La guerra dei dazi: cosa sono e perché esistono

Di questi tempi non si fa che parlare di dazi, di guerra al libero scambio e di ritorno al protezionismo. Per capire il futuro spesso è utile volgere lo sguardo al passato. Da dove nascono questi termini e perché?

Per risalire all’origine dei dazi bisogna ripercorrere la storia degli antichi greci e romani, quando si riscuotevano tributi alle entrate delle città sotto forma di denaro o merci. I dazi moderni – come li conosciamo ancora oggi – risalgono però a un periodo più recente.

I dazi moderni

Oggi viviamo in un mondo globalizzato, nato dopo la Seconda guerra mondiale quando gli Stati, ormai scossi dal conflitto, si accordarono per dare nuovo slancio all’economia e agli scambi. Fu così che nel 1947 nacque a Ginevra il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade), il cui obiettivo fu una progressiva riduzione delle restrizioni commerciali e l’affermazione del principio della non discriminazione nel commercio internazionale. Oggi il GATT è stato integrato nell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) – nata nel 1994 – e di cui fanno parte 153 Stati che hanno accettato non solo i principi del GATT, ma anche gli Accordi in materia di commercio di servizi (GATS), di investimenti (TRIMS), di proprietà intellettuale (TRIPs) e di risoluzione delle controversie (DSU).

La clausola della nazione più favorita

Nel GATT ritroviamo la clausola della nazione più favorita (Most favoured nation – MFN), una sigla che ancora oggi – per chi si occupa di dazi e origine delle merci – viene molto utilizzata. Ma qual è il suo significato? Con questa clausola, il GATT voleva vietare ogni discriminazione tra i suoi Stati membri e quindi, in genere, tutte le agevolazioni concesse a un Paese dovevano essere estese a tutti i membri. Un’utopia? L’idea del commercio libero piaceva ma la storia ci insegna che questo principio non ha avuto un percorso facile.

La clausola della nazione più favorita impedirebbe la creazione di unioni doganali o accordi di libero scambio visto che queste forme di trattato rappresenterebbero una violazione della clausola stessa. Per raggiungere l’obiettivo principale del GATT – la liberalizzazione del commercio mondiale – sono state però concesse delle “scorciatoie”. L’articolo 24 del GATT permette infatti delle eccezioni – le unioni doganali e gli accordi di libero scambio – proprio perché la finalità di questi accordi è quella di promuovere ancor più velocemente l’integrazione del commercio a livello globale.

Dal passato al presente… e il futuro?

Nei decenni passati gli Stati membri hanno continuato sulla via del libero scambio concludendo accordi bilaterali o multilaterali al fine di agevolare gli scambi commerciali eliminando o abbassando i dazi. Oggi – con le diverse vicissitudini legate alla guerra dei dazi tra Stati Uniti e resto del mondo – sembra che la storia stia prendendo una strada diversa, passando dall’era della globalizzazione a nuove chiusure nazionali, dal libero scambio al protezionismo,… insomma una mutazione epocale che si scontra con i principi dell’OMC.

Con questo excursus storico abbiamo ripercorso le tappe che ci hanno portato ad oggi. Ora rimaniamo vigili e guardiamo con attenzione al futuro, nella speranza che la liberalizzazione del commercio mondiale non venga calpestata.

Testo a cura di

Valentina Rossi, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

 

 

Le istituzioni internazionali vengono affrontate anche nel primo modulo del corso “L’ABC dell’export: Introduzione al commercio con l’estero” in agenda il 26 settembre