Il sondaggio consiste in 8 brevi domande prevalentemente a crocette. La sua compilazione richiederà solo pochi minuti. Termine di compilazione: giovedì 14 aprile 2022
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2022/03/ART22-Sondaggio-sanzioni.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2022-03-31 08:20:002022-04-04 17:33:34SONDAGGIO: Impatto del conflitto in Ucraina e/o delle sanzioni sulle aziende della Svizzera italiana
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2021/05/ART21-assegno-figli.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2022-03-31 07:55:002023-03-08 18:45:32L’Assegno Unico Universale per i Figli (AUUF) – Italia
Si premette che la presente comunicazione è purtroppo generica in quanto siamo in attesa di concretizzazioni da parte di specifiche e preannunciate circolari ministeriali. Concretamente tali circolari dovrebbero fornire maggiori indicazioni circa l’applicazione prevista di queste nuove regole ai lavoratori frontalieri impiegati in Svizzera che beneficiano di un veicolo aziendale per il tragitto casa-lavoro.
Per l’utilizzo del veicolo aziendale da parte di un frontaliere in Italia vanno distinti due aspetti, quello doganale e quello della circolazione stradale.
A livello di circolazione stradale, dal marzo 2022 in Italia è stato introdotto l’obbligo di iscrivere i veicoli con targhe estere nell’apposito registro REVE. La misura è quindi ormai definitiva e il relativo tenore corrisponde alla nostra informativa da lei citata.
A livello doganale è necessario che l’utilizzo sia limitato al tragitto casa-lavoro (divieto di uso per scopi privati). In questo caso il conducente dovrà tenere a bordo, per eventuali controlli su strada, la documentazione attestante l’utilizzo del mezzo dell’impresa in qualità di dipendente (contratto di lavoro o dichiarazione del datore di lavoro), nonché l’autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane. E’ quindi necessario richiedere la relativa documentazione alle dogane italiane. Questa procedura è quella ormai applicata da numerosi anni.
Aggiornamento del 28 marzo 2022
L’Automobile Club d’Italia (ACI) gestisce il nuovo sistema di registrazione dei veicoli.
Oltre alla guida ACI ad oggi non ci sono circolari specifiche dei ministeri italiani.
La nuova normativa italiana prevede un’eccezione all’obbligo di registrazione se il veicolo è utilizzato in Italia esclusivamente per espletare la propria attività professionale.
La nostra Ambasciata a Roma reputa che l’eccezione di cui al punto precedente non copra il tragitto casa-lavoro.
Ne consegue che per un tale utilizzo, se superiore a 30 giorni/anno, vi è l’obbligo di registrazione.
L’obbligo di registrazione è entrato in vigore il 21 marzo. A partire da tale data vi è quindi un termine di 30 giorni per procedere all’eventuale registrazione.
I costi della registrazione ammontano a 27 euro. Non è ancora chiaro se oltre a questa tassa venga richiesta anche l’imposta di circolazione italiana. Chiarimenti al riguardo sono attualmente in corso a Roma.
Per contro sembra escluso che la registrazione del veicolo in Italia abbia implicazioni di natura fiscale/doganale. La nuova normativa italiana riguarda infatti solo il Codice stradale e non le regole fiscali.
Per queste ragionei per poter continuare ad utilizzare un veicolo aziendale per il tragitto casa-lavoro, oltre alla registrazione del veicolo secondo le nuove regole, resta necessario espletare le usuali pratiche doganali, pratiche in vigore da diversi anni e note alle aziende che già mettono a disposizione veicoli aziendali ai dipendenti frontalieri. In altre parole, la registrazione non sostituisce la procedura doganale da tempo in vigore.
La Repubblica di Panama è uno Stato dell’America centrale, situato nella parte più stretta della regione istmica, a cavallo fra il Mar delle Antille e l’Oceano Pacifico, la Colombia e il Costa Rica. Con un tasso di disoccupazione tra i più bassi dell’America centrale, l’economia panamense si fonda sul terziario, fortemente influenzata dal settore bancario, dal commercio e dal turismo.
Più di 100 aziende svizzere hanno già scoperto Panama come base per le loro attività in America centrale, di cui oltre 60 sono affiliate alla Camera di commercio svizzero-panamense (CCSP). Per la Svizzera, che nel 2018 era il quarto Paese investitore dietro Colombia, Stati Uniti e Canada, Panama è una Nazione importante quale sede di grandi imprese nella regione centroamericana. Il Paese è però interessante anche per le imprese di medie dimensioni che desiderano entrare nel mercato regionale. Ne sono un esempio GEOBRUGG AG e NESCENS SA, due aziende svizzere che hanno deciso di sviluppare il loro business nella regione operando da Panama. Ovviamente, ogni azienda è diversa e affronta problematiche individuali. Tuttavia, ci sono vantaggi nell’insediarsi a Panama, soprattutto in termini di logistica, sicurezza e stabilità politica e giuridica.
NESCENS sfrutta l’accesso a una regione con un alto tasso di crescita
Per SKINLAB CORP., distributore della linea di cosmetici anti-invecchiamento di origine svizzera NESCENS, Panama funge da porta di accesso per la commercializzazione dei suoi prodotti e servizi in tutta l’America latina, sfruttando i vantaggi logistici e di comunicazione offerti dal Paese. L’ampia connettività che il Paese ha con il resto del Continente e con l’Europa – e che ne fanno “l’Hub delle Americhe” – è senza dubbio uno dei grandi vantaggi che a medio e lungo termine sfrutteranno come primo distributore di prodotti cosmeceutici nel Paese.
Secondo Jessica Julio, Direttrice commerciale di SKINLAB CORP, “stabilirci a Panama significa avere accesso diretto a una delle regioni del mondo con la più alta crescita nelle vendite di prodotti di bellezza, con un fatturato annuale di circa 100 miliardi di dollari, secondo i dati del Consiglio delle associazioni dell’industria cosmetica latinoamericana (CASIC), che comprende il 90% del mercato regionale”. In tutti questi Paesi, il settore industriale è cresciuto costantemente negli ultimi anni. La categoria più grande è quella dei cosmetici, con più di 63,2 miliardi di dollari venduti ogni anno (2018), con una forte spinta all’impegno digitale e una concezione della bellezza ispirata alla salute e all’innovazione, caratteristiche che SKINLAB CORP condivide senza dubbio. “Quale distributore esclusivo di NESCENS in America Latina, sappiamo che i nostri prodotti sono all’avanguardia e il marchio «Swiss Guarantee COS», concesso a NESCENS dall’Associazione per la protezione dell’origine dei cosmetici svizzeri, ci rendono un concorrente molto importante sul mercato latinoamericano, che risulta competitivo”, aggiunge la Direttrice commerciale.
Per GEOBRUGG la decisione finale è stata a favore di Panama
L’azienda GEOBRUGG AG, leader mondiale nella produzione e nello sviluppo di sistemi di protezione dai pericoli naturali, ha intuito subito che un ufficio regionale ubicato a Panama sarebbe stato l’ideale per servire i diversi mercati dell’America centrale e già nel 2009 aveva messo gli occhi sul mercato panamense. Tuttavia, anche il Costa Rica era in corsa: infatti, entrambi i Paesi rappresentavano per GEOBRUGG il mercato potenziale più interessante e le economie più dinamiche della regione. Secondo Ricardo de Stefano, Direttore regionale di GEOBRUGG in America Centrale, la decisione finale è stata a favore di Panama per vari motivi:
la moneta ufficiale: il balboa è legato al dollaro americano, pertanto la gestione di compra-vendita dei sistemi è più stabile rispetto alle fluttuazioni dei tassi di cambio nell’“exchange market”;
la connettività aerea: con voli diretti verso tutte le principali città del continente americano, Panama permette ai professionisti di GEOBRUGG di raggiungere più velocemente i clienti e i progetti in fase di sviluppo nella regione;
le zone economiche speciali: esse consentono di mantenere stock regionali di materiale e di sdoganarli nel Paese di destinazione finale del prodotto (poche aree in America latina offrono questa possibilità);
l’organizzazione logistica: collegata principalmente con il Canale di Panama, la logistica consente di ricevere merce in stock e di smistare in brevissimo tempo i prodotti inviandoli in altri Paesi della regione;
apertura all’investimento: Panama è un Paese favorevole agli investimenti internazionali ed è quindi relativamente semplice costituire aziende in loco.
Panama: uno Stato con tanti vantaggi
Alla menzione di Panama, molte aziende spesso si mettono sulla difensiva. Sì, Panama deve ancora affrontare delle sfide. Vi sono però anche molti esempi a dimostrazione che il Paese è particolarmente adatto quale hub in America Centrale da cui partire per sviluppare la regione. Molte aziende svizzere oltre a GEOBRUGG e NESCENS hanno scelto Panama come sede centrale. Un sondaggio effettuato tra i soci della Camera di commercio svizzero-panamense ha confermato gli argomenti sopra elencati a favore di una gestione centrale degli affari da Panama. Oltre a questa considerazione principalmente economica, altri associati hanno citato il Paese anche per la sua biodiversità e il suo clima tropicale, così come per la cordialità con cui si viene ricevuti dai panamensi.
“Panama, l’hub per l’America centrale”: la Nazione è il punto di partenza ideale per l’espansione di un nuovo business nella regione.
La Camera di commercio svizzero-panamense al vostro fianco
Secondo S.E. l’ambasciatore di Svizzera in Costa Rica, El Salvador, Nicaragua e Panama, Gabriele Derighetti, “la nuova Camera di commercio svizzero-panamense, nata nel gennaio 2020, ha dimostrato di essere un attore chiave per la Svizzera a Panama. Grazie al suo dinamismo, anche in tempi di pandemia, è riuscita a posizionarsi e a farsi apprezzare dai locali e dalle imprese svizzere.”
