
Nell’evento della Cc-Ti del 26 settembre scorso, davanti ad un folto pubblico che è intervenuto partecipando in modo attivo con domande e spunti di riflessione, si è parlato della trasformazione dei modelli di business e di come la digitalizzazione influisca su essi. Il tutto nel quadro della collaborazione fra la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) e Swisscom.
L’appuntamento intitolato “Innovazione e digitalizzazione: la trasformazione dei modelli di business”, si è tenuto presso la sede della Cc-Ti a Lugano. Dopo l’evento è seguito un business lunch, che ha permesso, in un ambiente informale, di creare contatti proficui per gli affari dei nostri associati che sono intervenuti quale pubblico, nonché di poter porre domande specifiche ai relatori, analizzando al meglio i temi presentati.
Sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Maaike Booi, Vice Direttrice Palo Alto SA; Mirko Nesti, CEO Tectel SA; Stefano Doninelli, CEO DOS Group SA e Carlo Secchi, Direttore Vendite Swisscom Enterprise Customers, che hanno illustrato ai convenuti differenti modelli di business nei quali la digitalizzazione ha fatto la differenza.

Da sin. Mirko Nesti, Maaike Booi, Stefano Doninelli e Carlo Secchi
Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, nella sua introduzione, ha parlato dell’importanza dell’apertura mentale verso la digitalizzazione, della quale molti hanno ancora timore. Si tratta però di un’onda che va cavalcata e non arrestata, poiché in essa si devono cercare e cogliere nuove sfide ed opportunità per crescere, innovarsi e restare competitivi sul mercato. Albertoni ha inoltre sottolineato come le trasformazioni in atto siano ineluttabili in tutta la società e per le aziende “4.0” sia una possibilità per cercare maggiori benefici per un vantaggio competitivo concreto.
La digitalizzazione ha imposto nuovi modi di pensare, di agire, di lavorare. Come Cc-Ti ci siamo chinati su questo tema con numerosi approfondimenti, dedicandovi già l’evento “L’economia del futuro è digitale” la scorsa primavera (ritrovate qui il resoconto www.cc-ti.ch/resoconto-dellevento-leconomia-del-futuro-e-digitale) e molti articoli sulle pagine di Ticino Business nel corso del 2017, come pure sul nostro sito web (accedete tramite questo link: www.cc-ti.ch/la-digitalizzazione-oggi). Crediamo sia un tema strategico per le aziende oggi, sul quale riflettere ed investire per non marciare sul posto, ma progredire verso nuove evoluzioni ed opportunità.
Maaike Booi, dell’azienda Palo Alto SA di Lugano, ha parlato dei motivi alla base dell’automatizzazione dei processi (BPM) e ha dimostrato come sfruttare questa digitalizzazione come pure la gestione documentale digitalizzata (DMS) per migliorare l’efficienza delle aziende ed i loro collaboratori. Il tutto ponendosi l’obiettivo di ridare tempo alle aziende, così che esse possano concentrarsi sul proprio core business, ridando valore anche alla figura della risorsa umana. L’alleggerimento amministrativo dovuto alla digitalizzazione di processi burocratici nelle aziende è uno degli scopi di Palo Alto SA, per il proprio operare. La Signora Booi ha portato l’esempio della comunicazione tra differenti comparti dell’azienda (amministrazione/fatturazione-tecnico operatore) e di come digitalizzandola essa sia diventata più efficiente, sia per i dipendenti, con vantaggi anche per i clienti finali dell’impresa.
Oggi gli strumenti digitali non richiedono più degli investimenti così onerosi come in passato, motivo per cui anche le PMI possono approcciare questo tema e sfruttarne al pieno il potenziale. Inoltre la digitalizzazione dei processi permette di restare competitivi e di portare innovazione all’interno della struttura aziendale, fornendo importanti benefici alle imprese, tra cui una riduzione dei costi, un controllo degli sprechi, una migliore gestione del tempo. Affiancando a questi processi anche una formazione continua mirata dei collaboratori, essi vengono coinvolti nel cambiamento e sono motivati nel flusso della gestione del valore.

Luca Albertoni durante la sua introduzione all’evento
Tectel SA ubicata a Lamone, si occupa della digitalizzazione di documenti e di archivi aziendali. L’archiviazione elettronica dei documenti cartacei è possibile grazie ad un’industrializzazione di questo processo. Dalle parole del CEO Mirko Nesti, emerge come le tante aziende che si sono affidate a Tectel abbiano liberato magazzini, con indubbi agevolazioni su costi, stoccaggio e logistica della carta/archivio/magazzino, e come la digitalizzazione dei documenti sia poi stata un’utile esercizio per riordinare e ritrovare documenti importanti, anche storici, per l’azienda stessa. Il tutto in sicurezza e rispettando le diverse normative in vigore sulla gestione della smaterializzazione della carta. I dati della scansione dei documenti vengono salvati in digitale e poi indicizzati, dando la possibilità ad ogni collaboratore dell’azienda cliente di accedere e fare ricerche tra i dati direttamente dal proprio pc. La conservazione sostitutiva è una procedura legale/informatica regolamentata dalla legge, in grado di garantire nel tempo la validità legale di un documento informatico. Il processo di industrializzazione di Tectel prevede l’utilizzo di uno scan che in 1 minuto compie la scansione di 250 fogli fronte/retro a colori. Di questo processo, ad esempio, ne hanno già beneficiato studi medici, avvocati, fiduciarie, ecc..
