizzato comprende anche capitoli aggiornati sul commercio di beni e servizi (compresi i servizi finanziari), garantisce la protezione di importanti indicazioni geografiche svizzere (IG) e contiene disposizioni rafforzate e migliorate sui diritti di proprietà intellettuale e sugli appalti pubblici. Esso incorpora altresì nuovi capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile, sul commercio digitale e, per la prima volta, un capitolo sulle piccole e medie imprese.
L’accordo modernizzato entrerà in vigore una volta completati i processi di approvazione interni.
Il Consiglio federale ha nominato un nuovo membro del Consiglio di Amministrazione della SERV: si tratta di Luca Albertoni, Direttore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino. Assumerà il nuovo incarico a partire dal 1° luglio 2024 e lo manterrà per la durata residua del mandato 2024-2027 attualmente in corso.
Nel mese di novembre 2023 si era svolta la procedura di rinnovo integrale del Consiglio di Amministrazione della SERV per il mandato relativo al periodo 2024-2027. In tale occasione erano stati nominati otto membri tra confermati e nuovi eletti. Ora si è scelto di introdurre un’ulteriore persona, per conferire al Consiglio maggiore flessibilità, ottimizzarne il know-how e assicurare la rappresentanza della Svizzera italiana. È stato così raggiunto il numero massimo di nove membri, una formazione che ha già dato buoni frutti per l’Organizzazione in passato.
“Con Luca Albertoni il Consiglio si arricchisce di competenze specialistiche per quanto riguarda il panorama delle PMI elvetiche e in particolare ticinesi”, commenta Barbara Hayoz, Presidentessa del Consiglio di Amministrazione della SERV. “Inoltre, possiede ottimi contatti con le Camere di Commercio e dell’Industria della Svizzera. Siamo felici della collaborazione che ci attende.”
Il neoeletto membro del Consiglio di Amministrazione della SERV Luca Albertoni aggiunge: “E’ un grande onore poter mettere a disposizione della SERV le mie competenze giuridiche e le esperienze maturate in anni di collaborazioni con aziende esportatrici. I prodotti della SERV sono sempre più importanti in un contesto internazionale complesso e pieno di incertezze.”
Luca Albertoni è nato a Lugano e cresciuto a Bellinzona. Ha conseguito la laurea in giurisprudenza, con specializzazione in diritto commerciale, presso l’Università di Berna. Dal 2008 è Direttore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, dove aveva ricoperto la carica di responsabile del servizio giuridico a partire dal 2000. È, inoltre, membro del Comitato dell’Unione svizzera degli imprenditori e Presidente della sezione ticinese di “ICT-Formazione professionale Svizzera”
Chi siamo
La SERV è un’istituzione di diritto pubblico della Confederazione. Assicura le operazioni di esportazione – merci o servizi – delle aziende svizzere secondo principi di autonomia finanziaria, tutelandole soprattutto dai mancati pagamenti. In altre parole, risarcisce l’azienda esportatrice assicurata o la banca che ha erogato il finanziamento qualora l’acquirente estero non possa o non voglia saldare il pagamento per motivi politici o economici. Inoltre, con i suoi prodotti assicurativi, la SERV facilita alle aziende l’accesso a crediti e limiti di credito più elevati per i loro costi di produzione, aiutandole a tutelare la propria liquidità. La SERV opera in via sussidiaria e offre le proprie assicurazioni a integrazione delle prestazioni di assicuratori privati. Con la sua offerta contribuisce alla competitività internazionale dell’economia di esportazione svizzera e al mantenimento e alla creazione di posti di lavoro in Svizzera.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2022/12/ART22-Albertoni-che-scrive.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2024-06-24 14:40:552024-06-24 14:40:58Luca Albertoni entra a far parte del Consiglio di Amministrazione della SERV
Il 13 giugno 2024, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha aggiornato il documento interpretativo delle sanzioni (FAQ), con particolare riferimento ai concetti di “proprietà” e di “controllo” in/su imprese o organizzazioni.
La SECO ha riunito in un documento denominato “Interpretazione delle sanzioni”, le domande poste più di frequente dalle aziende svizzere. Il documento è suddiviso in due parti: il capitolo 1 fornisce informazioni che aiutano ad interpretare le disposizioni sul congelamento dei valori patrimoniali, valide per tutte le ordinanze sulle sanzioni che prevedono il blocco di averi e risorse economiche. Il capitolo 2 contiene informazioni di articoli specifici dell’Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina.
L’aggiornamento del 13 giugno concerne nello specifico i concetti di “proprietà” in imprese o organizzazioni e di “controllo” sulle stesse, come pure la possibilità di adottare misure per rimuovere tale controllo, le cosiddette misure di “ring fencing”, i cui criteri sono generalmente in linea con quelli dell’allegato 2 “Criteria for firewalls by operators and the use of external audits in this context “ della “Guidance Note – Implementation of Firewalls in cases of EU entities owned or controlled by a designated person or entity” della Commissione europea (PDF, 250 kB) .