La Camera di commercio svizzero-panamense è a disposizione per fornire risposte a possibili domande e supporto nello sviluppo delle attività in America centrale partendo da Panama.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2022/03/ART22-Panama.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2022-03-24 08:00:002022-06-22 10:47:39Panama, l’hub per l’America centrale
Giovedì 17 marzo 2022 si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della piattaforma per la compilazione di un modello online di rapporto di sostenibilità, sviluppato dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) con il supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE). Il nuovo strumento ha lo scopo di agevolare le imprese, comprese quelle piccole e medie, nel redigere il proprio rapporto di sostenibilità ed è disponibile sul portale TI-CSRREPORT.CH.
Da sin. G. Pagani, CSR manager Cc-Ti; L. Albertoni, Direttore Cc-Ti; C. Vitta, Consigliere di Stato e Direttore DFE; A. Gehri, Presidente Cc-Ti e N. Bagnovini, Direttore SSIC TI
La responsabilità sociale delle imprese è un tema di grande attualità, dibattuto non solo a livello politico ma anche nel contesto delle ricerche di lavoro. Non sono unicamente le Autorità a chiedere sempre più responsabilità sociale alle imprese, anche il mercato ne sta facendo un fattore di competitività rilevante e viene considerato con molta attenzione. Un fattore diventato preferenziale in molti legami commerciali. Di regola, le imprese praticano già diverse buone pratiche sul tema, come confermato dai rilevamenti della Cc-Ti effettuati in questi anni unitamente alle Camere di commercio e dell’industria delle altre regioni svizzere. Tali comportamenti spesso non vengono però comunicati, purtroppo sottovalutati anche dalle aziende stesse, e così si perde, sfortunatamente, traccia di molte buone pratiche del mondo imprenditoriale in campo economico, ambientale e sociale già presenti e in atto sul nostro territorio. La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), quale associazione-mantello dell’economia ticinese, sta dedicando molte risorse a questo tema e ha sviluppato, col supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE), un modello online di rapporto di sostenibilità, che è disponibile dal 1° marzo 2022 sul portale ti-csrreport.ch.
All’evento, tenutosi nella cornice dell’ex-convento delle Agostiniane di Monte Carasso, sono intervenuti Andrea Gehri, Presidente Cc-Ti; Christian Vitta, Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE); Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Nicola Bagnovini, Direttore SSIC. Presenti in sala anche Gianluca Pagani (CSR Manager Cc-Ti); Caterina Carletti (ricercatrice responsabile dello studio- SUPSI); Jenny Assi (ricercatrice responsabile dello studio- SUPSI); Walter Bizzozero (Responsabile del Centro di competenza in materia di commesse pubbliche) e Luca Bordonzotti (Direttore Marketing & Product Management Banca Stato). Davanti ai media ed ai partecipanti presenti (esponenti delle associazioni di categoria affiliate alla Cc-Ti, riuniti nel Consiglio economico) è stato illustrato questo nuovo supporto, frutto di un’iniziativa completamente auto-finanziata dalla Cc-Ti, intende supportare tutte le aziende ticinesi di ogni settore economico, con un occhio di riguardo per le piccole e medie imprese, che spesso non dispongono di una struttura dedicata per trattare in modo approfondito il tema.
L’obiettivo vuole affiancare, anche in questo ambito, tutte le aziende e agevolarle nell’opportunità di dotarsi di un esaustivo documento che raccolga le buone pratiche, integrando le informazioni economiche con un rendiconto dell’impatto sociale e ambientale delle proprie attività. Uno strumento di analisi e di comunicazione che, in modo semplice ed efficace, permette di approcciare il tema della sostenibilità e della responsabilità sociale. Le imprese hanno così l’opportunità di manifestare il loro impegno ai vari interlocutori del territorio (azionisti, clienti, fornitori, dipendenti, comunità, enti finanziatori, pubblica amministrazione, associazioni del territorio, media, ecc.), evidenziando il loro valore generato non solo a livello economico. Il rapporto di sostenibilità sarà anche un utile strumento atto a verificare con regolarità le misure prese dalle aziende e quindi i miglioramenti e/o rispettivamente gli ambiti su cui ancora intervenire. La responsabilità sociale delle imprese è un elemento che dal 2021 rientra anche nei bandi di concorso pubblici, visto che vi è un valore di ponderazione del 4% nei criteri di aggiudicazione. Il documento della Cc-Ti, anche attraverso un lavoro di consulenza puntuale, aiuterà le aziende a dimostrare la realizzazione di obiettivi economici, ambientali e sociali idonei a ottenere questa percentuale. Grazie al rapporto di sostenibilità e con l’ottenimento di una relativa “Dichiarazione di conformità” (certificata dal servizio CSR della Cc-Ti) si sosterrà sia il lavoro delle aziende, sia quello delle Autorità chiamate a valutare i dossier. L’iniziativa non è ancora una condizione per partecipare agli appalti pubblici, ma alla quale si può aderire su base volontaria ed è sostenuta dal DFE, dal DT e dall’ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche. In presenza dei rappresentanti delle associazioni di categoria associate alla Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino, la conferenza stampa è stata aperta dal Presidente della Cc-Ti, Andrea Gehri, seguito dal Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) Christian Vitta che ha salutato positivamente l’importante lavoro di squadra tra istituzioni, Cc-Ti e SUPSI per la realizzazione del modello di rapporto di sostenibilità e ha sottolineato quanto questo sia “un ulteriore tassello nel sostegno alla CSR, a dimostrazione dell’importanza del tema per il Cantone e per gli attori del territorio. Consolidando il proprio impegno verso la responsabilità sociale delle imprese, le aziende contribuiscono a realizzare la visione di un Ticino sostenibile, attento non solo agli sviluppi economici, ma anche sociali e ambientali in atto e, di riflesso, con un impatto positivo sul nostro territorio, su chi vi lavora e su chi vi abita”.
È in seguito intervenuto il Direttore della Cc-Ti, Luca Albertoni, con alcuni cenni generali sullo strumento e il ruolo attivo dell’economia sul tema. Egli ha sottolineato come si tratti di un segnale molto importante del mondo imprenditoriale verso il territorio, anche perché finanziato interamente con i fondi della Cc-Ti. Inoltre, significativo è il fatto che lo strumento sia stato concepito sia per sostenere il lavoro delle aziende che per facilitare quello delle Autorità, ulteriore segnale di grande collaborazione a 360°. A chiudere la conferenza stampa l’intervento del Direttore della Società Svizzera Impresari Costruttori – Sezione Ticino, Nicola Bagnovini a confermare l’importanza e l’utilità della dichiarazione di conformità. Egli ha evidenziato la semplicità d’uso dello strumento per le aziende e come questo approccio molto pragmatico eviterebbe ingenti spese supplementari alle imprese che intendano o necessitano dotarsi di un rapporto di sostenibilità e di un riconoscimento come quelli varati in data odierna. L’agevolazione e il supporto assicurati agli utenti saranno un apprezzato sgravio per le aziende.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2022/03/ART22-csr-conferenza-1.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2022-03-18 09:25:362022-04-21 11:33:00Responsabilità sociale delle imprese: un nuovo strumento per le aziende targato Cc-Ti
L’origine di un prodotto è l’elemento caratterizzante della sua nazionalità economica, riferita al Paese in cui viene estratta, lavorata, trasformata, assemblata e/o fabbricata. Essa riveste particolare importanza nel commercio internazionale ed è centrale non soltanto dal punto di vista doganale e commerciale, ma anche per la tutela dei consumatori, che hanno il diritto e l’esigenza di capire il luogo di effettiva produzione di una merce. In questo contesto occorre però effettuare la seguente distinzione: – origine preferenziale – origine non preferenziale – indicazione di provenienza
La nozione di origine preferenziale individua l’origine delle merci dal punto di vista puramente doganale in quanto determinata sulla base di regole stabilite negli accordi di libero scambio (ALS) che la Svizzera ha concluso bilateralmente o nel quadro dell’Associazione europea di libero scambio (AELS). In generale si può dire che il concetto di origine preferenziale della merce è determinato da accordi ben precisi che un Paese – nel nostro caso la Svizzera da sola o nell’ambito dell’AELS – ha concluso con altri Paesi. Tali accordi definiscono quando la merce è considerata di origine preferenziale e beneficia quindi di preferenze tariffali (sgravi o esenzione dai dazi) nel Paese di destinazione parte dell’accordo. Ogni ALS ha le sue regole specifiche, che vanno pertanto analizzate e applicate caso per caso.
La nozione di origine non preferenziale individua il luogo geografico (il Paese) in cui il prodotto è totalmente ottenuto o fabbricato o in cui è stato oggetto di lavorazioni o trasformazioni sufficienti. L’origine non preferenziale si applica laddove, all’atto dell’importazione e dell’esportazione, le merci sono soggette a misure economiche esterne. Essa costituisce la base per l’applicazione della nazione più favorita (MFN), o per l’applicazione di molteplici misure di politica commerciale come, ad esempio, i dazi antidumping o compensativi (da non confondere con i dazi doganali), gli embarghi commerciali, le misure di salvaguardia e di ritorsione, le restrizioni quantitative (contingenti tariffali), ecc. In generale si può dire che ogni prodotto ha necessariamente un’origine non preferenziale, che potrebbe essere diversa dalla sua origine preferenziale.
Dal canto suo, l’indicazione di provenienza fornisce invece informazioni sulla regione di fabbricazione o di trasformazione di un prodotto (es. “Swiss Made” o “Made in Switzerland”), sulla base delle quali il compratore si attende una determinata qualità, una precisa caratteristica nonché una buona reputazione. Nel Paese del compratore, tuttavia, questa indicazione non comporta alcun trattamento specifico da parte delle autorità. Tale designazione è infatti utilizzata a fini pubblicitari in quanto può rendere una merce più interessante per i clienti, facendone aumentare il valore ed eventualmente il prezzo.
