Il “corpoworking” si sta affermando quale spazio di lavoro per generare innovazione e incrementare la flessibilità e creatività delle persone e dei team di lavoro

Si chiama “corpoworking”, è definito come spazio di lavoro atipico nel quale l’innovazione e la creatività sono dei must. Un fenomeno che sta prendendo piede anche in Ticino con alcune aziende che si aprono a nuove forme di lavoro e possibilità diverse per i dipendenti di interagire tra loro e con altri professionisti, tema tra l’altro a cui la Cc-Ti ha dedicato un evento nel corso del 2018 .
Corpoworking è l’insieme di ‘corporate coworking’, ossia il coworking del business. Luogo di lavoro non solo fisico, ma interno ed esterno all’azienda e composto dall’essenza stessa dell’azienda, dove lavorano, parlano, discutono, si incontrano e si rilassano, dipendenti, freelance, visitatori dell’azienda, ospiti e dirigenti. Si tratta di una ‘comunità’ basata sulla condivisione e sullo scambio, come punto nevralgico di una crescita sana e condivisa.
La diversità stimola la performance
Spazi di lavoro condivisi dunque, dove l’azienda non ha un vero e proprio confine, ma in cui viene permesso di innovare, crescere e stimolare nuovi concetti ed idee. Chi ne fa parte? Chiunque lavori o si trovi nell’azienda. Lo spazio viene infatti concepito come un luogo di lavoro dove associare e intersecare competenze diverse, abbinando abilità complementari per performance più efficienti. Grafici, contabili, designer, dirigenti, ecc. la lista dei profili è lunga e non ha limiti. Così facendo si coniugano collaborazione interna fra team differenti e apertura verso l’esterno.
Nuove forme di lavoro
Ancora poco sviluppato in Ticino, il “corpoworking” sta trovando grande interesse per dinamizzare e flessibilizzare le realtà aziendali, stimolando la collaborazione e generando innovazione. Anche a livello gestionale, vengono riscontrati benefici per le risorse umane, in termini di mobilità ed incremento della soddisfazione e della produttività dei collaboratori. Non solo: l’assenza di barriere gerarchiche nei rapporti umani che si instaurano in questi spazi permette di valorizzare al meglio la centralità dell’individuo, elemento cardine per ogni azienda.
Una testimonianza concreta
Nell’intervista con Dario Dellanoce, Design Strategist di Sketchin, cerchiamo di capire meglio il ‘corpoworking’, quali benefici porta e su cosa puntare per mantenersi innovativi.
Il “corpo-working” è una nuova concezione del lavoro. Presso di voi come è stato implementato?
In Sketchin questo tipo di approcci – corpoworking, ma anche altri – emergono solitamente in maniera molto spontanea. Insomma, non ci siamo svegliati un giorno dicendo “Oggi implementiamo un nuovo modo di lavorare”… Piuttosto il contrario: siccome operiamo in un settore un po’ atipico, e il valore che offriamo ai nostri clienti è dato proprio dalla nostra capacità di pensare e operare fuori dagli schemi, alla fine questo si riflette anche nel modo in cui concepiamo le modalità e gli spazi di lavoro all’interno dell’azienda. Uffici luminosi e moderni, che invogliano i clienti a venire da noi per workshop e attività collaborative. Spazi aperti con postazioni mobili, dove i nostri team possono confrontarsi e contaminarsi in maniera continua (e dove a volte organizziamo anche piccoli eventi informali). Aree comuni con cucina, divani, libri, maxi-schermi. Orari flessibili e politiche di remote working, per garantire alle persone il miglior equilibrio possibile tra lavoro e vita privata. In generale, un ambiente stimolante, inclusivo e divertente, che tutti viviamo con una logica molto “aggregativa”. In questo senso, siamo sempre stati parecchio lontani dall’idea di ufficio tradizionale… Si potrebbe dire che il tema del corpo-working ha sempre fatto parte del nostro modo di pensare, anche se non l’abbiamo mai chiamato così.
Quali benefici porta ai dipendenti ed alla performance aziendale?
Sicuramente ci sono tanti vantaggi. Per le persone, significa avere maggiore flessibilità e un ambiente più piacevole in cui lavorare, oltre al fatto implicito di non sentirsi “controllate”, come invece succede in altri posti di lavoro più gerarchici e tradizionali. A livello di performance, gli spazi aperti (e rispettosi della persona a tutto tondo) stimolano la collaborazione, il confronto e il lavoro di squadra. Le persone quindi lavorano meglio, sono più motivate e sorridenti. Il modo di concepire il lavoro in Sketchin è allo stesso tempo frutto e origine dell’asset più importante che abbiamo: la nostra cultura. Lavorare insieme è il modo migliore per farla circolare tra le persone e fare in modo che queste la interiorizzino, a tutto vantaggio della qualità delle cose che facciamo e, in ultima istanza, anche nella soddisfazione dei clienti che collaborano con noi.
Sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di innovazione costante. Su quali altri strumenti e/o strategie occorre far leva per essere dinamici oggi?
Ovviamente non basta avere un bell’ufficio per essere competitivi. Serve una visione chiara di dove si vuole andare e del perché ci si sta andando, metodi di lavoro più snelli ed efficienti, capacità di anticipare il futuro e di adattarsi a sfide sempre più complesse. Ma soprattutto servono Persone che abbiano nel DNA questo modo di fare, questa curiosità, questa voglia di mettersi in gioco. Abilitarle a dare il meglio. Alla fine l’ambiente di lavoro diventa un po’ il riflesso di tutte queste cose: flessibile, aperto, creativo, in movimento. La conseguenza di un certo modo di fare e di pensare, non la causa.
Zoom su internazionalizzazione e digitalizzazione
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi tematiciInnovazione, economia digitale e trasformazioni tecnologiche abbinate all’export: il focus di questo Zoom, in occasione della “Giornata dell’export” del 2 aprile scorso
In collaborazione con i partner tematici Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA , Cornèrcard, e Swisscom – la Cc-Ti ha organizzato la consueta “Giornata dell’export”, che è stata focalizzata sul connubio digitalizzazione-export, grazie all’apporto di spunti diversi e riflessioni ad ampio raggio.
In questa puntata di ZOOM, la trasmissione curata ed andata in onda su Teleticino, sono stati approfonditi alcuni aspetti relativi alla Giornata dell’export attraverso le interviste ai relatori. Intervengono qui: Valentina Rossi, Responsabile Servizio Export Cc-Ti; il Prof. Emanuele Carpanzano, Dipartimento tecnologie innovative SUPSI; Monica Zurfluh, Responsabile Svizzera italiana S-GE; Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Lars Schlichting, CEO Poseidon e Davide Rigamonti, Direttore Marketing & Distribution, Cornèrcard.
Scopriamo allora insieme quanto emerso!
Uniti per la formazione professionale
/in Risorse umane, TematicheLa Cc-Ti rinnova l’impegno verso l’orientamento scolastico e professionale con le aziende in seno al Comitato di Espoprofessioni.
Sviluppo di azioni e misure a sostegno della formazione professionale di base, continua e dell’orientamento scolastico e professionale, promozione delle professioni di tutti i settori economici e supporto alle associazioni di categoria affiliate per iniziative di vario genere. Sono questi alcuni dei temi su cui – anche – volge l’attività della Cc-Ti, al fine di rispondere in maniera concreta alle necessità di manodopera qualificata e garantire alle aziende figure professionali specializzate.
Una conferma per Espoprofessioni
Abbiamo più volte evidenziato come la formazione e l’orientamento professionale siano prioritari per il successo dell’economia ticinese e svizzera. Infatti da sempre sosteniamo che la formazione professionale porta una pluralità di visioni e di professionisti, che sono le risorse per il nostro Paese. In questo senso abbiamo il piacere di confermare ancora una volta il nostro impegno nel Comitato organizzatore di Espoprofessioni 2020, che si terrà a Lugano dal 9 al 14 marzo, con Lisa Pantini, Responsabile delle relazioni con i soci Cc-Ti.
La formazione professionale in primo piano
Ricordiamo che la Cc-Ti è attiva in numerosi ambiti che promuovono il tema e la sua sensibilizzazione verso pubblici diversi, lavorando in sinergia con associazioni di categoria, enti differenti, istituzioni, scuole, sindacati, ecc. Tra essi possiamo citare:
Scopriamo di più sul tema della formazione professionale verso i giovani e sulle esperienze con Espoprofessioni in questa video intervista a Lisa Pantini, Responsabile delle relazioni con i soci Cc-Ti e membro di comitato della manifestazione.
L’impresa virtuosa è attenta all’ecologia
/in Comunicazione e mediaL’opinione di Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino, Presidente FTAF e candidata PLRT al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio
Quale economia e quale impresa desideriamo per il Ticino del futuro? Il dibattito in merito si è rivelato assai acceso in questi primi mesi del 2019. Ha toccato i temi dell’occupazione e dei salari, dell’avanzare della trasformazione digitale, del ruolo delle aziende storiche e dell’opportunità di attrarne di nuove da altri Paesi o altri Cantoni. Al centro di questa discussione, si è gradualmente ma opportunamente affermato anche il tema della sostenibilità.
