Ricevuta a Palazzo Civico la vicesindaca di Almaty

La vicesindaca della Città di Almaty, signora Assel Zhunussova, è stata ricevuta martedì 27 settembre a Palazzo Civico dal sindaco Marco Borradori e dai municipali Michele Foletti e Cristina Zanini Barzaghi. Erano presenti all’incontro anche Asset Abdualiyev, vicepresidente del Centro per lo sviluppo di Almaty e Maxat Suleimenov, consigliere dell’Ambasciata kazaka a Berna. Nel corso dell’incontro sono state presentate agli ospiti alcune politiche settoriali e progetti dell’amministrazione cittadina che riguardano in particolare lo sviluppo territoriale, la mobilità e la gestione finanziaria.

La visita a Lugano della delegazione di alti rappresentanti della Città di Almaty è una conseguenza delle attività promosse dalla Città di Lugano nell’ambito dei rapporti internazionali: a partire dal 2014 sono state sviluppate proficue relazioni con il Kazakistan, implementate con la firma di un accordo di cooperazione multisettoriale fra le due città sancito il 17 maggio scorso durante una missione congiunta in Kazakistan della Città, della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del Cantone Ticino (CC-Ti), della Lugano Commodity Trading Association (LCTA), di Lugano Turismo e Svizzera Turismo.

L’interesse di Lugano a sviluppare relazioni bilaterali con altre realtà urbane è indirizzato alla ricerca di ipotesi concrete che trasformino le alleanze di intenti in progetti tangibili. A Lugano figurano inoltre significative attività legate al paese eurasiatico in ambiti particolarmente dinamici, quali ad esempio il commercio di materie prime e dell’energia, l’ingegneria civile e l’edilizia, le telecomunicazioni, la farmaceutica e le tecniche mediche. “Sono lieto di poterla ricevere oggi, qui a Palazzo Civico, edificio storico della città e sede del Municipio di Lugano – ha esordito il sindaco Borradori; gli accordi di collaborazione – siano essi generici o specifici a un campo di attività – devono trovare una continuità e permettere un’evoluzione positiva, dinamica, finalizzata alla costruzione di scambi culturali, economici, scientifici e turistici fra le città e, di riflesso, tra le diverse realtà attive dei paesi coinvolti. È proprio in un periodo di perdurante bassa congiuntura economica internazionale che dobbiamo evitare strategie di chiusura, e continuare a investire, in maniera mirata, in un’apertura coerente e proficua con altre realtà. La sottoscrizione del Memorandum di collaborazione multisettoriale con la città di Almaty ha posto le basi per lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra le due parti e dischiude ricadute significative per le nostre economie.
Lugano presenta un mercato del lavoro flessibile, una grande capacità di innovazione, un sistema logistico di alto livello, una fiscalità attrattiva e un’amministrazione pubblica efficiente. Sono dunque presenti le condizioni per fare della nostra città il
centro ideale da cui operare a livello globale.”

Il sindaco Borradori ha ricordato la stretta collaborazione sviluppata con istituti accademici e bancari, associazioni economiche e aziende che ha favorito la crescita di una piattaforma di incontro fra le autorità e i partner kazaki, e gli attori interessati alla Città di Lugano.

La vicesindaca di Almaty, signora Assel Zhunussova, ha ringraziato il Municipio per la calorosa accoglienza: “Almaty non è più la capitale del Kazakistan, ma oggi è riconosciuta quale centro economico, culturale e storico del mio Paese. La città di Almaty produce un terzo del PIL del Paese, e vi hanno sede circa il 90% delle più importanti istituzioni bancarie. Presenta anche uno spiccato interesse turistico in quanto ha stazioni sciistiche e un aeroporto internazionale. La firma dell’accordo di collaborazione ci consente di creare un tessuto di relazioni su ampia scala, finalizzato a promuovere i rispettivi territori”.
Dopo il saluto del sindaco, i municipali Cristina Zanini Barzaghi e Michele Foletti hanno illustrato nel dettaglio alcune politiche settoriali e progetti dell’amministrazione cittadina che riguardano in particolare lo sviluppo territoriale, la mobilità e la gestione finanziaria.

La Cc-Ti e la LCTA sono soddisfatte per la concretizzazione dell’accordo di cooperazione tra le due città nell’interesse di uno sviluppo economico e tecnico sempre più stretto. Marco Passalia, vicedirettore della Cc-Ti e segretario generale della LCTA, conferma la volontà delle aziende ticinesi di internazionalizzare le proprie attività: “La diversificazione della clientela e dei paesi di sbocco è un elemento essenziale per creare valore e competenze nel nostro tessuto industriale e finanziario. In quest’ottica il supporto ufficiale dell’Ambasciata svizzera, della Città di Lugano, di Switzerland Global Enterprise, della Cc-Ti, della LCTA e di altre istituzioni importanti fornisce un apporto rilevante e complementare alle relazioni d’affari”. Il Kazakistan è stato identificato dalla CC-Ti fra i paesi prioritari per lo sviluppo della promozione economica ticinese, e Almaty è un centro economico e finanziario di riferimento per l’Asia centrale.

