L’Amministrazione statunitense ha esteso l’applicazione dei dazi aggiuntivi del 50% sulle importazioni di acciaio e alluminio, includendo 407 nuove voci tariffarie.
Il Bureau of Industry and Security (BIS) ha aggiunto 407 nuovi codici HTSUS (Harmonized Tariff Schedule of the United States) all’elenco dei derivati dell’acciaio e dell’alluminio soggetti ai dazi addizionali della Sezione 232. Gli elementi non in acciaio e non in alluminio presenti nei prodotti elencati rimangono soggetti ai dazi “reciproci”.
I dazi sui nuovi prodotti entrano in vigore per tutte le merci immesse in consumo o prelevate da deposito per consumo a partire dal 18 agosto 2025 alle ore 00:01 EDT (06:01 ora svizzera). Non sono previste eccezioni per le merci già in transito.
Per i derivati dell’acciaio, le aggiunte riguardano prodotti dei Capitoli HTS: 4, 21, 27, 28, 29, 30, 32, 33, 34, 35, 38, 39, 72, 73, 76, 82, 83, 84, 85, 86, 87 e 94.
Per i derivati dell’alluminio, le aggiunte riguardano prodotti dei Capitoli HTS: 4, 21, 27, 29, 30, 32, 33, 34, 35, 37, 38, 73, 76, 83, 84, 85, 87 e 94.
La CBP ha già pubblicato le linee guida per la corretta dichiarazione delle merci. Gli elenchi aggiornati dei prodotti soggetti alla Sezione 232 sono disponibili a fondo pagina:
IMPORTANTE: si raccomanda di verificare con attenzione le classificazioni tariffarie aggiornate, che includono, tra gli altri, farmaci finiti in confezioni blister (HTSUS 3004.90.9244) e componenti auto.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/08/ART25-nuovi-derivati-acciaio-alluminio-dazi-USA.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-08-18 11:34:252025-08-18 11:34:25Nuovi derivati di acciaio e alluminio soggetti a dazi aggiuntivi USA
Il 1° ottobre 2025, entrerà ufficialmente in vigorel’Accordo di partenariato commerciale ed economico globale (TEPA) tra l’Associazione europea di libero scambio (AELS) e l’India, aprendo nuove prospettive per gli scambi bilaterali e rafforzando la competitività delle imprese svizzere sul mercato indiano. Con questo accordo, le aziende esportatrici potranno beneficiare di condizioni tariffarie agevolate e di regole d’origine specifiche, con un impatto diretto sui costi e sull’accesso al mercato.
In questo articolo ci concentriamo sull’export di merci, evidenziando le principali novità normative e operative. Tra queste, spiccano l’uscita dell’India dal sistema di preferenze generalizzate (GSP) e l’aggiornamento automatico delle aliquote preferenziali nella tariffa elettronica Tares. È già possibile prendere visione delle nuove regole d’origine tramite gli Allegati 2A e 2A.1 dell’accordo. Il cumulo è limitato ai prodotti originari dell’AELS e dell’India, con una tolleranza generale del 10% per le regole della lista che richiedono un cambiamento di voce o di capitolo.
Per la prova dell’origine, gli esportatori elvetici potranno utilizzare una dichiarazione di origine redatta in inglese con firma elettronica (riservata agli esportatori autorizzati) oppure un certificato EUR.1, con l’obbligo di conservare la documentazione per almeno cinque anni. Inoltre, le merci originarie dovranno essere spedite direttamente alla destinazione finale (trasporto diretto). È consentito il trasbordo purché senza ulteriori lavorazioni.
Dal punto di vista operativo, va considerata la possibilità di imposizione provvisoria nel caso in cui la prova di origine non venga fornita tempestivamente. Le merci già in transito o in deposito doganale al 1° ottobre 2025 potranno comunque beneficiare delle aliquote preferenziali fino al 30 giugno 2026, a condizione che venga successivamente presentata la prova d’origine. È inoltre importante verificare le regole specifiche per i prodotti soggetti a particolari condizioni di impiego.
Per le imprese che operano o intendono operare con l’India, risulta ora essenziale:
verificare la corretta classificazione doganale dei propri prodotti,
analizzare le regole d’origine per sfruttare appieno le preferenze,
aggiornare le procedure interne per l’emissione di dichiarazioni di origine conformi
monitorare attentamente le fasi di riduzione tariffaria in India per cogliere tempestivamente le finestre di opportunità commerciali.
