Professionisti di serie A…rtigianato

di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Eccovi una riflessione sul comparto dell’artigianato nell’economia odierna.

In occasione della ricorrenza del 2017 per la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), che segna il traguardo del 100° anno di attività, diamo spazio alla presentazione dei vari comparti economici. Il Ticino è caratterizzato da un tessuto economico molto diversificato e per questo solido. La sottolineatura delle molte situazioni positive che si trovano sul nostro territorio è doverosa per chi, come la Cc-Ti, è chiamata a tutelare gli interessi di tutta l’economia. In quest’ottica, l’edilizia e l’artigianato, per storia e tradizione ma anche per le importanti evoluzioni degli anni più recenti, hanno un ruolo molto importante per la stabilità del sistema, perché comprende di regola aziende molto radicate sul territorio. Analogamente a tutti gli altri settori economici, l’artigianato merita la giusta considerazione. Purtroppo, troppo spesso a torto, le aziende in Ticino in generale sono considerate a basso valore aggiunto in molti settori, tra cui anche l’artigianato, sfortunatamente. Nel confronto quotidiano con le imprese, ci si può invece facilmente rendere conto che la realtà è ben diversa e quelli che con faciloneria e con le pericolose semplificazioni tanto in voga oggi vengono considerati di scarso valore (o, peggio, disonesti), sono in realtà imprescindibili per il funzionamento del Cantone. E l’artigianato in quest’ottica non fa eccezione.

Mestieri e saperi antichi che oggi intrecciano tradizione con modernità ed innovazione. Pensiamo alla bottega del panettiere, piena di farina e dove si produceva “solo” il pane: oggi quest’immagine non corrisponde più alla realtà, vi è stata un’evoluzione.

Basti pensare alle enorme evoluzioni che i vari mestieri dell’artigianato hanno conosciuto nel corso degli ultimi anni. Mestieri storici come l’elettricista, il falegname, il piastrellista, il muratore, il panettiere, ecc. richiedono oggi un grado di specializzazione molto elevato. Sono mestieri e saperi antichi che oggi intrecciano tradizione con modernità ed innovazione. L’immagine magari un po’ “romantica” che vedeva la bottega del panettiere, ad esempio, piena di farina e dove si produce “solo” il pane, non corrisponde più alla realtà. Senza dimenticare che proprio i panettieri, come tante altre categorie artigianali, formano un numero consistente di apprendisti. Non sono più “unicamente” artigiani, ma oggi più che mai, esperti, professionisti specializzati che lavorano secondo processi e con strumenti innovativi. Assistiamo infatti a un’integrazione di due elementi sempre più imprescindibili: il valore intrinseco del lavoro definito “manuale” e l’innovazione combinata anche con la digitalizzazione. Lo confermano del resto i dati della nostra inchiesta congiunturale annuale condotta presso i nostri associati: la digitalizzazione alle imprese ticinesi, comprese quelle artigianali, non fa paura. Anzi è un motivo di ulteriore specializzazione nella ricerca di opportunità per aggiornarsi e fare fronte in modo efficace e soprattutto con la qualità a una concorrenza sempre più agguerrita. Le cifre dell’edilizia e dell’artigianato del resto parlano chiaro: 3’300 aziende attive, con un indotto di oltre 2 miliardi di franchi, ossia ben il 7,5% del PIL ticinese, occupando circa 19’000 dipendenti. Accennavo prima alla formazione: un punto focale per tutte le aziende, viste le numerose trasformazioni a cui assistiamo. Le associazioni di categoria artigianale si impegnano per la formazione di base e continua, il che rappresenta un valore inestimabile per la nostra economia. Non è quindi sbagliato affermare che professioni a volte neglette svolgono in realtà un ruolo primordiale che andrebbe tenuto nella giusta considerazione. Sarebbe magari giusto tenerne conto prima di dare giudizi affrettati.