Un nuovo paradigma IT

L’”Everything as a Service”, ovvero l’acquisto di qualsiasi bene sotto forma di servizio, è un nuovo modello di business in continuo sviluppo. Si stima infatti che il suo tasso di crescita raggiungerà il 40% ogni anno fino al 2020.

Perché le aziende dovrebbero sempre più indirizzarsi verso l’acquisto di un servizio rispetto all’acquisto del bene fisico? In particolare, quali sono i benefici del nuovo paradigma IT “Device as a Service”? Device as a Service, una nuova soluzione IT in continuo sviluppo.

Oggigiorno sono molte le aziende che si scontrano quotidianamente con difficoltà legate alla gestione dei molteplici dispositivi IT e sono costrette a dedicare risorse aziendali per l’amministrazione degli stessi. Non solo, considerate le nuove tendenze e i conseguenti bisogni delle nuove generazioni di lavoratori, la mobilità e l’economia collaborativa (anche detta “sharing economy”) sono sempre più necessarie e devono obbligatoriamente essere supportate da tecnologia all’avanguardia. Infatti, una modalità di lavoro più intelligente e smart comprende anche l’utilizzo di sistemi informatici che non limitino la flessibilità degli utilizzatori.

Più flessibilità e meno confini, però, mettono a rischio la sicurezza dei dispositivi. Nasce così l’esigenza di un nuovo servizio che garantisca sicurezza e permetta alle aziende di ottimizzare la performance. Device as a Service è un nuovo modello IT che fornisce hardware e lo amministra esternamente all’azienda, permettendo a quest’ultima di ottimizzare l’utilizzo delle risorse nelle attività legate al proprio business. Dunque, tra IT provider e azienda si crea un legame più profondo, che va oltre la semplice fornitura di hardware e software ma che comprende anche analisi e gestione proattiva dei dispositivi durante tutto il ciclo di vita.

I benefici di questo servizio sono diversi. Prima di tutto, permette alle aziende di risparmiare risorse finanziarie: è basato su una politica di prezzo per cui vale il “paghi solo per ciò che usi”. Inoltre, grazie al modello DaaS, le aziende risparmiano risorse in termini di tempo. Questo fattore è molto importante, infatti, secondo uno studio condotto dall’IDC (International Data Corporation), la metà dei responsabili IT aziendali ritiene di spendere troppo tempo nell’acquisizione e nella gestione dei dispositivi interni.

Un altro vantaggio riguarda la prontezza delle aziende che, grazie al DaaS, sono in grado di far fronte alle minacce di obsolescenza dei device, in modo da mantenere un vantaggio competitivo durevole nel tempo garantendo in questo modo un sistema sempre aggiornato.

HP Device as a Service è il moderno modello di consumo IT che ti garantisce vantaggi economici legati alla manutenzione e alla gestione dei dispositivi.

Per stare al passo con i tempi le aziende devono necessariamente prendere in considerazione questi nuovi modelli di business ed implementare soluzioni moderne in linea con i trend del mercato.

Testo a cura di DOS Group, Mendrisio

Belloli SA di Grono si aggiudica il Prix SVC Svizzera italiana 2019

Nella serata del 15 maggio è stato conferito il Prix SVC Svizzera italiana – manifestazione di cui la Cc-Ti è partner – , in un grande evento presso il Palazzo dei Congressi a Lugano. Tra le sei aziende finaliste, si è distinta la Belloli SA di Grono.

Alberto Belloli, comproprietario di Belloli SA, ha preso in consegna il 15 maggio 2019 l’ambito Prix SVC Svizzera italiana 2019. La Belloli SA è un’azienda di famiglia fondata nel 1886, gestita oggi dalla quinta generazione e dà lavoro a una sessantina di persone.

Il vincitore del Prix SVC svizzera italiana 2019, Alberto Belloli, Comproprietario, Belloli SA di Grono, con gli altri finalisti, durante la premiazione.

