Pensare a un progetto Ticino condiviso

La 102esima Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti

Un Ticino dai molteplici settori

A sei mesi dal suo inizio, la nuova legislatura non sembra lanciata verso i temi prioritari. Risanate le finanze cantonali, vi erano legittime speranze che si riprendesse finalmente a fare davvero politica, a progettare il futuro del Ticino confrontandosi su progetti costruttivi e non perdendosi solo in contrapposizioni. Ma il dibattito parlamentare sul bilancio consuntivo, nonostante i 130 milioni di avanzo, e la minaccia di un altro referendum contro la riforma fiscale, lasciano presagire un ulteriore quadriennio all’insegna della conflittualità che rischia d’immobilizzare ancora il Paese. Una situazione che aggravata da altri fattori d’incertezza, sia nazionali che internazionali, non può non preoccupare il mondo economico.

È su questo sfondo che il 18 ottobre, all’Espocentro di Bellinzona, la Cc-Ti terrà la sua 102esima Assemblea Generale Ordinaria.

Oltre un secolo di storia a fianco delle imprese, a difesa della libertà imprenditoriale, della cultura del dialogo tra le parti sociali e del confronto costruttivo con le forze politiche nell’interesse di tutto il Cantone. Una tradizione e un impegno che rappresentano un sicuro punto di riferimento e orientamento per affrontare ora una fase molto delicata per la nostra economia.
Su di essa pesano, infatti, gli effetti della guerra dei dazi tra USA e Cina con i danni collaterali prodotti da un protezionismo che sta frenando la congiuntura mondiale. Pesano la rivalutazione del franco che penalizza l’industria dell’export e limita la capacità d’investimento delle aziende, l’incertezza nei rapporti con l’UE, il principale partner commerciale della Svizzera, e le conseguenze della Brexit. Ecco perché, rispetto a questo contesto internazionale poco rassicurante, le nostre imprese si sarebbero aspettate, e si aspettano, dalla nuova legislatura una svolta decisa per lasciarsi alle spalle un decennio difficile. Inasprito da tre crisi economiche e contrassegnato da una regressione del dibattito politico che ha svilito le potenzialità di un territorio al centro delle maggiori aree produttive d’Europa e mortificato la voglia di fare degli imprenditori.

Sono stati anni di attacchi sistematici alla libertà d’impresa, di progressivo irrigidimento del mercato del lavoro che ha reso ancora più difficile reperire la manodopera qualificata indispensabile per la crescita, di criminalizzazione strisciante dell’economia e d’irridente svalorizzazione della cultura del dialogo come ricerca di soluzioni condivise. Oggi c’è da ricostruire un tessuto politico che non sia prigioniero solo di pregiudizi, ma che si riapra senza tabù all’ascolto e recuperi la capacità di una visione d’insieme del sistema. È questa la premessa per pensare fattivamente ad un “Progetto Ticino” che, dalla fiscalità alla scuola, dalla mobilità alle infrastrutture civili, si attrezzi per affrontare le sfide contemporanee. Con la necessità di percorsi formativi orientati verso i nuovi lavori, di reti di connessione estese su tutto il Cantone e servizi per gestire il flusso crescente di dati. Ma soprattutto con una forte capacità d’innovazione istituzionale per governare un salto tecnologico che sta già cambiando la società.

Zoom dedicato alla 101° AGO Cc-Ti

La 101° Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti, tenutasi il 19 ottobre scorso al Palacinema di Locarno, ha presentato nuovi spunti di riflessione per una crescita economica sostenibile. Dialogo, apertura ed equilibrio: questi gli elementi su cui puntare per orientarsi verso le sfide future. In estrema sintesi è il messaggio emerso dagli interventi che hanno portato visoni diverse (locali, nazionali ed internazionali) ai circa 400 partecipanti presenti.

L’appuntamento, organizzato con i partner  EFG Bank e Swisscom, è stata l’occasione per ribadire anche l’importanza di una visione concertata insieme a tutti gli attori in gioco (economia, autorità, partner sociali) per costruire il Ticino di domani, con una discussione costruttiva. La Cc-Ti è e sarà sempre in prima linea per rafforzare il tessuto economico e affrontare le trasformazioni della realtà socio-economica cantonale.

Nel video di approfondimento, curato ed andato in onda su Teleticino, intervengono il Consigliere federale Ignazio Cassis, il Consigliere di Stato Christian Vitta, il Presidente della Cc-Ti Glauco Martinetti, il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, la Presidente di Federcommercio Lorenza Sommaruga e Franco Polloni, Head of Switzerland & Italy Region EFG Bank. Scopriamo allora insieme quanto emerso!

 

Dialogo, apertura ed equilibrio da 101 anni

Nella sua 101° Assemblea Generale Ordinaria, tenutasi il 19 ottobre presso il Palacinema a Locarno, la Cc-Ti ha sottolineato la necessità all’apertura e al dialogo fattivo con i differenti attori in gioco (economia, Stato e partner sociali) per progredire sulla via della crescita sostenibile.

