Brasile: un mercato-continente per la qualità e la competenza svizzera

Il Brasile, per dimensioni economiche, capacità industriale e prospettive di crescita, resta una destinazione strategica per la tecnologia elvetica, ma richiede conoscenza approfondita delle regole locali, pianificazione accurata e preparazione mirata. È quanto è emerso dall’incontro informativo organizzato dalla Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino in collaborazione con Cippà Trasporti SA, M. Zardi SA e Switzerland Global Enterprise lo scorso 28 ottobre e che ha riunito esperti, imprese e istituzioni impegnate nei processi di internazionalizzazione. L’evento ha evidenziato come successo e competitività sul mercato brasiliano dipendano da metodo, competenze e capacità di adattamento alle specificità locali, sottolineando l’importanza di un approccio strategico e ben strutturato per operare con efficacia in un contesto complesso e dinamico.

L’accordo AELS–Mercosur: nuove opportunità per l’export elvetico

La responsabile del settore commercio internazionale della Cc-Ti, Monica Zurfluh, ha aperto i lavori illustrando il contesto e i benefici dell’accordo di libero scambio AELS–Mercosur, firmato nel settembre 2025 e in fase di ratifica. L’intesa, che coinvolge Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia da una parte, e Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay dall’altra, costituisce un passaggio rilevante per l’economia svizzera e ticinese.

L’accordo introduce vantaggi tangibili per i settori chiave della produzione elvetica: chimico-farmaceutico, macchinari, strumenti di precisione, orologeria e prodotti alimentari trasformati. Secondo le stime della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), il 96% delle esportazioni svizzere è parzialmente se non completamente esentato dai dazi doganali, con un risparmio complessivo per le imprese che potrebbe superare i 150 milioni di franchi all’anno.

L’intesa si estende anche ai servizi, agli investimenti e agli appalti pubblici, includendo norme rafforzate sulla proprietà intellettuale e la tutela delle indicazioni geografiche svizzere. Per Zurfluh, l’accordo rappresenta un incentivo concreto a consolidare la presenza economica in Sud America e a intensificare la collaborazione con il mercato brasiliano, oggi il più importante dell’area Mercosur.

Il Brasile industriale e sostenibile: prospettive di crescita

A seguire, Bruno Aloi, Senior Consultant per l’America Latina di S-GE, ha illustrato le condizioni economiche e industriali del Brasile, definendolo una delle economie emergenti più strutturate e diversificate al mondo. Con oltre 213 milioni di abitanti, la più grande economia d’America latina mantiene un tessuto produttivo industriale avanzato nei macchinari, nella metallurgia, nel settore automobilistico, nelle tecnologie energetiche e nel medicale, dove la domanda privata di dispositivi innovativi dipende in larga parte dalle importazioni. La crescita dell’agroindustria, l’invecchiamento demografico e la digitalizzazione creano ulteriori opportunità nei settori medtech, cleantech e manifattura 4.0.

Il governo federale promuove la transizione ecologica e investe in infrastrutture critiche e logistica, con il programma PAC 2023-2026 che mobilita oltre 300 miliardi di dollari. L’energia è già per l’88% rinnovabile, con crescente interesse per soluzioni innovative come biofuel, idrogeno verde e waste-to-energy. Infrastrutture, gestione idrica, tunnel e ferrovie offrono spazio per la meccanica di precisione e l’ingegneria svizzera, mentre l’esperienza svizzera permette di distinguersi dai concorrenti a basso costo, in particolare asiatici, grazie alla qualità e al servizio post-vendita locale.

Aloi ha sottolineato che il mercato brasiliano richiede un approccio strategico: adattare il prodotto alle esigenze locali, comunicare chiaramente il valore premium, pianificare con partner affidabili e gestire burocrazia, normative fiscali e doganali. Accordi come l’AELS–Mercosur possono offrire un vantaggio competitivo, mentre la presenza continuativa e un servizio tecnico rapido sono fondamentali per il successo.

In sintesi, il Brasile offre opportunità trasversali in tutti i settori a patto di comprendere il mercato e rispettare le regole d’ingresso.

Proprietà intellettuale: un sistema in evoluzione

Il tema della proprietà intellettuale è stato approfondito dal Dott. Paolo Gerli, consulente in brevetti europei presso M. Zardi & Co. SA, che ha illustrato le principali caratteristiche del sistema brasiliano. Basato sulla Legge federale n. 9279/1996 e sull’articolo 5 della Costituzione, il modello brasiliano recepisce gli standard dell’Accordo TRIPS (1995) e armonizza brevetti, marchi e copyright, garantendo un enforcement efficace per monetizzare l’innovazione e proteggere contro la contraffazione.

Il Brasile cerca un equilibrio tra diritti di esclusiva e benessere sociale, con particolare attenzione al settore farmaceutico: licenze obbligatorie e deroghe a favore della salute pubblica (come sostenuto dalla Dichiarazione di Doha) permettono l’accesso ai farmaci senza compromettere la tutela dei brevetti. I brevetti non sfruttati entro tre anni dalla concessione possono essere soggetti a licenza obbligatoria, e la clausola Bolar facilita lo sviluppo dei generici senza violare i diritti esistenti.

I tempi di concessione dei brevetti sono mediamente di quattro o cinque anni, in riduzione grazie a procedure accelerate come il “prosecution highway”. Il Brasile non prevede meccanismi di estensione automatica della durata dei brevetti (Patent Term Extension), sebbene siano in discussione possibili evoluzioni legislative. La protezione dei dossier di registrazione sanitaria non è prevista, consentendo ai produttori di generici di sfruttare dati clinici post-scadenza del brevetto. I brevetti di seconda generazione sono soggetti a valutazioni rigorose, con una discrezionalità maggiore degli esaminatori, ma il sistema nel complesso è in consolidamento e sempre più allineato agli standard internazionali.

Gerli ha evidenziato che il mercato brasiliano offre opportunità concrete per le imprese svizzere, che occupano già circa il 4% dei depositi di brevetto nel Paese. Il consiglio strategico è di pianificare la tutela dei diritti di proprietà industriale sin dalle prime fasi, avvalendosi di consulenti locali esperti, monitorando costantemente le evoluzioni legislative e bilanciando protezione dell’innovazione con le esigenze di accesso al mercato e alla salute pubblica.

La logistica come leva competitiva

Il contributo di Cippà Trasporti SA, affidato a Roberto Nanni, Business Developer – Trasporti Pesanti e Internazionale, e a Roberto Speroni, Buyer Trasporti, e al loro partner locale Antonino Di Marco, cofondatore di Proa Latam, ha posto l’accento sull’importanza della pianificazione logistica nel commercio con il Brasile. La vastità del territorio, pari a 8,5 milioni di chilometri quadrati, e la struttura infrastrutturale disomogenea rendono indispensabile una gestione attenta dei flussi e delle tempistiche di consegna.

