Sanzioni contro la Russia: ultimi aggiornamenti

Il 14 maggio 2025, la Svizzera ha aderito al 16° pacchetto di sanzioni dell’Unione europea (UE), entrato in vigore il giorno successivo. Parallelamente, il 20 maggio, l’UE ha varato un 17° pacchetto che introduce ulteriori restrizioni all’export di beni e tecnologie strategiche — tra cui precursori chimici per materiali energetici e ricambi per macchine utensili —, inasprisce i controlli sui beni a duplice uso destinati a entità in Paesi terzi e amplia le misure contro la cosiddetta “flotta ombra”, vietandole l’accesso ai porti europei e la fruizione di servizi.

La Svizzera si allinea al 16° pacchetto di sanzioni UE

Il 14 maggio 2025, il Consiglio federale ha deciso di aderire alle restanti misure del 16° pacchetto di sanzioni dell’UE contro la Russia, rafforzandone l’efficacia. La Svizzera si è associata anche alle più recenti sanzioni contro la Bielorussia.

Misure commerciali ed energetiche
Sono state inasprite le restrizioni all’esportazione di beni a duplice uso e di materiali destinati al rafforzamento militare e tecnologico. Tra le novità, il divieto di esportazione verso la Russia di minerali di cromo e alluminio greggio. L’elenco dei beni soggetti a restrizioni è in espansione, includendo anche prodotti chimici. In ambito energetico, è vietata l’esportazione di software per la prospezione di petrolio e gas e la fornitura di beni e servizi per progetti petroliferi russi.

Territori designati
Le sanzioni su servizi e software sono ora estese anche ai territori ucraini occupati (Crimea, Sebastopoli e altre zone non controllate da Kiev).

Divieti su infrastrutture e servizi
Sono vietate le transazioni con determinati porti, chiuse e aeroporti russi coinvolti nel trasporto di armamenti. Vietata anche la prestazione di servizi di ingegneria civile al governo russo o a soggetti giuridici russi. Le attività umanitarie restano escluse dai divieti.

Tutela giuridica per imprese e cittadini svizzeri
Il Consiglio federale ha rafforzato la base legale per consentire alle imprese svizzere di richiedere risarcimenti a partner russi presso tribunali elvetici, introducendo anche la regola del forum necessitatis, che permette eccezionalmente ai tribunali svizzeri di pronunciarsi in assenza di una base di competenza, se il caso è sufficientemente legato alla Svizzera.

Altre misure
Il divieto di trasporto aereo è stato esteso: una nuova base legale consente di sanzionare compagnie aeree di Paesi terzi che operano voli interni in Russia o collaborano con vettori sanzionati. Non verranno invece applicati divieti sullo stoccaggio temporaneo e il transito in zona franca di petrolio russo, poiché la Svizzera non dispone di regimi doganali equivalenti a quelli dell’UE.

Sanzioni contro la Bielorussia
Anche nei confronti della Bielorussia sono state introdotte nuove restrizioni: divieto di importazione di alluminio greggio e ulteriori limitazioni all’export. L’obiettivo è evitare pratiche di elusione e armonizzare le misure con quelle adottate contro la Russia.

L’Ordinanza relativa alla situazione in Ucraina è stata aggiornata di conseguenza, così come il documento interpretativo, che chiarisce ora anche le nuove disposizioni relative al divieto di transazione con alcuni porti, chiuse e aeroporti russi.

Unione europea: approvato il 17° pacchetto di sanzioni

Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato il 17° pacchetto di sanzioni contro la Russia, rafforzando ulteriormente le misure economiche per colpire il settore energetico, militare-industriale e la cosiddetta “flotta ombra”, responsabile del trasporto clandestino di petrolio russo.

Stretta sulla flotta ombra russa
Il numero di navi colpite da divieti è salito a 342, quasi il doppio rispetto al pacchetto precedente. A queste imbarcazioni, ritenute coinvolte in traffici irregolari di greggio a sostegno dell’economia bellica russa, è ora vietato accedere ai porti dell’UE e beneficiare di numerosi servizi.
Sanzioni individuali colpiscono anche operatori della flotta (congelamento dei beni e divieto di messa a disposizione di fondi), tra cui compagnie di navigazione e assicuratori con sede negli Emirati Arabi Uniti, Turchia e Hong Kong. L’obiettivo è ridurre drasticamente i proventi petroliferi russi, già calati di 38 miliardi di euro da quando è stato introdotto il tetto al prezzo del petrolio.

Colpito anche il settore energetico
Tra i nuovi bersagli figura Surgutneftegas, una delle principali compagnie petrolifere russe, insieme a un’importante impresa di trasporto del greggio. Entrambe sono considerate fonti dirette di finanziamento per la guerra.

Sanzioni all’apparato militare-industriale
Oltre 45 individui e imprese russe sono stati sanzionati per il loro ruolo nella fornitura di droni, armi, munizioni e altri materiali all’esercito. Le misure colpiscono anche fornitori indiretti, comprese aziende cinesi, bielorusse e israeliane accusate di esportare componenti critici.
Sono inoltre state aggiunte 31 nuove entità all’elenco di soggetti assoggettati a restrizioni rafforzate sull’export di beni e tecnologie a duplice uso. Tra queste, aziende in Paesi terzi come Serbia, Vietnam, Turchia, Uzbekistan ed Emirati Arabi Uniti, ritenute coinvolte nell’elusione delle sanzioni.

Nuove restrizioni su beni strategici
L’UE ha ampliato l’elenco dei prodotti vietati all’export verso la Russia, includendo precursori chimici per materiali energetici e pezzi di ricambio per macchine utensili, utilizzabili nel settore della difesa.

Il Comunicato stampa del Consiglio dell’UE del 20 maggio 2025 e i relativi atti giuridici possono essere visionati qui.