Il centro di competenza per l’Export ticinese

Il servizio Export pone al centro delle sue attività tutti gli associati alla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti). Ricordiamo infatti che il settore delle esportazioni ricopre un ruolo fondamentale per le aziende che realizzano la maggior parte del loro fatturato sui mercati esteri. Di seguito desideriamo esporre brevemente i diversi progetti sostenuti e promossi dal nostro Servizio che ricopre il ruolo di centro di competenza per l’export ticinese.

L’Export Training Center

Si tratta della piattaforma di riferimento attraverso la quale la Cc-Ti, in collaborazione con Switzerland Global Enterprise (S-GE), organizza regolarmente corsi e seminari che rispecchiano le più attuali esigenze delle aziende esportatrici. Grazie alle competenze interne, alle relazioni con le autorità competenti, alla collaborazione con la Swiss School for International Business (SSIB), ad una vasta rete di esperti riconosciuti e di riferimento, ma soprattutto grazie al contatto stretto e regolare con le aziende esportatrici, la Cc-Ti è in grado di proporre un’offerta formativa attuale, concreta e di qualità che tocca a tutto campo le tematiche export. Anche per il 2017 saranno proposti seminari su tematiche d’attualità -pensiamo ad esempio alla nuova normativa Swissness che entrerà in vigore il 1° gennaio 2017 – o su argomenti basilari per il commercio con l’estero come gli Incoterms o le lettere di credito.

Check List Export

Oltre al rilascio dei certificati d’origine, dei Carnet ATA o dei Cites, il Servizio Export è a disposizione per consulenze specifiche per tutto ciò che concerne le esportazioni. Dalle richieste nell’ambito dell’origine delle merci, dagli accordi di libero scambio, dagli aspetti legati all’IVA nelle operazioni transfrontaliere, alla gestione dell’IVA intracomunitaria, o ancora per tutti quegli argomenti legati alle spedizioni, alle assicurazioni di trasporto o al dual use. Sono solo alcuni esempi dei temi che possono essere trattati in quella che viene definita “Check List Export”, una consulenza personalizzata adattata alle singole specificità e richieste delle aziende. Oltre al lavoro di analisi, nella “Check List Export” viene abbinata una formazione indirizzata ai collaboratori ed ai responsabili di settore (eventualmente anche ai dirigenti), per fornire all’azienda gli strumenti adattati a rispondere alle esigenze quotidiane. Ciò viene realizzato sia attraverso una formazione generale, sia attraverso l’analisi di casi concreti fornendo risposte puntuali.

Oltre i confini

Il Servizio Export della Cc-Ti vuole anche dare visibilità e far conoscere al grande pubblico le interessantissime realtà di aziende esportatrici presenti sul suolo ticinese. Durante il 2016 abbiamo potuto constatare ancora una volta, tramite la trasmissione “Oltre i confini” promossa in collaborazione con il gruppo MediaTi e Switzerland Global Enterprise (S-GE), la dinamicità dei nostri associati e l’importanza di poter esportare i propri prodotti all’estero. Le aziende intervistate nelle brevi “pillole” apparse su Teleticino hanno fornito uno sguardo attento e reale al lavoro quotidiano degli imprenditori ticinesi. Il successo di questo progetto, declinato anche in articoli di approfondimento sul Corriere del Ticino, il Giornale del Popolo e Ticinonews, sarà sicuramente riproposto anche nel 2017. Grazie a “Oltre i confini” il mondo economico reale ticinese, quello fatto di impresa e di persone che quotidianamente sono confrontate con problematiche concrete, può essere conosciuto al grande pubblico tramite una modalità innovativa e accattivante.

Maggiori informazioni sul Servizio Export della Cc-Ti posso essere richieste direttamente via email oppure consultando il sito internet della Cc-Ti

Incoterms: alcune chiarezze sulle clausole di resa

In questa rubrica ci siamo soffermati più volte sul significato e sull’utilizzo degli Incoterms, le clausole di resa utilizzate quotidianamente nel commercio internazionale. Sovente, durante le consulenze personalizzate, ci ritroviamo tuttavia ancora confrontati con alcune questioni puntuali caratterizzate da imprecisioni nell’applicazione delle clausole.