In generale, le indicazioni di provenienza possono essere utilizzate dai produttori senza alcun obbligo di autorizzazione purché soddisfino le condizioni previste dalla legge. Sia l’origine preferenziale sia quella non preferenziale richiedono invece l’allestimento di prove documentali che autorizzano un determinato trattamento, da parte delle autorità, delle merci nel Paese di destinazione.
Tra sgravi e… multe: ogni accordo di libero scambio ha le sue caratteristiche specifiche e la loro interpretazione e applicazione pratica non sono sempre evidenti e possono avere conseguenze importati per le aziende che operano con l’estero. In stretta collaborazione con la Dogana svizzera, la Cc-Ti organizza pertanto regolarmente dei corsi di formazionesugli ALS e sull’origine preferenziale. A testimonianza dell’importanza del tema, la prima edizione del 2022 è andata subito esaurita. Il servizio Formazione puntuale ha pertanto deciso di proporre una seconda sessione i prossimi martedì 29 marzo (tutto il giorno) e mercoledì 30 marzo 2022 (la mattina). Per ragguagli ed iscrizioni: https://www.cc-ti.ch/calendario/accordi-di-libero-scambio-e-origine-preferenziale-seconda-edizione-2/ Chi volesse approfondire (anche) il tema dell’origine non preferenziale può annunciarsi al corso di mezza giornata che si terrà mercoledì 30 marzo 2022 pomeriggio. Per ragguagli ed iscrizioni: Origine non preferenziale delle merci – SECONDA EDIZIONE – Cc-Ti
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2022/03/ART22-origine-non-origine.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2022-03-17 08:00:002023-10-24 08:36:38L’origine non è sempre origine
Il Consiglio federale ha proceduto ad una revisione totale dell’ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Bielorussia. Sulla scia di quanto adottato contro la Russia, le misure riguardano in particolare il settore commerciale e quello finanziario.
Tra le novità vi è il divieto di esportazione in Bielorussia di tutti i beni a duplice impiego (civile o militare), a prescindere dallo scopo o dal destinatario finale. Viene inoltre vietata l’esportazione di determinati macchinari e di beni per il rafforzamento militare e tecnologico o per lo sviluppo del settore della difesa e della sicurezza. In relazione a tali beni non è più permesso fornire assistenza tecnica, servizi di intermediazione né mezzi finanziari. Sono stati ampliati anche i divieti di importazione nei confronti della Bielorussia, che ora includono anche i prodotti del legno e della gomma, ferro, acciaio e cemento. In base alla nuova ordinanza è vietato fornire finanziamenti pubblici o assistenza finanziaria pubblica per gli scambi commerciali o gli investimenti in tale Paese. Altri provvedimenti in ambito finanziario concernono titoli di credito, mutui e l’accettazione di depositi. Le transazioni con la Banca centrale bielorussa non sono più consentite. Inoltre, le banche elencate nell’allegato sono escluse dal sistema di messaggistica internazionale SWIFT.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2022/03/ART22-sanzioni-bielorussia.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2022-03-16 14:00:002022-06-22 14:58:51Nuove sanzioni contro la Bielorussia
La formazione continua è la chiave del successo personale e aziendale. È questa la filosofia che ispira il costante impegno della Cc-Ti nell’offrire agli operatori dell’economia ticinese, anche su diretta sollecitazione delle associazioni di categoria e delle imprese affiliate, un’ampia scelta di percorsi formativi, sia di breve che di lunga durata.
La Scuola Manageriale, la nuova Scuola dell’Export, che prenderà avvio il prossimo settembre con il primo corso, e la ricca offerta della formazione puntuale, sono gli assi strategici su quali si sviluppa l’ampia proposta formativa targata Cc-Ti. Sempre animata dalla ferma convinzione che solo investendo di più sulla conoscenza, sull’acquisizione di nuove competenze e l’aggiornamento professionale è possibile continuare a crescere nella propria professione ed essere profili chiave per le aziende.
La Scuola Manageriale
Con un nuovo corso che prenderà avvio il prossimo maggio, la Scuola Manageriale entrerà nel quinto anno di attività, sull’onda di un crescente interesse che ha visto sinora un centinaio di iscritti provenienti dai più diversi settori produttivi, non arrestandosi neanche con le inevitabili difficoltà provocate dalla pandemia nell’ultimo biennio. Una formazione specifica superiore che non esisteva ancora in Ticino, a differenza dei Cantoni della Svizzera tedesca, e che la Cc-Ti ha promosso nel febbraio del 2018 rispondendo alle specifiche richieste avanzate dei propri soci e dal proprio Consiglio economico (formato da circa 50 associazioni categoria). Articolata su sei moduli (più un modulo interdisciplinare finale) per un totale di 352 ore di lezioni su tre semestri, la Scuola Manageriale permette ai partecipanti di ottenere il titolo di “Specialista della Gestione PMI” con attestato federale. In pratica, superati i sei moduli del corso si riceve un certificato di frequenza SIU/IFCAM, rilasciato dalla Cc-Ti, che dà accesso all’esame federale per conseguire il relativo attestato.
Ma chi è o, meglio, cosa fa uno Specialista della Gestione PMI? “È una figura professionale in grado di condurre correttamente una piccola/media impresa, identificandone rischi e opportunità. O anche colui che aspira ad occupare una posizione di quadro in un’azienda (anche di grandi dimensioni)”, spiega Roberto Klaus, Direttore della SSIB Ticino, Swiss School for International Business, e Responsabile della Scuola Manageriale e della Scuola dell’Export della Cc-Ti.
Lo scopo del corso è quello di incentivare la promozione della formazione continua e preparare adeguatamente imprenditori, futuri dirigenti delle PMI e quadri aziendali. La quota d’iscrizione dei partecipanti può essere sussidiata fino al 50% da parte della Confederazione (il sussidio viene riconosciuto solo a formazione conclusa e se i partecipanti sono domiciliati in Ticino). Con un ciclo formativo di lunga durata articolato su moduli tematici specifici che spaziano dalla conduzione generale dell’impresa alla leadership, alla comunicazione e gestione del personale, dall’organizzazione aziendale alla contabilità e alla finanza, dal marketing alle pubbliche relazioni, ai rapporti con i fornitori e al diritto in materia di piccole e medie aziende. Temi che vengono affrontati non solo da un profilo teorico, ma anche con un approccio pratico per potersi misurare concretamente con i problemi reali che quotidianamente il partecipante può incontrare e dover affrontare in azienda. Dopo ogni lezione si dovrà, infatti, cercare di applicare quanto appreso nella propria attività lavorativa.
Un trampolino per la crescita professionale
Teoria e pratica, quindi, unite dal fil rouge dell’obiettivo finale del corso: acquisire le necessarie competenze, pragmatiche, operative e strategiche, per migliorare l’efficienza e l’efficacia della conduzione dell’impresa. Alla fine del percorso formativo, con la formazione in gestione PMI si avranno tutti i requisiti per guidare una piccola e media azienda o per ricoprire la funzione di quadro in un’azienda di più grande dimensione. Un progetto formativo che rappresenta indubbiamente un trampolino per la crescita professionale personale e un importante atout per la crescita aziendale. Tanto più in una realtà economica come quella ticinese il cui tessuto connettivo è per oltre il 90% costituito da piccole/medie imprese e con un mercato del lavoro spesso penalizzato dalla mancanza di personale dirigenziale. Una carenza che la Scuola Manageriale sta cercando di colmare accompagnando in questa direzione un’eterogenea tipologia di partecipanti che hanno o stanno, appunto, frequentato il corso: un terzo di iscritti da imprese familiari che intendono prepararsi alla successione aziendale; un terzo da dipendenti che aspirano a una migliore carriera professionale; un altro gruppo, poi, di piccoli imprenditori che hanno avviato un’attività economica in Ticino e, infine, titolari e personale di start-up. Una diversificazione che si riscontra nella composizione multisettoriale delle classi del corso, a favorire un arricchimento reciproco e una maggiore interazione grazie al confronto tra esperienze differenti, ma che è anche il riflesso diretto che contraddistingue la realtà imprenditoriale del Cantone. Un costante impegno anche nell’aggiornamento del materiale didattico della Scuola Manageriale, focalizzandolo sulle nuove sfide date dall’evoluzione tecnologica e dall’importanza crescente della sostenibilità.
La Cc-Ti ha in cantiere un nuovo corso quale “Economista aziendale PMI”, con accesso ad una formazione superiore e al diploma federale, che si potrà frequentare solo dopo aver conseguito il titolo di “Specialista della gestione PMI”. Si creerà così una vera e propria filiera formativa per le piccole/medie imprese improntata all’apprendimento duale.
Cinque anni di attività rappresentano per la Scuola Manageriale un solido background da cui sono scaturite importanti collaborazioni con le associazioni di categoria e considerevoli riconoscimenti, come la certificazione “eduQua” e l’attestato SQS (eduQua è il label di qualità svizzero per gli istituti di formazione continua e SQS – l’associazione svizzera per servizi professionali di certificazione e valutazione per imprese e organizzazioni di qualsiasi dimensione e settore). Riconoscimenti che imprimono il marchio della qualità su questo progetto di formazione continua, targato interamente Cc-Ti.
A fianco delle imprese sul mercato mondiale
Dallo scorso dicembre la Cc-Ti ha arricchito la sua attività ampliando la propria attività con un servizio dedicato al commercio internazionale (Servizio Commercio Internazionale), per offrire alle imprese informazioni e consulenze professionali ancora più esaustive, sia per le esportazioni come pure per le importazioni. Un’iniziativa che rappresenta una prima in Svizzera e che vede la Cc-Ti alla guida di un progetto pilota anche per le altre Camere di commercio e dell’industria svizzere (20 in totale).
