Una Convenzione (ev. quale aggiunta al contratto di lavoro) sul telelavoro per codificare un’attività in forte espansione

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino, unitamente alle Camere di commercio e dell’industria e altre organizzazioni economiche della Svizzera romanda, ha elaborato delle raccomandazioni per il telelavoro, che ha conosciuto uno sviluppo enorme a causa della pandemia di Coronavirus.

Le raccomandazioni sono semplici, immediatamente utilizzabili, modulabili e basate sull’adesione volontaria. La Convenzione proposta è un modello adattabile in funzione delle specificità delle imprese. Essa è il frutto della collaborazione fra i servizi giuridici delle Camere di commercio e dell’industria della Svizzera latina (CLCI), l’Unione delle associazioni padronali ginevrine (UAPG) attraverso la Federazione delle imprese romande (FER), del Gruppo delle imprese multinazionali e della Convenzione dei datori di lavoro dell’Industria orologiera svizzera. Il lavoro è stato coordinato dall’Antenna romanda dell’Unione svizzera degli imprenditori.

Tutti i dettagli e i documenti sono a disposizione nell’area soci.

Documentazione utile

Presenti e responsabili, un segnale forte dall’economia al Ticino

Lo scorso 16 ottobre 2020 si è tenuta, in presenza, la nostra 103esima Assemblea generale ordinaria presso l’Espocentro a Bellinzona. Un appuntamento importante, quest’anno riservato solo agli associati della Cc-Ti per evidenti motivi di cautela, ma fortemente voluto per sottolineare la nostra presenza costruttiva nella situazione particolarmente fragile di questo momento.

Non solo l’avvicendamento alla Presidenza della Cc-Ti (dal 1° gennaio 2021) con la nomina di Andrea Gehri che sostituirà Glauco Martinetti meritava un accento di grande soddisfazione, ma anche l’intenzione di mettere in rilievo, in modo marcato, che il mondo imprenditoriale esprime la necessità e la determinazione di voler continuare a lavorare, senza per questo mai sottovalutare il Coronavirus.

Equilibrio fra economia e salute

Quale associazione-mantello dell’economia ticinese sentiamo la responsabilità di dare forma, oggi più che mai, al necessario equilibrio fra economia e salute. Ci siamo volentieri assunti l’incarico di “apripista” a dimostrazione di una concreta possibilità di continuare a costruire, proporre, essere presenti, garantendo, ovviamente e in primis, tutti gli standard di sicurezza. E come nella vita, ci vuole un ragionevole coraggio e anche un po’ di fortuna. Abbiamo imparato a convivere, e quando serve, a ignorare le inevitabili e inutili critiche di taluni che interpretano la volontà di lavorare solo come voglia di imporre il profitto a costo della salute. Siamo certi che operando rettamente, come anche le nostre aziende si affannano a fare in questo contesto più che mai difficile, ogni argomentazione viene puntualmente smentita. La migliore risposta e un esempio, sono stati quelli dati dai fatti, cioè che l’evento ha potuto svolgersi in sicurezza e con successo, osservando scrupolosamente tutte le normative sanitarie vigenti. Un numero chiuso di partecipanti (200 al posto degli usuali 500), tracciamento scrupoloso, misurazione della febbre, attestazione di buona salute da parte di tutti, obbligo di mascherina durante tutto l’evento, ampi spazi a disposizione e distanze sociali assicurate in ogni momento non hanno inficiato la buona riuscita dell’appuntamento. Se l’autorità ha fiducia nell’utilità degli strumenti che indica quotidianamente per la limitazione e contenimento della diffusione del COVID-19, coerenza vuole che queste “buone pratiche”, se usate in modo generalizzato, sistematico e puntuale, devono essere considerate sufficienti a evitare provvedimenti drastici. Altre vie non ve ne sono. Un qualsiasi lockdown generalizzato, anche solo parziale, sarebbe devastante per tutti i settori.

1° gennaio 2021

Il passaggio di consegne fra Glauco Martinetti e Andrea Gehri è stato all’insegna della continuità, con la conferma del ruolo della Cc-Ti quale interlocutore importante della politica cantonale e federale, come anche avvalorato dal Direttore del DFE Christian Vitta, che ha elogiato la capacità di mediazione della Cc-Ti, in maggior misura, nei momenti più difficili degli scorsi mesi. Andrea Gehri, anche per la natura del suo percorso nel contesto associativo, ha confermato l’intenzione di proporsi come forza affidabile, capace di spirito critico quando necessario, ma senza l’utilizzo di toni esagerati o inutilmente offensivi. Le caratteristiche di indipendenza, equilibrio e creatività della Cc-Ti vanno tutelate e ulteriormente rafforzate perché sono i tratti caratteristici delle aziende rappresentate. Da imprenditore di primo piano nel contesto economico ticinese, Andrea Gehri ha ribadito la necessità di mantenere condizioni favorevoli per le aziende. Il “fare impresa” deve essere possibile senza eccessivi lacci burocratici e mantenendo quello spirito di collaborazione fra pubblico e privato che concede alla Svizzera importanti vantaggi competitivi rispetto a molte altre nazioni. Malgrado alcune debolezze di tipo infrastrutturale del nostro cantone (fiscalità, formazione, collegamenti), non imputabili al mondo economico, il tessuto imprenditoriale ticinese si è dimostrato solido. Anche in questi frangenti di grande difficoltà. È comunque il tempo di scelte strategiche importanti, in ambito politico, sociale ed economico. Scelte magari anche dolorose, ma il momento storico lo impone. Andrea Gehri ha sottolineato come la creatività e la forza degli imprenditori seri, che credono e si identificano nel Ticino, sia e sarà fondamentale per operare e sostenere tali scelte, per cui è importante che l’economia sia considerata un partner, un appoggio da tutti gli attori. Attori chiamati tutti a dare prova di responsabilità sociale. Prinicipio che vale sì per le aziende, ma anche per tutte le cittadine e i cittadini, indipendentemente da quale ruolo ricoprano. La ricchezza va generata prima di poter essere redistribuita e questo non è per nulla scontato. Permettendo alle aziende di crescere in modo virtuoso, con soluzioni fiscali attrattive e all’avanguardia, potrebbe riaprirsi una stagione di prosperità, malgrado il contesto generale molto difficile.