All’evento hanno partecipato circa 400 partecipanti tra imprenditori, rappresentanti di associazioni di categoria, autorità federali, cantonali e comunali. Ad intervenire, a seguito dei lavori assembleari, sono stati il Presidente Cc-Ti, Glauco Martinetti, il Consigliere di Stato Christian Vitta e il Consigliere federale Ignazio Cassis, intervistato dal Direttore Cc-Ti, Luca Albertoni.

Questo importante appuntamento è stato un momento fondamentale per ribadire, in un contesto sempre più competitivo e dinamico, il ruolo della Cc-Ti quale associazione mantello a sostegno di tutta l’economia ticinese. Un servizio accurato alle aziende che vuole essere pro attivo per accompagnarle attraverso i mutamenti in atto con informazioni, proposte eventistiche, formazioni mirate e servizi concreti.

Valori svizzeri a sostegno delle aziende

Al termine dei lavori assembleari è intervenuto Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, che ha ricordato i valori svizzeri in cui la Cc-Ti crede fermamente e su cui basa tutte le proprie attività. Martinetti ha sottolineato come le aziende ticinesi siano evolute nel corso del tempo, innovandosi e restando competitive, operando in un contesto dove le pressioni internazionali incidono quotidianamente sul fare impresa. Il sistema svizzero però funziona in modo esemplare, poiché basato sulla libertà economica – iscritta nella nostra Costituzione -, che insieme ad altri diritti (come il rispetto della proprietà privata, il principio di legalità, ecc.) ne garantisce la stabilità, andando a generare ricchezza e prosperità. Tale stabilità è però oggi minata da un contesto di iper-regolamentazione, burocratizzazione eccessiva e pratiche protezionistiche. È quindi necessario che vi sia un miglior equilibrio per regole e controlli, affinché il fare impresa resti efficiente.
Fondamentale anche la disponibilità al dialogo serio e costruttivo che la Cc-Ti pone al centro di tutte le sue attività:  per costruire il Ticino di domani con una visione condivisa è imperativo che gli attori in gioco (economia, autorità, partner sociali) possano discutere in maniera concertata. La Cc-Ti è in prima linea con serietà, apertura e una visione condivisa per rafforzare il tessuto economico e affrontare le trasformazioni della realtà socio-economica cantonale.

Dialogo e collaborazione fondamentali

Il Consigliere di Stato e Direttore del DFE Christian Vitta, dal canto suo, si è anche espresso sull’importanza del lavoro di squadra, del dialogo e della collaborazione tra istituzioni, associazioni economiche e partner sociali, sottolineando anch’egli come occorra intensificare le collaborazioni per consolidare le condizioni quadro.

Apertura a favore degli interessi svizzeri

I lavori assembleari si sono conclusi con l’intervento di Ignazio Cassis, Consigliere Federale e Capo del DFAE, intervistato da Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti. Il Consigliere Federale ha confermato la necessità di apertura e dialogo quale atout per la difesa degli interessi svizzeri sia a livello nazionale che internazionale, tematizzando anche lo stato dei lavori di un possibile accordo-quadro fra Svizzera e Unione Europea.
“L’apertura verso l’estero è un principio che favorisce la Svizzera”, ha affermato Cassis, dicendosi fiducioso sull’accordo-quadro ed evidenziando come spesso esso rappresenti quasi un’altalena, poiché “talvolta vi è la percezione di poter trovare un’intesa, ma essa sfugge”. Inoltre, il capo del DFAE ha indicato come “il pomo della discordia è quello dei lavoratori distaccati. Il paradosso sta nel fatto che i negoziatori devono risolvere il «problema» senza citarlo, poiché non si può nominare il problema stesso”. Il Consigliere Federale ha utilizzato una metafora per illustrare l’accordo-quadro istituzionale, ossia quello di due famiglie confinanti, con un albero di mele proprio in mezzo al confine.
Infine Ignazio Cassis ha ricordato il suo primo anno in Consiglio federale, sottolineando alcuni elementi necessari a svolgere al meglio la sua funzione. “Modestia, correttezza e onestà” è quello che serve per svolgere appieno il suo ruolo. Cassis ha infine ricordato come spesso sia difficoltoso spiegare la carica di ‘Consigliere Federale’ all’estero: non si tratta di un ministro, che ‘comanda’, ma di un individuo che consiglia il Parlamento, che a sua volta lo fa con il popolo.

L’evento si è concluso con un aperitivo e un Networking Dinner durante il quale i numerosi partecipanti hanno potuto intrattenersi e colloquiare per trovare nuove sinergie e opportunità di contatto.

Documenti utili

L’evento nei media

Quotidiani

  • “Riscoprire la responsabilità” – Corriere del Ticino, 20.10.2018
  • “Tra equilibrio e apertura” – LaRegione, 20.10.2018
  • “Ignazio Cassis: ‘L’accordo con l’Ue è una questione di volontà’” – LaRegione, 20.10.2018

Media online

Radio e tv

 

 

La Cc-Ti ringrazia i partner dell’evento: EFG Bank e Swisscom.

