Ticino, il ponte che rafforza gli scambi tra Svizzera e Cina

Nel quadro delle celebrazioni per i 75 anni di relazioni diplomatiche tra Svizzera e Cina, si è svolto in Ticino il 4th Round of China–Switzerland Foreign Ministers’ Strategic Dialogue, che ha riunito il Consigliere federale Ignazio Cassis e il Ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese Wang Yi.

Collocare il confronto in Ticino non è stato solo un gesto simbolico. Il Cantone si è confermato un ponte operativo tra la capacità innovativa svizzera e la domanda cinese di qualità, tecnologie e precisione, in un momento in cui la congiuntura internazionale richiede canali affidabili e prevedibili. Questo appuntamento si inserisce in un ciclo di visite di altissimo profilo che, nell’ultimo quinquennio, ha portato in Ticino i rappresentanti dei tre partner principali della Svizzera, ossia Stati Uniti, Cina e Unione europea, da Mike Pompeo e Wang Yi a Castelgrande di Bellinzona fino a Kaja Kallas e Ursula von der Leyen tra Bellinzona e Lugano, confermando il Cantone come piattaforma di dialogo internazionale.

Il dialogo ha permesso di mettere a fuoco lo stato e le prospettive dei rapporti economici tra i due Paesi. Negli ultimi anni le esportazioni svizzere verso la Cina sono cresciute in modo strutturale, passando da 23,9 a 40,5 miliardi di franchi tra il 2017 e il 2023, con un aumento medio annuo del 9,15 per cento. Parallelamente, le esportazioni cinesi verso la Svizzera sono salite da 13,1 a circa 18,4 miliardi di franchi, con un incremento medio annuo del 5,86% per cento. Un fattore abilitante è stato l’Accordo di libero scambio entrato in vigore nel 2014, che ha ridotto in modo significativo i dazi in comparti chiave come orologeria e macchinari, generando risparmi significativi per le imprese svizzere. Nel 2024 l’interscambio bilaterale ha raggiunto 55,1 miliardi di franchi, con un incremento medio annuo del 5,83 per cento, a conferma della centralità del partenariato economico tra Svizzera e Cina.

La dinamica più recente ha ulteriormente rafforzato questo quadro. A luglio 2025 le esportazioni svizzere verso la Cina sono avanzate di 4,07 miliardi di USD rispetto a luglio 2024 con una crescita del 69,1 per cento, mentre le importazioni dalla Cina hanno registrato un incremento più contenuto pari al 2,3 per cento. Nella composizione dell’export elvetico verso la Cina l’oro ha mantenuto un ruolo preminente, intorno alla metà del totale nel 2024, seguito da farmaceutica, orologi, macchinari e apparecchiature medicali. Dal lato opposto le vendite cinesi verso la Svizzera restano diversificate, con contributi di chimica, mezzi di trasporto, macchinari ed elettronica. In questo contesto il Ticino agisce da ponte tra filiere nazionali e mercati globali. Un tessuto industriale competitivo e orientato all’export trova nei legami con la Cina un canale naturale per valorizzare innovazione e qualità. In Ticino un ecosistema dell’innovazione, dall’intelligenza artificiale alle scienze della vita fino all’energia verde, trasforma ricerca e tecnologie di frontiera in collaborazioni e sbocchi sui mercati internazionali, inclusa la Cina. Affinché tali potenzialità si traducano in risultati concreti occorrono connessioni fisiche e digitali efficienti lungo tutta la catena del valore. La logistica svolge un ruolo abilitante. Infrastrutture intermodali e procedure doganali digitalizzate riducono tempi e costi, collegano il Ticino ai corridoi europei e sostengono gli scambi tra Svizzera e Cina, compresi i canali di commercio elettronico e le spedizioni ad alto valore. Per accompagnare queste dinamiche la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino (Cc-Ti) e la Camera di commercio Svizzera Cina (SCCC) promuovono congiuntamente nel mese di novembre una missione economica esplorativa, pensata per offrire ai partecipanti una visione strategica del mercato cinese e facilitare l’incontro con interlocutori chiave.

L’incontro ministeriale tenutosi in Ticino ha rimarcato la necessità di mantenere aperti e trasparenti i canali del commercio, rafforzando la cooperazione su standard, accesso al mercato e ricerca. È stato richiamato il percorso verso un’ottimizzazione dell’Accordo di libero scambio (ALS 2.0) con l’obiettivo di allinearlo alle trasformazioni in corso, come la digitalizzazione delle catene del valore, la sostenibilità, la tutela della proprietà intellettuale e la semplificazione delle procedure. Per il sistema produttivo svizzero, e per il ponte ticinese in particolare, ciò significa ridurre i costi delle transazioni, aumentare la certezza regolatoria e facilitare gli investimenti di lungo periodo.

Lo svolgimento del 4th Round of China–Switzerland Foreign Ministers’ Strategic Dialogue in Ticino ha inviato un segnale di continuità istituzionale e di fiducia reciproca. In una fase in cui i dibattiti sui dazi attirano l’attenzione, l’esperienza ticinese dimostra che la funzione di ponte, fondata su dialogo costante, regole chiare e cooperazione concreta, può tradursi in opportunità tangibili per imprese, lavoratori e investitori dei due Paesi, con un contributo alla resilienza e alla crescita degli scambi tra Svizzera e Cina.