Le cure dentarie presto a carico delle aziende?

Il 28 novembre 2016 si è tenuto presso la sede della Cc-Ti l’evento “Nuovi oneri per le aziende: il caso particolare delle cure dentarie”. Attraverso quest’incontro  la Cc-Ti, congiuntamente a  curafutura (associazione che comprende gli assicuratori malattia CSS Assicurazione, Helsana, Sanitas e CPT), ha voluto rendere attente le aziende ticinesi sul rischio di nuovi oneri, che toccano in questo caso la salute dentaria. In particolare sono state presentate l’iniziativa per il rimborso delle cure dentarie e il sistema di copertura delle spere per le cure dentarie oggi in vigore.

L’apertura del Business Breakfast della Camera (BBC) è spettata al Direttore Cc-Ti, Luca Albertoni, e al Direttore di curafutura Pius Zängerle, che hanno messo in risalto come in Svizzera stia sempre più prendendo piede l’idea che numerosi costi debbano essere maggiormente presi a carico dalla collettività (attraverso il sistema di redistribuzione sociale) e meno dai singoli cittadini, dai quali si esige quindi di conseguenza una minor responsabilità personale. Il caso delle cure dentarie e delle iniziative lanciate sul tema in 4 cantoni latini, tra cui il Ticino, ne è la prova: se questi progetti venissero accettati in votazione popolare, si andrebbero ad introdurre nuovi oneri per le aziende, già sottoposte a innumerevoli tasse, contributi e balzelli.

Nicole Manetti, responsabile di progetto per la politica sanitaria di curafutura, ha poi preso la parola fornendo una breve panoramica dell’iter politico di queste proposte, in particolar modo di quella ticinese, per poi brevemente spiegare lo stato odierno del sistema dentario, giungendo infine alla conclusione che – dati alla mano – quest’ultimo funziona in modo soddisfacente e che quindi – bisognerebbe maggiormente seguire il celebre adagio inglese – “If it ain’t broke, don’t fix it”.

E’ stato poi Claudio Brunoldi, Direttore Service Center presso Helsana, a spiegare in modo più dettagliato la copertura delle spese per le cure dentarie allo stato attuale.

Il BBC si è quindi concluso con una discussione, animata dal Direttore Cc-Ti, che come sempre è stata ricca di elementi e spunti interessanti. Il mondo imprenditoriale presente in sala si è dimostrato compatto nel giudicare allarmante la tendenza verso una sempre maggior pressione sulle aziende, in questo caso di tipo finanziario, che porta inevitabilmente a una logica di deresponsabilizzazione del singolo cittadino. Ciò infatti si trova in profondo contrasto con i principi liberali svizzeri che, nel corso degli anni, hanno permesso al sistema svizzero di essere performante, garantendo un certo benessere alla popolazione.

Qui di seguito potrete accedere alle presentazioni dei due relatori.

Iniziativa per l’obbligo di assicurazione per le cure dentarie
Nicole Manetti
Direttore Service Center presso Helsana
Claudio Brunoldi
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Come e perché difendersi dagli attacchi “cyber “

È dinnanzi ad una sala gremita che si è tenuto, il 20 aprile scorso, l’evento “Cyber risk”, organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con l’Associazione Svizzera d’Assicurazioni (ASA).

Questo incontro aveva lo scopo di informare i nostri associati sulle attuali cyber minacce nel mondo e su come difendersi. Il tema è di stretta attualità e le minacce portate alle aziende tramite la rete sempre si fanno sempre più concrete.

Si è subito entrati nel vivo della tematica, dopo i saluti introduttivi di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, che ha spiegato quanto questo tema preoccupi il mondo aziendale e come vi sia ancora molto da fare a livello di informazione e prevenzione, non solo in Ticino, ma anche nel resto della Svizzera. Lucius Dürr, Direttore ASA, ha introdotto il tema evidenziando come la tematica dei cyber rischi sia di fondamentale importanza per l’ASA in relazione alla protezione dei dati per l’assicurabilità, che presenta opportunità, sfide e occasioni da cogliere per il mondo assicurativo, nell’ambito della digitalizzazione.

