La vendita internazionale a livello giuridico

La compravendita commerciale internazionale è soggetta a regole uniformi: focus sulla Convenzione di Vienna.

Si è registrata nel corso del ‘900 la tendenza da parte della comunità interessati al fenomeno del commercio internazionale a cercare di realizzare forme di disciplina uniforme a livello internazionale, e specificamente nelle materie dei contratti di compravendita e di trasporto, o quantomeno rivolte a favorire lo sviluppo di prassi spontanee da parte degli operatori (per esempio in tema di tecniche di pagamenti o di ripartizione degli oneri economici connessi alla vendita) alle quali si è venuti via via riconoscendo, in misura variabile, la valenza di fonti giuridiche di regolamentazione. Oggi il quadro normativo è dunque  composto da fonti primarie come la Convenzione di Vienna del 1980 sulla vendita internazionale di cose mobili, e fonti consuetudinarie integrative come le norme uniformi in materia di crediti documentari e gli Incoterms, raccolti dalla Camera di commercio internazionale di Parigi.

La compravendita commerciale internazionale, dal canto suo, si pone come operazione evidentemente distante – da un punto di vista economico e sociologico – dalla vendita di beni di consumo o di beni durevoli con destinazione personale; data la sua dimensione internazionale e la sua funzione commerciale cui è rivolta, la vendita di merci ha ricevuto da tempo attenzione proprio in sede di elaborazione di discipline uniformi a livello internazionale. In particolare, è stata approvata la convenzione di Vienna dell’11 Aprile 1980, ancora oggi lo strumento internazionale di diritto privato con maggiori adesioni a livello internazionale, proprio per disciplinare i contratti di vendita tra soggetti con sedi di affari in Stati diversi.

La Convenzione  si occupa della forma del contratto, dei modi per il raggiungimento dell’accordo vincolante e delle obbligazioni delle parti del contratto, nonché dei rimedi in caso di inadempimento. Ma  aldilà  delle singole specifiche soluzioni normative rispetto a determinate criticità contrattuali, comunque, la Convenzione di Vienna resta un capitolo esemplare nel percorso della comunità internazionale alla ricerca di soluzioni condivise ed ispirate a principi generali tendenzialmente comuni agli Stati membri, oltre che per il tentativo di integrare le norme “ufficiali” approvate dagli Stati  con quelle provenienti “dal basso“, cioè dagli usi dei “merchants”.

 

Testo redatto da
Prof. avv. Fabio Toriello
Lugano

 

 

 

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