Offre una paletta completa di prodotti e servizi dedicati al settore delle opere sotterranee a livello mondiale e di lavorazione di veicoli corazzati.
Al secondo posto si è classificata la Polydentia SA di Mezzovico, specializzata in sviluppo, produzione e commercializzazione a livello mondiale di strumenti per i professionisti del settore dentale. Agroval SA di Airolo, che produce e commercia formaggi di montagna e yogurt certificati, esportati anche in Russia e verso l’Unione dei paesi Eurasia si è aggiudicata il terzo premio. Il premio speciale è andato ai tre finalisti: LifeLike SA di Chiasso, Orticola Bassi SA di St. Antonino e Plastifil SA di Mendrisio.

Enorme successo per l’ottava edizione del Prix SVC Svizzera italiana

Il Prix SVC è ormai diventato un appuntamento importante e atteso nella Svizzera italiana. Quest’anno quasi 1000 persone del mondo economico, politico, accademico e culturale si sono incontrati al Palazzo dei Congressi di Lugano per assistere alla cerimonia di consegna del premio. Marzio Grassi, Presidente della giuria del Prix SVC Svizzera italiana, durante la laudatio ha così motivato la scelta del vincitore: “Abbiamo voluto premiare un’impresa rimasta in mano alla stessa famiglia per cinque generazioni e da oltre 130 anni continuando a crescere e a ottenere risultati positivi, ben inserita e radicata sul territorio.

Belloli SA è attiva a livello mondiale, riconosciuta per la qualità dei suoi prodotti e servizi e quindi esporta anche la buona reputazione del nostro Paese. Inoltre, investe costantemente nella crescita dell’azienda e nei propri collaboratori. Belloli SA è un ottimo esempio di azienda di successo presente nella Svizzera italiana”. Il comproprietario Alberto Belloli ha ritirato il primo premio consistente in un viaggio per imprenditori in Asia offerto da Credit Suisse e in un buono esclusivo, offerto da SUPSI, del valore di CHF 12’500 per seguire uno o più corsi di formazione continua SUPSI.

Secondo posto per Polydentia SA e terzo posto per Agroval SA

Polydentia SA, nata nel 1976 con sede a Mezzovico, si è aggiudicata il 2° premio. L’azienda, che dà lavoro a una ventina di persone, sviluppa, produce e commercializza a livello mondiale strumenti per i professionisti del settore dentale. Unisce con successo i valori fondanti come l’eccellente qualità svizzera, il pensiero innovativo e il costante sviluppo del prodotto, con le ultime tendenze della moderna odontoiatria conservativa. Il premio ritirato da Claudia Schaffner Paffi, CEO, è offerto da Ernst & Young e consiste nella partecipazione – con un accompagnatore – a un viaggio-studio o all’Entrepreneur of the Year Congress a Palm Springs, USA.

Il terzo premio è andato ad Agroval SA di Airolo. L’azienda, nata nel 1993, produce e commercia latticini, in particolare formaggi di montagna ticinesi e 22 gusti di yogurt certificati. I prodotti sono distribuiti sul suolo nazionale tramite la grande distribuzione ed esportati in Russia e verso l’Unione dei paesi Eurasia. L’azienda dà lavoro a una ventina di persone. Ari Lombardi, CEO,, ha ritirato il premio offerto da Swisscom e consistente in un buono per la partecipazione a uno degli esclusivi appuntamenti promosso e sostenuto da Swisscom.

Premio speciale per tre aziende con ottime prestazioni

Le finaliste LifeLike SA di Chiasso, Orticola Bassi SA di St. Antonino e Plastifil SA di Mendrisio hanno ricevuto un premio speciale da La Mobiliare, consistente in un buono per un workshop sull’innovazione di due giorni e mezzo presso il Mobiliar Forum Thun, sotto la guida di un coach specializzato.

LifeLike SA, La società, fondata nel 2012, ha sviluppato prodotti di simulazione didattica dedicati allo sviluppo delle soft skills in ambito corporate e sanitario, disponibili in 3 lingue e basati su un’innovativa metodologia proprietaria. Essi consentono di allenare le capacità relazionali e negoziali tramite “digital role play”. L’azienda diretta dal CEO Andrea Laus occupa 13 persone.

Orticola Bassi SA è attiva dal 1986, produce ortaggi, prato verde e salsa al pomodoro distribuiti a livello nazionale. Inoltre, è attiva in ambito biogas, raccolta di scarti della gastronomia e gestione di un agriturismo. A dipendenza della stagione, l’azienda impiega da 20 a 60 persone, sotto la direzione di Christian Bassi.

