Il divieto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale entra in vigore il 1° luglio

Un’informativa su una modifica del Codice penale svizzero, che entrerà in vigore da inizio luglio 2020.

A partire dal 1° luglio 2020 sarà punito chiunque discrimina una persona in base all’orientamento sessuale. Nella seduta del 3 aprile 2020, il Consiglio federale ha posto in vigore per tale data le relative modifiche del Codice penale e del Codice penale militare. Nella votazione popolare del 9 febbraio 2020, l’elettorato svizzero ha chiaramente confermato la decisione del Parlamento di estendere la norma penale antirazzismo.

Il diritto penale svizzero protegge le persone da varie forme di discriminazione, per esempio punisce chi denigra pubblicamente una persona o un gruppo di persone per l’appartenenza a una determinata razza, etnia o religione. Il 14 dicembre 2018 il Parlamento aveva deciso di estendere all’orientamento sessuale la norma penale antirazzismo, il che consentirà di proteggere anche le persone discriminate a causa della loro omo-, etero- o bisessualità. Contro tale estensione era stato lanciato il referendum. Il 9 febbraio 2020, l’elettorato ha accettato chiaramente la norma penale modificata con il 63,1 per cento dei voti.

L’attuazione dei due articoli modificati del Codice penale e del Codice penale militare non richiede provvedimenti specifici né a livello federale né a livello cantonale. La modifica dei due codici entrerà in vigore il 1° luglio 2020.

Fonte: portale della Confederazione

Cc-Ti e OATI affrontano insieme la sfida del coronavirus

Comunicato stampa della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino e dell’Ordine degli Avvocati del Canton Ticino di venerdì 20 marzo 2020

In data odierna, 20.3.2020, la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) e l’Ordine degli Avvocati del Canton Ticino (OATI) hanno deciso di iniziare un dialogo strutturato al fine di affrontare in modo coordinato l’emergenza coronavirus.

A tale scopo procederanno ad individuare le criticità per le aziende dovute alla situazione attuale e proporre soluzioni a carattere giuridico nel breve e nel medio termine.

Concretamente si tratta di individuare strumenti legali già a disposizione, proporre la modifica di norme esistenti ma non adatte alla situazione straordinaria, e adottare nuove norme che possano aiutare le aziende in quest’emergenza così come sul medio termine.

Le persone di riferimento per le due organizzazioni sono l’Avv. Michele Rossi (Cc-Ti) e l’Avv. Sascha Schlub (OATI).

Sosteniamo le aziende grazie alla digitalizzazione

Il Servizio Export è a disposizione per il rilascio di certificati d’origine elettronici

La Cc-Ti, tramite il suo Servizio Export, è da anni impegnata nell’implementazione di alcune procedure elettroniche. I CITES e i Carnet ATA vengono già oggi rilasciati al 100% tramite piattaforme online. Anche per i certificati d’origine è disponibile una piattaforma che agevola le imprese nella richiesta di questi importanti documenti ed è già utilizzata con successo da numerose aziende.

Certificati d’origine elettronici

La piattaforma Certify.ch permette di riempire le domande di legalizzazione dei documenti e di ottenere online i certificati d’origine. La Camera di commercio riceve le informazioni tramite Certify.ch e verifica le informazioni come da prassi. Certify.ch informa per e-mail quando i certificati e le legalizzazioni sono pronte. Sarà sufficiente connettervi, scaricarli e stamparli. Rispetto alla procedura cartacea, invece di fornire le domande di attestazione e di ricevere i documenti via posta tradizionale, il tutto avviene semplicemente online e i certificati e i documenti legalizzati possono essere comodamente stampati direttamente in azienda. I certificati d’origine elettronici sono accettati in tutti i Paesi del mondo.

Il servizio è messo a disposizione gratuitamente dalla vostra Camera di commercio e i costi delle richieste rimangono invariati. L’unica configurazione richiesta è una connessione internet a banda larga, un computer dotato di browser e un lettore di PDF.