Le FAQ della SECO possono essere visionate qui, sia nella versione finale sia in modalità revisione.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2024/06/ART24-sanzioni-CH.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2024-06-20 07:33:002024-06-20 09:08:36Sanzioni della Svizzera: aggiornate le FAQ
Dopo aver definitivamente approvato il regolamento sulla progettazione ecocompatibile, il 30 maggio il Consiglio dell’UE ha adottato anche una direttiva che promuove la riparazione dei beni rotti o difettosi, nota anche come direttiva sul diritto alla riparazione.
Grazie alla nuova direttiva “Right to Repair”,sarà più facile per i consumatori chiedere la riparazione anziché la sostituzione e i servizi di riparazione diventeranno più accessibili, trasparenti e allettanti.
La direttiva adottata il 30 maggio, rappresenta un ulteriore tassello per rafforzare l’economia circolare dopo l’adozione, il 27 maggio scorso, del regolamento sulla progettazione ecocompatibile, e crea una serie di strumenti e incentivi per rendere la riparazione più allettante per i consumatori. Ad esempio, l’obbligo per i fabbricanti di riparare i prodotti tecnicamente riparabili secondo il diritto dell’UE; la disponibilità di un modulo di riparazione volontaria con informazioni chiare sul processo di riparazione (tempi, costi, ecc.); una piattaforma europea online in cui i consumatori potranno facilmente reperire i servizi di riparazione e l’estensione della garanzia legale a 12 mesi se i consumatori scelgono la riparazione anziché la sostituzione. La direttiva incentiva altresì i fabbricanti a produrre beni che durino più a lungo e che possano essere riparati, riutilizzati e riciclati.
La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e gli Stati membri avranno poi 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2024/06/ART24-direttiva-UE-diritto-riparazione.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2024-06-06 08:00:002024-06-03 08:30:24UE: arriva la direttiva sul diritto alla riparazione
Un appuntamento annuale per ripercorrere il reinserimento di figure professionali con difficoltà di salute che, insieme alle imprese, hanno ricostruito con impegno e successo la propria vita professionale.
Un binomio, azienda-collaboratore, gratificante e certamente condiviso e raccontato in questo evento attraverso testimonianze e filmati.
Un’occasione che ha dimostrato quanto l’impegno coeso dei vari “attori” (persona, famiglia, azienda, economia e Istituzioni) diventi premiante per tutti.
L’evento si è svolto martedì 4 giugno 2024, presso la Sala Aragonite a Manno. Durante la serata sono intervenuti i Consiglieri di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, e Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia.
Oltre a loro, gli interlocutori sono stati Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Monica Maestri, Capoufficio AI.
Le premiazioni sono state accompagnate da contributi ispirati a contesti economico-sociali legati al mondo del lavoro a cura dell’ospite relatore Massimo Soriani Bellavista.
La Federazione delle Camere Saudite diventa l’80° organizzazione nazionale garante e membro della catena di garanzia internazionale WCF/ATA.
I carnet ATA sono accettati dalle dogane dell’Arabia Saudita nel quadro della Convenzione relativa all’ammissione temporanea dell’OMD (Convenzione di Istanbul, 26 giugno 1990) per:
merci destinate ad essere presentate o utilizzate a una mostra, una fiera, un congresso o una manifestazione analoga, fatta eccezione per piccoli campioni rappresentativi delle merci estere esposte (vedi articolo 5.1 a dell’allegato B.1 della Convenzione relativa all’ammissione temporanea) per i quali non è concessa l’esenzione da dazi e tasse di importazione e si applicano divieti e restrizioni all’importazione.
materiale professionale.
contenitori, pallet, imballaggi, campioni e altre merci importate nell’ambito di un’operazione commerciale.
merci importate a scopi didattici, scientifici o culturali.
I punti a cui prestare attenzione:
I carnet ATA sono accettati per traffico postale.
I carnet ATA sono accettati per il transito.
I carnet ATA sono accettati per merci contenute nel bagaglio a mano.
I carnet ATA sono accettati per l’importazione parziale.
I carnet di rimpiazzo sono accettati (secondo l’Allegato A, articolo 14 della Convenzione di Istanbul).
Il termine per la riesportazione è di sei mesi. Una proroga deve essere richiesta in anticipo e per iscritto al “Dipartimento di controllo doganale” delle dogane saudite. Contatto: coc-temporary@zatca.gov.sa.
I carnet ATA devono essere compilati in inglese o in arabo. La dogana si riserva il diritto di richiedere una traduzione quando i Carnet sono in un’altra lingua.
I carnet ATA sono accettati in Arabia Saudita da tutti gli uffici doganali durante i loro orari di apertura.
Se i valori delle merci dichiarati nel libretto ATA sono errati, le dogane saudite rifiuteranno di accettare il documento al momento dell’importazione. Una falsa dichiarazione del valore della merce può comportare inoltre il sequestro/confisca della merce e/o l’applicazione di sanzioni al detentore. Il titolare sarà ritenuto responsabile e le procedure doganali saranno applicate in conformità con il diritto doganale.