Dal 7 agosto 2025, gli Stati Uniti innalzeranno al 39% il dazio reciproco applicato su tutte le importazioni di prodotti di origine svizzera. La nuova aliquota sostituisce quella del 10%, in vigore da aprile, e si aggiunge ai dazi MFN (Most Favoured Nation) già applicati.
Il nuovo dazio è stato formalizzato con l’Executive Order del 31 luglio 2025 (Further Modifying the Reciprocal Tariff Rates), che modifica l’impianto introdotto in aprile con l’Executive Order 14257, contenente la dichiarazione di emergenza economica. L’aliquota, inizialmente fissata al 10%, viene ora portata al 39% ad valorem, calcolata sul valore in dogana.
Il dazio del 39%:
si applica alle merci d’origine svizzera, indipendentemente dal Paese di spedizione;
è aggiuntivo rispetto ai dazi MFN già previsti nel sistema HTSUS (Harmonized Tariff Schedule of the United States);
entrerà in vigore alle ore 00:01 EDT del 7 agosto 2025;
non si applica alle merci già caricate a bordo prima di tale orario e immesse in consumo entro il 5 ottobre 2025 (che restano soggette all’aliquota precedente del 10%).
Restano escluse le categorie già indicate nell’Executive Order 14257, tra cui:
prodotti soggetti a misure specifiche ai sensi della Section 232 (acciaio, alluminio, automotive, rame);
altri beni esplicitamente elencati come esclusi nel testo originale.
Attenzione al transshipment: regole anti-elusione rafforzate
Il provvedimento include una clausola anti-elusione rigorosa: le spedizioni via Paesi terzi volte ad aggirare il dazio sono considerate una violazione grave.
In caso di transshipment irregolare:
il dazio sale automaticamente al 40%;
si applicano sanzioni secondo il 19 U.S.C. § 1592 e
qualsiasi altro dazio, tassa, imposta, prelievo o onere applicabile alle merci in base al Paese di origine.
Le aziende esportatrici devono quindi prestare massima attenzione alla tracciabilità e correttezza della documentazione (certificati d’origine, codifica doganale, prove logistiche).
Confronto internazionale
L’Allegato I dell’ordine esecutivo presenta un sistema di aliquote differenziate per Paese di origine. La Svizzera risultatra i Paesi più penalizzati, terza dopo Siria (41%) e Laos/Myanmar (40%).
Per l’Unione europea, concorrente diretto dei prodotti svizzeri, si applica invece una struttura modulata:
se il dazio MFN è inferiore al 15%, si applica un dazio aggiuntivo per arrivare al 15% totale;
se il dazio MFN è pari o superiore al 15%, non si applica alcun dazio aggiuntivo.
Esempio pratico – Confronto prodotti di origine UE e CH:
prodotto UE con MFN 6% → dazio totale = 15% (aggiuntivo: 9%);
prodotto CH con MFN 6% → dazio totale = 45% (aggiuntivo: 39%).
Il differenziale tariffario (in questo caso del 30%) penalizza fortemente la competitività delle esportazioni svizzere.
Per i Paesi non menzionati nell’Allegato I, rimane in vigore l’aliquota aggiuntiva del 10% prevista dall’ordine esecutivo di aprile.
Prospettive e possibili evoluzioni
L’ordine esecutivo prevede la possibilità di rinegoziazione o revoca delle tariffe qualora gli Stati interessati, tra cui la Svizzera, concludano accordi commerciali o di sicurezza significativi con gli Stati Uniti.
Il Consiglio federale è ora chiamato a valutare contromisure diplomatiche e a riaprire il dialogo con Washington per tutelare l’accesso al mercato statunitense alle aziende elvetiche.
A partire dal 29 agosto 2025, ogni spedizione commerciale verso gli Stati Uniti sarà soggetta a dazi doganali, a prescindere dal valore della merce.
Con un ordine esecutivo firmato il 30 luglio, l’amministrazione statunitense ha decretato la sospensione globale del regime “de minimis”, che finora permetteva di importare beni sotto gli 800 dollari senza oneri doganali.
Si tratta di un cambiamento significativo per molte aziende esportatrici, soprattutto per quelle attive nell’e-commerce, nella vendita diretta al consumatore o nell’invio di piccoli lotti. Con soli 30 giorni a disposizione, queste imprese sono ora chiamate a rivedere rapidamente le proprie strategie di export: dall’adeguamento dei prezzi per assorbire i nuovi costi doganali, alla possibile centralizzazione della logistica negli Stati Uniti, fino al rafforzamento del coordinamento con partner importatori e spedizionieri locali.
