Non sempre è possibile e immediato, dopo gli studi, l’accesso al mondo professionale. Molti datori di lavoro danno la precedenza a candidati che hanno già maturato un’esperienza. Gli stagisti sono persone che lavorano e collaborano all’interno di un’azienda, durante la loro formazione, per un periodo limitato, legati da uno speciale contratto da stagisti, al fine di familiarizzare con la pratica e conoscere meglio l’ambito pratico professionale scelto.

Essendo gli stagisti dei futuri possibili collaboratori, è nell’interesse di entrambi il successo di questo cammino condiviso.
In generale
Il datore di lavoro deve fissare, in accordo con lo stagista, obiettivi ben chiari all’interno del dominio tecnico proposto. Al primo incontro verranno quindi ricercate caratteristiche affini al tipo di azienda e definite chiaramente esigenze e aspettative di entrambi. Questi particolari “progetti di formazione” interni all’azienda devono venir valutati periodicamente con scadenza regolare e seguiti da un responsabile.
Nella pratica
Il contratto di stage
Questo contratto è un caso specifico di contratto a durata determinata.
La durata dello stage
La durata è normalmente predeterminata dalle parti per iscritto e può variare molto tra qualche settimana e un anno.
Gli stagisti hanno diritto a un salario
L’importo dipende evidentemente dalla durata dello stage e dalle conoscenze tecniche o pratiche della persona (dunque si differenzia tra un semestre o più semestri di formazione già conclusa). Vengono, inoltre, tenuti in considerazione gli obiettivi posti e la valenza reale per l’azienda del lavoro che verrà svolto durante lo stage. I salari sono estremamente variabili. Le indicazioni consigliate dalle istituzioni di formazione o dalle varie associazioni non sono obbligatorie per l’azienda. Non è raccomandabile offrire degli stage non pagati, fatta eccezione nei casi “simili a una prova” di corta durata (meno di un mese).
In linea di massima:
- per gli studenti di scuola secondaria (ca. 15/16 anni) i salari si collocano sovente tra i CHF 500 e CHF 750 al mese, in funzione della durata dello stage e della tipologia del lavoro da svolgere all’interno dell’azienda. Questi salari possono essere comparati con quelli degli apprendisti.
- per gli stagisti più anziani o di provenienza da una scuola tecnica superiore o per stage di lunga durata, i salari sono normalmente più alti, fino a CHF 1’500/2’000.
- il salario massimo indicativo da versare è circa CHF 3’500 al mese e deve differenziarsi dai salari di base di un dipendente con la formazione terminata.
Le vacanze
Gli stagisti hanno diritto, come gli impiegati, a dei congedi pagati secondo le norme del CO.
Certificato di lavoro
Il certificato di lavoro si attiene alle norme del CO e non può o deve essere ignorato. Gli stagisti potranno presentare i certificati di stage durante la loro futura ricerca di un impiego e questi documenti potrebbero fare la differenza, per un datore di lavoro, al momento della scelta del proprio collaboratore.
Giovani sino a 16 anni
I giovani tra i 13 e i 15 anni possono essere assunti solo per lavori leggeri quali lavoretti (estivi e non) e stage d’orientamento. Durante le vacanze possono lavorare al massimo 8h al giorno (40h a settimana), e unicamente per metà delle vacante scolastiche.
Per alcuni ambiti professionali esistono delle restrizioni: ad esempio, i giovani fino ai 16 anni non possono lavorare nei cinema, nei circhi, nelle aziende dello spettacolo, né possono servire clienti in aziende del divertimento quali i cabaret, i bar, i club o le discoteche.
Le disposizioni speciali di protezione dei giovani lavorati contenute nella legge sul lavoro e nell’ordinanza dei giovani lavoratori non si applica più alle persone oltre i 18 anni.
Uno stagista straniero
Per gli stranieri gli stage in Svizzera sono molto attrattivi (anche perché i salari versati durante gli stage sono di norma superiori a quelli di altri paesi).
Per collaborare con stagisti stranieri, è necessario richiedere, in tutti i casi, un’autorizzazione.
Importante è inserire una frase nel contratto che sottolinei questa condizione di collaborazione: “…questo contratto è in vigore sotto riserva dell’attribuzione di un’autorizzazione di lavoro e di soggiorno..”
Al momento del deposito della richiesta di autorizzazione, viene spesso richiesta una prova che lo stage scelto sia parte integrante dei propri studi (sia per obbligo che per scelta). Lo studente che possiede un permesso di dimora di tipo B per studio ha la possibilità di effettuare uno stage in Canton Ticino richiedendo una modifica del proprio permesso all’Ufficio della Migrazione di Bellinzona.
Ricordate:
- il permesso non verrà trasformato in permesso di lavoro ma verrà modificato come permesso di studio con possibilità di attività lavorativa.
- è illegale iniziare lo stage prima di aver ricevuto la modifica del permesso e conseguente approvazione da parte del Servizio regionale degli stranieri di Bellinzona (Ufficio Stranieri). È necessario iniziare la modifica del permesso almeno 15 giorni prima della data di inizio stage indicata sul contratto.