In Arabia Saudita, divieti e restrizioni all’importazione, che devono assolutamente essere rispettati, si applicano a più categorie di beni. Le informazioni corrispondenti sono pubblicate online dalle autorità saudite.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2024/05/ART24-Carnet-ATA-Arabia-Saudita.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2024-05-31 15:05:522024-07-08 16:27:05L’Arabia Saudita aderisce al sistema ATA
I vertici dell’Unione svizzera imprenditori incontrano Aiti e Camera di commercio: ‘Dal 2002 Pil su del 25%, ma in Ticino non è tutto rose e fiori’
Per l’Usi Accordi bilaterali da mantenere
Dossier sulla previdenza, in vista della votazione sulla riforma della Lpp prevista per l’autunno, e gli Accordi bilaterali con le discussioni in atto con l’Unione europea. È stato questo il menù dell’incontro che ha avuto luogo ieri (venerdì 24 maggio) a Lugano tra i vertici nazionali dell’Unione svizzera imprenditori (Usi) col mondo economico ticinese che, insieme, hanno convocato la stampa per spiegare lo stato dell’arte dal loro punto di vista.
Dopo il saluto del presidente dell’Usi Severin Moser, è il turno di Roland Müller – direttore dell’Unione che riunisce 90 associazioni regionali e settoriali e 100mila imprese che contano circa 2 milioni di collaboratori – rompere il ghiaccio. Partendo dall’assoluta importanza che per l’Usi hanno gli Accordi bilaterali con l’Ue. E di rimpallo, la libera circolazione delle persone che «dalla sua introduzione nel 2002 ha contribuito in modo significativo al rafforzamento del mercato del lavoro svizzero, all’aumento della produttività e al benessere generale». Dal 2002, riprende Müller, «il Prodotto interno lordo reale pro capite in Svizzera è aumentato di circa il 25%. Secondo la Segreteria di Stato dell’Economia, la libera circolazione delle persone ha contribuito ogni anno alla crescita economica in misura di circa lo 0,5%». La conseguenza, rileva il direttore dell’Usi, è «un mercato del lavoro dinamico, rafforzato da immigrati qualificati e che porta a una maggiore crescita economica creando più posti di lavoro per tutti». E il mercato locale? «Anche la forza lavoro locale beneficia di migliori opportunità di impiego e di aumenti salariali». Sicuri sicuri? Fino a un certo punto, dal momento che è lo stesso Müller a riconoscere che «non è tutto rose e fiori» e che «in Ticino la popolazione è particolarmente colpita dagli effetti negativi della libera circolazione delle persone. L’alto numero di frontalieri e la pressione salariale che ne consegue, così come la concorrenza per i posti di lavoro e la pressione sulle infrastrutture, provocano tensioni sociali e in alcuni casi anche rabbia». E quindi? Che fare? «È ancora più importante avere una posizione chiara in merito ai negoziati sugli Accordi bilaterali III e definire quali posizioni sono inamovibili. Come Usi siamo favorevoli al mantenimento dell’attuale protezione dei salari».
Pesenti (Aiti): ‘Qualcuno si è scordato come era negli anni Novanta…’
«Per le nostre imprese la conferma dell’impianto degli Accordi bilaterali è fondamentale», gli fa eco il presidente dell’Associazione delle industrie ticinesi (Aiti) Oliviero Pesenti. Anche perché «forse pochi ricordano che per oltre un decennio, negli anni Novanta, l’economia svizzera non cresceva più. A metà decennio, la disoccupazione in Svizzera era oltre il 4% e i tassi d’interesse erano arrivati a superare il 6%. L’economia e la popolazione pagarono a caro prezzo quella situazione, anche in termini di posti di lavoro e potere d’acquisto». Pesenti, quindi, sottolinea che «solo lo slancio dell’aumento delle esportazioni verso l’estero, grazie anche ai Bilaterali, ci permisero di risalire la china e creare migliaia di posti di lavoro anche in Ticino». Anche il presidente di Aiti non si nasconde, «i Bilaterali comportano alcuni problemi in una regione di confine come il Ticino. Ma la loro eliminazione avrebbe conseguenze ben più negative per la popolazione e l’economia». E no, «non ci sono alternative credibili. Del resto, chi non li sostiene in tutti questi anni non è mai stato in grado di portarne neanche una».
Gehri (Cc-Ti): ‘Abbiamo versato 90 milioni in 4 anni per la conciliabilità’
Convinto è il presidente della Camera di commercio ticinese Andrea Gehri: «Purtroppo, in Ticino la discussione verte quasi esclusivamente sempre attorno alla libera circolazione delle persone. Dimenticando che, a livello sistemico, la certezza del diritto e la stabilità delle relazioni con l’Ue sono di fondamentale importanza anche per la nostra realtà locale». E Gehri spalleggia Müller: «Siamo favorevoli al mantenimento dell’attuale livello di protezione dei salari e sosteniamo pienamente, come sempre, la lotta contro il dumping salariale». Ma fermi tutti: «Senza però scadere in eccessi di nuovi strumenti che nulla hanno a che vedere con il tema specifico».