Un caso emblematico è sicuramente quello della clausola Ex Works (EXW), ovvero “Franco Fabbrica”. Questo termine di resa – come spiegato nella pubblicazione ufficiale dell’ICC – definisce che il venditore effettua la consegna mettendo la merce a disposizione del compratore nei proprio locali o in altro luogo convenuto. Il venditore non ha l’obbligo di caricare la merce sul veicolo di prelevamento, né di sdoganarla all’esportazione. In questo caso il compratore sopporta tutte le spese ed i rischi connessi alla presa in consegna della merce dal punto concordato, o se indicato, nel luogo di consegna convenuto. EXW comporta quindi il livello minimo di obbligazioni per il venditore. Tale regola dovrebbe essere usata con cautela in quanto il venditore non ha l’obbligo nei confronti del compratore di caricare la merce sul vettore, anche se in pratica può trovarsi in posizione migliore per farlo. È bene sottolineare che il venditore, nel caso in cui carichi comunque la merce, lo fa a rischio e spese del compratore. Se il venditore si trova in posizione migliore per caricare la merce, è di solito più appropriato utilizzare un Incoterms FCA, che obbliga il venditore a provvedervi a suo rischio e spese. Si tenga infine presente che il compratore ha l’obbligo limitato di fornire al venditore ogni informazione riguardante l’esportazione della merce, tra cui anche ogni comunicazione relativa alla presa di consegna della stessa.

Tutt’altro utilizzo – sempre in linea con la pubblicazione ufficiale dell’ICC – è dato invece dalla resa DDP, ovvero “Reso Sdoganato”, l’Incoterms che predispone gli obblighi massimi per il venditore. DDP significa infatti che il venditore effettua la consegna mettendo la merce a disposizione del compratore, sdoganata all’importazione, sul mezzo di trasporto di arrivo pronta per la scaricazione nel luogo di destinazione convenuto. Il venditore sopporta tutte le spese e i rischi connessi al trasporto della merce al luogo di destinazione e ha l’obbligo di sdoganare la merce non solo all’esportazione ma anche all’importazione, di pagare eventuali diritti sia di esportazione sia di importazione ed espletare tutte le formalità doganali. Anche in questo caso si raccomanda alle parti di specificare il più chiaramente possibile il punto nel luogo di destinazione convenuto, poiché le spese e i rischi fino a tale punto sono a carico del venditore. L’IVA o altre tasse simili pagabili per l’importazione sono a carico del venditore salvo diverso accordo esplicito nel contratto di vendita.

Se le parti desiderano che sia il compratore a sopportare tutti i rischi e le spese dello sdoganamento all’importazione è più corretto invece utilizzare la regola DAP. In questo caso il DAP, “Reso al Luogo di Destinazione”, definisce che il venditore effettua la consegna mettendo la merce a disposizione del compratore sul mezzo di trasporto di arrivo pronta per la scaricazione nel luogo di destinazione convenuto.  Il venditore sopporta tutti i rischi connessi al trasporto della merce al luogo convenuto.

La clausola DAP prevede che il venditore sdogani la merce all’esportazione, ma non gli impone nessun obbligo di sdoganarla all’importazione e di pagare eventuali diritti di importazione o comunque di espletare eventuali formalità doganali all’importazione.

Da queste generali delucidazioni emerge come gli Incoterms determino con precisione gli obblighi delle parti in una compravendita internazionale. Saper utilizzare correttamente le clausole di resa permette di semplificare le transazioni e, in caso di dubbi o complicazioni, chiarire con precisione le responsabilità degli uni o degli altri.

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia
, vice direttore e responsabile Export Cc-Ti

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Responsabilità sociale delle imprese: la Cc-Ti si valuta

Vi presentiamo gli indicatori di sostenibilità scelti per la nostra valutazione interna. Iniziare a misurare degli indicatori di sostenibilità per capire meglio la propria performance concretizza la volontà della Cc-Ti di affrontare la sostenibilità in maniera rigorosa.