Il trasporto marittimo resta la principale via commerciale tra Europa e Brasile, con tempi medi di transito di tre settimane, mentre la via aerea – più costosa – è riservata a merci urgenti o di alto valore. Il sistema logistico interno è dominato dal trasporto su gomma, che rappresenta oltre il 60 % del traffico merci, seguito dal ferroviario e dal fluviale, più rilevanti nelle regioni centrali e amazzoniche.

Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta degli Incoterms, che influiscono in modo diretto sui costi, sui tempi e sulla ripartizione dei rischi. Nanni e Speroni hanno ricordato che, in un contesto così esteso e frammentato, la logistica non è solo un servizio accessorio ma un elemento essenziale della competitività, da integrare fin dalla fase di definizione della strategia commerciale.

Di Marco ha poi tracciato un quadro operativo delle sfide e delle opportunità per le aziende europee in Brasile, dove ogni regione presenta proprie specificità fiscali, normative e culturali, rendendo necessaria una pianificazione territoriale mirata. Ha illustrato le fasi e le tempistiche medie per l’avvio di un’attività, che può richiedere fino a novanta giorni, evidenziando la necessità di un rappresentante legale residente e di un supporto locale per la gestione contabile e tributaria. Ha ricordato, infine, che la fiscalità brasiliana è tra le più complesse al mondo, con competenze distribuite tra Stato federale, 26 stati e oltre 5’000 municipalità.

L’elemento umano rimane centrale: la costruzione di relazioni di fiducia e la presenza costante sul territorio costituiscono prerequisiti indispensabili per la riuscita di un progetto imprenditoriale. L’ingresso nel mercato brasiliano non è un processo rapido, ma un investimento a lungo termine che può produrre risultati solidi e duraturi.

Dalla complessità all’opportunità

Dalla prospettiva economica e istituzionale a quella tecnica e operativa, l’evento organizzato dalla Cc-Ti ha messo in evidenza come il Brasile rappresenti un mercato complesso ma di grande potenziale per le imprese svizzere. L’accordo AELS–Mercosur, l’evoluzione normativa in materia di proprietà intellettuale e i piani infrastrutturali in corso delineano un contesto favorevole, che tuttavia premia solo chi affronta il mercato con preparazione, continuità e capacità di adattamento.

In questa prospettiva, la collaborazione con istituzioni, consulenti e operatori logistici costituisce un fattore decisivo per trasformare la distanza geografica in prossimità economica e la complessità in opportunità concreta per l’industria svizzera.

L’India oltre il mercato: un viaggio culturale

Oltre una ventina di partecipanti si sono riuniti nella sede della Cc-Ti lo scorso 25 giugno per approfondire le opportunità offerte dal nuovo Accordo di libero scambio AELS-India (TEPA), con particolare attenzione alle sfide interculturali che le PMI si trovano ad affrontare quando entrano nel mercato indiano.

Una cornice strategica: il TEPA come “game changer”

In apertura, Monica Zurfluh, responsabile del servizio Commercio internazionale della Cc-Ti, ha riassunto gli aspetti salienti dell’accordo commerciale e di partenariato economico con l’India (Trade and Economic Partnership Agreement, TEPA), firmato nel marzo 2024 e attualmente in fase di ratifica. Oltre alle concessioni tariffarie significative– che prevedono, tra l’altro, l’eliminazione dei dazi su oltre il 95% dei prodotti industriali svizzeri – l’intesa crea condizioni privilegiate per l’erogazione di servizi nei settori finanziario, assicurativo e bancario. Novità assoluta nel panorama degli accordi commerciali, il TEPA prevede anche obiettivi quantitativi vincolanti per gli investimenti: l’AELS si impegna a generare 100 miliardi di dollari di investimenti e a creare 1 milione di posti di lavoro in India entro 15 anni. In caso di mancato raggiungimento, il governo indiano potrà sospendere le concessioni pattuite.

L’importanza della cultura: la chiave per decifrare l’India

Il cuore dell’incontro è stato l’intervento di Marco Casanova, docente presso l’Istituto per la Competitività e la Comunicazione della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW), che ha posto l’accento sul ruolo cruciale della cultura nelle relazioni d’affari con l’India. A partire dall’assunto che la cultura è strategia, Casanova ha guidato i presenti attraverso una riflessione sulle principali differenze tra i modelli svizzero e indiano, esplorando dimensioni quali:

  • il passaggio da una cultura deal-focused (centrata sull’accordo) a una cultura relationship-focused (centrata sul rapporto personale);
  • la diversa percezione delle gerarchie, dello status e del rispetto dell’autorità;
  • la contrapposizione tra una concezione rigida del tempo, tipicamente svizzera, e una visione fluida, più comune in India;
  • le modalità di comunicazione e la necessità di affinare la propria sensibilità interculturale per cogliere segnali verbali e non verbali in un contesto complesso.

Un’opportunità di formazione continua

Nel suo intervento, Casanova ha inoltre presentato un Executive Program dedicato all’India, sviluppato nell’ambito dell’offerta formativa della FHNW e promosso in Ticino dalla Cc-Ti nell’ambito di una collaborazione esclusiva e inedita per il territorio. Il programma è pensato per dirigenti e imprenditori che desiderano comprendere in profondità il contesto socio-economico e culturale indiano, combinando formazione teorica e testimonianze pratiche. Un’occasione per acquisire competenze mirate, costruire una rete professionale qualificata e prepararsi ad affrontare con consapevolezza le sfide di un mercato dinamico e in continua evoluzione.

Oltre i numeri, le persone

Il Business Breakfast si è concluso con una colazione di networking, che ha dato spazio a scambi informali tra partecipanti e relatori. L’evento ha ribadito che la chiave del successo in India non sta solo nei vantaggi tariffari o nelle cifre degli investimenti, ma nella capacità di comprendere e adattarsi a un contesto culturale profondamente diverso. Solo così sarà possibile trasformare il potenziale del TEPA in un reale vantaggio competitivo.

Arabia Saudita: sempre più attrattiva per le imprese ticinesi

Oltre settanta imprenditori hanno partecipato il 13 maggio 2025 al Centro Studi Villa Negroni di Vezia all’evento promosso dalla Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino (Cc-Ti). Organizzato in collaborazione con Cippà Trasporti SA, M. Zardi & Co. SA e Stelva Group, l’incontro ha puntato i riflettori sull’Arabia Saudita, un Paese che sta vivendo una trasformazione profonda e strategica.

Spinta dal programma strategico Vision 2030, volto a diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dal petrolio, la monarchia del Golfo sta aprendo le porte agli investitori internazionali. Una dinamica che non lascia indifferenti le aziende ticinesi, sempre più interessate alle opportunità offerte dal mercato saudita, ma anche consapevoli delle complessità normative e logistiche che comporta operare in un contesto in rapido cambiamento.

A inaugurare i lavori è stata Monica Zurfluh, responsabile del servizio Commercio internazionale della Cc-Ti, seguita dall’intervento dell’avv. Gianvirglio Cugini, fondatore e titolare di Stelva Group. Cugini ha offerto una panoramica concreta su come avviare un’attività in Arabia Saudita, illustrando le procedure per ottenere una licenza, registrare un’azienda e aprire un conto bancario locale. Ha evidenziato inoltre la possibilità per gli investitori esteri di detenere fino al 100% del capitale in numerosi settori, sottolineando l’importanza di affidarsi a professionisti esperti per affrontare al meglio il quadro normativo e culturale. Il suo intervento è stato arricchito dalla testimonianza diretta di Sergio La Ruffa, imprenditore attivo nel Paese.