Gehri rivendica anche con orgoglio, sul tema della carenza di manodopera e sulle misure per favorire l’impiegabilità delle persone che oggi sono attive solo in parte, che «negli ultimi quattro anni l’economia ticinese ha versato nelle casse cantonali oltre 90 milioni di franchi destinati alla conciliabilità lavoro famiglia, soldi che dovrebbero permettere di coinvolgere maggiormente nel mondo del lavoro soprattutto molte donne». Questo, ribadisce Gehri, «è un dato che deve far riflettere chi afferma che l’economia non fa nulla ed è poco sensibile a favore della politica famigliare. È vero il contrario». Senza dimenticare, è la battaglia campale di queste settimane, «che per taluni aspetti la politica fiscale necessita di correttivi, come previsto dalla votazione del 9 giugno». Questo perché «è difficile incentivare il lavoro se esso viene penalizzato fiscalmente da una progressione eccessiva, per cui non è raro che in molte coppie uno dei due rinunci a lavorare o lo faccia solo parzialmente per evitare un’imposizione fiscale eccessiva, sproporzionata e confiscatoria».
Fonte: La Regione – 25 maggio 2024
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2024/05/ART24-Libera-circolazione-futuro.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2024-05-31 10:22:582024-05-31 10:32:45Libera circolazione modello per il futuro
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Mai come negli ultimi anni abbiamo avuto testimonianza di quest’assunto. E, con ’abracadabra’, non ci riferiamo ad una formula magica pronunciata per evocare un incantesimo.
È invece diventata una realtà imprescindibile per un’azienda possedere la capacità di reinventarsi e adattarsi alle mutevoli condizioni che oggi il mercato presenta, perché questa abilità è determinate per il successo a lungo termine.
Una definizione
Le organizzazioni adattive (intese come “gruppo di persone formalmente unite per raggiungere uno o più obiettivi comuni, riunite in un sistema aperto che percepisce l’ambiente interno ed esterno, attivando meccanismi di adattamento finalizzati a mantenere lo stato ottimale dell’entità stessa, quale cambiamento evolutivo costante”) si distinguono per la loro capacità di rispondere prontamente e in modo efficace ai cambiamenti nell’ambiente esterno. Esse sono in grado di riconoscere le nuove tendenze e le opportunità emergenti, adattando rapidamente le proprie strategie e operazioni per capitalizzare su tali cambiamenti. Agilità e flessibilità sono caratteristiche fondamentali, che spesso si traducono in una maggiore capacità di innovazione e di adattamento alle mutevoli condizioni congiunturali.
Fare impresa oggi
Nel contesto attuale, le aziende devono affrontare una serie di sfide e opportunità senza precedenti. I rapidi avanzamenti tecnologici, i cambiamenti demografici, gli scenari internazionali, le pressioni competitive e i repentini cambiamenti nei gusti dei consumatori rappresentano solo alcune delle forze che richiedono alle aziende di essere agili e pronte a reinventarsi. Un esempio evidente di questa necessità è stato (ed è tuttora) rappresentato dalla trasformazione digitale, che ha spinto molte aziende a ridefinire i loro modelli di business e ad adottare nuove tecnologie per rimanere competitive.
Il capitale umano è sempre determinante
Nelle organizzazioni adattive vive una forte cultura aziendale, dove deve fiorire l’innovazione, l’apprendimento continuo e il coinvolgimento dei dipendenti. L’agilità organizzativa non può essere raggiunta senza un impegno diffuso a tutti i livelli dell’azienda e senza un’apertura al cambiamento.
Per questi motivi la formazione e lo sviluppo dei dipendenti, così come il dialogo fra i diversi componenti del team intergenerazionali sono cruciali per garantire che l’azienda abbia le competenze necessarie per adattarsi a nuovi modelli di business e situazioni congiunturali (junior e senior non sempre approcciano i cambiamenti nello stesso modo e sono guidati da leve motivazionali diverse).
Attraverso l’adozione di queste pratiche, le aziende possono prepararsi ad affrontare con successo le sfide del mercato in continua evoluzione.
Parole chiave: la nostra ’top 5’
Restare competitiva sul mercato oggi è una sfida complessa. Ecco alcune riflessioni in termini di temi a cui prestare particolare attenzione:
Messico: nuove misure all’importazione
/in Dogana, Internazionale, TematicheAd aprile, il Messico ha introdotto nuove misure commerciali per salvaguardare l’industria nazionale ed evitare triangolazioni con gli Stati Uniti. Tra queste figurano l’aumento dei dazi su diverse categorie di merci e, per una serie di prodotti siderurgici, l’obbligo di notifica d’importazione con indicazione dell’acciaieria di provenienza, acciaieria che deve essere registrata presso il Ministero dell’economia.
Aumento dei dazi
A protezione delle filiere nazionali, interessate da un rallentamento della crescita economica, aggravata dai conflitti geopolitici e commerciali da un lato e dall’implementazione di nuovi modelli di business globali, come il nearshoring, dall’altro, tramite decreto del 22 aprile 2024, in vigore dal giorno successivo, il Ministero dell’economia messicano ha aumentato temporaneamente i dazi sulle importazioni di 544 linee tariffarie.