Strumenti concreti a favore delle aziende

Il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni si è concentrato invece sui molti strumenti che la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino mette a disposizione dei propri associati per facilitarne il lavoro quotidiano. Questo reso possibile anche grazie alla rete nazionale e internazionale delle Camere di commercio e dell’industria, che permette l’elaborazione concertata di soluzioni pratiche che vanno a diretto beneficio delle aziende ticinesi. Un esempio tangibile è il frutto della coordinazione con le altre Camere svizzere che ha portato alla realizzazione di una guida per il telelavoro e la redazione di un modello di contratto adattabile facilmente a ogni situazione aziendale. Inoltre un formulario CSR di autovalutazione, utilizzabile velocemente in modo semplice, che permette alle aziende di misurare in ogni momento la loro situazione in tema di responsabilità sociale delle imprese. Un tema di sempre più stringente attualità e ormai imprescindibile. Un altro esempio è costituito dal Digital Innovation Hub creato con i colleghi della Camera della Svizzera centrale e il CSEM di Lucerna (rinomato istituto che si dedica alla ricerca e all’innovazione) e che nello specifico si prefigge di accompagnare le aziende ticinesi nella trasformazione tecnologica. Attingendo anche a fondi europei e creando un ulteriore tassello nella costruzione cantonale dedicata all’innovazione, di cui possono beneficiare tutte le aziende.
L’approccio della Cc-Ti è in questo senso molto pragmatico e sempre orientato a dare ai propri associati, siano essi associazioni di categoria o singole aziende, soluzioni rapide, concrete e immediatamente applicabili nel lavoro quotidiano. La ripresa dei corsi di formazione, in presenza e con tutte le specifiche per la sicurezza dei nostri utenti, è solo un altro esempio tangibile della volontà di sostegno concreto attraverso informazioni utili e pratiche sui più svariati temi legati alla gestione aziendale. Dal marketing, alla comunicazione,
dalla gestione delle risorse umane all’IVA, dalla revisione della Legge federale sulla protezione dei dati a quella del diritto delle società… Supporto, informazione e formazione sono capisaldi per la Cc-Ti che si adopera per ottimizzare ogni aspetto a favore delle aziende e delle persone che le compongono.


Tutti i dettagli della 103esima AGO Cc-Ti, sono disponibili online sul nostro sito.

Questionario di autovalutazione per PMI

Lanciato il questionario per le PMI nell’ambito delle iniziative Cc-Ti per la CSR – Corporate Social Responsibility

Il tema della CSR, acronimo inglese di Corporate Social Responsibility, è sempre più d’attualità.

La recente pandemia ha cambiato in maniera significativa le nostre abitudini incrementando il lavoro da casa. “Smartworking” e “Home office” sono i termini che molte delle nostre imprese hanno cominciato a conoscere meglio, ma il concetto di CSR è molto più ampio. Comprende ad esempio la sensibilità ambientale per ridurre l’impatto che le aziende hanno sul territorio in termini di gestione dei rifiuti e consumi energetici. Vi sono però anche la razionalizzazione dei trasporti e degli spostamenti, la conciliabilità lavoro-famiglia promossa anche attraverso le misure sociali introdotte dalla riforma cantonale fiscale e sociale, accettata in votazione popolare nell’aprile 2018. Oppure la prossima introduzione nella LC-Pubb di criteri di responsabilità sociale per quelle imprese che partecipano ai bandi d’appalto pubblici. Il tema CSR è molto ampio e per le grandi aziende è gestibile con relativa facilità. Per le piccole e medie aziende è invece spesso più complicato, per cui abbiamo deciso di creare uno strumento ritagliato soprattutto sulle esigenze delle imprese di piccole e medie dimensioni, per facilitare il loro approccio al tema della CSR.

La nostra annuale Inchiesta congiunturale del 2019 ha portato alla luce un fatto interessante e cioè che molte imprese ticinesi attuano già delle buone pratiche riferite alla CSR, situandosi nella media di quanto fanno gli altri cantoni. Questo avviene spesso in maniera quasi inconscia e automatica nel lavoro quotidiano. Per questo motivo, in collaborazione con la SUPSI, abbiamo elaborato un questionario semplice e intuitivo che permette alle aziende di fare rapidamente il punto sulla loro situazione rispetto ai temi della CSR.

Il questionario si compone di 18 domande sui temi principali della CSR, cioè governance, ambiente e aspetti sociali. Compilando il formulario si riceve un’immediata valutazione con un determinato punteggio che indica la situazione aziendale e formula suggerimenti utili alle aziende per rafforzare misure già esistenti o prevederne altre. Il tutto si svolge online.

Il questionario è disponibile da oggi sul sito della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino.
La compilazione del formulario non ha termini di scadenza e sarà sempre a disposizione. Ciò permetterà alle aziende di verificare lo stato dei loro progressi, aggiornando i dati sulla base dell’evoluzione della loro situazione.

Analisi dei dati

I dati inseriti nel formulario daranno la possibilità alle aziende di avere un’autovalutazione immediata sotto forma di punteggio, ma serviranno anche alla Cc-Ti per valutare e implementare misure a favore delle imprese. I dati saranno aggregati e trattati nel pieno rispetto della Legge federale sulla protezione dei dati (LPD). L’analisi dei dati verrà effettuata periodicamente, in collaborazione con la SUPSI.

A medio termine, i dati serviranno anche a realizzare un modello di “Rapporto di sostenibilità” che sarà poi a disposizione dei soci della Cc-Ti.

Il questionario è riservato a imprese che operano in Ticino nei settori del commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi con un numero di collaboratori superiori a due unità. Pertanto i dati da raccogliere riguardano esclusivamente le sedi presenti sul territorio e le loro attività. La raccolta dati non riguarda imprese individuali, enti pubblici e associazioni del terzo settore.

Ulteriori informazioni, anche sulla compilazione del formulario, possono essere richieste contattandoci al seguente indirizzo: csr@cc-ti.ch

Per le imprese affiliate alla Cc-Ti che intendono approfondire il tema, il CSR Manager della Cc-Ti Gianluca Pagani (pagani@cc-ti.ch) è a disposizione per una consulenza.

Valutate l’approccio della vostra azienda in tema CSR grazie al nostro questionario che troverete a questo link!

Discorso del Presidente eletto Andrea Gehri in occasione della 103esima AGO Cc-Ti

Ecco la versione integrale del discorso pronunciato dal Presidente eletto Andrea Gehri alla nostra 103esima Assemblea Generale Ordinaria, tenutasi il 16.10.2020 presso l’Espocentro di Bellinzona.

Caro Glauco,
Caro Luca,
Stimate autorità politiche nazionali, cantonali e comunali presenti,
Stimati soci della Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino
Cari collaboratori della Camera,
Gentili signore, Egregi signori,

innanzitutto, permettetemi di esprimere i miei più sinceri ringraziamenti per avermi confermato come nuovo Presidente della Camera di commercio dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino.

Un privilegio, un onore al quale, fino a poche settimane fa, non pensavo neppure di ambire!

Riprendere le redini dell’Associazione mantello per eccellenza dell’economia in Ticino, ruolo ricoperto negli anni scorsi da illustre ed affermate personalità del mondo imprenditoriale ticinese, costituisce sicuramente motivo di grande soddisfazione e responsabilità che mi appresto ad affrontare con molto rispetto, altrettanta passione e umiltà.

Glauco Martinetti, che ha presieduto la Camera durante gli ultimi 5 anni, ne è l’esempio più recente, oltre che un modello al quale ispirarsi. Il suo modo di fare garbato, la sua capacità di dialogo, di sintesi e di conferire con le parti, la sua competenza ed esperienza, la sua personalità che esprime simpatia e favorisce l’empatia, sono caratteristiche che hanno ben identificato e rappresentato la Camera durante gli ultimi anni nel tessuto economico in Ticino.

