Germania: partner fondamentale per le aziende elvetiche

Primo partner commerciale della Svizzera, la Germania è stata al centro dell’Evento Paese della Cc-Ti, organizzato il 19 settembre presso il Grand Hotel Villa Castagnola a Lugano, in collaborazione con i partner Export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M. Zardi & Co).

I relatori, da sinistra: Alessandro Monti, Marcus Ehnle, Giovanni Narcisi, Christoph Richter, Valentina Rossi, Nadja Kolb, Aurélie Barthère, Gaetano Loprieno. 

“Il volume degli scambi commerciali tra Svizzera e il Baden-Württemberg equivale a quello con la Cina” ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti, aprendo l’Evento Paese e sottolineando l’importanza del commercio con il partner tedesco per le nostre aziende.

Rallentamento economico in vista

La Germania è la maggiore potenza economica a livello europeo. Nonostante ciò, dai dati presentati da Aurélie Barthère, Vicepresident, Multi Asset Investment Management di Credit Suisse, risulta che la nazione tedesca stia per affrontare un periodo di recessione. La diminuzione degli ordini con la relativa riduzione dei margini aziendali, una contrazione del mercato del lavoro più evidente rispetto agli altri Paesi dell’Eurozona, ma anche un aumento della pressione politica sulla coalizione esistente sono tutti segnali che portano gli economisti come Barthère ad indicare anche una diminuzione della crescita del PIL.

Dalle Smart Technologies all’alimentare 

In quali settori puntare in un mercato così ampio? Nadja Kolb, Consultant Germany di S-GE, ha voluto dare qualche consiglio agli imprenditori presenti. Tutto quanto concerne le Smart Technologies è sicuramente d’interesse per i partner tedeschi: dalle smart cities, all’intelligenza artificiale applicata nel campo dell’industria o del commercio. Un altro settore, che potrebbe sembrare saturo, ma – se calibrato nel modo giusto – può attirare l’attenzione risulta essere quello alimentare. La qualità dei prodotti svizzeri è sempre apprezzata, soprattutto nelle nicchie degli alimenti organici, salutari e con nuove fonti proteiche.  Il Governo tedesco spinge inoltre verso le innovazioni digitali nel campo medico volte ad abbattere i costi e ad ampliare le coperture sanitarie. Infine, data l’elevata domanda e i bassi tassi d’interesse, sono in aumento gli investimenti immobiliari, principalmente nelle aree urbane.

Solida garanzia delle imprese

Dopo un inizio del 2019 positivo, le previsioni indicano un’inversione di tendenza per l’economia tedesca che segue d’altronde le tendenze globali in atto, ha esordito Marco Arrighini, Head of Southern Region di Euler Hermes Switzerland. La Germania si conferma comunque il migliore Paese a livello mondiale per quanto concerne i pagamenti. Al di sotto della media, sono 54 i giorni che impiegano le aziende tedesche per saldare i pagamenti. Il consiglio di Arrighini è di tenere alta la guardia – soprattutto nel prossimo futuro a tinte grigie – perché è proprio con i clienti che si conoscono meglio che si tende a fare minore attenzione.

Tra fiscalità e logistica

Nel campo fiscale, ad introdurre le nozioni di base sul transfer pricing in Germania, è intervenuto Christoph Richter, Senior Manager Transfer Pricing di PwC. Le normative tedesche sono in linea con quelle dell’OCSE, dove il principio di libera concorrenza è fondamentale. Licenza per i marchi, perdite permanenti, relocation, stabile organizzazione sono alcuni dei temi fondamentali citati da Richter a cui un’azienda in entrata o in uscita dalla Germania deve fare particolare attenzione.

L’intervento sulla logistica effettuato da Gaetano Loprieno, Resp. ufficio Commerciale e Alessandro Monti, capo reparto trasporti di Cippà Trasporti SA ha toccato gli aspetti principali per una spedizione da e per la nazione tedesca. Anche in questo settore l’aspetto fiscale, declinato in ambito doganale, è di importanza fondamentale. La problematica dell’IVA comunitaria può essere infatti gestita tramite un cosiddetto sdoganamento europeo, un processo che permette ad un’azienda svizzera di vendere ad un soggetto comunitario senza che quest’ultimo anticipi l’IVA al momento dell’importazione, usufruendo di una rappresentanza fiscale all’interno di uno Stato UE.

Un profumo, un marchio

La Germania fa parte del sistema europeo di proprietà intellettuale e ha una lunga ed importante storia in merito, ha esordito Marcus Ehnle, Managing Counsel e European Patent Attorney di M. Zardi & Co. SA. Ehnle ha portato l’esempio di Jean Marie Joseph Farina, imprenditore e profumiere  originario di Santa Maria Maggiore, in Valle Vigezzo (Italia), e creatore della famosa acqua di Colonia che prese il nome della sua città adottiva tedesca, a cavallo tra il 1700 e il 1800. La tutela del marchio e la lotta alla contraffazione durò per decenni tant’è che un’imitazione, la 4711, divenne più famosa dell’originale.

