San Gottardo e oltre

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Impossibile non esprimere soddisfazione per il chiaro risultato della votazione popolare dello scorso 29 febbraio che ha avallato il risanamento della galleria autostradale del San Gottardo. Un lavoro lungo, costante e soprattutto serio ci ha permesso, partendo da molto lontano, di convincere dapprima le autorità federali e poi la popolazione svizzera che si tratta di un’opera necessaria non solo per l’economia ticinese ma anche per quella svizzera in generale.

In un clima arroventato e spesso ostile abbiamo sostenuto molti dibattiti e confronti pubblici, soprattutto per far capire che il Ticino non può prescindere da collegamenti verso nord affidabili, con la complementarietà fra strada e ferrovia. Elemento quest’ultimo assolutamente scontato in tutte le altre regioni svizzere e che sarebbe stato assurdo negare per il Ticino (e per il traffico svizzero di export verso sud), soprattutto con la prospettiva certa di una chiusura per tre anni del collegamento stradale. Gli sconfitti, dopo i più o meno comprensibili sfoghi nervosi post-votazione, hanno già minacciato che il San Gottardo sarà un sorvegliato speciale, sottintendendo che anche noi pericolosi e irresponsabili “raddoppisti” non la passeremo liscia. Minacce purtroppo divenute un classico nella campagna di votazione, ma che non mi turbano. La legge adottata dal popolo svizzero fornisce le più ampie garanzie che al San Gottardo due corsie sono e due rimarranno e non ho nessun timore a garantire che questo sarà rispettato. Del resto, come più volte sottolineato e accennato anche in apertura di questo contributo, per l’economia è indispensabile la complementarietà fra strada e ferrovia, compreso il trasferimento delle merci in transito su quest’ultima, come previsto dall’articolo costituzionale che protegge le Alpi. Quindi non vi è nessuna volontà di sabotare Alptransit, anzi. Grazie a un collegamento stradale sicuro anche il traffico ferroviario potrà trarne beneficio ed evitare pericolosi intasamenti che, paradossalmente, violerebbero appunto il dettame costituzionale che impone il trasferimento delle merci in transito e non, nota bene, del traffico interno. Sarebbe impossibile avere maggiori garanzie legali, per cui lo statuto di “sorvegliato speciale” mi fa un po’ sorridere, perché andrebbe applicato a qualsiasi oggetto in votazione che richiede il rispetto di una legge. Quindi praticamente a qualsiasi cosa. Ma va bene, che sorveglianza speciale sia, non abbiamo nulla da temere. Pur essendo stato tacciato di “stupratore della Costituzione” ho un grande rispetto per le nostre istituzioni e le nostre regole, probabilmente maggiore di tanti che si riempiono la bocca di grandi principi giuridici senza avere mai aperto una sola volta nella vita la nostra Carta fondamentale. Quindi non vi saranno forzature per aprire quattro corsie, per permettere l’invasione di camion europei (detto da chi si è sempre professato europeista fa riflettere…) e quant’altro. Punto e basta.
Ora l’unica priorità è l’esecuzione di quanto voluto dal popolo svizzero con una chiara maggioranza, ossia la realizzazione di un secondo tubo, affinché vi siano poi due tubi monodirezionali a una corsia. Per concludere, un accenno alla votazione cantonale sugli orari di apertura dei negozi. La mini-revisione accolta dal popolo ticinese non è certo rivoluzionaria e non risolverà determinati problemi del settore del commercio legati a fattori come la forza del franco. Tuttavia si tratta di un tassello importante per mettere ordine nell’ambito delle deroghe e per dare un po’ più di flessibilità. Sperando che una maggiore chiarezza legislativa possa aiutare il raggiungimento di un accordo fra le parti sociali affinché il settore abbia le armi necessarie per affrontare i profondi mutamenti delle abitudini di consumo.

La Cc-Ti in visita alla fiera del settore alimentare “PRODEXPO”

Dal 7 al 9 febbraio la Cc-Ti si è recata a Mosca con alcune aziende ticinesi per visitare la fiera internazionale del settore alimentare PRODEXPO, giunta alla sua 23° edizione.