- se durante il periodo di pratica professionale il guadagno annuo supera i CHF 2’300, il datore di lavoro è tenuto a richiedere il numero AVS per lo/a studente/essa che desidera assumere in stage (questo può venir fatto anche prima dell’approvazione alla modifica del permesso di dimora).
I costi
L’alloggio e tutti i costi accessori sono a carico esclusivo dello stagista. L’azienda è libera, ovviamente, di proporre possibilità di alloggio appropriate o partecipare alle spese.
Da sapere
Nei settori dotati di un CCL di obbligatorietà generale i giovani professionisti e i lavoratori non qualificati hanno diritto a salari minimi che non possono essere aggirati tramite contratti di stage. Negli altri settori che non prevedono salari minimi, il sistema delle misure collaterali alla libera circolazione affida alle commissioni tripartite cantonali il compito di rilevare gli abusi nell’ambito della loro osservazione del mercato del lavoro e di adottare provvedimenti nei singoli casi o anche a livello di professioni o settori.
Il Consiglio federale non ritiene pertanto necessario intervenire nel diritto del lavoro privato o nella formazione professionale regolamentando la durata degli stage.
Nel diritto svizzero sia i contratti di durata determinata che quelli di durata indeterminata sono soggetti alle disposizioni degli articoli 319 segg. del Codice delle obbligazioni. Un contratto di stage conforme al diritto svizzero del lavoro offre quindi la stessa protezione garantita da qualsiasi altro contratto di lavoro. Inoltre, secondo la valutazione del Consiglio federale, la ripetuta stipulazione di contratti di stage di durata determinata presso lo stesso datore di lavoro potrebbe essere considerata, in base alla prassi del Tribunale federale in materia di contratti di lavoro a catena, un modo per aggirare le disposizioni legali. Conformemente alla prassi giudiziaria, ne conseguirebbe che le disposizioni concernenti la protezione contro i licenziamenti, i termini di disdetta e determinate prestazioni sociali legali applicabili nei rapporti di lavoro di durata indeterminata sarebbero validi anche per i rapporti di stage.
Alla luce di queste considerazioni, il Consiglio federale non ritiene necessario intervenire sul piano legislativo.
Trasmissione aziendale: fondamentale la pianificazione
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Networking Business BreakfastL’inizio del mese di ottobre si è aperto con un momento informativo e di messa in rete dedicato ai soci della Cc-Ti: si è svolto stamane, infatti, il secondo Networking Business Breakfast, dedicato al tema della trasmissione aziendale.
“La trasmissione aziendale: dagli scenari possibili all’attualità del modello di business”: era questo il titolo dell’evento, al quale hanno assistito una trentina di partecipanti, che rientra nel ciclo di momenti d’incontro destinati in esclusiva agli associati Cc-Ti. Si tratta dei Networking Business Breakfast, occasioni privilegiate per gli imprenditori di acquisire interessanti informazioni dal taglio pratico ed orientato al business ed al contempo estendere la loto rete di contatti con un momento conviviale e di relazione.
La mattinata si è aperta con il saluto introduttivo di Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione e Eventi Cc-Ti, a cui è seguita la relazione di Ivano D’Andrea, Amministratore Delegato Gruppo Multi SA e di Roberto Pezzoli, Direttore, Esperto dipl. in finanza e controlling Gruppo Multi SA, proprio sul tema della trasmissione aziendale.
Lo scenario iniziale
Ogni anno in Svizzera – come pure in Ticino – si contano diverse migliaia di aziende che sono confrontate con la trasmissione aziendale, all’incirca il 20% delle aziende attive sul territorio, ovvero una su cinque. La trasmissione aziendale può avvenire all’interno della famiglia o con una cessione esterna, ed ha una durata variabile, a dipendenza della pianificazione, così come dalla strategia adottata. D’Andrea ha evidenziato come solo il 70% delle aziende vengono effettivamente trasmesse, per il restante 30% vi è la chiusura dell’attività. Da qui l’importanza di pianificare accuratamente e per tempo questo processo.
Vendita e innovazione
Quali sono gli elementi da considerare? In primo luogo va pianificata una strategia di vendita che consideri se l’attività viene venduta esternamente o se invece si assiste ad un trapasso generazionale. Per ognuna delle due opzioni corrispondono, a cascata, una serie di variabili estremamente differenti, che sono da valutare nella definizione della strategia d’azione. In secondo luogo appare fondamentale porre l’accento sul modello di business: in uno scenario dove l’economia digitale e le trasformazioni tecnologiche irrompono nelle dinamiche del mercato (aspetti già sottolineati in altri contesti, come ad esempio nel recente evento Cc-Ti dedicato alle trasformazioni tecnologiche ed alla sostenibilità), è bene fare dell’innovazione uno degli atout fondamentali sui quali operare e fare impresa. Seguendo dunque questa via, dove l’innovazione è centrale, attraverso un modello di business da ripensare- visti gli asset e le premesse rinnovate -, vengono definiti il design della ‘nuova’ struttura aziendale, così come le tappe principali della sua realizzazione.