Qualità e presenza in loco per un successo garantito

A concludere la serie di interventi, la testimonianza di un’azienda attiva da oltre 50 anni in Germania: la Trasfor SA del gruppo ABB. Giovanni Narcisi, direttore vendite, ha tracciato una breve storia dell’impresa che negli anni ha visto una forte riduzione dei livelli dei prezzi. Il consiglio dell’azienda di Molinazzo di Monteggio è quello di partecipare alle fiere di settore, molto presenti in Germania, e di non sottovalutare il mercato tedesco perché può anche essere una finestra interessante verso i Paesi dell’est. Infine, il prodotto di alta qualità svizzero, anche se con un prezzo più elevato in un mercato molto concorrenziale, riscuote sempre successo grazie anche al servizio post vendita fornito.

 

Scarica le presentazioni:
Business opportunities, Nadja Kolb, Consultant Germany, S-GE
Trade Credit Risk Insights, Marco Arrighini, Head of Southern Region, Euler Hermes Switzerland
Introduction to Transfer Pricing landscape in Germany, Christoph Richter, Senior Manager Transfer Pricing, PwC
Gli aspetti logistici, Gaetano Loprieno, Resp. ufficio Commerciale e Alessandro Monti, capo reparto trasporti, Cippà Trasporti SA
Intellectual Property Highlights, Marcus Ehnle, Managing Counsel e European Patent Attorney di M. Zardi & Co. SA

La testimonianza aziendale, Giovanni Narcisi, direttore vendite, Trasfor SA

 

 

La Cc-Ti ringrazia i partner export:
S-GE, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M.Zardi & Co SA

 

Collaborazione e dialogo per un mercato del lavoro a favore di tutti

Si è svolto nel Mendrisiotto il primo appuntamento con gli eventi Cc-Ti del secondo semestre

Siamo tornati a parlare dell’Obbligo di annuncio dei posti vacanti, dopo diversi appuntamenti sul tema tenuti nei mesi scorsi. Infatti il 9 settembre 2019, nella sede dello Swiss Agile Center a Mendrisio, si è tenuto il nostro primo Networking Business Breakfast d’autunno.

In una cornice moderna e innovativa, davanti a una trentina d’imprenditori soci della Cc-Ti, Michele Merazzi, Vicedirettore Cc-Ti e  Claudia Sassi, Capo della Sezione del lavoro del DFE, hanno presentato i risultati attuali dell’interazione tra le misure del Cantone e il mercato del lavoro interagendo in finale direttamente con i partecipanti.

Temi concreti

Sono stati ribaditi i punti chiave dell’obbligo di annuncio dei posti vacanti – introdotto il 1° luglio 2018 -. Si è posto l’accento sull’indispensabile collaborazione tra le parti coinvolte: istituzioni, datori di lavoro e candidati. Il 1° gennaio 2020 il numero delle voci che sottostanno all’obbligo d’annuncio subiranno un leggero aumento in quanto il valore relativo di riferimento (tasso di disoccupazione) verrà diminuito al 5% (valore attuale 8%).

Una scelta per mantenere le interazioni con il territorio

La proposta di spostarci a Mendrisio, presso uno spazio al passo con i tempi come lo Swiss Agile Center, è il riflesso di una ferma volontà di avvicinarci alle aziende di ogni distretto del Cantone, valorizzando così in modo concreto la prossimità e il dialogo che – come associazione-mantello dell’economia – vogliamo mantenere costante con i nostri affiliati (imprese ed associazioni di categoria).

La Cc-Ti in prima linea

Affinché gli associati e le aziende siano sempre informati sulla stretta attualità, proponiamo eventi, formazioni e informazioni mirate. Per richieste mirate sul diritto del lavoro il nostro Sevizio giuridico può affiancarvi con una consulenza dedicata!

Scopri tutti gli approfondimenti sul tema

Posti vacanti: più efficienza e dialogo

Incrementare l’efficienza ed il dialogo tra le parti coinvolte: candidati, aziende e istituzioni. Sviluppi interessanti (con margini di miglioramento)  per la procedura della notifica dell’obbligo dell’annuncio dei posti vacanti.

Dopo un anno esatto dall’introduzione della modifica legislativa che ha decretato l’obbligo  dell’annuncio dei posti vacanti (entrata in vigore nel 2018), la Cc-Ti è tornata sul tema per un primo bilancio con le aziende: le protagoniste di questa importante modifica legislativa. Nell’ultimo Networking Business Breakfast prima della pausa estiva (gli eventi riprenderanno a settembre, il calendario è già pronto ed è possibile ritrovare online tutti i programmi) abbiamo fatto il punto dello stato dell’arte e guardato oltre per capire quali sono i passi che seguiranno. All’evento “Obbligo di annuncio dei posti vacanti: un anno dopo” sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Claudia Sassi, Capo della Sezione del lavoro del DFE, che hanno portato riflessioni diverse, interagendo con la sala.