       

Aperti e preparati per il futuro

La 101° Assemblea Generale Ordinaria Cc-Ti avrà luogo in un contesto particolare: se da un lato a livello regionale e nazionale i risultati economici sono incoraggianti, a destare particolare preoccupazione è il proliferarsi di una cultura protezionistica tanto a livello internazionale quanto nazionale e locale. Riflessioni di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti.

La guerra commerciale tra USA e Cina, l’introduzione di molteplici ostacoli al libero commercio così come le campagne contro la libera concorrenza e la libertà d’impresa che stiamo sperimentando in Svizzera e in Ticino, testimoniano ahimè questo trend. Una tendenza che – nonostante si voglia a difesa degli interessi
nazionali – penalizza di fatto gli scambi commerciali e quindi lo sviluppo economico dei diversi Paesi. Nel contesto elvetico, dove le discussioni aperte e rispettose sono alla base della nostra cultura imprenditoriale, quest’ondata di chiusura rischia di minare la pace sociale, fiore all’occhiello del sistema svizzero. In questo clima di incertezze ad acquisire ancor più importanza è la cosiddetta Swissness, quell’insieme di valori imprenditoriali tipicamente svizzeri che da tempo in tutto il mondo sono sinonimo di qualità, affidabilità e innovazione. Come Cc-Ti continueremo a basarci sulla realtà dei fatti senza lasciarci condizionare da narrazioni emergenziali che alimentano solo la sfiducia, mortificando ogni sforzo costruttivo. Uno sforzo più che mai necessario nel momento in cui imprese e società si trovano al centro di una trasformazione storica innescata dalla rivoluzione digitale, della cui portata sembra, però, non ci sia ancora piena consapevolezza. In particolare continueremo a promuovere un dibattito aperto e costruttivo sia all’interno della nostra associazione che all’esterno, sostenendo concretamente le aziende ticinesi nella loro attività quotidiana. Lo faremo attraverso servizi mirati, informazioni puntuali e formazioni calibrate sulla base dell’esigenze di quel tessuto economico dinamico che abbiamo l’onore di rappresentare.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino dell’8.10.2018

Non possiamo perdere attrattività fiscale

Negli ultimi anni l’economia ticinese ha registrato ottimi risultati. Una crescita, certo, non omogenea e che presenta alcune distorsioni del mercato del lavoro, ma la disoccupazione è ormai ai minimi storici. Nel Cantone, tuttavia, continua a prevalere un clima di emergenza occupazionale e l’opinione che il mercato del lavoro sia un Far West. Ne parliamo con Christian Vitta, Direttore del DFE.

«Il Ticino è sottoposto ad una forte pressione della Lombardia, che presenta molte differenze rispetto alla nostra realtà soprattutto per popolazione e salari. Ciò rende il Cantone molto attrattivo. Inoltre, sebbene a livello quantitativo la disoccupazione sia diminuita, a livello qualitativo e in alcuni settori c’è una forte pressione salariale. Un contesto simile può creare incertezza tra la popolazione», spiega il Direttore del DFE Christian Vitta, che il 19 ottobre sarà ospite della 101° Assemblea della Cc-Ti.

L’economia lamenta un eccesso di leggi  e di burocrazia con derive dirigistiche che penalizzano le imprese. Cosa risponde a queste critiche?
C’è effettivamente la tendenza a introdurre, per rispondere ad ogni problema, nuove leggi o procedure. Tali richieste, a volte, provengono dai settori economici, che temono di non essere abbastanza tutelati. Ciò comporta un aumento di burocrazia e una riduzione di quella giusta flessibilità che spesso è necessaria per fornire risposte più immediate ed
efficaci.

Siamo nel pieno della rivoluzione digitale, DFE e Governo come intendono muoversi per sfruttarne al meglio le opportunità e limitare i rischi soprattutto occupazionali?

Nell’ambito del Tavolo di lavoro sull’economia si sono individuate delle misure per sfruttare le potenzialità della digitalizzazione. Tra le principali c’ è il progetto
per garantire in tutto il Ticino un accesso veloce all’autostrada dei dati. È anche essenziale intensificare le sinergie tra il mondo della ricerca e le aziende.  L’apertura da parte di un primario istituto bancario svizzero di un centro di competenza sull’intelligenza artificiale nel Luganese ne è un esempio. Le formazioni di base e quelle continue dovranno anch’esse adattarsi alla trasformazione digitale per facilitare l’inserimento nelle nuove professioni e nei nuovi processi di lavoro.

La riforma fiscale e sociale ha incontrato molte resistenze e si preannuncia uno scontro per la nuova proposta di sgravi per le aziende e di ridurre del 5% il moltiplicatore cantonale. Come spiega questa opposizione in un cantone che vanta un fisco molto sociale e ha oggi la necessita di recuperare attrattività
fiscale?

«I temi fiscali da sempre creano divisioni, perché toccano direttamente la sensibilità individuale. Spesso, nel dibattito, subentrano anche aspetti di natura ideologica e ciò porta a un confronto più acceso. La proposta di riforma che il Governo presenterà rientra nel contesto della Riforma fiscale 2017 adottata a livello federale. Tutti i Cantoni si stanno muovendo in questo senso e con misure molto competitive. Quindi anche il Ticino dovrà inevitabilmente, per non perdere ogni attrattività, procedere con una sua riforma.