Fedele al suo approccio rigoroso, e secondo quanto aveva già annunciato a più riprese durante il corso del 2016, la Cc-Ti si è sottoposta ad una valutazione interna sulla sostenibilità per il triennio 2013-2015, affidando questo compito ad un’azienda esperta del settore: la ditta Quantis (esperta in consulenza e valutazione della sostenibilità), con la quale, la Cc-Ti, ha anche sottoscritto un accordo di collaborazione. Questo ha permesso alla Cc-Ti, da un lato di operare sul tema sostenibilità in modo sinergico e trasversale su molti progetti (ad esempio la mobilità), e dall’altro di poter procedere ad una valutazione interna disciplinata sulla Responsabilità Sociale delle Imprese (RSI).

La RSI è stata un tema cardine durante tutto il 2016, sul quale ci siamo chinati con entusiasmo e su cui continueremo a puntare anche in futuro. Abbiamo declinato questo aspetto in diverse forme quali eventi, corsi di formazioni specifici, news ed approfondimenti. Prioritario per la Cc-Ti è stato far conoscere meglio il tema al pubblico e quanto le aziende già fanno in ambito RSI, fornendo alcuni strumenti per l’analisi della stessa. Vi ricordiamo che sul nostro sito (www.cc-ti.ch/responsabilita-sociale-delle-aziende-una-condotta-vincente) potete rileggere la nostra posizione in merito, ed accedere al dossier d’approfondimento con interessanti contributi in materia.

Analisi della sostenibilità Cc-Ti

Abbiamo voluto analizzare e rendere noto ai differenti pubblici con cui interagiamo l’impatto della nostra attività, che comprende 3 aspetti: il carattere economico-finanziario, l’impatto ambientale e quello sociale sul territorio.

Attraverso la preparazione di un set di indicatori sul tema della sostenibilità, selezionati da una lista prestabilita del GRI (www.globalreporting.org), ente non profit nato con il fine di creare un supporto utile al rendiconto della performance sostenibile, la Cc-Ti si è prefissata di analizzare l’impatto della propria attività. A livello metodologico si sono seguiti i principi delle linee guida GRI G4 (pur non rappresentando un rapporto GRI), considerando la nozione di materialità, per monitorare il periodo 2013 – 2015.

Gli indicatori scelti

EC 1
Valore economico direttamente generato e distribuito

EC 3
Copertura degli obblighi pensionistici

EC 4
Finanziamenti significativi ricevuti dalla Pubblica Amministrazione

EC 5
Rapporto tra lo stipendio standard dei neoassunti per sesso e lo stipendio minimo locale

EC 6
Proporzione del senior management assunto all’interno delle comunità locali

EC 9
Politiche, pratiche e percentuale di spesa concentrata su fornitori locali

EN 1
Materie prime utilizzate

EN 3
Consumo di energia all’interno dell’organizzazione

EN 6
Riduzione del consumo di energia

EN 30
Impatto del trasporto dei collaboratori e delle collaboratrici

LA 1
Numero totale e percentuale di nuovi assunti e turnover, per età, sesso e regione

LA 6
Infortuni sul lavoro e malattie, giorni di lavoro persi, assenteismo e numero totale di decessi per distribuzione territoriale e genere

LA 9
Formazione del personale

LA 11
Percentuale di dipendenti valutati sulle performance e sullo sviluppo della carriera, diviso per genere

LA 12
Composizione degli organi di governo e ripartizione del personale per categorie di dipendenti, per sesso, età, appartenenza a categorie protette e altri indicatori di diversità

I risultati
Potete leggere i risultati scaturiti dalla nostra analisi cliccando qui.

Un successo confermato: continuiamo a parlare di mobilità aziendale

Intervista a Gianni Moreni, Partner associato Rapp Trans AG, Zurigo

Il primo corso della Cc-Ti “Mobility Management PMI” è stato la concretizzazione dell’impegno che poniamo nell’essere sempre all’avanguardia con le nostre proposte e l’esito positivo dello stesso ha confermato che siamo sulla giusta strada. Abbiamo voluto sentire la voce di un docente ed esperto di mobilità, Gianni Moreni, che ha condotto il primo modulo del corso.

Mobilità aziendale: dal suo osservatorio, quanto è centrale la tematica oggi?