Cultura del cambiamento e leadership
Per affrontare un percorso del genere occorre un piano strategico con una visione aziendale che tocchi gli aspetti culturali relativi al cambiamento. È dunque necessario comunicare e programmare le diverse tappe della trasmissione aziendale coinvolgendo tutti i pubblici target (dipendenti, stakeholders e shareholders), al fine di generare un cambiamento positivo che sostenga l’azienda nel processo di trasmissione. Una leadership forte e innovatrice è l’elemento base attraverso cui il manager fa leva per il cambiamento e “traghetta” l’azienda verso un processo riuscito.
Il networking
Alla fine della mattinata i partecipanti hanno potuto scambiarsi esperienze e dialogare sia con i relatori che fra di loro. Questo ha permesso di approfondire ulteriormente la tematica in un’efficace momento di networking utile ad estendere la propria rete di conoscenze e contatti per sviluppare scambi reciproci.
Sottolineiamo che la Cc-Ti, coscia della rilevanza del tema, dedica un percorso formativo specifico a questa tematica che tocca molte aziende. Il corso è composto da 4 moduli (frequentabili anche separatamente) ed è in programma nei mesi di novembre e dicembre negli Spazi Cc-Ti a Lugano.
Previdenza professionale: capitale o rendita?
/in Risorse umane, TematicheCapitale o rendita? Una decisione con conseguenze significative per il reddito nella terza età. I futuri beneficiari di rendita devono attendersi minori prestazioni di vecchiaia dalla previdenza professionale. È anche per tale ragione che la questione della forma di prelievo dell’avere di vecchiaia, ovvero il fatto che si scelga una liquidazione in capitale o una rendita, acquista una rilevanza sempre maggiore.
Lo studio di Credit Suisse illustra le singole opzioni a disposizione degli assicurati in considerazione dell’aliquota di conversione, del contesto dei rendimenti, dell’aspettativa di vita e dell’onere fiscale. La decisione irrevocabile tra capitale e rendita può avere effetti rilevanti sul reddito disponibile durante la vecchiaia, a dipendenza del luogo di residenza e della situazione fiscale.
Un’ampia riforma del sistema previdenziale tarda ad arrivare. Per questo motivo, le casse pensione hanno cominciato a sfruttare il margine di manovra esistente nel regime sovraobbligatorio per far fronte, per quanto possibile, alla nuova realtà caratterizzata da tassi bassi e da un progressivo invecchiamento demografico. Di conseguenza, le aliquote di conversione e i tassi d’interesse tecnici sono stati ridotti. Inoltre le casse pensione trasferiscono in misura sempre maggiore i rischi d’investimento e di longevità sugli assicurati, obbligandoli a percepire l’avere di vecchiaia almeno in parte sotto forma di capitale. Alcune casse pensione prevedono che l’avere di vecchiaia risparmiato per alcune componenti salariali di importo più elevato possa essere versato alla data del pensionamento esclusivamente come capitale.
I piani di previdenza «1e» offrono alle casse pensione nuove opportunità per ridurre i rischi d’investimento e di longevità. Per le imprese ciò si traduce nella possibilità di alleggerire il bilancio degli obblighi pensionistici a lungo termine. Con questi piani, disponibili per le quote di salario superiori a CHF 126 900, gli assicurati hanno la possibilità di scegliere la propria strategia d’investimento e non devono mettere in conto alcuna redistribuzione – contraria al sistema – tra assicurati attivi e beneficiari di rendita. In questo modo gli assicurati possono beneficiare di opportunità di rendimento potenzialmente più elevate. A differenza di quanto accade con altre soluzioni di previdenza, nei piani 1e l’assicurato sopporta interamente in prima persona il rischio d’investimento e al pensionamento percepisce di norma una liquidazione in capitale. Tuttavia, solo un assicurato su dieci raggiunge l’ammontare del reddito richiesto e può così investire in un piano 1e offerto dal proprio datore di lavoro.
La pubblicazione «Previdenza professionale: capitale o rendita?» è disponibile su Internet in italiano, tedesco, francese e inglese.
Testo a cura del Credit Suisse, Lugano
Un CCL per crescere
/in Comunicazione e mediaNell’intervista a Flavio Franzi, Rappresentante ASIAT e membro dell’UP della Cc-Ti, facciamo il punto anche sull’introduzione del nuovo Contratto Collettivo di Lavoro settoriale (per studi d’ingegneria e di architettura).
L’assemblea ordinaria 2016 dell’ASIAT ha approvato il nuovo CCL. Al momento il documento è in fase di approvazione da parte della SECO. Il CCL con decreto di forza obbligatoria ci permetterebbe di migliorare la qualità del lavoro prodotto rendendo il nostro settore competitivo con una partnership sociale stabile. Inoltre permetterebbe di creare condizioni quadro, combattendo il dumping salariale, migliorando la credibilità politica, sostenendo meglio la formazione e il perfezionamento e non da ultimo migliorando l’attrattività del settore della progettazione.