A seguire, la dott.ssa Arianna Bonaldo, avvocato, dottore commercialista e TEP presso Stelva Group, che ha presentato gli incentivi fiscali sauditi: assenza di imposta sul reddito delle persone fisiche, tassazione societaria al 20%, e generose agevolazioni nelle Zone Economiche Speciali, nei Regional Headquarters (RHQ) e nella Zona Logistica Integrata (SILZ). Un’attenzione è stata dedicata ai progetti industriali qualificati, che possono usufruire di contributi fino al 35% dell’investimento iniziale. La relatrice ha inoltre sottolineato l’importanza di garantire la conformità fiscale, la presenza di sostanza economica reale e l’uso corretto dei trattati internazionali per evitare la doppia imposizione, favorendo così una pianificazione finanziaria efficace e sicura.

Il tema della proprietà intellettuale è stato affrontato dal dott. Paolo Gerli, mandatario brevettuale europeo ed esperto in contenzioso, presso lo studio M. Zardi & Co. SA, che ha tracciato l’evoluzione del sistema saudita di tutela della proprietà industriale. Pur con alcune lacune – come l’assenza dell’adesione all’Accordo di Madrid – il Paese mostra un crescente allineamento agli standard internazionali e un impegno concreto nella lotta alla contraffazione.

Spazio infine alla logistica, con l’intervento dei rappresentanti di Cippà Trasporti SA, moderato dal consulente logistico Gaetano Loprieno. Il focus si è concentrato sull’ambizione saudita di diventare un hub logistico di riferimento per l’Africa e il subcontinente indiano, anche grazie allo sviluppo di infrastrutture in zone franche. Roberto Speroni, buyer dell’azienda di trasporti e referente presso l’Africa Logistics Network, e, in diretta da Jeddah, il corrispondente Artemio Bianchi hanno illustrato le principali rotte marittime e ferroviarie, in particolare quelle da Genova verso Jeddah e Dammam, e spiegato le implicazioni dell’accordo di libero scambio tra l’AELS e il Consiglio di Cooperazione del Golfo, come la riduzione dei dazi doganali e procedure agevolate grazie all’origine preferenziale delle merci. Tra gli altri temi trattati: l’obbligo della certificazione SABER per l’import saudita e la scelta dei termini di resa, con un confronto tra EXW, CFR e DAP.

L’incontro ha fornito strumenti pratici e spunti di riflessione ai numerosi imprenditori presenti, offrendo una panoramica concreta su come affrontare con consapevolezza uno dei mercati più dinamici e in evoluzione a livello internazionale.

Stati Uniti: è terra promessa?

La più grande potenza economica del mondo, il terzo Paese per estensione e per
popolazione, un crescente protezionismo che contrasta con l’aumento delle importazioni e degli investimenti diretti dall’estero: così si presentano in sintesi gli Stati Uniti, secondo partner commerciale più importante della Svizzera dopo la
Germania e principale destinazione delle esportazioni e degli investimenti diretti svizzeri. Una Nazione a cui guardano con interesse anche le aziende ticinesi.

Negli ultimi 20 anni, il commercio tra Svizzera e Stati Uniti si è sviluppato in modo estremamente dinamico e le esportazioni sono più che triplicate, passando da 14 a quasi 49 miliardi di franchi del 2023. Per le aziende ticinesi, con quasi 693 milioni di franchi di export, gli USA costituiscono oggi il terzo mercato di sbocco, dopo l’Italia e la Germania. Statistiche alla mano, il “Made in Switzerland” è molto apprezzato, in particolare per quanto riguarda i prodotti chimico-farmaceutici, che rappresentano quasi il 50% dell’export elvetico nel Paese, gli strumenti di precisione, le macchine e l’elettronica.

I prodotti svizzeri sono presenti in tutti i settori, ma molto spesso il pubblico non lo sa: in ogni Starbucks del mondo, ad esempio, il caffè è preparato con macchine prodotte dalla lucernese Thermoplan AG; il rover Perseverance della NASA su Marte è invece azionato da motori elettrici realizzati dall’obvaldese Maxon Motor AG. Anche un pezzo di Ticino è sbarcato su Marte: parti della sonda InSight, che nel 2019 aveva perforato il suolo marziano, sono infatti state prodotte dalla Faulhaber Minimotor SA di Molinazzo di Monteggio. Infine, è grazie ai sistemi di monitoraggio e di prevenzione dei guasti della scale-up DAC System SA di Manno che viene garantito il buon funzionamento, tra le altre, dell’antenna per le telecomunicazioni posta sulla Freedom Tower di New York.

L’interesse delle aziende svizzere nei confronti dello Stato nordamericano si riflette anche negli investimenti: con una quota di circa il 20% di tutti gli investimenti svizzeri all’estero (IDE), gli Stati Uniti sono di gran lunga la principale destinazione degli IDE svizzeri e la Svizzera è il settimo investitore straniero nel Paese, in particolare per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo, ambiti in cui entrambe le Nazioni eccellono.

Gli Stati Uniti dispongono di un grande mercato interno, sempre aperto a nuovi prodotti e servizi. Per le aziende che vogliono espandere il loro business nell’intero Nordamerica, grazie all’accordo di libero scambio USMCA, essi fungono anche da porta d’accesso privilegiato ai mercati di Canada e Messico. L’entrata non è però esente da ostacoli. L’attuale politica industriale, con l’aumento dei sussidi e del protezionismo, di certo non aiuta i nostri esportatori. Inoltre, il Paese non è costituito da un unico grande mercato omogeneo, bensì da un mosaico di mercati locali più piccoli: comprendere e adattarsi alle sfumature culturali e alle preferenze dei consumatori è già di per sé una grande sfida. Anche le distanze e la logistica non vanno sottovalutate, così come non bisogna dimenticare che nel Paese vige una forte tutela legale e della proprietà intellettuale. Nel primo caso poi, l’ambiente normativo è complesso e diversificato, ne è un esempio la responsabilità per danno da prodotto, regolata prevalentemente da leggi statali. Infine, il mercato è tanto ampio quanto intensa è la concorrenza: se in patria o in Europa, le nostre aziende sono leader di settore, per loro entrare nel mercato americano significa competere con imprese con marchi già affermati, che beneficiano di un forte riconoscimento e di una fedeltà consolidata da parte del pubblico locale e ciò implica saper differenziare il prodotto, identificare il giusto canale di vendita e costruire un posizionamento efficace.

In sintesi, gli Stati Uniti non sono (più) la terra promessa, ma rappresentano terreno fertile per le aziende consapevoli delle sfide poste da questo mercato e pronte a pianificare un’adeguata strategia di ingresso e sviluppo. Per fornire ai propri associati informazioni, strumenti e contatti utili a prendere decisioni informate e consapevoli, la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino terrà un “Evento Paese” il 24 settembre a Villa Sassa a Lugano, in collaborazione con Allianz Trade, Cippà Trasporti SA, M. Zardi & Co. SA e Switzerland Global Enterprise e con gli interventi di Develed Sagl e DAC System SA.

