Tante novità per un’economia in movimento

di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Come ben sapete la nostra attività nel corso del 2018 sarà dinamica e intensa. Anche ora vogliamo condividere con voi alcuni dei progetti che stiamo portando avanti, e che a breve vedranno la luce.

Oltre ai numerosi progetti eventistici e formativi in programma a breve e nei prossimi mesi, vorremmo soffermarci su Ticino Business, la rivista della Cc-Ti, che apparirà a metà marzo 2018, e che si inaugura con un cambio radicale per diventare sempre più moderna, innovativa e in linea con le esigenze degli imprenditori che, quale associazione mantello dell’economia ticinese, rappresentiamo.

Si tratta di un’importante progetto che sottolinea come, in un’economia in movimento, la Cc-Ti si concentri sugli aspetti utili alla vita dell’imprenditore ed alla messa in rete e creazione di contatti dei propri associati. Ma non solo. Grazie alla strategia di comunicazione implementata con successo ed ottimi risultati dalla Cc-Ti, che predilige la multicanalità per le informazioni e la loro divulgazione, si possano raggiungere differenti pubblici e target più ampi.

Nell’attesa di poterla condividere con voi, vi auguro buoni affari.

L’orgoglio delle imprese per un’economia che cresce

L’orgoglio di ogni vero imprenditore è nel vedere crescere la propria azienda, nel riuscire a superare anche i momenti più difficili. È sapere motivare i dipendenti verso un traguardo comune, continuare a garantire loro un impiego e i meritati riconoscimenti retributivi. La soddisfazione di chi fa impresa è il gusto del rischio nel raccogliere le sfide di un’economia sempre più competitiva. È il legame profondo col territorio, anche se si opera su mercati internazionali, perché esso rappresenta un capitale sociale di vitale importanza per ogni attività produttiva. È questa la filosofia imprenditoriale che ha permesso all’economia ticinese di svilupparsi, lasciandosi alle spalle i pesanti contraccolpi delle ricorrenti crisi.

L’ultima inchiesta congiunturale della Cc-Ti per il 2017-2018 ha confermato la solidità di un sistema produttivo che in questi anni si è diversificato e internazionalizzato, mettendo a segno risultati spesso al di sopra della media nazionale. Una solidità che ispira fiducia anche per il futuro. Sebbene l’esperienza insegni a non sottovalutare mai i rischi che possono nascere da contesti economici ormai mondializzati e, perciò, strettamente interdipendenti e ancora di più concorrenziali.

Tutti gli indicatori della nostra indagine, andamento degli affari, autofinanziamento delle imprese, investimenti e occupazione, sono più che soddisfacenti. Un quadro positivo già messo in luce da altre importanti ricerche congiunturali che hanno evidenziato l’allargamento della base occupazionale del cantone, la diminuzione della disoccupazione, sia che la si misuri con i dati della SECO che con quelli dell’ILO, e dal 2008 una crescita che Avenir Suisse ha stimato dell’1,5% superiore a quella della media nazionale (ritrovate qui la nostra intervista a Marco Salvi, Senior Fellow presso Avenir Suisse). C’è di che andare fieri.

Eppure in Ticino si continua ad alimentare una rappresentazione falsata e strumentale della nostra realtà economica. Si spaccia per precariato diffuso e sottoccupazione l’aumento del lavoro a tempo parziale, quando sino a qualche anno fa si rimproverava alle aziende di usare poco il part time per conciliare meglio gli impegni famigliari e professionali; casi circoscritti di dumping salariale vengono presentati come fenomeni generalizzati e sistemici di un mercato del lavoro allo sbando; in un cantone che conta decine e decine di migliaia d’imprese, pochi imprenditori scorretti sono raffigurati come l’emblema di una categoria avida e spregiudicata che pensa solo al portafoglio; il profitto è considerato un furto e non come il giusto guadagno di chi fa impresa e la risorsa cruciale per investire e garantire l’occupazione; i frontalieri, il cui apporto è stato fondamentale per la nostra crescita, sono ormai visti come la causa di ogni male, senza però chiedersi come reggerebbe il sistema produttivo senza quei 30-40mila lavoratori d’oltre confine che si vorrebbe non avere più.