Nel mondo associativo le sinergie sono sempre più imprescindibili. Come si muove la vostra associazione a riguardo?
La nostra associazione padronale, unica nel cantone, ha da sempre riconosciuto la necessità di mettere in campo tutte le possibili sinergie tra le molte associazioni presenti nel settore della progettazione. L’ASIAT è stata tra i promotori della costituzione della Conferenza delle Associazioni Tecniche (CAT) che attualmente è riconosciuta quale unico referente istituzionale per il settore sia per consultazioni che per consulenze specifiche. Le associazioni membri di CAT, mantenendo le loro rispettive specificità, collaborano tra di loro con efficacia anche grazie alla recente nomina di un direttore e ad un segretariato con sede a Bellinzona.
Preparati e flessibili per un’innovazione sostenibile
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi tematiciNell’evento del 25 settembre 2018, intitolato “Nuove forme di lavoro fra tecnologia e sostenibilità“, la Cc-Ti ha dedicato un importante approfondimento all’impatto della trasformazione digitale sulla sostenibilità aziendale.
Con all’incirca un centinaio di partecipanti provenienti da aziende di settori diversi, la serata ha preso avvio con il discorso del Presidente Cc-Ti, Glauco Martinetti che ha posto l’accento sulla necessità di restare aggiornati e formati a tutti i livelli, per poter beneficiare dei vantaggi dell’economia digitale, puntando all’innovazione ed alla sostenibilità. Affinché si possa restare competitivi in un mondo complesso e globalizzato è necessario non ancorarsi a modelli di business e forme di lavoro ormai obsoleti; ma occorre invece pianificare, organizzare, formare ed agire, nell’ottica di generare un circolo di cambiamento virtuoso verso una governance aziendale sempre più sostenibile.
Il Ticino rappresenta un territorio ricco di eccellenze, che hanno fatto della sostenibilità uno dei loro obiettivi nel modo di fare impresa. Attraverso la tavola rotonda che è seguita, intitolata “Nuove forme di lavoro tra flessibilità, formazione, cambiamenti culturali e contesti differenti” e moderata da Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, i partecipanti hanno avuto la possibilità di conoscere più approfonditamente alcune delle best practices aziendali in atto nel nostro Cantone. Ad intervenire sono stati Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA; Roberto Grassi, Direttore Generale Fidinam Group Holding e Giorgio Calderari, Direttore Generale Gruppo Helsinn, che grazie alle loro testimonianze provenienti da settori e realtà differenti, hanno fornito un quadro interessante e trasversale.
Si è posto l’accento sulla formazione professionale, caposaldo dell’economia svizzera per uno sviluppo delle risorse umane e delle giovani leve sempre più orientato al talent management. Lo ha confermato Andrea Gehri, evidenziando come la digitalizzazione abbia imposto nuovi metodi di lavoro, abbinando alla manualità dell’artigiano i benefici dell’economia digitale. D’altro canto, Roberto Grassi ha sottolineato l’importanza del quadro normativo che permetta un accesso al mercato del lavoro agile e performante. Purtroppo però non sempre le esigenze politiche collimano con quelle aziendali, vi è una tendenza alla iper regolamentazione e alla permanenza di alcune leggi che con il passare del tempo diventano datate e non più in linea con i bisogni aziendali del momento. Per restare competitivi si necessita invece di condizioni quadro al passo con i tempi, che sappiano quindi integrare anche nuovi modelli di business e di lavoro. Giorgio Calderari ha infine illustrato le best pratices aziendali in atto nell’industria farmaceutica che dirige: con nuovi modelli di lavoro e una grande flessibilità strategica, è stato possibile implementare in azienda delle forme ibride di lavoro che non necessitano la presenza costante in loco, ma che permettono una miglior conciliabilità tra vita privata e professionale. La conferenza si è conclusa con l’intervento di Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi, che ha sottolineato il sostegno concreto della Cc-Ti alle aziende ticinesi grazie all’erogazione costante di informazioni utili e l’organizzazione di formazioni mirate così come di momenti di riflessione e networking, calibrati sulle necessità degli imprenditori.
Alla fine dell’evento, i partecipanti hanno potuto beneficiare di un momento conviviale e di Networking, proprio perché la Cc-Ti è fermamente convinta che il contatto personale permanga uno dei migliori canali attraverso cui consolidare o estendere il proprio business
L’evento nei media
Approfondimenti e documenti utili
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Altri approfondimenti
Video della puntata speciale di Zoom (andata in onda su Teleticino) dedicato all’evento
La Cc-Ti ringrazia i partner tematici per la co-organizzazione dell’evento: Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA e Cornèrcard.
Ucraina: una nazione attrattiva per le aziende elvetiche
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi PaesePerché non espandere il proprio business in Ucraina? Le riforme dell’economia nazionale hanno aperto interessanti opportunità per le aziende elvetiche, anche se bisogna mantenersi vigili e affrontare il mercato con le giuste informazioni. È quanto emerso dall’Evento-Paese del 24 settembre 2018 organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con gli sponsor Export (Switzerland Global Enteprise, Cippà Trasporti, CRIF AG, Credit Suisse, Euler Hermes e Titraduce).