Nel corso dell’incontro cinque aziende di Lugano e della regione hanno presentato tre progetti di collaborazione nel campo della certificazione energetica, della pianificazione della gestione dei rifiuti urbani e della produzione di energia idroelettrica, coordinati dalla CC-Ti.

L’evento di oggi contribuisce a rafforzare le relazioni con la Città di Almaty e rappresenta un esempio concreto di come i rapporti istituzionali privilegiati possono favorire collaborazioni in rete con i partner attivi sul nostro territorio, sostenendo i settori economici, finanziari e turistici ticinesi. Al termine dell’incontro a Palazzo Civico è seguita una visita al LAC a cura di Lorenzo Sganzini, direttore della Divisione cultura.

Visibilità e networking

Attraverso i nostri canali (online e stampati) dedicati, la Cc-Ti sostiene e divulga news, eventi e progetti delle imprese affiliate.

Da sempre la Cc-Ti diffonde, tra le altre notizie ed informazioni di stretta attualità, anche le novità legate alla vita associativa. Con quasi 1’000 membri individuali e 43 associazioni di categoria a noi affiliate, rappresentiamo l’economia ticinese e ci rende orgogliosi poter dar spazio alle storie di successo, agli eventi ed ai nuovi traguardi dei nostri associati.

Per ogni nostro associato è fondamentale restare in contatto con il proprio pubblico target e stabilire nuove stimolanti relazioni con potenziali partner d’affari, facendo networking e promuovendo la propria attività, sfruttando appieno ogni potenziale.
La nostra rete di contatti è la risposta alle vostre specifiche esigenze: il networking che la Cc-Ti offre ai propri soci è multicanale e differenziato. Si passa dalle possibilità d’incontro durante i momenti più informali dopo gli eventi, ai business lunch, ai corsi di formazione frequentati dagli associati, ecc.

La Cc-Ti è sempre attenta alle tendenze in atto nel mondo della comunicazione, per questo affianca ai tradizionali media stampati di cui è editore o co-redattore anche i nuovi canali di comunicazione, per la propria attualità (siamo presenti sui principali social network; per restare aggiornati sulle attività della Cc-Ti, in modo semplice e veloce, basta seguirci sui nostri canali social) e anche per valorizzare le attività delle aziende ticinesi.

La Cc-Ti svolge queste attività principalmente attraverso due canali di comunicazione:

  • il mensile Ticino Business, che sin dalla sua nascita propone, nella seconda parte della rivista una rubrica chiamata Vita dei soci, nella quale ogni associato può disporre di un articolo di presentazione della propria azienda ed attività e/o comunicare agli altri associati i propri aggiornamenti su traguardi, innovazioni, nuovi prodotti, eventi, ecc.. Si tratta di una promozione per i soci, che iscrive nell’insieme dei mezzi di comunicazione che la Cc-Ti utilizza per informare e rafforzare i rapporti con il tessuto culturale ed economico cantonale.
  • la Bacheca dei soci Cc-Ti su Facebook: una nuova vetrina online di ampio respiro per tutti i soci, per comunicare e condividere in modo ancora più immediato gli ultimi aggiornamenti sulle vostre attività. L’importanza di essere online e di comunicare non è certo una novità. Da anni la rete è sulla cresta dell’onda ed ha radicalmente cambiato il nostro modo di vivere, comunicare, agire, pensare. In tutti i contesti, in ogni ambito: privato, professionale, relazionale. L’interazione tra attori sul web sui social network offre nuove vie di business e di comunicazione e al contempo ci proietta verso opportunità di crescita esponenziale legate ai nuovi sbocchi d’affari. Facebook in primis, Twitter, Youtube, hanno rivoluzionato la comunicazione d’impresa, il numero delle PMI che hanno aperto una pagina/un canale su un social media è in costante aumento. Il social media marketing che ne deriva, permette alle aziende di relazionarsi con i consumatori in maniera diretta, interagendo e commentando le notizie dell’azienda. Questo permette di ottenere dei feedback in tempo reale da parte degli utenti che assumono un ruolo attivo nel dialogo con l’azienda stessa e nella condivisione delle notizie.
Per maggiori informazioni su queste opportunità gratuite offerte a tutti i nostri soci,
potete contattare la Signora Lisa Pantini allo +41 91 911 51 32 o via e-mail a pantini@cc-ti.ch.
Siamo a vostra completa disposizione.