In un contesto ricco di contenuti e confronti l’economia del nostro Cantone ha dimostrato a più riprese di basarsi su di un tessuto imprenditoriale sano, composto prevalentemente da migliaia di medio/piccole aziende, fortemente radicate nel territorio, ove mantengono il loro centro decisionale, valorizzano le risorse umane e pagano stipendi equi, oltre che le imposte. Sarà di sicuro prioritario per la politica economica sostenere questo tipo d’impresa, aiutarla a mantenersi competitiva, affrontando in modo ottimale la transizione tecnologica che sappiamo l’aspetta, permetterle di reperire quella manodopera qualificata che oggi ancora purtroppo scarseggia. Bisogna quindi impegnarsi per un migliore orientamento professionale e un incitamento alla formazione di qualità. È importante che le associazioni economiche continuino a collaborare con la politica per sostenere l’impresa ticinese tramite la formazione continua, l’appoggio alla ricerca di nuovi mercati e la creazione di condizioni quadro dove il «fare impresa» resti prioritario.
Per rispondere quindi alla domanda iniziale, credo fermamente che l’economia e l’impresa che vogliamo e dobbiamo sostenere in Ticino, debba saper affrontare anche il tema della sostenibilità, dove con questo termine si concatenano i tratti economici, sociali e ambientali, con una visione d’insieme. Riduzione delle missioni, ottimizzazione delle risorse, incremento dell’efficienza energetica: sono alcuni dei temi su cui, nel Ticino di domani, vorrei si puntasse sempre di più e con nuove misure concrete. Il mio auspicio conclusivo è che le imprese, con il supporto della politica, mantengano alta la propria sensibilità ecologica e si attivino per adeguare i propri standard ambientali con soluzioni innovative e sostenibili. Il Cantone potrà dal canto suo, valutare con attenzione possibili insediamenti sul territorio di aziende attive nelle produzioni e nei processi legati all’ecologia, ad esempio nei campi del trasporto sostenibile.
Internazionalizzazione dinamica con le trasformazioni tecnologiche
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi tematiciLa digitalizzazione accompagna anche le aziende esportatrici e i processi di internazionalizzazione, con nuovi strumenti e pratiche sempre più efficienti. La Giornata dell’export – edizione 2019 – è stata l’occasione per fare il punto sul commercio con l’estero e le innovazioni tecnologiche.
La Cc-Ti ha organizzato, in collaborazione con i suoi partner tematici 2019 – Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA , Cornèrcard, e Swisscom – la consueta “Giornata dell’export”, un evento dedicato all’internazionalizzazione e al commercio estero nelle sue differenti sfaccettature. L’appuntamento – tenutosi il 2 aprile 2019 presso l’Hotel Villa Principe Leopoldo a Lugano – si inserisce nel ciclo dei 4 eventi tematici 2019 della Cc-Ti sugli argomenti focus sui quali puntare l’attenzione (internazionalizzazione, digitalizzazione, innovazione e sostenibilità). La conferenza ha riscosso l’interesse di un’ottantina di partecipanti tra cui imprenditori, manager di importanti realtà cantonali e rappresentanti istituzionali.
Focus sulla digitalizzazione
Si torna a parlare di economica digitale, abbinandola alle tematiche relative all’export. Un connubio vincente, che anche in questo comparto è stato oggetto di riflessioni e ha fatto emergere spunti differenti. La digitalizzazione ha rinnovato strategie e processi e anche le aziende attive sui mercati internazionali hanno dovuto – e devono continuare – ad adattarsi ai cambiamenti per mantenere la loro competitività, ha ricordato Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. Il Ticino ha dimostrato di saper cogliere l’onda dell’evoluzione in atto e grazie a una rete innovativa propone centri formativi e istituti all’avanguardia a sostegno dell’imprenditorialità e della formazione anche a livello terziario. Aziende virtuose e dinamiche hanno però bisogno di condizioni quadro migliori ed è qui che si inserisce il ruolo della Cc-Ti quale promotore di una solida rete per un lavoro che coinvolga tutti gli attori responsabili che possano sostenere gli imprenditori del nostro territorio.
Sistemi industriali 4.0
Dopo l’introduzione di Valentina Rossi, ha preso la parola il Prof. Emanuele Carpanzano del Dipartimento tecnologie innovative SUPSI. Il suo intervento è stato incentrato sulla digitalizzazione dei sistemi industriali e il ruolo del Ticino a livello internazionale, dove la Svizzera primeggia. I processi industriali si stanno indirizzando verso la cosiddetta “industria 4.0”, dove l’innovazione e le trasformazioni tecnologiche sono già parte integrante della quotidianità per la società e le aziende. Occorre perseguire una strategia di informazione e formazione a diversi livelli che metta in luce le rinnovate necessità del sistema economico al fine di mantenere elevate le prestazioni in questi ambiti.