Una brevissima “cronistoria”

Nel febbraio 2014 il popolo svizzero ha approvato l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”. Il nuovo articolo 121 a della Costituzione federale prevede l’applicazione di contingenti e del principio della preferenza nazionale nei confronti degli stranieri, compresi i cittadini dell’Unione Europea. In seguito all’esito delle urne il Parlamento elvetico ha deciso di introdurre l’obbligo di annuncio per i generi professionali con un elevato tasso di disoccupazione, al fine di favorire l’occupazione della manodopera in cerca di impiego. Il 1° luglio 2018 è entrato in vigore l’obbligo di annuncio di un posto vacante all’Ufficio Regionale di Collocamento (URC).

La comunicazione: sempre più rilevante

Se il tasso di disoccupazione è lievemente sceso, si attesta una grande fluttuazione per determinate categorie professionali che sono soggette a stagionalità (ad esempio edilizia e settore alberghiero). Rilevante è il fatto di segnalare all’URC il posto vacante in azienda, indipendentemente che esso sia soggetto all’obbligo di annuncio o meno: in questo senso un dialogo performante è sempre più determinate, affinché tra persone in cerca d’impiego, aziende ed istituzioni si generi un ciclo comunicativo virtuoso e sempre più dettagliato sulle necessità delle aziende e sui riscontri sui candidati. I consulenti URC sono sempre a disposizione delle aziende per rispondere alle domande specifiche.

Gli strumenti

È stato sottolineato quanto fondamentale sia sempre il dialogo, oltre che al rilevamento tempestivo per aziende della verifica delle tappe per l’annuncio rispettando i termini legislativi stabiliti (periodo di protezione): in questo senso i colloqui con gli URC sono fondamentali. Oltre a ciò sulla piattaforma online lavoro.swiss si trovano tutti i ragguagli, nonché informazioni e profili di chi è in cerca di un impiego, come pure è questo il portale dove pubblicare i posti a disposizione. Nella “Job Room” di lavoro.swiss, ad oggi, si contano oltre 40’000 candidati iscritti e circa 4’000 aziende con un proprio profilo.

I prossimi step

Dal 1° gennaio 2020 il valore della soglia d’annuncio verrà diminuito al 5% (valore attuale 8%). Ci si sta concentrando sull’introduzione di controlli: la scorsa settimana il Parlamento ha delegato all’Amministrazione cantonale il controllo dell’obbligo di annunciare i posti vacanti e le sanzioni delle eventuali violazioni. Questi controlli saranno effettuati nel contesto delle normali inchieste del mercato del lavoro e dei normali controlli effettuati dalle commissioni paritetiche, in modo da non “ingessare” il sistema creando burocrazia, ma rendendo agili le procedure.
Infine si lavora anche sull’efficacia dello strumento lavoro.swiss, con un costante ammodernamento dei servizi.

La Cc-Ti in prima linea
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Zoom sul check digitale

In occasione dell’ultimo evento tematico Cc-Ti “Check digitale: analizzarsi per crescere“, è stato evidenziato come la cultura del digitale diventi strategica.

In collaborazione con i partner tematici 2019 Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA, Cornèrcard Swisscom, la Cc-Ti è tornata sul tema della digitalizzazione, cercando di fare chiarezza e mettere un punto fermo nella discussione. Vista la vastità delle soluzioni esistenti e ‘in progress’ oltre ad un’ampia accezione terminologica e concettuale della ‘digitalizzazione’, è necessario cercare di dare una definizione univoca per costruire innovazione e portare elementi utili al dibattito. In questo senso si è dunque potuto vedere come sia rilevante creare un terreno comune dal quale partire e spingere sull’acceleratore dell’innovazione.

Nella puntata della trasmissione ZOOM, curata ed andata in onda su Teleticino, ritroviamo spunti interessanti sul tema. Intervengono Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Carlo Secchi, Sales Director Swisscom (Svizzera) SA Enterprise Customers; Dr. Ing. Alessandro Trivilini, Responsabile del Servizio informatica forense SUPSI e Giambattista Ravano, Professore e Direttore delegato per la ricerca e l’innovazione SUPSI.

Scopriamo allora insieme quanto emerso!

 

La cultura del digitale diventa strategica

L’importanza della digitalizzazione per creare un terreno comune dal quale partire e spingere sull’acceleratore dell’innovazione.

Nell’accezione quotidiana e nelle attività di approfondimento ed analisi svolte dalla Cc-Ti, la digitalizzazione è stata trattata nelle sue ampie sfaccettature da differenti angolazioni: big data, smart life, cyber security, trasferimento tecnologico, modelli di business, formazione, ecc.. È quindi necessario creare ora una strategia di verifica “digitale” per fare in modo che per ogni azienda e per la Cc-Ti – quale associazione mantello – si possa tracciare una base comune su cui continuare a progredire con l’economia digitale.