I principali prodotti toccati sono: acciaio, alluminio, tessili, abbigliamento, calzature, legno, plastica, prodotti chimici, carta e cartone, ceramica, vetro, apparecchiature elettriche, mezzi di trasporto, strumenti musicali e mobili. Sono esclusi da questa misura i prodotti agricoli.
La maggior parte di questi prodotti era già stata assoggettata ad aumenti tariffari tra il 5% e il 25% a partire dal 15 agosto 2023 e con il nuovo decreto si vede aumentare ulteriormente il dazio del 5-50%. I nuovi dazi all’importazione sono validi per due anni, ossia fino al 22 aprile 2026.
Il decreto non influisce sulle importazioni effettuate nell’ambito di programmi speciali di promozione del commercio estero, come il Programma IMMEX (Industria manifatturiera, Maquiladora e Servizi di esportazione), i Programmi di promozione settoriale (PROSEC) e i Decreti d’incentivazione fiscale per le regioni di confine, che beneficiano di trattamenti tariffari speciali.
Inoltre, l’aumento dei dazi riguarda solo le merci originarie di Paesi con cui il Messico non ha un accordo di libero scambio (ALS). I dazi preferenziali concessi ai Paesi con cui vige un ALS non sono pertanto interessati da questo decreto. È il caso della Svizzera, che nel quadro dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) ha un ALS con il Paese latinoamericano dal 2021. Si rende tuttavia attenti che il trattamento preferenziale previsto dall’ALS AELS-Messico è subordinato alla regola del trasporto diretto. Il trasporto dei prodotti può essere effettuato con attraversamento di altri territori, all’occorrenza con trasbordo o deposito temporaneo in tali territori, solo se i prodotti rimangono sotto la sorveglianza delle autorità doganali dello Stato di transito o di deposito e non vi subiscono altre operazioni a parte lo scarico, il ricarico, il frazionamento o le operazioni destinate a garantirne la conservazione in buono stato (cfr. direttiva R-30, visionabile sul sito dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, UDSC).
Acciaio: notifica automatica di importazione per un ampio spettro di prodotti
Con l’aumento da parte degli Stati Uniti dei dazi sull’acciaio e l’alluminio d’origine cinese, è cresciuta anche la preoccupazione di triangolazioni attraverso il Messico. Il 15 aprile 2024, il Ministero dell’economia ha pertanto emanato nuovi criteri per l’importazione di determinati prodotti siderurgici, per i quali è ora necessario presentare un Aviso Automático de Importación: l’“Accordo che modifica l’accordo con il quale il Ministero dell’economia emette le regole e i criteri generali sul commercio estero, in vigore dal 16 aprile 2024, aggiunge infatti 244 voci tariffarie del capitolo 72 “Ghisa, ferro e acciaio” all’elenco delle merci la cui importazione richiede l’elaborazione di Notifiche Automatiche di Importazione.
Per l’elaborazione di tali notifiche, l’importatore deve essere in possesso di informazioni quali:
La presentazione del Mill Certificate piuttosto che del Certificato di qualità dipende dalla classificazione tariffaria delle merci:
Un esempio, a scopo illustrativo, degli elementi che devono essere contenuti nel Mill Certificate o nel Certificato di qualità è visionabile sulla Guía rápida para el ingreso de solicitudes de Avisos Automáticos de Importación de Productos Siderúrgicos (AAIPS) a través de la Ventanilla Digital (VUCEM) messa a disposizione dal Servizio nazionale di informazione sul commercio estero (SNICE), che ha altresì approntato una pagina con diverse informazioni utili (in spagnolo), tra cui le FAQ.
La Notifica Automatica di Importazione prevede l’obbligo di indicare il nome dell’acciaieria da cui provengono i prodotti, acciaieria che deve essere selezionata da un catalogo approntato appositamente dal Ministero dell’economia. Se l’acciaieria non figura nel catalogo, è necessario presentare richiesta di iscrizione. La pagina sopra indicata del SNICE fornisce l’elenco aggiornato delle acciaierie registrate, nonché indicazioni sulla procedura da seguire e sulle informazioni da fornire e/o recuperare per l’eventuale iscrizione.
Le Filippine aderiscono al sistema ATA
/in Dogana, Internazionale, TematicheA partire dal 15.07.2024
La Camera di commercio e dell’industria delle Filippine diventa l’81° organizzazione nazionale garante e membro della catena di garanzia internazionale WCF/ATA.
I carnet ATA sono accettati dalle dogane delle Filippine nel quadro della Convenzione relativa all’ammissione temporanea dell’OMD (Convenzione di Istanbul, 26 giugno 1990) per:
I punti a cui prestare attenzione:
Modernizzato l’accordo di libero scambio AELS-Cile
/in Dogana, Internazionale, TematicheIl 24 giugno 2024 gli Stati dell’AELS e il Cile hanno firmato a Ginevra il protocollo di modifica per aggiornare l’accordo di libero scambio.
L’accordo di libero scambio (ALS) tra gli Stati dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) e il Cile è in vigore dal 2004 e rispetto agli ALS più recenti, presentava lacune in diversi settori. Per colmarle, gli Stati dell’AELS e il Cile hanno avviato nel 2019 dei negoziati la modernizzazione dell’Accordo, negoziati andati a buon fine a gennaio e culminati il 24 giugno con la firma del protocollo di modifica.