Il mercato ucraino è particolarmente interessante per le aziende elvetiche, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. La stretta vicinanza all’Europa centrale e orientale, alle rotte commerciali marittime globali nonché un mercato interno di 45 milioni di consumatori e dei bassi costi di produzione la rendono una nazione attrattiva per il business svizzero. La Cc-Ti ha posto l’accento su questo Paese anche in vista della missione economica organizzata dall’Ambasciata svizzera in Ucraina, in collaborazione con (S-GE), la Joint Chamber of Commerce (JCC) ed economisuisse che prenderà il via ad inizio ottobre.
Investire con un occhio attento
Dopo la crisi del 2015, il PIL pro capite ucraino ha ripreso livelli positivi, ha esordito Michael Kühn, Senior Consultant Russia, CIS and Nordic Countries di Switzerland Global Enterprise. La Svizzera è uno dei più grandi Paesi investitori esteri in Ucraina, situandosi al settimo posto della scala mondiale e con molte aziende elvetiche presenti in loco. In seno all’AELS la Confederazione può inoltre beneficiare di un accordo di libero scambio che facilita le relazioni tra i nostri Paesi. In particolare, come sottolineato da Kühn, gli interessi per l’export elvetico risiedono soprattutto nel settore farmaceutico, nei macchinari, negli orologi e nei prodotti agricoli.
Interessante anche l’analisi di Kühn sul mercato ucraino che ha indicato i diversi punti di forza come ad esempio la prossimità con l’UE, i bassi costi di produzione e le grandi risorse agricole. Le opportunità sono date invece da un sistema politico che implementa continue riforme e progetti infrastrutturali. Da tenere in conto anche gli aspetti negativi, come i possibili pericoli di corruzione, la mancanza di trasparenza e di sicurezza a livello legale e l’instabilità politica causata dalle elezioni del 2019. Marco Arrighini, Senior Sales Manager di Euler Hermes Switzerland ha poi fornito ai presenti alcuni suggerimenti pratici per far fronte ai rischi di credito. La raccomandazione principale è quella di utilizzare degli accreditivi e di fare attenzione alla volatilità del corso di cambio. In linea generale è sempre consigliato entrare nel mercato con coperture assicurative.
Nonostante l’Ucraina sia un Paese relativamente vicino alla Svizzera, è bene mantenere sempre un occhio di riguardo anche sugli aspetti logistici, come evidenziato da Gaetano Loprieno e Pierluigi Marelli, Responsabili dell’ufficio Commerciale di Cippà Trasporti SA. A seconda dell’urgenza, le diverse modalità di trasporto – via terra, mare o aerea – permettono di raggiungere le principali città ucraine nell’arco di pochi giorni. I due esperti hanno inoltre evidenziato che è necessario affidarsi a spedizionieri di fiducia che sappiano affrontare anche le incertezze politiche che a volte si scontrano con le necessità economiche delle spedizioni.
In Ucraina per fare business
L’esperienza diretta in Ucraina è stata fornita dal CEO di Designergy SA, Daniel Lepori. L’azienda, che opera nel settore dell’edilizia, ha sviluppato un’idea innovativa per le coperture con un sistema di moduli con eccellente isolamento termico e completa impermeabilità integrati con fotovoltaico. In Ucraina è consigliabile affidarsi a un agente o a un esperto locale, ha sottolineato Lepori. Anche il ruolo dell’ambasciata svizzera è importante per poter accedere al mercato in modo serio. La conclusione di Lepori è stata positiva poiché nonostante alcune sfide da affrontare, le riforme ucraine stanno migliorando il clima economico generale e anche le condizioni di vita della popolazione.
Scarica le presentazioni:
– Business opportunities,Michael Kühn, Senior Consultant Russia, CIS and Nordic Countries, Switzerland Global Enterprise
– Trade Credit Risk Insights, Marco Arrighini, Senior Sales Manager, Euler Hermes Switzerland
– Aspetti logistici da e per l’Ucraina, Gaetano Loprieno e Pierluigi Marelli, Responsabili ufficio Commerciale, Cippà Trasporti SA
– La testimonianza aziendale, Daniel Lepori, CEO, Designergy SA
Evento ASA e Cc-Ti: i cambiamenti climatici
/in Appuntamenti, Eventi co-organizzatiNel quadro della collaborazione fra l’Associazione Svizzera d’Assicurazioni (ASA) e la Cc-Ti, proponiamo un evento informativo sui cambiamenti climatici. Entro fine secolo il surriscaldamento climatico trasformerà la Svizzera. Lo conferma l’accademia elvetica delle scienze. Uno sconvolgimento che avrà conseguenze sulla natura che ci circonda come anche sulla vita economica, sociale e politica del nostro Paese.
L’incontro vuole rendere attenti i partecipanti sull’importanza di questo tema, che ha molti risvolti, anche complessi.