Secondo la Russian National Exhibition Rating, stabilita dalla Camera di commercio e dell’industria della Federazione Russa e l’Unione russa delle esposizioni e fiere, Prodexpo è stata riconosciuta come la fiera più grande in Russia per la categoria dei prodotti alimentari. Durante la fiera sono presentati i migliori prodotti alimentari, bevande e le ultime tecnologie per l’industria alimentare. Quest’anno lo spazio espositivo contava 100’000 m2 e 1’986 espositori, provenienti da 65 paesi. I padiglioni nazionali sono 27 (tra cui quelli di Brasile, Italia, Francia, Cina, Iran, Turchia,…). Ogni anno viene visitata da più 50’000 persone in provenienza da 100 paesi e da tutte le regioni russe. Il potenziale economico della fiera è molto alto, come il profilo dei visitatori: il 94% dei visitatori è infatti professionista del settore alimentare. La fiera riceve il patrocinio del Ministero dell’agricoltura della Federazione russa e della Città di Mosca.

La visita a Prodexpo è stato solo il primo dei progetti russi della Cc-Ti per il 2016. In programma vi saranno ancora due missioni commerciali, una in aprile (dal 11 al 15) e l’altra in settembre. Il lavoro della Cc-Ti sul mercato russo continua quindi a pieno ritmo!

Per chi fosse interessato alle prossime missioni della Cc-Ti, contattare:
Chiara Crivelli, Head of the International Desk, crivelli@cc-ti.ch

Padiglione svizzero a Expo 2017 Astana

Abbiamo il piacere di informarvi che il 21 gennaio 2016 la Svizzera, in presenza del Primo Ministro kazako Kärim Mässimov, ha firmato l’accordo di partecipazione a “Expo 2017 Astana”. La prossima esposizione universale, dal tema “Future Energy”, si terrà ad Astana dal 10 giugno al 10 settembre 2017. Gli Stati partecipanti sono invitati a riflettere sul tema delle nuove fonti di energia, tramite i loro progetti, su sfide cruciali, come la riduzione delle emissioni di CO2, l’efficienza e l’approvvigionamento energetico. Un totale di 70 Paesi e 8 organizzazioni internazionali hanno già confermato la loro partecipazione a Expo 2017.

Presenza Svizzera, l’organo del Dipartimento degli affari esteri responsabile della promozione dell’immagine della Svizzera all’estero, è stata incaricata di realizzare il padiglione nazionale.

Philippe Roesle, Project Manager di swissnex mobile, sta attualmente lavorando all’identificazione di contenuti adatti e attrattivi per il Padiglione svizzero, con l’obiettivo di presentare l’eccellenza svizzera nel campo delle energie future, con un possibile focus su efficienza energetica e cleantech. Il contenuto e il concetto del Padiglione svizzero saranno definiti entro la fine di giugno 2016, dopodiché Presenza Svizzera sarà in grado di comunicare al settore privato le diverse possibilità di partecipazione.

Al fine di essere il più efficace possibile, Presenza Svizzera chiede ai potenziali interessati di esprimersi sulla natura del coinvolgimento desiderato per un’eventuale partecipazione al Padiglione svizzero:

  1. Ottenere visibilità
  2. Interesse negli “hospitality packages”
  3. Contribuire con un’esposizione
  4. Suggerire un contenuto tematico
  5. Offrire servizi e/o altri prodotti
  6. Interesse generale per il Kazakistan nel campo della ricerca e dell’educazione
  7. Altro
Celia Arribas, Head of Sponsoring presso Presenza Svizzera, aspetta i vostri feedback entro l’11 marzo 2016.
Contatto
celia.arribas@eda.admin.ch
+41 58 46 54253
Presenza Svizzera è a vostra disposizione per qualsiasi ulteriore informazione.

Manuel Salchli
Commissioner General
Eidgenössisches Departement für auswärtige Angelegenheiten EDA
Generalsekretariat GS-EDA
Präsenz Schweiz

Bundesgasse 32, CH – 3003 Bern
Tel. +41 (0) 58 463 04 49
Mob. +41 (0) 79 220 42 16
manuel.salchli@eda.admin.ch
www.eda.admin.ch