Intervista apparsa sul Corriere del Ticino dell’8.10.2018

Per garantire la crescita futura del Ticino l’impegno comune di politica ed economia

Negli ultimi quindici anni l’economia ticinese si è radicalmente trasformata, registrando una crescita che ha ormai pressoché allineato il cantone alla media nazionale. La piazza finanziaria, dopo le importanti riorganizzazioni degli scorsi anni, ha trovato un nuovo assetto, si sono affermati settori quali la moda e il trading di materie prime, l’industria chimico farmaceutica si è ulteriormente consolidata, mentre si è accresciuta la vocazione internazionale delle nostre imprese, come testimoniano i 6,3 miliardi (stima per difetto) dell’export cantonale.

Un sistema produttivo che ha oggi nella diversificazione uno dei suoi punti maggiori di forza e potenzialità, supportato, peraltro, da centri di ricerca di eccellenza mondiale. È nella natura dei processi economici il fatto che questa crescita non sia stata omogenea, che taluni comparti non abbiano beneficiato dello stesso dinamismo o che si siano creati degli scompensi sul mercato del lavoro. Ma ciò non basta di certo a giustificare le martellanti campagne sulla disoccupazione, quando il numero dei senza lavoro è ormai ai minimi storici, né tanto meno può legittimare quel clima di ostilità verso le imprese, alimentato dalle forze regressiste, che ha innescato pericolose derive protezionistiche.

È in questo contesto che il 19 ottobre la Cc-Ti terrà al Palacinema di Locarno la sua 101° Assemblea con la partecipazione di due importanti ospiti. Il Consigliere federale Ignazio Cassis che, alla guida del DFAE, ha in mano il dossier Europa di importanza vitale per l’economia svizzera, e il Direttore del DFE Christian Vitta.
Per La Cc-Ti il dialogo costruttivo con la politica e gli altri partner sociali è cruciale. La sfida della rivoluzione digitale richiede un impegno comune per sfruttarne le grandi opportunità e limitare i rischi che essa comporta. Oggi nei rapporti tra economia e politica ci sono tanti problemi aperti: l’eccesso di leggi e di burocrazia che penalizzano le attività imprenditoriali, le pressioni protezionistiche e «primanostriste» che limitano la libertà d’impresa, l’urgenza per il Ticino di recuperare concorrenzialità fiscale, la necessità di un orientamento professionale meno burocratizzato e di una formazione, a tutti i livelli, che incentivi il digital talent e promuova anche una cultura più aperta verso l’industria e il rischio imprenditoriale. Una scarsa attenzione verso questi problemi ci potrebbe costare cara.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino dell’8.10.2018

La Presidente della Confederazione Doris Leuthard intervistata da Luca Albertoni

In occasione della nostra Assemblea del Centenario, tenutasi lo scorso 20 ottobre, abbiamo avuto l’onore di avere quale ospite la Presidente della Confederazione Doris Leuthard.

Dopo i lavori assembleari, Luca Albertoni l’ha intervistata, davanti ad una platea di ospiti, autorità e soci di oltre 500 persone. Il risultato è stato molto interessante, la Presidente della Confederazione ha risposto alle diverse sollecitazioni in modo brillante, con risposte incisive e decise. Sono stati toccati diversi temi, non parlando espressamente di politica.

Vi proponiamo dunque la sua intervista, buona visione!

 

Tra passato e futuro: 100 anni di Cc-Ti a sostegno della libertà imprenditoriale

Oltre 500 persone sono giunte venerdì 20 ottobre 2017 a celebrare il Centenario della Cc-Ti durante la 100° Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti, che ha avuto luogo in una location particolare quale l’Hangar Ruag & Tarmac dell’Aeroporto di Lugano-Agno. Si è trattato di un momento di primaria importanza per sottolineare, da un lato il Centenario, e dall’altro per ribadire il ruolo della Cc-Ti quale associazione mantello di tutta l’economia ticinese.

Sono stati diversi gli spunti di riflessione emersi negli interventi di ospiti e relatori, che hanno mostrato tendenze, fatti ed esempi volti ad una trasformazione della società in corso, che ben si inserisce nel quadro storico-congiunturale attuale e mostrano un’economia che si confronta con nuove sfide, opportunità e possibilità da cogliere per le aziende. Il tutto sempre nell’ottica della tutela della libertà imprenditoriale, cardine della prosperità svizzera.