Questa rinnovata sezione, nata da una reale e comunicata esigenza delle imprese per meglio sostenere il processo di crescente internazionalizzazione dell’economia cantonale, consentirà anche di potenziare le sinergie con gli altri servizi interni preposti al commercio estero e con l’offerta di informazione-formazione puntuale sui temi dell’export e dell’import.
Naturale sbocco di questo potenziamento sarà la Scuola dell’Export che il prossimo settembre avvierà il suo primo corso. Molte piccole e medie aziende ticinesi che operano sul mercato mondiale si trovano talvolta in difficoltà perché prive delle necessarie competenze, dei giusti profili professionali e di affidabili partner per affrontare un’agguerrita concorrenza e un contesto geopolitico internazionale instabile e in continua trasformazione. La Scuola dell’Export ha l’obiettivo di colmare queste carenze, acuite peraltro dal pensionamento della generazione dei baby boomers, con un percorso formativo completo e rispondente ai bisogni concreti delle imprese. Anche per questo nuovo percorso, la quota d’iscrizione può essere sussidiata direttamente ai partecipanti fino al 50% da parte della Confederazione (il sussidio viene riconosciuto solo a formazione conclusa e se i partecipanti sono domiciliati in Ticino).
La Scuola dell’Export
La nuova Scuola dell’Export, articolata su tre corsi, si affiancherà alla formazione puntuale sui temi attuali legati all’export. Un settore ormai sempre più importante per la crescita economica del Cantone. Il primo corso che, come detto inizia a settembre, permetterà di conseguire il titolo di “Impiegato/a export”, con certificato rilasciato dalle Camere di commercio e dell’industria svizzere dopo un esame finale. Con lezioni distribuite su sei giornate verranno affrontate tutte le tematiche tecniche dell’export dalle condizioni quadro internazionali all’Incoterms, dalle procedure doganali ai canali distributivi internazionali e alle garanzie bancarie- con un processo di apprendimento volto ad acquisire le competenze specifiche.
L’anno prossimo si terrà invece, sull’arco di un semestre, il corso di secondo livello per ottenere la qualifica di “Specialista in commercio internazionale” con attestato federale. Ventiquattro giorni interi di lezione con un taglio più strettamente operativo, quindi più direttamente legato alla pratica concreta nell’export. Si imparerà, ad esempio, come organizzare un reparto esportazione o sviluppare una campagna di marketing internazionale. Con un terzo corso si consegue l’attestato di “Responsabile commercio internazionale”, con la possibilità di accedere anche ad una formazione superiore. Anche per questo ultimo livello sono previste 24 giornate di lezione, distribuite su un semestre, finalizzate all’acquisizione delle competenze necessarie per poter gestire tutte le attività e le problematiche legate all’export. La Scuola dell’Export si terrà in collaborazione diretta con diverse associazioni di categoria e potrà offrire ai partecipanti nuove opportunità d’impiego o di avanzamento professionale. I tre percorsi formativi sono, difatti, rivolti soprattutto alle imprese orientate sulle esportazioni per supplire alla mancanza di personale formato.
La formazione puntuale modulare
Come si vede la formazione proposta dalla Cc-Ti si sviluppa su più piani e su livelli diversi, ma sempre con un’attenzione particolare a quelle che sono le esigenze concrete. In questo contesto detiene una rilevanza centrale anche la formazione modulare che riscontra un notevole successo tra le imprese, grazie a una vasta gamma di corsi ed eventi formativi specifici che offrono l’opportunità per un costante perfezionamento e aggiornamento professionale dei propri collaboratori. Si tratta di una formazione puntuale di durata breve (mezza giornata, intera o massimo due giorni), che, anche su richiesta diretta delle imprese, del Cantone o della stessa Confederazione, è calibrata su materie puntuali e/o problematiche d’attualità. Sui temi, cioè, che contrassegnano le continue trasformazioni del tessuto produttivo, l’innovazione tecnologica, la gestione aziendale, gli accordi internazionali, l’evoluzione dei mercati, l’acquisizione di nuove competenze e risorse per accrescere la competitività. Cécile Chiodini Polloni, Responsabile del settore di formazione puntuale, è inoltre a vostra disposizione per creare dei percorsi ad hoc sulla base delle vostre esigenze specifiche.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2022/01/ART22-scuola22-1.jpg8531280Lisa Pantinihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngLisa Pantini2022-03-15 07:54:002022-03-10 11:54:50Una formazione a misura d’impresa
Si tratta principalmente di sanzioni commerciali e finanziarie, tra cui:
Provvedimenti relativi ai beni
fatte salve le deroghe previste all’art. 6, divieto di esportazione in Russia di beni a duplice impiego (art. 4 cpv. 1, allegato 2 OBDI), a prescindere dallo scopo o dal destinatario finale;
divieto di esportazione in Russia di beni militari speciali (art. 3 cpv. 1, allegato 3 OBDI) e, fatte salve le deroghe previste all’art. 6, divieto relativo ai beni che potrebbero contribuire al rafforzamento militare e tecnologico o allo sviluppo del settore della difesa e della sicurezza della Russia (art. 5 cpv. 1, allegato 1). In questo contesto sono vietate anche l’assistenza tecnica, l’intermediazione e la concessione di mezzi finanziari (art. 5 cpv. 2);
divieto di importare armi da fuoco, munizioni, esplosivi, pezzi pirotecnici e polvere da fuoco dalla Russia e dall’Ucraina (art. 2);
divieti relativi ai beni per l’aviazione e l’industria spaziale e ai servizi ad essi connessi (art. 9);
divieti relativi ai beni per la raffinazione del petrolio (artt. 10-12).
Provvedimenti finanziari
blocco di averi e di risorse economiche (art. 15);
obbligo di notifica relativo al blocco degli averi e delle risorse economiche (art. 16);
divieto concernente i valori mobiliari e gli strumenti del mercato monetario (artt. 18 e 23, allegati 9, 10 e 11);
divieto di concessione di mutui (art. 19);
divieto di accettare depositi di più di 100’000 franchi da cittadini russi o da persone fisiche e giuridiche nella Russia (art. 20);
dichiarazione obbligatoria relativa ai depositi esistenti (art. 21);
divieto legato alle transazioni con la Banca Centrale della Russia (art. 24);
divieto di fornire servizi specializzati di messaggistica finanziaria (art. 27).
Provvedimenti relativi ai territori designati
divieto d’importare i beni originari dei territori designati senza un certificato d’origine rilasciato dalle autorità ucraine (art. 13 cpv. 1);
divieto d’esportare certi beni e di fornire servizi connessi (art. 14);
divieto di finanziamenti, partecipazioni e certi servizi (art. 25).
Ulteriori restrizioni
divieto di entrata o di transito per talune persone (art. 29, allegato 8).
Coordinate di contatto per richieste specifiche sulle sanzioni: Segreteria di Stato dell’economia (SECO), sanctions@seco.admin.ch, tel. +41 58 464 08 12 (dalle 08:00-12:00 e 13:00-17:00)
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2022/02/ART22-Ucraina-sanzioni.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2022-03-05 10:14:412022-06-22 10:48:49Situazione in Ucraina: ulteriori sanzioni contro la Russia
Dalla fine del lockdown la domanda di taluni prodotti è in continuo aumento. Questo causa ripetutamente dei colli di bottiglia nella fornitura e nel trasporto. Le aziende della supply chain sono quindi nel mirino: devono superare i colli di bottiglia dell’approvvigionamento e fare di più per soddisfare i loro clienti.
Le richieste dei clienti sono aumentate significativamente spinte anche dalla rapida digitalizzazione nel settore delle vendite: sempre più processi legati ai prodotti si stanno spostando su internet (vedi e-commerce o shopping online).
Contatto e trasparenza
Cosa ricercano i clienti? Desiderano di certo modi facili e veloci di contatto attraverso vari canali. Richiedono anche informazioni/raccomandazioni complete e personalizzate su prodotti e servizi. È importante anche la rapidità nell’elaborazione di un ordine, non soltanto nella consegna.
Si evidenzia una tendenza alla trasparenza: innanzitutto, i clienti stessi vogliono leggere su internet le informazioni inerenti ai servizi. Inoltre, vogliono poter seguire l’intero processo di trasporto e le transazioni commerciali e vederli adattati ai loro standard personali (order-to-cash-process).
Quali sono questi standard personali? Sempre più clienti sono interessati alla protezione dell’ambiente e agli standard etici. Pertanto, spesso vogliono un monitoraggio in tempo reale per poter conoscere direttamente lo stato delle cose.
Incidono gli strumenti digitali
Gli strumenti di comunicazione sono cruciali. Le aziende devono essere raggiungibili via e-mail, telefono fisso, social media e anche tramite una chat sul proprio sito web. In questo contesto è utile disporre di un’unica piattaforma digitale per tutti i canali di comunicazione (omnichannel solution).
Oltre a ciò, le aziende dovrebbero anche essere in grado di inviare SMS e messaggi personali alle applicazioni smartphone dei clienti: infatti, i clienti apprezzano il fatto di ricevere messaggi utili al momento giusto.
Un unico sistema digitale può anche coordinare l’ordine, la consegna e consentire il monitoraggio in tempo reale della merce da parte dei clienti stessi. In questo caso, aiutano gli strumenti basati sull’Internet of Things (IoT). L’IoT può anche far uso di telecamere speciali in loco che permettono di monitorare le merci nei magazzini e durante il trasporto.