Your Gateway to Switzerland: www.aboutswitzerland.org

Transatlantic Trade and Investment Partnership

L’acronimo TTIP è ancora poco noto alle nostre latitudini anche se nel prossimo futuro è destinato a diventare un termine di uso comune per lo meno nei contesti istituzionali, politici o economici. L’espressione completa Transatlantic Trade and Investment Partnership (partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti) ci aiuta a delimitare l’ambito ma ancora non è chiaro di cosa si tratta né perché dovrebbe essere un argomento di crescente importanza a livello globale. Per mettere a fuoco il tema è necessario spiegare che stiamo parlando dell’accordo commerciale di libero scambio in fase di negoziato dal 2013 tra gli Stati Uniti d’America (USA) e l’Unione Europea (UE). Un’intesa che in caso di conferma sarà destinata ad influenzare lo sviluppo economico dei decenni a seguire. Per la Svizzera si prospettano opportunità o rischi a dipendenza di come il nostro Paese vorrà muovere le sue pedine sullo scacchiere internazionale.

L’accordo in corso di negoziazione tra UE e USA potrebbe portare alla creazione della più importante area di libero scambio al mondo. Essa includerebbe quasi la metà della produzione economica a livello globale e circa un terzo del commercio mondiale. Gli obiettivi di questa integrazione del mercato statunitense con quello comunitario sono facilmente riassumibili: facilitare l’accesso al mercato (ad esempio attraverso l’eliminazione dei dazi doganali), rimuovere le cosiddette barriere non tariffali (es. procedure di omologazione, regole sanitarie e fitosanitarie, ecc.) e definire al contempo nuove regole commerciali (si pensi al tema attualissimo della proprietà intellettuale). Inutile dire che il nome di «Partenariato economico» indica già da solo che il contenuto dell’accordo dovrebbe estendersi ben oltre il campo della materia doganale.

Le prospettive di ottenere dei benefici concreti sono evidenti a tutti, ma non è invece ancora chiaro se la Svizzera potrà trovare delle opportunità da questo accordo.

In una risposta ad un’interpellanza parlamentare del giugno del 2014, il Consiglio Federale ha dichiarato che “La Svizzera non è coinvolta nelle trattative in corso tra l’UE e gli Stati Uniti per un partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (…). Tuttavia, dato che sia l’UE sia gli Stati Uniti sono importanti partner commerciali del nostro Paese, il Consiglio federale segue da vicino gli sviluppi relativi al suddetto TTIP”. Si tenga presente che i due terzi delle esportazioni svizzere sono convogliati nell’UE (2014: 114 miliardi di franchi) e negli USA (2014: 26 miliardi di franchi). Per quanto concerne le importazioni di merci, la quota è ancora più significativa (79,3%, di cui il 73,2% proveniente dall’UE e il 6,1% dagli Stati Uniti).

I numeri parlano da sé e l’importanza di questo accordo per la Svizzera è innegabile. Dal punto di vista elvetico l’approccio a questo partenariato deve essere proattivo e incisivo. Sebbene la Svizzera non sia direttamente coinvolta nel TTIP sappiamo che grazie ad un dialogo di politica commerciale aperto dall’AELS con gli USA, anche i membri dell’AELS (tra cui la Svizzera) sono regolarmente al corrente dei negoziati in corso. Naturalmente ad un certo punto anche la Svizzera dovrà capire quale sarà la miglior strategia da attuare per evitare di essere esclusa da un’area di libero scambio destinata a crescere d’importanza. Ciò non è sufficiente se allo stesso momento non si comincia a quantificare i rischi e le opportunità legate ad un siffatto accordo di libero scambio. L’autorità federale ha già avviato delle indagini su quelle che potrebbero essere le ripercussioni di un ALS UE-USA sulla Svizzera.

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia, responsabile Export e vice direttore Cc-Ti

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Il San Gottardo e quegli strani silenzi

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Prometto, è una delle ultime volte che scrivo qualcosa sul risanamento della galleria autostradale del San Gottardo, in votazione il prossimo 28 febbraio. Le prese di posizione si susseguono giornalmente e probabilmente elettrici ed elettori sono allo stremo delle forze. Più che ribadire i molti argomenti che, a mio avviso, fanno chiaramente propendere per la realizzazione di un secondo tubo monodirezionale senza aumento di capacità, preferisco soffermarmi su alcuni fatti che sono passati un po’ sotto silenzio, probabilmente perché imbarazzanti per gli oppositori. Avantutto, la posizione delle Ferrovie federali svizzere, dichiaratesi favorevoli al risanamento.