Un tema, molteplici esperienze
Durante la tavola rotonda che è seguita – moderata da Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti – sono emerse testimonianze che hanno toccato tematiche differenti, unite dal fil-rouge comune della digitalizzazione. Sono intervenuti Davide Rigamonti, Direttore Marketing & Distribution, Cornèrcard; Lars Schlichting, CEO Poseidon e Monica Zurfluh, Responsabile Svizzera italiana S-GE. Sono stati toccati diversi esempi che abbinano l’economia digitale all’export con successo, come il Fintech, gli smart contract, e la blockchain con le sue tecnologie nella gestione delle transazioni online. Si è anche cercato di tratteggiare un profilo delle necessità degli esportatori negli ultimi anni, presentando gli strumenti principali per accedere ai mercati stranieri.
La Cc-Ti a fianco delle aziende esportatrici
Nella sua conclusione Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, ha sottolineato l’impegno dell’associazione mantello dell’economia ticinese nel sostenere e promuovere l’internazionalizzazione con servizi mirati. Far conoscere e fiorire le eccellenze virtuose del nostro territorio, permettendo loro di operare all’estero, mantenersi innovative e farsi conoscere è (anche) uno degli obiettivi della Cc-Ti, insieme alla diffusione di una migliore cultura sulle opportunità della digitalizzazione.
La Cc-Ti, con il suo Servizio Export, si pone a fianco delle aziende esportatrici, confrontate quotidianamente con questioni diverse.
Alla fine della serata i partecipanti hanno potuto beneficiare di un momento conviviale e di networking di qualità per incrementare la propria rete di contatti in modo fattivo, con la splendida cornice del golfo di Lugano.
La Cc-Ti ringrazia i partner tematici per la co-organizzazione dell’evento: Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA, Cornèrcard, e Swisscom.
Documentazione utile
L’evento nei media
Quando l’outsourcing è digitalmente SMART
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Networking Business BreakfastDigital outsourcing per amministrazioni SMART: benefici diversi con l’esternalizzazione digitalizzata di alcuni processi aziendali
Da sin.: D. Granzella, M. Ferrari, C. Casagrande e R. Grassi
L’outsouricing (o esternalizzazione) rappresenta “l’insieme delle pratiche adottate dalle imprese nel ricorrere ad altre imprese per lo svolgimento di alcune fasi del proprio processo produttivo o fasi dei processi di supporto“. In questo senso vi sono innumerevoli processi che possono essere considerati per questa pratica ed implementati con successo. Abbinando anche le trasformazioni tecnologiche in atto e sempre più presenti nei processi aziendali e strategici, ecco che per le aziende si apre un mondo di opportunità ‘smart’: esternalizzare porta più dinamicità e meno burocrazia nella quotidianità.
Vantaggi digitali della gestione documentale
In questo contesto sono stati portati numerosi esempi nell’evento organizzato dalla Cc-Ti in collaborazione con Fidinam, presso gli Spazi Fidinam il 1° aprile 2019, nel consueto appuntamento mattutino dei Networking Business Breakfast .
La maggior parte delle aziende, ad oggi, è confrontata con processi legati ai mutamenti tecnologici. Durante l’evento è stato fatto il punto su come implementare strategie al fine di rendere l’amministrazione più snella ed efficace, e dunque meno burocratizzata. Così facendo misure e sistemi ‘smart’ consentono di garantire una dinamicità importante e l’accesso alle informazioni e confidenzialità nei processi.
L’amministrazione del futuro andrà in questa direzione: sviluppando piattaforme di condivisione di documenti ed informazioni, con interazione tra software diversi e tra utenti di diversa provenienza (amministrazione, personale, magazzino, fornitori, ecc.), convertendo i documenti cartacei in digitale, si andrà verso l’ottimizzazione del business e dei processi interni.
Quali i vantaggi? In estrema sintesi: automazione dei processi; ottimizzazione del lavoro; riduzione degli errori e della reiterazione delle attività; risparmio di tempo, risorse e spazi; possibilità di creare interazioni tra software e gestionali diversi, e infine, implementare nuove forme di condivisone e modelli di lavoro. Certamente per poter tradurre questo passo in realtà è necessario un cambiamento nella cultura aziendale, che percepisca in modo rinnovato il modo di lavorare.
Sviluppo di sinergie
Esternalizzare uno o più processi permette di consolidare le competenze specifiche per l’azienda, che si china e si addentra sempre di più nel suo settore di competenza, accrescendo il proprio know how; lasciando invece “all’esterno” quello che non le compete in maniera primaria, “delegandolo” a chi lo sa fare meglio. In questo modo si viene a creare una sorta di rete composta da tanti hub – grandi o piccoli – di altissima specializzazione che sono per forza di cose interconnessi l’un l’altro. Una rete che si sostiene, cresce e si sviluppa man mano che il tempo passa dando vita anche a nuove realtà, proprio perché le imprese che ne fanno parte non sono chiuse a riccio ma orientate al mercato, con un’attenzione alle partnership.