Ben comprendo i vertici dell’Ente ospedaliero cantonale nell’averlo designato futuro CEO, scelta azzeccatissima.

Qualche cenno ora sulla mia persona. Per coloro che non mi conoscono, ritengo sia doveroso raccontarmi.

Sono del 1964, quindi ho 56 anni, non proprio più un pivello e di primo pelo, nato e cresciuto a Lugano-Pregassona dove risiedo tuttora con mia moglie Manuela nel comune di Cadro. Abbiamo due figli, Deborah e Jonathan, oramai adulti anche loro. Permettetemi a tal proposito di ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre permesso di rincorrere i miei obiettivi, assecondandomi nei tanti miei impegni.

Ho conseguito la formazione commerciale e, in seguito, presso la Camera di commercio e dell’industria ho conseguito il diploma di “Capo azienda”, ora definito “Scuola Manageriale per specialista nella gestione di PMI”.

In seguito, ho calzato le cosiddette “salopette” e affrontato il percorso formativo in cantiere per poi ottenere l’Attestato di capacità di piastrellista. Seguito poi da quello di Capo piastrellista, di Maestro piastrellista e infine dal riconoscimento massimo nella professione, ossia quello di Esperto perito federale.

Conduco oramai dal 1990 l’azienda di famiglia, la Gehri Rivestimenti SA che conta un’ottantina di collaboratori attiva nel settore secondario della costruzione, ossia quello dell’artigianato, dove ci occupiamo del commercio, della lavorazione e posa di rivestimenti in ceramica, in pietra naturale e/o artificiale. Stiamo introducendo la terza generazione nel solco della continuità ad una realtà giunta proprio quest’anno ai 50 anni di vita.

Nell’ambito associativo posso vantare una discreta esperienza, ho ricoperto la carica di presidente nazionale dell’Associazione Svizzera dei commercianti di piastrelle dal 2001 al 2007 e quella di Presidente dell’Associazione Svizzera delle piastrelle, sezione Ticino dal 2007 al 2017, mentre siedo nell’Ufficio presidenziale della Camera di commercio dal 2016.

Nutro grande passione per la natura e la montagna che cerco di frequentare durante i ritagli di tempo libero a disposizione, durante il periodo estivo camminando o in mountain bike, mentre in inverno praticando lo sci che, è di fatto, l’altra mia grande passione.

Ecco alcuni brevi cenni personali, ma cosa rappresenta per me la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino?

La Camera di commercio, dell’industria del Cantone Ticino rappresenta senza ombra di dubbio l’associazione mantello dell’economia cantonale, punto di riferimento privilegiato per autorità politiche federali, cantonali e comunali e per le imprese del nostro territorio.

Credo molto nei valori ai quali si ispira la nostra organizzazione che decodifico come:

  • Indipendenza, garantita da finanziamenti provenienti esclusivamente da parte dei propri soci e dai servizi erogati
  • Equilibrio, ossia attraverso l’analisi, il confronto e la discussione riflettere un’opinione su temi di interesse economico
  • Creatività, significa favorire un approccio imprenditoriale variato e votato a soluzioni concrete ai problemi della quotidianità

Durante il periodo della mia candidatura a Presidente della Camera mi son chiesto a lungo quali fossero le ragioni e le motivazioni di coloro che avrebbero potuto sostenermi, rispettivamente quali fossero i criteri per adempiere ad una carica di tale prestigio.

Ebbene mi sono convinto che la Presidenza assunta da un artigiano, da qualcuno che provenisse dal mondo del fare, potesse in un qualche modo rappresentare le piccole medie aziende nell’ambito di questo nostro tessuto economico molto vasto e variegato.

Le PMI rappresentano senza ombra di dubbio la spina dorsale dell’economia nazionale e cantonale, sulla quale la Svizzera ha costruito il proprio modello di successo economico e anche in Ticino vi sono centinaia, o meglio, migliaia di aziende di piccola e media dimensione che lottano quotidianamente per il successo, per favorire la crescita, per offrire posti di lavoro e per incrementare il benessere dell’intera comunità.

Proprio in questo ambito mi sento particolarmente motivato a dare il mio contributo di imprenditore che, come tanti altri qui presenti e non, vive, ama e lotta quotidianamente per il bene della propria azienda ma anche per il bene del proprio Cantone e della sua economia.

Il Canton Ticino sarà chiamato, in particolare ora e nel futuro prossimo, a scelte strategiche, politiche, sociali ed economiche, per certi versi anche piuttosto dolorose. Il momento storico che stiamo vivendo ci porrà dinnanzi a sfide alle quali non potremo sottrarci ma, attraverso la creatività e la forza degli imprenditori seri, che credono e si identificano nel Ticino, sono convinto che sapremo proporre soluzioni efficaci e pragmatiche per non ipotecare troppo il futuro dei nostri giovani.

Le premesse per poterne uscire indenni devono essere tuttavia chiare ed inequivocabili per tutti gli attori sul mercato, la politica per prima:

  • Senza il varo di condizioni quadro ideali, senza l’abbattimento della burocrazia dilagante, senza il ritorno ad una coscienza e responsabilità sociale che favorisca il tessuto economico interno non potremo ambire ad un’economia virtuosa ed indirizzata alla crescita
  • Classificarsi al 23. esimo posto tra i Cantoni svizzeri in tema di attrattività per le aziende ci deve far riflettere, ma ancor di più ci deve spaventare assai. Società e persone fisiche godono oggigiorno di estrema mobilità e quindi scelgono il loro domicilio secondo criteri di attrattività della localizzazione e, soprattutto della pressione fiscale.
  • Già … La fiscalità! Il Ticino purtroppo non è assolutamente competitivo al contrario di altri Cantoni che, attraverso una politica mirata e lungimirante attraggono e hanno attirato interessanti contribuenti, siano esse persone giuridiche ma anche e soprattutto persone fisiche che, purtroppo da noi vengono pesantemente sfavorite, rischiando di perderle
  • Le imprese per poter superare le difficoltà devono sentire la vicinanza del settore pubblico, le amministrazioni pubbliche devono favorire soluzioni e non intralciare la virtuosità degli imprenditori con aggravi che ne minano la motivazione e le strategie

Per poter ridistribuire la ricchezza alla comunità bisogna prima generarla!
Per generare benessere necessitiamo di condizioni quadro che permettano alle aziende di crescere in modo virtuoso!
Per crescere un’economia virtuosa vogliamo soluzioni fiscali attraenti e all’avanguardia per aziende, imprenditori e per le persone fisiche.

Per concludere, nonostante le difficoltà del momento, credo personalmente e fortemente nel nostro Canton Ticino e come piccolo imprenditore intendo mettere a disposizione la mia esperienza e la mia sensibilità, nella consapevolezza di poter contare su una struttura della Camera ottimamente organizzata, oltre che efficiente in tutti i suoi ambiti.