Il motivo è molto semplice: le capacità della rotaia sono limitate e senza lo sbocco stradale per il traffico Alptransit si troverebbe in difficoltà. Non ci sono complotti, è un elemento dimostrato dallo studio mai contestato dell’ingegner Lucchini di qualche anno fa, che ha rilevato come l’incastro delle varie tracce ferroviarie sarebbe molto delicato e dipendente da una perfezione assoluta, scevra da ogni intoppo. Cosa realizzabile solo in teoria, perché l’esperienza insegna che anche un contrattempo di qualche minuto paralizzerebbe il sistema. Isolando il Ticino. Sempre in tema di ferrovia, vi è un altro elemento interessante. Il Parlamento federale nel 2001 e il Consiglio federale nel 2006, per il tramite dell’allora Consigliere federale Moritz Leuenberger in occasione dell’inaugurazione dei lavori per la galleria ferroviaria del Monte Ceneri, hanno solennemente deciso e dichiarato che il raddoppio per le nuove gallerie ferroviarie è un obbligo assoluto per questioni di sicurezza. Nel senso che i treni, per ragioni di sicurezza, non possono incrociarsi nella stessa galleria e che i sensi di marcia devono essere separati in cunicoli diversi. Né più né meno quello che chiediamo per la strada con il risanamento della galleria del San Gottardo. Strano che questo elemento venga sottaciuto o anzi sbeffeggiato, con l’argomento del progresso tecnico che in pochi anni porterebbe le auto a viaggiare come su binari e quindi a non scontrarsi più. Eppure per i treni, che appunto circolano su binari, il raddoppio è necessario, mentre per le auto no. Credo che la manifesta contraddizione si commenti da sola e sia purtroppo esclusivamente il frutto limiti ideologici. Non è pertanto nemmeno sorprendente se gli oppositori alla galleria di risanamento non proferiscono parola su tutte le altre opere di risanamento stradale realizzate in altre regioni svizzere. Si esulta, giustamente, per l’aumento delle capacità stradali a Crissier in terra vodese e nello stessa regione si definisce strategico l’ampliamento della rete autostradale attorno a Morges. Nessuno insorge per la terza corsia (totale sei) fra Luterbach e Härkingen sulla A1 né contro la terza galleria di risanamento costruita al Belchen (fra Soletta e Basilea-campagna) per un totale di sei corsie, dove per risanare le due esistenti verrà appunto edificato un terzo tubo che servirà poi alla fine da cunicolo per i soccorsi. Senza dimenticare i lavori attorno all’agglomerato di Lucerna (con vari tunnel a due corsie e un terzo tubo per la galleria del Rathaus). Sono solo alcuni esempi emblematici di come ovunque si aumentino le capacità stradali, senza che nessuno metta in dubbio le necessità di risanamento né chieda di trasferire tutto sulla ferrovia, tra l’altro potenziata nelle regioni in questione. Curioso che invece molti insorgano dove la capacità non viene aumentata, come al San Gottardo. Una stridente e pericolosa incoerenza. Rifiutare un risanamento che garantisce alla Svizzera vitali collegamenti interni avrebbe conseguenze fatali per il paese.

Speciale votazione 28 febbraio

Il 28 febbraio prossimo i cittadini svizzeri e ticinesi saranno chiamati a votare su alcuni temi cardinali per il nosto benessere. Ecco le raccomandazioni di voto della Cc-Ti con i rimandi ai diversi approfondimenti.

Temi federali

Risanamento della galleria autostradale del San Gottardo (Modifica del 26 settembre 2014 della legge federale concernente il transito stradale nella regione alpina.

La Cc-Ti raccomanda di votare SÌ a questa modifica per questioni di sicurezza, per garantire la coesione nazionale e per il benessere dell’economia svizzera.

Consultate il sito
della campagna a favore del risanamento per maggiori dettagli.

Iniziativa popolare «Contro la speculazione sulle derrate alimentari»

La Cc-Ti consiglia di votare NO a questa iniziativa perché estrema, inutile e controproducente.

Consultate il sito dell’amministrazione federale per maggiori dettagli.

Temi cantonali

Legge sull’apertura dei negozi del 23 marzo 2015

La Cc-Ti raccomanda di votare SÌ a questa nuova legge perché porterebbe a un adeguamento verso la realtà moderna dei consumi e a una migliore competitività del settore.