Infine, le aziende della catena di approvvigionamento dovrebbero mettere in rete i singoli dipartimenti e filiali. Così facendo, avranno ovunque gli stessi standard elevati di qualità e di servizio al cliente. In questo contesto la tecnologia blockchain può fornire un accesso rapido a tutti i documenti e processi interni.
La consulenza personale
Un servizio clienti personalizzato significa anche digitalizzare i processi banali e impiegare i dipendenti in modo mirato per la consulenza personale ai clienti. In questo modo, i collaboratori possono fidelizzare i clienti coniugando l’accoglienza e l’empatia alla loro competenza in materia di prodotti e servizi.
È altresì importante trattare i reclami in modo positivo: i clienti lo apprezzano. Infine, ogni feedback è utile all’ottimizzazione dei processi interni dell’azienda.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2022/03/ART22-supply-chain-clienti.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2022-03-03 08:30:002022-06-22 10:49:13Supply chain: concentrarsi sui clienti
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SONDAGGIO: Impatto del conflitto in Ucraina e/o delle sanzioni sulle aziende della Svizzera italiana
/in Internazionale, TematicheLa Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino lancia un sondaggio volto ad ottenere una fotografia regionale dettagliata degli effetti del conflitto in Ucraina e delle recenti sanzioni svizzere e internazionali sulle attività delle aziende della Svizzera italiana, in particolare per quanto riguarda il loro impatto (diretto o indiretto) sugli approvvigionamenti e sulle vendite.
Il sondaggio consiste in 8 brevi domande prevalentemente a crocette. La sua compilazione richiederà solo pochi minuti.
Termine di compilazione: giovedì 14 aprile 2022
L’Assegno Unico Universale per i Figli (AUUF) – Italia
/in Diritto, TematicheNews aggiornata marzo 2023
La nuova legge è stata approvata definitivamente dal Parlamento e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 6 aprile 2021.
– ULTIMO AGGIORNAMENTO – MARZO 2023
– Legge italiana Assegno Unico
– Formulario Assegno Unico
INFORMAZIONE – VEICOLI AZIENDALI -Verifica 08.2024-
/in Comunicazione e mediaSi premette che la presente comunicazione è purtroppo generica in quanto siamo in attesa di concretizzazioni da parte di specifiche e preannunciate circolari ministeriali. Concretamente tali circolari dovrebbero fornire maggiori indicazioni circa l’applicazione prevista di queste nuove regole ai lavoratori frontalieri impiegati in Svizzera che beneficiano di un veicolo aziendale per il tragitto casa-lavoro.
SCARICA IL DOCUMENTO COMPLETO
Per l’utilizzo del veicolo aziendale da parte di un frontaliere in Italia vanno distinti due aspetti, quello doganale e quello della circolazione stradale.
A livello di circolazione stradale, dal marzo 2022 in Italia è stato introdotto l’obbligo di iscrivere i veicoli con targhe estere nell’apposito registro REVE. La misura è quindi ormai definitiva e il relativo tenore corrisponde alla nostra informativa da lei citata.
A livello doganale è necessario che l’utilizzo sia limitato al tragitto casa-lavoro (divieto di uso per scopi privati). In questo caso il conducente dovrà tenere a bordo, per eventuali controlli su strada, la documentazione attestante l’utilizzo del mezzo dell’impresa in qualità di dipendente (contratto di lavoro o dichiarazione del datore di lavoro), nonché l’autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane. E’ quindi necessario richiedere la relativa documentazione alle dogane italiane. Questa procedura è quella ormai applicata da numerosi anni.
Aggiornamento del 28 marzo 2022
Panama, l’hub per l’America centrale
/in Approfondimenti Paese, Internazionale, TematicheLa Repubblica di Panama è uno Stato dell’America centrale, situato nella parte più stretta della regione istmica, a cavallo fra il Mar delle Antille e l’Oceano Pacifico, la Colombia e il Costa Rica. Con un tasso di disoccupazione tra i più bassi dell’America centrale, l’economia panamense si fonda sul terziario, fortemente influenzata dal settore bancario, dal commercio e dal turismo.
Più di 100 aziende svizzere hanno già scoperto Panama come base per le loro attività in America centrale, di cui oltre 60 sono affiliate alla Camera di commercio svizzero-panamense (CCSP). Per la Svizzera, che nel 2018 era il quarto Paese investitore dietro Colombia, Stati Uniti e Canada, Panama è una Nazione importante quale sede di grandi imprese nella regione centroamericana. Il Paese è però interessante anche per le imprese di medie dimensioni che desiderano entrare nel mercato regionale. Ne sono un esempio GEOBRUGG AG e NESCENS SA, due aziende svizzere che hanno deciso di sviluppare il loro business nella regione operando da Panama. Ovviamente, ogni azienda è diversa e affronta problematiche individuali. Tuttavia, ci sono vantaggi nell’insediarsi a Panama, soprattutto in termini di logistica, sicurezza e stabilità politica e giuridica.
NESCENS sfrutta l’accesso a una regione con un alto tasso di crescita
Per SKINLAB CORP., distributore della linea di cosmetici anti-invecchiamento di origine svizzera NESCENS, Panama funge da porta di accesso per la commercializzazione dei suoi prodotti e servizi in tutta l’America latina, sfruttando i vantaggi logistici e di comunicazione offerti dal Paese. L’ampia connettività che il Paese ha con il resto del Continente e con l’Europa – e che ne fanno “l’Hub delle Americhe” – è senza dubbio uno dei grandi vantaggi che a medio e lungo termine sfrutteranno come primo distributore di prodotti cosmeceutici nel Paese.
Secondo Jessica Julio, Direttrice commerciale di SKINLAB CORP, “stabilirci a Panama significa avere accesso diretto a una delle regioni del mondo con la più alta crescita nelle vendite di prodotti di bellezza, con un fatturato annuale di circa 100 miliardi di dollari, secondo i dati del Consiglio delle associazioni dell’industria cosmetica latinoamericana (CASIC), che comprende il 90% del mercato regionale”. In tutti questi Paesi, il settore industriale è cresciuto costantemente negli ultimi anni. La categoria più grande è quella dei cosmetici, con più di 63,2 miliardi di dollari venduti ogni anno (2018), con una forte spinta all’impegno digitale e una concezione della bellezza ispirata alla salute e all’innovazione, caratteristiche che SKINLAB CORP condivide senza dubbio. “Quale distributore esclusivo di NESCENS in America Latina, sappiamo che i nostri prodotti sono all’avanguardia e il marchio «Swiss Guarantee COS», concesso a NESCENS dall’Associazione per la protezione dell’origine dei cosmetici svizzeri, ci rendono un concorrente molto importante sul mercato latinoamericano, che risulta competitivo”, aggiunge la Direttrice commerciale.
Per GEOBRUGG la decisione finale è stata a favore di Panama
L’azienda GEOBRUGG AG, leader mondiale nella produzione e nello sviluppo di sistemi di protezione dai pericoli naturali, ha intuito subito che un ufficio regionale ubicato a Panama sarebbe stato l’ideale per servire i diversi mercati dell’America centrale e già nel 2009 aveva messo gli occhi sul mercato panamense. Tuttavia, anche il Costa Rica era in corsa: infatti, entrambi i Paesi rappresentavano per GEOBRUGG il mercato potenziale più interessante e le economie più dinamiche della regione. Secondo Ricardo de Stefano, Direttore regionale di GEOBRUGG in America Centrale, la decisione finale è stata a favore di Panama per vari motivi:
Panama: uno Stato con tanti vantaggi
Alla menzione di Panama, molte aziende spesso si mettono sulla difensiva. Sì, Panama deve ancora affrontare delle sfide. Vi sono però anche molti esempi a dimostrazione che il Paese è particolarmente adatto quale hub in America Centrale da cui partire per sviluppare la regione. Molte aziende svizzere oltre a GEOBRUGG e NESCENS hanno scelto Panama come sede centrale. Un sondaggio effettuato tra i soci della Camera di commercio svizzero-panamense ha confermato gli argomenti sopra elencati a favore di una gestione centrale degli affari da Panama. Oltre a questa considerazione principalmente economica, altri associati hanno citato il Paese anche per la sua biodiversità e il suo clima tropicale, così come per la cordialità con cui si viene ricevuti dai panamensi.
“Panama, l’hub per l’America centrale”: la Nazione è il punto di partenza ideale per l’espansione di un nuovo business nella regione.
La Camera di commercio svizzero-panamense al vostro fianco
Secondo S.E. l’ambasciatore di Svizzera in Costa Rica, El Salvador, Nicaragua e Panama, Gabriele Derighetti, “la nuova Camera di commercio svizzero-panamense, nata nel gennaio 2020, ha dimostrato di essere un attore chiave per la Svizzera a Panama. Grazie al suo dinamismo, anche in tempi di pandemia, è riuscita a posizionarsi e a farsi apprezzare dai locali e dalle imprese svizzere.”
La Camera di commercio svizzero-panamense è a disposizione per fornire risposte a possibili domande e supporto nello sviluppo delle attività in America centrale partendo da Panama.
Autore e contatto:
Camera di commercio svizzero-panamense (CCSP)
https://swisschamberpanama.org/
info@swisschamberpanama.org
Responsabilità sociale delle imprese: un nuovo strumento per le aziende targato Cc-Ti
/in Appuntamenti, Comunicazione e media, Eventi e missioni, Sostenibilità, TematicheGiovedì 17 marzo 2022 si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della piattaforma per la compilazione di un modello online di rapporto di sostenibilità, sviluppato dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) con il supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE). Il nuovo strumento ha lo scopo di agevolare le imprese, comprese quelle piccole e medie, nel redigere il proprio rapporto di sostenibilità ed è disponibile sul portale TI-CSRREPORT.CH.