Sarà un piacere lavorare con e per tutti voi, affiancato da un Ufficio presidenziale composto da tanti affermati professionisti competenti, ognuno esponente di punta del proprio settore d’attività. Un nuovo e stimolante cammino volto alla crescita e alla difesa degli interessi di tutta la comunità e di tutte le nostre aziende.

Grazie a tutti!

Discorso del Presidente Glauco Martinetti in occasione della 103esima AGO Cc-Ti

Ecco la versione integrale del discorso pronunciato dal Presidente Cc-Ti  in occasione della nostra 103esima Assemblea Generale Ordinaria, tenutasi il 16.10.2020 presso l’Espocentro di Bellinzona. 

Egregio Presidente del CdS NORMANN GOBBI
Egregio Consigliere di Stato CHRISTIAN VITTA
Egregio Consigliere agli Stati MARCO CHIESA
Egregi Consiglieri Nazionali MARCO ROMANO, ALEX FARINELLI, FABIO REGAZZI
Stimato rappresentante delle autorità comunali di Bellinzona SIMONE GIANINI
Stimato Presidente Unione svizzera Imprenditori VALENTIN  VOGT
Stimato Presidente RAI MARCELLO FOA
Caro ex direttore CLAUDIO CAMPONOVO
Carissimi associati, cari ospiti, gentili signore, egregi signori,

A nome delle 45 associazioni affiliate, dei quasi 1000 soci individuali, in rappresentanza di 135’000 posti di lavoro, e delle 18 Camere di commercio e dell’industria svizzere   vi porgo il più cordiale benvenuto alla 103esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino

Dopo cinque anni passati alla Presidenza della Camera, per motivi puramente professionali, alla fine di quest’anno lascerò il mio mandato. Durante questa serata sarà eletto il nuovo Presidente e l’Ufficio presidenziale è molto onorato di proporvi la nomina di Andrea Gehri.

È stato, il mio mandato, un periodo intenso, molto arricchente sul piano umano e professionale. Poter vedere in un solo colpo d’occhio le numerosissime sfaccettature dell’economia ticinese vi assicuro che è affascinante. Perché appunto la nostra economia è estremamente variegata, non solo per dimensioni delle nostre aziende, ma proprio per i vari settori che la compongono. Questa sua caratteristica ne fa quindi, di fatto, un’economia di difficile comprensione, difficile da pronosticare, difficile da capire.  Ma dall’altro lato le dà una stabilità, una sicurezza e una resilienza molto interessanti. Come ha dimostrato l’andamento estremamente solido dell’economia cantonale negli ultimi due decenni. Fatto incontestabile, che ci ha portato a essere molto vicini all’evoluzione media dell’economia nazionale. Peccato che taluni si ostinino a parlare di un’economia debole fino ad arrivare ad usare nuovamente quel termine tristemente famoso coniato da Angelo Rossi oramai 35anni fa di “economia a rimorchio”. Nulla di più sbagliato ! 

Forse fragile, perché la volatilità generale obbliga a rimettersi continuamente in discussione e assestare continuamente le nostre realtà. Inoltre le troppe iniziative politiche volte a cambiare il sistema elvetico in maniera profonda creano molta insicurezza. Fragile ma non debole, la differenza è sostanziale. Del resto un’economia cantonale debole non sarebbe mai stata in grado di assorbire colpi duri come quelli del ridimensionamento del settore bancario. Il mantenimento del livello del gettito fiscale delle persone giuridiche su livelli stabili, malgrado la perdita di centinaia di milioni di introiti derivanti appunto dalle banche, ne è una dimostrazione palese.

L’economia ticinese di oggi è molto più forte di venti anni fa, ma la percezione è diversa. Forse le strutture “di un tempo”, penso in particolare alle regie federali e anche alle banche, erano più visibili che non le aziende “leader” di oggi e quindi forse più rassicuranti. Ma i fatti e le cifre dimostrano che questa economia è più solida.

Tutte le associazioni di categoria affiliate alla Cc-Ti, ben quarantacinque (dai banchieri ai piastrellisti, passando per la farmaceutica e i parrucchieri) sono fondamentali per creare e mantenere questa dinamica e la Cc-Ti cerca di sostenerle in ogni modo. D’altra parte è però quasi impossibile trovare la misura unica di sostegno, di rilancio, di aiuto in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo. Molto più sovente è invece un insieme di misure e di attività che portano al successo. Per questo motivo l’indirizzo strategico scelto sotto la mia presidenza è stato quello di rafforzare la Camera quale interlocutore privilegiato dell’economia ticinese di fronte alle istituzioni Cantonali e Federali sui temi generali.  

L’ho ripetuto in ogni discorso assembleare:  sui temi specifici settoriali è il settore economico stesso che deve poter improntare la sua linea strategica. Sui temi generali è invece la Camera che ha la miglior visione di insieme e quindi la capacità di indirizzare la via più propositiva.

Questo fatto impone però, alla Camera, di avere una cura particolare nell’improntare la comunicazione che deve essere giocoforza più istituzionale. Dove questo non significa essere remissivi o accondiscendenti, ma impone una capacità di critica misurata, sempre fondata su fatti concreti e mai inutilmente aggressiva. I toni possono essere duri, ma si discute sempre sulle idee, sulle proposte, sui fatti. Il dileggio non è mai stato nelle nostre corde e, mi permetto di suggerire,  mai lo dovrà essere. Una sfida non da poco in un contesto comunicativo estremamente nervoso, troppo superficiale e volto alla distruzione di chi ha un’opinione diversa.

La Camera è stata capace di raccogliere questa sfida e le numerose sollecitazioni dalle istituzioni ci attestano questo riconoscimento. L’equilibrio è molto apprezzato ed è il miglior servizio che si possa dare ai nostri soci.

Il momento storico che stiamo vivendo è chiaramente molto particolare. Eppure non sto pensando al COVID-19 ed ai mesi passati.

Penso piuttosto ai prossimi anni e alla quarta rivoluzione industriale che il COVID-19 sta implementando molto più velocemente di quanto potevamo immaginare solo alcuni mesi fa.

Parlo del nuovo modello di business che siamo chiamati a mettere in atto. Ad esempio penso all’economia circolare che si sta sviluppando dal recycling, penso al tema del coworking, penso all’intelligenza artificiale, dove il Ticino è leader tra i cantoni svizzeri, tanto da spingere Swisscom ad investire in una start up ticinese.

È infatti evidente che ci stiamo proiettando a grande velocità verso una nuova società: molto più smart, molto più green, molto più social.

Io stesso nel mio piccolo negli ultimi tre anni ho cambiato il mio modo di operare (che evidentemente non è da confondere con il cambio di business model) : da innumerevoli viaggi in auto ho iniziato a usare il treno per ogni spostamento oltre Gottardo (soprattutto grazie alla facilità di utilizzo della app delle ffs) per poi passare ai vari Teams/Skype/Zoom durante la primavera 2020. Un guadagno di tempo, efficienza, immediatezza e sicurezza incalcolabile. Evidentemente questo è un piccolissimo esempio, forse anche banale e non è che l’inizio.