Anche il Brasile adotta i Carnet ATA

A partire dallo scorso luglio anche il Brasile, uno dei Paesi più protezionisti al mondo, ha approvato l’utilizzo del Carnet ATA, il documento doganale per l’ammissione temporanea di beni. Si tratta del primo Paese membro del Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale, ad aver aderito al sistema ATA. La notizia era giunta proprio a poche settimane dall’inizio delle Olimpiadi di Rio. Grazie a questa novità, numerose squadre sportive provenienti da tutto il mondo hanno potuto portare in Brasile le loro attrezzature beneficiando dell’ammissione temporanea e, quindi, non pagando eventuali dazi all’importazione.

Ad oggi sono 75 i Paesi che hanno aderito alla Convezione di Istanbul, ultimi in ordine di tempo possiamo citare l’Indonesia (2015) e l’Albania (2013). Ricordiamo che il Carnet ATA (Admission temporaire/Temporary admission) è un documento doganale internazionale che consente l’importazione temporanea di merci nei Paesi non comunitari aderenti alla convenzione ATA, senza dover depositare diritti e tasse. Il Carnet ATA ha una validità di 12 mesi. Entro il termine di scadenza, la merce deve essere reimportata nel Paese di partenza ed il documento deve essere restituito alla Camera di Commercio emittente. Questo documento può essere richiesto per campioni commerciali, attrezzatura necessaria allo svolgimento della propria professione, merci da esporre presso fiere, manifestazioni commerciali, manifestazioni sportive, ecc. Il Carnet ATA non copre né i prodotti deperibili o di consumo (come ad esempio bottiglie di vino destinate ad una degustazione) né le merci destinate ad operazioni di trasformazione o riparazione. Inoltre, materiali professionali specifici sono esclusi dalla Convenzione, come ad esempio quelli necessari all’esecuzione di lavori in ambito edile (pensiamo alle gru o alle betoniere).

Il servizio Export della Cc-Ti rilascia quotidianamente numerosi Carnet ATA sia ad aziende sia a privati che necessitano di attraversare le frontiere con merce che poi ritornerà in Svizzera senza subire nessuna modifica. Questo documento doganale è parte di una catena internazionale garante degli eventuali tributi doganali richiesti che è gestita dalla WCF (World Chambers Federation). La Cc-Ti, come i suoi istituti gemelli nel mondo, ha la funzione di garante nei confronti della propria Amministrazione doganale ed è tenuta ad anticipare alle Autorità doganali le somme che si rendessero necessarie pagare per irregolarità riscontrate nell’utilizzo dei Carnet. Al fine di proteggersi da eventuali rischi a suo carico, al momento del rilascio del documento di ammissione temporanea, la Cc-Ti richiede quindi a sua volta una garanzia. Alla chiusura del Carnet ATA ed in assenza di irregolarità, la Cc-Ti provvede naturalmente a sbloccare tale cauzione. Il Carnet ATA può essere richiesto attraverso il sito internet www.ataswiss.ch. È necessario registrarsi. A registrazione avvenuta si procede alla compilazione del formulario elettronico e all’inoltro dei documenti doganali. Il tutto si svolge nella massima semplicità e celerità del servizio Export della Cc-Ti: previa la ricezione della garanzia, il rilascio del documento avviene infatti entro le 24 ore.

Infine, una curiosità statistica: a livello internazionale, la Svizzera si situa al secondo posto dopo la Germania tra i Paesi che utilizzano maggiormente i Carnet ATA. I dati del 2014 indicano che sono stati emessi 28’598 documenti per l’esportazione temporanea per un totale di oltre 4 milioni di dollari di valore delle merci[1].

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia,
vice direttore e responsabile Export Cc-Ti 


[1] Cfr: www.iccwbo.org/WorkArea/DownloadAsset.aspx?id=19327359757

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Per maggiori informazioni contattare il Servizio Export della Cc-Ti (export@cc-ti.ch)
oppure consultare la piattaforma online Ataswiss che consente di compilare le domande di Carnet ATA via Internet: www.ataswiss.ch

Trasporti ed infrastrutture di domani: dossier tematico

“Dal 2020 si trasformeranno radicalmente le abitudini di trasporto. Credo che non siamo ancora del tutto consapevoli della misura in cui questi progetti epocali cambieranno la quotidianità.
L’intero Canton Ticino si ravvicinerà diventando «una grande città». Proprio per questo, a mio avviso, ci apprestiamo a entrare nella terza età dell’oro della mobilità ticinese. In futuro treno e auto non saranno più contrapposti.” Andreas Meyer, CEO FFS SA

Siamo tutti coscienti dei cambiamenti in atto a livello infrastrutturale ma non abbiamo ancora toccato con mano i nuovi, molteplici benefici. La terra sotto i nostri piedi si muove, un fermento positivo dove le nuove infrastrutture daranno un impulso notevole alla nostra regione. Non esisterà più il Ticino delle città ma diventeremo una “Città-Ticino”. Scoprite questo e tanto altro nel nuovo approfondimento della Cc-Ti sul tema mobilità ed infrastrutture, scaricando il pdf qui.

