Opportunità di business in Spagna: il settore delle infrastrutture viarie

Il governo spagnolo ha presentato il piano “Extraordinary Plan for Investment in Roads”, un nuovo meccanismo di finanziamento per le infrastrutture stradali che comporta un investimento di 5 miliardi di euro e che coprirà oltre 2ʼ000 km nei prossimi 4 anni.

Il piano “Extraordinary Plan for Investment in Roads” (Plan Extraordinario de Inversión en Carreteras PIC), il principale investimento privato nel settore stradale dal 2006, eviterà di gravare sul budget pubblico, grazie a un meccanismo di finanziamenti basato sul partenariato pubblico-privato e che garantirà inoltre finanziamenti europei attraverso la Banca europea per gli investimenti. In più, i progetti previsti in questo piano di investimento straordinario possono essere finanziati tramite il Piano di investimenti per lʼEuropa della Commissione europea (EC IPE).

Le misure del piano che includono investimenti…

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Fintech – Una nuova tendenza in Vietnam con opportunità per le PMI svizzere

Lʼecosistema fintech del Vietnam è in crescita, alimentato dal desiderio del governo di far progredire lo sviluppo fintech. Le PMI svizzere possono permettere il miglioramento dello sviluppo e partecipare alla “Fintech Challenge Vietnam”.

Il governo vietnamita ha emanato una decisione politica con lʼobiettivo di ridurre drasticamente le transazioni in contanti e per migliorare i metodi di pagamento elettronici entro il 2020. Il nuovo programma, non solo fornirà lʼinfrastruttura e lʼattrezzatura per eliminare i contanti dallʼeconomia del Vietnam, bensì intende anche cambiare profondamente il metodo di pagamento della popolazione del Paese. Nello specifico, il programma cerca di ridurre il numero delle transazioni in contanti a meno del 10% delle transazioni totali del mercato, in tutti i supermercati, centri commerciali e i distributori entro il 2020; a meno del 70% delle transazioni legate ai servizi di pubblica utilità e di telecomunicazioni; e a meno del 50% di tutti i nuclei familiari in zone urbane.

Con una popolazione di circa 95 milioni, di cui circa il 70% ha unʼetà compresa tra i 15 e i 64 anni, lʼeconomia internet del Vietnam ha un grande potenziale e il fintech si conferma unʼopportunità relativamente poco sfruttata. Secondo il rapporto sulle startup fintech del Vietnam datato 2016, tale industria è ancora ai primordi, con poco più di 30 attori, che stanno prevalentemente affrontando il mercato dei pagamenti.

Fintech Challenge Vietnam

Con la volontà di creare e promuovere un ecosistema per lʼinnovazione finanziaria che migliora lʼaccesso ai servizi finanziari per le micro, piccole e medie imprese in Vietnam e altre di popolazioni scarsamente servite.
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“Pensare come un Hacker”? Il Direttore della Cc-Ti tra i relatori di un evento sul tema

Nell’ambito dell’evento organizzato il 23 gennaio al Cinestar a Lugano dal Servizio di informatica forense SUPSI, Ated ICT Ticino e Clusis, l’Associazione svizzera per la sicurezza delle informazioni, dove si è parlato di un tema di strettissima attualità, ossia la cybersecurity e il modo di pensare degli hacker, è intervenuto anche Luca Albertoni.

Conoscere la forma mentis di un Black Hack è un grande investimento e una grande opportunità. Scoprire come pensa, osserva e concepisce le soluzioni torna molto utile in azienda per definire un’adeguata strategia di cyber difesa. È noto infatti che la Black Hat è la conferenza sulla sicurezza informatica più importante del globo. Solo nell’edizione 2017 di Las Vegas, ha visto la partecipazione di oltre 17’000 esperti di sicurezza. L’FBI quando cerca un hacker sa che lo trova alla Black Hat. Tuttavia essere un Black Hat non è affatto semplice. Non basta essere preparati, bisogna stupire. Soltanto chi dimostra di risolvere un problema che le aziende non sanno ancora di avere può prendere parte alle selezioni.