I vantaggi di Certify.ch

  • Domande di certificati d’origine online
  • Legalizzazione semplificata dei vostri documenti e fatture
  • Non c’è più bisogno di ordinare i formulari
  • Le domande possono essere effettuate 24h/24h, 365 giorni all’anno
  • Le informazioni della domanda sono immediatamente valide
  • Non è più necessario l’invio per posta dei documenti legalizzati
  • Il sistema è sicuro e le informazioni sono criptate
Per chi desiderasse implementare questo servizio o semplicemente ottenere maggiori informazioni, può contattare direttamente il Servizio Export per email.

Le Camere di commercio e dell’industria svizzere unite nella lotta al Coronavirus

Comunicato stampa Cc-Ti/SHIK – Due ulteriori misure a sostegno dell’economia di tutti i Cantoni

La Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino (Cc-Ti), di cui Direttore Luca Albertoni presiede l’Associazione delle Camere di commercio e dell’industria svizzere (SIHK-CCIS), si è fatta promotrice di alcune ulteriori misure auspicabili in tutti i Cantoni.

In questa fase è infatti fondamentale garantire la liquidità delle aziende ed evitare danni irreparabili.  Tutte le Camere di commercio e dell’industria svizzere, ognuna nelle rispettive regioni, chiederanno le seguenti misure, in aggiunta a quelle già anticipate dalla Cc-Ti negli scorsi giorni.

  • La creazione di aiuti speciali a fondo perso per la copertura dei costi fissi aziendali, che non sono coperti dalle indennità di lavoro ridotto e che non riguardano gli stipendi.
    Si tratta in particolare dei costi di locazione, di leasing, ipotecari, ecc.  Tale misura volge a completare le richieste da noi precedentemente formulate, di estendere le indennità per lavoro ridotto agli indipendenti.  

  • Le Camere di commercio e dell’industria svizzere invitano i rispettivi governi cantonali a sospendere con effetto immediato ogni procedura di incasso dello Stato. I governi cantonali sono invitati a chiedere alle autorità competenti di applicare tale principio anche per quanto riguarda l’AVS e l’IVA.
    Tutte le richieste di acconto pendenti devono essere annullate.

La Cc-Ti, quale associazione-mantello dell’economia ticinese, ribadisce e sostiene le varie proposte espresse in questi giorni dalle associazioni di categoria.

Invitiamo le aziende a utilizzare solo i canali d’informazione ufficiali delle autorità cantonali e federali, ed a osservare scrupolosamente i divieti vigenti e le limitazioni alle attività essenziali (di norma limitate a servizi di picchetto).

Sono al vaglio ulteriori misure che verranno presentate a breve.

Due misure immediate a sostegno dell’economia

Comunicato stampa di domenica 15.3.2020: per la Cc-Ti è urgente adottare ulteriori provvedimenti

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, che rappresenta tutti i settori economici dell’economia cantonale, segue ovviamente ora per ora la situazione che si è creata a causa del Coronavirus e opera sette giorni su sette a sostegno dei propri associati confrontati con una situazione straordinaria, imprevista e drammatica.

Considerate le prime misure disposte dal cantone relative alle attività economiche, esprimiamo soddisfazione per il fatto che alcune nostre proposte espresse negli scorsi giorni siano già state riprese, come la richiesta di estensione del lavoro ridotto agli indipendenti e la rinuncia agli interessi di mora sugli acconti fiscali.

Ovviamente la tutela della liquidità richiede ulteriori importanti misure a breve, medio e lungo termine. Tenuto conto delle misure entrate in vigore oggi che vietano per legittimi motivi sanitari talune attività economiche, a nostro giudizio è urgente adottare queste ulteriori misure:

  1. Presunzione del diritto alle indennità per lavoro ridotto per quelle attività chiuse per ordine statale. Ciò significa in concreto che per le aziende di questi settori le indennità devono essere erogate senza la necessità di presentare particolari documenti, perché l’azzeramento del fatturato è un fatto incontestabile che non necessita di ulteriori dimostrazioni.
  2. Preso atto che determinate attività dello Stato sono state giustamente sospese, chiediamo che le forze lavoro così liberate vengano destinate, previa adeguata e rapida formazione, all’evasione delle urgenti e crescenti pratiche a sostegno dell’economia.