Dobbiamo ripensare i nostri modelli di business, dobbiamo ripensare l’offerta per i nostri clienti, dobbiamo garantire il passaggio alla quarta rivoluzione industriale delle nostre aziende.

La compenetrazione tra mondo fisico-reale, digitale e biologico è arrivata e pone sfide enormi. Non solo dal punto di vista dell’organizzazione delle aziende, ma anche dal profilo giuridico/legislativo e chiaramente sociale. Anche qui ci vuole equilibrio, perché questa rivoluzione ha risvolti che vanno chiariti e strutturati, per evitare che strumenti interessanti si trasformino in boomerang.

Penso al lavoro da casa, evidentemente interessante, ma per il quale non tutti erano e sono preparati.

Queste accelerazioni comportano anche un’accresciuta rapidità dei cambiamenti, per cui le aziende sono chiamate a reagire rapidamente e in modo flessibile, senza troppi intralci burocratici.

Molte attività si spostano in maniera molto facile e rapida, per cui ci vorranno sempre più soluzioni pragmatiche. Stiamo parlando di una vera e propria rivoluzione !

Tutto il mondo del lavoro si sta trasformando e la Camera ha da tempo puntato sulla creazione di una vera e propria cultura del digitale e sulla valorizzazione della Responsabilità sociale delle imprese ma anche del singolo : già, la responsabilità sociale del singolo individuo.

Termine a volte un po’ vago quello della responsabilità sociale, ma che sotto il suo cappello riassume un po’ tutte le questioni legate alla qualità di vita. Non solo la conciliabilità lavoro-famiglia, di cui spesso giustamente si parla, ma anche la conciliabilità lavoro-vita privata in generale. E’ importante ricordare che quando si parla di sostenibilità, capitolo importante della responsabilità in questione, si intende sempre l’interazione fra la sostenibilità economica, ambientale e sociale. E’ solo tenendo conto di questi tre elementi che i discorsi sulla sostenibilità hanno senso. Purtroppo spesso si dimentica quella economica, che sembra la meno prestigiosa dal punto di vista politico, forse perché garantisce meno consensi rispetto alle altre due. L’aspetto della sicurezza economica delle aziende non deve essere un tabu, esso rappresenta un elemento essenziale per garantire posti di lavoro e quindi un benessere a cittadine e cittadini. 

Sul tema sostenibilità mi piace ricordare la presentazione dei risultati della nostra inchiesta congiunturale. Evento informativo svoltosi lo scorso mese di gennaio, praticamente un secolo fa tenendo conto di quanto successo nel frattempo. In quell’occasione abbiamo avuto modo di rilevare come sul tema della responsabilità sociale delle imprese le nostre aziende siano sul pezzo, con risultati assolutamente comparabili con quelli degli altri cantoni. A volte, e questo è l’aspetto particolarmente interessante, semplicemente svolgendo il loro normale lavoro quotidiano e non rendendosi nemmeno conto di operare secondo i canoni di tale responsabilità. Questa modalità d’azione, che taluni superficiali osservatori sembrano quasi ignorare, indica come il nostro Cantone, la nostra economia, le nostre aziende abbiano molto da offrire: sia in termini di trasformazione digitale, sia in tema di responsabilità sociale. La sfida sarà riuscire a indirizzare tutti ad un cambiamento veloce delle proprie abitudini, delle proprie certezze, dei propri ritmi. Che lo vogliamo o no la società del futuro sarà più fluida. Non a caso si è creato l’acronimo inglese di VUCA (Volatile, Insicura, Complessa e Ambigua) per descrivere la crescente complessità dell’ambiente in cui opera società attuale.   

Il Ticino, grazie anche all’evoluzione tecnologica, non è più la duplice periferia di Zurigo e di Milano ma è invece un luogo centrale ed equidistante molto interessante per fare azienda. È quel luogo che permette un ottimo equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, che negli ultimi 20 anni ha sviluppato un nuovo mondo accademico (USI, SUPSI), dove fare innovazione è diventato più facile (Innovation Park Ticino, Fondazione Agire), dove l’incontro di due culture (latina e germanica) determinano ottime conoscenze linguistiche, dove la spinta delle nuove tecnologie è diventata realtà ad esempio in ambito farmaceutico/medicale/ricerca.  A condizione ovviamente che non si stravolgano le condizioni-quadro (vedi trattati bilaterali) in nome di politiche di chiusura volte più a raccogliere consensi che non a generare vera forza innovativa sul territorio.

Anche perché siamo confrontati a una grande sfida, riguardante le possibili problematiche sociali che potrebbero nascere da questo mondo sempre più veloce. Il potenziale di sconvolgimento del mercato del lavoro è purtroppo elevato: rischiamo una vera scissione tra bassa competenza/basso stipendio e alta competenza/alto stipendio.  Abbiamo gli strumenti per rimediare a queste evoluzioni. Non si tratta certo dello Statuto speciale invocato da più parti per il Ticino, bensì di attenzione e spinta alla formazione, di flessibilità nelle mentalità, di apertura verso i nuovi sviluppi. Probabilmente necessitiamo però di uno svecchiamento di talune basi legali che oggi, onestamente, sono troppo vetuste e ci stringono su concetti oramai superati. In ogni trasformazione ci sono vincenti e perdenti, il mondo economico ha la responsabilità primaria di creare posti di lavoro e al contempo di minimizzare il numero degli elementi in difficoltà. Da solo però non può farlo e mai come in questi anni è necessaria una politica concertata con tutti gli attori della società e con l’autorità politica. Ci aspettano tempi difficili e abbiamo le potenzialità per affrontarli con coraggio, ma solo se la società di questo cantone saprà stare unita, rinunciando a considerare l’economia come un nemico da abbattere, ma vedendola invece come un tassello fondamentale per garantire la ricchezza del paese.

Questi cinque anni sono letteralmente volati. Lascio una Camera solida, con iniziative dinamiche proiettate al futuro, molto vicina alle aziende in particolare sul tema centrale della formazione. Una Camera che con toni pacati ma decisi è riuscita a farsi sempre più ascoltare, difendendo a spada tratta i diritti delle imprenditrici e degli imprenditori di questo cantone, sicura che nel dialogo e nel confronto aperto risieda il metodo per affrontare i problemi.

Desidero quindi pubblicamente ringraziare tutti i colleghi dell’Ufficio Presidenziale :

per prima la mia Vice Presidente Cristina Maderni, anche Presidente della Commissione strategica, Roberto Grassi, Presidente della Commissione finanze, e tutti gli altri membri che in questi anni mi hanno sempre supportato e ogni tanto anche sopportato.