In questo interessante contesto si è dunque svolta questa conferenza che tra i relatori di spicco, ha visto la presenza del Direttore Cc-Ti, Luca Albertoni, che è intervenuto portando il suo pensiero parlando di aziende e sicurezza e facendo il punto sulla questione (tema a cui già anche la Cc-Ti aveva dato risalto in diverse occasioni).
Tra gli altri relatori vi erano l’Avv. Paolo Bernasconi, dello Studio legale Bernasconi Martinelli Alippi & Partners di Lugano, e Marco Zonta, ingegnere di ReaQta.

Vi è poi stata un’intervista a Stefano Zanero, uno tra i più autorevoli esperti di sicurezza informatica del mondo, che è stata condotta da Alessandro Trivilini, responsabile del Servizio di informatica forense SUPSI e rappresentante per la Svizzera nel programma intergovernativo di cooperazione europea COST (CA16101) per la ricerca scientifica e tecnologica.

Decisione d’imposizione elettronica (IMe): obbligatorietà dal 1° marzo

Nel quadro dell’attuazione della strategia di e-government della Confederazione , il 1° marzo 2018 l’Amministrazione federale delle dogane introdurrà l’obbligo della decisione d’imposizione elettronica (IMe) nel sistema d’imposizione e-dec. Fino a tale data l’AFD allestisce le decisioni d’imposizione come segue:

  • dichiarazione d’importazione e-dec
  • IMe Importazione oppure
  • decisione d’imposizione in formato cartaceo; mod. 11.08 (arancione)
  • dichiarazione d’esportazione e-dec
  • IMe Esportazione
  • dichiarazione d’esportazione NCTS
  • decisione d’imposizione in formato cartaceo; mod. 11.38 (rosa)

A partire dal 1° marzo 2018, le decisioni d’imposizione in e-dec verranno allestite soltanto in formato elettronico. Per contro, le decisioni d’imposizione NCTS rimangono in formato cartaceo.

L’AFD ricorda che già a partire dal 2008, le decisioni d’imposizione in e-dec Esportazione sono disponibili soltanto in formato elettronico.

Come funziona l’IMe?

Anziché stampare la decisione d’imposizione e inviarla per posta al titolare del conto PCD, l’AFD allestisce la decisione d’imposizione sotto forma di un file munito di firma digitale e lo mette a disposizione affinché venga ritirato. Tutte le informazioni dettagliate sono disponibili direttamente nella comunicazione dell’AFD o sulla pagina internet dedicata.

Quale potenziale offrono i mercati di frontiera?

Si tratta, in questo senso, di Paesi con un reddito pro capite medio-basso, caratterizzato tra le altre cose da unʼelevata dinamica economica e un alto tasso di crescita della popolazione, a differenza dei classici Paesi emergenti presentano però un mercato finanziario sottosviluppato.

Queste condizioni quadro rendono interessanti i mercati di frontiera, in particolare, agli occhi di investitori alla ricerca di alti rendimenti. Tuttavia, anche per imprese esportatrici svizzere può essere opportuno raffrontarsi intensamente con i mercati di frontiera. Lo studio del CSRI mostra che la quota delle esportazioni dei mercati di frontiera, in relazione al PIL, è complessivamente più elevata rispetto ai classici Paesi emergenti.

In altre parole: i mercati di frontiera già oggi sono più aperti nel commercio internazionale rispetto ai classici Paesi emergenti.

Interessante e al contempo esigente

Gli esportatori svizzeri dovrebbero tenere maggiormente in considerazione i mercati di frontiera con una prestazione economica complessiva di 3,7 miliardi di dollari, in qualità di nuovi potenziali mercati?
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Comunicazione multicanale differenziata: grandi novità per i soci dal 2018

L’anno che si sta chiudendo è stato davvero eccezionale per la Cc-Ti: abbiamo festeggiato il Centenario, sottolineandolo con eventi ed approfondimenti che hanno caratterizzato il nostro ruolo di associazione mantello per tutta l’economia ticinese. Anche il 2018 sarà ricco di novità, pensate per avvicinarci sempre di più ai soci e dialogare con essi.  Con la strada già tracciata dall’anno in corso, la nostra comunicazione si rafforza e diventa sempre più multicanale.

Abbiamo identificato 4 grandi aree tematiche sulle quali ci concentreremo nel 2018, e che fungeranno dal fil rouge per tutta quella che è la comunicazione della Cc-Ti.
Da sempre precursori dei trend in atto, per proporre e invitare alla riflessione ed al dialogo, i temi declinati saranno: internazionalizzazione e swissness; responsabilità sociale delle aziende; digitalizzazione; smart life.