La Cc-Ti sta elaborando ulteriori richieste più strutturate che verranno presentate nei prossimi giorni, d’intesa con tutti i settori economici.

Ringraziamo il Governo cantonale che, pur richiedendo sacrifici importanti, sta cercando di tutelare la salute pubblica e, congiuntamente e nel limite del possibile, l’economia. Ringraziamo al contempo tutte le imprenditrici e tutti gli imprenditori che in questo momento, con grande senso di responsabilità, stanno compiendo sforzi molto importanti nell’interesse della collettività.

Aziende ticinesi fra apprensione per la salute e conseguenze pesanti per l’economia

La Cc-Ti, associazione-mantello dell’economia ticinese, condivide le preoccupazioni della popolazione ticinese per i pericoli rappresentati dal Coronavirus

Le aziende ticinesi hanno finora dimostrato grande senso di responsabilità, seguendo in maniera molto scrupolosa le raccomandazioni delle autorità. Da un punto di vista economico, le conseguenze in alcuni ambiti sono già molto presenti e la durata dell’emergenza sanitaria avrà un peso decisivo per le proporzioni degli impatti negativi.

L’associazione-mantello dell’economia ticinese, in rappresentanza dei suoi 1’000 soci individuali e delle 45 associazioni di categoria, è vicina alla popolazione ticinese nella difficile battaglia che tutti insieme dobbiamo affrontare per limitare i danni alla salute causati dal Coronavirus. A torto si accusano spesso le aziende di scarsa sensibilità verso il territorio, dimenticando che esse sono composte da donne e uomini, cittadine e cittadini. In queste prime settimane difficili le aziende hanno del resto dimostrato grande senso di responsabilità, ponendo quale priorità la tutela della salute dei propri dipendenti e attuando, senza riserve, le misure raccomandate dalle autorità cantonali e federali. Cercando quindi di svolgere il ruolo di “sentinelle” sul territorio, in grado di individuare e isolare tempestivamente collaboratrici e collaboratori malati, contribuendo quindi in modo fattivo alla limitazione della diffusione del virus. Per quanto riguarda il personale, sono state prese molte misure per gestire la situazione (telelavoro laddove possibile, vacanze anticipate, ecc.), ma nessuno ha considerato l’ipotesi di licenziamenti a breve.

La Cc-Ti ha da subito assicurato alle autorità la massima disponibilità e collaborazione, mantenendo costantemente aperto il canale comunicativo con gli esperti e seguendone le istruzioni. La parte essenziale del nostro lavoro è quindi stata dedicata in queste prime fasi ai contatti con le autorità e alle relative informazioni puntuali, costanti e dirette agli associati, per contribuire a sostenere quanto indicato dalle persone competenti. Volutamente abbiamo limitato la comunicazione pubblica al di fuori della cerchia degli associati, per non creare confusione o tensioni con informazioni che nulla avrebbero aggiunto alle informazioni fondamentali e ufficiali per le cittadine e i cittadini.

Dopo questa prima difficile fase, è già il momento di segnalare le prime importanti difficoltà riscontrate dall’economia ticinese. Ciò non significa voler mettere l’economia davanti alla salute, come taluni superficiali osservatori tentano polemicamente di attribuire alle parti, ma semplicemente di sottolineare quelle che sono le situazioni economiche che necessitano di attenzione, perché in assenza di attività produttive diventa anche difficile poter finanziare le essenziali misure a protezione della salute di tutti.