 

SOLAS: maggiori standard di sicurezza per le navi

La sicurezza della navigazione per la salvaguardia della vita umana in mare sembra un tema astratto per una nazione senza sbocco sul mare, come è il caso della Svizzera. Non va però dimenticato che il nostro Paese dispone di una flotta navale mercantile e che la sicurezza della navigazione è comunque una problematica fondamentale per l’export e il settore delle spedizioni. Con un breve excursus storico, ricordiamo che è dall’inizio del secolo scorso – dopo disastri marittimi importanti, come quello del Titanic nel 1914 – che si è sentita la necessità di creare una regolamentazione a livello internazionale che sopperisse alle carenze tecniche a favore del bene comune. È così quindi che nacque la Convenzione SOLAS, Safety Of Life At Sea, un testo per la salvaguardia della vita in mare, che venne, negli anni, continuamente aggiornato grazie alla creazione dell’Organizzazione internazionale marittima (IMO). Questo accordo ha ufficializzato l’impegno di quasi tutti gli Stati del mondo a far rispettare norme minime di sicurezza alle proprie navi: paratie stagne ed ignifughe anche orizzontalmente per tutto lo scafo; strumenti per la salvaguardia della vita umana in mare; mezzi di prevenzione e spegnimento degli incendi; radiotelegrafo a bordo e funzionante. La Convenzione SOLAS nelle sue forme successive è generalmente considerata come la più importante di tutti i trattati internazionali in materia di sicurezza delle navi mercantili.

Le novità del 2016

Lo spunto storico ci fa tornare ai giorni nostri per presentare l’ultimo aggiornamento della SOLAS, entrato in vigore il 1 luglio 2016 (con un periodo transitorio di 3 mesi), che inserisce l’obbligo di dichiarare la massa lorda verificata (l’accertamento del “gross weight”, definito semplicemente come “VGM”, Verified Gross Mass) di ogni container prima del carico a bordo della nave. Il responsabile di tale verifica del peso del container è lo spedizioniere (“shipper”) indicato sulla polizza di carico. Il dato della VGM e i dettagli della spedizione devono essere comunicati tramite un documento redatto su carta intestata, allegando la ricevuta della pesatura. Queste informazioni dovranno essere trasmesse con sufficiente anticipo rispetto all’imbarco per la preparazione e l’attuazione del piano di stivaggio nave nel rispetto dei tempi. Il dato VGM dovrà poi essere conservato, da tutte le parti coinvolte (shipper, nave, terminalista), fino allo sbarco del singolo container e, comunque, per almeno 3 mesi. Riguardo alle tolleranze, tenendo conto anche che “svariati carichi trasportati in container possono subire modifiche naturali della loro massa dal momento del confezionamento e pesatura al momento della consegna”, il livello di tolleranza è fissato in più o meno il 3% del valore scritto sul certificato.

È da sottolineare che senza questa “pesatura anticipata”, il vettore marittimo dovrà rifiutare il container ma questo problema può essere risolto, nel caso in cui vi sia dell’apparecchiatura certificata, pesando il container confezionato direttamente al porto. Il vettore inoltre non avrà nessun obbligo di verifica circa la correttezza della pesatura. Tutto è quindi in mano allo spedizioniere che può comunque delegare a un soggetto terzo la responsabilità di certificare il peso del container.

La ratio della nuova norma è quindi quella di ampliare gli standard di sicurezza, evitando così problemi di sbilanciamento durante la navigazione, di stabilità durante le fasi di carico e scarico dei container nonché di un non corretto o improprio “lashing and securing” della merce a bordo. Per realizzare tale obiettivo si è quindi deciso di anticipare gli strumenti preventivi ad un momento precedente la fase di imbarco, ponendo un maggiore onere di cooperazione in capo allo “shipper”.

Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

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“Swiss Rules of Arbitration: Efficient Dispute Resolution”

L’ ”Istituzione Arbitrale delle Camere Svizzere” si è presentata a Lugano lo scorso 3 giugno, in occasione di un’interessante conferenza durante la quale un numeroso e diversificato pubblico internazionale ha potuto confrontarsi con personalità della sfera legale ed arbitrale del nostro paese.

Sono stati messi in evidenza i vantaggi, soprattutto per le aziende attive a livello internazionale, di una procedura arbitrale rispetto ad una procedura ordinaria davanti ai tribunali statali.