Quali strumenti utilizziamo?

Gli strumenti principali sono articoli, approfondimenti, interviste e prese di posizione, comunicati stampa, eventi e missioni economiche, formazione e video, declinati su canali differenti.

Da sempre siamo precursori dei trend in atto per proporre ed invitare alla riflessione ed al dialogo.

I nostri canali

Se il nostro sito web https://www.cc-ti.ch resta il principale veicolo d’informazione, sono state potenziate le comunicazioni attraverso le newsletter dedicate. Ne abbiamo strutturate 3 diverse:
– una dedicata all’attività della Cc-Ti
– una seconda newsletter è destinata all’export
– e, novità, una terza è specifica per la formazione

Ci potete sempre raggiungere anche attraversi i social media (Facebook, YouTube, Twitter, LinkedIn). Grandi novità sono il dépliant delle attività per il 2018 (ossia un riassunto delle proposte formative ed eventistiche, degli eventi export e delle missioni economiche per il primo semestre del 2018. Lo stesso verrà fatto nel secondo semestre) e Ticino Business (che sarà pubblicato in 5 numeri annui, con contenuti informativi per i soci e vetrina per loro notizie).

Appuntamenti a cui non mancare

Già a partire da gennaio avremo appuntamenti interessanti a cui partecipare. Nel corso dei mesi si susseguiranno eventi tematici, i tradizionali eventi-Paese (Egitto, Cina, Azerbaijan, Colombia) e le relative missioni economiche (mercati focus già conosciuti e nuovi come l’Azerbaijan e la Cina), che sapranno dare nuova linfa alle aziende ticinesi, a diversi livelli.
Come detto, il programma sarà intenso già dal prossimo mese: proporremo dei networking breakfast per far incontrare i soci e dar loro la possibilità di conoscersi e presenteremo la nostra consueta inchiesta congiunturale, che aprirà l’anno con i trend per il 2018. Avremo anche un importante studio da parte del celebre istituto Bak Basel, che nel corso della primavera potremo scoprire.
Un capitolo importante è anche quello rappresentato dalla formazione targata Cc-Ti. Essa si struttura in 2 cappelli: formazione puntuale (strutturata per aree tematiche – export, risorse umane, comunicazione, vendita e questioni giuridiche, con oltre 60 corsi annuali –) e formazione di lunga durata (con la scuola manageriale della Cc-Ti, che porta all’ottenimento di un diploma federale quale Specialista della gestione PMI).

Infine, per raggiungere il pubblico in modo più completo possibile, differenzieremo sempre le nostre comunicazioni, grazie anche agli accordi con media di diversa natura (radio, tv, media online, quotidiani).

Non mancheremo di informarvi su altri nuovi sviluppi.

Swissfirms: lo strumento di networking per nuove opportunità d’affari

Per la Cc-Ti è fondamentale che i propri affiliati possano creare nuove relazioni, dialogando efficientemente tra di loro. Siamo fermamente convinti che al giorno d’oggi sia fondamentale poter coltivare contatti d’affari in modo preciso, diretto ed efficace. Ancor di più, per un networking diretto bidirezionale, è basilare possedere le giuste carte per essere trovati con facilità. In questo senso essere presenti su Swissfirms è la soluzione vincente per le imprese affiliate alla Cc-Ti.

Questo portale infatti è stato creato dalle 18 Camere di commercio e dell’industria svizzere (CCIS), e raccoglie i dati delle aziende socie di tutte le CCIS, compresa la Cc- Ti. Tutti i soci della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino dispongono gratuitamente di un proprio profilo sul portale www.swissfirms.ch. In esso si trovano informazioni affidabili su oltre 15’000 aziende, di cui oltre 1’000 ticinesi.Trovare ed essere trovati in modo rapido. Informazioni che comprendono logo riconoscibile, nominativi di riferimento dei quadri e per settore, indirizzi, indicazioni stradali e fotografiche dell’azienda, ecc..
Questa utile piattaforma consente alle vostre esigenze di marketing di usufruire degli strumenti più efficaci per le vostre spedizioni o ricerche mirate. Il successo di un campagna a mezzo posta dipende in egual
misura, sia dalla qualità degli indirizzi, sia dalla mirata scelta del target dell’invio. Swissfirms è la soluzione alle vostre esigenze, poiché assicura:

  • dati confermati dalle CCIS,
  • criteri che permettono una selezione mirata al vostro target,
  • informazioni attualizzate sulle aziende socie delle CCIS.