“È una tematica centrale, che viene portata avanti da diversi centri urbani in Svizzera. La mobilità è un tema complesso e purtroppo non vi sono soluzioni magiche, che permettono di risolvere facilmente i problemi a cui tutti noi dobbiamo giornalmente far fronte. Oggi sono soprattutto gli enti pubblici, a diversi livelli istituzionali, e le aziende attive nel settore dei trasporti ad occuparsi di mobilità e traffico. Ma anche le altre imprese sono confrontate con i diversi aspetti di questo problema, ed hanno quindi una visione ampia della tematica. Vi è l’aspetto della raggiungibilità dell’azienda per i collaboratori, quello della consegna e spedizione della merce, quello degli spostamenti per raggiungere i clienti o i propri impianti esterni, gli spostamenti di persone/merci tra diverse sedi della stessa ditta, ecc.. Ritengo quindi importante che anche le aziende, nel quadro delle loro risorse e possibilità, si impegnino in questo ambito, portando magari anche idee nuove che possono contribuire a risolvere o almeno a ridurre determinati problemi di traffico. Anche per la mobilità vale il principio «l’unione fa la forza»: penso quindi che in linea generale l’azione coordinata di più aziende di un determinato comprensorio possa ottenere risultati più importanti dell’azione di una singola impresa”.

Il corso della Cc-Ti «Mobility Management PMI» rispondeva alle esigenze specifiche delle imprese ticinesi nell’ambito della mobilità aziendale. Come valuta l’approccio della Cc-Ti ed i feedback ricevuti dai partecipanti?

“Penso che la Cc-Ti abbia toccato un tema sensibile, che interessa le aziende. L’approccio scelto mi sembra interessante e diversificato, ma qui saranno in primo luogo i partecipanti al corso a dover esprimere il loro parere. I feedback ricevuto dopo il modulo che ho condotto sono nella maggior parte dei casi positivi o molto positivi. Quindi sono soddisfatto, considerando anche che si trattava della prima edizione del corso. Singoli partecipanti hanno comunque segnalato alcuni punti critici che mi sembra giusto considerare in vista dell’allestimento di una seconda edizione del corso. Anche chi insegna deve essere disposto ad imparare!”

 Perché occorre continuare a parlare di mobilità aziendale e del management della mobilità?

“Le previsioni della Confederazione appena pubblicate prevedono un ulteriore aumento della mobilità di persone e merci da oggi al 2040. Le infrastrutture di trasporto disponibili hanno dei limiti di capacità e sono spesso sature alle ore di punta. I periodi di saturazione aumentano. L’ampliamento delle infrastrutture esistenti o la costruzione di nuove infrastrutture richiedono molte risorse e molto tempo (processi pianificatori, giuridici, ecc.). Per cui diventerà sempre più importante riuscire a gestire al meglio la mobilità con le infrastrutture esistenti. La gestione della mobilità in generale, e la mobilità aziendale in particolare sono temi che rimarranno attuali ancora per parecchio tempo”.

Per la Cc-Ti la mobilità è un tema prioritario. Durante il 2016 abbiamo trattato la questione e continueremo a farlo. Cliccando qui potrete rileggere la nostra posizione e l’ultimo articolo firmato dal nostro Direttore, Luca Albertoni, sul tema. Per quanto concerne la formazione sul tema, tenete d’occhio la nostra pagina web, seguiranno maggiori informazioni sui prossimi corsi.

Importante delegazione russa in visita alla Cc-Ti

L’incontro ha permesso di rafforzare ulteriormente le relazioni tra il Cantone, la Cc-Ti e la Federazione Russa.

In data odierna, 21 ottobre 2016, si è tenuto presso la Camera di commercio e dell’industria (Cc-Ti) un importante incontro con una delegazione russa presente in Ticino in occasione della visita in Svizzera della Presidente del Consiglio della Federazione Russa, signora Valentina Matvienko.

La delegazione russa, guidata da Yury L. Vorobiev (Vicepresidente del Consiglio della Federazione Russa e Capo del gruppo per la cooperazione con il Consiglio degli Stati dell’Assemblea federale della Confederazione Svizzera), è stata accolta da Stefano Rizzi (Direttore della Divisione dell’economia del Dipartimento delle finanze e economia del Canton Ticino), Luca Albertoni (Direttore della Cc-Ti) e Chiara Crivelli (responsabile International Desk della Cc-Ti). La visita della delegazione russa è stata coordinata dal Gruppo di amicizia Svizzera-Russia dell’Assemblea federale e la delegazione era accompagnata dal CS Filippo Lombardi, co-presidente del Gruppo Svizzera-Russia dell’Assemblea federale.

