“Riformare per servire al meglio”

In un contesto finanziario e istituzionale sempre più complesso, come hanno dimostrato anche le recenti votazioni cantonali, appare evidente che anche il Cantone Ticino debba affrontare con decisione una fase di rinnovamento e di profonde riforme che richiedono la partecipazione attiva di tutti, senza distinzioni. Il tema sarà al centro dell’imminente Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti, prevista il 17 ottobre 2025 a Bellinzona. L’intenzione è di appellarsi al Consiglio di Stato affinché assuma un deciso ruolo di guida in un percorso di riforma concreto e coraggioso.

Andrea Gehri, Presidente Cc-Ti

Negli ultimi anni, il Cantone ha progressivamente ampliato la propria sfera d’azione, moltiplicando strutture, regolamenti e procedure, anche perché sollecitato da più parti in tal senso. È un fenomeno che non riguarda solo il Ticino, ma tutta la Svizzera.
Nel nostro contesto si manifesta però con particolare evidenza. Ogni nuova esigenza sociale o normativa si traduce, spesso, in nuove strutture e funzioni, ma raramente questo è accompagnato da una disamina di quelle già esistenti.

L’esito di una tale disfunzione è un sistema che viene, non solo percepito ma dimostrato, come sempre più macchinoso, lento, costoso e distante da cittadine e cittadini; parallelamente, il settore privato affronta sfide crescenti sul piano economico e sociale.

Il messaggio della nostra 108esima Assemblea Generale Ordinaria vuole essere trasparente ed energico: non si tratta di indebolire le Autorità, ma di renderle più risolutive e concludenti (questo lo sottolineiamo per evitare malintesi e polemiche gratuite e inutili).

Trasformare non significa abolire senza distinzioni, bensì una ricerca consapevole nella direzione di semplificare, eliminare le ridondanze, ridare forza e coerenza alle priorità e mettere in discussione abitudini amministrative che non rispondono in modo allineato, alle esigenze e necessità della società di oggi.
L’obiettivo è uno Cantone più snello, più vicino a cittadine i cittadini e più sostenibile nel lungo periodo e, di conseguenza, contemporaneo alle attuali richieste eterogenee.

Le Autorità potrebbero disporre, del resto, di ampi margini di perfezionamento. I dati lo confermano: la spesa è cresciuta in modo esponenziale e anche il continuo incremento indiscriminato di normative pesa inevitabilmente sui conti pubblici.

Con queste premesse, si impone una riflessione sui compiti nodali del Cantone nei suoi rappresentanti, su ciò che deve restare pubblico e su ciò che può essere gestito con maggiore responsabilità individuale o in collaborazione con il settore privato.
Non deve trattarsi però solo di emanare dall’alto. Occorre un cambio di mentalità, la volontà di osare, ma soprattutto di operare con una vera unità di intenti. Nel rispetto dei vari ruoli, è indispensabile che anche le forze politiche e le parti sociali trovino alcuni terreni d’intesa e di alleanza, sui quali operare.

Per questo il ruolo di guida del Consiglio di Stato è essenziale e il governo deve assumere il coraggio di una visione: guidare il cantone in un percorso di riorganizzazione che riduca la burocrazia, renda più efficiente la macchina amministrativa e restituisca centralità al cittadino.
L’intento è costruttivo e propositivo: la credibilità delle Istituzioni passa oggi dalla loro capacità di riformarsi e/o conformarsi. Il Ticino dispone delle competenze, dell’energia e del capitale umano per farlo.

Occorre, (più che nuove risorse), una nuova volontà politica e culturale.

“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno!” M. Luther King

La nostra Assemblea Generale Ordinaria intende proporre un’opportunità di confronto aperto, che intende ribadire un dibattito pubblico sui valori, sulle priorità e sul futuro del Cantone.
Perché, come ribadiamo con forza, riformare per servire meglio non è uno slogan — è una necessità che riguarda tutti, nessuno escluso.