Un cambio di rotta strategico
Secondo la Casa Bianca, la misura mira a contrastare abusi sistematici del sistema de minimis, incluso l’ingresso di merci contraffatte, insicure o legate al traffico di oppioidi sintetici. A ciò si aggiunge una crescita esponenziale delle spedizioni esenti da dazi: da 134 milioni nel 2015 a oltre 1,3 miliardi nel 2024.
Le nuove regole tariffarie
Con la fine dell’esenzione, tutte le spedizioni commerciali saranno soggette al regime doganale ordinario, che prevede:
dazio MFN
dazio ad valorem, calcolato sull’aliquota IEEPA (International Emergency Economic Powers Act) applicabile al Paese d’origine
eventuali altri dazi specifici
obbligo di dichiarazione doganale completa tramite il sistema ACE (Automated Commercial Environment), con codice tariffario HS, valore, origine e documentazione commerciale.
Eccezione temporanea per i pacchi postali
Per un periodo transitorio di sei mesi, le spedizioni effettuate attraverso servizi postali ufficiali potranno beneficiare di un regime semplificato, a scelta:
applicazione del dazioad valorem, calcolato sull’aliquota IEEPA (International Emergency Economic Powers Act) applicabile al Paese d’origine; oppure
applicazione di una tariffa fissa per pacco, compresa tra 80 e 200 dollari, a seconda della merce e del volume (la tariffa dipende dall’aliquota IEEPA applicata al Paese d’origine.
Al termine dei sei mesi, anche i pacchi postali saranno pienamente soggetti al regime ordinario con dazio MFN, dazio ad valorem basato sulle aliquote IEEPA e eventuali altri dazi.
Obblighi di garanzia
Per garantire la corretta riscossione dei dazi introdotti dal nuovo Executive Order, la U.S. Customs and Border Protection (CBP) può richiedere garanzie finanziarie specifiche.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/07/ART25-USA-fine-deminimis.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-07-31 08:59:432025-07-31 16:25:39Fine dell’esenzione “de minimis”: una nuova era per le esportazioni verso gli Stati Uniti
In un contesto geopolitico sempre più instabile, la diversificazione dei mercati di sbocco e di approvvigionamento rappresenta oggi una priorità strategica per le aziende. Nel quadro delle attività della Cc-Ti a sostegno dei propri associati, il direttore Luca Albertoni e la responsabile del settore Commercio internazionale Monica Zurfluh hanno recentemente avuto modo di dialogare con S.E. Ana Gabriela Massey Machado, Ambasciatrice del Costa Rica in Svizzera, e con Arianna Scuncio, Assistente amministrativa presso la stessa Ambasciata, per analizzare il potenziale di questo mercato dinamico e in evoluzione, con settori strategici in forte crescita.
Relazioni economiche consolidate
Il Costa Rica si conferma il principale partner commerciale della Svizzera in America Centrale. Nel 2024, la Svizzera ha importato beni costaricani – principalmente prodotti agricoli – per 160 milioni di franchi svizzeri, mentre le esportazioni elvetiche verso il Paese centroamericano hanno raggiunto i 211 milioni di franchi, costituite in gran parte da prodotti farmaceutici, dispositivi medici e strumenti di precisione, orologi, gioielli e macchinari. Questo scambio è facilitato dall’Accordo di libero scambio tra l’AELS e la Costa Rica, in vigore dal 2014. Alla fine del 2023, gli investimenti diretti svizzeri nel Paese ammontavano a circa 2 miliardi di franchi e le imprese svizzere presenti sul territorio davano lavoro a 3’785 persone.
Un hub regionale per l’innovazione e i servizi
Sebbene il mercato locale sia relativamente piccolo (circa 5 milioni di abitanti), il Costa Rica si distingue come piattaforma regionale per operazioni industriali e commerciali. Negli ultimi vent’anni, il Paese ha puntato con decisione sulla diversificazione economica e sull’attrazione di investimenti ad alto valore aggiunto, in particolare nei settori tecnologici. Un esempio emblematico è la zona franca di Coyol, oggi riconosciuta come uno dei cluster medtech e di manifattura avanzata più avanzati dell’America Latina. Il Paese offre inoltre solide competenze in ambiti come servizi digitali, ingegneria, back-office e servizi condivisi.