Il progresso tecnologico ha portato un’evoluzione positiva per l’economia, la vita aziendale e la società nel suo complesso, andando a facilitare ancora di più la quotidianità con strumenti e supporti ben integrati nei processi organizzativi.
Vista la vastità delle soluzioni esistenti e ‘in progress’ oltre ad un’ampia accezione terminologica e concettuale della ‘digitalizzazione’, è necessario cercare di dare una definizione univoca per costruire innovazione e portare elementi utili al dibattito. È questa la premessa da cui si è partiti per dibattere nell’evento “Check digitale: analizzarsi per crescere“, organizzato dalla Cc-Ti – insieme ai suoi partner tematici 2019 Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA, Cornèrcard Swisscom – presso l’Auditorium USI a Lugano il 12 giugno. Sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Carlo Secchi, Sales Director Swisscom (Svizzera) SA Enterprise Customers; Dr. Ing. Alessandro Trivilini, Responsabile del Servizio informatica forense SUPSI e Giambattista Ravano, Professore e Direttore delegato per la ricerca e l’innovazione SUPSI.

L’organizzazione e la cultura aziendale

Il modello organizzativo è fondamentale nella definizione di una cultura digitale aziendale. L’impresa stessa può facilitare l’adozione di pratiche agili volte a supportare la transizione verso una trasformazione digitale progressiva. È necessario però intendere il ‘digitale’ quale sostegno alla governance e alla strategia aziendale e non un ‘mero’ aspetto tecnologico a margine della struttura. La trasformazione digitale deve essere prima di tutto un cambiamento della cultura d’impresa e del modo di concepire il funzionamento stesso dell’organizzazione. Questa evoluzione deve toccare i flussi informativi e i processi, arrivando fino al cambiamento del modello di business. Così facendo muta la cultura aziendale e i risultati saranno efficienti.

Una scelta strategica in 6 mosse

Occorre lavorare su elementi precisi e verificare l’avanzamento digitale dell’azienda in modo semplice, analizzando determinati punti per implementare nuove modelli e portare innovazione a processi e alla struttura. Fermo restando che i risultati che emergeranno da quest’analisi saranno differenti per ogni impresa – grande, media o piccola essa sia – proprio perché la concezione della digitalizzazione dipende dalla cultura e dall’organizzazione della struttura stessa. Vanno indagati: i touchpoint digitali, la communication & collaboration aziendali, i processi di business, la sicurezza informatica, l’organizzazione del personale e i processi decisionali. Una volta elaborato ogni punto nei dettagli è poi possibile definire una strategia digitale customizzata sulle esigenze e sulla realtà della singola azienda. Sono questi i principi del ‘check digitale’.

La sicurezza in primo piano

La cybersecurity è ancora spesso sottovalutata. Si fa un gran uso di terminologie “digitali” ma non si ha ancora bene in chiaro quanto siano determinanti gli eventuali danni causati da problemi relativi alla sicurezza informatica. Occorre agire anche qui a monte, lavorando sulla cultura digitale, dove quest’elemento accompagna la quotidianità di tutti e su cui si dovrebbe riflettere e creare consenso comune. Si sta formando una discrepanza tra la conoscenza e l’utilizzo delle terminologie e dei processi aziendali, per cui un cambio di rotta ed un’educazione alla condivisione e all’attitudine  della trasformazione culturale-digitale è più che mai necessaria. In questo senso la Cc-Ti accompagna le aziende lungo il cammino del cambiamento digitale con approfondimenti mirati, eventi e corsi di formazione che offrano agli imprenditori gli strumenti e le conoscenze giuste per continuare a produrre innovazione.

Puntare sulla formazione

È stato rilevato come, più che mai oggi, si necessiti di intervenire sulla formazione (scolastica, di base e continua) per accrescere le competenze del digitale, andando a sostenere le aziende con profili già pronti e meglio preparati per il mondo del lavoro che verrà. Accanto a quelle competenze tecniche occorre agire anche sulle soft skills nell’ambito ICT, creando condizioni quadro ottimali per il fiorire della digitalizzazione e dell’innovazione.
E per il futuro? Saranno richieste sempre più visioni tangibili con capacità di risolvere i problemi e l’adattamento dei processi cognitivi all’ecosistema in cui viviamo. Un fattore di sviluppo che si snoda su tre asset: scuola – impresa – ambiente, in cui tutti devono cooperare e lavorare in modo concertato al progresso dei tempi che mutano.

Sempre sul pezzo

La consapevolezza sul digitale va accresciuta ed è quello che come associazione mantello dell’economia stiamo cercando di portare avanti per il tessuto economico ticinese, contribuendo così a diffondere in modo ampio e trasversale quella cultura aziendale agile e dinamica, capace di seguire i cambiamenti in atto ed i trend a livello mondiale.

Documenti utili

 

Nuovi orizzonti e connessioni con la Russia

La Cc-Ti ha partecipato con successo alla missione organizzata dalla Joint Chamber of commerce – Switzerland, il cui scopo è la promozione delle relazioni economiche tra Svizzera e Russia, Bielorussia, Ucraina, Asia Centrale e Caucaso del Sud.