Plastifil SA è un’impresa di famiglia fondata nel 1934 e giunta alla 4 generazione, che progetta e produce prodotti e componenti di precisione in filo di acciaio inox, tubo, tela e lamiera, utilizzati in ambito medicale, tecnico-industriale, alimentare e nel design/arredo. L’azienda, che oggi conta 160 collaboratori, si occupa anche di trattamenti galvanici e rivestimenti plastici e lavora con importanti gruppi internazionali sia in Svizzera che all’estero e il suo presidente è Martino Piccioli.

Obiettivo: riconoscere e far conoscere le realtà imprenditoriali eccellenti

L’attività più conosciuta dello Swiss Venture Club è il Prix SVC che viene assegnato in ciascuna delle sette regioni in Svizzera. Andreas Gerber, presidente dello Swiss Venture Club, rimarca: “Lo Swiss Venture Club ha quattro priorità: la crescita del proprio network coinvolgendo in particolare più donne e più giovani; il dialogo tra economia, società e politca; lo scambio di esperienze tra generazioni e la trasformazione digitale. Sono rimasto favorevolmente impressionato dalla varietà delle attività svolte dai finalisti nella Svizzera italiana, regione caratterizzata da ampio know-how, spirito imprenditoriale e capacità innovativa”.

La giuria del Prix SVC Svizzera italiana

Il Prix SVC fa affidamento su una giuria composta da noti esponenti della scena economica del Cantone. Ne fanno parte Marzio Grassi, presidente, Alessandra Alberti, Luca Albertoni, Stefano Caccia, Carlo Secchi, Beatrice Fasana, Daniele Lotti, Michele Masdonati, Giambattista Ravano, Stefano Rizzi e Lino Terlizzi.

Boom dei droni in Cina

Negli ultimi anni l’industria dei droni, nota in Cina anche come industria degli UAV (Unmanned Aerial Vehicle), è stata protagonista di una rapida espansione dovuta all’impiego sempre più sostenuto di velivoli teleguidati.

Questo sviluppo offre varie e concrete opportunità di business per le aziende svizzere produttrici di droni, che offrono soluzioni high-tech molto interessanti. Scoprite qui come beneficiare di queste opportunità e partecipate alla Swiss Innovation Week 2019: Home of Drones a Pechino.

Per presentare gli interessanti settori legati ai droni e aiutare le aziende svizzere produttrici di droni a trovare investitori e partner economici in Cina, l’Ambasciata svizzera a Pechino organizza l’evento Swiss Innovation Week 2019: Home of Drones a Pechino (12-14 giugno 2019).

Partecipate al più grande evento organizzato dell’Ambasciata svizzera quest’anno e contribuite a configurare e a promuovere l’immagine della Svizzera come Paese più innovativo del mondo!

Politiche e supporto normativo da parte del governo cinese

Secondo le linee guida UAV pubblicate dal Ministero cinese dell’industria e dell’informazione tecnologica (MIIT), il ministero ha deciso di definire e rivedere oltre 200 norme nella ricerca, produzione, applicazione e sicurezza dei droni civili.

La Cina mira al decollo della sua industria UAV fino al raggiungimento di 27 miliardi di dollari di output totale entro il 2025. Per il settore infatti si prevede una crescita annua del 40% entro il 2020 e del 25% per gli anni successivi.

A luglio 2017 il Consiglio di Stato della Cina ha emanato il piano di sviluppo “New Generation Artificial Intelligence AI”, con l’intento di far diventare la Cina leader mondiale nel settore entro il 2030. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale ha raggiunto il livello di una strategia nazionale. L’UAV è uno dei settori focus.  ….continua a leggere

Articolo tratto da Switzerland Global Enterprise (S-GE) ©

Vetraio: arte e tecnica in evoluzione

Con Marco Jelmini, Presidente AVCT, scopriamo maggiori dettagli su una professione artigianale non così conosciuta, il vetraio.

Oggi si parla in modo importante di sostenibilità, legandola al modo di fare impresa ‘svizzero’ (la cosiddetta ‘swissness’). Quale attenzione pone la vostra associazione a riguardo?