Ad aprire l’evento sarà Monica Zurfluh, Responsabile Commercio internazionale alla Cc-Ti. Sulle opportunità offerte dal mercato e le diverse opzioni di entrata si esprimerà Annina Bosshard, Consultant USA & Canada di Switzerland Global Enterprise, a cui farà seguito Valerio Di Vinci, New Business Underwriter di Allianz Trade Switzerland, che metterà in evidenza i rischi associati al mercato. La parola passerà poi a Gaetano Loprieno, Consulente logistico di Cippà Trasporti SA, che si focalizzerà sulle sfide poste dalla logistica e dai trasporti. L’esperto in materia brevettuale Paolo Gerli, dello studio M. Zardi & Co., approfondirà invece il tema della tutela della proprietà intellettuale. Seguiranno, in forma di testimonianza, gli interventi di Giuseppe Maffei, fondatore di Develed Sagl, che si soffermerà sull’importanza di conoscere ed integrare gli aspetti socioculturali nell’approccio al mercato, e di Pietro Casati, CEO di DAC System SA, che illustrerà come la sua scale-up è riuscita ad entrare nel mercato e ad installare i suoi sistemi di monitoraggio e prevenzione dei guasti di grandi antenne radiotelevisive.


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India, il gigante su cui puntare

Con oltre 1,4 miliardi di persone, prevalentemente molto giovani (oltre la metà ha meno di 30 anni) e un’economia solida sostenuta dal governo con importanti riforme, l’India è sempre più rilevante nel panorama internazionale. Per le aziende svizzere lo sarà ancor di più con l’entrata in vigore dell’accordo commerciale e di partenariato economico (TEPA), appena concluso. In vista di quello che sarà un reale vantaggio competitivo rispetto alle aziende concorrenti estere e tenendo presente che ogni nuova opportunità comporta una determinata dose di rischio, la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino (Cc-Ti) ha voluto fare il punto nel corso di un evento svoltosi il 22 maggio scorso in collaborazione con Allianz Trade Switzerland, Cippà Trasporti SA, M. Zardi & Co. e Switzerland Global Enterprise e che ha visto la partecipazione di Delvitech SA, presente in India con un sito produttivo, e di una quarantina di imprenditori.

Ad aprire l’evento e a fare gli onori di casa è stata Monica Zurfluh, Responsabile Commercio internazionale alla Cc-Ti, che ha ricordato i punti salienti del TEPA: un accordo che copre tutti i settori, dai prodotti industriali ai prodotti agricoli (ivi comprese le barriere tecniche al commercio, le misure sanitarie e fitosanitarie e le regole di origine valide per lo sgravio dai dazi), ai servizi (con particolari vantaggi per quelli assicurativi e finanziari), alla proprietà intellettuale, alla risoluzione delle controversie, al commercio e allo sviluppo sostenibile. Per l’84,6% delle esportazioni svizzere in India (il 95,3% per i soli prodotti industriali) i dazi doganali spariranno entro la fine dei periodi di transizione stabiliti, il 10,1% delle esportazioni beneficerà invece di concessioni parziali. L’accordo, ora sottoposto a ratifica, dovrebbe entrare in vigore nell’autunno del 2025.

La presentazione delle opportunità offerte dal mercato è stata affidata a Vijay Iyer, Trade Commissioner dello Swiss Business Hub India, l’ufficio congiunto del Dipartimento federale degli affari esteri e di Switzerland Global Enterprise, che ha rilevato come siano oltre 320 le aziende svizzere già presenti nel Paese, prevalentemente ubicate in tre aree geografiche (Delhi-Territorio della Capitale e corridoi Mumbai-Pune e Bangalore-Chennai); il 35% opera nel settore metalmeccanico ed elettrico e nell’industria di precisione e trenta aziende hanno centri di ricerca e sviluppo. Iyer ha poi illustrato le misure governative volte a rafforzare l’economia, tra cui riforme logistiche, sgravi e programmi di incentivi legati alla produzione per favorire l’arrivo di investitori esteri in ambiti specifici e promettenti. Iyer ha quindi evidenziato il potenziale di settori chiave come quello dei beni a largo consumo, della vendita al dettaglio, dei veicoli elettrici (a tal proposito è prevista una missione in India a settembre), della sanità digitale e dell’elettronica e di settori emergenti le macchine utensili, il medtech, cleantech, aerospaziale e infrastrutturale, illustrando infine le principali opzioni d’entrata sul mercato.

È toccato a Marco Arrighini, Head of Credit Management, Allianz Trade Switzerland, il compito di mettere in evidenza i rischi associati a questo mercato, citando le debolezze strutturali, come le infrastrutture inadeguate, il rischio finanziario (da monitorare), l’ambiente imprenditoriale debole seppur in lento miglioramento, la forte fuga di cervelli. L’economia indiana è tuttavia resiliente e supera il tasso di crescita medio delle economie emergenti e asiatiche, e ciò in un contesto di moderata domanda interna ed esterna. Arrighini ha poi doverosamente menzionato anche i tempi medi di incasso di un credito (75 giorni), la mancata regolamentazione dei ritardi di pagamento e un quadro normativo in materia di insolvenza frammentato e di non facile comprensione.

La parola è poi passata a Gaetano Loprieno, Consulente logistico di Cippà Trasporti SA, che ha illustrato la logistica dei trasporti e ribadito come la crisi del Mar Rosso continui a costringere le navi a circumnavigare l’Africa, allungando così i tempi e facendo esplodere i costi: oggi il transito da Genova a Nava Sheva, il principale porto container di Mumbai, è di circa 40 giorni (a fronte di 25 giorni via Mar Rosso) e il costo è quasi quadruplicato. Loprieno ha poi presentato i principali porti e aeroporti indiani e gli hub interni sui quali fare prosecuzioni fluviali o stradali e i relativi costi, per infine passare in rassegna la documentazione utile e i termini di resa (Incoterms) più appropriati.

A seguire, Paolo Gerli, esperto in materia brevettuale dello studio M. Zardi & Co., ha affrontato il tema dei diritti di proprietà intellettuale, con focus sulla tutela dei farmaci, ambito problematico per la relativa industria elvetica, e non solo. Gerli ha esposto la grande tradizione brevettuale nel Paese, le possibilità di brevettazione in campo farmaceutico, i relativi processi nonché  i limiti della legislazione indiana e dell’accordo di libero scambio appena siglato.

