Manteniamo l’attrattività elvetica

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) appoggia il progetto AVS-riforma fiscale in votazione il 19 maggio che permetterà di rafforzare le condizioni quadro elvetiche e l’attrattività della Svizzera.

Due punti in più per il nostro Paese. Con questa chiara affermazione il comitato interpartitico favorevole al progetto AVS-riforma fiscale, al quale ha aderito anche la Cc-Ti, si è presentato lo scorso 9 aprile.

Il pacchetto proposto fornisce una soluzione equilibrata e pragmatica a due questioni urgenti per il nostro Paese: il problema degli statuti fiscali speciali e il rafforzamento dell’AVS. La parte fiscale del progetto prevede un aggiornamento del sistema d’imposizione delle imprese. Da un lato, si andrà ad abolire gli statuti fiscali speciali – di cui hanno beneficiato fino ad oggi determinate categorie di aziende e che non sono più ammessi a livello internazionale – dall’altro, si osserverà una riduzione della tassazione per le PMI ticinesi. Questo porterà ad un riequilibrio della fiscalità delle aziende che verranno quindi tassate tutte allo stesso modo. Quelle aziende internazionali che attualmente beneficiano di tassi d’imposizione agevolati pagheranno più imposte, ma sono comunque favorevoli alla riforma perché se la Svizzera non dovesse abolire gli statuti speciali rischierebbe di essere inserita in liste nere e questo sarebbe nefasto per il loro operato. L’aumento dell’onere per le società a statuto speciale sarà sopportabile e la loro situazione fiscale sarà sicura e riconosciuta a livello internazionale. Inoltre, le nuove aliquote fiscali (decise dai Cantoni) rimarranno interessanti nel confronto internazionale, favoriranno le aziende a tassazione ordinaria e quindi prevalentemente le PMI ticinesi che vedranno le loro imposte diminuire. La riforma permetterà pertanto di rafforzare le condizioni quadro elvetiche e l’attrattività della Svizzera sul piano internazionale. Parallelamente è previsto un importante consolidamento dell’AVS, principale pilastro della nostra previdenza sociale, nell’attesa di una riforma strutturale comunque necessaria. Si tratta quindi di un compromesso equilibrato che consentirà di affrontare due questioni urgenti sulle quali il nostro Paese non può più permettersi di tergiversare.

La Cc-Ti sostiene anche il secondo oggetto in votazione il 19 maggio: la trasposizione nel diritto svizzero di una modifica della direttiva UE sulle armi. Quale membro Schengen e Dublino, la Svizzera deve impegnarsi a inserire nella propria legislazione questa modifica, altrimenti rischia di compromettere la sua collaborazione in materia di sicurezza e asilo con gli altri paesi europei. Il Consiglio Federale e il Parlamento hanno quindi elaborato un progetto che tiene conto della tradizione del tiro e della caccia e che permette a militari, cacciatori e tiratori di conservare la propria arma, garantendo al contempo il mantenimento di due accordi essenziali per la Svizzera nel campo della sicurezza e della gestione delle migrazioni legate all’asilo.

Ricerca e Sviluppo da evidenziare

Un approfondimento sul tema dell’innovazione nell’ambito farmaceutico, con un’intervista a Giorgio Calderari, Presidente Farma Industria Ticino e General Manager Helsinn Group.

Il settore farmaceutico è risultato ancora decisivo per il territorio ticinese. In che modo potenziare maggiormente il settore, permettendogli di espandersi?

Lo studio BAK mostra un 10% di crescita sul periodo 2006-17 confermando la farmaceutica come il settore di più grande espansione. Crescita quantitativa e qualitativa. Il fatturato delle 30 imprese ad oggi associate a Farma Industria Ticino (FIT) è aumentato nello stesso periodo del 55%, il personale occupato del 45% e il monte salari del 70 %, mostrando un’importante forbice remunerativa. Il numero di società è aumentato di poche unità, comprovando una crescita organica dei singoli attori. Esaminando quindi le possibilità di espansione, l’arrivo di nuove società sul territorio potrebbe rappresentare un fattore di potenziamento importante per il settore. Con le nostre attività comuni, ad esempio presentandoci in modo unito in manifestazioni di settore e creando nuovi format di comunicazione come il Pharma Summit, cerchiamo di attrarre nuovi clienti e nuovi investitori. La politica dovrebbe dare il suo contributo, tramite chiari segnali in materia di incentivi fiscali e non solo, con il supporto di un promovimento economico determinante in un mondo sempre più competitivo e complesso. Crescere è innovare attraverso ricerca di qualità, processi industriali, governance aziendale, nuovi mercati e nuovi talenti. I dati BAK sulla crescita di brevetti ottenuti a livello mondiale testimoniano l’eccellenza della ricerca. Ricerca che permette alle società ticinesi di lanciare prodotti innovativi in tutto il mondo incluso l’ottenimento di approvazioni sanitarie e convalide ispettive quali produttori di eccellenza da parte di Stati Uniti, Europa, Giappone, Cina.