Stefano Doninelli, CEO di DOS Group SA, ha spiegato come la sua azienda abbia creato un sistema di comunicazione d’emergenza, sviluppando software e app che vanno a sostenere la comunicazione per salvare vite umane e/o situazioni d’emergenza. Il Ticino, grazie al progetto Momentum, è diventato il secondo posto al mondo per tasso di sopravvivenza in caso di attacco cardiaco, con una percentuale pari al 58% grazie alla tempestività d’intervento (al primo posto vi è Seattle). Così facendo si abbattono al contempo in modo massiccio i costi; poiché si va a gestire la rete di first responder in caso di attacchi cardiaci. Momentum è sviluppato in collaborazione con la Fondazione TicinoCuore. Questo concetto può essere applicato anche ad altri modelli di business nell’ambito della sanità, ma anche per enti che gestiscono la sicurezza o gli allarmi (sanità, ospedali, 144, polizia), ed è usato in Ticino, in altri Cantoni e anche all’estero. Oltre a ciò vi sono altri due progetti che DOS Group SA sta portando avanti: NeuraEye, basato sull’utilizzo di reti neurali, che permette ai servizi di sicurezza e alle forze dell’ordine di eseguire delle ricerche di oggetti o persone in modo veloce sulle registrazioni delle telecamere e Arvados, che sarà utilizzato per la ricerca di persone scomparse in ambienti aperti (boschi, ecc.) o sotto le valanghe.
Infine, Carlo Secchi, Direttore Vendite Swisscom Enterprise Customers, si è soffermato sull’approccio alla «trasformazione digitale» con particolare riferimento al cambiamento, ai modelli di business dirompenti e alle nuove figure professionali. Nello specifico è stato evidenziato come negli ultimi 15 anni sia totalmente cambiato l’approccio al digitale e come l’evoluzione digitale sia rapidissima e influenzi in maniera massiccia i business. Già solo 10 anni fa non esistevano professioni che oggi sono operative, così come lo sviluppo e l’impatto di questo progresso sul business è in crescita costante. In questo senso, ad esempio, Swisscom lancerà nel 2020 il 5G. In un mondo sempre più interconnesso è bene salire sul treno della digitalizzazione e cogliere le sfide che essa offre, valutando e analizzando al meglio le opportunità (ma anche i rischi) che essa offre. Questo va fatto sia nella scelta della strategia aziendale, di modello di business, come pure per lo schema di leadership e conduzione che si vuole attuare. Carlo Secchi consiglia 4 passi per la trasformazione digitale:
- Riconoscere i trend in atto
- Analizzare la leadership digitale
- Affrontare e attuare i modelli di business
- Definire e vivere la governance digitale
L’evento, come già anticipato, si è concluso con le domande del pubblico e un business lunch, con uno scambio di esperienze per nuovi contatti.
L’evento nei media:
tramite questo link è possibile accedere al servizio del Quotidiano – RSI, edizione del 26.9.2017
I nuovi modelli di business che si impongono con la digitalizzazione
/in Digitalizzazione, TematicheNell’evento della Cc-Ti del 26 settembre scorso, davanti ad un folto pubblico che è intervenuto partecipando in modo attivo con domande e spunti di riflessione, si è parlato della trasformazione dei modelli di business e di come la digitalizzazione influisca su essi. Il tutto nel quadro della collaborazione fra la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) e Swisscom.
L’appuntamento intitolato “Innovazione e digitalizzazione: la trasformazione dei modelli di business”, si è tenuto presso la sede della Cc-Ti a Lugano. Dopo l’evento è seguito un business lunch, che ha permesso, in un ambiente informale, di creare contatti proficui per gli affari dei nostri associati che sono intervenuti quale pubblico, nonché di poter porre domande specifiche ai relatori, analizzando al meglio i temi presentati.
Sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Maaike Booi, Vice Direttrice Palo Alto SA; Mirko Nesti, CEO Tectel SA; Stefano Doninelli, CEO DOS Group SA e Carlo Secchi, Direttore Vendite Swisscom Enterprise Customers, che hanno illustrato ai convenuti differenti modelli di business nei quali la digitalizzazione ha fatto la differenza.
Da sin. Mirko Nesti, Maaike Booi, Stefano Doninelli e Carlo Secchi
Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, nella sua introduzione, ha parlato dell’importanza dell’apertura mentale verso la digitalizzazione, della quale molti hanno ancora timore. Si tratta però di un’onda che va cavalcata e non arrestata, poiché in essa si devono cercare e cogliere nuove sfide ed opportunità per crescere, innovarsi e restare competitivi sul mercato. Albertoni ha inoltre sottolineato come le trasformazioni in atto siano ineluttabili in tutta la società e per le aziende “4.0” sia una possibilità per cercare maggiori benefici per un vantaggio competitivo concreto.