A chiudere l’evento è stato Roberto Gatti, CEO di Delvitech SA, azienda ticinese che sviluppa sistemi AOI di alto livello perfezionati con l’intelligenza artificiale e volti a rilevare gli errori e a migliorare la gestione dei tempi e dei costi nella produzione di schede elettroniche. A febbraio 2022, assieme all’indiana Velankani Group, ha costituito DelvitechAI Vision Systems India Pvt Ltd. Il sito produttivo, situato all’interno del Velankani Technology Park nella Electronics City di Bangalore, è pienamente operativo dall’autunno 2023. La presenza in India è stata infine rafforzata con la creazione di nuovi uffici e una struttura dimostrativa dedicata. La testimonianza di Gatti ha messo in luce il supporto ricevuto e le difficoltà riscontrate nell’attuazione del progetto.

L’accesso al Sud−Est asiatico passa da Singapore

L’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN), terza economia d’Asia e quinta a livello mondiale, è costituita da dieci Nazioni sempre più integrate nelle catene del valore globali, anche grazie ad una rete significativa di accordi di libero scambio, tra cui il Partenariato economico globale regionale (RCEP), che istituisce la zona di libero scambio più estesa al mondo e genera circa il 30% del PIL globale.

Questa regione, caratterizzata da una rapida crescita, è ricca di potenziale, ma presenta anche notevoli disparità di sviluppo e reddito, una varietà di culture, lingue e religioni, e un dedalo normativo in cui è difficile orientarsi. In un’area estremamente eterogenea e con significative barriere all’entrata, Singapore emerge come porta d’ingresso privilegiata. Le opportunità offerte dalla regione e il ruolo faro di Singapore sono stati al centro di un business breakfast organizzato dal Gruppo Fidinam in collaborazione con la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino (Cc-Ti) e la Città di Lugano.

L’evento, moderato da Alex Chung, Delegato alle relazioni con l’Asia per conto della Città di Lugano, ha preso l’avvio con i saluti di benvenuto di Roberto Grassi, CEO del Gruppo Fidinam, che ha evidenziato come, nonostante uno scenario attuale caratterizzato da instabilità geopolitica, rischi di deglobalizzazione e frammentazione nonché da tendenze di nearshoring o reshoring, non si possa non considerare i mercati in crescita dell’ASEAN e il ruolo svolto da Singapore nella regione.

Anche la Svizzera, conferma Monica Zurfluh, Responsabile Commercio internazionale alla Cc-Ti, guarda con crescente interesse al Sud-Est asiatico: oltre ad una strategia regionale specifica elaborata dal Consiglio federale per gli anni 2023-2026, la Confederazione ha in essere accordi di libero scambio con Singapore, Filippine e Indonesia e negoziati in corso con Malaysia, Vietnam e Thailandia. Gli scambi commerciali con i Paesi dell’ASEAN sono aumentati negli anni, ma restano ancora modesti (3,3% del commercio estero svizzero). Nella regione, è Singapore a fare la differenza: è la quarta destinazione dell’export svizzero in Asia dopo Cina, Giappone e Hong Kong ed è il terzo mercato di approvvigionamento dopo Cina e Giappone. La città-Stato è anche la principale destinazione degli investimenti svizzeri, che dal 2010 al 2022 sono praticamente quadruplicati, raggiungendo quota 69,5 miliardi di franchi (su un totale di 81 miliardi di franchi nella regione).

Il CEO di Fidinam Asia Pacific, Alessandro Pedrinoni, ha poi fornito una panoramica della regione: su una popolazione di oltre 680 milioni di persone, il 51% vive in aree urbane, il 32% è sotto i 20 anni ed entro il 2030 il 70% farà parte della classe media. Le principali economie sono Indonesia, Thailandia, Singapore, Vietnam, Malaysia e Filippine: cumulativamente generano il 96% del PIL regionale, un PIL cresciuto in media del 4,2% negli ultimi dieci anni, con una proiezione di crescita media del 4% fino al 2040. I trend di crescita si concentrano nel settore manifatturiero, nel turismo e nell’economia digitale, ma la regione è anche confrontata con la risoluzione di problemi significativi, come ridurre la povertà, sviluppare le infrastrutture e rendere accessibili le tecnologie digitali. Pedrinoni si è poi chinato sulle singole economie. In Indonesia, la quarta Nazione più popolosa al mondo, crescono i settori minerario, infrastruttura, sanità, turismo e le batterie per i veicoli elettrici; nel 2023 gli investimenti esteri sono confluiti nei settori metalli, telecomunicazioni, farmaceutica, legno e carta. In Vietnam nel 2023 la popolazione ha raggiunto quota 100 milioni e il PIL è cresciuto del 5,03%; gli investimenti, diminuiti nel triennio 2020-2022, hanno ripreso in modo significativo nel 2023, soprattutto a beneficio dell’industria manifatturiera e della lavorazione (63%). Nel 2023 le Filippine hanno registrato il maggior tasso di crescita del PIL nella regione (5,6%), con trend di crescita osservati nell’inclusione finanziaria, nell’implementazione di soluzioni tecnologiche nei processi industriali e nella green energy. Il settore manifatturiero pesa per il 20% del PIL, ma lo sviluppo di catene di fornitura locali e il raggiungimento di una certa autonomia produttiva rappresentano ancora una sfida. La Thailandia ha un settore automobilistico significativo, il primo per dimensioni nella regione e il decimo a livello mondiale, con investimenti importanti annunciati nel settore delle auto elettriche. Nel 2023 la Malaysia ha visto la domanda internazionale di elettronica, olio di palma e prodotti petroliferi rallentare e il suo PIL crescere meno del previsto (3,7%).

Marta Giordano, Managing Director di Fidinam Singapore, ha poi evidenziato come la posizione strategica al centro di importanti rotte commerciali e marittime rendano la città-Stato la porta d’ingresso ideale dell’ASEAN. Terza economia nella regione, Singapore è di fatto un hub commerciale, finanziario e logistico ed è rinomata per la facilità nel fare impresa: tra le caratteristiche principali figurano procedure snelle e facilmente accessibili online, un sistema fiscale efficiente, un’ampia rete di accordi sulla doppia imposizione, incentivi agli investimenti, agevolazioni ed esenzioni fiscali nonché sovvenzioni per una vasta gamma di industrie e, non meno importante, la tutela degli investitori. Giordano ha poi illustrato nel dettaglio le opzioni per una presenza in loco (dalla società a responsabilità limitata alla filiale, all’ufficio di rappresentanza), il quadro fiscale, la politica d’immigrazione e i costi di assunzione.

In chiusura, la testimonianza di Christina Jensen e Pamela Annoni, co-fondatrici di Elixi International SA, azienda specializzata della consegna rapida di farmaci salvavita che ha scelto Singapore come base per le attività estero su estero.

Evento Paese EAU-KSA: retrospettiva

Su iniziativa della Camera di commercio dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), con il supporto dei “Partner dell’Internazionale 2023” Allianz Trade Switzerland, Cippà Trasporti SA, Switzerland Global Enterprise, il polo linguistico e formativo capeggiato da Ti-Traduce e M. Zardi & Co, e con la partecipazione di Fidinam DMCC, dell’imprenditore seriale Matteo Boffa e di Pini Group, il 25 maggio scorso presso il Suitenhotel Parco Paradiso si è tenuto un evento volto a presentare alle PMI della Svizzera italiana le opportunità offerte da Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Una sessantina i partecipanti.