Scaricate il comunicato stampa a favore della modifica.

Visualizzate il video della campagna.

La Cc-Ti si prepara per la missione commerciale in Kazakistan a maggio

Mercoledì 3 febbraio 2016 si è tenuto presso la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del canton Ticino (Cc-Ti) la presentazione della missione commerciale della Cc-Ti in Kazakistan, prevista dal 15 al 20 maggio 2016. L’evento ha voluto presentare, da un lato, il Kazakistan come mercato economico e il suo potenziale per le aziende svizzere e ticinesi, dall’altro, è stato messo l’accento sul programma della missione della Cc-Ti. Una trentina di persone ha partecipato all’evento, questo a dimostrare il vivo interesse per un paese dalle grandi prospettive.

Dopo un breve saluto da parte del Vice-Direttore della Cc-Ti, Marco Passalia, si è entrati nel vivo grazie al brillante intervento di Michael Kühn, Senior Consultant Russia + GIS di Switzerland Global Enterprise, il quale ha messo l’accento sulla situazione attuale del mercato kazako, sulle tendenze a breve/medio termine, sul potenziale economico e sulle opportunità commerciali per le aziende svizzere.

In seguito, Chiara Crivelli, Head of the International Desk della Cc-Ti, ha illustrato il programma e i contenuti della missione economica che avrà luogo dal 15 al 20 maggio 2016 ad Almaty e Astana. Il viaggio sarà organizzato in collaborazione con Switzerland Global Enterprise e l’Ambasciata svizzera ad Astana e intende dare la possibilità ad aziende ticinesi di entrare in contatto con un mercato in crescita costante. Il programma prevede dei seminari sulla situazione economica attuale del paese, delle visite ad aziende svizzere presenti in Kazakistan e per ogni ditta verrà organizzata una serie di incontri B2B con potenziali partner kazaki selezionati dal Trade Point di Switzerland Global Enterprise in Kazakistan.

Dopo la presentazione, vi è stata la possibilità di networking e i partecipanti all’incontro hanno avuto modo di poter discutere anche con tre rappresentanti dell’Ambasciata del Kazakistan a Berna, che ci hanno fatto l’onore di assistere all’evento.

Il Kazakistan in breve

Dalla caduta dell’Unione Sovietica, il Kazakistan ha dimostrato un notevole sviluppo economico e al giorno d’oggi si rivela essere una delle ex-repubbliche sovietiche più dinamiche e modernizzate. Negli anni sono state implementate nel paese diverse riforme che hanno contribuito a creare un ambiente economico favorevole. La sua stabilità politica, l’adesione all’Unione doganale eurasiatica e all’Organizzazione mondiale del commercio, fanno del Kazakistan un paese attrattivo anche per le aziende svizzere.

Le presentazioni
Kazakhstan: Market with potential for Swiss PME?
Michael Kühn, Switzerland Global Enterprise
Programma e contenuti della missione in Kazakistan, 15-20 maggio 2016
Chiara Crivelli, International Desk, Cc-Ti
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Chiara Crivelli, Head of the International Desk, crivelli@cc-ti.ch, 091 911 51 15.

Export proiettato nel futuro: quali sfide e quali contromosse?

La Giornata dell’Export 2016

Mercoledì 3 febbraio si è svolta la Giornata dell’Export 2016. Ha aperto il tradizionale appuntamento della Cc-Ti, un business lunch dedicato alla missione commerciale in Kazakistan prevista nel mese di maggio. La parte centrale della Giornata si è conclusa all’Hotel Parco Paradiso a Paradiso con un’intervista all’ospite d’eccezione, Monika Walser CEO di De Sede, seguita da un’interessante tavola rotonda sulle prospettive dell’export ticinese.

Nell’ultimo anno l’economia ticinese ha subito un forte contraccolpo causato dalla forza del franco svizzero. Per le nostre aziende si tratta di un ulteriore ostacolo monetario nel giro di pochi anni. Tutti i settori sono stati toccati seppur in maniera differenziata. Se da una parte questa crisi valutaria sta portando ad una riduzione dell’autofinanziamento e quindi ad una minore propensione agli investimenti da parte della aziende, dall’altra sta però mostrando un rovescio della medaglia che per certi versi può essere considerato vantaggioso. Infatti, il superfranco ha spinto le aziende a razionalizzare ulteriormente i propri processi, a rivedere i fornitori e a cercare nuovi canali di sbocco per i propri prodotti. Ma oltre a ciò, anche i dipendenti stanno dimostrando un grandissimo senso di responsabilità aumentando la loro efficacia, che si può tradurre in maggiore produttività. Le aziende attive nell’export hanno quindi dovuto adattarsi, reinventarsi o trovare nuove soluzioni per far fronte alla sempre più forte concorrenza con l’estero.