Al giorno d’oggi le procedure giudiziarie possono infatti durare anche molti anni, e questo solo in prima istanza, senza quindi contare i vari livelli di ricorso possibili che la procedura civile ordinaria offre alle parti di un litigio.

L’arbitrato rappresenta un’interessante alternativa per evitare lunghe e costose procedure giudiziarie.

La procedura si presenta particolarmente snella e veloce per i casi il cui valore litigioso non supera i CHF 1’000’000; il Regolamento “Swiss Rules” (scaricabile dal sito www.swissarbitration.org, disponibile in inglese e in una dozzina di altre lingue) prevede che il lodo debba essere pronunciato entro 6 mesi dalla costituzione del tribunale arbitrale. Questa procedura riduce i costi in maniera considerevole.

Gli arbitri sono professionisti che vantano competenze specifiche nelle materie oggetto di controversia; essi debbono essere indipendenti ed imparziali rispetto alle parti. Il procedimento arbitrale e il lodo, a differenza dei procedimenti e delle sentenze emesse dai tribunali statali, sono confidenziali. L’arbitrato assicura libera scelta degli arbitri, del diritto applicabile, della lingua e dell’avvocato.

Uno dei vantaggi importanti consiste nell’assenza di qualsiasi intervento da parte dei tribunali ordinari nel corso del procedimento arbitrale. I lodi internazionali sono soggetti a limitati e tassativi motivi di impugnazione. I ricorsi per l’annullamento dei lodi vengono decisi dal Tribunale federale (massima autorità giudiziaria svizzera) quale istanza unica.

La legge svizzera sull’arbitrato è facilmente reperibile online sul sito www.swisssarbitration.org in diverse lingue. Ai fini dell’applicazione delle “Swiss Rules” è necessario che un richiamo espresso a queste ultime sia previsto dalle parti. Di consuetudine ciò normalmente avviene nella clausola compromissoria contenuta nel contratto, ma nulla esclude che tale richiamo venga compiuto successivamente all’insorgere della controversia in un accordo apposito, comunemente detto “compromesso arbitrale” (sul sito si trovano esempi utili).

Gli onorari degli arbitri e le spese amministrative della Swiss Chamber’sArbitration Institution sono contenuti. Essi vengono di regola calcolati in percentuale del valore di causa secondo la tabella riportata nel Regolamento. E’ inoltre possibile comprendere quali siano i costi legati ad un giudizio arbitrale attraverso l’utilizzo del calcolatore dei costi disponibile sul sito internet.

Oltre all’arbitrato, si è parlato del Regolamento di mediazione commerciale, le cui regole sono particolarmente appropriate per le parti che desiderino raggiungere una soluzione della loro controversia attraverso un accordo facilitato dall’intervento di un terzo neutrale.  Le regole di mediazione suggeriscono inoltre modalità per combinare mediazione e arbitrato. Il medesimo Regolamento permette al Tribunale arbitrale, con l’accordo delle parti, di intraprendere i passi necessari per facilitare la soluzione della disputa in maniera consensuale senza attendere la pronuncia del lodo.

La CC-TI gestisce uno dei 7 segretariati operativi a livello nazionale, in collaborazione con le altre sedi delle camere svizzere.

Tra i relatori, l’avv. Michele Rossi, Delegato delle relazioni esterne della CC-TI, nonché membro del Consiglio direttivo dell’Istituzione arbitrale e responsabile della sede di Lugano (nella foto).

Altre informazioni disponibili su www.swissarbitration.org o presso le sedi dei segretariati.

Scaricate il flyer dell’evento

Nuove opportunità grazie all’accordo di libero scambio tra l’AELS e le Filippine

Lo scorso 28 aprile 2016 è stato siglato a Berna un nuovo ed importante accordo di libero scambio (ALS) tra gli Stati dell’AELS (Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda) e le Filippine. È un trattato fondamentale con un Paese in piena espansione che conta oltre 100 milioni di abitanti, situandosi al 12° posto tra le nazioni più popolose al mondo. Le Filippine sono il 6° partner commerciale della Svizzera nel sud-est asiatico dove vengono esportati soprattutto prodotti farmaceutici (36,9%), macchine (19,9%), orologi (13,1%) e prodotti agricoli (9,1%). Nel 2015 il volume delle esportazioni si è attestato a 311 milioni di franchi. La Confederazione importa invece dallo Stato asiatico soprattutto metalli e pietre preziose (55,8%), macchine (23,6%) e strumenti medici (6,5%).