Si è trattata di un’importante occasione per rafforzare ulteriormente i contatti tra Ticino, la Cc-Ti e la Federazione Russa. Durante l’incontro sono state discusse in maniera particolare le opportunità di collaborazione economica con la Regione di Krasnodar, rappresentata da Sergey Altukhov, giovane e dinamico Vicegovernatore della regione, il quale ha fornito una presentazione molto interessante sul potenziale del territorio. Per lo sviluppo futuro delle relazioni con la Regione di Krasnodar la Cc-Ti studierà la possibilità di partecipare con una rappresentanza ticinese al Forum internazionale economico, che si terrà a Krasnodar nel mese di febbraio 2017.

Ricordiamo che il 20 ottobre è stato sottoscritto un Protocollo d’intenti tra il Cantone Ticino e la Regione di Krasnodar. L’accordo, firmato dal Presidente del Consiglio di Stato Paolo Beltraminelli e dal Governatore della Regione di Krasnodar V.I. Kondratiev, mira a promuovere e sviluppare la cooperazione tra le due regioni.

La sostenibilità non deve essere un’imposizione

Intervista a modem sul tema della sostenibilità

In data 11.10.2016 è andata in onda una puntata di modem con il titolo “Diritti umani e ambientali per tutti” dove ha partecipato, per la Cc-Ti, Roberto Klaus.

Trovate il dibattito al seguente link http://www.rsi.ch/rete-uno/programmi/informazione/modem/Diritti-umani-e-ambientali-per-tutti-8037083.html

Ricordiamo che la Cc-Ti si è espressa più volte sul tema e che la nostra posizione difende una sostenibilità ambientale, sociale ed economica portata in maniera autonoma dalle aziende.

Roberto Klaus: “Anche nell’opinione pubblica l’attenzione ai temi ambientali, sociali ed economici è aumentata. La complessità delle questioni emerse è oggettivamente considerevole. Nel passato la Svizzera ha cercato di risolvere i problemi grazie ai valori storici che la contraddistinguono. Oggi si rischia una deriva legislativa, normativa e burocratica. Per ogni difficoltà si identica la colpevolezza nel mondo economico e si crede di risolvere le problematiche con nuove leggi di Stato che limitano la libertà economica.

Uno sguardo “Oltre i confini”

Continua con successo il progetto mediatico a 360° intitolato “Oltre i confini” promosso dalla Cc-Ti in collaborazione con il gruppo MediaTI e Switzerland Global Enterprise (S-GE). Ricordiamo che settimanalmente, il lunedì alle ore 19.10 su Teleticino, vengono proposte interessanti e brevi interviste ad imprenditori ticinesi.
Negli scorsi mesi il programma televisivo ha presentato diverse testimonianze, ognuna delle quali ha messo in evidenza una peculiarità delle aziende locali volte all’internazionalizzazione. Dalla trasmissione televisiva è chiaramente emerso come l’export non sia fatto solo di numeri, statistiche o prodotti, ma per approcciarsi con successo in un Paese estero bisogna essere flessibili e sempre attenti alle esigenze locali. È infatti fondamentale prendere sempre in considerazione diversi fattori come
ad esempio la cultura o i gusti dei clienti che variano da un Continente all’altro. “Oltre i confini” continua anche nelle prossime settimane e per chi non ha potuto seguire le puntate, ricordiamo che nell’apposita rubrica su www.teleticino.ch/oltre-i-confini o www.ticinonews.ch/oltre-i-confini si possono rivedere le singole interviste.

Grazie a “Oltre i confini” il mondo economico reale ticinese, quello fatto di impresa e di persone che quotidianamente sono confrontate con problematiche concrete, può essere conosciuto al grande pubblico tramite una modalità innovativa e accattivante.
Infine, rammentiamo che sul portale di informazione Ticinonews nonché sui quotidiani Corriere del Ticino e Giornale del Popolo sono disponibili mensilmente anche articoli di approfondimento sul commercio con l’estero redatti dalla Responsabile di S-GE per la Svizzera italiana Monica Zurfluh, e dal Responsabile del Servizio Export nonché Vicedirettore della Cc-Ti, Marco Passalia.