Create e trovate ciò di cui avete bisogno

Swissfirms vi propone differenti criteri di ricerca:

  • area geografica,
  • settore d’attività (in base alla classificazione NOGA),
  • numero di dipendenti.

Gli indirizzi possono essere acquistati in formato excel o come file word.

Aggiornamento dati

È responsabilità di ogni azienda aggiornare i propri dati e vigilare sulla sempre attualità degli stessi.

Management del proprio profilo aziendale

Unitamente alla conferma di adesione alla Cc-Ti avete ricevuto un nome utente (SwissfirmsID) e una password, che vi permettono l’accesso alla piattaforma www.swissfirms.ch.  Potete facilmente accedere a questi dati anche sul sito web www.cc-ti.ch/my-account/?a=pwdreset, compilando il formulario, oppure contattando Lisa Pantini allo +41 91 911 51 32, pantini@cc-ti.ch.

 

 

 

L’offerta per i soci della Cc-Ti
Swissfirms aggiunge un ulteriore sconto promozionale del 25% sull’acquisto degli indirizzi, per un totale di riduzione del 50%. Quest’offerta è limitata ai soci delle Camere di commercio e dell’industria della Svizzera (CCIS) ed è valevole sino al 31 gennaio 2018. Approfittate dunque di quest’occasione accedendo direttamente alla piattaforma Swissfirms.ch  o richiedete una consulenza alla vostra Cc-Ti.

Nei Big Data il futuro della mobilità

Testo a cura di Alessio Del Grande

Qualche settimana fa Bill Gates, il fondatore di Microsoft, ha investito 80 milioni di dollari per costruire un’avveniristica cittadina su un terreno di 10mila ettari a Tonopah, in Arizona. A poche decine di chilometri da Phoenix, sorgerà una Smart City organizzata con una gestione digitale del territorio grazie all’analisi dei Big Data.

Se il fondatore di Microsoft creerà addirittura dal nulla la sua Smart City, le città intelligenti sono ormai il traguardo su cui si stanno gradualmente rimodellando in Europa, Svizzera compresa, le metropoli e i grandi poli urbani.
L’analisi dei Big Data che confluiscono nel web, trasformati in specifiche informazioni permettono, infatti, la gestione ottimale delle reti per la distribuzione di energia, del traffico, dei parcheggi, dei servizi di raccolta rifiuti e di tutte le infrastrutture su cui si reggono le odierne realtà urbane. Con effetti molto positivi anche per l’ambiente. Solitamente quando si parla di Smart City si pensa a notevoli investimenti in tecnologie, in complessi sistemi di cablaggio e in competenze avanzate, il che è anche vero. Ma pianificare una città o un territorio in modo intelligente non comporta necessariamente spese enormi, se con altrettanta intelligenza si sfruttano le possibilità già esistenti e le sinergie tra diversi centri di competenza. Da questo profilo assai interessante è il progetto Smart City di Swissicom e le esperienze fatte in alcune città svizzere per la gestione del traffico e della mobilità che, come ha ribadito in più occasioni il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, potrebbero essere un modello anche nel nostro Cantone per rendere più scorrevole la circolazione e risolvere con misure appropriate problemi che si trascinano da anni. Attraverso l’analisi aggregata e anonima (per cui è impossibile risalire al singolo utente) dei segnali del cellulare che ognuno di noi ha ormai sempre con sé, si sono ottenute informazioni precise sulle diverse tipologie di traffico, sui differenti mezzi di trasporto utilizzati, su flussi e orari degli spostamenti. Informazioni da cui non si può prescindere per un’efficace pianificazione urbana e una gestione efficiente della mobilità. A questo scopo Swisscom ha sviluppato una sofisticata tecnica di rilevamento e valutazione dei volumi di traffico, analizzando la posizione dei dati rilevabili dal cellulare.

Pianificare un territorio in modo intelligente  non comporta spese enormi, se si sfruttano possibilità e sinergie esistenti.