La AVCT, Associazione Vetrerie del Cantone Ticino, riunisce l’eccellenza delle ditte nel campo della vetreria presenti nel Canton Ticino con lo scopo di promuovere, sul piano regionale, la professione di vetraio e di difendere un modo di operare che ha sempre distinto le nostre aziende dal punto di vista della serietà, della affidabilità e della conoscenza approfondita del loro mestiere. Non da ultimo un contratto collettivo di lavoro permette buone condizioni salariali a tutti i collaboratori e contribuisce alla stabilità economica e sociale del nostro Paese, garantendone una buona qualità di vita. La nostra associazione fa riferimento a livello svizzero all’Associazione Svizzera del Vetro Piano che raggruppa a sua volta tutte le ditte attive nel ramo a livello nazionale.

Come è evoluto il ‘mestiere’ del vetraio negli ultimi anni, visto il grande progresso tecnologico, se pensiamo alla formazione ed agli sbocchi professionali?

Il mestiere del vetraio negli ultimi anni si è parecchio evoluto grazie ad un progresso tecnologico nella costruzione in vetro che ha fatto sì che venisse potenziato il percorso formativo dei nostri giovani sia nell’ambito della conoscenza dei nuovi materiali come pure di una corretta loro messa in opera, tale da garantirne la massima sicurezza e durabilità nel tempo. In questi ultimi anni sono stati aggiornati e pubblicati tutta una serie di direttive dell’arte del vetrario a cura dell’Istituto Svizzero del Vetro Piano (SIGaB) che permettono di definire con maggiore chiarezza i requisiti qualitativi e tecnici posti a tutte le Opere da Vetraio in Svizzera, direttive che possono essere consultate ed ordinate direttamente al sito dell’Istituto SIGaB. Dopo la scuola dell’obbligo vi è la possibilità per un giovane di seguire la formazione professionale di base quale vetraio terminando l’apprendistato di 4 anni con l’attestato federale di capacità. Si può quindi proseguire il percorso formativo pratico ottenendo l’attestato professionale federale di capo vetraio e terminare la formazione con un esame professionale federale superiore con diploma “maestro vetraio”. Con l’ottenimento di tale diploma si può quindi se lo si desidera proseguire gli studi presso le scuole specializzate superiori, scuole universitarie professionali in Svizzera e all’estero.

Etica e innovazione dal Ticino al mondo

Con Giordano Facchinetti, CEO della New Celio Engineering SA di Ambrì, parliamo di etica ed innovazione, e di come un’azienda radicata nell’alta Valle lavori oggi in tutto il mondo.

Una visione aziendale forgiata sulla precisione e la cura al dettaglio, lavorando però, a livello internazionale, su mercati diversi. Come si fa fronte a questa duplice ‘anima’?

La precisione e la cura del dettaglio sono parte integrante della nostra cultura ed è ciò che cerchiamo di trasmettere ai clienti. Notiamo però che nell’industria in cui operiamo il livello tecnico diminuisce a scapito della qualità, mentre si è più colpiti da aspetti commerciali che a prima vista sembrano attrattivi ma che poi non reggono il confronto. Il fatto di essere un’azienda solida, rinomata e basata su sani principi etici, ci orienta piuttosto verso clienti con la nostra stessa attitudine: forniamo nel mondo intero prodotti di alto livello a clienti prestigiosi che si dichiarano molto soddisfatti delle soluzioni ottenute.

L’innovazione oggi è determinante (fatto confermato anche dallo studio Bak Economics). Anche New Celio Engineering sviluppa approcci customizzati per i clienti. Ce ne può parlare?

Per mantenerci competitivi sul mercato, abbiamo prima lavorato su di noi, poi innovato ed ingegnerizzato completamente la produzione, evitandone così lo spostamento in paesi esotici, producendo a prezzi competitivi la totalità dei nostri prodotti in Svizzera. Con dinamicità e competenza abbiamo investito nella progettazione le risorse risparmiate nella produzione, riuscendo ad offrire a clienti internazionali prodotti customizzati performanti e di alta qualità.