La Giornata dell’export 2016, organizzata mercoledì 3 febbraio all’Hotel Parco Paradiso dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), ha dato ampio spazio alle sfide future che le aziende ticinesi devono affrontare in un contesto internazionale sempre più competitivo.

In quest’ottica un tema affrontato durante la giornata per dinamizzare l’economia ticinese è la missione commerciale in Kazakistan che avrà luogo in maggio grazie all’iniziativa di Cc-Ti e S-GE. Opportunità commerciali e nuove sfide verso Paesi meno tradizionali per diversificare i mercati di sbocco dei prodotti ticinesi.

Ospite d’eccezione della giornata è stata Monika Walser, già CEO di Freitag e oggi a capo dell’azienda De Sede che durante una frizzante intervista condotta dal vice direttore della Cc-Ti Marco Passalia, ha sottolineato l’importanza di focalizzare le attività sulle nicchie. L’imprenditrice svizzero tedesca ha poi ribadito i valori fondamentali del fare business, “the Swiss Way”: precisione, affidabilità, l’importanza delle risorse umane e anche la tenacia di credere in quello che si fa. “Chi fa impresa – ha dichiarato Walser – deve amare quello che fa perché altrimenti non può garantire il massimo impegno”. Interessante anche l’accostamento tra Ticino e il resto della Svizzera dove l’ospite d’eccezione ha sottolineato che tutto sommato i problemi del sistema economico ticinese rispecchiano esattamente le stesse difficoltà dell’economia del resto della Confederazione.

Da ultimo Monika Walser ha ribadito l’importanza di un futuro dell’economia svizzera sempre più orientata all’internazionalizzazione delle proprie attività considerando anche l’ottima reputazione elvetica.

Da questi spunti è poi nato un interessante dibatto che ha toccato diversi settori grazie alla partecipazione ad una tavola rotonda, moderata dal giornalista Pietro Bernaschina, di Alessandra Alberti, direttrice, Chocolat Stella SA, Aleardo Cattaneo, amministratore delegato, Ferriere Cattaneo SA, Giorgio Calderari, Group General Manager, Helsinn Healthcare SA e Michele Sargenti, Managing Director, ABB Newave SA.

Infine, Marco Arrighini, responsabile Heuler Hermes Ticino, ha presentato brevemente il “Credit Risk Monitor” dichiarando che su un’analisi di circa 400 aziende svizzere orientate all’export, vi è stato un aumento del 4% dei casi d’insolvenza rispetto al 2014. In particolare ci son crepe nella muraglia cinese (+20%), in Brasile (+18%), mentre la Russia si stabilizza dopo la crescita del 30% del 2015. Le insolvenze diminuiscono invece in Germania, Olanda, Austria e crescono (1%) in Svizzera. Dopo la decisione della BNS del 2015 il 29% delle aziende orientate all’export hanno aumentato gli acquisti all’estero, mentre il 24% hanno puntato sulla forza Svizzera dato che la qualità paga. Nel frattempo alcune importanti incertezze politiche ed istituzionali continueranno a farsi sentire nel corso del 2016. Tuttavia gli investimenti privati sembrano essersi risvegliati nelle economie avanzate portando ad un sostenimento della crescita.

La presentazione
“Credit Risk Monitor: risultati e previsioni”
Marco Arrighini, Euler Hermes
L’intervista
Servizio di Teleticino, con intervista a Monica Walser
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La “sharing economy” suscita grande interesse

Il 25 gennaio 2016 si è tenuto presso la sede della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) l’evento “Sharing economy: l’economia della condivisione”. L’evento, co-organizzato dalla Cc-Ti e la Fondazione AGIRE ha voluto rendere attento il pubblico su questo “nuovo” modello economico illustrandone il  potenziale e le sfide che  questo comporta.