La Cc-Ti negli ultimi anni è sempre stata molto attiva nello sviluppo delle relazioni con la Russia. La missione è quindi stata un’ottima occasione per tastare il clima attuale del Paese, valutando la situazione delle imprese svizzere attive in Russia e osservando in che modo questa grande nazione stia sviluppando le relazioni con mercati esteri.

La missione in dettaglio

Il viaggio –  che si è tenuto a Mosca dal 3 al 5 giugno – ha visto la partecipazione di una folta delegazione formata da imprenditori e rappresentanti istituzionali provenienti da tutta la Svizzera e, grazie alla Cc-Ti, anche dal Ticino. Momento chiave del programma è stata la conferenza “Regional Cooperation between Switzerland and Russia. New Horizons, New Connections”, un interessante dialogo tra Regioni russe e Cantoni svizzeri. Chiara Crivelli, responsabile dell’International Desk della Cc-Ti ha esposto una presentazione sull’andamento dell’economia ticinese e sullo stato del commercio con l’estero (import ed export) del nostro Cantone. Un accento è stato messo sulle importanti relazioni della Cc-Ti con la Russia, i cui primi contatti risalgono al 2010.

L’evento si iscriveva inoltre nel programma della visita in Russia della Segretaria di Stato dell’economia, Marie Gabrielle Ineichen – Fleisch, che ha fornito un interessante contributo alla conferenza focalizzandosi sulle relazioni bilaterali tra Svizzera e Federazione Russa. Da parte russa, alla conferenza erano presenti rappresentanti di numerose regioni russe (autorità e imprenditori), un’ottima occasione per ampliare la rete di contatti locale.

Non sono mancati momenti di incontro con la business community svizzera a Mosca e con l’Ambasciatore svizzero in Russia, Yves Rossier. A chiudere il programma un’interessante visita al polo tecnologico “Technopolis” situato nella “Zona economica speciale” della città. Si tratta di uno dei motori fondamentali della nuova Mosca industriale, dedicato allo sviluppo dell’ecosistema innovativo della città che mira a creare condizioni favorevoli per la crescita delle aziende Hi-Tech.

Per le aziende in arrivo dal Ticino, grazie alla collaborazione con Switzerland Global Enterprise (S-GE), sono stati organizzati incontri B2B con potenziali partner locali selezionati in maniera mirata.

Le opportunità del mercato russo

Oggi l’economia russa è in ripresa e sembra aver accusato il colpo delle sanzioni messe in atto da USA e UE dal 2014. Gli anni 2015-2016 sono stati segnati da un’importante contrazione, anche a causa della caduta del prezzo del petrolio, ma a partire dal 2017 il PIL è di nuovo cresciuto, seppur non in maniera accentuata.

Secondo le stime della Banca Mondiale, la Russia dovrebbe crescere tra l’1,5 e l’1,8 % nel periodo 2018-2020. Una previsione positiva, anche se ancora inferiore rispetto al potenziale del Paese più grande del mondo. Dal punto di vista del business, la situazione sta nettamente migliorando: secondo la classifica della Banca Mondiale Ease of Doing Business, nel 2018 la Russia guadagna la posizione 35 su 190 paesi, con un aumento di ben cinque punti rispetto all’anno precedente.

Il commercio tra Russia e Svizzera (e in particolare con il Ticino) è stabile. Come confermato anche dalla Segretaria di Stato per l’economia, la Russia è un partner importante per la Svizzera. Il nostro Paese, inoltre, rimane al 10° posto degli investitori in Russia.

Il potenziale della regione di Kaluga

One Belt One Road e i Paesi di transito

Tra le Regioni russe presenti alla conferenza, abbiamo ritenuto particolarmente interessante la Regione di Kaluga, che si trova a 180km a sudovest di Mosca, in cui potrebbe esserci un potenziale attrattivo anche per le aziende ticinesi.

Dalla presentazione della regione, sono emerse grandi opportunità nei settori dell’automotive (Kaluga è conosciuta per un’importante produzione di veicoli), farmaceutico, metalmeccanica, trasporti e logistica. Proprio a questo proposito è interessante sottolineare che Kaluga ha aderito al progetto cinese “One Belt One Road” per quello che riguarda i “Paesi di transito” (Transit countries) che vede lo sviluppo in Russia di un corridoio tra l’Europa, Russia (passando da Kaluga fino alla Siberia centrale), scendendo verso la Mongolia, fino ad arrivare in Cina. Questo permetterà di dimezzare i tempi di percorrenza del trasporto su rotaia tra Russia e Cina che normalmente veniva effettuato via l’estremo est russo. Secondo i dati forniti dal Governo di Kaluga, la percorrenza di questo tratto è oggi di 15-17 giorni (7’750km), contro i 35 giorni via Far East (11’000km).

L’importanza della Regione di Kaluga è inoltre confermata anche dalla presenza di grandi aziende svizzere come Nestlé, Forbo, Omya, Bucher e Holcim.

 

 

 

Device as device: efficienza digitale garantita

Nell’epoca odierna, caratterizzata da grandi trasformazioni tecnologiche e innovazione, l’efficienza digitale gioca un ruolo importante per le aziende.

Viviamo il futuro

Sono innumerevoli le derivazioni dell’economia digitale e le sue ramificazioni nelle differenti attività quotidiane, sia professionali che private. Oggi più che mai stiamo andando verso un cambiamento del paradigma culturale. Pensiamo che i bambini che frequentano le scuola elementari andranno a svolgere dei lavori che fra 20 anni non esisteranno, così come i professionisti attivi oggi nel mercato del lavoro, utilizzano metodologie, modelli di business e spazi di lavoro che domani potrebbero sparire.
Recentemente – il 31 maggio scorso – è altresì stata inaugurata e stata resa funzionante la prima antenna 5G in Ticino: segno che il futuro dell’era digitale è già qui.

Sono questi gli spunti dell’introduzione di Lisa Pantini, Responsabile delle relazioni con i soci Cc-Ti, all’evento del 3 giugno “Efficienza digitale: la cultura del device-as-device“, organizzato in collaborazione con DOS Group, volto ad una riflessione a 360° gradi sui mutamenti in atto, sulla sensibilizzazione ed accompagnamento alle aziende già portato avanti negli anni con diverse sfaccettature dalla Cc-Ti (modelli di business, smart life, cyber security, ecc.).

Device as device per le aziende

Stefano Doninelli, CEO di DOS Group SA, ha presentato un nuovo modello di business che sta prendendo piede, chiamato “Everything-as-a-Service” in cui il cliente non acquista il prodotto fisico, bensì acquista un servizio che include il prodotto in questione assieme al suo supporto completo.

Si tratta di un sistema economico basato su politiche di prezzo a consumo, che garantiscono un’efficienza digitale e permettono all’azienda che lo assume di avere un budget IT più sistematico, allocando al meglio le risorse. Non si acquista più un prodotto, ma un servizio che comprende diversi elementi che, insieme, formano pc, prevenzione e assistenza.

Nell’ottica di un’ottimizzazione delle risorse e, dunque, di una gestione efficiente  dell’azienda, questo metodo possiede elementi vincenti poiché permette di analizzare e divenire proattivi, permettendo al contempo, anche la gestione unificata di più dispositivi e sistemi operativi diversi.

Nello specifico è stato presentato HP Device as a Service (DaaS), che  offre dispositivi ed accessori performanti che, con il giusto supporto ed assistenza, permette la gestione sinergica del parco dispositivi sotto un unico contratto. In questo modo è quindi possibile restare focalizzati sul proprio core business, avere un maggio controllo dei costi e nessun rischio di obsolescenza dell’infrastruttura IT.
Un ecosistema efficiente con analytics e report per l’azienda, sempre più orientata al digitale.

Proseguiamo il discorso…

Tratteremo un’altra sfaccettatura dell’economia digitale il prossimo 12 giugno, nell’evento “Check digitale: analizzarsi per crescere“, che si terrà presso l’USI a Lugano. Maggiori informazioni ed iscrizioni sono disponibili qui.

Un’intervista mirata

In questa video intervista con Stefano Doninelli, CEO di DOS Group SA e Jessica Tagliabue, Marketing Manager DOS Group SA, scopriamo le novità sul tema. Buona visione!

Il virtuale è sempre più reale

La Cc-Ti al servizio delle imprese ticinesi per sfruttare meglio le opportunità date dalle trasformazioni tecnologiche: tutti i dettagli in un evento dedicato il prossimo 12 giugno.

Nel 2007, quando Steve Jobs lanciò il primo iPhone, nessuno avrebbe mai immaginato cosa sarebbe diventato quello che sino allora era stato un semplice telefonino. Come, nel giro di un decennio, avrebbe cambiato la nostra vita e il modo di lavorare. Oggi con lo smartphone trasmettiamo foto e immagini, facciamo videochiamate, guardiamo film, ascoltiamo musica, leggiamo i giornali online, da lontano controlliamo le nostre case, ordiniamo e paghiamo la spesa. Senza lo smartphone, la sharing economy non avrebbe avuto una crescita così rapida, il mercato mondiale delle app non avrebbe già superato i 100 miliardi di dollari.
Più di ogni altro dispositivo, l’evoluzione dello smartphone dimostra le potenzialità enormi e gli sviluppi pratici della grande trasformazione indotta dall’economia digitale. Un’economia basata su un progresso tecnologico continuo, sempre più integrato e convergente, sistemico e pervasivo, che investe tutti gli ambiti dell’attività umana. Ecco perché per ogni impresa è indispensabile valutare l’uso e l’efficienza delle proprie risorse digitali, che vanno ben oltre l’utilizzazione del web e gli investimenti per aggiornare l’hard e il software aziendali.
A questa necessità è finalizzato l’evento “Check digitale: analizzare per crescere”, proposto dalla Cc-Ti per il prossimo 12 giugno presso l’Auditorium USI a Lugano.
Un appuntamento per esaminare concretamente l’avanzamento e l’impatto delle nuove tecnologie nell’impresa, per capire come sfruttare meglio le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Ma l’economia digitale non è più solo una questione di risorse tecnologiche.