Nei suoi saluti iniziali, Monica Zurfluh, responsabile del servizio Commercio internazionale della Cc-Ti, ha voluto da un lato evidenziare il ruolo della Cc-Ti nella tutela e promozione degli interessi di tutti i settori economici, anche in relazione con le loro attività internazionali, e dall’altro come l’informazione, la consulenza e la messa in rete con partner esperti, quali i Partner dell’Internazionale, siano alla base delle attività del servizio Commercio internazionale. In questo contesto, gli Eventi Paese organizzati in stretta collaborazione con i Partner dell’Internazionale vantano una lunga tradizione.

I due Paesi oggetto dell’evento rappresentano il primo rispettivamente il secondo partner commerciale della Svizzera nella regione. L’importanza di queste due Nazioni e più in generale dei Paesi del Golfo è considerevole, tanto dal punto di vista politico quanto da quello economico. Pur essendo diversi per dimensioni, forza economica e condizioni quadro, essi sono per lo più accomunati dalla forte dipendenza dal petrolio e dal gas e dalla necessità di attuare riforme economico-sociali. Dalle crisi nascono però le migliori opportunità: ecco quindi che temi quali la diversificazione, la privatizzazione, la necessità di sviluppare competenze e talenti locali, il bisogno di nuove tecnologie e innovazioni, ma anche di creare un clima favorevole agli investimenti e al business, non senza dimenticare che qualsiasi opportunità può anche sollevare problematiche e celare rischi, hanno costituito il fil rouge dell’evento.

I profondi cambiamenti in atto nella regione e le opportunità, anche settoriali, che si vengono a creare sono stati ampiamente illustrati da Abier Nasr e Larbi El Attari, rispettivamente Deputy Head e Commercial Counsellor presso lo Swiss Business Hub Middle East, l’ufficio congiunto del Dipartimento federale degli affari esteri e di Switzerland Global Enterprise (S-GE) nella regione.

A seguire, Marco Arrighini, Manager Credit Risk e responsabile della regione sud di Allianz Trade Switzerland ha tracciato una mappa dei rischi, un esercizio indispensabile per essere in grado di prendere decisioni informate.

Gaetano Loprieno, consulente logistico di Cippà Trasporti SA ha poi illustrato le principali modalità di trasporto e i più comuni termini di consegna delle merci nella regione, sottolineando altresì che dal 2014 tra AELS e GCC vige un accordo di libero scambio (l’UE non dispone ancora di tale accordo, ndr).

Il Managing Director di Fidinam DMCC Stefano Menotti ha quindi fatto il punto sugli aspetti amministrativi e fiscali da conoscere per chi opera in loco, con particolare riferimento alla tassazione diretta e indiretta, alla doppia imposizione e alla gestione delle buste paghe nei due Paesi, nonché alle condizioni offerte dalle free zone negli Emirati Arabi Uniti e dalle costituende zone economiche speciali in Arabia Saudita.

Le testimonianze sono state affidate a Matteo Boffa, giovane imprenditore ticinese e investitore a impatto, e a Umberto Ceccarelli, Innovation & Business Developer dello studio d’ingegneria Pini Group. Il primo ha illustrato come gli EAU siano terreno fertile per dar voce alle nuove generazioni che hanno idee impattanti e innovative, con un modello di business sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale e finanziario. Il secondo ha invece ha condiviso preziosi spunti di riflessione sulla conduzione degli affari in particolare in Arabia Saudita, sottolineando la necessità di stabilire una presenza locale e di coltivare relazioni affidabili e durature.

Per i partecipanti, una sessantina, l’aperitivo a seguire è stata un’occasione preziosa per fare networking.

Un evento a 360° gradi quello del 25 maggio, senza presunzione di esaustività e completezza, ma che ha voluto dare ai presenti importanti basi di riflessione per operare su questi mercati nonché strumenti e, soprattutto, contatti utili per i necessari approfondimenti.


Partner dell’Internazionale 2023

Emirati Arabi Uniti: grande interesse da parte degli imprenditori ticinesi

Gli Emirati Arabi Uniti sono stati al centro dell’Evento Paese organizzato il 20 novembre presso l’Hotel Villa Sassa a Lugano dalla Cc-Ti, in collaborazione con i partner export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M. Zardi & Co).

I relatori della serata, da sinistra: Gaetano Loprieno, Gehrard Romanescu, Donald McKernan, Patricia Ceppi Bota, Valentina Rossi, Marco Arrighini, Roberto Nanni e Ruedi Büchi.

L’interesse verso gli Emirati Arabi Uniti è alto e ne è stata la prova il numeroso pubblico presente alla conferenza dedicata a scoprire questo mercato. Gli Emirati Arabi Uniti sono un hub centrale che collega il mondo occidentale con quello orientale. La Svizzera, in seno all’AELS, può inoltre godere dei vantaggi dell’accordo di libero scambio siglato con i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) ed entrato in vigore nel 2014, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. E gli EAU non mancheranno sicuramente di stupire in vista dell’Expo 2020, che renderà Dubai il fulcro mondiale dell’economia.

La perla del GCC

Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano la destinazione con il più alto volume di esportazioni svizzere tra i Paesi del GCC, ha sottolineato Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East di S-GE. Oltre alle classiche “tre T inglesi”, turismo, commercio e trasporti, gli EAU offrono opportunità interessanti anche in molti altri settori quali ad esempio la sanità, il medtech, le tecnologie aeronautiche e aerospaziali o ancora il cleantech, le energie rinnovabili o l’ICT. Quale migliore occasione quindi per conoscere gli EAU se non partecipare a Expo 2020? La Svizzera sarà presente con lo Swiss Pavilion, nel quale vi saranno momenti dedicati alle aziende elvetiche. Grazie al supporto di S-GE, gli imprenditori potranno attivamente prendere parte all’esposizione internazionale.

Per chi esporrà a Expo 2020, il supporto logistico sarà fondamentale. Gaetano Loprieno e Roberto Nanni di Cippà Trasporti SA suggeriscono di prepararsi per tempo e valutare l’utilizzo di un’esportazione temporanea della propria merce tramite il Carnet ATA. Gli Emirati Arabi Uniti non solo ospiteranno una fiera internazionale dai numeri da record, ma già oggi contano infrastrutture straordinarie come ad esempio il porto di Jebel Ali, il nono porto per container più grande al mondo.

Un settore di punta: il turismo

Gli EAU rappresentano una piazza interessante, ricca ed accogliente nonché facilitatrice nel fare business, ha evidenziato Gerhard Romanescu, Director di PwC. Con la giusta preparazione, possono infatti essere superati senza ostacoli le complicazioni legislative e culturali. Il turismo negli Emirati Arabi Uniti ha registrato un continuo progresso e diversificazione per diventare uno dei settori economici in maggiore crescita nel mondo. Secondo i dati presentati da Romanescu, 25 milioni di persone si recheranno a Dubai entro il 2025, portando la città ad essere la più visitata al mondo.