L’innovazione va a braccetto con la formazione e la ricerca. Nel gruppo Helsinn come si affronta questo connubio?

Il tema va affrontato con grande passione e con la consapevolezza dei rischi legati al R&D. Portare un nuovo prodotto sul mercato significa superare infiniti ostacoli scientifici, regolatori, produttivi, finanziari e bisogna accettare i fallimenti. Fondamentale è far crescere una cultura aziendale solida, investire in risorse finanziarie e umane molto importanti. Negli ultimi cinque anni Helsinn ha investito una media del 25% del fatturato in ricerca, con circa 120 collaboratori qualificati che coordinano studi clinici in tutto il mondo. La nostra squadra di chimici a Biasca sviluppa continuamente nuovi processi produttivi, con competenza e motivazione, attraendo e formando nuovi talenti. Formazione supportata anche da FIT, a livello cantonale con centinaia di apprendisti, e a livello svizzero con il Progetto Talenti rivolgendosi alle università per mostrare la specificità e l’eccellenza del settore e offrendo stages formativi presso le nostre aziende.

Un buon equilibrio tra fiscale e sociale

L’opinione di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, in merito alla votazione federale inerente il progetto AVS-riforma fiscale.

La campagna in favore della legge sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA) è stata lanciata ufficialmente anche in Ticino lo scorso 9 aprile. Questo pacchetto fornisce una soluzione pragmatica a due problemi urgenti per il nostro paese e consolida le condizioni quadro essenziali per un’economia prospera.

I consiglieri federali Alain Berset e Ueli Maurer erano entrati nel vivo del tema a livello svizzero lo scorso febbraio difendendo insieme la legge sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS, sulla quale saremo chiamati ad esprimerci il 19 maggio. Il loro messaggio era chiaro: questo pacchetto eterogeneo è un buon compromesso, realistico e capace di rilanciare due progetti di capitale importanza che sono stati respinti nel recente passato: l’imposizione delle imprese e il finanziamento delle pensioni. Inutile sottolineare quanto sia vitale questo progetto per l’economia del nostro paese e per il benessere di tutti, visto che la RFFA prevede l’abrogazione degli statuti fiscali speciali che pongono problemi a livello internazionale e al contempo garantisce la stabilizzazione dell’AVS. Si tratta di una soluzione di compromesso che non ha alternative.

Più modi per investire

In Ticino la campagna in favore del progetto AVS-riforma fiscale è stata lanciata il 9 aprile da un comitato interpartitico a cui ha aderito, insieme ad altre associazioni economiche, anche la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti).

Da un punto di vista imprenditoriale, l’aggiornamento del nostro sistema fiscale permette di rafforzare le condizioni quadro del paese e allo stesso tempo la sua attrattività. Il pacchetto fiscale ha come scopo quello di abolire i regimi fiscali speciali, non più accettati a livello internazionale. Questo porterà a un riequilibro della fiscalità delle aziende, con un aumento per quelle che beneficiano oggi di tali statuti e una diminuzione per tutte le altre imprese. Ciò significa che si ridurrà in modo sostanziale la tassazione soprattutto delle PMI, che, non dimentichiamolo, sono la spina dorsale dell’economia elvetica, visto che si tratta di circa 500’000 aziende. Invece, molte delle tanto deprecate multinazionali subiranno un aumento dell’imposizione fiscale, quindi è assolutamente sbagliato parlare di regalo alle aziende internazionali, come fanno gli oppositori. Da sottolineare è il fatto che le aziende per le quali vi sarà un aumento di imposte appoggiano la riforma, perché questa in cambio garantisce un sistema fiscale sicuro e stabile. Per non penalizzare l’innovazione, il progetto in votazione prevede deduzioni per la ricerca e lo sviluppo e i brevetti. Questo contribuirà in modo decisivo a mantenere alta la competitività svizzera, visto che il nostro paese rimarrebbe terreno molto interessante per tutte le aziende innovative, che avrebbero a avrebbero a disposizione più risorse da investire nella ricerca e nell’innovazione.