Un’occasione unica: il Costa Rica Trade and Investment Summit
Per le aziende interessate ad approfondire le opportunità offerte dal mercato costaricano, si segnala la prima edizione del “Costa Rica Trade and Investment Summit”, in programma dal 1° al 5 settembre 2025. Organizzato da PROCOMER, l’agenzia per la promozione del commercio estero del Paese, il Summit rappresenta il più importante evento di business e promozione degli investimenti dell’intera regione. L’iniziativa riunirà oltre 400 investitori e acquirenti internazionali da più di 45 Paesi, insieme a 1’000 esportatori e multinazionali, con l’obiettivo di generare oltre 3’200 incontri d’affari personalizzati. I partecipanti avranno accesso ad agende di incontri B2B su misura, visite a parchi industriali e zone franche, missioni settoriali e sessioni di networking e conferenze tematiche. I settori coinvolti includono: alimenti trasformati, frutta fresca, servizi, industria manifatturiera e altro ancora.
Supporto logistico per i partecipanti
PROCOMER coprirà per gli ospiti internazionali alloggio, pasti e trasporti interni durante l’intero evento. Le aziende partecipanti dovranno farsi carico solo delle spese di viaggio aereo fino a San José, capitale del Paese.
Perché il Costa Rica?
Stabilità politica, sostenibilità ambientale, alto livello di istruzione della forza lavoro, un ambiente economico aperto e un contesto normativo favorevole agli investimenti fanno del Costa Rica una destinazione privilegiata per le imprese innovative, aperte ai mercati globali e che puntano ad espandersi in Centro America.
Contatti e iscrizione
Per ulteriori dettagli e per registrarsi al Costa Rica Trade and Investment Summit 2025, non esitate a visitare il sito ufficiale di PROCOMER o contattare l’Ambasciata del Costa Rica in Svizzera (T +41 31 372 78 87, embcr-ch@rree.go.cr).
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/07/costa-rica-piattaforma-strategica.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-07-24 08:00:002025-07-24 09:05:38Costa Rica: una piattaforma strategica in America centrale
Il 2 luglio 2025, i Paesi dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) e quelli del Mercosur hanno concluso i negoziati per un accordo di libero scambio, al termine di un lungo processo negoziale. L’intesa rappresenta una tappa di rilievo nella strategia di politica commerciale estera della Svizzera e offre concrete opportunità di accesso preferenziale per diversi settori strategici, con potenziali ricadute positive in particolare per l’industria tecnologica, messa a dura prova negli ultimi anni dalle dinamiche protezionistiche e da un contesto economico internazionale instabile.
Con oltre 270 milioni di consumatori, il Mercosur rappresenta una destinazione strategica per l’export svizzero. Solo nel 2024, le esportazioni verso questi quattro Paesi hanno superato i 4 miliardi di franchi, registrando un incremento del 32% rispetto al 2014. Il solo comparto tecnologico svizzero ha esportato beni per circa 530 milioni di franchi, di cui quasi la metà relativi a macchinari.
Grazie all’accordo, una volta decorsi i periodi transitori (da 4 a 15 anni), circa il 95% dei prodotti esportati dalla Svizzera nei Paesi del Mercosur sarà completamente esente da dazi doganali (nota 1). Tenuto conto dell’elevata struttura tariffaria del Mercosur (con dazi medi attorno al 7% e picchi fino al 35%), l’intesa potrebbe generare risparmi annui fino a 180 milioni di franchi – il valore più alto mai ottenuto dalla Svizzera con un accordo di libero scambio, ad eccezione di quelli con l’UE e la Cina, e comparabile a quello recentemente firmato con l’India.