Rischio basso e inflazione modesta

Con un rischio di business considerato “basso”, gli EAU rappresentano un mercato relativamente sicuro. Le grandi società tendono inoltre ad avere un comportamento di pagamento adeguato. Le piccole e medie imprese possono invece rappresentare un rischio significativo di mancato pagamento, ha dichiarato Marco Arrighini, Head of Southern Region di Euler Hermes Switzerland, invitando a prestare attenzione poiché la legge sull’insolvenza non fornisce purtroppo molto sostegno.

Dall’inizio del 2019, il Paese ha subito una deflazione (2%) a causa del calo dei prezzi delle case e degli effetti dell’introduzione dell’IVA nel 2018 (5%). Nel 2019 Euler Hermes prevede che queste tendenze continueranno e che vi sarà una deflazione media per l’intero anno dell’1,4%, seguita da un ritorno a un’inflazione modesta di circa + 1,5%.

Sapersi adattare al mercato

A portare la propria esperienza diretta negli Emirati Arabi Uniti, la Soho Flordis International Switzerland SA (SFI), azienda di prodotti farmaceutici naturali presente a Bioggio – prima come Pharmanton poi come Ginsana – che oggi vende i propri prodotti in oltre 50 Paesi, come ha presentato Donald McKernan, Head of Business Unit SFI Brands. SFI è presente negli EAU da oltre 33 anni e ha saputo adattare la sua strategia di vendita per penetrare in modo efficace sul mercato.  Come spiegato da Patricia Ceppi Bota, Sales Manager Middle East di SFI, anche il packaging dei prodotti venduti nelle farmacie è stato adattato alla cultura araba. Importante inoltre tenere conto delle diverse registrazioni necessarie per poter operare sul mercato, senza inoltre sottovalutare gli aspetti logistici per giungere a destinazione nelle tempistiche previste.  


Scarica le presentazioni:

Tourism & lodging sector in Dubai, Gerhard Romanescu, Director PwC

Trade Credit Risk Insights,  Marco Arrighini, Head of Southern Region, Euler Hermes Switzerland

Business Opportunities, Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East, S-GE

Gli aspetti logistici, Gaetano Loprieno, ufficio Commerciale e Roberto Nanni, capo area spedizioni aereo & mare, Cippà Trasporti SA

La testimonianza aziendale, Donald McKernan, Head of Business Unit SFI Brands e Patricia Ceppi Bota
Sales Manager Middle East, Soho Flordis International Switzerland SA


La Cc-Ti ringrazia i partner export:
S-GECippà TrasportiCredit SuisseEuler HermesPwC e M.Zardi & Co SA

Germania: partner fondamentale per le aziende elvetiche

Primo partner commerciale della Svizzera, la Germania è stata al centro dell’Evento Paese della Cc-Ti, organizzato il 19 settembre presso il Grand Hotel Villa Castagnola a Lugano, in collaborazione con i partner Export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M. Zardi & Co).

I relatori, da sinistra: Alessandro Monti, Marcus Ehnle, Giovanni Narcisi, Christoph Richter, Valentina Rossi, Nadja Kolb, Aurélie Barthère, Gaetano Loprieno. 

“Il volume degli scambi commerciali tra Svizzera e il Baden-Württemberg equivale a quello con la Cina” ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti, aprendo l’Evento Paese e sottolineando l’importanza del commercio con il partner tedesco per le nostre aziende.

Rallentamento economico in vista

La Germania è la maggiore potenza economica a livello europeo. Nonostante ciò, dai dati presentati da Aurélie Barthère, Vicepresident, Multi Asset Investment Management di Credit Suisse, risulta che la nazione tedesca stia per affrontare un periodo di recessione. La diminuzione degli ordini con la relativa riduzione dei margini aziendali, una contrazione del mercato del lavoro più evidente rispetto agli altri Paesi dell’Eurozona, ma anche un aumento della pressione politica sulla coalizione esistente sono tutti segnali che portano gli economisti come Barthère ad indicare anche una diminuzione della crescita del PIL.

Dalle Smart Technologies all’alimentare 

In quali settori puntare in un mercato così ampio? Nadja Kolb, Consultant Germany di S-GE, ha voluto dare qualche consiglio agli imprenditori presenti. Tutto quanto concerne le Smart Technologies è sicuramente d’interesse per i partner tedeschi: dalle smart cities, all’intelligenza artificiale applicata nel campo dell’industria o del commercio. Un altro settore, che potrebbe sembrare saturo, ma – se calibrato nel modo giusto – può attirare l’attenzione risulta essere quello alimentare. La qualità dei prodotti svizzeri è sempre apprezzata, soprattutto nelle nicchie degli alimenti organici, salutari e con nuove fonti proteiche.  Il Governo tedesco spinge inoltre verso le innovazioni digitali nel campo medico volte ad abbattere i costi e ad ampliare le coperture sanitarie. Infine, data l’elevata domanda e i bassi tassi d’interesse, sono in aumento gli investimenti immobiliari, principalmente nelle aree urbane.

Solida garanzia delle imprese

Dopo un inizio del 2019 positivo, le previsioni indicano un’inversione di tendenza per l’economia tedesca che segue d’altronde le tendenze globali in atto, ha esordito Marco Arrighini, Head of Southern Region di Euler Hermes Switzerland. La Germania si conferma comunque il migliore Paese a livello mondiale per quanto concerne i pagamenti. Al di sotto della media, sono 54 i giorni che impiegano le aziende tedesche per saldare i pagamenti. Il consiglio di Arrighini è di tenere alta la guardia – soprattutto nel prossimo futuro a tinte grigie – perché è proprio con i clienti che si conoscono meglio che si tende a fare minore attenzione.

Tra fiscalità e logistica

Nel campo fiscale, ad introdurre le nozioni di base sul transfer pricing in Germania, è intervenuto Christoph Richter, Senior Manager Transfer Pricing di PwC. Le normative tedesche sono in linea con quelle dell’OCSE, dove il principio di libera concorrenza è fondamentale. Licenza per i marchi, perdite permanenti, relocation, stabile organizzazione sono alcuni dei temi fondamentali citati da Richter a cui un’azienda in entrata o in uscita dalla Germania deve fare particolare attenzione.

L’intervento sulla logistica effettuato da Gaetano Loprieno, Resp. ufficio Commerciale e Alessandro Monti, capo reparto trasporti di Cippà Trasporti SA ha toccato gli aspetti principali per una spedizione da e per la nazione tedesca. Anche in questo settore l’aspetto fiscale, declinato in ambito doganale, è di importanza fondamentale. La problematica dell’IVA comunitaria può essere infatti gestita tramite un cosiddetto sdoganamento europeo, un processo che permette ad un’azienda svizzera di vendere ad un soggetto comunitario senza che quest’ultimo anticipi l’IVA al momento dell’importazione, usufruendo di una rappresentanza fiscale all’interno di uno Stato UE.