Come detto sopra, i contrari denunciano i “regali fiscali ” concessi alle grandi aziende, che “prosciugheranno le entrate pubbliche”. Sbagliato. Sarebbe proprio il rifiuto del progetto in votazione che potrebbe mettere a rischio i conti dello Stato, perché la RFFA metterebbe la Svizzera su una lista grigia – o forse addirittura nera – dei paradisi fiscali, che comprometterebbe in maniera sostanziale il nostro tessuto economico. È quindi essenziale che questa riforma venga accettata, visto che risponde a una parola d’ordine chiara: equilibrio. Il compromesso tra aspetto fiscale ed elemento sociale è la chiave del successo, che auspichiamo per la RFFA il prossimo 19 maggio.

 

La manualità resta imprescindibile

Nell’intervista ad Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA, affrontiamo i temi dell’innovazione legati allo specifico comparto settoriale dell’artigianato.

Lo studio BAK ha evidenziato un’economia dinamica, con una forte connotazione innovativa. Nell’artigianato in che modo si traduce quest’affermazione?

L’artigianato fa leva su componenti legate all’abilità ed alla creatività. La dinamicità è senza ombra di dubbio legata alla capacità di proporre con innovazione, qualità e sostenibilità, soluzioni che incontrino i gusti del cliente e soddisfano le tendenze del mercato. Più è alto il gradimento, più è garantito il successo dell’opera creata dall’artigiano che sforna soluzioni attraverso un paziente e preciso lavoro manuale.

L’innovazione presuppone la centralità dell’essere umano, che sviluppa e crea rinnovate idee. Come incentivare maggiormente l’orientamento scolastico e professionale sulle professioni artigianali?

I giovani devono poter accedere alle formazioni artigianali e i canali per promuovere tali professioni devono essere potenziati a livello scolastico e d’orientamento. Troppo spesso i giovani vengono dirottati verso le nostre professioni, solo dopo aver sondato soluzioni alternative in settori dell’economia terziaria. La centralità dell’individuo nell’artigianato costituisce le fondamenta per sviluppare nuove idee. L’integrazione della tecnologia fa dell’artigiano un lavoratore che riesce ad offrire un prodotto sempre più performante. Il potere di innovazione, tipicamente svizzero, è intriso nella nostra cultura di artigiani e dev’essere tramandato alle future generazioni.

Progetto AVS-riforma fiscale: un’occasione da non perdere

L’opinione di Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino, Presidente FTAF e deputata al Gran Consiglio.

Il prossimo 19 maggio saremo chiamati ad esprimerci sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA). Il pacchetto proposto fornisce una soluzione equilibrata a due problemi urgenti: la questione degli statuti fiscali speciali e il rafforzamento dell’AVS. Due temi estremamente importanti per i quali bisogna intervenire senza perder tempo. In merito alla parte fiscale del progetto, è previsto un adattamento del sistema d’imposizione delle aziende. Si andranno ad abolire i privilegi fiscali ad oggi in essere a favore di determinate categorie di società, in prevalenza  a matrice internazionale, uniformando l’imposizione a carico di tutte le categorie di imprese. A seguito della crisi finanziaria del 2008, l’approccio verso la fiscalità delle imprese è infatti radicalmente cambiato a livello globale. Numerose pratiche fino ad allora ammesse, oggi non lo sono più e vanno modificate. Anche la Svizzera deve quindi adattare la propria fiscalità delle imprese: in caso di accettazione della riforma, tutte le aziende saranno come detto tassate con le stesse modalità, che ovviamente devono venire aggiornate. Attualmente le aziende internazionali che beneficiano di tassi d’imposizione agevolati rappresentano il 7% dei contribuenti, ma ben il 50% delle entrate dell’imposta sull’utile delle persone giuriche della Confederazione. L’apporto di queste società non si limita al contributo fiscale, esse forniscono infatti 150’000 posti di lavoro e creano un importante indotto che va mantenuto. Numerose PMI svizzere sono infatti controparti di queste grandi imprese e beneficiano della loro attività. Questa è la ragione per cui la proposta di riforma riconosce che un’abolizione tout court dei regimi fiscali speciali farebbe esplodere il carico fiscale di importanti aziende, che potrebbero decidere di delocalizzarsi. Di qui la necessità di abbassare le aliquote ordinarie in futuro che andranno applicate a tutti.