Le collaborazioni fra differenti attori sono interessanti e durature nel tempo, portano vantaggi in termini di costi, flessibilità, efficienza e – non da ultimo – qualità. Le sinergie che si creano in termini di efficacia portano anche allo sviluppo di nuovi metodi e modelli di lavoro, come pure sinergie tra attori diversi (altre aziende, enti, ecc.), incrementando al contempo la rete di networking in un dato territorio.
Sempre aggiornati con la Cc-Ti
Il tema è di grande attualità. Oltre all’evento dedicatovi (nel quale sono intervenuti Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti; Roberto Grassi, CEO Fidinam Group; Davide Granzella, Partner Fidinam SA e Manuele Ferrari, Procuratore Fidinam SA), proseguiremo ad informare i soci con aggiornamenti mirati.
Scarica la presentazione power point dell’evento con tutte le informazioni o contattaci direttamente per ulteriori dettagli.
Vi proponiamo una video intervista a Davide Granzella, Partner Fidinam SA e Manuele Ferrari, Procuratore Fidinam SA, nella quale ci parlano del tema trattato durante il Networking Businss Breakfast del 1° aprile.
Ridotte di 1,5 volte le emissioni annuali del Canton Ticino
/in Sostenibilità, TematicheLe 3852 imprese che, in collaborazione con l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC) hanno sottoscritto un accordo sugli obiettivi con la Confederazione, risparmiano grazie alle misure applicate dal 2001 circa 2,3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
Se n’è parlato nell’evento del 26 marzo 2019, tenutosi presso l’Hotel de la Paix a Lugano, organizzato dall’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC) in collaborazione con Cc-Ti e AITI.
Un risparmio di 2,3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, dal 2001. In altri termini questo equivale a 1,5 volte le emissioni annuali di CO2 del Canton Ticino. Dal canto loro le associazioni economiche cantonali – la Cc-Ti e l’AITI – sottolineano questi risultati che dimostrano che l’efficienza energetica e investimenti redditizi vanno di pari passo.
Le 3852 imprese che partecipano al sistema di gestione dell’energia dell’AEnEC e che hanno sottoscritto un accordo sugli obiettivi con la Confederazione, implementano ogni anno nuove misure che portano a riduzioni delle emissioni. Questo anche nel Canton Ticino. Qui partecipano al sistema di gestione dell’energia dell’AEnEC 309 stabilimenti, 125 dei quali sono grandi consumatori. Secondo la legge cantonale queste sono imprese con un consumo di elettricità superiore a 0.5 gigawattora o un consumo di calore superiore a 5 gigawattora. Insieme, gli stabilimenti in Canton Ticino hanno risparmiato l’anno scorso 7300 tonnellate di CO2 e 55’500 megawattora di energia e ridotto la loro intensità di CO2 all’88.4% – circa 7 punti percentuali in più di quanto concordato. Inoltre le strutture hanno aumentato la loro efficienza energetica a 107.5 percento, ciò che equivale ad un risparmio di 5 milioni di franchi.
A livello svizzero, le 3852 imprese hanno implementato nel solo 2017 misure che comportano una riduzione di oltre 80’000 tonnellate di CO2. Calcolato sul periodo attuale, dal 2013 questo corrisponde a 0.5 milioni di tonnellate di CO2, che equivalgono alle emissioni per il riscaldamento di circa 100’000 case unifamiliari. Dal 2001 queste imprese risparmiamo attraverso le misure implementate 2,3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Anche in termini di consumo elettrico i risultati sono rilevanti: insieme le imprese hanno risparmiato nel solo 2017 1’129’000 megawattora, il consumo annuale di elettricità della Citta di Berna.
“Queste cifre sono molto significative” ha affermato Luca Albertoni, Direttore della Camera di commercio, dell’industria, dei servizi e dell’artigianato del Canton Ticino e “dimostrano una volta per tutte che gli obiettivi di protezione del clima non sono in contraddizione con misure efficienti dal punto di vista economico”. Anche Stefano Modenini, Direttore dell’Associazione industrie ticinesi valorizza l’impegno di molti associati indicando che “la tematica relativa alla riduzione dei consumi è molto presente nella cultura delle imprese. Di questo va tenuto conto anche nei dibattiti politici in corso a livello federale. Le misure dell’AEnEC hanno dimostrato ampio successo e dunque il carattere volontario di questi strumenti va mantenuto anche in futuro”.
A proposito di AEnEC
Dai 2001 l’AEnEC offre – rispettando la neutralità dei vettori energetici e dei prodotti – un servizio chiavi in mano per la gestione energetica per grandi e piccole imprese in tutta la Svizzera. Al centro dell’attenzione vi è il potenziale di risparmio di ogni singola impresa e l’economicità nell’applicazione delle misure. Gli accordi sugli obiettivi che le imprese, con il sostegno dell’AEnEC, concludono con la Confederazione riguardano la riduzione di emissioni di CO2 e del consumo di elettricità. Se le imprese raggiungono i loro obiettivi, possono farsi rimborsare la tassa sul CO2 e rimangono competitive a livello internazionale – un meccanismo che funziona e viene replicato addirittura all’estero. Quanto funzioni lo dimostrano le impressionanti cifre relative ai risparmi energetici. Le cifre per il 2018 saranno disponibili a partire da giugno 2019.