Settore industriale: accesso migliorato per i prodotti svizzeri
L’accordo prevede un accesso esentasse – in parte immediato, in parte graduale – per numerosi prodotti industriali chiave, tra cui macchinari, prodotti farmaceutici, strumenti di precisione e orologi. Ecco una sintesi delle principali concessioni ottenute:
Settore agricolo: nuove aperture per prodotti di qualità svizzeri
Anche nel comparto agricolo, l’accordo garantisce importanti concessioni per prodotti ad alto valore aggiunto, spesso realizzati con materie prime elvetiche come latte, farina di grano e zucchero:
Categorie di prodotti
Trattamento preferenziale nell’ambito dell’ALS
Formaggio
Esenzione dai dazi per 990 tonnellate (esclusa la mozzarella) fin dall’entrata in vigore
Caffè tostato
Esenzione dai dazi entro 8–10 anni
Bevande energetiche
Esenzione dai dazi entro 15 anni
Caramelle
Esenzione immediata dai dazi
Prodotti del tabacco
Esenzione dai dazi entro 15 anni
Biscotti
Riduzione del 40% entro 10 anni
Cioccolato bianco
Esenzione dai dazi per 1’119 tonnellate entro 10 anni
Cioccolato
Esenzione dai dazi per 466 tonnellate (cioccolato non ripieno) e 10’340 tonnellate (ripieno) entro 10 anni
Alimenti per l’infanzia:
Esenzione dai dazi per 50 tonnellate fin dall’entrata in vigore
Fonte: scheda informativa SECO
In cambio, la Svizzera concede al Mercosur 25 contingenti tariffari per prodotti agricoli sensibili, come le carni. Tuttavia, la maggior parte di questi contingenti rappresenta meno del 2% del consumo interno oppure ricalca i volumi di importazione attuali, mantenendosi quindi entro soglie sostenibili per l’agricoltura elvetica. Su questi aspetti, l’Amministrazione federale ha mantenuto un dialogo costante con i rappresentanti del settore agricolo.
Oltre i dazi: ostacoli tecnici, servizi e sostenibilità
L’accordo non si limita all’eliminazione dei dazi: rimuove anche numerosi ostacoli tecnici al commercio, rafforza la protezione della proprietà intellettuale – incluse denominazioni come Gruyère e Sbrinz – e migliora l’accesso ai mercati per fornitori di servizi e investitori svizzeri. Sono inoltre previste aperture nel settore degli appalti pubblici e una più stretta cooperazione economica bilaterale.
Un’intera sezione dell’accordo, giuridicamente vincolante, è dedicata al commercio sostenibile, con impegni chiari in materia di protezione ambientale e diritti dei lavoratori. È inoltre allegata una dichiarazione congiunta in materia.
Prossime tappe
La firma ufficiale dell’accordo è prevista nei prossimi mesi. Successivamente, il Consiglio federale lo sottoporrà al Parlamento per approvazione. L’entrata in vigore sarà possibile dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati firmatari. Le associazioni economiche svizzere sollecitano un iter parlamentare rapido, come avvenuto per l’accordo con l’India, per garantire all’export elvetico un vantaggio competitivo rispetto all’UE. L’accordo tra UE e Mercosur, firmato il 6 dicembre 2024, è infatti ancora in fase di ratifica, ostacolato dalle riserve espresse dalla Francia.
******
nota 1: Esenzione dai dazi doganali dopo la scadenza dei periodi transitori di 4, 8, 10 e al massimo 15 anni, presupponendo che tutte le esportazioni avvengano nell’ambito dell’accordo di libero scambio. I dati relativi alla copertura commerciale e ai potenziali risparmi sui dazi doganali si basano sugli anni 2014–2016, poiché le offerte degli Stati del Mercosur si fondano su tali dati. Gli elenchi definitivi delle concessioni saranno aggiornati in base all’ultima versione del tariffario doganale, il che consentirà di utilizzare dati più recenti (2022–2024).
nota 2: I dati relativi alla copertura commerciale e ai potenziali risparmi sui dazi doganali si basano sugli anni 2014–2016. Gli elenchi definitivi delle concessioni saranno aggiornati in base all’ultima versione del tariffario doganale, il che consentirà di utilizzare dati più recenti (2022–2024).
Il governo indiano ha rinviato al 1° settembre 2026 l’entrata in vigore del nuovo Regolamento Tecnico Omnibus (OTR), inizialmente prevista per il 28 agosto 2025. Il provvedimento riguarda l’obbligo di certificazione BIS per un’ampia gamma di macchinari e apparecchiature elettriche esportati in India.
macchinari per la lavorazione di plastica, gomma, ceramica, marmo
attrezzature per costruzioni e movimento terra
assemblaggi, sottoassiemi e componenti elettrici o meccanici
L’elenco completo dei prodotti soggetti all’obbligo è consultabile tramite i codici doganali riportati nell’allegato al regolamento.
Il rinvio, annunciato il 13 giugno 2025 nella Gazzetta Ufficiale indiana, concede alle aziende estere – comprese quelle svizzere – un anno in più per adeguarsi ai nuovi requisiti tecnici, che avranno un impatto diretto sull’accesso al mercato indiano.
Un’occasione strategica per le imprese esportatrici
L’aggiornamento rappresenta un’importante finestra di tempo per tutte le aziende che intendono cogliere le opportunità offerte dall’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio concluso con il Paese (Trade and Economic Partnership Agreement, TEPA).