La prima relazione tecnica è stata quella di Dario Tizianel, Business Unit Leader IBM Security in Svizzera.

Membro dell’associazione Swiss Cyber Experts (public private partnership con la Confederazione Svizzera). Il Signor Tizianel ha spiegato, con diversi esempi, come con le nuove tecnologie sia sempre più facile hackerare dispositivi e scoprire nuovi rischi, perché interconnessi fra loro. Ha altresì come lavorano i cyber terroristi. Si muovono in una vera e propria “industria terroristica” ben strutturata, arrivando anche a misurare le loro prestazioni (o meglio, i loro attacchi) tramite sistemi “manageriali”, con degli indicatori di prestazioni. Cosa si può fare contro questi rischi? Prevenire, scoprire e rispondere. Tutto ciò tramite funzioni da costruire nei sistemi IT aziendali (antivirus, firewall, accesso e controllo delle identità), con un monitoraggio del sistema in azienda. Al fine di contrastare gli attacchi alle infrastrutture elvetiche, è stata creata MELANI, la Centrale d’annuncio ed analisi per la sicurezza dell’informazione.

Mauro Vignati (che da due anni dirige il settore cyber del servizio di intelligence svizzero) si è invece concentrato sull’attività dell’intelligence svizzera, mostrando come si occupi di spionaggio e controspionaggio, e come la sua attività si concentri sugli attacchi allo Stato da parte di altri Governi. Qual è l’interesse di una Nazione nell’usare un codice nocivo attaccando altri Paesi? Vi sono diversi motivi, tra cui quelli politici, territoriali, economici, e così via. I vettori d’attacco sono molteplici. Mauro Vignati ha sottolineato come i cyber terroristi sfruttino la tecnologia a loro vantaggio, utilizzando cifrature avanzate, portando numerosi esempi, il tutto in un contesto di guerra economica, dove Governo e imprese sono vittime.

L’ultima relazione della serata è stata dedicata alle soluzioni assicurative, presentata da Silvana Cammarano, Responsabile del servizio Underwriting Ramo cose Zurigo Assicurazioni. Con una panoramica sulle motivazioni che possono portare ad un attacco cyber (private, economiche e politiche), Silvana Cammarano ha evidenziato quali siano gli intenti dietro a questi rischi. I costi, per un’azienda, che subisce un attacco sono inimmaginabili, sia in termini economici, che di reputazione. Si stimano danni per 113 miliardi di dollari (dati del 2013) a seguito di attacchi informatici. Sempre di più le assicurazioni si stanno muovendo per proporre dei pacchetti di soluzioni modulabili a dipendenza del rischio e della situazione aziendale. Si riconoscono 2 tipologie di rischi assicurabili: i danni verso terzi e quelli all’interno della struttura. In caso di un sinistro vi sono sostegni e ci si muove per reagire immediatamente per la gestione della crisi, la ricostruzione dei dati, il monitoraggio della situazione durante e dopo il sinistro.

L’evento si è concluso con un aperitivo di networking, durante il quale i partecipanti hanno potuto avvicinare i relatori ed approfondire alcune domande, e intrecciare nuove relazioni.

Il tema è di sicuro interesse, visto il riscontro ed il successo ottenuti. La Cc-Ti continuerà, attraverso altri canali e in diversi momenti, ad approfondirlo. Non mancheremo di informarvi in merito.