La digitalizzazione ha imposto nuovi modi di pensare, di agire, di lavorare. Come Cc-Ti ci siamo chinati su questo tema con numerosi approfondimenti, dedicandovi già l’evento “L’economia del futuro è digitale” la scorsa primavera (ritrovate qui il resoconto www.cc-ti.ch/resoconto-dellevento-leconomia-del-futuro-e-digitale) e molti articoli sulle pagine di Ticino Business nel corso del 2017, come pure sul nostro sito web (accedete tramite questo link: www.cc-ti.ch/la-digitalizzazione-oggi). Crediamo sia un tema strategico per le aziende oggi, sul quale riflettere ed investire per non marciare sul posto, ma progredire verso nuove evoluzioni ed opportunità.
Maaike Booi, dell’azienda Palo Alto SA di Lugano, ha parlato dei motivi alla base dell’automatizzazione dei processi (BPM) e ha dimostrato come sfruttare questa digitalizzazione come pure la gestione documentale digitalizzata (DMS) per migliorare l’efficienza delle aziende ed i loro collaboratori. Il tutto ponendosi l’obiettivo di ridare tempo alle aziende, così che esse possano concentrarsi sul proprio core business, ridando valore anche alla figura della risorsa umana. L’alleggerimento amministrativo dovuto alla digitalizzazione di processi burocratici nelle aziende è uno degli scopi di Palo Alto SA, per il proprio operare. La Signora Booi ha portato l’esempio della comunicazione tra differenti comparti dell’azienda (amministrazione/fatturazione-tecnico operatore) e di come digitalizzandola essa sia diventata più efficiente, sia per i dipendenti, con vantaggi anche per i clienti finali dell’impresa.
Oggi gli strumenti digitali non richiedono più degli investimenti così onerosi come in passato, motivo per cui anche le PMI possono approcciare questo tema e sfruttarne al pieno il potenziale. Inoltre la digitalizzazione dei processi permette di restare competitivi e di portare innovazione all’interno della struttura aziendale, fornendo importanti benefici alle imprese, tra cui una riduzione dei costi, un controllo degli sprechi, una migliore gestione del tempo. Affiancando a questi processi anche una formazione continua mirata dei collaboratori, essi vengono coinvolti nel cambiamento e sono motivati nel flusso della gestione del valore.
Luca Albertoni durante la sua introduzione all’evento
Tectel SA ubicata a Lamone, si occupa della digitalizzazione di documenti e di archivi aziendali. L’archiviazione elettronica dei documenti cartacei è possibile grazie ad un’industrializzazione di questo processo. Dalle parole del CEO Mirko Nesti, emerge come le tante aziende che si sono affidate a Tectel abbiano liberato magazzini, con indubbi agevolazioni su costi, stoccaggio e logistica della carta/archivio/magazzino, e come la digitalizzazione dei documenti sia poi stata un’utile esercizio per riordinare e ritrovare documenti importanti, anche storici, per l’azienda stessa. Il tutto in sicurezza e rispettando le diverse normative in vigore sulla gestione della smaterializzazione della carta. I dati della scansione dei documenti vengono salvati in digitale e poi indicizzati, dando la possibilità ad ogni collaboratore dell’azienda cliente di accedere e fare ricerche tra i dati direttamente dal proprio pc. La conservazione sostitutiva è una procedura legale/informatica regolamentata dalla legge, in grado di garantire nel tempo la validità legale di un documento informatico. Il processo di industrializzazione di Tectel prevede l’utilizzo di uno scan che in 1 minuto compie la scansione di 250 fogli fronte/retro a colori. Di questo processo, ad esempio, ne hanno già beneficiato studi medici, avvocati, fiduciarie, ecc..
Stefano Doninelli, CEO di DOS Group SA, ha spiegato come la sua azienda abbia creato un sistema di comunicazione d’emergenza, sviluppando software e app che vanno a sostenere la comunicazione per salvare vite umane e/o situazioni d’emergenza. Il Ticino, grazie al progetto Momentum, è diventato il secondo posto al mondo per tasso di sopravvivenza in caso di attacco cardiaco, con una percentuale pari al 58% grazie alla tempestività d’intervento (al primo posto vi è Seattle). Così facendo si abbattono al contempo in modo massiccio i costi; poiché si va a gestire la rete di first responder in caso di attacchi cardiaci. Momentum è sviluppato in collaborazione con la Fondazione TicinoCuore. Questo concetto può essere applicato anche ad altri modelli di business nell’ambito della sanità, ma anche per enti che gestiscono la sicurezza o gli allarmi (sanità, ospedali, 144, polizia), ed è usato in Ticino, in altri Cantoni e anche all’estero. Oltre a ciò vi sono altri due progetti che DOS Group SA sta portando avanti: NeuraEye, basato sull’utilizzo di reti neurali, che permette ai servizi di sicurezza e alle forze dell’ordine di eseguire delle ricerche di oggetti o persone in modo veloce sulle registrazioni delle telecamere e Arvados, che sarà utilizzato per la ricerca di persone scomparse in ambienti aperti (boschi, ecc.) o sotto le valanghe.