Oggi con la disoccupazione in netto calo, per continuare a fomentare un clima di emergenza sociale si fa leva sull’ aumento dei casi di assistenza, tacendo il fatto che la maggior parte dei beneficiari dell’aiuto pubblico sono persone senza un’adeguata formazione e genitori di famiglie monoparentali, difficilmente ricollocabili. È su questo che, invece, bisognerebbe riflettere per trovare delle possibili soluzioni.

Nessun vuol negare che ci possano essere abusi e distorsioni sul mercato del lavoro, anomalie dovute anche alle discontinuità della crescita e alle radicali trasformazioni di un’economia che ha cambiato pelle. Ma questi guasti si combattono con quel dialogo tra le parti sociali, senza pregiudizi e spirito di contrapposizione, che come Cc-Ti abbiamo sempre promosso e sostenuto. Con un lavoro comune per rimuoverne le cause e non attizzando l’ostilità verso le imprese, perché alla fine a rimetterci è tutto il Paese.

Online il nuovo portale dell’assicurazione disoccupazione: lavoro.swiss

Informazione importante per le aziende: da fine gennaio è online il portale web dell’Assicurazione contro la disoccupazione, raggiungibile all’url lavoro.swiss.

Si tratta di una piattaforma rinnovata contenente informazioni e servizi sul lavoro per le persone in cerca d’impiego, i datori di lavoro, le agenzie di collocamento, le istituzioni e i media.

Lo scopo del nuovo sito, come riporta il portale dell’Amministrazione Federale è quello di un maggior interscambio tra aziende, disoccupati, mondo economico e amministrazione.

Nel corso dell’anno e nel 2019 verranno introdotti nuovi servizi online. Questo sito sarà lo strumento di attuazione dell’obbligo di annuncio dei posti vacanti a disposizione di datori di lavoro e URC (obbligo che entrerà in vigore il 1° luglio 2018).

Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci.

Il Ticino tra vecchie paure e nuove sfide

Intervista a cura della Cc-Ti con Marco Salvi, Senior Fellow presso Avenir Suisse

Avenir Suisse ha pubblicato poche settimane fa un rapporto speciale dedicato al Ticino.  Un’analisi che evidenzia un’economia in netta ripresa e con forti potenzialità, grazie anche alla diversificazione del sistema produttivo. Per il nostro Cantone si sottolinea, tuttavia, una pericolosa tendenza protezionista ed isolazionista. Secondo l’economista Marco Salvi (Senior Fellow presso Averni Suisse), uno degli autori dello studio, per assicurarsi una crescita duratura il Ticino dovrebbe, innanzitutto, ritrovare al più presto un clima di fiducia sulle sue possibilità e sui vantaggi di un’economia aperta. Una visione più positiva della realtà odierna, insomma, che oggi appare spesso soffocata da un regionalismo  esasperato.

Ci sono altri fattori su cui agire per consolidare la crescita?

“Bisogna insistere ancora di più sulla formazione che in Ticino sta dando risultati interessanti. L’USI e la SUPSI sono molto internazionalizzate e fra gli unici atenei elvetici con una strategia di esportazione. A differenza di altre istituzioni universitarie svizzere generano introiti grazie alla presenza di studenti stranieri. Non va, però, dimenticato che alcuni problemi che vive attualmente il cantone rientrano nelle competenze della Confederazione. Basti pensare, ad esempio, alle difficoltà che si hanno con l’Italia per il rispetto della reciprocità nell’accesso al mercato. Al cantone servirebbe un accordo globale con l’UE e su questo aspetto che si dovrebbe insistere a Berna”.

Dal 2008 la crescita in Ticino ha superato dell’1,5% quella della media nazionale, un risultato positivo che, come sottolinea la vostra analisi, è dovuto anche all’apporto dei frontalieri. Eppure, i lavoratori d’oltre confine non sono visti qui come una risorsa, bensì come una presenza devastante per il mercato del lavoro. Come spiegare questo atteggiamento?