Le imprese che perderanno lo statuto speciale e che pagheranno più imposte sono comunque favorevoli ad una riforma che permetterà alla Svizzera di evitare di essere inserita su liste grigie o addirittura nere, ciò che andrebbe a compromettere seriamente il loro operato e metterebbe a rischio la loro competitività a livello internazionale. Potranno così beneficiare di una sicurezza giuridica indispensabile per la pianificazione e gli investimenti. Tengo a sottolineare che la riforma non sarà un regalo alle multinazionali, anzi esse pagheranno di più, ma il loro onere fiscale rimarrà interessante nel confronto internazionale e, inoltre, non rischieranno più di essere tassate due volte in altri Paesi. Il Ticino dovrà da parte sua affrontare la sfida di rimanere in linea con gli altri Cantoni per restare competitivo in termini di aliquota applicabile.

La bocciatura nel 2017 (a livello nazionale, ma non in Ticino) della Riforma III delle imprese ha portato ad un nuovo pacchetto di strumenti fiscali volto a gestire al meglio questo importante cambiamento di paradigma fiscale, pacchetto che considero equilibrato. Un suo elemento importante sono le deduzioni che favoriranno la ricerca e lo sviluppo e che sono riconosciute a livello internazionale. Per esempio, le spese di ricerca e sviluppo realizzate in Svizzera potranno essere dedotte in ragione del 150% al massimo e i redditi derivanti dai brevetti potranno essere dedotti del 90% al massimo.

La Svizzera non può più permettersi di evitare di affrontare il problema della fiscalità delle aziende e questo progetto è una valida soluzione. Inoltre, consentirà di rafforzare il nostro principale pilastro della previdenza sociale e di guadagnare tempo in vista di una riforma strutturale dell’AVS. La riforma permetterà di consolidare le condizioni quadro essenziali per un’economia prospera. È quindi un’occasione da non perdere.

Per questa ragione invito ad appoggiare il progetto AVS-riforma fiscale il prossimo 19 maggio. Un sistema fiscale equilibrato per una Svizzera competitiva e attrattiva.

 

Un’occasione storica da non perdere

L’opinione di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, in relazione all’innovazione tecnologica nel Cantone

Certezza del diritto, rafforzamento delle condizioni quadro, difesa della libertà imprenditoriale: ecco cosa si aspetta il mondo economico dal nuovo Governo e dal nuovo Parlamento cantonale. Affinché si continui a lavorare per un Ticino, che può vantare un sistema produttivo dinamico e innovativo, di cui essere orgogliosi.  Ci sono, indubbiamente, delle distorsioni che vanno corrette e dei problemi da risolvere. Ma ciò  non può sminuire o svalorizzare un successo frutto del costante impegno dei nostri imprenditori che, anche in tempi difficili, hanno investito per salvaguardare la competitività delle aziende, e del forte senso di responsabilità dei loro dipendenti. Un’economia sana e in crescita che merita attenzione. È questa la premessa su cui ragionare per progettare il futuro di un Cantone che ha davanti a sé enormi potenzialità. Potendo contare anche su centri di eccellenza internazionali quali l’Istituto Dalle Molle di Studi sull’Intelligenza Artificiale, il Centro Nazionale di calcolo scientifico, l’Istituto di Ricerche in biomedicina, l’USI, la SUPSI e sul nuovo polo tecnologico di UBS a Manno. Inoltre, da nord a sud  i vanno schiudendo per il Ticino nuove opportunità, con l’adesione alla Greater Zurich Area e il  possibile collegamento allo Switzerland Innovation Park Zurich,  mentre a due passi da noi, a Milano, sta sorgendo il Mind, uno dei parchi scientifici più importanti d’Europa. Siamo di fronte ad un’occasione storica per la crescita del Cantone che non possiamo perdere. Abbiamo gli atout per una sfida vincente nei nuovi scenari prefigurati dall’economia digitale, a patto, però, che ci si scrolli di dosso quel masochismo cantonale che fa vedere tutto nero, che ci si liberi da pericolosi desideri di chiusura e si guardi con più fiducia alle nostre  imprese. Come Cc-Ti non possiamo che rinnovare il nostro appello al dialogo e alla collaborazione tra aziende, sindacati, associazioni di categoria, politici e Governo per lavorare assieme su una visione concertata dello sviluppo del nostro Paese.