Tuttavia, l’adeguamento alle nuove regole richiede una preparazione attenta:
predisposizione della documentazione tecnica,
esecuzione dei test di conformità in laboratori accreditati,
eventuali audit presso lo stabilimento di produzione,
registrazione ufficiale presso il BIS o tramite un rappresentante locale.
Visti i tempi lunghi e la complessità delle procedure, è consigliabile iniziare fin da subito il processo di compliance.
Certificazione BIS: cosa sapere
Il Bureau of Indian Standards è l’ente normativo indiano che definisce gli standard tecnici in India, sia industriali sia di largo consumo. Per esportare in India, i prodotti soggetti a regolamentazione devono:
Oltre all’OTR, è già in vigore un regime separato per alcuni dispositivi elettronici: il Compulsory Registration Scheme (CRS), promosso dal Ministry of Electronics and Information Technology (MeitY).
Rientrano in questo schema:
smartphone, tablet, computer
stampanti e monitor
forni a microonde, TV e altri elettrodomestici
In questo caso è obbligatoria la verifica preventiva in laboratorio accreditato BIS, seguita dalla registrazione del prodotto prima della commercializzazione.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/06/ART25-India-slitta-BIS-macchinari.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-07-03 08:00:002025-07-04 16:45:58India: slitta al 2026 l’obbligo di certificazione BIS per i macchinari
In risposta al crescente rischio di deviazione del commercio dell’acciaio, causato dall’inasprimento delle misure statunitensi sotto la Sezione 232 del Trade Expansion Act, Canada e Regno Unito hanno introdotto nuove misure di protezione per i rispettivi mercati interni. Mentre il Canada riconosce un trattamento preferenziale ai prodotti di origine svizzera, il Regno Unito applica alla Svizzera le stesse condizioni previste per i Paesi terzi. Le aziende esportatrici devono pertanto pianificare con attenzione le spedizioni e monitorare costantemente l’andamento delle quote tariffarie disponibili.
Canada: sovrattassa del 50% in vigore dal 27 giugno 2025
A partire dal 27 giugno 2025, il Canada ha introdotto una sovrattassa del 50% oltre quota su determinate categorie di prodotti in acciaio importati. Si tratta di una misura di emergenza con finalità preventiva, volta a proteggere il mercato nazionale da eventuali flussi distorti derivanti dalle restrizioni imposte dal mercato statunitense.
Il provvedimento prevede tuttavia alcune esclusioni importanti. In particolare, i prodotti di origine svizzera non sono soggetti alla sovrattassa, così come quelli provenienti dai Paesi espressamente elencati nell’Allegato 2 dell’ordinanza governativa canadese (Order in Council). Questa esenzione conferisce agli esportatori svizzeri un vantaggio competitivo concreto, sia in termini economici che di accesso preferenziale al mercato canadese.
Le categorie di prodotti interessate dalla misura sono dettagliate, tramite voce di tariffa doganale, nell’Allegato 1 dello stesso provvedimento e comprendono acciai piani e lunghi, tubi, barre, semilavorati e acciai inox. Le importazioni canadesi sono disciplinate da quote tariffarie annuali (Tariff Rate Quotas – TRQ) suddivise su base trimestrale. Una volta esaurita la quota disponibile, l’intero valore doganale delle merci eccedenti è assoggettato alla sovrattassa del 50%.
Raccomandazioni:
verificare e confermare con gli importatori la corretta origine svizzera della merce e accompagnarla con il relativo certificato d’origine
monitorare l’andamento delle quote disponibili su base periodica
esaminare l’opportunità di utilizzare meccanismi di remissione o drawback
Regno Unito: quote riviste e dazio del 25% dal 1° luglio 2025
A partire dal 1° luglio 2025, il Regno Unito ha aggiornato la propria misura di salvaguardia sull’acciaio, introducendo un sistema basato su quote tariffarie trimestrali e un dazio del 25% sulle importazioni che eccedono tali limiti.
Il nuovo schema prevede una revisione al rialzo delle quote per tutte le categorie di prodotti siderurgici, con soglie specifiche definite per singolo Paese. Tuttavia, non è consentito il riporto tra trimestri delle quote non utilizzate, e ciò implica che il volume residuo non possa essere recuperato nei periodi successivi. Una volta superata la soglia stabilita, si applica automaticamente un dazio del 25% sulle quantità eccedenti.