“Spero che si riesca a superare questo atteggiamento e che il tema dei frontalieri non continui a dominare il confronto politico. Se si guardano con oggettività i dati, si vede che è sbagliato pensare che i frontalieri sostituiscano i lavoratori residenti, che rubino il lavoro ai ticinesi come si ripete spesso nel dibattito politico. Può essere che questo effetto sostituzione ci sia stato in alcuni casi individuali, ma non a livello regionale. Se si analizza l’insieme dei dati sull’andamento dell’occupazione, risulta che più lavoro per frontalieri significa più lavoro anche per i ticinesi. Perché più lavoro crea altro lavoro, altre possibilità d’impiego. Non si spiega altrimenti la forte diminuzione della disoccupazione nonostante l’aumento del frontalierato. Bisogna superare la convinzione errata che il lavoro sia una quantità definita”.

Ma oggi i frontalieri sono diventati il capro espiatorio per la disoccupazione, per le strade intasate dalle loro auto e per il dumping salariale. Un insieme di problemi che inasprisce ulteriormente il rapporto con i lavoratori d’oltre confine.

“Va ricordato che per buona parte degli anni ‘90 la disoccupazione nel Cantone era molto più alta di oggi, e a volte con tassi doppi rispetto a quelli odierni, sebbene allora non si registrasse un aumento dei frontalieri. Attualmente spaventa il fatto che dall’Italia non arrivino più soltanto manovali per l’edilizia e operai per le fabbriche, ma anche lavoratori qualificati. L’economia ticinese ha però bisogno di loro per continuare a crescere ed è miope pensare che danneggino il mercato del lavoro. La loro attività contribuisce, infatti, a creare altre attività, altre occasioni d’impiego. Il traffico e i trasporti sono certamente problemi reali, ma per risolverli la Confederazione e il Cantone dovevano intervenire prima. Oggi l’acuirsi di questi problemi concorre ad esasperare anche la questione dei frontalieri”.

Votazioni federali del 4 marzo 2018: raccomandazioni di voto

In vista delle votazioni federali del 4 marzo 2018, la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) si esprime in merito a due oggetti in votazione.

Sì al Decreto federale concernente il nuovo ordinamento finanziario 2021

L’imposta federale diretta e l’imposta sul valore aggiunto sono le principali fonti di introiti della Confederazione e devono essere confermate. Il diritto della Confederazione di riscuotere queste imposte decade infatti alla fine del 2020 e con il nuovo ordinamento finanziario 2021 questo diritto è prorogato sino alla fine del 2035.

No all’Iniziativa popolare «Sì all’abolizione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag)»

L’iniziativa intende abolire il canone radiotelevisivo ed è troppo estrema, poiché sopprime il servizio pubblico senza proporre alternative concrete. La Cc-Ti auspica però che la SSR adotti e metta in atto le riforme interne necessarie, che tengano conto dei molti cambiamenti del panorama mediatico e del ruolo che il servizio pubblico deve svolgere in questo contesto. Non va inoltre dimenticato che il canone radiotelevisivo costituisce un contributo importante anche per le emittenti private regionali.

Un’economia forte è composta da aziende vincenti

di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Abbiamo iniziato il 2018 con i migliori auspici. Già nella scorsa edizione della nostra newsletter abbiamo potuto presentare le attività Cc-Ti del 2018 . Ricordiamo che abbiamo potenziato la comunicazione promuovendola su più canali. Questo significa che oltre ai nostri canali di comunicazione tradizionali (sito web, newsletter, Ticino Business, social media), è possibile ritrovare i nostri approfondimenti anche su alcuni media ticinesi. In questo senso vanno proprio, ad esempio, le pagine di approfondimento sui grandi temi dell’economia, che appariranno sul Corriere del Ticino; a partire dal 29 gennaio prossimo, a cadenza mensile, l’ultimo lunedì del mese, per 10 volte.

Conoscere, riflettere e condividere opinioni ed idee, è la nostra via per soluzioni concertate, con l’impegno comune di tutte le parti in gioco (attori sociali, politica, economia, collettività), per far prosperare, anche in futuro, il nostro territorio, e dunque per tutto il Cantone. Sempre nell’ottica del dialogo, senza polemiche, ma costruendo nuove idee e proponendo iniziative. I macro temi strategici sui quali ci concentriamo rappresentano oggi, per le aziende e per tutta la società le sfide con cui confrontarsi nel momento attuale ed in futuro: internazionalizzazione delle imprese, sostenibilità, digitalizzazione e smart life. Anche quest’anno dunque avremo eventi speciali con appuntamenti informativi e di analisi che vedranno la partecipazione di specialisti dei vari settori.