Infine, Carlo Secchi, Direttore Vendite Swisscom Enterprise Customers, si è soffermato sull’approccio alla «trasformazione digitale» con particolare riferimento al cambiamento, ai modelli di business dirompenti e alle nuove figure professionali. Nello specifico è stato evidenziato come negli ultimi 15 anni sia totalmente cambiato l’approccio al digitale e come l’evoluzione digitale sia rapidissima e influenzi in maniera massiccia i business. Già solo 10 anni fa non esistevano professioni che oggi sono operative, così come lo sviluppo e l’impatto di questo progresso sul business è in crescita costante. In questo senso, ad esempio, Swisscom lancerà nel 2020 il 5G. In un mondo sempre più interconnesso è bene salire sul treno della digitalizzazione e cogliere le sfide che essa offre, valutando e analizzando al meglio le opportunità (ma anche i rischi) che essa offre. Questo va fatto sia nella scelta della strategia aziendale, di modello di business, come pure per lo schema di leadership e conduzione che si vuole attuare. Carlo Secchi consiglia 4 passi per la trasformazione digitale:
L’evento, come già anticipato, si è concluso con le domande del pubblico e un business lunch, con uno scambio di esperienze per nuovi contatti.
L’evento nei media:
tramite questo link è possibile accedere al servizio del Quotidiano – RSI, edizione del 26.9.2017
Comunicazione Svizzera
/in AssociazioneCS Comunicazione Svizzera – l’associazione mantello della pubblicità commerciale
La comunicazione commerciale reagisce con maggiore sensibilità e rapidità di qualsiasi altro settore alle tendenze e agli sviluppi nella società. Li assorbe letteralmente, li integra e li trasforma in nuovi formati e canali. La pubblicità si reinventa continuamente nonostante esista da quando esiste l’uomo o forse proprio da esso scaturisce. Da oltre 90 anni la nostra associazione si concentra sugli sviluppi importanti per il settore della pubblicità, per le aziende che usano mezzi pubblicitari e interviene attivamente nella discussione parlamentare al fine di trovare il giusto equilibrio fra necessità aziendali e decisioni politiche, decisioni che interverrebbero inutilmente sulla libertà di commercio. CS Comunicazione Svizzera prende posizione in consultazioni, interviene a livello parlamentare e collabora in particolare a stretto contatto con la Segreteria di Stato dell’economia SECO.
CS Comunicazione svizzera offre un servizio giuridico gratuito ai propri associati per le questioni inerenti alla pubblicità ed ai marchi. Grazie alla consulenza del nostro giurista Dr. iur. Marc Schwenninger infatti, diversi processi che avrebbero potuto essere dispendiosi legati a questioni di diritti d’autore e controversie di case editrici sono state risolte a livello extragiudiziale. Ma la comunicazione significa anche essere attenti agli sviluppi e per questo CS Comunicazione svizzera di impegna nella formazione e nel perfezionamento dei propri associati e organizza corsi sostenuti e riconosciuti dalla Confederazione.
Con un fatturato annuo di 8 miliardi di franchi, il settore pubblicitario crea solo in Svizzera impieghi per 22’000 persone. L’incontro di queste persone in occasione degli eventi esclusivi organizzati regolarmente dall’associazione e dalle sezioni regionali permettono uno scambio costante e generano nuove possibilità di sviluppo e di business. Le sezioni infatti oltre ad essere attive e vicine alla propria realtà regionale fungono da ponte per allargare ed ampliare il raggio d’azione dei propri associati.
Per una pubblicità in un contesto liberale
CS Comunicazione Svizzera si adopera per avere un contesto pubblicitario liberale. Quale associazione mantello della comunicazione commerciale, assegna altrettanta importanza alla certezza del diritto dei nostri membri alla formazione ed al perfezionamento delle nuove leve del settore.
Struttura e soci
KS/CS Comunicazione Svizzera è stata costituita nel 1925 quale prima associazione della comunicazione commerciale ed è a disposizione dei suoi soci, delle agenzie pubblicitarie, degli inserzionisti e dei media. Oltre alle aziende, partecipano a Comunicazione Svizzera anche le diverse associazioni mantello della categoria e le più importanti associazioni economiche. L’associazione si impegna con tutti i suoi mezzi e le sue risorse negli ambiti della politica, del diritto e della formazione in materia di comunicazione commerciale. Fanno parte di Comunicazione Svizzera diverse tipologie di aziende, da PMI alle grandi aziende nazionali, le associazioni mantello e le più importanti associazioni economiche, nonché alcuni membri singoli, che si suddividono nei seguenti gruppi:
Persone o aziende che usufruiscono dei servizi di comunicazione commerciale.
Aziende attive nella comunicazione con il ruolo di consulenti e realizzatori di comunicazione commerciale.
Aziende che in qualità di imprenditori della comunicazione offrono mezzi per la creazione e la distribuzione dei prodotti di comunicazione.