Come riportato dalla SECO in una nota informativa, grazie all’ALS si aprono nuove porte per le aziende elvetiche dato che le barriere commerciali verranno eliminate sul 91.6% dei prodotti industriali, dei pesci e di altri prodotti del mare. Più in particolare, l’accordo prevede l’eliminazione immediata dei dazi doganali già dalla sua entrata in vigore, anche se per alcuni prodotti sensibili è stata stabilita una diminuzione graduale dei tributi nell’arco di 3-10 anni. Alcune merci dell’industria automobilistica non avranno un’eliminazione totale dei dazi ma potranno contare su un sostanziale abbassamento. In generale si constata comunque che per gli interessi svizzeri i prodotti non inclusi nell’ALS sono generalmente marginali.

Inoltre, grazie all’accordo di libero scambio le Filippine ridurranno o elimineranno i dazi sulle principali esportazioni di prodotti agricoli da parte della Svizzera. L’ALS tocca anche il settore dei servizi, stabilendo delle ulteriori regolamentazioni per i servizi finanziari, di telecomunicazione, energetici e i servizi marittimi. Per quanto concerne la proprietà intellettuale, l’accordo rafforza alcuni aspetti inerenti i brevetti, la protezione dei marchi, le indicazioni di provenienza nonché i diritti di proprietà intellettuale e delle procedure giudiziarie. Inoltre, sono regolamentati anche la concorrenza, l’agevolazione degli scambi, nonché il commercio e lo sviluppo sostenibile. L’accordo stabilisce ancora disposizioni sugli investimenti e sugli appalti pubblici.

Le regole dell’origine dell’ALS corrispondono in linea generale al modello europeo. Sono comunque meno restrittive e prevedono anche una tolleranza del 15% del valore aggiunto per la lavorazione al di fuori delle parti contraenti (“outward processing”), quando in generale questa cifra si attesta al 20%. Le disposizioni concernenti il cumulo prevedono per i capitoli relativi ai prodotti industriali il cumulo diagonale (tra gli Stati dell’AELS e le Filippine) e la regola della non alterazione permette di dividere gli invii delle merci nei Paesi di transito senza che l’origine vada persa. Questa regola accresce la flessibilità logistica dell’industria di esportazione svizzera e facilita nel contempo anche le importazioni. Infine la dichiarazione d’origine è la sola prevista come prova d’origine, compresa anche la possibilità del sistema di esportatore autorizzato.

Infine, ci permettiamo sottolineare ulteriormente che l’accordo di libero scambio con le Filippine permetterà agli Stati dell’AELS – tra cui naturalmente la Svizzera – di rafforzare le relazioni economiche e commerciali con i partner asiatici e di disporre di un vantaggio competitivo essenziale verso i principali concorrenti esteri che non dispongono ancora di un ALS (ad esempio rispetto all’Unione Europea che ha avviato le trattative con la nazione asiatica lo scorso dicembre). È quindi sempre doveroso rimanere costantemente aggiornati sulle novità in merito agli ALS e alle opportunità e ai vantaggi che offrono alle aziende elvetiche volte all’internazionalizzazione.

Marco Passalia, vice direttore Cc-Ti
Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana

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Il Ticino delle aziende si presenta al liceo di Locarno

Giornata economica con gli allievi del Liceo di Locarno

La Cc-Ti è tornata nelle scuole, quest’anno accompagnando alcuni studenti del Liceo di Locarno alla scoperta dell’attività della Camera, della realtà economica ticinese e facendogli scoprire una bella realtà industriale della nostra regione. A seguito dell’ottima esperienza fatta l’anno scorso con alcune classi del Liceo di Mendrisio, quando la Cc-Ti si è recata con loro alla scoperta del tessuto aziendale della regione, abbiamo voluto riproporre il formato a beneficio dei ragazzi di una regione diversa, ma non meno ricca di spunti e di realtà aziendali interessanti.
Ed anche questa volta il risultato non ci ha deluso!

In questo modo la Cc-Ti vuole continuare a sottolineare l’importanza di mantenere e sviluppare un contatto diretto tra il tessuto economico ticinese e i giovani di diverse categorie di scuole, senza dimenticare l’impegno della nostra struttura a favore di altre iniziative che coinvolgono il settore formativo ticinese, come Espoprofessioni e Usicareer Forum.

A prendere inizialmente la parola è stato Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, spiegando come la Cc-Ti funga da ponte tra l’economia e la politica. Ruolo che riesce a svolgere indipendentemente grazie al suo statuto di entità privata. Anche recentemente, nel raffronto con le altre camere europee, questa conformazione del modello camerale svizzero ha dimostrato essere vincente per tutelare al meglio gli interessi degli imprenditori. Il Direttore ha poi risaltato, grazie anche al coinvolgimento da parte del professore liceale Emanuele Vitali, come non sempre sia facile essere un’associazione mantello – che riunisce settori disparati e realtà molto diverse dell’economia ticinese. Il “good- balance” tra la tutela degli interessi settoriali di taluni e quelli di altri non è sempre facilmente raggiungibile, come vuole dimostrare il caso degli scontri che si creano quando si parla degli accordi bilaterali e soprattutto quello legato alla libera circolazione delle persone, tra aziende esportatrici e aziende che operano puramente sul mercato locale.
A volte poi alcuni settori finiscono per prendere delle derive protezionistiche che, a conti fatti, potrebbero quasi sicuramente non portare giovamento nemmeno a loro.