In quest’ottica il 22 gennaio, sono stati resi noti i risultati della nostra inchiesta congiunturale, edizione 2017-2018. Un appuntamento che è ormai una tradizione a conferma della costante attenzione della Cc-Ti verso l’andamento della nostra economia. L’indagine, che ha toccato gli aspetti più importanti per le imprese, dai salari all’autofinanziamento, dai livelli occupazionali alla conciliabilità tra lavoro e vita privata, ha registrato anche questo anno importanti novità che meritano più di una riflessione, di cui non mancheremo di informarvi. Riassumendo, l’economia ticinese evolve positivamente, le imprese risultano soddisfatte dell’andamento degli affari e gli investimenti sono stabili. Potete scoprire quanto emerso continuando a leggere i risultati dell’inchiesta congiunturale, a cui abbiamo dedicato un ampio approfondimento.

Il 2018 della Cc-Ti inizia sotto i migliori auspici

L’opinione del Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni

L’anno appena conclusosi si è rivelato fondamentale per la nostra struttura. Da un lato abbiamo confermato quanto sia centrale il nostro ruolo per l’economia cantonale, dall’altro portiamo avanti, durante il nostro 101° anno di attività che si appresta ad iniziare, gli stessi valori, la passione e la competenza che contraddistinguono il nostro modo di operare. In che modo? Proponendo soluzioni, idee e nuovi spunti  senza polemiche e discussioni inutili, ma volte al dialogo costruttivo tra le parti, con un obiettivo chiaro ben definito, ossia la tutela della libertà imprenditoriale, iscritta all’articolo 27 della Costituzione Federale svizzera. Rappresentando oltre 1’000 aziende e oltre 40 associazioni di categoria, ci facciamo interpreti delle esigenze reali del mondo economico ticinese. In questo senso abbiamo sempre anticipato le tendenze in atto e offerto punti di vista interessanti e mai banali, anche nuovi. Il tutto con un taglio molto concreto, destinato proprio al sostegno dell’attività imprenditoriale. Eventi, incontri  d’approfondimento, missioni economiche, offerte informative e formative a diversi livelli (puntuali e di lunga durata) strutturate sulle singole esigenze, iniziative comuni, ma anche tutti i nostri servizi mirati e il contatto giornaliero con le aziende del territorio, ci permettono di modulare le proposte che presentiamo tenendo conto dell’estrema attualità. La nostra visione economica locale, nazionale ed internazionale ci permette considerazioni a differenti livelli, sempre nell’ottica della libertà imprenditoriale. Anche per il 2018, dunque, porteremo avanti alcuni dei temi già concretizzati durante lo scorso anno, con spunti  diversi, altre visioni e informazioni nuove e complementari. Promuoviamo i valori svizzeri tipici della cultura rossocrociata (precisione, affidabilità, innovazione e qualità), ossia la “swissness”, nella sua ampia accezione. La capacità di adattamento e la creatività delle aziende svizzere hanno permesso loro di restare al passo con i tempi e contribuire al benessere della società elvetica. Da qui all’internazionalizzazione  delle imprese il passo è breve. La Cc-Ti possiede un’attitudine di previsione e analisi che ci permette di elaborare nuovi modelli e creare connessioni diverse. Insieme alla digitalizzazione e alla smart life, che stanno sempre più prendendo piede con modelli di business e innovazioni che modificano il modo di essere e quello di agire sul mercato, parleremo anche di strategia e di sostenibilità. Tutti questi argomenti  rappresentano delle aree strategiche per la Cc-Ti, come pure per le aziende associate. Ecco perché vanno cavalcate nell’ottica di una sempre maggiore innovazione e dinamicità.

I collaboratori della Cc-Ti pronti ad intervenire in caso di arresto cardiaco

Martedì 9 e mercoledì 10 gennaio i collaboratori della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) hanno avuto la possibilità di partecipare al corso di rianimazione cardiopolmonare promosso dalla Croce Verde Lugano.