L’evento nei media
Certezze e sorprese del nuovo anno
/in Comunicazione e mediaVi proponiamo l’opinione di Michele Rossi, Delegato alle Relazioni esterne Cc-Ti e candidato PPD al Consiglio di Stato
Un nuovo anno porta con sé certezze e sorprese. E così, per il 2019 vi è la certezza che sarà un anno politicamente caldo, considerate le imminenti elezioni cantonali e quelle federali ormai alle porte. È altrettanto certo che si parlerà, tra le altre cose, di politica sanitaria, visto che anche quest’anno i costi della sanità aumenteranno.
Come in ogni ambito, anche in quello sanitario, per risolvere un problema bisogna affrontarne le cause. Altrimenti ci si perde in discussioni sterili che non portano a nulla. Ora, quando ci lamentiamo degli aumenti dei premi delle assicurazioni malattia, in verità ci lamentiamo soprattutto del fatto che queste ultime sono chiamate a coprire fatture sempre più elevate di prestazioni sanitarie. La crescita di questi costi è originata da molti fattori su cui è necessario intervenire in modo mirato, alfine di contenere quella che ormai per le economie domestiche è una voce di spesa sempre più problematica.
Purtroppo, spesso la politica si inoltra in dibattiti che deviano l’attenzione dai problemi principali. Si pensi, ad esempio, al sempre ricorrente tema delle riserve delle casse malati, che per alcuni sarebbero responsabili dell’aumento dei premi. In realtà, ogni assicuratore malattia deve disporre per legge delle risorse per coprire tutti i costi originati dagli assicurati – che vanno dal medico, all’ospedale, ai medicamenti,…– più una “riserva”, che ammonta a circa 3 mesi di prestazioni ipotetiche da pagare. Si tratta di riserve che la legge impone. Vanno previste e servono quale ammortizzatore di un sistema che deve funzionare nel tempo. Inoltre, tenuto conto che gli utili sulle assicurazioni base sono vietati dalla LAMal, qualora un’assicurazione accumulasse delle riserve oltre alle prescrizioni legali, non può comunque trattenerle quale profitto, ma l’anno successivo le deve compensare a vantaggio degli assicurati.
In questo tanto importante quanto complesso ambito della politica non dobbiamo quindi perdere di vista le cause effettive dei nostri problemi, ossia l’aumento delle prestazioni sanitarie. Bisogna intervenire laddove si ottengono risultati concreti a favore degli assicurati e non limitarsi a puntare il dito verso situazioni mediaticamente ghiotte ma non centrali ai fini delle soluzioni. Sotto questo aspetto l’iniziativa lanciata dal PPD ( “Iniziativa per un freno ai costi”) offre la possibilità concreta di iniziare una seria discussione per affrontare il problema, e di venire dunque in aiuto del ceto medio che più di altri soffre dell’aumento delle spese.
Che il 2019 permetta alla politica sanitaria di concentrarsi veramente all’essenziale? E che dunque si possa dibattere su soluzioni vere a questa sfida, come sul sistema di finanziamento uniforme tra cure stazionarie e ambulatoriali, il tariffario dei medici, il prezzo dei medicamenti, la redistribuzione delle risorse e, perché no, la prevenzione? In mezzo a tutte le certezze sarebbe un auspicio e, per una volta, una piacevole sorpresa.
Riforma fiscale e finanziamento dell’AVS: nuove possibilità di sviluppo
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Networking Business BreakfastIn un contesto internazionale sempre più complessamente globalizzato, la riforma fiscale federale (su cui si voterà il prossimo 19 maggio) lascia presagire delle opportunità d’incremento della competitività cantonale e attrattività per le aziende.
Il contesto fiscale in cui le aziende si trovano ad agire oggi è in continuo mutamento, sia a livello internazionale, nazionale ed cantonale. L’importanza dell’attrattività fiscale per il nostro Cantone è prioritaria, per proseguire nell’attirare aziende che incrementino il valore aggiunto del territorio imprenditoriale ed economico.
Una riforma fiscale è più che necessaria e porterebbe diversi vantaggi. Si pensi ad esempio alle conseguenze delle richieste di OCSE ed UE delle abolizioni dei regimi fiscali validi fino ad oggi che prevedono la soppressione dei regimi fiscali privilegiati per società holding, ausiliarie, di domicilio, principali e finanziarie, pena l’inserimento della Svizzera nelle “black list. Inoltre, se la riforma non entrasse in vigore, a seconda degli scenari si possono stimare perdite di gettito fiscale nazionale, cantonale e comunale da 2.5 a 13 miliardi di franchi.