Un doveroso e sincero ringraziamento a tutto lo staff della Camera, che con grande dedizione e professionalità operano a favore delle nostre aziende:
il nostro brillante Direttore Luca
i Vice Direttori Alberto e Michele,
il delegato alle relazioni esterne Michele
Monica assistente del Direttore e responsabile della comunicazione
Chiara, dedicata al settore internazionale
Lisa per i rapporti con i soci
Martina e Giulia per l’export e le legalizzazioni
Cécile per la formazione puntuale
Roberto e Gianluca per la scuola manageriale e i temi legati alla CSR
Manuela e Lia per i segretariati delle associazioni
Romina per la comunicazione
Germano per l’economato.

Care imprenditrici e cari imprenditori, sono fiero di avervi potuto rappresentare quale Presidente della Cc-Ti e, anche se sarò attivo in un altro contesto, continuerò a seguire da vicino l’imprenditoria ticinese. Una imprenditoria che merita fiducia perché ha saputo portarci a raggiungere livelli di benessere impensabili fino a qualche decennio fa. E’ importante che non vi lasciate scoraggiare dal contesto politico generale che definire ostile è un eufemismo. Avete tutte le qualità per tenere duro e superare anche questo momento difficile : la Cc-Ti è al vostro fianco e si batterà sempre in difesa della libertà imprenditoriale, caposaldo del nostro benessere.

Al mio successore e a voi tutti auguro di saper sfidare sempre di più i vostri limiti invece che di limitare le vostre sfide.
Auguro a voi, ai vostri collaboratori e alle vostre aziende tanti successi e soddisfazioni e, visto il ruolo che andrò a ricoprire da gennaio, soprattutto tanta salute.

Arrivederci!

La 103esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti

Si è svolta il 16 ottobre 2020 a Bellinzona la 103esima AGO della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) alla presenza di 200 soci. 

La manifestazione si è svolta osservando scrupolosamente tutte le norme sanitarie vigenti. Tracciamento dei partecipanti, misurazione della febbre, attestazione di buona salute di tutti i partecipanti, obbligo di mascherina durante tutto l’evento, ampi spazi a disposizione e distanze sociali assicurate (il numero dei presenti è stato chiuso a 200 invece degli usuali 500).
Malgrado il delicato momento sanitario, è stato deciso di tenere l’Assemblea in presenza per due motivi:
– il cambio della Presidenza della Cc-Ti, che merita particolare attenzione,
– e la volontà di dare un segnale forte che, malgrado le molteplici difficoltà, vi è la necessità e la determinazione di continuare a lavorare, senza sottovalutare il Coronavirus ma convivendoci.

Elemento centrale dell’Assemblea è stato il passaggio di consegne fra Glauco Martinetti, che lascia la Presidenza dopo cinque anni, e Andrea Gehri, nominato all’unanimità dall’Assemblea dei soci. Glauco Martinetti terminerà il suo mandato il 31 dicembre 2020 per assumere la carica di Direttore dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) dal 1° gennaio 2021. Da tale data Andrea Gehri assumerà ufficialmente la Presidenza della Cc-Ti.

Nel suo intervento, Glauco Martinetti ha sottolineato l’importanza del ruolo della Cc-Ti quale associazione-mantello dell’economia ticinese.
Sia per quanto riguarda i contatti con la politica, caratterizzati da spirito di collaborazione, critico su temi quando necessario ma mai inutilmente offensivo.
Sia per i rapporti con le associazioni di categoria, fortemente supportate dalla Cc-Ti.

Sulla situazione attuale, Glauco Martinetti ha evidenziato come sia necessario evitare di obbligare le aziende a indebitarsi eccessivamente per poter sopravvivere, perché a lungo termine questo risulterebbe fatale per tutto il substrato finanziario cantonale.

Andrea Gehri ha dal canto suo illustrato il suo percorso professionale iniziato con l’apprendistato, raggiungendo quest’anno i 50 anni di attività della propria omonima azienda.
Ha posto l’accento sui valori di indipendenza ed equilibrio della Cc-Ti.
Egli ha pure sottolineato l’importanza di mantenere condizioni favorevoli per le aziende che, soprattutto in momenti come questi, devono poter operare senza eccessivi ostacoli.
Riferendosi a talune graduatorie che pongono il Ticino in una posizione sfavorevole, ha poi rilevato che questo non è riconducibile all’economia, ma più a lacune di tipo infrastrutturale (fiscalità, formazione, collegamenti) che fanno parte delle condizioni del nostro territorio.

Dopo l’intervento del Consigliere di Stato e Direttore del DFE Christian Vitta, il Direttore Luca Albertoni ha sottolineato come sia importante la rete nazionale e internazionale di contatti della Cc-Ti. Questa permette infatti la creazione di contatti e l’introduzione di strumenti che vanno a diretto beneficio delle aziende ticinesi. La collaborazione con le altre Camere svizzere ha portato ad esempio all’elaborazione di modelli di contratti che regolano anche gli aspetti più complessi del telelavoro, a un lavoro comune con il Digital Innovation Hub di Lucerna, che permette alle imprese ticinesi di accedere a una rete internazionale di fondi e allo sviluppo delle competenze digitali. Aiuti concreti e immediati, importanti in questo contesto difficile.

Luca Albertoni ha menzionato una lettera inviata negli scorsi giorni al Consiglio di Stato ticinese, nella quale si rifiuta ogni ipotesi di lockdown generalizzato e si invita l’autorità a ripensare il sistema delle quarantene, che pone attualmente seri problemi di proporzionalità, con effetti gravi per l’economia e quindi per tutto il territorio.

Infine, Valentin Vogt, Presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori, ha ribadito l’importanza dell’appartenenza della Cc-Ti all’associazione nazionale per far valere al meglio gli interessi delle aziende ticinesi. Ricordiamo che la Cc-Ti è membro anche di economiesuisse e dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM).


La Cc-Ti ringrazia i partner dell’evento: EFG Bank e Swisscom.


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Impedire la cibercriminalità: manuale per PMI

Un’interessante pubblicazione destinata alle aziende, edita dalla Polizia cantonale

La digitalizzazione apre nuove opportunità di crescita e possibilità d’impiego per l’economia. Ciò significa pure, tuttavia, una crescente dipendenza da una funzionante infrastruttura informatica digitale. Determinati criminali ne approfittano in pieno. Dall’azienda artigianale fino a grandi imprese con parecchie migliaia di collaboratori – ognuno ne può essere vittima. Già il 40 percento delle imprese svizzere che hanno partecipato a un’inchiesta hanno indicato di avere sofferto di cibercriminalità Nei fatti, non soltanto possono finire offline i siti web, ma può rimanere colpita l’intera rete informatica di un’impresa. Il più delle volte le imprese subiscono danni finanziari e in molti casi vengono rese pubbliche anche informazioni riservate.

Tutte le informazioni sulla prevenzione dei crimini informatici e del manuale per PMI sono disponibili qui.

“Sempre a difesa della libertà imprenditoriale”

L’intervista a Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, sulle pagine della Cc-Ti sui quotidiani ticinesi (CdT e LaRegione) di oggi, 13 ottobre 2020

Glauco Martinetti lascerà la presidenza della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi (Cc-Ti) il 31 dicembre 2020. Dopo aver ricoperto questo ruolo per 5 anni, assumerà la direzione dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) dal 1° gennaio 2021. Di seguito le sue riflessioni prima dell’Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti del prossimo 16 ottobre, durante la quale verrà nominato il suo successore.