Un profumo, un marchio

La Germania fa parte del sistema europeo di proprietà intellettuale e ha una lunga ed importante storia in merito, ha esordito Marcus Ehnle, Managing Counsel e European Patent Attorney di M. Zardi & Co. SA. Ehnle ha portato l’esempio di Jean Marie Joseph Farina, imprenditore e profumiere  originario di Santa Maria Maggiore, in Valle Vigezzo (Italia), e creatore della famosa acqua di Colonia che prese il nome della sua città adottiva tedesca, a cavallo tra il 1700 e il 1800. La tutela del marchio e la lotta alla contraffazione durò per decenni tant’è che un’imitazione, la 4711, divenne più famosa dell’originale.

Qualità e presenza in loco per un successo garantito

A concludere la serie di interventi, la testimonianza di un’azienda attiva da oltre 50 anni in Germania: la Trasfor SA del gruppo ABB. Giovanni Narcisi, direttore vendite, ha tracciato una breve storia dell’impresa che negli anni ha visto una forte riduzione dei livelli dei prezzi. Il consiglio dell’azienda di Molinazzo di Monteggio è quello di partecipare alle fiere di settore, molto presenti in Germania, e di non sottovalutare il mercato tedesco perché può anche essere una finestra interessante verso i Paesi dell’est. Infine, il prodotto di alta qualità svizzero, anche se con un prezzo più elevato in un mercato molto concorrenziale, riscuote sempre successo grazie anche al servizio post vendita fornito.

 

Scarica le presentazioni:
Business opportunities, Nadja Kolb, Consultant Germany, S-GE
Trade Credit Risk Insights, Marco Arrighini, Head of Southern Region, Euler Hermes Switzerland
Introduction to Transfer Pricing landscape in Germany, Christoph Richter, Senior Manager Transfer Pricing, PwC
Gli aspetti logistici, Gaetano Loprieno, Resp. ufficio Commerciale e Alessandro Monti, capo reparto trasporti, Cippà Trasporti SA
Intellectual Property Highlights, Marcus Ehnle, Managing Counsel e European Patent Attorney di M. Zardi & Co. SA

La testimonianza aziendale, Giovanni Narcisi, direttore vendite, Trasfor SA

 

 

La Cc-Ti ringrazia i partner export:
S-GE, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M.Zardi & Co SA

 

Giappone: tra innovazione e tradizione

Nella nuova era denominata “bellissima armonia” (Reiwa), il Giappone rappresenta una nazione stabile e innovativa, pronta ad affrontare le sfide economiche e sociali del futuro. Le Olimpiadi di Tokyo nel 2020 non mancheranno di fornire opportunità anche per le aziende elvetiche, com’è stato sottolineato durante l’Evento-Paese del 21 maggio organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con i partner Export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M. Zardi & Co.).

I relatori, da sinistra: Naoko Wada, Aurélie Barthère, Takashi Wada, Gabriel Haering, Valentina Rossi 

Primo mercato asiatico con il quale la Svizzera ha concluso un accordo di libero scambio bilaterale nel 2009, il Giappone è una nazione che gode di interessanti vantaggi competitivi, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. I nostri due Paesi sono inoltre molto similari, scarsi di materie prime ma riconosciuti entrambi per una cultura ricca di precisione e di affidabilità, a cui non manca la qualità dei servizi e dei prodotti.

Stabilità tra le incertezze globali

L’industria manifatturiera sta puntando ad una ripresa della produzione, ha sottolineato Aurélie Barthère, Vicepresident, Multi Asset Investment Management di Credit Suisse, ma le recenti tensioni a livello globale hanno rallentato la situazione finanziaria. I dati mostrano però come vi sia un aumento della forza lavoro e una migliore governance aziendale. La fiducia dei consumatori tende invece a diminuire nonostante le contromisure messe in atto.

Gerontech: super-invecchiamento della popolazione

Numerose le opportunità per le aziende elvetiche soprattutto nei settori Gerontech, Medtech, Agritech, HR Tech e Fintech, come ha sottolineato Naoko Wada, Senior Trade Advisor dello Swiss Business Hub Japan. Una delle sfide maggiori per il Giappone è quella generata dal super-invecchiamento della popolazione. Si stima infatti che entro il 2050 quasi il 40% dei cittadini avrà superato i 65 anni e servono quindi soluzioni per aiutare i residenti anziani nonché migliorare le strutture e le cure a loro fornite. Ecco quindi perché le prospettive per tutto ciò che concerne i settori appena citati – soprattutto nell’ambito del Medtech e Gerontech – rappresentano un interessante mercato di sbocco per le aziende elvetiche.

Naoko Wada ha inoltre voluto rimarcare come sia importante affrontare il Giappone in modo preparato e oculato: studiare il mercato, conoscere il proprio cliente o fornitore e prendere coscienza che il Paese del Sol Levante ha le sue regole sono fattori essenziali per poter approcciare adeguatamente. L’Asia non è infatti un grande unico partner: Cina, Corea del Sud o altre nazioni sono molto differenti nel modo di fare business giapponese e bisogna quindi sapersi adattare alla cultura e ai modi di porsi locali.

Un Paese sofisticato e innovativo

Perché quindi espandere le proprie attività in Giappone? Per Takashi Wada, direttore generale di Jetro Ginevra, il Paese del Sol Levante è innanzitutto un mercato in piena espansione che si situa al terzo rango delle economie mondiali. Una nazione sofisticata e innovativa con infrastrutture adatte per promuovere il business – il Giappone è difatti al 4° posto a livello mondiale –  oltre che ad essere una nazione dove è piacevole soggiornare, dato che tra le prime 10 città al mondo vi sono Osaka e Tokyo.

Parola chiave: pazienza

Infine, Gabriel Haering, CEO di Cerbios-Pharma SA ha fornito un’interessante testimonianza aziendale di un’azienda leader nel campo farmaceutico. In Giappone dal 2003, oggi Cerbios-Pharma è presente nella nazione asiatica con prodotti e servizi con il 12,5% del suo fatturato. È fondamentale conoscere le abitudini utilizzate nel mondo del business: all’arrivo bisogna consegnare il biglietto da visita tenendolo con due mani e fare un inchino. Molto apprezzato dall’interlocutore se il biglietto ha il fronte retro in giapponese. Per Gabriel Haering la parola chiave è “pazienza”: i partner del Sole Levante devono prendere fiducia prima nella persona e in seguito con l’azienda. Non bisogna farsi scoraggiare dagli incontri che possono essere molto lunghi (dovuti anche alle esigenze di traduzione), mantenendo un distacco serio e professionale che viene però allentato durante le cene di lavoro che possono rivelarsi molto distensive. Lavorando bene si creeranno dei buoni rapporti di amicizia e i giapponesi saranno partner fedeli e di lungo termine, ha concluso Haering.

 

Scarica le presentazioni:
Business opportunities, Naoko Wada, Trade Advisor, Swiss Business Hub Japan
Business Environment in Japan, Takashi Wada, Director Generale, JETRO Geneva
La testimonianza aziendale, Gabriel Haering, CEO, Cerbios-Pharma SA
– Video: Quale logistica da e verso il Giappone, Gaetano Loprieno, Sales Manager, Cippà Trasporti SA

 

 

La Cc-Ti ringrazia i partner export:
S-GE, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M.Zardi & Co SA