Crescita costante per il commercio con l’estero

Il commercio con l’estero continua ad essere la punta di diamante dell’economia elvetica. Anche le ultime statistiche relative al mese di agosto divulgate dall’Amministrazione federale delle Dogane confermano la continua crescita delle importazioni e delle esportazioni svizzere. A seguito della correzione dei giorni lavorativi rispetto all’anno precedente (un giorno in più rispetto al 2015), l’aumento segna infatti numeri importanti. In particolare lo scorso mese di agosto le esportazioni sono cresciute del 12,0% a 16,1 miliardi di franchi (rispetto allo stesso mese dell’anno precedente).

A correzione avvenuta hanno registrato un aumento nominale del 7% e reale dell’1,2%. Le importazioni sono aumentate nello stesso periodo del 13,5% a 13,0 miliardi di franchi. Dopo la rispettiva rettifica il valore nominale ha segnato +8,4% mentre quello reale +5,1%. La bilancia commerciale ha chiuso quindi con un surplus di 3,0 miliardi di franchi.

Come si conferma da molti mesi, la crescita delle esportazioni è sostenuta in particolare dall’industria chimico-farmaceutica, che nel mese di agosto è riuscita ad incrementare le vendite all’estero del 25%. Un aumento delle esportazioni è stato registrato anche nei seguenti settori: tessile, abbigliamento, calzature (+6,3%), strumenti di precisione (+3,3%), gioielli e bigiotteria (+2,5%) e metalli (+1,1%). Il segno negativo lo hanno invece fatto registrare ancora una volta l’industria orologiera (-12,9%), della carta e dei prodotti grafici (-7,2%) e l’industria delle macchine e dell’elettronica (-6,0%). Anche l’industria alimentare e delle bevande (-3,5%) e l’industria della plastica (0,6%) hanno segnato una diminuzione.

A trascinare il mercato delle esportazioni svizzere sono stati Europa, Nord America e Africa. Il netto aumento della domanda di prodotti svizzeri nell’UE (UE: +18,2%, zona euro: +17,7%, Stati non appartenenti all’eurozona: +20,2%) è stata quella che ha dato una forte spinta all’economia elvetica. Anche il Nord America (+27,5%, e in particolare gli Stati Uniti +1,0%) e l’Africa (+14,6% e in particolare la Nigeria + 59,3%) hanno contribuito al settore delle esportazioni. Rimangono invece con un segno negativo l’Asia (-3,2%), l’America Latina (-6,1%) e l’Australia (-3,0%). Il continente asiatico ha anche però delle punte di diamante, ovvero il Giappone (+24,7%) e la Corea del Sud (+22,6%), due Paesi con i quali la Svizzera ha tra l’altro stipulato degli accordi di libero scambio.

Le aziende svizzere

Per garantire alle imprese svizzere un tale successo nel commercio con l’estero la politica svizzera di economia estera è volta a sostenere un accesso ai mercati internazionali possibilmente privo di ostacoli e di discriminazioni rispetto a quello di cui beneficiano i loro principali concorrenti. Al momento, la Svizzera oltre alla Convenzione AELS, dispone di una rete di 28 accordi di libero scambio con 38 Stati non appartenenti all’UE. Questa rete di accordi di libero scambio è costituita soprattutto da convenzioni concluse congiuntamente con gli Stati membri dell’AELS (Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia), la Confederazione ha però anche la facoltà di negoziare accordi di libero scambio bilaterali, come è il caso dell’accordo con il Giappone, con le Isole Faroe o con la Cina.

Per le aziende svizzere volte all’internazionalizzazione è fondamentale conoscere e continuare ad aggiornarsi su questo ampio argomento che sono gli accordi di libero scambio. Purtroppo non tutti ancora conoscono ed applicano le regole dell’origine preferenziale. La Cc-Ti e S-GE s’impegnano a fornire informazioni aggiornate e rimangono sempre volentieri a disposizione dei propri associati per ulteriori informazioni in merito.

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia
, vice direttore e responsabile Export Cc-Ti

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Swissness: entrerà in vigore un mostro di burocrazia

Swissness: la Cc-Ti si è batutta contro questa legge che creerà un mostro di burocrazia. Purtroppo i nostri appelli non sono stati ascoltati e in questa intervista a Luca Albertoni ed Alessandra Alberti – direttrice Chocolat Stella, potete, ancora una volta, leggere la nostra opinione.