Innovazione e fiscalità
In questo contesto la riforma fiscale in votazione il prossimo 19 maggio – che se approvata entrerebbe in vigore il 1° gennaio 2020 – prevede alcune interessanti misure che sono state discusse in un evento organizzato dalla Cc-Ti il 25 marzo in collaborazione con PwC. Molte di queste misure incentivano l’innovazione all’interno delle aziende, con sgravi fiscali per redditi da brevetti nonché la deducibilità fino al 150% delle spese per Ricerca e Sviluppo (R&S).
Il Cantone Ticino è un terreno fertile per l’innovazione, dato recentemente riconfermato dallo studio BAK Economics 2019, presentato in un evento della Cc-Ti il 21 marzo, e con una forte componente d’avanguardia anche a livello tecnologico.
Vediamo dunque in sintesi le principali misure della riforma in votazione il 19 maggio:
Nel complesso tutte le agevolazioni fiscali (patent box, superdeduzione R&S, step-up opzione 1) non potranno eccedere una determinata quota dell’utile imponibile. In Ticino si prevede che almeno il 70% dell’utile imponibile venga tassato.
Quale la situazione in Ticino? Attualmente circa il 30% delle aziende gode di una tassazione a regime speciale. La riforma fiscale aiuterebbe a salvaguardare la competitività fiscale e darebbe un incremento tangibile all’attrattività cantonale.
Sempre aggiornati con la Cc-Ti
La tematica trattata è di estrema attualità. Oltre all’evento dedicatovi (nel quale sono intervenuti Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti; Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino e Presidente FTAF; e Louis Macchi, Partner PwC), proseguiremo ad informare i soci con aggiornamenti mirati.
Scarica la presentazione power point dell’evento con tutte le informazioni o contattaci direttamente per ulteriori dettagli.
Spazi di lavoro in evoluzione
/in Risorse umane, TematicheIl “corpoworking” si sta affermando quale spazio di lavoro per generare innovazione e incrementare la flessibilità e creatività delle persone e dei team di lavoro
Si chiama “corpoworking”, è definito come spazio di lavoro atipico nel quale l’innovazione e la creatività sono dei must. Un fenomeno che sta prendendo piede anche in Ticino con alcune aziende che si aprono a nuove forme di lavoro e possibilità diverse per i dipendenti di interagire tra loro e con altri professionisti, tema tra l’altro a cui la Cc-Ti ha dedicato un evento nel corso del 2018 .
Corpoworking è l’insieme di ‘corporate coworking’, ossia il coworking del business. Luogo di lavoro non solo fisico, ma interno ed esterno all’azienda e composto dall’essenza stessa dell’azienda, dove lavorano, parlano, discutono, si incontrano e si rilassano, dipendenti, freelance, visitatori dell’azienda, ospiti e dirigenti. Si tratta di una ‘comunità’ basata sulla condivisione e sullo scambio, come punto nevralgico di una crescita sana e condivisa.
La diversità stimola la performance
Spazi di lavoro condivisi dunque, dove l’azienda non ha un vero e proprio confine, ma in cui viene permesso di innovare, crescere e stimolare nuovi concetti ed idee. Chi ne fa parte? Chiunque lavori o si trovi nell’azienda. Lo spazio viene infatti concepito come un luogo di lavoro dove associare e intersecare competenze diverse, abbinando abilità complementari per performance più efficienti. Grafici, contabili, designer, dirigenti, ecc. la lista dei profili è lunga e non ha limiti. Così facendo si coniugano collaborazione interna fra team differenti e apertura verso l’esterno.
Nuove forme di lavoro
Ancora poco sviluppato in Ticino, il “corpoworking” sta trovando grande interesse per dinamizzare e flessibilizzare le realtà aziendali, stimolando la collaborazione e generando innovazione. Anche a livello gestionale, vengono riscontrati benefici per le risorse umane, in termini di mobilità ed incremento della soddisfazione e della produttività dei collaboratori. Non solo: l’assenza di barriere gerarchiche nei rapporti umani che si instaurano in questi spazi permette di valorizzare al meglio la centralità dell’individuo, elemento cardine per ogni azienda.
Una testimonianza concreta
Il “corpo-working” è una nuova concezione del lavoro. Presso di voi come è stato implementato?