Dopo un breve saluto del Direttore della Cc-Ti, Luca Albertoni, che ha messo in risalto l’importanza di capire al meglio questo fenomeno, si è entrati subito nel vivo grazie al Professor Siegfried Alberton che ha introdotto il tema, fornendo una visione d’insieme sulla grande evoluzione di quest’ultimo (basti pensare che si stima che negli Stati Uniti quasi 1/3 dei lavoratori è freelancer) e illustrando i campi più illustri dove questo fenomeno – che prende forma attraverso un consumo o produzione collaborativa – si manifesta, come ad esempio nella mobilità e l’efficienza energetica. Ha poi di nuovo preso la parola il Direttore Cc-Ti, Luca Albertoni, fornendo una panoramica delle principali sfide esistenti – in parte giuridiche ma principalmente politiche, prendendo come esempio il “caso Uber” o il “caso Airbnb” – ma sottolineando anche le nuove opportunità di mercato che l’economia della condivisione comporta. Infine, Karim Varini, co-fondatore di TimeRepublik, piattaforma web di “cloud co-working”, ha fornito un esempio concreto di attività di “Sharing economy”. Varini ha sottolineato come in verità, contrariamente alle previsioni, nel periodo successivo alla crisi economica  le persone abbiano  dimostrato sempre più voglia di aiutarsi e di partecipare a un progetto comune. La società infatti sta lentamente cambiando, ne è sintomatico il fatto che gli studenti non scelgono più i loro curriculum accademici unicamente in previsione del salario che percepiranno ma anche tenendo conto del progetto a cui potranno prendere parte.

Agli ospiti è stata poi offerta una colazione di networking dove hanno potuto approfondire, con domande ulteriori, il tema della Sharing economy.

Scaricate le presentazioni
Sharing economy: un nuovo paradigma?
Siegfried Alberton
TimeRepublik. un esempio concreto di “Sharing economy”
Karim Varini
Flyer programma
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Online i risultati dell’inchiesta congiunturale 2015/2016

Sono stati presentanti oggi alla stampa i risultati dell’annuale inchiesta congiunturale condotta dalla Cc-Ti in collaborazione con le Camere di commercio ed industria di Ginevra, Vaud e Neuchâtel. Appuntamento oramai consolidato da diversi anni.

Come sempre, ma è importante ribadirlo, ringraziamo tutti gli associati che ogni anno partecipano all’inchiesta e che rendono quindi possibile questa presentazione. Sappiamo che le richieste di compilazione di vari formulari si fa ogni giorno più pressante, per questo apprezziamo vivamente l’impegno profuso nel rispondere alle nostre domande. Grazie!

Luca Albertoni, direttore Cc-Ti e Marco Passalia, Vice-Direttore Cc-Ti hanno spiegato oggi in conferenza stampa ai giornalisti i risultati dell’inchiesta, che potete scaricare qui sotto oppure potete trovarli andando a visitare la pagina dedicata, dove troverete anche i risultati delle vecchie inchieste congiunturali.

Comunicato stampa inchiesta congiunturale 2015/2016
Clicca qui per accedere ai documenti delle scorse inchieste
Rassegna stampa
Gdp, 21.01.2016, L’economia ha tirato il freno ma non si è bloccata

CdT, 21.01.2016, La prova di forza del Canton Ticino

La Regione, 21.01.2016, Meno peggio del previsto

Ticinonews, 20.01.2015, L’economia ticinese va meglio di quanto si pensi

TIO Ticinonline, 20.01.2016, L’economia rallenta, ed evitare i tagli è «una speranza, ma non una certezza»

CdT online, 20.01.2015, L’economia frena, ma si sono contenuti i danni

Cronache della svizzera italiana, del 20.1.2016
Servizio sulla presentazione dell’inchiesta congiunturale con interviste a Luca Albertoni e Marco Passalia (dal minuto 1.50)

Radio 3III, Il diario di mezzogiorno del 20.1.2016
Servizio sulla presentazione dell’inchiesta congiunturale (dal minuto 1)

RSI – Il quotidiano del 20.1.2016
Servizio sulla presentazione dell’inchiesta congiunturale con interviste a Luca Albertoni e Marco Passalia

Teleticino – Telegiornale del 20.1.2016
Servizio sulla presentazione dell’inchiesta congiunturale con interviste a Luca Albertoni e Marco Passalia