La responsabilità sociale delle imprese è un tema di grande attualità, dibattuto non solo a livello politico ma anche nel contesto delle ricerche di lavoro. Non sono unicamente le Autorità a chiedere sempre più responsabilità sociale alle imprese, anche il mercato ne sta facendo un fattore di competitività rilevante e viene considerato con molta attenzione. Un fattore diventato preferenziale in molti legami commerciali. Di regola, le imprese praticano già diverse buone pratiche sul tema, come confermato dai rilevamenti della Cc-Ti effettuati in questi anni unitamente alle Camere di commercio e dell’industria delle altre regioni svizzere. Tali comportamenti spesso non vengono però comunicati, purtroppo sottovalutati anche dalle aziende stesse, e così si perde, sfortunatamente, traccia di molte buone pratiche del mondo imprenditoriale in campo economico, ambientale e sociale già presenti e in atto sul nostro territorio. La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), quale associazione-mantello dell’economia ticinese, sta dedicando molte risorse a questo tema e ha sviluppato, col supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE), un modello online di rapporto di sostenibilità, che è disponibile dal 1° marzo 2022 sul portale ti-csrreport.ch.
All’evento, tenutosi nella cornice dell’ex-convento delle Agostiniane di Monte Carasso, sono intervenuti Andrea Gehri, Presidente Cc-Ti; Christian Vitta, Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE); Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Nicola Bagnovini, Direttore SSIC.
Presenti in sala anche Gianluca Pagani (CSR Manager Cc-Ti); Caterina Carletti (ricercatrice responsabile dello studio- SUPSI); Jenny Assi (ricercatrice responsabile dello studio- SUPSI); Walter Bizzozero (Responsabile del Centro di competenza in materia di commesse pubbliche) e Luca Bordonzotti (Direttore Marketing & Product Management Banca Stato).
Davanti ai media ed ai partecipanti presenti (esponenti delle associazioni di categoria affiliate alla Cc-Ti, riuniti nel Consiglio economico) è stato illustrato questo nuovo supporto, frutto di un’iniziativa completamente auto-finanziata dalla Cc-Ti, intende supportare tutte le aziende ticinesi di ogni settore economico, con un occhio di riguardo per le piccole e medie imprese, che spesso non dispongono di una struttura dedicata per trattare in modo approfondito il tema.
L’obiettivo vuole affiancare, anche in questo ambito, tutte le aziende e agevolarle nell’opportunità di dotarsi di un esaustivo documento che raccolga le buone pratiche, integrando le informazioni economiche con un rendiconto dell’impatto sociale e ambientale delle proprie attività. Uno strumento di analisi e di comunicazione che, in modo semplice ed efficace, permette di approcciare il tema della sostenibilità e della responsabilità sociale. Le imprese hanno così l’opportunità di manifestare il loro impegno ai vari interlocutori del territorio (azionisti, clienti, fornitori, dipendenti, comunità, enti finanziatori, pubblica amministrazione, associazioni del territorio, media, ecc.), evidenziando il loro valore generato non solo a livello economico.
Il rapporto di sostenibilità sarà anche un utile strumento atto a verificare con regolarità le misure prese dalle aziende e quindi i miglioramenti e/o rispettivamente gli ambiti su cui ancora intervenire.
La responsabilità sociale delle imprese è un elemento che dal 2021 rientra anche nei bandi di concorso pubblici, visto che vi è un valore di ponderazione del 4% nei criteri di aggiudicazione.
Il documento della Cc-Ti, anche attraverso un lavoro di consulenza puntuale, aiuterà le aziende a dimostrare la realizzazione di obiettivi economici, ambientali e sociali idonei a ottenere questa percentuale. Grazie al rapporto di sostenibilità e con l’ottenimento di una relativa “Dichiarazione di conformità” (certificata dal servizio CSR della Cc-Ti) si sosterrà sia il lavoro delle aziende, sia quello delle Autorità chiamate a valutare i dossier. L’iniziativa non è ancora una condizione per partecipare agli appalti pubblici, ma alla quale si può aderire su base volontaria ed è sostenuta dal DFE, dal DT e dall’ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche. In presenza dei rappresentanti delle associazioni di categoria associate alla Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino, la conferenza stampa è stata aperta dal Presidente della Cc-Ti, Andrea Gehri, seguito dal Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) Christian Vitta che ha salutato positivamente l’importante lavoro di squadra tra istituzioni, Cc-Ti e SUPSI per la realizzazione del modello di rapporto di sostenibilità e ha sottolineato quanto questo sia “un ulteriore tassello nel sostegno alla CSR, a dimostrazione dell’importanza del tema per il Cantone e per gli attori del territorio. Consolidando il proprio impegno verso la responsabilità sociale delle imprese, le aziende contribuiscono a realizzare la visione di un Ticino sostenibile, attento non solo agli sviluppi economici, ma anche sociali e ambientali in atto e, di riflesso, con un impatto positivo sul nostro territorio, su chi vi lavora e su chi vi abita”.
È in seguito intervenuto il Direttore della Cc-Ti, Luca Albertoni, con alcuni cenni generali sullo strumento e il ruolo attivo dell’economia sul tema. Egli ha sottolineato come si tratti di un segnale molto importante del mondo imprenditoriale verso il territorio, anche perché finanziato interamente con i fondi della Cc-Ti. Inoltre, significativo è il fatto che lo strumento sia stato concepito sia per sostenere il lavoro delle aziende che per facilitare quello delle Autorità, ulteriore segnale di grande collaborazione a 360°.
A chiudere la conferenza stampa l’intervento del Direttore della Società Svizzera Impresari Costruttori – Sezione Ticino, Nicola Bagnovini a confermare l’importanza e l’utilità della dichiarazione di conformità. Egli ha evidenziato la semplicità d’uso dello strumento per le aziende e come questo approccio molto pragmatico eviterebbe ingenti spese supplementari alle imprese che intendano o necessitano dotarsi di un rapporto di sostenibilità e di un riconoscimento come quelli varati in data odierna. L’agevolazione e il supporto assicurati agli utenti saranno un apprezzato sgravio per le aziende.
SCOPRI
– Il Rapporto di sostenibilità – TI-CSRREPORT.CH
– La pagina della Cc-Ti dedicata
– Discorso dell’onorevole Christian Vitta alla presentazione della piattaforma CSR
L’evento nei media
Gioco di squadra per la responsabilità sociale – CdT, 17.3.2022
RESPONSABILTÀ SOCIALE ‘Fattore di competitività’ – LaRegione, 17.3.2022
Servizio al Quotidiano del 17.03.2022 sulla presentazione della piattaforma CRS
Servizio su Radio Fiumeticino del 17.03.2022 sulla presentazione della piattaforma CRS, dal m. 28.05 al m. 34.35
Responsabilità sociale delle imprese: un nuovo strumento per le aziende targato Cc-Ti – etcinforma, 17.3.2022
Sostenibilità e responsabilità sociale, Andrea Gehri presenta il nuovo strumento della Cc-Ti – liberatv, 17.3.2022
Christian Vitta: “Un passo importante per un Ticino sostenibile” – liberatv, 17.3.2022
Al via la nuova piattaforma per la sostenibilità aziendale – bluewin.ch, 17.3.2022
“Non un ostacolo, ma uno strumento di competitività” – RSI online, 17.3.2022
Responsabilità sociale delle imprese: un nuovo strumento per le aziende targato Cc-Ti – ticinolibero, 17.3.2022
L’origine non è sempre origine
/in Dogana, Internazionale, TematicheL’origine di un prodotto è l’elemento caratterizzante della sua nazionalità economica, riferita al Paese in cui viene estratta, lavorata, trasformata, assemblata e/o fabbricata. Essa riveste particolare importanza nel commercio internazionale ed è centrale non soltanto dal punto di vista doganale e commerciale, ma anche per la tutela dei consumatori, che hanno il diritto e l’esigenza di capire il luogo di effettiva produzione di una merce. In questo contesto occorre però effettuare la seguente distinzione:
– origine preferenziale
– origine non preferenziale
– indicazione di provenienza
La nozione di origine preferenziale individua l’origine delle merci dal punto di vista puramente doganale in quanto determinata sulla base di regole stabilite negli accordi di libero scambio (ALS) che la Svizzera ha concluso bilateralmente o nel quadro dell’Associazione europea di libero scambio (AELS). In generale si può dire che il concetto di origine preferenziale della merce è determinato da accordi ben precisi che un Paese – nel nostro caso la Svizzera da sola o nell’ambito dell’AELS – ha concluso con altri Paesi. Tali accordi definiscono quando la merce è considerata di origine preferenziale e beneficia quindi di preferenze tariffali (sgravi o esenzione dai dazi) nel Paese di destinazione parte dell’accordo. Ogni ALS ha le sue regole specifiche, che vanno pertanto analizzate e applicate caso per caso.
La nozione di origine non preferenziale individua il luogo geografico (il Paese) in cui il prodotto è totalmente ottenuto o fabbricato o in cui è stato oggetto di lavorazioni o trasformazioni sufficienti. L’origine non preferenziale si applica laddove, all’atto dell’importazione e dell’esportazione, le merci sono soggette a misure economiche esterne. Essa costituisce la base per l’applicazione della nazione più favorita (MFN), o per l’applicazione di molteplici misure di politica commerciale come, ad esempio, i dazi antidumping o compensativi (da non confondere con i dazi doganali), gli embarghi commerciali, le misure di salvaguardia e di ritorsione, le restrizioni quantitative (contingenti tariffali), ecc. In generale si può dire che ogni prodotto ha necessariamente un’origine non preferenziale, che potrebbe essere diversa dalla sua origine preferenziale.