Nel suo intervento il Direttore Luca Albertoni si è soffermato sui fenomeni che toccano i grandi temi che la Cc-Ti sta portando avanti negli ultimi anni, dimostrando come la tecnologia e i trend attuali portino vantaggi da cogliere. Il “reshoring”, ad esempio, è il fenomeno per cui si ha il rimpatrio in Svizzera di attività produttive un tempo dislocate in altri Stati per ragioni di costi. Questo nell’ottica della digitalizzazione delle imprese, quale modello positivo di benefici che essa può portare. Il reshoring permette di differenziarsi dalla concorrenza, fregiandosi magari anche del label “swiss made”.
Sempre nell’ambito della digitalizzazione, da segnalare il discorso relativo alla mobilità, uno dei temi cardini per la Cc-Ti, per il quale Luca Albertoni ha parlato di Smart City, ossia le possibilità offerte dall’analisi dei big data correlati alla tecnologia per studiare i flussi di traffico, degli eventi e trovare soluzioni nel segno di una mobilità più incisiva e performante in tutti gli ambiti. Infine il Direttore Cc-Ti ha illustrato il progetto portato avanti dalle Camere di commercio e dell’industria svizzere (CCIS) – di cui è Presidente –, in termini di digitalizzazione delle imprese, per proporre alle aziende un digital check.

Se il Direttore della Cc-Ti si è soffermato sulle sfide future, il Presidente Glauco Martinetti, nel suo discorso ha sottolineato il ruolo della nostra associazione nel contesto storico attuale.

La Cc-Ti da cento anni lavora nell’interesse delle aziende e delle associazioni di categoria, altalenando e districandosi fra molti cambiamenti repentini. Questa è la vera prova futura, essere mobili e reattivi sul mercato, restando competitivi, nell’ottica di ripensare il funzionamento della società e non solo di modelli di business aziendali. Occorre trovare nuovi paradigmi che permettano di costruire il domani, dialogando fra le parti in gioco. Nel contesto del mercato attuale ci si è interrogati sul ruolo dell’associazione mantello dell’economia ticinese e della vita associativa: se la Cc-Ti si occupa di politica economica generale, spetta alle associazioni svolgere le mansioni settoriali. La Camera sarà sempre un esempio per portare avanti i valori dell’imprenditoria e della cultura imprenditoriale svizzera, a cui siamo indubbiamente legati. In questo contesto aziende ed associazioni di categoria collaborano affinché la formazione e l’esempio positivo di vita associativa, che molti ci invidiano dall’estero, restino degli atout per l’economia e la prosperità svizzere.
La Cc-Ti continuerà anche per i prossimi 100 anni a battersi rispetto per gli interessi imprenditoriali, perché il Ticino di domani può essere costruito solo con un approccio positivo.

Un importante momento dei festeggiamenti è stata l’intervista che Luca Albertoni ha avuto con la Presidente della Confederazione, Doris Leuthard, che è intervenuta quale nostro ospite d’onore.
Doris Leuthard non ha parlato di politica, ma si è soffermata, nel suo dialogo con Albertoni, sulle tappe della sua carriera, su ricordi ed aneddoti personali, sia pure con numerosi personaggi di stampo internazionale. Ha ribadito come il dialogo sia un elemento fondamentale per la riuscita dei rapporti. Parlando del Ticino, sono stati toccati temi quali l’ambiente, il clima, la legge sul CO2 e i suoi impatti sul territorio (e di conseguenza sulle aziende), le infrastrutture, e di come mantenere alta la competitività del Cantone. Oggi con un Consigliere federale ticinese il tutto potrebbe essere più semplice.

Christian Vitta, Consigliere di Stato e Direttore del DFE, ha invece posto l’accento sullo sviluppo economico in Ticino nel corso di questi 100 anni e della proficua relazione che da sempre vi è con la nostra associazione.

 

 

Desideriamo ringraziare i nostri sponsor

I discorsi dei relatori intervenuti alla 100° Assemblea Generale Ordinaria
Discorso di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti
Discorso di Christian Vitta, Consigliere di Stato, Dir. DFE
I nostri 100 anni sui media ticinesi

• “Cento anni al servizio delle nostre aziende” – Corriere del Ticino del 21.10.2017
• “Il prossimo secolo della Camera di commercio” – LaRegione del 21.10.2017
• “Un secolo di Camera di commercio” – Giornale del Popolo del 21.10.2017
• “La Camera di commercio ticinese spegne le sue prime 100 candeline” – Popolo e Libertà del 20.10.2017
• Servizio tv al TG di Teleticino a partire dal minuto 4.00 – 20.10.2017
Servizio tv al “Quotidiano” della RSI, a partire dal minuto 7.13 – 20.10.2017
Servizio radiofonico per “Cronache della svizzera Italiana”, RSI, dal minuto 9.00 – 20.10.2017
Servizio radiofonico per “Il Diario”, Radio 3i, dal minuto 1.30 –  20.10.2017
Servizio radiofonico per “Il Regionale”, Radio Fiume Ticino – 20.10.2017

99° Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti

Si è tenuta venerdì 14 ottobre 2016, a Castione, la 99esima Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti.
Alla fine dell’articolo potete trovare il comunicato stampa dell’evento e il discorso tenuto dal Presidente Glauco Martinetti.