A differenza del Canada, il Regno Unito non riconosce al momento alcuna esenzione o trattamento preferenziale per le importazioni di origine svizzera, che sono pertanto soggette alle stesse condizioni applicabili agli altri Paesi terzi.
Raccomandazioni:
gestire attentamente la documentazione d’origine, elemento essenziale per la corretta classificazione doganale
pianificare con cura i volumi e le tempistiche delle spedizioni, al fine di evitare il superamento delle quote trimestrali
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/07/ART25-acciaio-sovrattasse-UK-Canada.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-07-02 09:22:512025-07-03 08:47:42Acciaio: sovrattasse e quote in Canada e Regno Unito
Oltre una ventina di partecipanti si sono riuniti nella sede della Cc-Ti lo scorso 25 giugno per approfondire le opportunità offerte dal nuovo Accordo di libero scambio AELS-India (TEPA), con particolare attenzione alle sfide interculturali che le PMI si trovano ad affrontare quando entrano nel mercato indiano.
Una cornice strategica: il TEPA come “game changer”
In apertura, Monica Zurfluh, responsabile del servizio Commercio internazionale della Cc-Ti, ha riassunto gli aspetti salienti dell’accordo commerciale e di partenariato economico con l’India (Trade and Economic Partnership Agreement, TEPA), firmato nel marzo 2024 e attualmente in fase di ratifica. Oltre alle concessioni tariffarie significative– che prevedono, tra l’altro, l’eliminazione dei dazi su oltre il 95% dei prodotti industriali svizzeri – l’intesa crea condizioni privilegiate per l’erogazione di servizi nei settori finanziario, assicurativo e bancario. Novità assoluta nel panorama degli accordi commerciali, il TEPA prevede anche obiettivi quantitativi vincolanti per gli investimenti: l’AELS si impegna a generare 100 miliardi di dollari di investimenti e a creare 1 milione di posti di lavoro in India entro 15 anni. In caso di mancato raggiungimento, il governo indiano potrà sospendere le concessioni pattuite.
L’importanza della cultura: la chiave per decifrare l’India
Il cuore dell’incontro è stato l’intervento di Marco Casanova, docente presso l’Istituto per la Competitività e la Comunicazione della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW), che ha posto l’accento sul ruolo cruciale della cultura nelle relazioni d’affari con l’India. A partire dall’assunto che la cultura è strategia, Casanova ha guidato i presenti attraverso una riflessione sulle principali differenze tra i modelli svizzero e indiano, esplorando dimensioni quali:
il passaggio da una cultura deal-focused (centrata sull’accordo) a una cultura relationship-focused (centrata sul rapporto personale);
la diversa percezione delle gerarchie, dello status e del rispetto dell’autorità;
la contrapposizione tra una concezione rigida del tempo, tipicamente svizzera, e una visione fluida, più comune in India;
le modalità di comunicazione e la necessità di affinare la propria sensibilità interculturale per cogliere segnali verbali e non verbali in un contesto complesso.
Un’opportunità di formazione continua
Nel suo intervento, Casanova ha inoltre presentato un Executive Program dedicato all’India, sviluppato nell’ambito dell’offerta formativa della FHNW e promosso in Ticino dalla Cc-Ti nell’ambito di una collaborazione esclusiva e inedita per il territorio. Il programma è pensato per dirigenti e imprenditori che desiderano comprendere in profondità il contesto socio-economico e culturale indiano, combinando formazione teorica e testimonianze pratiche. Un’occasione per acquisire competenze mirate, costruire una rete professionale qualificata e prepararsi ad affrontare con consapevolezza le sfide di un mercato dinamico e in continua evoluzione.
Oltre i numeri, le persone
Il Business Breakfast si è concluso con una colazione di networking, che ha dato spazio a scambi informali tra partecipanti e relatori. L’evento ha ribadito che la chiave del successo in India non sta solo nei vantaggi tariffari o nelle cifre degli investimenti, ma nella capacità di comprendere e adattarsi a un contesto culturale profondamente diverso. Solo così sarà possibile trasformare il potenziale del TEPA in un reale vantaggio competitivo.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/06/ART25-Retrospettiva-BB-India.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-06-27 09:07:312025-06-30 14:52:00L’India oltre il mercato: un viaggio culturale
Nel quadro della sua strategia di apertura commerciale, la Svizzera compie due importanti passi avanti in Asia: il Consiglio federale e ha sottoposto al Parlamento quello con la Thailandia e ha firmato l’accordo con la Malaysia. Si aprono così nuovi sbocchi in due mercati dinamici e in crescita del Sud-est asiatico.