Dal canto suo, l’indicazione di provenienza fornisce invece informazioni sulla regione di fabbricazione o di trasformazione di un prodotto (es. “Swiss Made” o “Made in Switzerland”), sulla base delle quali il compratore si attende una determinata qualità, una precisa caratteristica nonché una buona reputazione. Nel Paese del compratore, tuttavia, questa indicazione non comporta alcun trattamento specifico da parte delle autorità. Tale designazione è infatti utilizzata a fini pubblicitari in quanto può rendere una merce più interessante per i clienti, facendone aumentare il valore ed eventualmente il prezzo.
In generale, le indicazioni di provenienza possono essere utilizzate dai produttori senza alcun obbligo di autorizzazione purché soddisfino le condizioni previste dalla legge. Sia l’origine preferenziale sia quella non preferenziale richiedono invece l’allestimento di prove documentali che autorizzano un determinato trattamento, da parte delle autorità, delle merci nel Paese di destinazione.
Tra sgravi e… multe: ogni accordo di libero scambio ha le sue caratteristiche specifiche e la loro interpretazione e applicazione pratica non sono sempre evidenti e possono avere conseguenze importati per le aziende che operano con l’estero. In stretta collaborazione con la Dogana svizzera, la Cc-Ti organizza pertanto regolarmente dei corsi di formazione sugli ALS e sull’origine preferenziale. A testimonianza dell’importanza del tema, la prima edizione del 2022 è andata subito esaurita. Il servizio Formazione puntuale ha pertanto deciso di proporre una seconda sessione i prossimi martedì 29 marzo (tutto il giorno) e mercoledì 30 marzo 2022 (la mattina). Per ragguagli ed iscrizioni: https://www.cc-ti.ch/calendario/accordi-di-libero-scambio-e-origine-preferenziale-seconda-edizione-2/
Chi volesse approfondire (anche) il tema dell’origine non preferenziale può annunciarsi al corso di mezza giornata che si terrà mercoledì 30 marzo 2022 pomeriggio. Per ragguagli ed iscrizioni: Origine non preferenziale delle merci – SECONDA EDIZIONE – Cc-Ti
Nuove sanzioni contro la Bielorussia
/in Dogana, Internazionale, Tematiche, VariaIl Consiglio federale ha proceduto ad una revisione totale dell’ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Bielorussia. Sulla scia di quanto adottato contro la Russia, le misure riguardano in particolare il settore commerciale e quello finanziario.
Tra le novità vi è il divieto di esportazione in Bielorussia di tutti i beni a duplice impiego (civile o militare), a prescindere dallo scopo o dal destinatario finale. Viene inoltre vietata l’esportazione di determinati macchinari e di beni per il rafforzamento militare e tecnologico o per lo sviluppo del settore della difesa e della sicurezza. In relazione a tali beni non è più permesso fornire assistenza tecnica, servizi di intermediazione né mezzi finanziari. Sono stati ampliati anche i divieti di importazione nei confronti della Bielorussia, che ora includono anche i prodotti del legno e della gomma, ferro, acciaio e cemento. In base alla nuova ordinanza è vietato fornire finanziamenti pubblici o assistenza finanziaria pubblica per gli scambi commerciali o gli investimenti in tale Paese. Altri provvedimenti in ambito finanziario concernono titoli di credito, mutui e l’accettazione di depositi. Le transazioni con la Banca centrale bielorussa non sono più consentite. Inoltre, le banche elencate nell’allegato sono escluse dal sistema di messaggistica internazionale SWIFT.
I nuovi provvedimenti possono essere visionati qui: https://www.seco.admin.ch/seco/it/home/Aussenwirtschaftspolitik_Wirtschaftliche_Zusammenarbeit/Wirtschaftsbeziehungen/exportkontrollen-und-sanktionen/sanktionen-embargos/sanktionsmassnahmen/massnahmen-gegenueber-belarus.html
Contatto per domande mirate: Segreteria di Stato dell’economia SECO, sanctions@seco.admin.ch, tel. 058 464 08 12
Fonte: Comunicato stampa del Consiglio federale Ucraina: il Consiglio federale inasprisce le sanzioni contro la Bielorussia (admin.ch)
Una formazione a misura d’impresa
/in Appuntamenti, Formazione puntuale, Scuola managerialeLa formazione continua è la chiave del successo personale e aziendale. È questa la filosofia che ispira il costante impegno della Cc-Ti nell’offrire agli operatori dell’economia ticinese, anche su diretta sollecitazione delle associazioni di categoria e delle imprese affiliate, un’ampia scelta di percorsi formativi, sia di breve che di lunga durata.
La Scuola Manageriale, la nuova Scuola dell’Export, che prenderà avvio il prossimo settembre con il primo corso, e la ricca offerta della formazione puntuale, sono gli assi strategici su quali si sviluppa l’ampia proposta formativa targata Cc-Ti. Sempre animata dalla ferma convinzione che solo investendo di più sulla conoscenza, sull’acquisizione di nuove competenze e l’aggiornamento professionale è possibile continuare a crescere nella propria professione ed essere profili chiave per le aziende.
La Scuola Manageriale
Con un nuovo corso che prenderà avvio il prossimo maggio, la Scuola Manageriale entrerà nel quinto anno di attività, sull’onda di un crescente interesse che ha visto sinora un centinaio di iscritti provenienti dai più diversi settori produttivi, non arrestandosi neanche con le inevitabili difficoltà provocate dalla pandemia nell’ultimo biennio. Una formazione specifica superiore che non esisteva ancora in Ticino, a differenza dei Cantoni della Svizzera tedesca, e che la Cc-Ti ha promosso nel febbraio del 2018 rispondendo alle specifiche richieste avanzate dei propri soci e dal proprio Consiglio economico (formato da circa 50 associazioni categoria). Articolata su sei moduli (più un modulo interdisciplinare finale) per un totale di 352 ore di lezioni su tre semestri, la Scuola Manageriale permette ai partecipanti di ottenere il titolo di “Specialista della Gestione PMI” con attestato federale. In pratica, superati i sei moduli del corso si riceve un certificato di frequenza SIU/IFCAM, rilasciato dalla Cc-Ti, che dà accesso all’esame federale per conseguire il relativo attestato.
Ma chi è o, meglio, cosa fa uno Specialista della Gestione PMI? “È una figura professionale in grado di condurre correttamente una piccola/media impresa, identificandone rischi e opportunità. O anche colui che aspira ad occupare una posizione di quadro in un’azienda (anche di grandi dimensioni)”, spiega Roberto Klaus, Direttore della SSIB Ticino, Swiss School for International Business, e Responsabile della Scuola Manageriale e della Scuola dell’Export della Cc-Ti.
Lo scopo del corso è quello di incentivare la promozione della formazione continua e preparare adeguatamente imprenditori, futuri dirigenti delle PMI e quadri aziendali. La quota d’iscrizione dei partecipanti può essere sussidiata fino al 50% da parte della Confederazione (il sussidio viene riconosciuto solo a formazione conclusa e se i partecipanti sono domiciliati in Ticino). Con un ciclo formativo di lunga durata articolato su moduli tematici specifici che spaziano dalla conduzione generale dell’impresa alla leadership, alla comunicazione e gestione del personale, dall’organizzazione aziendale alla contabilità e alla finanza, dal marketing alle pubbliche relazioni, ai rapporti con i fornitori e al diritto in materia di piccole e medie aziende. Temi che vengono affrontati non solo da un profilo teorico, ma anche con un approccio pratico per potersi misurare concretamente con i problemi reali che quotidianamente il partecipante può incontrare e dover affrontare in azienda.
Dopo ogni lezione si dovrà, infatti, cercare di applicare quanto appreso nella propria attività lavorativa.
Un trampolino per la crescita professionale
Teoria e pratica, quindi, unite dal fil rouge dell’obiettivo finale del corso: acquisire le necessarie competenze, pragmatiche, operative e strategiche, per migliorare l’efficienza e l’efficacia della conduzione dell’impresa. Alla fine del percorso formativo, con la formazione in gestione PMI si avranno tutti i requisiti per guidare una piccola e media azienda o per ricoprire la funzione di quadro in un’azienda di più grande dimensione. Un progetto formativo che rappresenta indubbiamente un trampolino per la crescita professionale personale e un importante atout per la crescita aziendale. Tanto più in una realtà economica come quella ticinese il cui tessuto connettivo è per oltre il 90% costituito da piccole/medie imprese e con un mercato del lavoro spesso penalizzato dalla mancanza di personale dirigenziale. Una carenza che la Scuola Manageriale sta cercando di colmare accompagnando in questa direzione un’eterogenea tipologia di partecipanti che hanno o stanno, appunto,
frequentato il corso: un terzo di iscritti da imprese familiari che intendono prepararsi alla successione aziendale; un terzo da dipendenti che aspirano a una migliore carriera professionale; un altro gruppo, poi, di piccoli imprenditori che hanno avviato un’attività economica in Ticino e, infine, titolari e personale di start-up. Una diversificazione che si riscontra nella composizione multisettoriale
delle classi del corso, a favorire un arricchimento reciproco e una maggiore interazione grazie al confronto tra esperienze differenti, ma che è anche il riflesso diretto che contraddistingue la realtà
imprenditoriale del Cantone.
Un costante impegno anche nell’aggiornamento del materiale didattico della Scuola Manageriale, focalizzandolo sulle nuove sfide date dall’evoluzione tecnologica e dall’importanza crescente della sostenibilità.
La Cc-Ti ha in cantiere un nuovo corso quale “Economista aziendale PMI”, con accesso ad una formazione superiore e al diploma federale, che si potrà frequentare solo dopo aver conseguito il titolo di “Specialista della gestione PMI”. Si creerà così una vera e propria filiera formativa per le piccole/medie imprese improntata all’apprendimento duale.