Il delicatissimo momento colpisce un’economia che, pur essendo solida grazie a un tessuto economico diversificato, è toccata in maniera trasversale, nessun settore escluso. Il che è molto preoccupante e costituisce una realtà molto diversa dalle ultime grandi crisi conosciute, che di regola si concentravano su alcuni settori specifici.
Con effetti a cascata anche su altri, ma nessuna situazione recente è paragonabile a quella che stiamo affrontando in termini di velocità, intensità e, appunto, trasversalità. Questo elemento è gravissimo, perché si tratta di una crisi che può colpire e indebolire tutto il sistema economico, senza eccezioni e in poco tempo.
Oltretutto viene a inserirsi in un contesto in cui le aziende, come abbiamo ravvisato nella nostra inchiesta congiunturale presentata a gennaio, lavorano da tempo con margini ridotti a causa della forza del franco. La frenata degli investimenti era stata una prima conseguenza, ora questa situazione che colpisce con violenza e rapidità la liquidità delle aziende, con molte che si sono fermate da un giorno all’altro, ha già conseguenze economiche estremamente pesanti.

Preoccupa in modo particolare la situazione di molte piccole imprese legate ad esempio all’eventistica che, come nel resto della Svizzera, si trovano nell’impossibilità di lavorare a causa dell’annullamento improvviso di quasi tutte le manifestazioni pubbliche e private. Ma tutti i settori vivono momenti difficili o anche drammatici. Il commercio al dettaglio, escludendo gli alimentari che beneficiano parzialmente del recupero di molte clienti che non si recano più in Italia per gli acquisti, conosce un crollo quasi totale per la parte non legata ai beni di prima necessità. Le difficoltà per il settore turistico in senso ampio (alberghi, ristoranti, turismo in genere) è sotto gli occhi di tutti, come del resto tutto l’ampio ed eterogeneo mondo dei servizi. Per l’industria, che in alcuni ambiti aveva già subito un rallentamento nei mesi scorsi e che è molto confrontata al franco forte, la situazione è analogamente delicata. Per talune realtà aziendali, già colpite dalla situazione di stallo in Cina per questioni produttive e di approvvigionamento, si prospettano blocchi di attività totali dai costi elevatissimi, solo difficilmente recuperabili. Edilizia e artigianato sono di fatto fermi.

Facile comprendere che le conseguenze economiche sono già molto importanti e lo saranno ancora di più, tanto più lunga sarà la durata di questa situazione eccezionale. Quanto a possibili rimedi, non vi sono ricette facili perché, dal punto di vista della nostra associazione-mantello, occorrerebbe individuare soluzioni rapide, di facile attuazione e che valgano per tutti i settori (le rivendicazioni settoriali sono compito delle associazioni di categoria e da posticipare).
A parte l’indiscutibile utilità del lavoro ridotto, servono soprattutto sostegni alla liquidità, che è il problema più urgente. Le aziende si sono già mosse ad esempio per negoziare con le banche eventuali dilazioni per i pagamenti di leasing e ipoteche. Alla stessa stregua si devono ipotizzare dilazioni anche da parte dello Stato. Per quanto riguarda la realtà cantonale, chiediamo che vengano azzerati gli interessi passivi sul ritardato pagamento degli acconti fiscali e ci attiveremo presso la Confederazione affinché questo avvenga anche sugli acconti dell’AVS e i versamenti dell’IVA in caso di dilazioni di pagamento. Non certo per non ottemperare agli obblighi legali, ma per ovviare a una situazione eccezionale che richiede misure eccezionali. Concessioni che però non stravolgano il sistema, né costituiscano per lo Stato perdite troppo consistenti e che, con una certa tolleranza, possano essere introdotte in maniera rapida e senza troppe formalità.

Gli attuali sforzi di tutti serviranno a recuperare in fretta quello che abbiamo costruito in Ticino e che sarà una base  importante per una pronta ripartenza in un futuro che speriamo molto prossimo.

Mantenendo fede alla nostra linea di comunicare in maniera strutturata e solo quando vi sono informazioni da condividere, evitiamo di intasare i media con prese di posizione prive di contenuti a voi utili. Anche in questo modo pensiamo di contribuire a facilitare il già delicato lavoro delle Autorità, esposte a continue sollecitazioni in questo momento storico davvero arduo. Ribadiamo la nostra completa fiducia nell’operato delle Autorità cantonali e federali e l’invito a seguire solo i canali di informazione ufficiali.