L’evento si tiene martedi 16 ottobre dalle ore 16.30 alle 18.30, presso l’Auditorium della Banca dello Stato, Via Henri Guisan 5, 6500 Bellinzona.
Il programma prevede:
16.30 Arrivo dei partecipanti, caffé di benvenuto
17.00 Discorso di benvenuto
Giorgio Tomasini, presidente, ASA Ticino
17.10 Efficacia energetica e durabilità – come il settore dell’assicurazione applica le prime misure
Samuele Donnini, vicepresidente, ASA Ticino
17.20 Meteo Svizzera: previsioni per il futuro
Marco Gaia, responsabile del centro regionale sud, Ufficio federale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera
17.40 Gestione dei pericoli naturali a livello svizzero
Laurent Filippini e Andrea Salvetti, Ufficio dei corsi d’acqua Canton Ticino
18.10 Tavola rotonda (moderazione Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti) con:
18.25 Aperitivo
Per maggiori informazioni e iscrizioni è possibile contattare Gianluca Pagani, Responsabile Relazioni con le associazioni.
Uno stagista in azienda
/in Risorse umane, TematicheNon sempre è possibile e immediato, dopo gli studi, l’accesso al mondo professionale. Molti datori di lavoro danno la precedenza a candidati che hanno già maturato un’esperienza. Gli stagisti sono persone che lavorano e collaborano all’interno di un’azienda, durante la loro formazione, per un periodo limitato, legati da uno speciale contratto da stagisti, al fine di familiarizzare con la pratica e conoscere meglio l’ambito pratico professionale scelto.
Essendo gli stagisti dei futuri possibili collaboratori, è nell’interesse di entrambi il successo di questo cammino condiviso.
In generale
Il datore di lavoro deve fissare, in accordo con lo stagista, obiettivi ben chiari all’interno del dominio tecnico proposto. Al primo incontro verranno quindi ricercate caratteristiche affini al tipo di azienda e definite chiaramente esigenze e aspettative di entrambi. Questi particolari “progetti di formazione” interni all’azienda devono venir valutati periodicamente con scadenza regolare e seguiti da un responsabile.
Nella pratica
Il contratto di stage
Questo contratto è un caso specifico di contratto a durata determinata.
La durata dello stage
La durata è normalmente predeterminata dalle parti per iscritto e può variare molto tra qualche settimana e un anno.
Gli stagisti hanno diritto a un salario
L’importo dipende evidentemente dalla durata dello stage e dalle conoscenze tecniche o pratiche della persona (dunque si differenzia tra un semestre o più semestri di formazione già conclusa). Vengono, inoltre, tenuti in considerazione gli obiettivi posti e la valenza reale per l’azienda del lavoro che verrà svolto durante lo stage. I salari sono estremamente variabili. Le indicazioni consigliate dalle istituzioni di formazione o dalle varie associazioni non sono obbligatorie per l’azienda. Non è raccomandabile offrire degli stage non pagati, fatta eccezione nei casi “simili a una prova” di corta durata (meno di un mese).
In linea di massima:
Le vacanze
Gli stagisti hanno diritto, come gli impiegati, a dei congedi pagati secondo le norme del CO.
Certificato di lavoro
Il certificato di lavoro si attiene alle norme del CO e non può o deve essere ignorato. Gli stagisti potranno presentare i certificati di stage durante la loro futura ricerca di un impiego e questi documenti potrebbero fare la differenza, per un datore di lavoro, al momento della scelta del proprio collaboratore.
Giovani sino a 16 anni
I giovani tra i 13 e i 15 anni possono essere assunti solo per lavori leggeri quali lavoretti (estivi e non) e stage d’orientamento. Durante le vacanze possono lavorare al massimo 8h al giorno (40h a settimana), e unicamente per metà delle vacante scolastiche.
Per alcuni ambiti professionali esistono delle restrizioni: ad esempio, i giovani fino ai 16 anni non possono lavorare nei cinema, nei circhi, nelle aziende dello spettacolo, né possono servire clienti in aziende del divertimento quali i cabaret, i bar, i club o le discoteche.
Le disposizioni speciali di protezione dei giovani lavorati contenute nella legge sul lavoro e nell’ordinanza dei giovani lavoratori non si applica più alle persone oltre i 18 anni.
Uno stagista straniero
Per gli stranieri gli stage in Svizzera sono molto attrattivi (anche perché i salari versati durante gli stage sono di norma superiori a quelli di altri paesi).
Per collaborare con stagisti stranieri, è necessario richiedere, in tutti i casi, un’autorizzazione.
Importante è inserire una frase nel contratto che sottolinei questa condizione di collaborazione: “…questo contratto è in vigore sotto riserva dell’attribuzione di un’autorizzazione di lavoro e di soggiorno..”
Al momento del deposito della richiesta di autorizzazione, viene spesso richiesta una prova che lo stage scelto sia parte integrante dei propri studi (sia per obbligo che per scelta). Lo studente che possiede un permesso di dimora di tipo B per studio ha la possibilità di effettuare uno stage in Canton Ticino richiedendo una modifica del proprio permesso all’Ufficio della Migrazione di Bellinzona.