Dati di contatto:
Comunicazione Svizzera, Maria Luisa Bernini, Vicepresidente, Via Nassa 54, 6900 Lugano,
www.ks-cs.ch
L’industria: un settore di grande valore
/in Comunicazione e mediadi Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti
L’industria oggi: fatti e cifre di un comparto importante per la nostra economia
Con il viaggio all’interno dei vari settori economici dell’economia ticinese nel quadro delle celebrazioni per i 100 anni della Cc-Ti, l’attenzione è dedicata questa volta al comparto dell’industria, settore fondamentale della nostra economia, visto che contribuisce a creare circa il 22% del Prodotto interno cantonale. Sono circa 2’000 le aziende industriali con oltre 28’000 collaboratori e un tessuto estremamente diversificato in termini di dimensioni aziendali e di settori, visto che si passa dalla meccanica all’elettronica, dalla moda alla farmaceutica, passando per l’industria alimentare e le raffinerie di metalli preziosi. Strutture ed esigenze diverse, accomunate dalla costante ricerca della qualità per affrontare i mercati mondiali, visto che comunque la parte dedicata all’esportazione, che si aggira sui 6 miliardi di franchi all’anno, è consistente. Un confronto sui mercati internazionali che esige una costante ricerca dell’eccellenza, altrimenti non sarebbe possibile lavorare per clienti come la NASA e la Boeing, oppure piazzare sui mercati internazionali prodotti di nicchia come il cioccolato prodotto con il latte di cammello, creazione quasi unica.
A dimostrazione di quanto siano ingenerosi i troppo frequenti riferimenti al presunto “basso valore aggiunto” e l’uso dispregiativo del termine “capannoni”. Se non ci fosse qualità, sarebbe del resto stato impossibile triplicare le cifre dell’export ticinese negli ultimi venti anni. Le cifre di un settore come quello farmaceutico sono significative: 2’500 persone occupate, 190 milioni di franchi di salari versati e un fatturato globale industriale in Ticino di 1,3 miliardi di franchi. Senza dimenticare investimenti per 500 milioni di franchi sul nostro territorio cantonale fra il 2016 e il 2018 e la formazione di 120 apprendisti nell’anno scolastico 2016-2017. E non è nemmeno un caso che il settore della moda, con circa 6’000 posti di lavoro, generi una cifra d’affari di circa 10 miliardi in Ticino e contribuisca alle finanze dello Stato con un gettito fiscale di una novantina di milioni di franchi. Comune a tutti gli ambiti industriali è l’attenzione per la formazione, sia nell’ambito di quella di base che in quella continua, anche per permettere a un numero sempre crescente di residenti di poter entrare in contesti internazionali che hanno specificità tecniche o modelli di business tali da rendere indispensabile l’acquisizione di competenze sempre più mirate. Da sottolineare il fatto che, malgrado le difficoltà legate alla forza del franco svizzero, le industrie del nostro territorio hanno saputo reagire in maniera positiva, mantenendo un alto livello competitivo grazie alla flessibilità, all’innovazione e alla ricerca di nuovi mercati. Il che non era scontato.
Intervista al Direttore Cc-Ti Luca Albertoni per radio SRF
/in Comunicazione e mediaOspite di Susanne Brunner, della radio svizzero tedesca SRF lo scorso 21 settembre, il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni parla dell’elezione di Ignazio Cassis quale Consigliere Federale ticinese, in relazione anche ai rapporti con l’UE ed alle tematiche tra Ticino e la vicina frontiera.
Das Tessin, das seinen neuen Bundesrat feiert: So nehmen wir am Tag nach der Bundesratswahl die Stimmung im Tessin wahr. Mit einem Tessiner Vertreter in der Landesregierung sind aber noch keine Probleme des Südkantons gelöst. Die vielen Grenzgänger, die tiefen Löhne, die Angst, keine Stelle zu finden oder sie zu verlieren.
Seit über 20 Jahren lehnt denn auch eine Mehrheit der Tessiner Stimmbevölkerung sämtliche Vorlagen ab, die eine Öffnung gegenüber der EU beinhalten: EWR, Personenfreizügigkeit und die Bilateralen, dafür ein wuchtiges JA zur Masseneinwanderungsinitiative. In Bundesbern ist derweil das EU-Dossier blockiert, und Bundesrat Ignazio Cassis hat denn auch einen Neuanfang in der Europafrage versprochen.
Damit sind im Tessin aber noch keine Probleme gelöst. Was machen Tessiner Wirtschaftsvertreter, um Lösungen zu finden? «Auf Cassis sollte jetzt kein zu grosser Druck ausgeübt werden.», sagt Albertoni, «es geht um andere Ansätze aus dieser besonderen Region.» – «Der Lohndruck ist in Grenzregionen wie dem Tessin da. Aber man hat eine Wirtschaft, die sich geöffnet hat», so Abertoni: «Die Wirtschaft ist internationaler geworden, im Gegensatz zur Politik, die sich sehr verschlossen hat. Diese Schere ist in den letzten Jahren sehr gross geworden.»
Ascoltate l’intervista completa con l’intervento di Luca Albertoni sul sito della Schweizer Radio und Fernsehen, attraverso questo link.
Dentro l’economia e Oltre i confini
/in Comunicazione e mediaDal 17 settembre al 15 ottobre andranno in onda su Teleticino le puntate di “Dentro l’economia”, il format dedicato alla scoperta dell’economia ticinese nelle sue diverse sfaccettature settoriali e storiche. Il martedì sera – sempre su Teleticino – continuerà il viaggio all’interno delle realtà aziendali ticinesi orientate all’esportazione, grazie alle mini- puntate di “Oltre i confini” .