La sua Presidenza ha coinciso con anni di grandi cambiamenti per la nostra economia: l’irrompere della digitalizzazione, la crescente diversificazione del tessuto produttivo e una più spiccata propensione all’innovazione. In che misura queste trasformazioni hanno coinvolto in un ruolo più incisivo e più esteso la Cc-Ti?

“La Cc-Ti, quale associazione-mantello dell’economia cantonale, è sempre stata in prima linea per cercare di comprendere tempestivamente i cambiamenti e le necessità dei nostri affiliati. Sulla digitalizzazione in questi anni abbiamo avuto un ruolo molto attivo per cercare di far crescere la cultura digitale nel mondo imprenditoriale. La diversificazione del nostro tessuto produttivo è un elemento che sottolineiamo sempre perché rappresenta un punto di forza della nostra economia, come ha dimostrato la buona resistenza del Ticino alle varie crisi dell’ultimo decennio. Per noi è sempre chiaramente una sfida, perché si tratta di far collimare gli interessi delle grandi aziende con quelli delle piccole, di coloro che sono orientati al mercato interno e chi invece esporta. Un ruolo non facile, ma nel quale ci siamo destreggiati bene, come testimonia l’ottimo rapporto con le associazioni di categoria che, pur mantenendo la loro totale indipendenza, possono contare sull’appoggio decisivo della Cc-Ti in molti ambiti”.

In Ticino questi sono stati anche gli anni degli attacchi più aggressivi alla libertà economica, proprio quando le imprese andavano maggiormente sostenute nel loro sforzo per innovare e restare competitive. Come spiega questo paradosso?

“Ci sono probabilmente diversi fattori alla base di questa preoccupante tendenza. Una misconoscenza di base del tessuto economico cantonale e una certa propensione statalista  della mentalità ticinese. Propensione acuita dalle forti trasformazioni dell’economia negli ultimi decenni. Paradossalmente l’economia ticinese oggi è molto più forte di venti anni fa, ma, purtroppo, la percezione del paese è diversa. Le strutture “di un tempo”, penso in particolare alle regie federali e anche alle banche, erano più visibili delle aziende “leader ” di oggi e quindi forse più rassicuranti. Ma i fatti e le cifre dimostrano che questa attuale economia è più solida”.

La Cc-Ti si batte da sempre per promuovere il dialogo tra le parti sociali e il mondo politico a favore della crescita del Paese, con un impegno condiviso nella realizzazione di quelle riforme essenziali al nostro Cantone. Molto spesso, però, su questa necessità prevalgono le contrapposizioni ideologiche e le posizioni preconcette che pregiudicano un confronto costruttivo. Si uscirà mai, e come, da questo meccanismo perverso?

“Purtroppo temo di no. Le posizioni mi sembrano troppo cristallizzate e non vi è umiltà di riconoscere che magari anche chi la pensa diversamente potrebbe avere ragione. Lo  dimostrano i dibattiti sui vari temi politici, sempre più vetrina per l’esposizione di convincimenti personali e ideologici, piuttosto che vere e proprie occasioni di confronto costruttivo. Un esempio? La Camera, anche grazie alle inchieste congiunturali presso le nostre aziende e alla rete di contatti con le altre camere svizzere, dispone di una quantità di dati che permettono una analisi chiara e oggettiva della situazione economica svizzera e ticinese in particolare: questi dati vengono semplicemente sempre ignorati o addirittura tacciati come sbagliati perché, con ogni probabilità, non ritenuti utili alla propria propaganda”.

In Ticino abbiamo tutte le qualità per tenere duro e superare anche questo momento molto difficile

La crisi del COVID-19 ha impresso un’ulteriore accelerazione a taluni cambiamenti strutturali del sistema economico. Quali saranno le principali sfide per il futuro?

“La situazione estrema del COVID-19 ha accelerato molti processi. Pensiamo solo al telelavoro, impensabile fino a qualche mese fa, ma diventato ormai usuale, se non addirittura imposto. Questo sta cambiando rapidamente molte dinamiche dell’economia e rappresenta anche uno dei tanti risvolti della trasformazione digitale. Questi sussulti e accelerazioni comportano anche un’accresciuta rapidità dei cambiamenti dei modelli di business, per cui le aziende sono chiamate a reagire rapidamente e in modo flessibile, senza inutili intralci burocratici. Molte attività si spostano in maniera molto facilee rapida, per cui ci vogliono soluzioni pragmatiche. Stiamo parlando di una vera e propria rivoluzione, che però il Ticino, come il resto della Svizzera, può affrontare con fiducia. A patto che si considerino le aziende come partner del territorio e non come un nemico da contrastare o cacciare. La sfida sarà riuscire a indirizzare tutti verso un riesame rapido delle proprie abitudini, delle proprie convinzioni, dei propri ritmi. Che lo vogliamo o no la società del futuro dovrà farsi trovare pronta e facilmente mutevole. Non per nulla è stato forgiato l’acronimo ‘VUCA’ per per indicare un ambiente complesso e incontrollabile, a complessità crescente (Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity), prerogative che descrivono il nostro momento storico”.

Nell ’ultimo decennio l’economia cantonale è cresciuta e si è consolidata, mostrando anche una notevole capacità d’innovazione e di resilienza. Ciononostante, nel dibattito pubblico si tende a parlare soprattutto delle cose che non vanno bene, di gravi problemi, che indubbiamente ci sono e vanno risolti, ma alla fine i risultati positivi non vengono comunque percepiti dalla pubblica opinione. Come spiegare questa “Schadenfreude ” che genera solo sfiducia?

“Il negativo fa audience, questo è purtroppo un fatto. Da qui purtroppo non si scappa. Non mi piace il gusto quasi sadico di alcuni media e della politica di mettere in evidenza solo le cose che non funzionano o che ritengono non funzionanti. Riproduzioni di istantanee distorte, certo a volte da emendare, ma certamente non rappresentative del mondo economico nella sua globalità. Oggi troppo pochi vogliono comprendere il sistema e penso che siamo, come ho già detto in altre occasioni, l’unica regione del mondo a giubilare della partenza  al nostro territorio di aziende rilevanti. Salvo poi accorgersi che lasciano il Ticino spesso aziende di grande valore in termini di posti di lavoro, prestigio e, non da ultimo, gettito fiscale”.

Con il voto del 27 settembre per la quinta volta il popolo ha detto sì agli accordi bilaterali con l’UE. Pensa che questa sia la volta buona per arrivare definitivamente a una posizione più propositiva nei rapporti con Bruxelles?

“Difficile dirlo, ma è un fatto che questa volta si è parlato non solo di libera circolazione ma dell’intero pacchetto di accordi bilaterali, con una maggiore visione e consapevolezza d’insieme. Auspico un incremento di coscienza generale  sull’importanza di poter disporre di un quadro giuridico stabile e affidabile. Questo dovrebbe, auspico, contribuire a una discussione maggiormente basata sui fatti e non solo sugli slogan”.