Verso lo sviluppo di nuovi prodotti

In Ticino da quasi un secolo. Da impresa con poche decine di persone ad azienda leader a livello internazionale nella produzione di sostanze chimiche e nello  sviluppo d’impianti per l’industria chimica. Scopriamo Casale Group, con un’intervista a Federico Zardi, CEO.

La storia di Casale Group è frutto di grandi visioni imprenditoriali e d’innovazione continua, come testimonia anche il  numero di brevetti depositati. Sin dalla sua fondazione a Lugano nel 1921, ad opera di Luigi Casale, chimico italiano di fama mondiale per aver ideato un  processo di sintesi dell’ammoniaca. Invenzione decisiva per la produzione dei nuovi fertilizzanti azotati che hanno segnato una svolta nello sviluppo  nell’agricoltura. In questo testo parliamo  dell’importanza delle nuove tecnologie digitali per l’innovazione.

Anche nell’ultimo studio di Bak Economics, Casale si evidenzia come un’impresa capace di competere per innovazione e brevetti con i giganti mondiali dell’industria. In che misura le tecnologie digitali accelerano o agevolano l’innovazione?

“Penso che le nuove tecnologie digitali abbiano un grande potenziale per creare applicazioni  innovative in vari campi, come anche nel nostro. Un esempio di tecnologia digitale che agevola direttamente il nostro lavoro è l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nel processo di ricerca. L’analisi di grandi masse di dati prodotti durante la ricerca può essere velocizzata con tecniche che si basano sull’Intelligenza
Artificiale, accelerando e agevolando lo sviluppo di prodotti innovativi”.

L’innovazione dipende più dalle dimensioni dell’impresa o dalla cultura aziendale?

“L’innovazione dipende fondamentalmente dalla cultura aziendale. Quando Casale aveva una dimensione di poche decine di persone è riuscita a sviluppare  innovazioni che le hanno permesso di primeggiare rispetto a concorrenti molto più grandi. È evidente, comunque, che una maggior dimensione dell’azienda crea maggiori capacità finanziarie che possono essere dedicate all’innovazione”.

Quali vantaggi offre il Ticino per un’azienda leader a livello mondiale come Casale Group?

“Il Ticino per noi è un ottimo baricentro tra il nord della Svizzera e più in generale il nord dell’Europa, con la sua grande tradizione e cultura scientifica, e l’Italia con la sua cultura e produzione industriale specialistica del nostro settore, combinata col buon livello tecnico degli istituti universitari. Riusciamo facilmente ad accedere alle competenze e capacità di ricerca dei due Politecnici federali, degli istituti di ricerca svizzeri e del nord dell’Europa, e altrettanto facilmente ai fornitori e partner specializzati nel nostro campo che sono presenti e attivi in Italia”.

Nel vostro settore quanto conta il made in Switzerland?
“Il made in Switzerland rimane un sinonimo di qualità e di eccellenza tecnologica, il nostro valore però dobbiamo dimostrarlo con i fatti”.

Avete difficoltà nel reperire la manodopera qualificata e gli specialisti di cui avete bisogno?

“Sì, abbiamo qualche difficoltà, ma generalmente riusciamo a risolverla”.

Da un’economia a rimorchio al Ticino dei brevetti e dell’innovazione

La Cc-Ti insieme alle aziende ticinesi per la trasformazione digitale

La Svizzera è il Paese più globalizzato al mondo, da otto anni è in testa alla classifica internazionale dell’innovazione e nel 2018 le aziende elvetiche hanno depositato all’European Patent Office ben 7’927 brevetti. Con un aumento del 7,8% rispetto al 2017, il doppio di quello registrato nel resto dell’Europa. In questo quadro di eccellenza nazionale, Il Ticino gioca brillantemente la sua partita per il numero di patenti e brevetti di qualità, con una crescita, addirittura, superiore alla media svizzera. Il che certifica la capacità d’innovazione di un sistema economico che si va gradualmente riconfigurando sulle opportunità offerte dalla
rivoluzione digitale.

Dunque, un cantone inserito a pieno titolo nella rete globale dell’economia e dell’innovazione indotta dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Una realtà di successo ignorata, purtroppo, dal grande pubblico e da buona parte dei nostri politici, oscurata com’è dalla narrazione dominante di un Ticino economicamente disastrato e devastato dai “capannoni industriali”. Abbiamo, invece, una solida diversificazione produttiva, con una forte innovazione in diversi settori e fior di aziende che primeggiano nei brevetti, tenendo testa ai giganti mondiali dell’industria. E lo ha ben evidenziato l’ultimo studio commissionato dalla Cc-Ti a BAK Economics.

L’innovazione è stato il motore di una crescita che ha strappato il Ticino dal triste cliché del cantone “a rimorchio” o “in mezzo al guado”, aprendo prospettive promettenti per l’economia. Per questo la Cc-Ti sta concentrando i suoi sforzi nel supportare le aziende nel delicato passaggio verso la digitalizzazione che, per la sua stessa natura, è un moltiplicatore d’innovazione. A differenze delle tecnologie del passato, essa investe infatti non solo la produzione di merci e servizi, ma la loro ideazione e progettazione, la commercializzazione, la gestione e la pianificazione aziendale, la sua visibilità sul mercato. Un effetto a catena che in ogni fase può creare ulteriore valore aggiunto.

La progressiva integrazione delle tecnologie digitali e l’interazione intelligente col lavoro umano nei processi produttivi è oggi la chiave dello sviluppo economico e della crescita delle imprese. Anche delle aziende artigianali che possono ormai disporre di sofisticate tecniche a costi più accessibili, per potenziare la loro specializzazione e sfruttare nuovi materiali in ogni campo: dall’edilizia alla falegnameria, dal tessile ai rivestimenti, dagli isolamenti termici e acustici alla domotica.

Ma l’innovazione è pressoché inutile se non è valorizzata da un nuovo modello di business, che permetta la gestione ottimale di tutta l’attività produttiva, dei canali di promozione e distribuzione. In grado, perciò, d’imporsi in modo altrettanto innovativo sul mercato. Una necessità cruciale a cui la Cc-Ti dedicherà il prossimo 10 settembre l’evento “Business model innovation”.

Intelligenza Artificiale e sua tutela

L’articolo fornisce spunti di riflessione sull’Intelligenza Artificiale (IA) come booster di crescita nei più disparati campi tecnici, stimolando a considerarne l’applicazione nelle proprie attività produttive e tutelandone i diritti di proprietà intellettuale in uno scenario pionieristico.

Sei anni fa, il presidente cinese Xi Jinping annunciò gli obiettivi per il centenario della Repubblica Popolare cinese: entro il 2025, diventare la prima potenza tecnologica nei settori di punta, inclusi mobilità autonoma, robotica ed informatica quantistica; entro il 2035, diventare leader mondiale nell’innovazione; entro il 2049, l’indiscussa prima potenza mondiale. Nel frattempo, il PIL cinese, pari alla metà di quello statunitense nel 2004, lo ha eguagliato nel 2014, e si prevede possa superarlo del 50% entro il 2024.

Questi dati rendono l’idea di quanto l’innovazione sia motore di crescita impetuosa. Secondo recenti indagini, l’Intelligenza Artificiale (IA) accelera il progresso, quindi i benefici economici dei titolari dei diritti di esclusiva (brevetti, copyright…). L’IA è la capacita di un sistema tecnologico di svolgere attività della mente, prendere decisioni non preimpostate dall’uomo. Il suo alimento sono i dati. Le sue applicazioni innumerevoli: dalla biotecnologia, farmaceutica, diagnostica, genetica, alla robotica, riconoscimento vocale, marketing personalizzato, analisi predittive, reti intelligenti, telecomunicazioni, educazione.

Non mancano interrogativi, di natura sociologica, etica e filosofica, sulle potenzialità dell’IA, sulle sue ipotesi di utilizzo e sulle sue conseguenze. Di certo, tra queste, l’incidenza sull’occupazione di personale umano, nelle attività facilmente automatizzabili, ma anche in quelle professionali, come la selezione di personale, le diagnosi mediche o l’applicazione della legge in sostituzione dei giudici.

Il tema non si può esaurire in poche righe ma il modo migliore per iniziare a usare l’IA è accettare la sfida dell’innovazione ed adottarne l’impiego nel proprio campo di applicazione: immaginare come cambiare la propria attività con l’IA, integrarla affidando all’uomo compiti di maggior valore e tutelare nuove dinamiche di lavoro può risultare vincente, non solo per le grandi aziende ma per chiunque intraveda e tuteli soluzioni tecniche vantaggiose.

I rappresentanti dell’industria, del mondo accademico, associazioni, studi legali brevettuali, legislatori, uffici brevetti ed enti governativi si confrontano su queste tematiche. Si dibatte sul diritto d’autore di un brano musicale, un’opera d’arte, un articolo giornalistico, quando composto dall’IA: è giusto che solo l’opera frutto diretto della creatività umana sia tutelata o che l’autorialità sia riconducibile anche al programmatore di un algoritmo che poi ha creato l’opera? Come valutare il contributo dei dati in input? E se anche i dati fossero generati dall’algoritmo, si potrebbe prefigurare un’opera esclusiva dell’IA?

Il sistema della proprietà intellettuale ha raccolto la sfida, trovando in essa nuovi stimoli per evolvere ed uniformare il diritto, darne chiara applicazione ai molteplici scenari di utilizzo dell’IA, e continuare così a fornire strumenti adeguati per la tutela dei diritti, anche di chi fonda le basi della sua crescita nell’IA.

 

Testo a cura di
Stefano Sinigaglia dello Studio M. ZARDI & Co. S.A., Lugano

Al passo con i tempi di un commercio che cambia

In quest’intervista a Flavia Poggioli Jacobs, titolare insieme a Mara Pult Poggioli e Giovanni Pult della Pelletteria Poggioli di Lugano – che da oltre 100 anni è presente nel cuore di Lugano –, cerchiamo di analizzare il commercio al dettaglio sulla piazza luganese, per vedere come è evoluto e quali sono le caratteristiche che lo distinguono.

La famiglia Poggioli, titolare dell’omonimo negozio in centro a Lugano. Da sin.: Mara Pult Poggioli, Giovanni Pult e Flavia Poggioli Jacobs

 

Questo testo presenta anche un’accezione particolare alla trasmissione aziendale, su cui la Cc-Ti sta focalizzando la propria attenzione tramite approfondimenti e corsi di formazione puntuale.

Da oltre 100 anni rappresentate uno dei negozi storici di Lugano. Come si vive la piazza luganese (e ticinese) dal vostro osservatorio?

Da sempre la posizione privilegiata del nostro negozio ci ha favorito essendo nel centro storico e su una via di grande affluenza, ma nonostante ciò, di questi tempi, anche noi risentiamo l’effetto della crisi alla quale proviamo però a reagire. Sono stati e sono tutt’ora tempi non così rosei per il settore del commercio al dettaglio nel quale operiamo, e lo vediamo bene sulla piazza luganese (d’altro canto però è così in tutto in Cantone): serrande abbassate, commercianti che provano a reinventarsi ed offrire novità, diversificarsi, ecc.. Nel corso degli anni l’acquisto online e l’imporsi della digitalizzazione in modo sempre più rilevante nella società ha sicuramente influenzato le vendite, ma questo ci dà un ulteriore stimolo a valorizzare il contatto diretto con il cliente. Non dimentichiamo che il nostro successo lo attribuiamo anche alla nostra fedele clientela e non da ultimo al turista, che apprezza sempre maggiormente un negozio multimarche con un servizio personalizzato sempre più raro.

 

Quali sono gli elementi chiave per garantire una crescita sostenibile ed una presenza costante sul mercato?

Il nostro punto di forza è sempre stato, sin dal 1905 fino ad oggi, la gestione familiare. In essa abbiamo posto in primo luogo il cuore, l’accoglienza, il servizio personalizzato al cliente e anche la scelta di prodotti che possano soddisfare le diverse esigenze, trovando sempre nuove idee da proporre alla nostra stimata e fedele clientela. È stato possibile realizzare tutti questi obiettivi grazie al sostegno della famiglia in primis, alla scelta di personale qualificato, che abbiamo costantemente formato e seguito incrementando le loro competenze, ed al rinnovamento generazionale, passando per una successione aziendale interna avvenuta con serenità.

 

L’intervista si inserisce inoltre nel quadro di differenti portrait aziendali che vengono pubblicati da alcune settimane sul sito internet della Cc-Ti.