Nella sua versione aggiornata, l’ALS corrisponde ora in larga misura ai più recenti accordi dell’AELS conclusi con Paesi terzi. Esso porterà all’eliminazione dei dazi su tutti i beni industriali, compresi quelli attualmente esportati in Cile dalle aziende dell’AELS, come macchine, strumenti di precisione, prodotti chimici e vaccini per uso veterinario. Inoltre, l’accordo aggiornato consentirà l’accesso in esenzione dai dazi al 99% delle importazioni di prodotti agricoli originari dell’AELS in Cile e coprirà il 95% delle importazioni negli Stati dell’AELS di prodotti agricoli cileni.
L’Accordo modernizzato comprende anche capitoli aggiornati sul commercio di beni e servizi (compresi i servizi finanziari), garantisce la protezione di importanti indicazioni geografiche svizzere (IG) e contiene disposizioni rafforzate e migliorate sui diritti di proprietà intellettuale e sugli appalti pubblici. Esso incorpora altresì nuovi capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile, sul commercio digitale e, per la prima volta, un capitolo sulle piccole e medie imprese.
L’accordo modernizzato entrerà in vigore una volta completati i processi di approvazione interni.
Fonte: Comunicato stampa del DEFR, 24.06.2024, AELS
Luca Albertoni entra a far parte del Consiglio di Amministrazione della SERV
/in Comunicazione e mediaComunicato stampa della SERV
Il Consiglio federale ha nominato un nuovo membro del Consiglio di Amministrazione della SERV: si tratta di Luca Albertoni, Direttore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino. Assumerà il nuovo incarico a partire dal 1° luglio 2024 e lo manterrà per la durata residua del mandato 2024-2027 attualmente in corso.
Nel mese di novembre 2023 si era svolta la procedura di rinnovo integrale del Consiglio di Amministrazione della SERV per il mandato relativo al periodo 2024-2027. In tale occasione erano stati nominati otto membri tra confermati e nuovi eletti. Ora si è scelto di introdurre un’ulteriore persona, per conferire al Consiglio maggiore flessibilità, ottimizzarne il know-how e assicurare la rappresentanza della Svizzera italiana. È stato così raggiunto il numero massimo di nove membri, una formazione che ha già dato buoni frutti per l’Organizzazione in passato.
“Con Luca Albertoni il Consiglio si arricchisce di competenze specialistiche per quanto riguarda il panorama delle PMI elvetiche e in particolare ticinesi”, commenta Barbara Hayoz, Presidentessa del Consiglio di Amministrazione della SERV. “Inoltre, possiede ottimi contatti con le Camere di Commercio e dell’Industria della Svizzera. Siamo felici della collaborazione che ci attende.”
Il neoeletto membro del Consiglio di Amministrazione della SERV Luca Albertoni aggiunge: “E’ un grande onore poter mettere a disposizione della SERV le mie competenze giuridiche e le esperienze maturate in anni di collaborazioni con aziende esportatrici. I prodotti della SERV sono sempre più importanti in un contesto internazionale complesso e pieno di incertezze.”
Luca Albertoni è nato a Lugano e cresciuto a Bellinzona. Ha conseguito la laurea in giurisprudenza, con specializzazione in diritto commerciale, presso l’Università di Berna. Dal 2008 è Direttore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, dove aveva ricoperto la carica di responsabile del servizio giuridico a partire dal 2000. È, inoltre, membro del Comitato dell’Unione svizzera degli imprenditori e Presidente della sezione ticinese di “ICT-Formazione professionale Svizzera”
Chi siamo
La SERV è un’istituzione di diritto pubblico della Confederazione. Assicura le operazioni di esportazione – merci o servizi – delle aziende svizzere secondo principi di autonomia finanziaria, tutelandole soprattutto dai mancati pagamenti. In altre parole, risarcisce l’azienda esportatrice assicurata o la banca che ha erogato il finanziamento qualora l’acquirente estero non possa o non voglia saldare il pagamento per motivi politici o economici. Inoltre, con i suoi prodotti assicurativi, la SERV facilita alle aziende l’accesso a crediti e limiti di credito più elevati per i loro costi di produzione, aiutandole a tutelare la propria liquidità. La SERV opera in via sussidiaria e offre le proprie assicurazioni a integrazione delle prestazioni di assicuratori privati. Con la sua offerta contribuisce alla competitività internazionale dell’economia di esportazione svizzera e al mantenimento e alla creazione di posti di lavoro in Svizzera.
Sanzioni della Svizzera: aggiornate le FAQ
/in Dogana, Internazionale, Tematiche, VariaIl 13 giugno 2024, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha aggiornato il documento interpretativo delle sanzioni (FAQ), con particolare riferimento ai concetti di “proprietà” e di “controllo” in/su imprese o organizzazioni.
