L’emergenza fertilizzanti

La guerra in Ucraina tiene l’agricoltura sulle spine: oltre al grano, anche la quantità disponibile di materie prime per i fertilizzanti sta diminuendo. E il prezzo è almeno raddoppiato in un anno.

Il conflitto in Ucraina ha un impatto sul settore agricolo di molti Paesi. La Russia, colpita da gravi sanzioni, è infatti il secondo produttore al mondo di ammoniaca, urea e potassio e il quinto produttore di fosfati lavorati. La Bielorussia è responsabile di un quinto della produzione mondiale di potassio. Tutti elementi essenziali per produrre fertilizzanti.

Africa e Sud America i più colpiti

A causa delle sanzioni internazionali nei confronti di Russia e Bielorussia, le catene di approvvigionamento sono paralizzate. I prezzi dei fertilizzanti aumentano rapidamente a fronte di quantitativi decrescenti, costringendo molti agricoltori a risparmiare sul loro utilizzo. L’uso ridotto di fertilizzanti minaccia di abbassare la quantità e la qualità dei raccolti in diverse regioni del mondo.

Gli esperti di agricoltura stimano che l’Africa e il Sud America soffriranno maggiormente degli alti prezzi dei fertilizzanti, in quanto dispongono di minori scorte e molti agricoltori non potranno più permettersi il fertilizzante industriale a causa dei prezzi elevati.

E in Europa? I produttori del Medio Oriente hanno accettato di deviare le forniture verso l’Occidente. Questo dovrebbe perlomeno stabilizzare i prezzi, ma funzionerà solo se i prezzi dell’energia, già alti, non aumenteranno ulteriormente e se non ci saranno grandi arresti della produzione.

Anche il mercato svizzero dei fertilizzanti sta sentendo gli effetti del marcato aumento dei prezzi: secondo l’Ufficio federale dell’agricoltura, i prezzi dei fertilizzanti azotati sono aumentati da due a tre volte in un anno.

Il prezzo del gas rende costosa la produzione di fertilizzanti

L’incremento dei prezzi dei fertilizzanti non è dovuto unicamente alle catene di approvvigionamento interrotte. Infatti, incidono anche i crescenti costi di trasporto e l’elevato prezzo del gas, che aumenta sempre di più perché il gas naturale russo è attualmente disponibile solo in quantità limitate.

Il prezzo del gas pesa su circa l’80-90% dei costi di produzione di fertilizzanti e ad essere particolarmente colpiti sono i produttori europei perché fortemente dipendenti dal gas russo. Va altresì rilevato che il prezzo del gas naturale e di altri tipi di energia ha raggiunto un livello molto alto già dalla metà del 2020 a causa dell’improvviso aumento del consumo dopo il lockdown. Pertanto, nel quarto trimestre del 2021 molti produttori europei di fertilizzanti, soprattutto di quelli a base di ammoniaca, hanno temporaneamente interrotto la produzione di azoto. Nei paesi dell’UE questo potrebbe ripercuotersi negativamente già sul raccolto di quest’anno.

Nessuna carenza di fertilizzanti in Svizzera

Secondo l’Ufficio federale dell’agricoltura, nel 2021 la Svizzera ha importato circa l’11% dei fertilizzanti chimici ricchi di potassio dalla Russia e circa il 5% dalla Bielorussia. A questi va ad aggiungersi un ulteriore 10% di fertilizzanti chimici che consistono in diversi nutrienti, sempre dalla Russia. Germania e Francia sono invece i più importanti fornitori di fertilizzanti ricchi di potassio (70%). Al momento non c’è carenza di fertilizzanti per gli agricoltori svizzeri: infatti, i contadini hanno già comprato il fertilizzante minerale di cui hanno bisogno per l’anno in corso. Inoltre, i terreni agricoli sono ben forniti di potassio e il letame costituisce un’eccellente fonte di sostanza organica per il terreno.

Tuttavia, a causa della guerra in Ucraina e dello sviluppo generale della domanda e dell’offerta, è ipotizzabile che anche i prezzi in Svizzera continuino a salire, e i quantitativi di fertilizzante a disposizione a diminuire. La situazione va pertanto monitorata.