Care associate, cari associati,

La nostra assemblea generale ordinaria dello scorso 14 ottobre è stata l’occasione per ribadire l’importanza della libertà economica e imprenditoriale. Diritto costituzionale da difendere strenuamente e senza compromessi perché elemento-chiave del sistema elvetico. Come non sono possibili compromessi con le imprese che violano le regole vigenti e che quindi devono essere giustamente sanziona, così non saremo disposti a compromessi con chi vuole indebitamente e in modo forfettario sopprimere una libertà fondamentale tanto importante. Questo non solo per meri interessi di parte, ma per salvaguardare un sistema che ha pochi eguali nel mondo. Anche se si può sempre imparare qualcosa da tutti, come hanno dimostrato gli esempi di altre regioni svizzere che abbiamo nel contesto della mobilità. Non per alimentare ulteriori e sterili polemiche, ma per dimostrare che con un po’ di buona volontà di tutti vi sono molti strumenti interessanti per affrontare in modo costruttivo i problemi, evitando di perdersi in discussioni solo ideologiche.

Luca Albertoni, direttore Cc-Ti

 


 

Il meglio della 99° Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti in due minuti!

Intervista a Sergio P. Ermotti, CEO di UBS, condotta in occassione della 99° Assemblea della Cc-Ti a proposito di successo, giovani e lavoro e tanto altro.

Rivivete integralmente l’assemblea Cc-Ti

Intervista completa a Sergio P. Ermotti, CEO di UBS, condotta in occassione della 99° Assemblea della Cc-Ti da Marcello Foa, Direttore generale di TImedia

Il discorso del Presidente 99° Ago Cc-Ti
Il comunicato stampa 99° Ago Cc-Ti
L’evento nei media
• CdT, 15.10.2016, Martinetti: la politica non ci intralci
• Gdp, 15.10.2016, Aziende: clima ostile ma lavoriamo sodo
• La Regione, 15.10.2016, Tutelare tutte le libertà
• Il Quotidiano, edizione del 14.10.2016, servizio sull’assemblea Cc-Ti
• LiberaTV, L’appello di Martinetti alla politica: “Basta con i piagnistei: questo Cantone non è alla canna del gas come lo descrivono certi politici”. Vedi l’articolo online.

Discorso del Presidente Glauco Martinetti, 99° Assemblea Generale Ordinaria Cc-Ti

Mobili… malgrado la politica

Carissimi soci, stimati rappresentanti delle autorità, cari ospiti, gentili signore, egregi signori,

anche da parte mia il più cordiale benvenuto alla 99esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino.

Il titolo “Mobili… malgrado la politica“ non vuole essere una bassa provocazione su un tema che molto ha fatto discutere come la tassa di collegamento e che noi continuiamo a ritenere una misura inadatta per risolvere i problemi di viabilità.

No, non cerchiamo la polemica gratuita, perché la nostra abitudine è quella di lavorare sodo, senza proclami fatti per raccogliere facili consensi, fini a sé stessi o a scopi elettorali.

No, noi non possiamo permetterci tutto questo perché siamo impegnati ogni giorno nell’appassionante, ma tutt’altro che facile compito di far “girare le nostre aziende”, di far quadrare i conti per realizzare utili che non rappresentano un peccato mortale ma sono indispensabili per gli investimenti nelle nostre aziende.

Investimenti che garantiscono la competitività, i posti di lavoro e non da ultimo il gettito fiscale. Probabilmente poca “roba”, parafrasando Giovanni Verga, per coloro che hanno sfacciatamente esultato alla notizia della partenza del Gruppo Armani da Mendrisio o del mancato ulteriore investimento del gruppo Swatch in Ticino. Salvo poi accorgersi che nel primo caso mancheranno oltre dieci milioni di franchi nelle casse dell’erario (e in più non si trattava di posti di lavoro a basso valore aggiunto). Mentre nel secondo caso gli investimenti aziendali sono finiti altrove, con i sentiti ringraziamenti dei nostri colleghi del Giura e di Neuchâtel per la spettacolare opera di promozione economica svolta dal Ticino a favore dei loro Cantoni, per un’azienda che probabilmente nessun Paese al mondo avrebbe rifiutato.

Certo, in un contesto in cui le cifre considerate “scomode” ai fini politici non sono neanche analizzate ma ritenute immediatamente taroccate, con le richieste di chiusura dell’ente non gradito perché non allineato, non ci si può forse più stupire di nulla.

Ma è a maggior ragione importante sottolineare, per riprendere il tema dominante della nostra odierna assemblea, come l’imprenditoria ticinese continui a lavorare, e bene, adattandosi alle molte sfide che il panorama internazionale, nazionale e locale le pongono quasi quotidianamente.

La nostra imprenditoria dimostra rispetto per il sistema-Paese, anche quando questo pone regole non molto favorevoli alla sua economia, mettendo a repentaglio pure le condizioni che hanno permesso alla Svizzera di diventare quello che è oggi e di garantire una libertà imprenditoriale decisiva per le sorti del nostro Paese.

Sì, perché la mobilità in senso lato dell’imprenditoria e quindi la prosperità del Paese, Ticino compreso, sono possibili solo laddove non ci si dimentichi che esiste un articolo della Costituzione federale, l’articolo 27, che recita che:

1 La libertà economica è garantita.

2 Essa include in particolare la libera scelta della professione, il libero accesso a un’attività economica privata e il suo libero esercizio.

La libertà economica è un diritto e non un privilegio inconfessabile concesso a pochi furfanti.