Dentro l’economia
Dentro l’economia – in onda su Teleticino per 5 domeniche dal 17 settembre alle ore 18.30 – è una trasmissione ideata per far scoprire, attraverso materiali d’archivio, interviste e testimonianze i settori economici che la Cc-Ti rappresenta. Industria, servizi, commercio ed artigianato saranno i protagonisti di 4 delle 5 puntate di “Dentro l’economia”, permettendo al pubblico di scoprirli con un excursus storico settoriale, passando poi a interviste con ospiti che attraverso le loro esperienze professionali e in seno alle diverse associazioni di categoria, fanno emergere cifre e dati, risaltando anche il ruolo della Cc-Ti in questo contesto.
Qui sotto potrete visualizzare la prima delle puntate settoriali, andata per l’appunto in onda il 17 settembre scorso.
La puntata di domenica 15 ottobre sarà speciale perché dedicata alla storia della Cc-Ti: si ripercorreranno i cento anni attraverso materiali d’archivio e interviste in prima persona dei personaggi che hanno avuto e che hanno tuttora un ruolo attivo per la Cc-Ti.
Oltre i confini
Da martedì 19 settembre alle 19.15 continua il viaggio attraverso l’economia ticinese legata al settore export. Prosegue infatti anche quest’anno la collaborazione sempre con MediaTI e Switzerland Global Enterprise (S-GE) per le brevi interviste ad imprenditori ticinesi in onda su Teleticino settimanalmente nell’ambito del progetto “Oltre i confini”.
Nella prima puntata, l’intervista al direttore della Cc-Ti Luca Albertoni.
Pasticcio di primi passi all’esportazione: la nostra ricetta
/in Internazionale, TematicheNell’attività di consulenza all’internazionalizzazione abbiamo a che fare con aziende molto differenti tra loro. Le richieste di consulenza sono estremamente eterogenee e quindi di proposito in questo articolo intendiamo soffermarci sulle aziende che per la prima volta si affacciano ai mercati esteri.
A più riprese in passato abbiamo cercato di fornire una chiara spiegazione degli attori in gioco e delle tessere da incastrare in un qualsivoglia processo di internazionalizzazione. Abbiamo inoltre introdotto il concetto delle 6 P dell’export mix (Paese, Prodotto, Procedure, Prospezione, Partner e Protezione), che mostra chi e cosa tenere in considerazione per il processo di internazionalizzazione. Tuttavia, non abbiamo mai veramente concentrato l’attenzione sulla ricetta per vendere i propri prodotti e servizi all’estero. Una ricetta scritta in più di un decennio di esperienza di accompagnamento all’estero di aziende ticinesi. Come ogni cuoco che si rispetti, la ricetta varia da persona a persona e quindi, senza presunzione di completezza, ci permettiamo di fornire qualche dritta su come muovere i primi passi verso l’estero:
Marco Passalia,
Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Il servizio Export della Cc-Ti e S-GE sono a vostra disposizione per consulenze in ambito di esportazioni. Contatti email: Cc-Ti e S-GE
Forze e competenze unite nel settore della formazione professionale
/in Comunicazione e mediaLa Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) e la Società degli Impiegati del Commercio sezione Ticino (Sic Ticino) uniscono le forze e propongono nella Svizzera italiana un’offerta articolata di corsi nel settore del commercio e della vendita.
L’offerta congiunta propone corsi di formazione professionale sviluppati sulla base dei bisogni espressi dalle aziende, dai professionisti del commercio e della vendita e dal territorio. L’iniziativa è frutto di una lunga collaborazione fra Cc-Ti e SIC Ticino e della convinzione dell’efficacia di un modello basato sulla complementarietà delle organizzazioni del mondo del lavoro. Questa collaborazione permette di creare un polo formativo attrattivo e interessante, in grado di arricchire il panorama dell’offerta formativa nella Svizzera italiana e di sviluppare nuove iniziative in riferimento alle nuove competenze emergenti sul mercato del lavoro, confrontato a cambiamenti epocali come la digitalizzazione e nuovi modelli di lavoro, di cui la formazione deve tenere conto.
La Cc-Ti, quale associazione-mantello dell’economia cantonale, sostiene le iniziative formative dei vari settori economici e in particolare quelle trasversali a molti ambiti, come è il caso per i corsi promossi congiuntamente con SIC Ticino.
Un momento della conferenza stampa di presentazione della nuova offerta, tenutasi a Lugano il 14 settembre.
Nella foto, da sin., Nicola Giambonini, Direttore SIC Ticino e Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti
La messa in comune di infrastrutture, strumenti didattici, competenze pedagogiche e capacità di ascoltare il territorio, l’economia e le esigenze di tutti i suoi attori, rappresenta il grande valore aggiunto di questa collaborazione, che pone le basi per affrontare le numerose sfide che attendono la Svizzera italiana nel settore della formazione professionale.
L’offerta presenta un ampio ventaglio possibilità di specializzazione o di approfondimento professionale. La collaborazione mette l’accento in modo particolare su due principi di fondo: da un lato l’indirizzo alle competenze e al mercato del lavoro, dall’altro un profondo orientamento pratico e un aggancio all’esperienza professionale (requisito indispensabile per avere successo agli esami federali superiori).