Leggi l’intervista sul sito RSI.

Swissness: qualche informazione utile

Tutto ciò che bisogna sapere sulle nuove disposizioni legali

“La nuova legislazione “Swissness” entrerà in vigore il 1° gennaio 2017. Sul nostro sito si può trovare la documentazione relativa ai numerosi momenti formativi organizzati e restiamo a disposizione per ulteriori informazioni sull’applicazione delle nuove disposizioni.”

Le nuove disposizioni legali che regolano il cosiddetto “Swissness” mirano a consolidare il valore della designazione “svizzera” nel contesto dei mercati internazionali, dato che tale designazione è importante per la vendita di prodotti e servizi elvetici. In effetti, il notevole valore economico dello “Swissness” nel mondo globalizzato è incontestato e porta benefici alle nostre aziende.

Come sempre accade quando qualcosa funziona, gli usi abusivi di questo “label” si moltiplicano, sia sul piano internazionale che nazionale. Per questo si è ritenuto di chiarire i criteri d’utilizzo e rafforzare la protezione sull’indicazione di provenienza “svizzera” e della croce svizzera. L’utilizzo della designazione elvetica per prodotti e servizi resta, come in passato, interamente volontario. Chiunque decida di farne uso deve però rispettare vari criteri legati alla provenienza di prodotti e servizi.

Il testo legale adottato dal Parlamento prevede dei criteri precisi per determinare la natura svizzera di un prodotto o servizio elvetico. Questi criteri regolano non solo l’uso di un’indicazione di provenienza sull’imballaggio di un prodotto, o per un servizio, ma valgono in egual misura per l’ambito della pubblicità.

Per i prodotti industriali 2 condizioni cumulative devono essere adempiute per poter utilizzare lo “Swiss Made”: almeno il 60% del costo totale deve essere generato in Svizzera e l’attività che ha dato al prodotto le sue caratteristiche essenziali deve svolgersi in Svizzera (ad esempio l’assemblaggio di un macchinario). Nel calcolo dei costi totali occorre tener conto anche dei costi relativi alla ricerca e sviluppo.

Per le derrate alimentari, sono 2 le condizioni cumulative che devono essere adempiute: almeno l’80% del peso delle materie prime o degli ingredienti che le compongono devono provenire dalla Svizzera. Per il latte ed i prodotti lattieri questa proporzione arriva fino al 100% e la trasformazione che ha conferito al prodotto le sue caratteristiche essenziali deve svolgersi in Svizzera (ad esempio la trasformazione del latte in formaggio). La nuova legislazione prevede diverse eccezioni al criterio dell’80%, al fine di tener conto delle realtà di cui devono tenere le industrie trasformando le materie prime, che spesso non sono reperibili in Svizzera. Per le prestazioni di servizio, la sede dell’azienda deve essere in Svizzera e la società deve essere realmente amministrata dalla Svizzera.

Attenzione a non confondere le regole dello “Swissness” (basate sulla proprietà intellettuale) e le regole sull’origine della merce (diritto doganale). Si tratta di regole diverse, i cui criteri non collimano.

Croce svizzera

La croce svizzera potrà essere utilizzata, come finora, per i servizi svizzeri, ma d’ora in poi potrà essere usata anche per i prodotti svizzeri, a condizione ovviamente che rispettino le condizioni legali.

Registro delle indicazioni geografiche, marchi geografici, procedura di radiazione

L’ordinanza del 23 dicembre 1992 sulla protezione dei marchi (OPM) ha subito qualche altro adattamento legato al nuovo strumento del marchio geografico, che punta a facilitare l’implementazione della protezione delle indicazioni di provenienza all’estero. Ricordiamo che la revisione della legge federale sulla protezione dei marchi e delle indicazioni di provenienza (LPM) permette il deposito di un marchio geografico corrispondente a una denominazione d’origine o un’indicazione geografica iscritta nel registro federale, o ancora una denominazione viticola protetta da un Cantone. La stessa possibilità è prevista per le indicazioni di provenienza che sono oggetto di un’ordinanza settoriale (ad esempio l’ordinanza “Swiss made” per gli orologi).