Carenza di manodopera qualificata: che fare?

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti sulle difficoltà a reperire manodopera qualificata

L’inchiesta congiunturale condotta annualmente dalla Cc-Ti ha evidenziato come anche in Ticino, in linea con quanto avviene nel resto della Svizzera, un grande numero di aziende lamenti la difficoltà di reperire manodopera qualificata, soprattutto nei settori industriali e artigianali. Come porre rimedio a questa situazione? Ovviamente non vi è una risposta univoca, perché la questione ha molte sfaccettature che dipendono anche dai vari settori e dalle tipologie aziendali. E’ però un fatto che favorire la formazione professionale, facilitando le condizioni di assunzione degli apprendisti e motivando più aziende a incrementare il loro impegno in questo ambito potrebbe dare una spinta decisiva. Ma purtroppo questo non basta. Tutto il sistema formativo svizzero è probabilmente chiamato a un cambiamento di paradigma per tenere il passo con le evoluzioni del mercato e quindi delle esigenze delle aziende. Ma attenzione, qualificato non per forza è sempre sinonimo di specializzato, per cui non si deve pensare solo alle professioni di carattere tecnico, come l’ambito ingegneristico, nel quale la carenza di personale qualificato è manifesta. “Qualificato” può essere anche inteso nel senso di conoscenze generali più ampie. Per quanto ci riguarda, come Cc-Ti lavoriamo intensamente sulla formazione continua, per mantenere aggiornati i dirigenti e tutto il personale delle aziende. Inoltre, attraverso un corso specifico di lunga durata che sfocia nella possibilità di ottenere un diploma federale, miriamo a estendere le competenze dei dirigenti attuali e futuri nella gestione aziendale. In sostanza, occorre agire su più fronti.