La decisione di approfondire le proprie competenze attraverso la formazione continua è spesso difficile per chi ha concluso una formazione di base e non pensa di avere la necessità, i mezzi o le risorse per accedere a formazioni superiori. Per questo ecco ora un ricco programma di certificazioni intermedie riconosciute, che si orienta alle esigenze dei collaboratori attivi nelle piccole medie imprese in Ticino. Un concreto contributo a coloro che vogliono creare solide basi per una carriera professionale e per le aziende che investono su persone qualificate e costantemente aggiornate.
Per maggiori informazioni in merito potete contattate Roberto Klaus, Direttore SSIB Ticino,
(Tel. 091 911 51 19, klaus@cc-ti.ch)
Con grandi eventi e cultura una svolta decisiva in Ticino
/in Comunicazione e mediaTesto a cura di Alessio del Grande
Nell’anno di grazia 2017, forse, il Ticino riuscirà a liberarsi dall’immagine di Cantone sonnacchioso e lamentoso. Almeno sul piano della cultura e dei grandi eventi. Da Lugano a Locarno, favorita anche da un’incoraggiante ripresa del turismo, si è chiusa questa estate una fortunata stagione culturale, con spettacoli e rassegne che hanno richiamato centinaia di migliaia di persone. Una svolta che potrebbe segnare un decisivo cambio di passo per la politica culturale, grazie ad un’offerta di eventi che ha generato pure un importante indotto economico. Sicuramente valutabile in decine e decine di milioni di franchi, sebbene manchino ancora stime precise. È la sonora smentita di quella rozza opinione secondo cui con “la cultura non si mangia”, quando essa si sta, invece, rivelando, un potente propulsore non solo per la crescita sociale e civile, ma anche per quella economica.
A Lugano già nel 2016 il LAC ha proposto sette esposizioni e oltre 200 spettacoli, tra musica e teatro, mentre il Museo d’Arte ha accolto più di 100mila visitatori. Se la mostra su Paul Signac ha registrato 50mila visitatori, per l’anno prossimo si annunciano le due esposizioni dedicate a Picasso e Magritte, che contribuiranno a consolidare la presenza di Lugano sulla scena culturale internazionale attirando altre decine di migliaia di visitatori. Nella città dell’Estival Jazz, la settima edizione di LongLake Festival in 35 giorni ha offerto ben 500 eventi che hanno richiamato 350mila persone e innescato un milione di contatti online. Un open air urbano che ha saputo coinvolgere le più diverse fasce di pubblico, confermando anche una forte attrattività turistica.
A Locarno per le nove serate in Piazza Grande di Moon&Stars sono stati venduti più di 65mila biglietti, a cui vanno aggiunti i 35mila ospiti di Food&Music Street, intelligente novità introdotta quest’anno, a cui sono stati offerti una cinquantina di concerti gratuiti. Una manifestazione che è “linfa vitale per il turismo”, ha ricordato il Sindaco di Locarno Alain Scherrer. Basti pensare che l’esibizione dei Jamiroquai, diffusa in streaming, ha registrato 4,5 milioni di utenti. Con la musica del gruppo britannico, a viaggiare per il mondo c’era anche l’immagine di Locarno.
E c’è il Festival del Film che ha festeggiato la sua 70esima edizione con l’apertura della Casa del cinema – che dovrebbe diventare il polo ticinese dell’audiovisivo – e una crescita dell’8%, raggiungendo in 11 giorni i 174mila spettatori. Già nel 2005 uno studio dell’Università della Svizzera Italiana, aveva stimato in 22-23 milioni le ricadute economiche della rassegna cinematografica per la regione. Tanto per farsi un’idea, da sola lo scorso anno la Ticino Film Commission ha creato un indotto di 1,6 milioni. Pure il Festival ha ampliato le sue proposte con iniziative collaterali d’intrattenimento e con Locarno Experience, un doppio posizionamento che qualifica la manifestazione tra i “Top Event” della Svizzera. Da Lugano a Locarno si è affermato un concetto di offerta a largo spettro che si rivolge a tutti: alle fasce popolari così come a quanti sono più attenti ai specifici contenuti culturali. E ciò che serve per suscitare interesse e fare immagine. Eventi e cultura non sono, dunque, un lusso, bensì un investimento capace di richiamare un pubblico internazionale e di rilanciare il Cantone tra le destinazioni turistiche estive dell’Europa. Sempre che il Ticino sappia disintossicarsi da quelle acide polemiche che si sono viste col “caso Verzasca”.
Conoscere meglio le disposizioni legali sulla Swissness
/in Internazionale, TematicheIl 1° gennaio di quest’anno è entrata in vigore la nuova Legge Federale che regola lo “swiss made”, la cosiddetta Swissness. Abbiamo riassunto alcuni dettagli utili inerenti questa normativa.
L’obiettivo della Swissness, nell’ambito della Legge federale sulla protezione dei marchi e delle indicazioni di provenienza (Legge sulla protezione dei marchi, LPM), entrata in vigore il primo gennaio scorso, era quello di consolidare il valore della designazione “svizzera” nel contesto dei mercati internazionali, dato che tale designazione è importante per la vendita di prodotti e servizi elvetici.