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Giornata dell’export 2015

Transazioni commerciali e procedure elettroniche

Negli ultimi decenni la comunità internazionale ha fatto progressi importanti nella riduzione dei dazi e nello smantellamento dei contingenti. Di pari passo si è sviluppato un sistema produttivo globale sempre più rivolto ai Paesi in via di sviluppo ed emergenti con un’importanza crescente verso i processi di approvvigionamento e di valore aggiunto ripartiti in varie aree del mondo. A livello distributivo, è stato accelerato lo sviluppo della logica del just-in-time anche in relazione all’evoluzione mondiale repentina dell’e-business. In questo contesto, le istituzioni atte a regolamentare, standardizzare e controllare le transazioni commerciali hanno concepito il concetto di Single Window secondo cui le informazioni commerciali rilevanti ed i relativi documenti devono essere forniti in un unico momento (one entry point) allo scopo di soddisfare tutti i disposti di legge per l’importazione, l’esportazione o il transito.

In quest’ottica a livello di amministrazione pubblica e di autorità doganale, l’implementazione elvetica di sistemi di e-custom è esemplare e all’avanguardia al punto che negli ultimi anni ha portato alla creazione di procedure doganali elettroniche utilizzate dalle aziende e considerate ben funzionanti ed efficienti. Nel contesto privato, ma sempre nell’ottica di semplificare le procedure per le aziende attive nel commercio con l’estero, altre applicazioni del concetto Single Window riguardano ad esempio il Trade Finance. Infatti, partendo dal presupposto che più dell’80% dei flussi commerciali e dei relativi pagamenti è supportato da strumenti finanziari, in un sistema economico sempre più globale ed integrato diventa fondamentale semplificare determinate procedure, peraltro già standardizzate, controllate e trasparenti, come ad esempio per quanto concerne gli accreditivi.

Da questi spunti verrà realizzata la tavola rotonda della Giornata dell’Export 2015 dedicata allo sviluppo delle piattaforme elettroniche nel commercio con l’estero, preceduta da un’interessante relazione dell’ospite d’onore, Jon Walden, esperto di commercio internazionale e fine conoscitore delle procedure elettroniche per le transazioni commerciali.

Scarica le presentazioni:
Electronic procedures: the future of commercial transactions?
Jon Walden
Dogane svizzere: un modello internazionale di implementazione delle procedure elettroniche
Remo Fontana, sostituto del Direttore di circondario delle dogane, AFD

Giornata dell’export 2014

L’importanza degli accordi di libero scambio

Con un grande successo di pubblico si è svolta mercoledì 5 febbraio 2014 al Palazzo dei Congressi la Giornata dell’Export organizzata dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), in collaborazione con l’Amministrazione federale delle dogane, Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse e Bisnode D&B Schweiz AG.