Thailandia: l’accordo di libero scambio è in fase di approvazione parlamentare
Il 25 giugno 2025, il Consiglio federale ha trasmesso alle Camere federali il messaggio sull’accordo di libero scambio tra gli Stati dell’AELS (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e la Thailandia, firmato il 23 gennaio 2025 a Davos.
Punti salienti dell’accordo
il 99,7% delle esportazioni svizzere verso la Thailandia beneficerà di riduzioni tariffarie, in parte graduali
potenziali risparmi doganali fino a 63 milioni USD/anno per le imprese svizzere
disposizioni su beni industriali e agricoli, servizi, investimenti, appalti pubblici, proprietà intellettuale, PMI e sviluppo sostenibile
maggiore accesso preferenziale rispetto a concorrenti da Paesi con accordi già in vigore o in negoziazione (come l’UE)
Con un volume di scambi pari a 7,4 miliardi CHF nel 2023, la Thailandia è uno dei principali partner economici della Svizzera nel Sud-est asiatico.
Prossimi passi L’accordo sarà discusso dal Parlamento nella sessione invernale 2025 o primaverile 2026. Se approvato, potrebbe entrare in vigore a inizio 2027.
Malaysia: accordo firmato, in attesa di ratifica
Il 23 giugno 2025, a margine della conferenza ministeriale AELS a Tromsø (Norvegia), il consigliere federale Guy Parmelin ha firmato l’accordo di libero scambio con la Malaysia, insieme ai ministri di Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
L’intesa punta a rafforzare le relazioni economiche e a creare condizioni di accesso stabili e vantaggiose per le imprese svizzere in un mercato tecnologicamente avanzato e in forte crescita.
Punti salienti dell’accordo
eliminazione o riduzione progressiva dei dazi sulla quasi totalità delle esportazioni svizzere
accesso preferenziale per beni e servizi elvetici
disposizioni su proprietà intellettuale, sostenibilità ambientale, diritti dei lavoratori e cooperazione tecnica
riduzione contingentata dei dazi sull’olio di palma, con criteri di sostenibilità per tutelare l’ambiente e l’agricoltura svizzera
Nel 2024, gli scambi commerciali tra Svizzera e Malaysia hanno raggiunto i 2,3 miliardi di CHF, con esportazioni svizzere pari a 806 milioni e importazioni (esclusi i metalli preziosi) per 639 milioni di CHF. La Malaysia si conferma inoltre il secondo principale Paese ASEAN per gli investimenti diretti svizzeri, dopo Singapore.
Alta tecnologia e attrattività La Malaysia è un hub globale nella produzione di semiconduttori e componenti elettronici, grazie a infrastrutture moderne e forza lavoro qualificata. L’accordo apre opportunità importanti nei settori high-tech e industriali.
Prossimi passi Il testo sarà sottoposto alle Camere federali. L’entrata in vigore avverrà dopo la ratifica da parte di tutti i Paesi AELS e della Malaysia.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2025/06/ART25-ALS-Asia-accelerazione.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2025-06-26 08:51:572025-07-23 16:12:56Libero scambio con Asia: la Svizzera accelera su Thailandia e Malaysia
Cliccando il pulsante «Accetta», acconsentite all’utilizzo di tutti i nostri cookie così come quelli dei nostri partner. Utilizziamo i cookie per raccogliere informazioni sulle visite al nostro sito web, con lo scopo di fornirvi un'esperienza ottimale e per migliorare continuamente le prestazioni del nostro sito web. Per maggiori informazioni potete consultare la nostra informativa sulla privacy.
Quando visitate un sito web, questo può memorizzare o recuperare informazioni attraverso il vostro browser, di solito sotto forma di cookie. Poiché rispettiamo il vostro diritto alla privacy, potete scegliere di non consentire la raccolta di dati da alcuni tipi di servizi. Tuttavia, il mancato consenso a tali servizi potrebbe influire sull'esperienza dell'utente.
Questi cookie sono strettamente necessari per fornirti i servizi disponibili attraverso il nostro sito web e per utilizzare alcune delle sue funzionalità.
Cookie di Google Analytics
Utilizziamo Analytics con lo scopo di monitorare il funzionamento del sito e analizzare il comportamento utente.
Altri servizi
Utilizziamo cookies di YouTube e Vimeo per l'iterazione di video esterni nel nostro sito.