La SECO ha riunito in un documento denominato “Interpretazione delle sanzioni”, le domande poste più di frequente dalle aziende svizzere. Il documento è suddiviso in due parti: il capitolo 1 fornisce informazioni che aiutano ad interpretare le disposizioni sul congelamento dei valori patrimoniali, valide per tutte le ordinanze sulle sanzioni che prevedono il blocco di averi e risorse economiche. Il capitolo 2 contiene informazioni di articoli specifici dell’Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina.
L’aggiornamento del 13 giugno concerne nello specifico i concetti di “proprietà” in imprese o organizzazioni e di “controllo” sulle stesse, come pure la possibilità di adottare misure per rimuovere tale controllo, le cosiddette misure di “ring fencing”, i cui criteri sono generalmente in linea con quelli dell’allegato 2 “Criteria for firewalls by operators and the use of external audits in this context “ della “Guidance Note – Implementation of Firewalls in cases of EU entities owned or controlled by a designated person or entity” della Commissione europea (PDF, 250 kB) .
Le FAQ della SECO possono essere visionate qui, sia nella versione finale sia in modalità revisione.
UE: arriva la direttiva sul diritto alla riparazione
/in Internazionale, TematicheDopo aver definitivamente approvato il regolamento sulla progettazione ecocompatibile, il 30 maggio il Consiglio dell’UE ha adottato anche una direttiva che promuove la riparazione dei beni rotti o difettosi, nota anche come direttiva sul diritto alla riparazione.
Grazie alla nuova direttiva “Right to Repair”, sarà più facile per i consumatori chiedere la riparazione anziché la sostituzione e i servizi di riparazione diventeranno più accessibili, trasparenti e allettanti.
La direttiva adottata il 30 maggio, rappresenta un ulteriore tassello per rafforzare l’economia circolare dopo l’adozione, il 27 maggio scorso, del regolamento sulla progettazione ecocompatibile, e crea una serie di strumenti e incentivi per rendere la riparazione più allettante per i consumatori. Ad esempio, l’obbligo per i fabbricanti di riparare i prodotti tecnicamente riparabili secondo il diritto dell’UE; la disponibilità di un modulo di riparazione volontaria con informazioni chiare sul processo di riparazione (tempi, costi, ecc.); una piattaforma europea online in cui i consumatori potranno facilmente reperire i servizi di riparazione e l’estensione della garanzia legale a 12 mesi se i consumatori scelgono la riparazione anziché la sostituzione. La direttiva incentiva altresì i fabbricanti a produrre beni che durino più a lungo e che possano essere riparati, riutilizzati e riciclati.
La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e gli Stati membri avranno poi 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.
Fonte:
Economia circolare: il Consiglio approva in via definitiva la direttiva sul diritto alla riparazione – Consilium (europa.eu)
AGIAMO INSIEME 2024
/in Appuntamenti, TematicheValorizzare la PERSONA in azienda
Un appuntamento annuale per ripercorrere il reinserimento di figure professionali con difficoltà di salute che, insieme alle imprese, hanno ricostruito con impegno e successo la propria vita professionale.
Un binomio, azienda-collaboratore, gratificante e certamente condiviso e raccontato in questo evento attraverso testimonianze e filmati.
Un’occasione che ha dimostrato quanto l’impegno coeso dei vari “attori” (persona, famiglia, azienda, economia e Istituzioni) diventi premiante per tutti.
L’evento si è svolto martedì 4 giugno 2024, presso la Sala Aragonite a Manno. Durante la serata sono intervenuti i Consiglieri di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, e Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia.
Oltre a loro, gli interlocutori sono stati Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Monica Maestri, Capoufficio AI.
Le premiazioni sono state accompagnate da contributi ispirati a contesti economico-sociali legati al mondo del lavoro a cura dell’ospite relatore Massimo Soriani Bellavista.
Quest’anno le aziende premiate sono:
Video di presentazione – Fart SA
Video di presentazione – Napp Sagl
Video di presentazione – Sonepar SA
L’Arabia Saudita aderisce al sistema ATA
/in Dogana, Internazionale, TematicheA partire dal 01.06.2024
La Federazione delle Camere Saudite diventa l’80° organizzazione nazionale garante e membro della catena di garanzia internazionale WCF/ATA.
I carnet ATA sono accettati dalle dogane dell’Arabia Saudita nel quadro della Convenzione relativa all’ammissione temporanea dell’OMD (Convenzione di Istanbul, 26 giugno 1990) per:
I punti a cui prestare attenzione:
Libera circolazione modello per il futuro
/in Comunicazione e mediaI vertici dell’Unione svizzera imprenditori incontrano Aiti e Camera di commercio: ‘Dal 2002 Pil su del 25%, ma in Ticino non è tutto rose e fiori’
Per l’Usi Accordi bilaterali da mantenere
Dossier sulla previdenza, in vista della votazione sulla riforma della Lpp prevista per l’autunno, e gli Accordi bilaterali con le discussioni in atto con l’Unione europea. È stato questo il menù dell’incontro che ha avuto luogo ieri (venerdì 24 maggio) a Lugano tra i vertici nazionali dell’Unione svizzera imprenditori (Usi) col mondo economico ticinese che, insieme, hanno convocato la stampa per spiegare lo stato dell’arte dal loro punto di vista.