In Sketchin questo tipo di approcci – corpoworking, ma anche altri – emergono solitamente in maniera molto spontanea. Insomma, non ci siamo svegliati un giorno dicendo “Oggi implementiamo un nuovo modo di lavorare”… Piuttosto il contrario: siccome operiamo in un settore un po’ atipico, e il valore che offriamo ai nostri clienti è dato proprio dalla nostra capacità di pensare e operare fuori dagli schemi, alla fine questo si riflette anche nel modo in cui concepiamo le modalità e gli spazi di lavoro all’interno dell’azienda. Uffici luminosi e moderni, che invogliano i clienti a venire da noi per workshop e attività collaborative. Spazi aperti con postazioni mobili, dove i nostri team possono confrontarsi e contaminarsi in maniera continua (e dove a volte organizziamo anche piccoli eventi informali). Aree comuni con cucina, divani, libri, maxi-schermi. Orari flessibili e politiche di remote working, per garantire alle persone il miglior equilibrio possibile tra lavoro e vita privata. In generale, un ambiente stimolante, inclusivo e divertente, che tutti viviamo con una logica molto “aggregativa”. In questo senso, siamo sempre stati parecchio lontani dall’idea di ufficio tradizionale… Si potrebbe dire che il tema del corpo-working ha sempre fatto parte del nostro modo di pensare, anche se non l’abbiamo mai chiamato così.
Quali benefici porta ai dipendenti ed alla performance aziendale?
Sicuramente ci sono tanti vantaggi. Per le persone, significa avere maggiore flessibilità e un ambiente più piacevole in cui lavorare, oltre al fatto implicito di non sentirsi “controllate”, come invece succede in altri posti di lavoro più gerarchici e tradizionali. A livello di performance, gli spazi aperti (e rispettosi della persona a tutto tondo) stimolano la collaborazione, il confronto e il lavoro di squadra. Le persone quindi lavorano meglio, sono più motivate e sorridenti. Il modo di concepire il lavoro in Sketchin è allo stesso tempo frutto e origine dell’asset più importante che abbiamo: la nostra cultura. Lavorare insieme è il modo migliore per farla circolare tra le persone e fare in modo che queste la interiorizzino, a tutto vantaggio della qualità delle cose che facciamo e, in ultima istanza, anche nella soddisfazione dei clienti che collaborano con noi.
Sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di innovazione costante. Su quali altri strumenti e/o strategie occorre far leva per essere dinamici oggi?
Ovviamente non basta avere un bell’ufficio per essere competitivi. Serve una visione chiara di dove si vuole andare e del perché ci si sta andando, metodi di lavoro più snelli ed efficienti, capacità di anticipare il futuro e di adattarsi a sfide sempre più complesse. Ma soprattutto servono Persone che abbiano nel DNA questo modo di fare, questa curiosità, questa voglia di mettersi in gioco. Abilitarle a dare il meglio. Alla fine l’ambiente di lavoro diventa un po’ il riflesso di tutte queste cose: flessibile, aperto, creativo, in movimento. La conseguenza di un certo modo di fare e di pensare, non la causa.
Abolizione dei dazi doganali sui prodotti industriali
/in Comunicazione e mediaLa Cc-Ti sostiene il progetto del Consiglio federale volto ad abolire tutti i dazi sui prodotti industriali in importazione in Svizzera.
Il 7 dicembre 2018 il Consiglio Federale ha incaricato il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) di svolgere una procedura di consultazione in merito all’abolizione dei dazi industriali. Il progetto di revisione prevede l’abolizione unilaterale dei dazi sulle importazioni di prodotti industriali e una semplificazione della tariffa doganale per i prodotti industriali. La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) è stata invitata ad esprimere un parere e ritiene importante sostenere la proposta.
In generale, l’abolizione dei dazi industriali semplifica le importazioni di prodotti industriali con effetti positivi sia per i consumatori sia per l’industria. Inoltre fornisce un’immagine innovativa e propositiva della Svizzera che sposa i principi fondamentali sostenuti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), volti ad abolire le barriere commerciali per incoraggiare e liberalizzare il commercio. In un clima globale sempre più protezionistico, il nostro Paese può quindi dare un segnale positivo a sostegno di un’economia liberale che desidera sostenere la competitività delle aziende svizzere a livello internazionale.
L’abolizione dei dazi doganali porterà importanti risparmi alle imprese che potranno beneficiare di sgravi amministrativi (andranno per esempio a cadere le spese legate alle procedure generate dall’imposizione dei dazi all’importazione).
Grazie a una tale soppressione, le importazioni di materie prime, di prodotti semilavorati e di beni d’investimento, ma anche di consumo, saranno esenti da dazi. Vi sarebbero quindi anche benefici per i consumatori finali. Complessivamente, si stima che grazie all’abolizione dei dazi la diminuzione dei prezzi in Svizzera sarebbe compresa tra lo 0,1% e il 2,6%, ovvero a circa 350 milioni di franchi.
In conclusione, il pacchetto di misure proposte consente di ridurre le barriere commerciali favorendo sia le aziende sia i consumatori elvetici e permette quindi di mantenere attrattiva la piazza economica svizzera.