Sia per l’attività produttiva sia per la governance sociale, essa richiede oggi una visione prospettica capace di ripensare i confini tra virtuale e reale. Con l’avvento dell’Internet delle cose siamo, difatti, alla vigilia di un’altra grande ondata tecnologica. Nel 2020 oltre 40 miliardi di oggetti saranno collegati tra di loro in tutto il mondo, attraverso una rete planetaria di sensori che produrranno, scambieranno e utilizzeranno dati per migliorare, in ogni campo, beni e servizi già esistenti e crearne di nuovi.
Quel flusso incessante di dati, definito l’oro del terzo Millennio, che si va moltiplicando di anno in anno, subirà un’ulteriore, poderosa accelerazione. Si apriranno scenari inediti per l’analisi e il trattamento dei big data che già ora, oltre ad ottimizzare le catene della produzione e dei consumi, permettono anche una gestione più efficiente dei servizi collettivi: dalla distribuzione di acqua ed energia allo smaltimento dei rifiuti, dalla sanità alla sicurezza, dai trasporti pubblici alla soluzione dei problemi del traffico.
Possibilità da noi ancora poco utilizzate, perché manca una diffusa cultura pubblica ispirata alla filosofia “Open data”, con un approccio più dinamico e innovativo nell’affrontare i problemi collettivi. Si resta così intrappolati in quel “deficit percettivo” che non consente di vedere, e quindi di sfruttare, tutte le potenzialità delle tecnologie digitali.

Giappone: tra innovazione e tradizione

Nella nuova era denominata “bellissima armonia” (Reiwa), il Giappone rappresenta una nazione stabile e innovativa, pronta ad affrontare le sfide economiche e sociali del futuro. Le Olimpiadi di Tokyo nel 2020 non mancheranno di fornire opportunità anche per le aziende elvetiche, com’è stato sottolineato durante l’Evento-Paese del 21 maggio organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con i partner Export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M. Zardi & Co.).

I relatori, da sinistra: Naoko Wada, Aurélie Barthère, Takashi Wada, Gabriel Haering, Valentina Rossi 

Primo mercato asiatico con il quale la Svizzera ha concluso un accordo di libero scambio bilaterale nel 2009, il Giappone è una nazione che gode di interessanti vantaggi competitivi, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. I nostri due Paesi sono inoltre molto similari, scarsi di materie prime ma riconosciuti entrambi per una cultura ricca di precisione e di affidabilità, a cui non manca la qualità dei servizi e dei prodotti.

Stabilità tra le incertezze globali

L’industria manifatturiera sta puntando ad una ripresa della produzione, ha sottolineato Aurélie Barthère, Vicepresident, Multi Asset Investment Management di Credit Suisse, ma le recenti tensioni a livello globale hanno rallentato la situazione finanziaria. I dati mostrano però come vi sia un aumento della forza lavoro e una migliore governance aziendale. La fiducia dei consumatori tende invece a diminuire nonostante le contromisure messe in atto.

Gerontech: super-invecchiamento della popolazione

Numerose le opportunità per le aziende elvetiche soprattutto nei settori Gerontech, Medtech, Agritech, HR Tech e Fintech, come ha sottolineato Naoko Wada, Senior Trade Advisor dello Swiss Business Hub Japan. Una delle sfide maggiori per il Giappone è quella generata dal super-invecchiamento della popolazione. Si stima infatti che entro il 2050 quasi il 40% dei cittadini avrà superato i 65 anni e servono quindi soluzioni per aiutare i residenti anziani nonché migliorare le strutture e le cure a loro fornite. Ecco quindi perché le prospettive per tutto ciò che concerne i settori appena citati – soprattutto nell’ambito del Medtech e Gerontech – rappresentano un interessante mercato di sbocco per le aziende elvetiche.

Naoko Wada ha inoltre voluto rimarcare come sia importante affrontare il Giappone in modo preparato e oculato: studiare il mercato, conoscere il proprio cliente o fornitore e prendere coscienza che il Paese del Sol Levante ha le sue regole sono fattori essenziali per poter approcciare adeguatamente. L’Asia non è infatti un grande unico partner: Cina, Corea del Sud o altre nazioni sono molto differenti nel modo di fare business giapponese e bisogna quindi sapersi adattare alla cultura e ai modi di porsi locali.

Un Paese sofisticato e innovativo

Perché quindi espandere le proprie attività in Giappone? Per Takashi Wada, direttore generale di Jetro Ginevra, il Paese del Sol Levante è innanzitutto un mercato in piena espansione che si situa al terzo rango delle economie mondiali. Una nazione sofisticata e innovativa con infrastrutture adatte per promuovere il business – il Giappone è difatti al 4° posto a livello mondiale –  oltre che ad essere una nazione dove è piacevole soggiornare, dato che tra le prime 10 città al mondo vi sono Osaka e Tokyo.