La libertà d’impresa è la spina dorsale dell’attività economica e quindi, di riflesso, anche del benessere generale.

La libertà d’impresa non è però un lasciapassare in bianco. Per chi sbaglia devono esserci le giuste conseguenze civili, penali e amministrative, come per tutti.

Negare però questa libertà fondamentale, e non ci stancheremo mai di ribadirlo, significa abbattere uno dei pilastri fondamentali della Svizzera moderna.

Questa libertà sancita all’articolo 27 della Costituzione federale non vale meno delle molte altre libertà garantite dalla nostra Magna Charta e ha lo stesso scopo: proteggere l’individuo, in questo caso l’imprenditore, dagli abusi del potere statale. Non dimentichiamoci che è proprio con questo scopo che sono nate le libertà fondamentali.

Oggi mi sembra che ci sia una volontà diffusa di uccidere la libertà economica e imprenditoriale, viste quali nuove nemiche da abbattere in nome di più o meno confessabili lotte di potere politico.

La difesa di questa libertà è per noi sempre stata fondamentale e rappresenta la ragione stessa di esistere per un’associazione-mantello che si preoccupa affinché le varie Associazioni di categoria possano prosperare in un quadro favorevole.

L’anno prossimo, che sarà quello del centenario della nostra associazione, costituirà un momento privilegiato in questo senso, perché l’articolo 27 sarà ribadito come faro delle nostre attività e cardine imprescindibile di un sistema che molti sembrano voler cambiare per scimmiottare gli esempi poco edificanti di Paesi a noi anche molto vicini, fatti di norme rigide e quantomeno fantasiose per non dire arbitrarie, complessità burocratiche insormontabili, fiscalità punitiva. Ogni riferimento alla vicina Penisola non è puramente casuale.

Certezza del diritto

Non mancano del resto nel passato recente gli esempi di progetti (meglio sarebbe dire insuccessi) politici portati avanti senza tenere conto del quadro giuridico e istituzionale svizzero.

Non occorre nemmeno menzionarli, tanto ne sono pieni i media negli ultimi mesi. Comprendo che ogni tanto sia necessario un atto di forza per smuovere certe dinamiche politiche-partitiche, ma calpestare sistematicamente le regole del diritto svizzero in nome di presunti interessi superiori e vivere di “segnali” da mandare a destra e a manca, stravolge non solo le abitudini elvetiche, ma anche la certezza del nostro diritto, caposaldo di ogni sistema che si vuole funzionante e competitivo e che non può essere preso a schiaffi ogni tre mesi nelle urne o con decisioni avventate di Governo e Parlamento, magari belle da propagandare ma nella migliore delle ipotesi inutili ai fini della risoluzione dei problemi o addirittura controproducenti nella peggiore delle ipotesi. Ogni riferimento alla Legge sulle imprese artigianali (LIA) non è puramente casuale.

Una cultura giuridica e istituzionale “ticinensis” che spesso è servita solo a inasprire i rapporti di vicinato con Berna e Roma.

Ponderatezza e disponibilità alla collaborazione

La Cc-Ti ha invece sempre dimostrato grande ponderatezza e disponibilità alla collaborazione costruttiva con le autorità anche su dossier per noi non sempre “simpatici”, penso ad esempio il “9 febbraio”, quando immediatamente dopo la votazione popolare abbiamo detto chiaramente che il nuovo articolo 121a della Costituzione federale andava applicato, perché così voluto dal popolo sovrano. Contingenti compresi, perché l’economia, al contrario dell’ottusità di certa politica, ha la capacità e il dovere di adattamento a nuove situazioni per sopravvivere.

Certo, l’adattamento ha un prezzo da pagare e questo deve rimanere equo, pena la distruzione stessa dell’economia, ma è meglio confrontarsi su certezze anche scomode e trovare la via per realizzarle che vivere continuamente nell’incertezza.

Politica e aziende

Per chiudere la parte “politica” del mio discorso sorge pertanto spontanea la domanda: “Ma allora cosa può fare direttamente la politica per le aziende”? La risposta è lapidaria: assolutamente nulla!

Affinché gli imprenditori possano operare nel miglior modo possibile – garantendo di riflesso un benessere a tutta la popolazione – lo Stato deve impegnarsi unicamente nella garanzia di condizioni quadro ottimali.  Questa è da anni la chiara posizione della Cc-Ti.

Malgrado le varie crisi finanziarie e valutarie che hanno messo in difficoltà la nostra economia (ticinese e svizzera), non abbiamo mai chiesto aiuti sotto forma di contributi diretti, sussidi o forme analoghe.

Abbiamo sempre e solo chiesto di favorire le nostre attività aziendali riducendo le regole, le tasse, i balzelli, i cartelli, la burocrazia. Proprio per permettere di operare con una certa facilità e flessibilità nel rispetto delle leggi e nell’interesse di tutti, lavoratrici e lavoratori (leggi posti di lavoro) e Stato (leggi gettito fiscale). L’eccesso di regole, di burocrazia, mosse dalla volontà utopica di poter stabilire tutto nei minimi dettagli in nome di una presunta e maniacale pianificazione, non protegge ma uccide la libertà imprenditoriale. Altri Stati in altri tempi ne hanno fatto triste memoria.