Nel nostro Cantone si contano annualmente tra i 250 e 300 arresti cardiaci improvvisi con una sopravvivenza globale del 14%, che aumenta fino al 55% in caso di fibrillazione ventricolare. Ad ogni minuto di ritardo nella defibrillazione la probabilità di successo per una rianimazione efficace si riduce del 7-10%.

Il sistema di emergenza territoriale ticinese generalmente giunge sul paziente colpito da arresto cardiaco improvviso mediamente in 9 minuti. I tempi di arrivo sul luogo sono influenzati da diversi fattori quali la distribuzione della popolazione, il tipo di territorio, le caratteristiche dell’organizzazione dei servizi di soccorso sanitario ed altre variabili. Per questo motivo risulta determinante mettere in atto quanto prima le misure salvavita e la rianimazione cardiopolmonare (BLS) associate all’impiego di defibrillatori automatici esterni (DAE) da parte di soccorritori laici adeguatamente formati.

Il corso svolto dai collaboratori della Cc-Ti ha permesso di acquisire le nozioni di base e le capacità necessarie a soccorrere la persona colta da arresto cardiorespiratorio e di sostenere le funzioni vitali per mezzo della rianimazione cardiopolmonare e l’uso del defibrillatore automatico fino all’arrivo dei soccorsi. Inoltre, ha fornito le capacità per riconoscere e far fronte a situazioni che potrebbero sfociare in un arresto cardiaco. Al termine del corso i collaboratori della Cc-Ti hanno ottenuto un certificato di abilitazione alla rianimazione e defibrillazione (BLS-DAE SRC complet), riconosciuto a livello europeo. La formazione è pure valida come corso base per aderire alla rete dei “First Responder”. Si tratta di un modello organizzativo innovativo ideato dalla Fondazione Ticino Cuore e dalla Federazione Cantonale Ticinese Servizi Ambulanze (FCTSA) nell’ambito del “piano cantonale di intervento in caso di arresto cardiaco e rianimazione precoce”. La rete “First Responder” è costituita da un insieme di persone e istituzioni che, su base volontaria, hanno dato la propria disponibilità ad essere allarmati da Ticino Soccorso 144 per situazioni di arresto cardiaco.

La scelta della Cc-Ti di partecipare all’iniziativa proposta dalla Croce Verde Lugano è stata dettata dalla volontà di fornire ai propri collaboratori un’importante e utile formazione di base per il soccorso in caso di emergenza. Inoltre, con questa partecipazione la Cc-Ti tiene a sensibilizzare le aziende sull’importanza di avvicinarsi alle tecniche di pronto intervento sanitario, con lo scopo di incrementare la rete di persone abilitate ad intervenire in caso di arresto cardiaco e di conseguenza aumentare le possibilità di sopravvivenza dei pazienti.

La Cc-Ti invita dunque i propri associati ad aderire a questa importante iniziativa.

 

Le aziende del Luganese interessate possono prendere contatto con:

Massimiliano Palma
Responsabile sicurezza sanitaria
Coordinatore corsi territoriali,
Croce Verde Lugano
Via Bozzoreda 46
6963 Pregassona
massimiliano.palma@croceverde.ch

Ulteriori informazioni per gli associati del resto del Cantone possono prendere contatto con:

Accademia di Medicina d’Urgenza Ticinese (AMUT)
Via Vergiò 8
6932 Breganzona
Tel. 091 960 36 63
Ulteriori informazioni: www.croceverde.ch / www.fctsa.ch / http://www.ticinocuore.ch/it

Anno nuovo, spunti interessanti e diversificati

Il 2018 si è apprestato a cominciare, ha portato nuova linfa anche alla nostra attività. Grazie alle nostre precedenti comunicazioni avete già iniziato a conoscere gli spunti sui quali ci concentreremo durante tutto il 2018. Se il 2017 è stato per la Cc-Ti l’anno della conferma del suo ruolo quale associazione mantello dell’economia ticinese e dei festeggiamenti per i 100 anni, dal 1° gennaio guardiamo oltre, ma con lo stesso spirito propositivo che ci rappresenta da sempre. Le novità non mancano.