Ad aprire i lavori, il saluto del responsabile del settore Export della Cc-Ti, Marco Passalia, che ha introdotto la tematica centrale della giornata, ovvero l’importanza degli accordi di libero scambio. Ad oggi la Svizzera ha siglato 30 accordi di libero scambio (ALS), tra cui la Convenzione dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) e l’ALS con l’Unione europea (UE). “Tra gli ultimi in ordine di tempo, è importante citare la firma del trattato bilaterale Svizzera-Cina, che dovrebbe entrare in vigore proprio nel corso del 2014” ha ricordato Passalia. Nel frattempo la Confederazione continua la strada dei trattati, sia bilaterali sia in seno all’AELS, con vari partner tra cui Algeria, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Malesia, Russia (con Bielorussia e Kazakistan), Tailandia e Vietnam.
La parola è poi passata a Pietro Poretti, Senior Legal Officer della Trade Relations Division dell’Associazione europea di libero scambio (AELS), che ha presentato la tendenza globale degli accordi di libero scambio. Nati con l’obiettivo di eliminare o ridurre i dazi doganali, gli ALS oggi contengono anche disposizioni per un migliore accesso al mercato per servizi e investimenti, per la partecipazione in appalti pubblici, per la protezione proprietà intellettuale, o per limitare barriere non tariffarie (misure sanitarie, protezione consumatori), ecc. La tendenza principale non è più quella di semplicemente “accedere” a nuovi mercati, ma anche di una maggiore produzione.
“L’economia elvetica ha una forte vocazione internazionale, a tal punto che un franco su due è guadagnato all’estero”, ha ricordato Monica Zurfluh, responsabile per la Svizzera italiana di Switzerland Global Enterprise. Contrariamente alle opinioni diffuse, i risparmi sui dazi doganali previsti dagli ALS non si applicano in modo automatico, sono bensì le aziende a doversi attivare a tal fine. “Da un’analisi – ha proseguito Zurfluh – è emerso come gli ALS con Paesi d’oltremare non vengono utilizzati a sufficienza e questo per varie ragioni che spaziano dalla mancanza di conoscenza o interesse, da regole d’origine troppo restrittive o da pratiche amministrative giudicate dispendiose”.
La parola è poi passata a Giorgio Binda, Capo della Sezione Tariffa e Regimi doganali dell’Amministrazione federale delle Dogane (AFD), che ha affermato come gli ALS rappresentano delle opportunità e dei vantaggi che è giusto sfruttare, ma le aziende devono però saper gestire al meglio il rilascio delle prove dell’origine. La mancanza di gestione o una cattiva gestione possono infatti avere anche delle pesanti ripercussioni sulla ditta. Da parte sua, l’AFD sostiene le imprese (informazione/ formazione) nella corretta applicazione degli ALS.
A concludere la conferenza, è intervenuto Maurizio Nardi, Head of Supply Chain di Ginsana, presentando l’esperienza della sua azienda che ha saputo utilizzare con successo gli accordi di libero scambio. I dazi all’importazione, ridotti o eliminati grazie agli ALS, hanno infatti inciso dal 5 al 20% sull’importo del fatturato. Ora la ditta, leader di mercato nei prodotti di fitomedicina, attende la stipulazione di ulteriori ALS che possano aprire un mercato ancora più concorrenziale in altri Paesi, come ad esempio l’Indonesia o la Malesia.