Parola chiave: pazienza

Infine, Gabriel Haering, CEO di Cerbios-Pharma SA ha fornito un’interessante testimonianza aziendale di un’azienda leader nel campo farmaceutico. In Giappone dal 2003, oggi Cerbios-Pharma è presente nella nazione asiatica con prodotti e servizi con il 12,5% del suo fatturato. È fondamentale conoscere le abitudini utilizzate nel mondo del business: all’arrivo bisogna consegnare il biglietto da visita tenendolo con due mani e fare un inchino. Molto apprezzato dall’interlocutore se il biglietto ha il fronte retro in giapponese. Per Gabriel Haering la parola chiave è “pazienza”: i partner del Sole Levante devono prendere fiducia prima nella persona e in seguito con l’azienda. Non bisogna farsi scoraggiare dagli incontri che possono essere molto lunghi (dovuti anche alle esigenze di traduzione), mantenendo un distacco serio e professionale che viene però allentato durante le cene di lavoro che possono rivelarsi molto distensive. Lavorando bene si creeranno dei buoni rapporti di amicizia e i giapponesi saranno partner fedeli e di lungo termine, ha concluso Haering.

 

Scarica le presentazioni:
Business opportunities, Naoko Wada, Trade Advisor, Swiss Business Hub Japan
Business Environment in Japan, Takashi Wada, Director Generale, JETRO Geneva
La testimonianza aziendale, Gabriel Haering, CEO, Cerbios-Pharma SA
– Video: Quale logistica da e verso il Giappone, Gaetano Loprieno, Sales Manager, Cippà Trasporti SA

 

 

La Cc-Ti ringrazia i partner export:
S-GE, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M.Zardi & Co SA

 

Con gli Eventi Paese e le missioni economiche si promuove l’internazionalizzazione

A sostegno degli imprenditori nella ricerca di nuovi sbocchi commerciali

Negli ultimi anni le nostre esportazioni non si sono orientate solo sui mercati vicini, ma hanno saputo guardare a Paesi lontani, diversificando con successo gli sbocchi commerciali per merci e servizi. Una crescente vocazione internazionale che la Cc-Ti sostiene fattivamente anche con le missioni economiche all’estero e gli Eventi Paese, per dare la possibilità agli imprenditori di conoscere più a fondo realtà che potrebbero offrire loro opportunità interessanti.

Il nuovo appuntamento degli Eventi Paese, il 21 maggio, sarà sul Giappone. Nonostante una crescita rallentata, il Giappone resta, come PIL, la terza potenza economica mondiale. Se da un lato l’invecchiamento demografico ha  frenato l’economia nipponica, dall’altro ha favorito le esportazioni svizzere di prodotti  farmaceutici e tecnologie mediche. Ma anche l’industria MEM è ben piazzata con un export pari a 840 milioni di franchi. Grazie all’accordo di libero scambio, in vigore dal 2009, le esportazioni hanno conosciuto un crescente dinamismo, che avrà ulteriori impulsi con la ripresa prevista con le Olimpiadi di Tokyo del 2020.
Altrettanto interessante l’Evento Paese del 19 settembre dedicato alla Germania, il nostro principale partner commerciale. Quasi un quinto dell’export elvetico è destinato, difatti, al mercato tedesco, con una netta preminenza dei prodotti farmaceutici e delle forniture per l’industria automobilistica.

Il 20 novembre al centro dell’Evento Paese saranno gli Emirati Arabi Uniti con cui l’interscambio ha raggiunto i 13,9 miliardi di franchi. Dal 2014 l’accordo di libero scambio con gli Stati del Golfo ha decisamente migliorato l’accesso al mercato degli Emirati, le condizioni quadro e la certezza giuridica nelle transazioni commerciali. Nei primi due trimestri del 2018 si è registrato un aumento del 26% dell’export elvetico, rispetto allo stesso semestre  dell’anno precedente. L’Expo 2020 darà nuovi stimoli ad un’economia che sta diversificando la monocoltura petrolifera, incentivando il turismo, le costruzioni, il commercio e i consumi privati.

Sempre a novembre la Cc-Ti proporrà un’altra missione economica in Cina, visto l’interesse suscitato dalla trasferta dell’anno scorso a Shenzhen e Shanghai. I  apporti commerciali tra Cina e Svizzera, primo Stato europeo ad aver siglato un accordo di libero scambio con Pechino, si intensificheranno ulteriormente dopo la recente firma del memorandum sulla nuova “Via della Seta”. La missione multisettoriale aperta a tutte le aziende interessate al mercato cinese, permetterà di visitare anche la “China International Import Expo”, la prima Fiera mondiale delle importazioni, in un Paese la cui domanda di beni e servizi dall’estero supererà presto i 30 trilioni di dollari. La Cina che, sta aprendo il suo immenso mercato agli altri Paesi, riducendo le tariffe, facilitando lo sdoganamento delle merci e  rafforzando la tutela di patenti e brevetti, dal 5 al 10 novembre offrirà nel Centro  espositivo di Shanghai una vetrina planetaria alle migliori imprese del mondo.