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Un’altra interessante testimonianza, dopo quella di Fratelli Matasci SA, giunge da un settore produttivo industriale di nicchia, nel quale vengono prodotti strumentazioni per dentisti ed odontoiatri. In quest’intervista con Claudia Schaffner Paffi, CEO di Polydentia SA, affrontiamo i temi dell’innovazione e della trasmissione aziendale interna all’azienda, avvenuta, in questo caso, con successo.

Una forte propensione all’innovazione combinata con una marcata presenza sui mercati esteri. Quali le novità per la vostra azienda?

Da più di 40 anni, con grande orgoglio, sviluppiamo e produciamo prodotti dentali in Ticino. Siamo un’azienda famigliare in cui la nuova generazione è riuscita a mantenere forti ed autentici i valori imprenditoriali svizzeri portando grande dinamicità nello sviluppo di nuovi prodotti, ascoltando costantemente le esigenze del mercato e creando forti legami e collaborazioni con opinion leader di tutto il mondo. La passione, l’innovazione e la qualità ci guidano nella nostra quotidianità cercando soluzioni pratiche ed accattivanti a beneficio delle esigenze della moderna odontoiatria conservativa ed estetica dei nostri tempi. Fondata nel 1976, per Polydentia questi ultimi quattro decenni sono stati anni di passione, eccellenza e miglioramento continuo. Siamo stati in grado di unire con successo la qualità svizzera, il pensiero innovativo e il costante sviluppo del prodotto con le ultime tendenze della moderna odontoiatria conservativa. Tutti i nostri prodotti vengono fabbricati in Ticino, secondo i più alti standard di produzione, affidabilità e sicurezza: dall’acquisizione delle materie prime fino al servizio post-vendita. La posizione privilegiata, in un territorio politicamente ed economicamente stabile, ci permette di pianificare strategie industriali a lungo termine che vanno a beneficio dei nostri clienti di tutto il mondo, distribuiti in oltre 110 Paesi. Questi possono quindi contare sulla garanzia di una qualità costante, oltre che su una collaborazione affidabile e durevole con un’azienda svizzera rinomata a livello mondiale.

Siete un’impresa familiare, dove la successione è avvenuta con successo. Ogni anno in Svizzera molte realtà sono confrontate con il tema del passaggio generazionale. Vi sono ingredienti chiave affinché avvenga al meglio?

Per quanto riguarda il passaggio generazionale posso affermare che non ci sono ricette segrete, le PMI come la nostra sono numerose in Svizzera e la caratteristica che ci accomuna è che sono tutte nate dall’ispirazione e/o dalla passione dei nostri genitori o avi. Questi sono i talenti che non sempre sono facili da tramandare di generazione in generazione, anche perché non per forza nascono dal solo fatto di essere l’erede di un’azienda, bensì crescono e si trasmettono con la conoscenza profonda dell’azienda famigliare. Al fine di poter garantire un passaggio generazionale vincente penso sia fondamentale essere inseriti con il dovuto anticipo nell’azienda, aver la possibilità di lavorare affiancati dal genitore per un periodo sufficientemente adeguato a capire l’attività, le proprie peculiarità, e soprattutto identificare in sé stessi la responsabilità del proprio ruolo verso i clienti, dipendenti e il territorio, al fine di garantire la crescita dell’azienda nel futuro. Un fattore fondamentale una volta acquisita questa consapevolezza e conoscenza, è l’apertura al cambiamento, il coraggio di aprirsi a nuove sfide, a nuovi metodi, essere ambiziosi e definire i propri traguardi, mantenendo i valori di base tramandati di generazione in generazione, ma trovando il proprio stile e nutrendo l’azienda di energia, innovazione e passione.

 

Interessati ad approfondire la tematica della trasmissione aziendale? La Cc-Ti dedica un percorso formativo ad hoc, intitolato proprio “La trasmissione aziendale“,durante il quale si getteranno le basi per rispondere ai tanti quesiti sull’argomento. Il corso, si strutturerà attorno a 4 mezze giornate, e  avrà un taglio pratico, proprio nello stile Cc-Ti e permetterà di capire meglio come intraprendere in modo funzionale il passaggio di testimone aziendale. Vi sono ancora posti disponibili, iscrivetevi direttamente!