Nel settembre 2015 il Consiglio Federale ha adottato la Swissness, che è poi entrata in vigore ad inizio 2017. I nuovi criteri puntano sul miglioramento dell’indicazione di provenienza «Svizzera» e della croce svizzera a livello nazionale e agevolano l’attuazione del diritto all’estero. Il tutto ha un duplice intento: preservare il valore della Swissness e combatterne gli abusi.
Il valore economico della Swissness è innegabile e molto elevato, portando numerosi vantaggi competitivi alle aziende che ne fanno uso, occorreva però una chiara normativa che ne regolasse l’uso e prevenisse gli abusi, sia in ambito nazionale che internazionale. Si devono dunque rispettare vari criteri legati alla provenienza di prodotti e servizi, così come l’uso della croce svizzera. La legge prevede dei criteri precisi per determinare la natura svizzera di un prodotto o servizio elvetico. Questi criteri regolano non solo l’uso di un’indicazione di provenienza sull’imballaggio di un prodotto, o per un servizio, ma valgono in egual misura per l’ambito della pubblicità.
Per i prodotti industriali 2 condizioni cumulative devono essere adempiute per poter utilizzare lo “Swiss Made”: almeno il 60% del costo totale deve essere generato in Svizzera e l’attività che ha dato al prodotto le sue caratteristiche essenziali deve svolgersi in Svizzera (ad esempio l’assemblaggio di un macchinario). Nel calcolo dei costi totali occorre tener conto anche dei costi relativi alla ricerca e sviluppo.
Per le derrate alimentari, sono 2 le condizioni cumulative che devono essere adempiute: almeno l’80% del peso delle materie prime o degli ingredienti che le compongono devono provenire dalla Svizzera. Per il latte ed i prodotti lattieri questa proporzione arriva fino al 100% e la trasformazione che ha conferito al prodotto le sue caratteristiche essenziali deve svolgersi in Svizzera (ad esempio la trasformazione del latte in formaggio). La legislazione prevede diverse eccezioni al criterio dell’80%, al fine di tener conto delle realtà di cui devono tenere le industrie trasformando le materie prime, che spesso non sono reperibili in Svizzera. Per le prestazioni di servizio, la sede dell’azienda deve essere in Svizzera e la società deve essere realmente amministrata dalla Svizzera. Attenzione a non confondere le regole della “Swissness” (basate sulla proprietà intellettuale) e le regole sull’origine della merce (diritto doganale). Si tratta di regole diverse, i cui criteri non collimano.
Utilizzo della croce svizzera
La croce svizzera può essere utilizzata, come era in passato, per i servizi svizzeri, e anche per i prodotti svizzeri, a condizione ovviamente che rispettino tutte le condizioni legali.
Domande in merito a questo tema? Vi segnaliamo innanzitutto il recente dossier tematico dedicato alla Swissness.
Potete sempre contattarci per informazioni sull’applicazione della normativa “Swissness”: Tel. +41 91 911 51 11, info@cc-ti.ch
Cuba: nuova terra di sbarco per le aziende elvetiche?
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi PaeseLe opportunità commerciali dell’isola sotto la lente il prossimo 2 ottobre
La Repubblica di Cuba è un arcipelago circondato dal mar dei Caraibi, il golfo del Messico, e l’Oceano Atlantico ed è divisa in 16 province. Alleato con l’Unione Sovietica durante la guerra fredda, il Paese affrontò una grave recessione economica dopo il ritiro delle sovvenzioni sovietiche del valore di 4-6 miliardi di dollari. Negli anni a seguire, la Cina è diventata la sua maggiore alleata internazionale, con rapporti multilaterali eccellenti.
L’economia cubana è pianificata, di stampo socialista e la quasi totalità dei mezzi di produzione appartengono alla Stato. La principale fonte di crescita del PIL è il settore terziario, che rappresenta ben il 74,5%, mentre il settore primario solo il 5%, e il settore secondario il 20,5%. La grande percentuale del settore terziario è dovuta in particolare al turismo, che contribuisce al 40% delle entrate della nazione.
Per quanto riguarda i rapporti con la Svizzera, i due Paesi hanno stipulato accordi in materia di promozione e protezione degli investimenti, commercio, trasporti aerei e trasferimento dei condannati. Fino alla ripresa delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti, la Svizzera ha giocato un ruolo di tramite, rappresentando gli interessi degli Stati Uniti a Cuba (1961) e di Cuba negli Stati Uniti (1991). Le relazioni commerciali, piuttosto modeste, sono promosse dalla Camera di commercio e dell’industria svizzero-cubana. Nel 2016 la Svizzera ha importato merci per un valore di 33,3 milioni CHF, tra cui essenzialmente prodotti agricoli, mentre le esportazioni sono state pari a 17,6 milioni CHF e hanno riguardato principalmente prodotti stampati, plastici e chimici, nonché macchinari e strumenti di precisione.
Durante l’incontro in programma il 2 ottobre, i partecipanti verranno sensibilizzati sulla situazione economica di Cuba, sulle opportunità d’affari nonché sulle problematiche commerciali più ricorrenti. Inoltre, grazie alla collaborazione con Switzerland Global Enterprise, vi è la possibilità di fissare dei colloqui individuali per una consulenza mirata durante la giornata.
Marco Passalia, vice direttore e responsabile Servizio Export Cc-Ti
Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana