Reinserimento professionale: una nuova intesa per facilitare il rientro sul posto di lavoro

Anche la Cc-Ti, da sempre attenta alle questioni sociali nell’ambito lavorativo, ha sottoscritto quest’intesa volta a mantenere i posti di lavoro per persone in difficoltà ed a facilitare il reinserimento professionale nel mondo del lavoro. Si tratta di temi sensibili che ci stanno molto a cuore, come lo dimostra, ad esempio, il premio Agiamo Insieme, che organizziamo annualmente con l’Ufficio delle Assicurazioni Sociali, valorizzando le imprese che si distinguono nel reinserimento professionale dei collaboratori che hanno subito un danno alla salute.

L’Istituto delle assicurazioni sociali del Dipartimento della sanità e della socialità con l’Ufficio AI, le associazioni economiche, l’Ordine dei medici e l’agenzia Suva del Cantone Ticino collaborano strettamente per facilitare il più possibile il reinserimento professionale delle persone inabili al lavoro. A garanzia di un intervento efficace hanno definito alcuni principi che sono stati presentati il 1° giugno scorso a Vezia in occasione di una tavola rotonda, alla quale ha partecipato anche il Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Paolo Beltraminelli. Con la propria firma, si impegnano a rispettare tali principi e a collaborare per offrire ai lavoratori colpiti da malattia o infortunio un rapido e sicuro reinserimento nel processo lavorativo. Alcune ricerche dimostrano che dopo un’incapacità lavorativa di sei mesi le probabilità di reinserimento sono circa dimezzate. Per questo è fondamentale che le persone malate o infortunate ricevano un’assistenza tempestiva dal proprio contesto socio-professionale, al fine di rientrare in azienda nel più breve tempo possibile. L’obiettivo è ridurre le assenze dal lavoro e i costi della salute grazie a un accordo di collaborazione a cui hanno aderito le associazioni mantello del Canton Ticino, ovvero la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), l’Associazione Industrie Ticinesi (AITI), l’Ordine dei medici (OMCT), la Società Svizzera Impresari Costruttori (SSIC-TI) nonché l’Ufficio AI Ticino e l’agenzia Suva Bellinzona. Le parti coinvolte nel progetto sottoscrivono un accordo di collaborazione vincolante, già siglato da due datori di lavoro operanti in settori diversi (FFS e Migros Ticino).

La comunicazione tra le parti è decisiva

Un’incapacità al lavoro comporta problemi non solo per il datore di lavoro, ma anche per i medici curanti e l’assicurazione sociale competente. Il datore di lavoro desidera avere informazioni il più possibile trasparenti circa il rientro dell’infortunato; d’altro canto, i medici curanti spesso non conoscono a sufficienza le condizioni di lavoro del paziente per poter stabilire il grado di incapacità al lavoro. Per questo la comunicazione tra le parti è fondamentale per ridurre i giorni di assenza di una persona. Come afferma l’Avv. Monica Maestri, Capo dell’ufficio cantonale dell’assicurazione invalidità, «il dialogo tra il medico curante e il datore di lavoro è decisivo per il rientro del lavoratore sul posto di lavoro. Spesso le difficoltà sono dovute ad una mancanza di informazioni e hanno come conseguenza la lunga inattività del paziente. Conoscendo il medico curante la situazione reale lavorativa della persona infortunata e possibili alternative professionali offerte dall’azienda, egli può valutare al meglio la capacità lavorativa del proprio paziente e favorirne il reinserimento».

In caso di problematiche alla salute o malattia dei dipendenti, la comunicazione tra le parti coinvolte è fondamentale per ridurre i giorni di assenza di una persona.

I principi definiscono l’ambito della collaborazione

La documentazione elaborata congiuntamente descrive gli ambiti essenziali della collaborazione. Ad esempio, specifica in dettaglio quali informazioni riportare sul certificato di incapacità lavorativa, come determinare l’incapacità al lavoro nella pratica o quali informazioni supplementari si possono fornire al datore di lavoro in aggiunta al certificato di incapacità lavorativa. Con la propria firma, i soggetti coinvolti si impegnano a rispettare i principi stabiliti durante il lavoro quotidiano. Si può così presupporre che la collaborazione tra le parti interessate contribuirà a ridurre l’insorgere di malintesi e, quindi, il numero di assenze. «Lo spirito dell’accordo è proprio quello di sburocratizzare il processo di reinserimento di una persona infortunata o malata. Questo è possibile grazie ad una comunicazione diretta tra medico curante e datore di lavoro che si effettua nell’interesse del paziente, ma sempre nel rispetto dei ruoli di ognuno. Lo scopo finale è quello di evitare la cronicizzazione per preservare forze lavorative che sono la prima risorsa di un’impresa in modo da contenere costi sociali che si riverserebbero comunque sulle aziende», spiega Roberto Dotti, Direttore della Suva Bellinzona.

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