Una prima azione in questo senso è la pubblicazione di un dépliant che racchiude le attività programmate per il primo semestre. Cosa contiene? Oltre alle informazioni mirate su eventi, formazioni e missioni economiche, include anche, in modo sintetico, ragguagli sui nostri diversi servizi e sul team di collaboratori Cc-Ti che se ne occupa, nell’ottica di una sempre maggior connessione e rispondenza alle esigenze dei nostri associati. La nostra pubblicazione sarà spedita a tutti le aziende associate.

Macro temi clou

Sono 4 le aree tematiche sulle quali ci concentreremo nel 2018, e che fungeranno dal fil rouge per tutta quella che è la comunicazione della Cc-Ti.
Da sempre precursori dei trend in atto, per proporre e invitare alla riflessione ed al dialogo, i temi declinati saranno: internazionalizzazione e swissness; responsabilità sociale delle aziende; digitalizzazione; smart life.

Come fare per seguire in tempo reale la Cc-Ti?

Il nostro sito web www.cc-ti.ch resta il principale veicolo d’informazione. À côté abbiamo poi strutturato e potenziato le comunicazioni attraverso le newsletter dedicate. Ve ne sono 3 diverse:
– una incentrata sulle attività della Cc-Ti
– una seconda newsletter è destinata all’export
– e, novità, una terza è specifica per la formazione

Ci potete sempre raggiungere anche attraverso i social media (Facebook, YouTube, Twitter, LinkedIn). La nostra rivista, Ticino Business, sarà pubblicata in 5 numeri annui, con contenuti informativi per i soci e vetrina per loro notizie.

I primi appuntamenti

Già dalle prossime settimane avremo appuntamenti interessanti a cui partecipare. Come detto, il programma sarà intenso: proporremo dei networking breakfast per far incontrare i soci e dar loro la possibilità di conoscersi e presenteremo la nostra consueta inchiesta congiunturale, di cui potrete conoscere i risultati dopo la metà del mese. Vi aspettiamo ai nostri appuntamenti!

Continuate a seguirci sul nostro sito, troverete tutti i dettagli su quello che abbiamo in programma!

La LIA giudicata illegale

Il Tribunale amministrativo cantonale (TRAM), accogliendo un ricorso dell’avv. Paolo Tamagni di Bellinzona, presentato per tutelare gli interessi di un’azienda ticinese, ha stabilito che la Legge sulle imprese artigianali (LIA), limita in modo eccessivo la libertà economica sancita dalla Costituzione federale.

In particolare, esprimendosi sull’obbligo per la società ricorrente di iscriversi all’albo delle imprese artigianali, i giudici hanno confermato che di regola sono ammesse restrizioni di polizia al diritto di esercitare liberamente un’attività economica, al fine di tutelare l’ordine pubblico, la sicurezza, la salute, la quiete e la moralità pubblici, i buoni costumi e la buona fede nei rapporti commerciali da atti sleali e idonei a ingannare il pubblico. Sono invece escluse le misure protezionistiche e le restrizioni motivate da ragioni di politica economica.

Ora, considerato il genere delle attività artigianali concretamente oggetto della fattispecie (posa di pavimenti e falegnameria) il TRAM non ha ritenuto possibile che l’eventuale mancato adempimento delle precitate disposizioni di polizia da parte della ricorrente potesse dar luogo a una concreta e diretta minaccia o anche soltanto a un rischio accresciuto per la sicurezza della collettività in generale e della clientela dell’azienda in questione. In effetti i prodotti e i servizi offerti dalla società ricorrente nel settore della posa di pavimenti e della falegnameria non implicano la necessità di tutelare in modo particolarmente accresciuto quegli ambiti che secondo il Tribunale federale potrebbero invece giustificare la restrizione della libertà economica.

Alla luce di quanto sopra i giudici hanno quindi ritenuto che il regime della LIA costituisce un’illecita interferenza nella libera concorrenza tra imprese che non può essere ammessa.

In conclusione, l’obbligo di iscrizione all’albo delle imprese artigianali è stato giudicato lesivo della libertà economica in quanto non sorretto da sufficienti interessi pubblici e, in ogni modo, poiché in contrasto anche con il principio della proporzionalità.

Contattateci per maggiori informazioni: potete scriverci, inviando un’e-mail a info@cc-ti.ch o chiamarci al nr. 091 911 51 11.