A Montreux, ad esempio, si stava pensando di costruire un tunnel per decongestionare il traffico urbano. Il costo della galleria era stimato in circa 150 milioni di franchi. I ricercatori impegnati nel progetto della Swisscom hanno rielaborato i dati dei collegamenti dei cellulari con la rete di telefonia mobile, tracciando una mappa dettagliata di tutto il traffico, per verificare se era davvero necessario costruire il tunnel o se non ci fosse, invece, qualche altra soluzione. Ebbene, da questa analisi è risultato che la maggior parte del traffico era locale, riconducibile agli spostamenti dei residenti e alla ricerca di un posteggio, per cui con la galleria non si sarebbe risolto nulla. Si è deciso, dunque, di costruire un autosilo con 400 posti. Una scelta vincente che ha liberato Montreux dalla morsa del traffico interno, permettendo alla Città di risparmiare  anche decine di milioni di franchi.

Scaricate il dossier completo sul tema mobilità e digitalizzazione, che comprendente l’articolo principale e un’intervista a Carlo Secchi , Sales Director Ticino – VP, Swisscom, che parla di Smart Cities.

La Cina al vertice dei mercati dʼexport

Il mercato del Paese asiatico è considerato dalle PMI svizzere il più interessante per lʼexport. È quanto risulta dallo studio di Switzerland Global Enterprise (S-GE) realizzato in collaborazione con il centro di ricerca congiunturale KOF del Politecnico federale di Zurigo, che serve da orientamento per le PMI svizzere. USA e Corea del Sud seguono al secondo e al terzo posto della classifica mondiale.

 

 

Per identificare il principale mercato d’export si utilizzano complessivamente 15 diversi criteri. Tra di essi rientrano le dimensioni del mercato, il potenziale, il volume delle esportazioni e la crescita media del mercato degli ultimi anni. Nella classifica di S-GE sono stati valutati complessivamente 107 Paesi. Tra i primi dieci mercati troviamo, in ordine d’importanza, la Cina, gli Stati Uniti, la Corea del Sud, Singapore, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti, il Canada, la Polonia, il Giappone e la Germania.

Cina: una spinta in più grazie all’ALS

Non sorprende il risultato dello studio che vede al primo posto della classifica il dragone asiatico. Ricordiamo infatti che nel 2014 è entrato in vigore l’accordo di libero scambio (ALS) tra Svizzera e Cina che ha offerto, soprattutto alle aziende elvetiche, enormi vantaggi in un mercato potenziale di 1.4 miliardi di abitanti attento e ricettivo nei confronti dei prodotti di origine svizzera. Grazie all’ALS vi è stato uno sgravio o una riduzione graduale negli anni dei dazi doganali che ha dato un enorme vantaggio alle nostre PMI rispetto ai concorrenti europei. Citando esempi di vario genere, alcune batterie che avevano un dazio di oltre il 12% al momento dell’entrata in vigore dell’accordo, avranno una riduzione totale entro dieci anni, oppure alcuni tipi di motori che addirittura possono già oggi beneficiare oggi di un dazio 0.

Ad oggi sono molte le aziende svizzere che si sono interfacciate sul mercato cinese utilizzando i vantaggi dati dall’accordo di libero scambio e anche il sondaggio di Switzerland Global Enterprise sul clima dʼexport conferma tale tendenza positiva. Il 31% delle imprese svizzere intervistate ha infatti dichiarato di voler esportare in Cina entro la fine dellʼanno.

Seguendo costantemente i temi d’attualità, anche il Servizio Export della Cc-Ti, in collaborazione con S-GE, dedicherà nel corso del 2018 un evento-Paese dedicato alla Cina, dove si darà la possibilità alle aziende ticinesi di ascoltare informazioni di prima mano grazie agli interventi di esperti. Maggiori dettagli in merito seguiranno su queste pagine e nei portali online.

Valutazione delle Regioni: ASEAN al vertice

Nello studio del KOF, i mercati dʼesportazione principali sono stati valutati non soltanto sulla base dei singoli Paesi, ma anche a livello regionale. Nel ranking regionale i Paesi asiatici della Regione ASEAN (Filippine, Indonesia, Vietnam, Singapore, Malesia, Myanmar, Laos, Thailandia, Brunei, Cambogia) si situano al primo posto. La regione ASEAN è seguita dagli Stati del Golfo (Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti) e dai Paesi del Benelux (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo).