Dopo il saluto del presidente dell’Usi Severin Moser, è il turno di Roland Müller – direttore dell’Unione che riunisce 90 associazioni regionali e settoriali e 100mila imprese che contano circa 2 milioni di collaboratori – rompere il ghiaccio. Partendo dall’assoluta importanza che per l’Usi hanno gli Accordi bilaterali con l’Ue. E di rimpallo, la libera circolazione delle persone che «dalla sua introduzione nel 2002 ha contribuito in modo significativo al rafforzamento del mercato del lavoro svizzero, all’aumento della produttività e al benessere generale». Dal 2002, riprende Müller, «il Prodotto interno lordo reale pro capite in Svizzera è aumentato di circa il 25%. Secondo la Segreteria di Stato dell’Economia, la libera circolazione delle persone ha contribuito ogni anno alla crescita economica in misura di circa lo 0,5%». La conseguenza, rileva il direttore dell’Usi, è «un mercato del lavoro dinamico, rafforzato da immigrati qualificati e che porta a una maggiore crescita economica creando più posti di lavoro per tutti». E il mercato locale? «Anche la forza lavoro locale beneficia di migliori opportunità di impiego e di aumenti salariali». Sicuri sicuri? Fino a un certo punto, dal momento che è lo stesso Müller a riconoscere che «non è tutto rose e fiori» e che «in Ticino la popolazione è particolarmente colpita dagli effetti negativi della libera circolazione delle persone. L’alto numero di frontalieri e la pressione salariale che ne consegue, così come la concorrenza per i posti di lavoro e la pressione sulle infrastrutture, provocano tensioni sociali e in alcuni casi anche rabbia». E quindi? Che fare? «È ancora più importante avere una posizione chiara in merito ai negoziati sugli Accordi bilaterali III e definire quali posizioni sono inamovibili. Come Usi siamo favorevoli al mantenimento dell’attuale protezione dei salari».
Pesenti (Aiti): ‘Qualcuno si è scordato come era negli anni Novanta…’
«Per le nostre imprese la conferma dell’impianto degli Accordi bilaterali è fondamentale», gli fa eco il presidente dell’Associazione delle industrie ticinesi (Aiti) Oliviero Pesenti. Anche perché «forse pochi ricordano che per oltre un decennio, negli anni Novanta, l’economia svizzera non cresceva più. A metà decennio, la disoccupazione in Svizzera era oltre il 4% e i tassi d’interesse erano arrivati a superare il 6%. L’economia e la popolazione pagarono a caro prezzo quella situazione, anche in termini di posti di lavoro e potere d’acquisto». Pesenti, quindi, sottolinea che «solo lo slancio dell’aumento delle esportazioni verso l’estero, grazie anche ai Bilaterali, ci permisero di risalire la china e creare migliaia di posti di lavoro anche in Ticino». Anche il presidente di Aiti non si nasconde, «i Bilaterali comportano alcuni problemi in una regione di confine come il Ticino. Ma la loro eliminazione avrebbe conseguenze ben più negative per la popolazione e l’economia». E no, «non ci sono alternative credibili. Del resto, chi non li sostiene in tutti questi anni non è mai stato in grado di portarne neanche una».
Gehri (Cc-Ti): ‘Abbiamo versato 90 milioni in 4 anni per la conciliabilità’
Convinto è il presidente della Camera di commercio ticinese Andrea Gehri: «Purtroppo, in Ticino la discussione verte quasi esclusivamente sempre attorno alla libera circolazione delle persone. Dimenticando che, a livello sistemico, la certezza del diritto e la stabilità delle relazioni con l’Ue sono di fondamentale importanza anche per la nostra realtà locale». E Gehri spalleggia Müller: «Siamo favorevoli al mantenimento dell’attuale livello di protezione dei salari e sosteniamo pienamente, come sempre, la lotta contro il dumping salariale». Ma fermi tutti: «Senza però scadere in eccessi di nuovi strumenti che nulla hanno a che vedere con il tema specifico».
Gehri rivendica anche con orgoglio, sul tema della carenza di manodopera e sulle misure per favorire l’impiegabilità delle persone che oggi sono attive solo in parte, che «negli ultimi quattro anni l’economia ticinese ha versato nelle casse cantonali oltre 90 milioni di franchi destinati alla conciliabilità lavoro famiglia, soldi che dovrebbero permettere di coinvolgere maggiormente nel mondo del lavoro soprattutto molte donne». Questo, ribadisce Gehri, «è un dato che deve far riflettere chi afferma che l’economia non fa nulla ed è poco sensibile a favore della politica famigliare. È vero il contrario». Senza dimenticare, è la battaglia campale di queste settimane, «che per taluni aspetti la politica fiscale necessita di correttivi, come previsto dalla votazione del 9 giugno». Questo perché «è difficile incentivare il lavoro se esso viene penalizzato fiscalmente da una progressione eccessiva, per cui non è raro che in molte coppie uno dei due rinunci a lavorare o lo faccia solo parzialmente per evitare un’imposizione fiscale eccessiva, sproporzionata e confiscatoria».
Fonte: La Regione – 25 maggio 2024