Responsabilità sociale delle imprese in primo piano

Presentato lo strumento di autovalutazione aziendale in ambito CSR durante il Networking Event mattutino, tenutosi il 2 marzo 2020

Il tema della “Responsabilità sociale delle imprese” (CSR) è ampiamente dibattuto e declinato in svariati progetti a carattere sociale, formativo e ambientale. Una tematica alla quale la Cc-Ti presta da tempo molta attenzione, sostenendo iniziative diverse, con approfondimenti, eventi e formazioni mirate, dedicate alle aziende associate, indipendentemente dalla dimensione e settore economico.

In occasione di questo business event mattutino, tenutosi presso lo Swiss Agile Center a Mendrisio, è stato presentato, in anteprima ai partecipanti, uno strumento di autovalutazione aziendale che permetterà di misurare, in pochi passaggi, i propri dati cardine sul tema della CSR. Sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, Jenny Assi e Caterina Carletti, Ricercatrici SUPSI e Gianluca Pagani, CSR Manager Cc-Ti.

Uno strumento per le aziende

Il questionario (promosso dalla Cc-Ti in collaborazione con la SUPSI) sarà disponibile per i soci della Cc-Ti a partire dalla fine di marzo. Si tratta di un’analisi che, in pochi e semplici passaggi, permette la valutazione dell’indice interno CSR su 6 parametri: governance aziendale, rapporti con il mercato, con le HR, con la comunità, tutela dell’ambiente, comunicazione.

La funzione di questo modulo è duplice:

  • le PMI avranno a disposizione uno strumento di autovalutazione puntuale, con risultato personale immediato e sempre aggiornabile;
  • i dati finali permetteranno una migliore comprensione delle esigenze aziendali e un più efficace orientamento delle politiche di sviluppo economico del nostro territorio.

Per le aziende la CSR rappresenta un valore aggiunto importante e sempre più richiesto dal mercato. Il nostro scopo è quello di aiutare a diffondere ulteriormente le buone pratiche e valorizzare quelle già messe in atto e spesso non sufficientemente comunicate.

Il questionario sulla CSR sarà disponibile alla fine del mese di marzo 2020.

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La Cc-Ti sostiene Espoprofessioni 2020

Articolo aggiornato al 2.3.2020. Espoprofessioni è stata rinviata a data da definirsi.

Il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha preso atto delle misure decise in data 28.02.2020 dal Consiglio federale. La XIV edizione di Espoprofessioni NON si svolgerà nella data prestabilita. La manifestazione è stata rinviata. Seguiranno altri aggiornamenti

Sviluppo di azioni e misure a sostegno della formazione professionale di base, continua e dell’orientamento scolastico e professionale, promozione delle professioni di tutti i settori economici e supporto alle associazioni di categoria affiliate per iniziative di vario genere. Sono questi alcuni dei temi su cui – anche – volge l’attività della Cc-Ti, al fine di rispondere in maniera concreta alle necessità di manodopera qualificata e garantire alle aziende figure professionali specializzate.

Uno dei progetti nei quali crediamo e che sosteniamo con rinnovato entusiasmo è la nostra partecipazione nel Comitato organizzatore di Espoprofessioni, la fiera dei mestieri. Essa è organizzata con cadenza biennale dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, in collaborazione con la Cc-Ti, la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione e l’Unione associazioni dell’edilizia.

I mestieri in mostra

Espoprofessioni rappresenta una vetrina: un mondo del lavoro vasto e diversificato che contempla un’ampia gamma di professioni in costante
evoluzione, a dimostrazione del momento storico in cui stiamo vivendo, denso di mutamenti tecnologici importanti e repentini. Nella settimana della fiera (che per il 2020 si terrà dal 9 al 14 marzo presso il Centro Esposizioni di Lugano) è possibile interagire e “toccare con mano” le numerose possibilità di formazione e perfezionamento presenti nel panorama formativo ticinese e svizzero, nonché scoprire le oltre 230 professioni nei settori agricolo, artigianale, artistico, industriale, commerciale e sociosanitario presentate nei diversi stand animati dalle associazioni professionali. In questo percorso – giunto alla 14° edizione – i giovani possono diventare attori consapevoli del mondo del lavoro, avendo l’occasione di raccogliere le necessarie informazioni sulle possibilità di formazione di base, di perfezionamento e di riqualifica, sugli sbocchi al termine della scuola dell’obbligo. Non solo anche le persone in transizione di carriera e chi si sta informando per una riqualifica
o una formazione professionale superiore può trovare i dettagli sui passi da compiere per raggiungere l’obiettivo prefissato.