Si è poi passati alla parte esposta dal Direttore di SSIB Ticino, Roberto Klaus, dedicata al tema della responsabilità sociale delle aziende, molto caro alla Cc-Ti e portato avanti da diverso tempo, come potete (ri-) scoprire accendendo al nostro dossier sostenibilità ed alle interviste sul tema visibili nel nostro canale youtube.

Roberto Klaus ha voluto da subito sottolineare come l’importanza del tema non vada di pari passo con nuove regole o imposizioni. La Cc-Ti è infatti contraria a un approccio d’imposizione e predilige quello spontaneo di auto-responsabilizzazione.

Sul tema gli studenti hanno potuto poi riflettere più in concreto tramite un lavoro a piccoli gruppi che ha permesso poi alla fine, tramite le presentazioni, di esporre sia al docente, che agli ospiti relatori che ai compagni le loro riflessioni sul tema esposto in modo accattivante da Roberto Klaus.

Al pomeriggio ci si è recati in visita ad una vicina azienda industriale delle regione, tra l’altro anche molto attiva su diversi temi di RSI, la quale ha permesso ai ragazzi di toccare con mano uno spaccato di vita aziendale nel pieno del suo svolgimento.

Per saperne di più sulla giornata e sulle reazioni degli ragazzi alla visita del pomeriggio vi invitiamo a leggere l’approfondimento dell’evento sul prossimo numero di Ticino Business di giugno!

Industria 4.0 e la digitalizzazione nelle aziende esportatrici

La quarta rivoluzione industriale è arrivata: Industria 4.0, ovvero l’applicazione dell’Internet delle cose (IoT) alla produzione industriale e il collegamento in rete di persone, prodotti e macchine, sta stravolgendo i modelli organizzativi e cambiando il business in generale e quello internazionale in particolare. L’interconnessione e la digitalizzazione dei processi produttivi creano la “Smart Factory” (la fabbrica intelligente che si adatta da sola), abbattono i costi di produzione, consentono una maggiore customizzazione e favoriscono l’entrata su nuovi mercati.

Nella “Smart Factory” l’integrazione verticale e orizzontale diventano fattori importanti. L’integrazione verticale offre grande potenziale di ottimizzazione in quanto i processi informatici e di comando sono messi in rete, abilitando lo scambio di dati tra reparti aziendali (sviluppo, pianificazione, produzione, vendite, distribuzione), che possono in seguito organizzarsi da sé. Per quanto riguarda il commercio con l’estero, le grandi quantità di dati scambiati consentono di prevedere gli sviluppi futuri e valutare la domanda potenziale nei vari mercati. Nell’ambito dell’internazionalizzazione è però la dimensione orizzontale dell’integrazione ad apportare i cambiamenti più incisivi in quanto le catene del valore classiche tra aziende si trasformano in reti di creazione del valore, dove le imprese lavorano insieme su uno stesso prodotto al di là dei confini organizzativi e nazionali. Le aziende più grandi assegnano sempre più processi a quelle più piccole e specializzate, indipendentemente dalla loro ubicazione. Le PMI, sempre più attive in reti di sviluppo, produzione e cooperazione globali, si possono concentrare sulle loro competenze specifiche. Esse sono però anche chiamate a rivedere l’approccio ai mercati esteri e uno dei primi passi da fare è sicuramente quello di digitalizzarlo.

Le opportunità offerte dal connubio digitalizzazione e internazionalizzazione possono essere sfruttate meglio di quanto non sia stato fatto sinora: un progetto di esportazione può infatti essere portato avanti in molti modi sul web, cominciando dall’analisi della domanda nei mercati target, dalla valutazione di clienti potenziali e così via sino al marketing online e alle vendite tramite l’e-commerce. Un primo strumento utile è sicuramente la piattaforma www.exportdigital.ch, frutto della partnership tra Switzerland Global Enterprise (S-GE) e Google Switzerland. Essa mette a disposizione circa 100 video tutorial su questioni inerenti l’export, il marketing digitale e l’acquisizione di clienti online nonché uno strumento di ricerca dei mercati potenzialmente interessanti (tramite parole chiave che descrivono il prodotto o servizio in poco tempo si ottiene una classifica dei mercati che offrono le maggiori opportunità e informazioni di base ad es. sulla concorrenza, il comportamento di acquisto dei consumatori online e i sistemi di pagamento).