Sì al progetto AVS-riforma fiscale in votazione il 19 maggio

In vista della votazione federale, la Cc-Ti esprime il proprio sostegno alla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA). La campagna in favore del progetto è stata lanciata ufficialmente in Ticino il 9 aprile. Abbiamo il piacere di condividere il comunicato stampa del gruppo interpartitico, al quale ha aderito anche la Cc-Ti.

Due punti in più per il nostro Paese: sì al progetto AVS-riforma fiscale in votazione il 19 maggio

Il progetto AVS-riforma fiscale offre una soluzione equilibrata a due problemi urgenti: risolve il problema degli statuti fiscali speciali per le imprese, che non sono più conformi agli standard internazionali, e rafforza l’AVS.

Il progetto mira a preservare l’attrattività e la competitività della piazza economica svizzera, garantendo posti di lavoro, entrate fiscali e investimenti nella ricerca e sviluppo. Grazie a questa riforma, la Svizzera potrà adattarsi ai nuovi standard internazionali e rimanere fiscalmente competitiva. Inoltre, il progetto AVS-riforma fiscale assicura un finanziamento supplementare a favore dell’AVS che permette di consolidare il nostro principale pilastro della previdenza sociale.

Un punto in più per la Svizzera come piazza economica e di ricerca

Grazie in particolare agli statuti fiscali speciali, la Svizzera è da tempo molto competitiva in ambito di fiscalità internazionale per le imprese che offrono centinaia di migliaia di posti di lavoro e di formazione e trasmettono numerosi ordini alle imprese svizzere, comprese le PMI. Tuttavia, il contesto fiscale è radicalmente cambiato a livello mondiale. Sulla scena internazionale, non si ammette più che le imprese internazionali siano sottoposte a tassi d’imposizione inferiori a quelli applicati alle imprese svizzere. Se rifiutassimo di adattare il sistema fiscale, le imprese svizzere rischierebbero di essere penalizzate all’estero. Il progetto AVS-riforma fiscale modifica l’imposizione delle imprese in una forma accettata a livello internazionale rafforzando la certezza del diritto e della pianificazione. In caso d’accettazione, tutte le imprese sarebbero tassate in maniera identica. I tassi d’imposizione applicati alle imprese internazionali avranno tendenza ad aumentare, poiché i loro statuti fiscali speciali saranno aboliti. Dal canto loro, le PMI, pagheranno globalmente meno imposte.

Un punto in più per l’AVS

Per quanto riguarda l’AVS, la situazione finanziaria del pilastro centrale delle nostre pensioni si degrada a vista d’occhio e le prospettive sono preoccupanti. Questo risulta dal rapido aumento del numero di pensionati e dal fatto che la speranza di vita è aumentata. L’AVS, la nostra principale assicurazione sociale, ha un grave problema di finanziamento valutato in miliardi. Sempre meno lavoratori devono finanziare le rendite di un numero crescente di pensionati. Già oggi, l’AVS spende ogni anno un miliardo in più per le rendite di quanto non incassi attraverso i contributi. Senza contromisure, gli averi del fondo AVS saranno esauriti nell’arco di dieci anni un risanamento è dunque urgente. Il progetto AVS-riforma fiscale consolida le finanze a medio termine, grazie ad un contributo di 2 miliardi di franchi annui di entrate supplementari all’AVS. Questo contributo consente di guadagnare tempo in vista di una riforma strutturale dell’AVS.

Un rifiuto non risolve nulla

Un rifiuto del progetto prolungherebbe la situazione di stallo politico. Senza ulteriori finanziamenti, la situazione dell’AVS continuerebbe a deteriorarsi. Inoltre, la Svizzera dovrebbe abolire i suoi regimi fiscali speciali, superati, per evitare qualsiasi discriminazione nei confronti delle imprese svizzere all’estero. Un rifiuto sarebbe grave in particolare per i Cantoni, le Città e i Comuni, poiché la necessità di una riforma fiscale rimarrebbe invariata, ma essi dovrebbero fare a meno del sostegno finanziario della Confederazione.