Ricordate:
I costi
L’alloggio e tutti i costi accessori sono a carico esclusivo dello stagista. L’azienda è libera, ovviamente, di proporre possibilità di alloggio appropriate o partecipare alle spese.
Da sapere
Nei settori dotati di un CCL di obbligatorietà generale i giovani professionisti e i lavoratori non qualificati hanno diritto a salari minimi che non possono essere aggirati tramite contratti di stage. Negli altri settori che non prevedono salari minimi, il sistema delle misure collaterali alla libera circolazione affida alle commissioni tripartite cantonali il compito di rilevare gli abusi nell’ambito della loro osservazione del mercato del lavoro e di adottare provvedimenti nei singoli casi o anche a livello di professioni o settori.
Il Consiglio federale non ritiene pertanto necessario intervenire nel diritto del lavoro privato o nella formazione professionale regolamentando la durata degli stage.
Nel diritto svizzero sia i contratti di durata determinata che quelli di durata indeterminata sono soggetti alle disposizioni degli articoli 319 segg. del Codice delle obbligazioni. Un contratto di stage conforme al diritto svizzero del lavoro offre quindi la stessa protezione garantita da qualsiasi altro contratto di lavoro. Inoltre, secondo la valutazione del Consiglio federale, la ripetuta stipulazione di contratti di stage di durata determinata presso lo stesso datore di lavoro potrebbe essere considerata, in base alla prassi del Tribunale federale in materia di contratti di lavoro a catena, un modo per aggirare le disposizioni legali. Conformemente alla prassi giudiziaria, ne conseguirebbe che le disposizioni concernenti la protezione contro i licenziamenti, i termini di disdetta e determinate prestazioni sociali legali applicabili nei rapporti di lavoro di durata indeterminata sarebbero validi anche per i rapporti di stage.
Alla luce di queste considerazioni, il Consiglio federale non ritiene necessario intervenire sul piano legislativo.
Link d’interesse: Formulari e documenti , contratto di stage 1, contratto di stage 2, stagista straniero
Innovazione da oltre 100 anni
/in Comunicazione e mediaProsegue il viaggio alla scoperta di opinioni e riflessioni all’interno dell’Ufficio Presidenziale Cc-Ti. Nell’intervista a Mauro Galli, Presidente SSIC Sezione Ticino, possiamo vedere come anche quest’associazione abbia raggiunto il traguardo del Centenario proprio nel 2018.
Anche la SSIC Ticino è giunta, quest’anno, al 100° di fondazione. Quali i messaggi chiave dell’edilizia nell’economia cantonale oggi?
Nella sua assemblea costitutiva la SSIC Ticino dichiarava i suoi principali intenti: unione delle forze per la tutela degli interessi comuni, formazione degli apprendisti, lotta contro la concorrenza sleale. Obiettivi attualissimi che sono anche i messaggi principali che l’edilizia manda oggi all’economia ticinese. La SSIC TI con i suoi 180 membri rappresenta l’80% della forza lavoro nelle costruzioni. Siamo costantemente impegnati nella ricerca di condizioni quadro sostenibili, di qualità e sicurezza sul lavoro, di formazione professionale adeguata ai tempi, di collaborazione con i partner contrattuali e istituzionali.
La digitalizzazione sta rivoluzionando tutti i settori professionali. Artigianato, nello specifico l’edilizia, e progresso tecnologico, come si combinano?
La tecnologia digitale ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare. L’intelligenza artificiale potrebbe effettivamente sconvolgere il settore nel prossimo futuro. Per il momento la componente umana, penso all’arte del muratore, e le variabilità continue del cantiere rendono la vita difficile all’avvento di questi processi. Seguiamo con interesse l’evoluzione e soprattutto cerchiamo di adeguarci con la formazione professionale dei nostri giovani.
Lavoro artigianale e nuove tecnologie: il successo di un modello aziendale
/in Appuntamenti, Eventi e missioni, Eventi tematici“Noi non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che restiamo comunque degli artigiani, anche se lavoriamo con le più moderne tecnologie” dice Andrea Gehri, Direttore di Gehri Rivestimenti SA, nota impresa di rivestimenti e tra i relatori dell’evento dedicato alla sostenibilità e all’economia digitale organizzato dalla Cc-Ti il prossimo 25 settembre. Una filosofia aziendale la sua ispirata dalla… natura.
La sua è un’impresa leader nella lavorazione di materiali naturali, in che misura questa particolare vocazione si riflette in una filosofia aziendale orientata alla sostenibilità?
“I materiali che noi lavoriamo si propongono da sempre ad un pubblico che ama i prodotti della natura, che sia la ceramica, composta da elementi provenienti dal nostro cosmo, o la pietra che è estratta con sapienza e rispettando il territorio che ci offre questa preziosa risorsa. Ma la sostenibilità per la Gehri è anche utilizzare il più possibile materiali locali per evitare dei trasporti che hanno un impatto ambientale non indifferente. Ma non sempre i clienti cercano prodotti locali, per questo nel nostro showroom c’è anche una vasta scelta di prodotti eco friendly di altri Paesi, che sono da noi lavorati con un’estrema attenzione alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente”.