Nel momento di congedarsi dalla presidenza della Cc-Ti cosa si sente di dire ai nostri imprenditori?

“Che sono stato fiero di poterli rappresentare quale presidente della Cc-Ti e che, anche se sarò attivo in un altro contesto, continuerò a seguire da vicino l’imprenditoria ticinese. Che merita fiducia perché ci ha portato a raggiungere livelli in Svizzera impensabili fino a qualche tempo fa. È importante che gli imprenditori ticinesi non si lascino scoraggiare dal contesto politico generale che definire “ostile ” è un eufemismo. In Ticino abbiamo tutte le qualità per tenere duro e superare anche questo momento molto difficile. La Cc-Ti è dalla parte degli imprenditori e si batterà sempre in difesa della libertà imprenditoriale, caposaldo del nostro benessere”.  

La Responsabilità sociale delle imprese dal punto di vista degli ingegneri e degli architetti

Gianluca Pagani, CSR Manager Cc-Ti, ha partecipato a una conferenza sul tema, illustrando i punti chiave della CSR.

La CSR, secondo la Segreteria di Stato dell’economia (SECO), costituisce una manifestazione della volontà delle imprese di gestire l’impatto sociale e ambientale delle loro attività. Per la Confederazione, si tratta di un contributo delle aziende allo sviluppo sostenibile, o ancora «la responsabilità delle imprese per gli impatti che hanno sulla società». L’elemento distintivo della CSR è dunque quello di affiancare alla responsabilità economica anche una responsabilità sociale, che crea valori tangibili e intangibili, per tutto ciò che ruota intorno all’azienda. Valori che permettono un’evoluzione positiva per l’impresa, per le persone, per il territorio e per l’ambiente.

Nell’ambito del mondo della costruzione, il legame con la componente ambientale legata alla riduzione del consumo di energia del concetto CSR è oggi riconosciuto e in un certo senso anche abbastanza sviluppato. Si può affermare che la necessità di progettare edifici che limitano i consumi energetici è già oggi una consapevolezza per gli addetti ai lavori.

Lo scopo della tavola rotonda è stato quello di ampliare la conoscenza della definizione di sostenibilità, nozione cardine codificata nella Costituzione federale (art. 73 e art. 89 cpv. 5) e cantonale (Preambolo), inglobando anche gli altri due elementi della CRS, ossia l’aspetto economico e l’aspetto sociale. Durante la serata vi è stata l’opportunità di comprendere come le istituzioni, i rappresentanti dell’economia e della formazione si pongono rispetto a questo tema, quali risultati hanno già prodotto e quali sono gli obiettivi e le visioni che intendono perseguire.

Per quanto riguarda degli ingegneri e degli architetti, il loro ruolo per rapporto alla CSR può essere esaminato da angolazioni diverse. Una in qualità di azienda e in quest’ottica le domande che ci si potrebbe porre sono quelle a sapere che cosa deve fare uno studio al proprio interno per agire in modo socialmente responsabile. L’altra è quella di consulente del committente (sia pubblico, sia privato), il quale deve aiutare il proprio mandante a costruire in modo sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

I relatori sono stati: On. Raffaele De Rosa, Consigliere di Stato e Direttore DSS; Gianluca Pagani, CSR manager Cc-Ti; Jenny Assi, Docente e ricercatrice SUPSI ; Marco Del Fedele, Architetto e Presidente OTIA. L’evento è stato moderato da Walter Bizzozero, Architetto e membro del Consiglio OTIA.

Fonte: sito OTIA


Video dell’evento

Locale e globale

L’opinione del Direttore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino Luca Albertoni

Il tema delle relazioni internazionali del Ticino e della Svizzera è ormai dibattuto in maniera costante, vista la sempre attuale discussione sulle nostre relazioni con l’Unione Europea (UE). La campagna di votazione concernente la libera circolazione e il primo pacchetto di Accordi bilaterali tra Svizzera e UE ha dimostrato ancora una volta quanto sia necessario concentrarsi sui fatti, per capire bene quale sia il nostro ruolo nel contesto internazionale e come sia ormai impossibile prescindere da quanto avviene negli altri paesi.

Le difficoltà dell’industria svizzera in questo periodo storico molto particolare sono strettamente legate alle incertezze che regnano in molti paesi che per noi rappresentano mercati fondamentali, come la stessa UE, ma anche gli Stati Uniti. Incertezze che potrebbero crescere ulteriormente da novembre, quando saremo chiamati a esprimerci su un’altra iniziativa, definita “Per multinazionali responsabili”. Obiettivo certamente condiviso, ma che si vuole raggiungere attraverso un sistema complicato ed estremamente penalizzante per le aziende site in Svizzera. Queste infatti, in estrema sintesi, sarebbero chiamate a rispondere di qualsiasi irregolarità dovesse verificarsi nella loro catena di relazioni (approvvigionamento, clienti, ecc.) in quasliasi paese del mondo. Impresa praticamente impossibile anche per aziende rigorosissime nei controlli, per cui è facile pensare che esse cercherebbero altri lidi. In effetti, la normativa svizzera sarebbe unica al mondo perche andrebbe ben oltre gli standard internazionali esistenti, riconosciuti come validi. Identificare le grandi imprese, peggio ancora se multinazionali, come entità pericolose da abbattere è diventata purtroppo un’abitudine assai diffusa. Dimenticando però che sono spesso proprio queste aziende (per capacità finanziarie e organizzative) a garantire condizioni di lavoro che garantiscono molti dei principi della Responsabilità sociale delle imprese, invocata da più parti. Soprattutto dalle parti che vorrebbero cacciarle. Decisamente surreale. Senza dimenticare che la presenza di grandi aziende (multinazionali o meno) è da sempre un fondamentale tassello della nostra economia diversificata, perché dà lavoro a un enorme numero di piccole e medie aziende (giardinieri, elettricisti, autorimesse, pittori, ecc. solo per citarne alcuni). 

Una vocazione internazionale che la Svizzera e il Ticino non possono assolutamente perdere e la Cc-Ti si batterà affinché le regole svizzere restino a livelli ragionevoli.

D’altro canto, continua anche il nostro impegno nel contesto della consulenza e della formazione rivolte all’export, che sta lottando strenuamente per cercare di riavvicinarsi ai livelli dello scorso anno. In ambito formativo ad esempio, abbiamo appena concluso un accordo di collaborazione con i colleghi delle Camere di commercio e dell’industria romande per svolgere un percorso/corso che aiuti le aziende a fare breccia nei mercati esteri considerati più difficili. La parte scientifica è assicurata dall’Alta Scuola di gestione di Ginevra, nel quadro del loro programma “International Business Management”.

Ulteriori informazioni a tal proposito sono disponibili qui (con la descrizione del programma e gli elementi per accedere alla presentazione dello stesso prevista per il 13 ottobre 2020, webinar).