Cinque anni di attività rappresentano per la Scuola Manageriale un solido background da cui sono scaturite importanti collaborazioni con le associazioni di categoria e considerevoli riconoscimenti, come la certificazione “eduQua” e l’attestato SQS (eduQua è il label di qualità svizzero per gli istituti di formazione continua e SQS – l’associazione svizzera per servizi professionali di certificazione e valutazione per imprese e organizzazioni di qualsiasi dimensione e settore).
Riconoscimenti che imprimono il marchio della qualità su questo progetto di formazione continua, targato interamente Cc-Ti.
A fianco delle imprese sul mercato mondiale
Dallo scorso dicembre la Cc-Ti ha arricchito la sua attività ampliando la propria attività con un servizio dedicato al commercio internazionale (Servizio Commercio Internazionale), per offrire alle imprese informazioni e consulenze professionali ancora più esaustive, sia per le esportazioni come pure per le importazioni. Un’iniziativa che rappresenta una prima in Svizzera e che vede la Cc-Ti alla guida di un progetto pilota anche per le altre Camere di commercio e dell’industria svizzere (20 in totale).
Questa rinnovata sezione, nata da una reale e comunicata esigenza delle imprese per meglio sostenere il processo di crescente internazionalizzazione dell’economia cantonale, consentirà anche di potenziare le sinergie con gli altri servizi interni preposti al commercio estero e con l’offerta di informazione-formazione puntuale sui temi dell’export e dell’import.
Naturale sbocco di questo potenziamento sarà la Scuola dell’Export che il prossimo settembre avvierà il suo primo corso. Molte piccole e medie aziende ticinesi che operano sul mercato mondiale si trovano talvolta in difficoltà perché prive delle necessarie competenze, dei giusti profili professionali e di affidabili partner per affrontare un’agguerrita concorrenza e un contesto geopolitico internazionale instabile e in continua trasformazione.
La Scuola dell’Export ha l’obiettivo di colmare queste carenze, acuite peraltro dal pensionamento della generazione dei baby boomers, con un percorso formativo completo e rispondente ai bisogni concreti delle imprese. Anche per questo nuovo percorso, la quota d’iscrizione può essere sussidiata direttamente ai partecipanti fino al 50% da parte della Confederazione (il sussidio viene riconosciuto solo a formazione conclusa e se i partecipanti sono domiciliati in Ticino).
La Scuola dell’Export
La nuova Scuola dell’Export, articolata su tre corsi, si affiancherà alla formazione puntuale sui temi attuali legati all’export. Un settore ormai sempre più importante per la crescita economica del Cantone. Il primo corso che, come detto inizia a settembre, permetterà di conseguire il titolo di “Impiegato/a export”, con certificato rilasciato dalle Camere di commercio e dell’industria svizzere dopo un esame finale. Con lezioni distribuite su sei giornate verranno affrontate tutte le tematiche tecniche dell’export dalle condizioni quadro internazionali all’Incoterms, dalle procedure doganali ai canali distributivi internazionali e alle garanzie bancarie- con un processo di apprendimento volto ad acquisire le competenze specifiche.
L’anno prossimo si terrà invece, sull’arco di un semestre, il corso di secondo livello per ottenere la qualifica di “Specialista in commercio internazionale” con attestato federale. Ventiquattro giorni interi di lezione con un taglio più strettamente operativo, quindi più direttamente legato alla pratica concreta nell’export. Si imparerà, ad esempio, come organizzare un reparto esportazione o sviluppare una campagna di marketing internazionale. Con un terzo corso si consegue l’attestato di “Responsabile commercio internazionale”, con la possibilità di accedere anche ad una formazione superiore. Anche per questo ultimo livello sono previste 24 giornate di lezione, distribuite su un semestre, finalizzate all’acquisizione delle competenze necessarie per poter gestire tutte le attività e le problematiche legate all’export. La Scuola dell’Export si terrà in collaborazione diretta con diverse associazioni di categoria e potrà offrire ai partecipanti nuove opportunità d’impiego o di avanzamento professionale. I tre percorsi formativi sono, difatti, rivolti soprattutto alle imprese orientate sulle esportazioni per supplire alla mancanza di personale formato.
La formazione puntuale modulare
Come si vede la formazione proposta dalla Cc-Ti si sviluppa su più piani e su livelli diversi, ma sempre con un’attenzione particolare a quelle che sono le esigenze concrete. In questo contesto detiene una rilevanza centrale anche la formazione modulare che riscontra un notevole successo tra le imprese, grazie a una vasta gamma di corsi ed eventi formativi specifici che offrono l’opportunità per un costante perfezionamento e aggiornamento professionale dei propri collaboratori. Si tratta di una formazione puntuale di durata breve (mezza giornata, intera o massimo due giorni), che, anche su richiesta diretta delle imprese, del Cantone o della stessa Confederazione, è calibrata su materie puntuali e/o problematiche d’attualità. Sui temi, cioè, che contrassegnano le continue trasformazioni del tessuto produttivo, l’innovazione tecnologica, la gestione aziendale, gli accordi internazionali, l’evoluzione dei mercati, l’acquisizione di nuove competenze e risorse per accrescere la competitività.
Cécile Chiodini Polloni, Responsabile del settore di formazione puntuale, è inoltre a vostra disposizione per creare dei percorsi ad hoc sulla base delle vostre esigenze specifiche.
CONTATTI & INFO
Scuola Manageriale Cc-Ti, Roberto Klaus, klaus@cc-ti.ch
Formazione puntuale Cc-Ti, Cécile Chiodini Polloni, corsi@cc-ti.ch
Situazione in Ucraina: ulteriori sanzioni contro la Russia
/in Internazionale, Tematiche, VariaIl 4 marzo 2022 il Consiglio federale ha adottato la revisione totale dell’Ordinanza che istituisce provvedimenti per impedire l’aggiramento delle sanzioni internazionali in relazione alla situazione in Ucraina, riprendendo le sanzioni dell’UE del 23 e 25 febbraio e del 1° marzo 2022.
Si tratta principalmente di sanzioni commerciali e finanziarie, tra cui:
Provvedimenti relativi ai beni
Provvedimenti finanziari
Provvedimenti relativi ai territori designati
Ulteriori restrizioni
Coordinate di contatto per richieste specifiche sulle sanzioni: Segreteria di Stato dell’economia (SECO), sanctions@seco.admin.ch, tel. +41 58 464 08 12 (dalle 08:00-12:00 e 13:00-17:00)
Fonte: Consiglio federale – Ucraina: attuate ulteriori sanzioni commerciali e finanziarie contro la Russia (admin.ch)
Supply chain: concentrarsi sui clienti
/in Internazionale, Tematiche, VariaDalla fine del lockdown la domanda di taluni prodotti è in continuo aumento. Questo causa ripetutamente dei colli di bottiglia nella fornitura e nel trasporto. Le aziende della supply chain sono quindi nel mirino: devono superare i colli di bottiglia dell’approvvigionamento e fare di più per soddisfare i loro clienti.
Le richieste dei clienti sono aumentate significativamente spinte anche dalla rapida digitalizzazione nel settore delle vendite: sempre più processi legati ai prodotti si stanno spostando su internet (vedi e-commerce o shopping online).
Contatto e trasparenza
Cosa ricercano i clienti? Desiderano di certo modi facili e veloci di contatto attraverso vari canali. Richiedono anche informazioni/raccomandazioni complete e personalizzate su prodotti e servizi. È importante anche la rapidità nell’elaborazione di un ordine, non soltanto nella consegna.
Si evidenzia una tendenza alla trasparenza: innanzitutto, i clienti stessi vogliono leggere su internet le informazioni inerenti ai servizi. Inoltre, vogliono poter seguire l’intero processo di trasporto e le transazioni commerciali e vederli adattati ai loro standard personali (order-to-cash-process).
Quali sono questi standard personali? Sempre più clienti sono interessati alla protezione dell’ambiente e agli standard etici. Pertanto, spesso vogliono un monitoraggio in tempo reale per poter conoscere direttamente lo stato delle cose.
Incidono gli strumenti digitali
Gli strumenti di comunicazione sono cruciali. Le aziende devono essere raggiungibili via e-mail, telefono fisso, social media e anche tramite una chat sul proprio sito web. In questo contesto è utile disporre di un’unica piattaforma digitale per tutti i canali di comunicazione (omnichannel solution).
Oltre a ciò, le aziende dovrebbero anche essere in grado di inviare SMS e messaggi personali alle applicazioni smartphone dei clienti: infatti, i clienti apprezzano il fatto di ricevere messaggi utili al momento giusto.
Un unico sistema digitale può anche coordinare l’ordine, la consegna e consentire il monitoraggio in tempo reale della merce da parte dei clienti stessi. In questo caso, aiutano gli strumenti basati sull’Internet of Things (IoT). L’IoT può anche far uso di telecamere speciali in loco che permettono di monitorare le merci nei magazzini e durante il trasporto.
Infine, le aziende della catena di approvvigionamento dovrebbero mettere in rete i singoli dipartimenti e filiali. Così facendo, avranno ovunque gli stessi standard elevati di qualità e di servizio al cliente. In questo contesto la tecnologia blockchain può fornire un accesso rapido a tutti i documenti e processi interni.
La consulenza personale
Un servizio clienti personalizzato significa anche digitalizzare i processi banali e impiegare i dipendenti in modo mirato per la consulenza personale ai clienti. In questo modo, i collaboratori possono fidelizzare i clienti coniugando l’accoglienza e l’empatia alla loro competenza in materia di prodotti e servizi.
È altresì importante trattare i reclami in modo positivo: i clienti lo apprezzano. Infine, ogni feedback è utile all’ottimizzazione dei processi interni dell’azienda.