Il San Gottardo e quegli strani silenzi

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Prometto, è una delle ultime volte che scrivo qualcosa sul risanamento della galleria autostradale del San Gottardo, in votazione il prossimo 28 febbraio. Le prese di posizione si susseguono giornalmente e probabilmente elettrici ed elettori sono allo stremo delle forze. Più che ribadire i molti argomenti che, a mio avviso, fanno chiaramente propendere per la realizzazione di un secondo tubo monodirezionale senza aumento di capacità, preferisco soffermarmi su alcuni fatti che sono passati un po’ sotto silenzio, probabilmente perché imbarazzanti per gli oppositori. Avantutto, la posizione delle Ferrovie federali svizzere, dichiaratesi favorevoli al risanamento.

Il motivo è molto semplice: le capacità della rotaia sono limitate e senza lo sbocco stradale per il traffico Alptransit si troverebbe in difficoltà. Non ci sono complotti, è un elemento dimostrato dallo studio mai contestato dell’ingegner Lucchini di qualche anno fa, che ha rilevato come l’incastro delle varie tracce ferroviarie sarebbe molto delicato e dipendente da una perfezione assoluta, scevra da ogni intoppo. Cosa realizzabile solo in teoria, perché l’esperienza insegna che anche un contrattempo di qualche minuto paralizzerebbe il sistema. Isolando il Ticino. Sempre in tema di ferrovia, vi è un altro elemento interessante. Il Parlamento federale nel 2001 e il Consiglio federale nel 2006, per il tramite dell’allora Consigliere federale Moritz Leuenberger in occasione dell’inaugurazione dei lavori per la galleria ferroviaria del Monte Ceneri, hanno solennemente deciso e dichiarato che il raddoppio per le nuove gallerie ferroviarie è un obbligo assoluto per questioni di sicurezza. Nel senso che i treni, per ragioni di sicurezza, non possono incrociarsi nella stessa galleria e che i sensi di marcia devono essere separati in cunicoli diversi. Né più né meno quello che chiediamo per la strada con il risanamento della galleria del San Gottardo. Strano che questo elemento venga sottaciuto o anzi sbeffeggiato, con l’argomento del progresso tecnico che in pochi anni porterebbe le auto a viaggiare come su binari e quindi a non scontrarsi più. Eppure per i treni, che appunto circolano su binari, il raddoppio è necessario, mentre per le auto no. Credo che la manifesta contraddizione si commenti da sola e sia purtroppo esclusivamente il frutto limiti ideologici. Non è pertanto nemmeno sorprendente se gli oppositori alla galleria di risanamento non proferiscono parola su tutte le altre opere di risanamento stradale realizzate in altre regioni svizzere. Si esulta, giustamente, per l’aumento delle capacità stradali a Crissier in terra vodese e nello stessa regione si definisce strategico l’ampliamento della rete autostradale attorno a Morges. Nessuno insorge per la terza corsia (totale sei) fra Luterbach e Härkingen sulla A1 né contro la terza galleria di risanamento costruita al Belchen (fra Soletta e Basilea-campagna) per un totale di sei corsie, dove per risanare le due esistenti verrà appunto edificato un terzo tubo che servirà poi alla fine da cunicolo per i soccorsi. Senza dimenticare i lavori attorno all’agglomerato di Lucerna (con vari tunnel a due corsie e un terzo tubo per la galleria del Rathaus). Sono solo alcuni esempi emblematici di come ovunque si aumentino le capacità stradali, senza che nessuno metta in dubbio le necessità di risanamento né chieda di trasferire tutto sulla ferrovia, tra l’altro potenziata nelle regioni in questione. Curioso che invece molti insorgano dove la capacità non viene aumentata, come al San Gottardo. Una stridente e pericolosa incoerenza. Rifiutare un risanamento che garantisce alla Svizzera vitali collegamenti interni avrebbe conseguenze fatali per il paese.