Fieramente autosufficienti

Non abbiamo mai chiesto soldi allo Stato, dicevo un attimo fa. Questo vale anche e soprattutto per le molteplici attività svolte quotidianamente dalla Camera a favore dei nostri associati, a favore di voi tutti.

L’esempio recente più illuminante, e non solo perché coinvolge anche l’azienda che dirigo, è l’apertura del mercato russo per diverse imprese ticinesi. Un attento e costante lavoro, durato alcuni anni, esclusivamente realizzato con mezzi finanziari privati, della Cc-Ti e delle aziende interessate. Un risultato che dà lustro a tutto il Ticino e che ha permesso di realizzare al contempo contatti fondamentali con aziende russe che hanno già spostato da noi alcune attività legate in particolare al commercio di materie prime. Siamo, e lo capite dalle mie parole, fieramente autosufficienti.

Le nostre molteplici attività

Vale la pena ricordare sommariamente le molteplici attività della Cc-Ti, riassunte sotto due capisaldi: la consulenza agli associati e la tutela dei loro interessi nel contesto politico-istituzionale.

Il rapporto con le altre Camere di commercio e dell’industria svizzere è in questo senso fondamentale e sempre più forte, non solo sulla condivisione dei temi, ma anche nello sviluppo di progetti comuni, come è stato il caso qualche mese fa sul tema della mobilità con una piattaforma comune con i colleghi di Basilea e Neuchâtel, che è sfociata in un corso di formazione sulla mobilità destinato alle nostre aziende per capire meglio le dinamiche di questo complesso tema.

Per la sostenibilità, l’approccio è stato identico. Grazie alle esperienze maturate sul tema, siamo la prima Camera di commercio a essere certificata con indicatori di sostenibilità e il modello verrà presto seguito in altri Cantoni. Il nostro motto è che “quando si parla di qualcosa è giusto farlo con cognizione di causa” e questo va a beneficio di tutte le nostre aziende associate. Maggiore sarà la credibilità della Cc-Ti, tanto più peso avrà la voce delle imprese.

Decisivo è pure il ruolo delle Associazioni di categoria, con le quali la ripartizione dei compiti funziona bene: la Cc-Ti si occupa di questioni di economia generale, per quelle settoriali sono solo ed esclusivamente le Associazioni di categoria ad occuparsene.

La rete

La rete di scambio di esperienze fra le Associazioni e le aziende è fondamentale per il nostro lavoro, spesso svolto lontano dai riflettori. Purtroppo l’attenzione mediatica è sovente rivolta in primis agli argomenti che possono creare polemiche.

Peccato che le cose funzionino così, ma noi non smetteremo mai di sottolineare i tanti esempi di un’imprenditoria sana e dinamica.

Ho parlato della Russia. Una sfida per noi importante, e questo vale per tutte le Camere svizzere, è trovare il punto di equilibrio tra aziende che esportano e quelle che si rivolgono prevalentemente al mercato interno, con attenzione particolare a chi è già sul nostro territorio.

Esigenze diverse, a volte contrastanti, su cui occorre cercare un punto di incontro comune che sovente passa attraverso la già citata messa in rete, fatta di eventi, formazione, consulenze mirate, ecc..

Il settore dell’export è per la Cc-Ti (e per il Ticino) ovviamente fondamentale e non a caso, oltre alle numerose missioni economiche auto-finanziate realizzate nel corso degli ultimi anni è stato ulteriormente rafforzato tutto il settore formativo e una presenza costante in azienda per corsi individualizzati su misura. Utile inoltre ricordare anche l’enorme lavoro svolto nel servizio delle legalizzazioni, senza il quale molte aziende ticinesi non potrebbero esportare.

L’internazionalizzazione è ormai diventato un tema costante delle nostre attività, grazie anche alla proficua e positiva collaborazione con Switzerland Global Enterprise e contribuisce a rafforzare in maniera decisiva il tessuto economico cantonale.

La formazione e la consulenza non sono solo al servizio dell’export, ma di tutte le aziende, dalla più grande alla minuscola ma non meno importante ditta individuale, perché nel contesto della politica economica generale la Camera rappresenta tutti i settori e tutte le dimensioni aziendali.

Al di là della differenza tra chi vuole pochi ostacoli per esportare meglio e chi invece desidera barriere per proteggere il mercato interno, la fiscalità, la mobilità, la sostenibilità, i contingenti per l’immigrazione, i salari minimi, i rapporti con i sindacati, la preparazione tecnica e umana del personale e tanti altri temi sono comuni a tutte le imprese. Su questi temi la Camera è, sempre e con costanza, al vostro fianco.

Carissimi soci, un tempo le chiamavano condizioni-quadro. Oggi forse sarebbe più opportuno parlare di quadro delle condizioni. Un quadro, una tela che inizia a sbiadire i suoi colori.

A noi, carissimi soci della Cc-Ti, il compito di assicurarne il costante restauro nel tempo.

Vi auguro buon lavoro e buoni affari e vi ringrazio per la vostra attenzione.