Il Consiglio federale, il Parlamento, i Cantoni, l’Unione delle Città svizzere, l’Associazione dei Comuni Svizzeri, economiesuisse, l’Unione svizzera delle arti e mestieri, l’Unione svizzera degli imprenditori, il sindacato Travail.Suisse e diversi partiti a livello nazionale PLR, PPD, PS, PBD sostengono il progetto.

Maggiori informazioni sul sito informativo del comitato di sostegno alla votazione.

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Per rispondere quindi alla domanda iniziale, credo fermamente che l’economia e l’impresa che vogliamo e dobbiamo sostenere in Ticino, debba saper affrontare anche il tema della sostenibilità, dove con questo termine si concatenano i tratti economici, sociali e ambientali, con una visione d’insieme. Riduzione delle missioni, ottimizzazione delle risorse, incremento dell’efficienza energetica: sono alcuni dei temi su cui, nel Ticino di domani, vorrei si puntasse sempre di più e con nuove misure concrete. Il mio auspicio conclusivo è che le imprese, con il supporto della politica, mantengano alta la propria sensibilità ecologica e si attivino per adeguare i propri standard ambientali con soluzioni innovative e sostenibili. Il Cantone potrà dal canto suo, valutare con attenzione possibili insediamenti sul territorio di aziende attive nelle produzioni e nei processi legati all’ecologia, ad esempio nei campi del trasporto sostenibile.

Certezze e sorprese del nuovo anno

Vi proponiamo l’opinione di Michele Rossi, Delegato alle Relazioni esterne Cc-Ti e candidato PPD al Consiglio di Stato

Un nuovo anno porta con sé certezze e sorprese. E così, per il 2019 vi è la certezza che sarà un anno politicamente caldo, considerate le imminenti elezioni cantonali e quelle federali ormai alle porte. È altrettanto certo che si parlerà, tra le altre cose, di politica sanitaria, visto che anche quest’anno i costi della sanità aumenteranno.

Come in ogni ambito, anche in quello sanitario, per risolvere un problema bisogna affrontarne le cause. Altrimenti ci si perde in discussioni sterili che non portano a nulla. Ora, quando ci lamentiamo degli aumenti dei premi delle assicurazioni malattia, in verità ci lamentiamo soprattutto del fatto che queste ultime sono chiamate a coprire fatture sempre più elevate di prestazioni sanitarie. La crescita di questi costi è originata da molti fattori su cui è necessario intervenire in modo mirato, alfine di contenere quella che ormai per le economie domestiche è una voce di spesa sempre più problematica.

Purtroppo, spesso la politica si inoltra in dibattiti che deviano l’attenzione dai problemi principali. Si pensi, ad esempio, al sempre ricorrente tema delle riserve delle casse malati, che per alcuni sarebbero responsabili dell’aumento dei premi. In realtà, ogni assicuratore malattia deve disporre per legge delle risorse per coprire tutti i costi originati dagli assicurati – che vanno dal medico, all’ospedale, ai medicamenti,…– più una “riserva”, che ammonta a circa 3 mesi di prestazioni ipotetiche da pagare. Si tratta di riserve che la legge impone. Vanno previste e servono quale ammortizzatore di un sistema che deve funzionare nel tempo. Inoltre, tenuto conto che gli utili sulle assicurazioni base sono vietati dalla LAMal, qualora un’assicurazione accumulasse delle riserve oltre alle prescrizioni legali, non può comunque trattenerle quale profitto, ma l’anno successivo le deve compensare a vantaggio degli assicurati.

In questo tanto importante quanto complesso ambito della politica non dobbiamo quindi perdere di vista le cause effettive dei nostri problemi, ossia l’aumento delle prestazioni sanitarie. Bisogna intervenire laddove si ottengono risultati concreti a favore degli assicurati e non limitarsi a puntare il dito verso situazioni mediaticamente ghiotte ma non centrali ai fini delle soluzioni. Sotto questo aspetto l’iniziativa lanciata dal PPD ( “Iniziativa per un freno ai costi”) offre la possibilità concreta di  iniziare una seria discussione per  affrontare il problema,  e di venire dunque in aiuto del ceto medio che più di altri soffre dell’aumento delle spese.

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