Lisa Pantini, Responsabile relazioni con i soci Cc-Ti, è nel comitato organizzatore, ed è a disposizione per maggiori informazioni.

Meccanismo di pagamento verso l’Iran per alcune aziende elvetiche

L’accordo su un meccanismo di pagamento per l’invio di aiuti umanitari in Iran Swiss Humanitarian Trade Arrangement (SHTA) è entrato in vigore il 27 febbraio 2020.

Lo SHTA, elaborato dalla Svizzera in stretta collaborazione con i servizi competenti negli Stati Uniti e in Iran e con alcune banche e aziende svizzere, è aperto alle aziende elvetiche dei settori alimentare, farmaceutico e medico.

Lo Swiss Humanitarian Trade Arrangement (SHTA) intende garantire agli esportatori e alle aziende commerciali dei settori alimentare, farmaceutico e medico con sede in Svizzera un canale di pagamento affidabile presso una banca elvetica per le loro esportazioni in Iran. In linea con la tradizione umanitaria svizzera, il nostro Paese fornisce così un contributo all’approvvigionamento della popolazione iraniana con materie prime agricole, generi alimentari, farmaci e apparecchi medici.

Lo SHTA è stato elaborato dalla Svizzera in stretta collaborazione con i servizi competenti negli Stati Uniti e in Iran e con alcune banche e aziende svizzere. Nell’ambito dello SHTA il Dipartimento del Tesoro americano (US Treasury Department) fornirà alle banche interessate le necessarie garanzie che le transazioni finanziarie avvengano in conformità con la legislazione statunitense.

In cambio, gli esportatori e le banche che sottoscriveranno lo SHTA informeranno in dettaglio la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) sulla loro attività e sui loro partner commerciali in Iran oltre che sulle transazioni effettuate. La SECO verificherà queste informazioni e si accerterà, in collaborazione con l’US Treasury Department, che le operazioni avvengano nel pieno rispetto del dovere di diligenza, trasmettendo anche ai servizi americani le informazioni ricevute dalle banche e dagli esportatori.

Dalla fine del 2018, in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI), la SECO si è impegnata per realizzare questo meccanismo di pagamento a scopo umanitario. Il 20 gennaio 2020 il Consiglio federale ha dato la sua approvazione di principio all’attuazione dell’accordo.

Il 27 gennaio 2020 è già stato autorizzato a titolo di prova un primo pagamento per la fornitura di medicinali da parte di un’azienda farmaceutica svizzera all’Iran. Si tratta di farmaci per la cura del cancro e il trapianto di organi.

Da quando gli Stati Uniti, nel maggio 2018, sono usciti dall’accordo sul nucleare con l’Iran e hanno reintrodotto sanzioni unilaterali, gli esportatori svizzeri hanno avuto sempre maggiori difficoltà a fornire aiuti umanitari all’Iran, benché queste forniture non siano in linea di principio soggette alle sanzioni americane. Visti i rischi legali dovuti a tali sanzioni, praticamente nessun istituto finanziario era più disposto a effettuare pagamenti destinati all’Iran. I pochi canali ancora esistenti erano costosi, complessi e poco affidabili.

Fonte: SECO

Informazioni tecniche per le aziende, Segreteria di Stato dell‘economia SECO: Email

Questione di… fiducia

Mai sottovalutare il passaparola fra clienti o potenziali tali, anche nell’era delle nuove tecnologie e dei social media. Perché?