 

Scarica le presentazioni:
Introduzione al tema degli accordi di libero scambio
Marco Passalia, Vice Direttore e Responsabile Servizio Export, Cc-Ti
La tendenza globale degli accordi di libero scambio
Pietro Poretti, Senior Legal Officer, Trade Relations Division, EFTA
Le potenzialità ed i benefici degli accordi di libero scambio
Monica Zurfluh, Responsabile Svizzera Italiana, Switzerland Global Enterprise
Gli accordi di libero scambio e le implicazioni per le aziende elvetiche
Giorgio Binda, Capo della Sezione Tariffa e Regimi doganali, Amministrazione federale delle Dogane
La testimonianza di un’azienda ticinese attiva nella produzione e nel commercio con l’estero
Maurizio Nardi, Head of Supply Chain, Ginsana

Giornata dell’export 2013

Internazionalizzazione. Questa la parola chiave della Giornata dell’export in Ticino organizzata giovedì 7 febbraio 2013 dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) e che ha riscontrato un ottimo successo di pubblico. Il commercio con l’estero è diventato un elemento centrale per lo sviluppo economico e aziendale del Ticino, nonché per la creazione di competenze specifiche e di posti di lavoro qualificati in tutta la regione. I dati provvisori forniti dall’Amministrazione federale delle dogane indicano che nel 2012 le esportazioni hanno superato i 9.0 miliardi di franchi, mentre le importazioni sono state di poco inferiori ai 9.5 miliardi. Escludendo i flussi di metalli preziosi, pietre e gemme, oggetti d’arte e antiquariato – flussi talvolta influenzati da fattori contingenti – le esportazioni nel 2012 hanno raggiunto i 6.4 miliardi di franchi e le importazioni gli 8.0 miliardi. È quanto ha sottolineato Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Dipartimento delle finanze e dell’economia del Cantone Ticino, intervenuto alla Giornata dell’export per evidenziare il sostegno del Cantone all’internazionalizzazione. Il DFE agisce con due misure puntuali a favore delle aziende che commerciano con l’estero: i contributi alla partecipazione a fiere specialistiche e il contributo ai costi sostenuti dalle aziende per la consulenza dell’Osec nella ricerca di nuovi partner commerciali nei Paese emergenti. A ciò si aggiunge l’importante accordo strategico sottoscritto lo scorso anno tra il Consiglio di Stato e la Camera di commercio per condividere in maniera ancora più integrata le attività di marketing territoriale e di internazionalizzazione delle nostre imprese. “Credo sia proprio questo un campo in cui una collaborazione strutturata tra pubblico e privato possa dare buoni risultati, mettendo a frutto le competenze di ognuno sull’obiettivo comune di consolidare e rafforzare le capacità competitive delle nostre piccole e medie imprese sui mercati internazionali” ha affermato Stefano Rizzi. Luca Albertoni, direttore della Cc-Ti, ha in seguito sottolineato il ruolo centrale della Camera di commercio quale piattaforma dell’export nel nostro Cantone. In questi anni la CC-Ti si è affermata come partner privato di riferimento, accogliendo numerose delegazioni straniere ufficiali e gettando le basi per missioni commerciali all’estero. Tali contatti hanno permesso di creare un’importante rete a beneficio delle aziende ticinesi, che possono così disporre di occasioni di incontro privilegiate con aziende e rappresentanti istituzionali esteri. Questo approccio sta dando risultati tangibili e il 2013 sarà caratterizzato da un ulteriore incremento del numero di missioni in vari paesi europei, come il Belgio, la Spagna, l’Inghilterra e la Russia fra gli altri, in modo da creare nuovi legami e rafforzare quelli già esistenti. La Cc-Ti, in collaborazione con l’Osec, è riuscita a sviluppare questo settore portando un valore aggiunto a tutte quelle imprese che lavorano nell’ambito dell’export. La consulenza a tutti gli associati, come anche la formazione, sono infatti i tasselli fondamentali del lavoro del centro di competenze dell’export in Ticino. Il vice direttore della Cc-Ti Marco Passalia con la responsabile Osec Ticino Monica Zurfluh, hanno messo in evidenza i punti chiave per le aziende che intendono intraprendere un commercio con l’estero. In particolare hanno sottolineato “le 6 P”, gli elementi da non trascurare per chi dal Ticino intende esportare merci e internazionalizzare le proprie attività: Paese, Partner, Prodotto, Prospezione, Procedure e Protezione. Il mio prodotto è conforme alle prescrizioni locali? Quali documenti mi servono? È vero che le autorità finanziano la partecipazione a fiere internazionali? Quali sono i canali di distribuzione? A tutte queste domande – e a molto altro – rispondono i servizi della CC-Ti e dell’Osec ai quali fare riferimento per conoscere ogni strumento atto a dinamizzare l’economia cantonale. Per chi desiderasse approfondire le tematiche, i due istituti, anche grazie a diversi partner pubblici (Dogane, DFE, SECO, ecc.), forniscono numerosi servizi tra i quali approfondimenti sui Paesi, articoli tematici e newsletter, workshop Export in azienda, Export training center,… e molto altro. Alla Giornata dell’export è intervenuto infine Remo Fontana, sostituto Direttore del circondario delle Dogane di Lugano, che ha messo in evidenza l’importante sostegno alle aziende esportatrici da parte delle dogane. Questo supporto viene fornito sia attraverso i corsi organizzati in collaborazione con la Cc-Ti, sia attraverso una semplificazione delle procedure doganali. Tra le novità, per fare un esempio, l’Amministrazione federale delle dogane nel prossimo futuro si adopererà nell’implementazione dello statuto di operatore economico autorizzato (AEO), al fine di garantire la sicurezza dei flussi logistici, compromessa dalla minaccia del terrorismo internazionale (New York, Bali, Madrid, Londra) e migliorare la collaborazione tra le amministrazioni doganali e il mondo economico.

Presentazione Luca Albertoni
Presentazione Stefano Rizzi
Presentazione Remo Fontana
Presentazione Monica Zurfluh e Marco Passalia