Attenzione però: la digitalizzazione dell’approccio all’export va integrata in una strategia globale. A prescindere dai canali digitali, nel mercato di riferimento può essere comunque necessario disporre di una rete di partner locali e di ulteriori canali di marketing e di vendita. Non vanno inoltre sottovalutate le differenze culturali e normative, come pure le questioni fiscali. L’entrata su nuovi mercati resta quindi un processo complicato e in questo senso Camera di commercio e S-GE sono a disposizione come sempre con corsi, consulenze ed eventi per informare e consigliare al meglio le imprese ticinesi.

Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

MobiliTI day: la mobilità concertata è la via da percorrere!

Il 15 aprile 2016 si è tenuto, presso la sede del Corriere del Ticino di Muzzano, l’evento Come cambia la mobilità in Svizzera e in Ticino. Attraverso quest’incontro (scarica il flyer) – co-organizzato dalla Cc-Ti con le CCIS, la CNCI e la HKBB  e sostenuto da 15 delle associazioni economiche presenti in Ticino (visualizza la lista completa sul flyer) – si è voluto sottolineare l’importanza di un approccio globale – che tenga conto di tutte le parti in causa – per ridurre le problematiche legate al traffico.

In particolare sono stati presentati due strategie di mobilità concertata che hanno dato dei buoni frutti in altri Cantoni Svizzeri, Basilea e Neuchâtel. Sono inoltre stati esposti i progetti di due aziende – Unione farmaceutica distribuzione e Schindler elettronica – che sul suolo ticinese si sono già adoperate per garantire – con risultati molto soddisfacenti –  una diminuzione delle problematiche legate al traffico.

Dopo un breve saluto del Direttore del CdT, Fabio Pontiggia, ha preso la parola Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, che ha sottolineato come – nonostante le esigenze del territorio, della popolazione e delle imprese siano spesso messe in contrapposizione – in realtà, per trovare soluzioni che possano migliorare la qualità di vita senza ostacolare le attività produttive essenziali per lo sviluppo del territorio, serva un lavoro comune ad ampio respiro. Proprio a dimostrazione che solamente attraverso uno sforzo coordinato, le soluzioni possono essere soddisfacenti, il Direttore Cc-Ti ha dunque presentato il progetto di mobilità di Basilea, Cantone per molti versi simile al nostro. Luca Albertoni ha quindi concluso la sua relazione citando qualche proposta che come Cc-Ti intenderà portare avanti, quali una formazione specifica per mobility manager e una verifica costante delle condizioni quadro.

La parola è quindi passata a Florian Németi, Direttore della Camera di commercio e dell’industria Neuchâtel,  che ha esposto il progetto Mobilità 2030, che è stato accettato dal popolo con l’84% dei voti, proprio perché faceva l’unanimità tra i vari attori parte alla problematica, ovvero aziende, associazioni economiche e apparato pubblico.

Nella seconda parte dell’evento si è passati ad un approccio più concreto, risaltando quello che le aziende già fanno per migliorare sensibilmente la mobilità del nostro territorio, sia in modo individuale che sfruttando alcune similitudini e sinergie, grazie in particolare ad alcuni supporti tecnici di ultima generazione. Sono stati presentati i progetti aziendali di Unione farmaceutica distribuzione, dal suo Direttore Generale – Mattia Keller – e di Schindler elettronica, da parte del responsabile del progetto mobilità – Marzio Corda. A chiudere il cerchio delle varie presentazioni è stato Andrea Turroni, Fondatore di BePooler, che ha parlato di come la tecnologia faciliti la concretizzazione di una mobilità più sostenibile, sia per i cittadini che per le aziende e le istituzioni.

L’evento si è concluso con una riflessione da parte di Stefano Modenini che ha risaltato l’importanza per il mondo industriale, ma non solo, di trovare a breve delle soluzioni per la mobilità in Ticino.

Il successo dell’evento è stato la conferma dell’interesse da parte del substrato economico ticinese per il tema. La Cc-Ti continuerà quindi ad approfondire costantemente la questione in maniera sempre più concreta e, speriamo concertata,  attraverso diverese azioni.

Potete guardare un breve resoconto filmato dell’evento cliccando qui.

Scaricate le presentazioni
Luca Albertoni
Florian Németi
Mattia Keller
Marzio Corda
Antonio Turroni
Dossier mobilità Cc-Ti da scaricare
Articoli tratti da Ticino Business del numero di aprile
Comunicato stampa in tema mobilità
Documenti di approfondimento in tema mobilità
Guardate le interviste ai relatori sul tema
Luca Albertoni
Florian Németi
Marzio Corda
Mattia Keller
Antonio Turroni
L’evento nei media
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