La Gehri sintetizza con successo l’antica abilità artigianale con l’innovazione tecnologica. Quanto sono importanti per voi le nuove tecnologie digitali?
“Indubbiamente per la lavorazione di alcuni materiali le nuove tecnologie digitali ci danno un aiuto fondamentale. Restiamo, però, sempre convinti che per soddisfare i desideri dei nostri clienti dobbiamo fare affidamento soprattutto sulla manualità e la creatività tipiche del lavoro artigianale. Un settore che si è parecchio evoluto sotto la spinta tecnologica”.
Oggi è possibile lavorare e produrre con un uso più attento delle risorse, mantenendo comunque elevati standard di qualità?
“Certo. Se pensiamo, ad esempio, alla ceramica tutti i controlli di qualità sono rapportati a criteri di sostenibilità. Dalla lavorazione iniziale alla cottura, al trattamento dei residui della produzione. Stesso discorso per le pietre naturali. Le cave sono sottoposte a rigorosi controlli nei metodi di estrazione che devono essere rispettosi della natura. Altrettanto avviene nei laboratori nella fase della lavorazione con un uso molto attento dell’acqua, per non sprecare un’importante risorsa che viene depurata e riciclata per essere riutilizzata più volte”.
In che modo la politica dovrebbe supportare l’impegno delle imprese verso la sostenibilità?
“Tutti noi dobbiamo avere cura del nostro ambiente e non pensare solo a massimizzare i guadagni. Dunque, servono delle buone regole, ma non un eccesso di regole, che devono essere fissate dallo Stato per promuovere la tutela dell’ambiente. Bisogna incoraggiare soprattutto le produzioni con maggior risparmio energetico e orientate a ridurre l’impatto ambientale. Fermo restando che le condizioni quadro, atte a permettere un sano sviluppo delle attività produttive, devono essere incentivate e garantite dallo Stato”.
Partecipa all’evento “Nuove forme di lavoro tra tecnologia e sostenibilità“, che si terrà il 25 settembre 2018 all’Auditorium USI a Lugano. Le iscrizioni sono ancora aperte!
Articolo già apparso su Corriere del Ticino del 17.9.2018
Inbound Marketing: guida introduttiva
/in Marketing e Vendita, TematicheUna descrizione chiara di cosa è l’Inbound Marketing e come funziona per attirare nuovi lead verso l’azienda e trasformarli in clienti. In più, le linee guida per iniziare subito e pianificare oggi stesso una strategia efficace per potenziare il business.
Inbound Marketing: definizione e significato
L’azienda che ha inventato il termine Inbound (contrapponendolo ad Outbound) è HubSpot, software di Marketing Automation presente sul mercato da molti anni. La parola Outbound si traduce letteralmente con “mandare fuori” e fa riferimento agli spot promozionali, in TV o in radio, alle chiamate a freddo e in genere a tutte quelle azioni commerciali che “aggrediscono” le persone, senza che queste ultime abbiano mai mostrato interesse nei confronti di quel prodotto o servizio pubblicizzato.
Il termine Inbound invece, legato ad una strategia di Marketing, mira ad attirare l’interesse delle persone, solleticando la loro curiosità grazie a contenuti utili e piacevoli, diffusi in prevalenza online (ma non solo).
Attraverso il blog aziendale ad esempio o i Social Media, le persone interessate contattano spontaneamente l’azienda, diventando potenziali clienti da coltivare con riguardo. L’azienda infatti invierà ai nuovi contatti una serie di e-mail, ad esempio, in linea con le preferenze espresse, per accompagnare il nuovo Lead nel percorso che lo condurrà all’acquisto (Buyer Journey).
Come appare evidente, il cuore pulsante di una strategia di Inbound Marketing è rappresentato dalla produzione dei contenuti.
L’azienda che intende lavorare in ottica Inbound svilupperà innanzitutto un piano editoriale da proporre al proprio Target di clientela, sfruttando in prevalenza i canali di comunicazione on-line.
Strategia di Inbound Marketing per l’azienda: come iniziare
Se la produzione dei contenuti è la/una colonna portante dell’intero piano strategico, la definizione del target di riferimento è il basamento da cui partire per cominciare l’analisi. La definizione del cliente ideale (la Buyer Persona) riveste un’importanza cruciale, perché determina:
Un identikit efficace della Buyer Persona comprende informazioni come:
L’azienda, dal canto suo, dovrà svolgere un accurato lavoro di posizionamento del Brand, comunicando i valori a cui si ispira e l’elemento (vero) che la differenzia dalla concorrenza. Il potenziale cliente si identifica con l’azienda, concede la propria fiducia e si fidelizza.
Definita la strategia di Inbound Marketing più in linea con gli obiettivi aziendali, si passa alla fase del monitoraggio dei risultati, per risolvere eventuali criticità e puntare ad un costante aumento di traffico e conversioni.
Testo redatto da:
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