 

Marco Passalia, vice direttore e responsabile Servizio Export Cc-Ti

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana

Lo studio

Lo studio sui principali mercati dʼesportazione è stato realizzato da Switzerland Global Enterprise in collaborazione con il centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo. Nella classifica sono stati valutati 107 Paesi. Trai i 15 criteri si annoverano le dimensioni del mercato, la crescita del mercato degli ultimi anni (2010-2016), le prospettive di crescita del mercato (2017-2021), il volume di esportazione, nonché il potenziale di mercato. La classifica offre alle PMI svizzere unʼampia analisi su vari mercati dʼesportazione e serve come orientamento.

Digitale e protezione dei dati

Il 21 novembre si è svolta la giornata nazionale del digitale, con manifestazioni di ogni genere su tutto il territorio svizzero. Giusta iniziativa per sottolineare ulteriormente l’importanza di una trasformazione epocale, foriera di opportunità ma anche di comprensibili paure, trattandosi di un fenomeno complesso e non sempre facilmente identificabile con la sola definizione “digitale”. 

Fra le gli elementi che hanno assunto una rilevanza strategica nel contesto digitale vi è quello della protezione dei dati personali, visto che la tecnologia e i nuovi modelli di business a essa legati hanno cambiato numerosi parametri anche in questo ambito.

Il concetto di sfera privata è profondamente mutato in pochi anni e di questo la legislazione deve necessariamente tenere conto. Sono sostanzialmente due i fronti aperti sul tema: la revisione della legge federale sulla protezione dei dati proposta un paio di mesi fa dal Consiglio federale e l’ambito internazionale, nel quale si inserisce tale progetto. L’importanza dei dati è evidente per l’individuo, ma anche per le aziende, malgrado a volte si tenda a pensare che per esse lo sia solo ai fini dello sfruttamento commerciale. In realtà in gioco vi sono la sicurezza, la possibilità di operare senza limiti eccessivi, i rapporti con le persone che compongono l’azienda, con i clienti, i fornitori, ecc. Ragione per cui anche per l’economia la protezione deve avere un taglio moderno e trovare un equilibrio fra il legittimo bisogno di protezione e la libertà economica delle imprese e degli individui. Saggiamente, il Consiglio federale ha abbandonato tentazioni eccessivamente penalizzanti per la concorrenza e la capacità di innovazione, aprendo ad esempio alla possibilità di autoregolamentazione, che prevede ora un consulente in materia di protezione dei dati e un codice di condotta per le imprese.

L’importanza dei dati è evidente per l’individuo, ma anche per le aziende, malgrado a volte si tenda a pensare che per esse lo sia solo ai fini dello sfruttamento commerciale. In realtà in gioco vi sono la sicurezza, la possibilità di operare senza limiti eccessivi, i rapporti con le persone che compongono l’azienda, con i clienti, i fornitori, ecc.

Restano aperte alcune questioni riguardanti le definizioni di dati sensibili e dei diritti fondamentali da osservare, ma questo sarà oggetto delle discussioni parlamentari. Comprensibilmente, si prevede di inasprire le conseguenze penali di violazioni della legge con una sanzione massima di 250’000 franchi. In questa sede non si possono approfondire tutti i risvolti di un tema molto complesso e tecnico, ma in linea generale l’impostazione del progetto dovrebbe permettere di mantenere un equilibrio fra libertà individuali, libertà economica e tutela contro gli abusi. Questo è particolarmente importante anche nell’ottica delle regole internazionali che, piaccia o no, hanno una rilevanza anche per il nostro paese. Basti pensare al nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati (RGDP), che entrerà in vigore il 28 maggio 2018. Infatti, esso è applicabile anche alle aziende che non sono nell’Unione europea (quindi pure quelle svizzere) ma che offrono beni o servizi a persone oppure che osservano il comportamento di individui che si trovano nell’Unione europea (UE). Qui, in caso di violazioni, le sanzioni sono draconiane (4% della cifra d’affari annua o 20 milioni di euro). La protezione svizzera dei dati, pur avendo mantenuto regole più equilibrate, dovrebbe convergere con l’RGDP, ciò che farebbe della Svizzera un paese riconosciuto con un «livello di protezione adeguato» e quindi senza inutili ostacoli alle attività economiche transfrontaliere. Importante è sottolineare il fatto che le prescrizioni dell’UE non possono né devono essere riprese tali e quali perché per la Svizzera è importante mantenere il margine di manovra e la flessibilità delle imprese che non sono attive nell’ambito dell’UE.