Il passaparola si identifica con il propagarsi di informazioni, consigli, esperienze attraverso una rete sociale, sia essa reale o virtuale.
Quella odierna è una società che comunica attivando e utilizzando i più svariati canali, continuamente e da qualunque luogo. Le persone condividono foto, conoscenze e punti di vista, a volte, dibattono su temi e prendono posizione per la ricerca di un confronto. I temi spaziano nell’immenso universo degli interessi dei singoli o della comunità e sono innumerevoli.
Le distanze geografiche non rappresentano una barriera, ma spesso diventano la costruttiva misura di culture diverse che si incontrano. Al giorno d’oggi il passaparola attraversa la rete di Internet e le orecchie in ascolto sono milioni.

Nuovi mezzi d’informazione

La realtà del passaparola non è più quella di una volta, dove bisognava incontrarsi per creare il contatto. Non è più solo il telefono a dover squillare per informarci o consultarci. Oggi basta un “click” e milioni di commenti, domande e valutazioni appaiono istantaneamente sul nostro schermo.
Studi dimostrano come in alcuni settori economici l’acquisizione di nuovi clienti – oltre il 70% – avvenga attraverso il passaparola. Un dato che le aziende hanno compreso e non sottovalutano, anzi utilizzano a proprio vantaggio.

Aziende al passo con i tempi

Oggigiorno, le imprese, grandi o piccole che siano, utilizzano sempre più la rete per la commercializzazione dei loro prodotti, ma anche per il marketing e per acquisire dettagli e tendenze del loro mercato in tempo reale (tipologia di clientela, concorrenza, possibilità di estensione del brand, ecc.). In questo modo, utilizzando il classico ‘passaparola’ con l’ausilio delle moderne tecnologie, il web risponde mettendo immediatamente a disposizione opinioni, valutazioni e recensioni al mondo parte del mondo.
Attraverso vari siti, i fruitori di opere e prestazioni, possono dare un loro giudizio e esprimere il loro contento o malcontento, condividendolo con tutti gli altri utenti.
Un meccanismo che prende sempre più spazio nelle strategie di acquisto e consumo di tutti.
È certo che le recensioni online giocano, più spesso di quanto si pensa, un ruolo determinante: il 97% dei futuri consumatori ricerca un prodotto o servizio su Internet prima dell’acquisto, di questi, l’88% valuta una recensione sul web lecita e/o veritiera, dando credito come se fosse un consiglio dato dalla famiglia o dagli amici. Si tratta, in estrema sintesi, di un ampliamento del concetto di fiducia – intesa come “sensazione di sicurezza basata sulla speranza o sulla stima riposta in qualcuno o qualcosa” -, che corre sul web.
È importante sottolineare che la vita online, sui social media, così come offline, è fatta di relazioni umane, dove la sensazione di fiducia continua a ricoprire un ruolo fondamentale.

La ricerca di consenso e fiducia

Gli utenti in cerca di pareri e consigli sono confidenti nel giudizio altrui, e il feedback trovato in rete ha un vigoroso impatto nella decisione finale. Le valutazioni, siano esse positive o negative influenzano i consumatori e soprattutto quelle avverse condizionano la loro scelta nell’86% dei casi.
Il 45% degli internauti è propenso a rivisitare una ditta o a informarsi sui prodotti venduti, se quest’ultima ha risposto ai commenti di compratori insoddisfatti, laddove necessario e possibile (ad esempio nei siti di recensioni). L’eventualità di poter dare fiducia a qualcuno che ovviamente nella maggior parte dei casi, non conosciamo personalmente, passa, questa volta senza tecnologia, dalle nostre corde di lettura dei fatti. Se l’azienda si mette in gioco e si relaziona con il proprio pubblico target anche attraverso il passaparola, viene creata una comunità trasparente dove tutti gli attori in gioco condividono esperienze, da cui partire sia nel dialogo che con nuovi progetti.
Le critiche possono essere usate costruttivamente e devono essere interpretate e utilizzate per inviare poi messaggi positivi, volti a dimostrare il reale impegno per dare il meglio al pubblico che ci ascolta, vede e giudica.
La fiducia ben riposta resta alla base di qualsiasi rapporto, sia esso privato o commerciale.